Garmin Edge 850, il device GPS accontenta tutti i ciclisti

Garmin Edge 850, il device GPS accontenta tutti i ciclisti

25.11.2025
7 min
Salva

Garmin Edge 850 è il bike computer GPS al quale non manca davvero nulla. Porta in dote un’infinità di campi da configurare in base alle informazioni, dati ed eventuali analisi in corsa. Ricco, ma può anche essere customizzato come se fosse un dispositivo con funzioni basiche. Ha i tasti ed è anche touchscreen. E’ più piccolo rispetto ad un Edge 1050 ed è più grande di un Edge 540, con tutti i vantaggi che arrivano da un display (2,7”) a cristalli liquidi (a colori).

E’ facile da usare e come si sfruttano le sue potenzialità? A chi si rivolge un bike GPS del genere? 64 mega di memoria interna, non sono previste sim aggiuntive, sono sufficienti per un dispositivo così ben disegnato? Entriamo nel dettaglio del test.

Garmin Edge 850, il device GPS accontenta tutti i ciclisti
Nuovo Edge 850, un bell’oggetto per molti (tutti)
Garmin Edge 850, il device GPS accontenta tutti i ciclisti
Nuovo Edge 850, un bell’oggetto per molti (tutti)

Edge 850, piccolo e più potente

La nuova generazione Edge è entrata ufficialmente in un’altra dimensione da quando Garmin ha rilasciato il 1050. Cura estetica ed eleganza, completezza di funzioni e analisi immediate possibili, app Garmin migliorata e facilità di connessione con i dispositivi. Definizione di qualità elevatissima e decisamente superiore alla media nelle diverse categorie. E’ pur vero che l’Edge 1050 è grande, con le sue dimensioni tanto utili, quanto (a volte) ingombranti. Garmin mette sul piatto l’850, discendente diretto del 1050 in termini di funzioni e completezza, in fatto di modernità ed attualità, con dimensioni ed ingombri ridotti, un peso inferiore. Insomma il dispositivo perfetto per tutti, a partire dagli agonisti che non vogliono fare a meno dei dati (infiniti), fino ad arrivare all’appassionate che può spendere qualche euro in più (senza essere agonista) ed avere un bike computer GPS al quale non manca proprio nulla.

Nel mezzo c’è un Edge 850 per accontentare gli analogici che vogliono i tasti, le nuove generazioni che usano il computerino al pari di uno smartphone, grazie allo schermo touch. Edge 850, se aggiornato costantemente, con il bluetooth acceso e abbinato allo smartphone, usando la luminosità automatica, con 3 sensori connessi (power meter, fascia cardio e sensore della velocità) ha un consumo di batteria rilevabile in circa 8% all’ora (è sempre necessario considerare la qualità del segnale GPS, sfiorando comunque le 13 ore effettive). Sui rilievi, in quota ed in campo aperto, con una luminosità dello schermo al 30%, Edge 850 consuma meno (a parità di sensori collegati), scendendo anche al 5/6% ogni ora di attività. Significa andare oltre le 40 ore di accensione (non è poco a questo livello).

Tutto a portata di sguardo e di app

In precedenza, Edge 1050 ci ha insegnato che il nuovo corso dei dispositivi Garmin di nuova generazione parte dalla app. Il dispositivo è una sorta di finalizzatore, sicuramente un’interfaccia e quello che serve per avere i dati sotto controllo quando si pedala e si va a cercare la prestazione. Tutto prende forma dalla app. E’ un filtro ed una piattaforma di atterraggio dei dati, è un valido portale di analisi (gli ultimi aggiornamenti sono tanta roba anche per semplicità di lettura ed interpretazione) ed è in costante evoluzione. Tutto quello che si vede sulla app è traslato e tradotto sull’Edge.

Dalla app (oltre a tutto il resto) è possibile importare anche i diversi profili e attività precedentemente eseguite, in modo da creare uno storico direttamente sul dispositivo. Non è un fattore secondario, soprattutto per chi esegue costantemente del training specifico. E questo è solo un esempio.

Uno schermo con definizione spaziale

E’ uno degli aspetti che colpisce maggiormente e fin da subito. Lo schermo sembra un cristallo, ha dei contorni neri che occupano uno spazio minimo e la definizione dei colori, di ogni singolo campo e anche di tutta la sezione mappale è un vantaggio da sfruttare quando si è in movimento. In aggiunta, Edge 850 differenzia le attività (classiche) stradali, dalla navigazione mtb/off-road. Utile per la segmentazione dei dati nei diversi periodi dell’anno, ma anche per quello che concerne la specificità delle mappe/sentieri. Una funzione che riteniamo davvero utile e rivolta a tipologie di utenza varia. Inoltre il touch è sensibile, ma gestibile, immediato e bloccabile. Non subisce la pioggia.

Cos’è quella fessura che compare sulla scocca inferiore del dispositivo? E’ l’uscita per la piccola e potentissima cassa acustica dell’Edge e serve anche per la funzione “campanello”. E’ stata resa ancora più potente rispetto al 1050.

File.fit e Garmin Connect IQ

Oggi come oggi un formato File.fit di ogni singola attività occupa un ruolo marginale. Ormai ci siamo abituati a condividere le attività in modo automatico, senza più trasportare manualmente le attività al di fuori del dispositivo stesso (i casi sono rari). Un File.fit però, ancora oggi offre dei vantaggi non secondari perché contiene in modo funzionale lo spazio occupato dal file stesso e la memoria interna del computerino ringrazia.

E poi c’è il portale Connect IQ con accessibilità diretta dal bike device. E’ fondamentale (necessaria per scaricare app di terze parti direttamente sull’Edge e permettere la letture del relativo sensore. (nel nostro caso è stato utile per configurare il sensore di temperatura Core).

In conclusione

Il prezzo di listino del Garmin Edge 850 parte da 549,99 euro, che a nostro parere non è molto. Ben inteso che non è regalato, parliamo pur sempre di un esempio di tecnologia GPS fruibile, funzioni prese dagli alto di gamma ed integrate in un bike device dalle dimensioni compatte, si scrive di uno strumento al quale manca solo la parola.

Inoltre ha il valore aggiunto di essere un Garmin, universalmente riconosciuto, facile da associare a qualsiasi dispositivo e app di terze parti che il mondo social cycling conosce. Un fattore secondario? Chiedetelo a chi condivide la propria attività ciclistica quando ancora deve scendere dalla sella e vuole l’immediatezza della connessione e dell’attività eseguita.

Garmin

Romandia: ride solo Paula Blasi, dietro è caos fra UCI e team

16.08.2025
7 min
Salva

Cinque squadre hanno ricevuto ieri il divieto di prendere il via al Tour de Romandie Feminin. Il motivo ufficiale, come scritto nel comunicato della corsa: “Rimozione, rifiuto o impedimento dell’installazione o rimozione di un dispositivo di localizzazione”. Dietro l’esclusione di Lidl-Trek, Visma Lease a Bike, Canyon Sram Zondacrypto, Ef Education-Oatley e Team Picnic PostNl c’è probabilmente anche altro. Qualcosa che ovviamente non viene mostrato e non passa nei comunicati dell’UCI, ma che probabilmente verrà fuori nell’azione legale che sta prendendo forma.

7 agosto: l’annuncio

Il 7 agosto l’UCI annuncia che in collaborazione con il Tour de Romandie Feminin e le squadre partecipanti, testerà un sistema di tracciamento GPS di sicurezza. L’iniziativa – si legge nel comunciato – parte degli sforzi costanti dell’UCI e di SafeR per migliorare la sicurezza degli atleti nel ciclismo su strada professionistico. Prevede che una ciclista per squadra indossi un dispositivo di tracciamento GPS.

La stessa tecnologia sarà poi utilizzata ai campionati del mondo di ciclismo su strada a Kigali, in Rwanda, dove tutti i corridori saranno dotati del dispositivo per essere collegati anche con i responsabili medici della corsa. Dopo la drammatica vicenda dello scorso anno a Zurigo, quando Muriel Furrer non fu trovata tempestivamente dopo la caduta e morì senza che si sapesse dove fosse, la risposta suona molto interessante. Il senno di poi dice che la collaborazione tanto sbandierata in realtà è un’imposizione. Vediamo perché.

Muriel Furrer, la ragazza svizzera morta ai mondiali di Zurigo 2024 per una caduta non segnalata
Muriel Furrer, la ragazza svizzera morta ai mondiali di Zurigo 2024 per una caduta non segnalata

L’alternativa dei team

Alla richiesta dell’UCI, le squadre WorldTour rispondono infatti di avere i device GPS di Velon che già utilizzano al Giro di Svizzera, al Tour de France e al Giro d’Italia. Sono gratis, funzionano e ce l’hanno tutti, perché non fare il test con quelli? L’UCI risponde di averne studiati di propri, che però non sono ancora in produzione, per cui ne hanno un numero limitato: solo poche atlete potranno esserne dotate.

E qui scatta la prima perplessità. Come può funzionare una sperimentazione che non riguarda tutte le ragazze? E se nel fosso ci finisce una che ne è sprovvista? E se il dispositivo, non collaudato, si stacca e provoca una caduta, a chi spetta di pagare i danni?

I GPS made in UCI

Quando l’UCI replica che il test riguarda i propri strumenti, le squadre accettano, ma invitano gli addetti dell’UCI a fare il montaggio in prima persona, perché ne conoscono certamente meglio le caratteristiche. La seconda obiezione riguarda la scelta dell’atleta: quale regolamento impone che debba essere la squadra a scegliere la ragazza? Perché non è stato previsto un criterio che impone di scegliere corridori entro un certo range di peso, in modo che i 63 grammi in più del GPS non impattino sul risultato? L’UCI replica che sta alle squadre scegliere il nome e che, in caso contrario, la squadra sarà squalificata.

I transponder di Velon sono già nel possesso dei team, che hanno proposto di usarli
I transponder di Velon sono già nel possesso dei team, che hanno proposto di usarli

Chi monta il device?

Continuano a parlare di grande famiglia del ciclismo e di azioni da fare in amicizia, ma la minaccia di squalifica rientra in certi canoni? Sono comunicazioni che si svolgono per lettera nei giorni che precedono la corsa svizzera, non si tratta di una discussione nata a sorpresa nell’immediata vigilia.

Nella riunione tecnica alla vigilia della prima tappa, la cronometro di ieri, si raggiunge l’accordo: sarà l’UCI a stabilire chi sarà l’atleta. Pare sia tutto scritto, nessun dubbio da parte di nessuno. Invece ieri mattina alla partenza, si verifica un altro cambio di linea. Quando le squadre arrivano al via e attendono che i Commissari UCI indichino le atlete, quelli cambiano versione e minacciano che in caso di mancata indicazione da parte dei team, scatterà la squalifica.

Cinque squadre fuori

E la squalifica scatta. Alle squadre che si rifiutano di indicare i nomi viene vietata la partenza. Invece di sanzionare la società sportiva, l’UCI se la prende con le atlete e impedisce loro di lavorare

«Nel regolamento – dice Luca Guercilena – non è previsto il fatto che io debba nominare un’atleta. Hanno dichiarato che noi non abbiamo voluto accettare il device, ma non è assolutamente vero. Noi eravamo là davanti aspettando che lo mettessero, come ci eravamo accordati. Invece il giudice ci ha detto che non saremmo potuti partire perché non avevamo nominato l’atleta».

Il comunicato ufficiale liquida così il rifiuto di far partire le 6 squadre
Il comunicato ufficiale liquida così il rifiuto di far partire le 6 squadre

Momenti di tensione

Si raggiungono momenti di tensione. Quando la prima ragazza della Ag Insurance arriva alla via della crono, il giudice applica il GPS sulla sua bicicletta. La ragazza parte, ma il device si stacca. Quando l’atleta raggiunge il traguardo, un alto dirigente dell’UCI attacca il direttore sportivo della squadra belga, dicendogli che l’ha fatto di proposito per boicottare l’iniziativa. Mentre quello cercava in tutti i modi di dirgli che il montaggio era stato fatto dal Commissario e che lui altro non aveva fatto che seguire l’atleta con l’ammiraglia.

La posizione dell’UCI

Con cinque squadre fuori dalla corsa, l’UCI emette un comunicato, condannando il rifiuto di alcune squadre di partecipare al test della tecnologia di tracciamento GPS per la sicurezza.

«L’UCI – si legge – si rammarica che alcune squadre iscritte alla lista di partenza del Tour de Romandie Féminin si siano rifiutate di conformarsi al regolamento della gara relativo all’implementazione dei localizzatori GPS come test per un nuovo sistema di sicurezza. La decisione di queste squadre è sorprendente e compromette gli sforzi della famiglia del ciclismo per garantire la sicurezza di tutti i ciclisti nel ciclismo su strada attraverso lo sviluppo di questa nuova tecnologia.

«(…) Le squadre erano tenute a designare una ciclista sulla cui bicicletta sarebbe stato installato il localizzatore GPS. Le squadre hanno ricevuto ulteriori spiegazioni durante la riunione dei Direttori Sportivi pre-evento. L’UCI si rammarica che alcune squadre si siano opposte al test non nominando una ciclista che indossasse il dispositivo di tracciamento e abbiano quindi optato per l’esclusione dal Tour de Romandie Féminin. Alla luce di questa situazione, l’UCI valuterà se siano necessarie altre misure in conformità con il Regolamento UCI».

Van den Abeele, responsabile dell’UCI, era presente ieri al Romandie a sovrintendere le operazioni
Van den Abeele, responsabile dell’UCI, era presente ieri al Romandie a sovrintendere le operazioni

La risposta dei team

Sembra che essere escluse dal Romandie sia una libera scelta delle cinque squadre, che diffondono un comunicato condiviso. «Siamo scioccati e delusi dalla decisione dell’UCI di squalificare diverse squadre, inclusa la nostra, dal Tour de Romandie Féminin. All’inizio di questa settimana, tutte le squadre interessate hanno inviato lettere formali all’UCI esprimendo sostegno alla sicurezza dei ciclisti, ma sollevando serie preoccupazioni circa l’imposizione unilaterale di un dispositivo di tracciamento GPS a un solo ciclista per squadra. Abbiamo chiarito che non avremmo selezionato noi una ciclista, né installato, rimosso o effettuato la manutenzione del dispositivo.

«L’UCI o i suoi partner erano liberi di selezionare un ciclista e installare il dispositivo sotto la propria responsabilità. Nonostante la nostra collaborazione e l’esistenza di un sistema di monitoraggio della sicurezza collaudato e collaborativo, già testato con successo in altre importanti, l’UCI ha scelto di imporre questa misura senza un chiaro consenso, minacciando la squalifica e ora escludendoci dalla gara per non aver selezionato noi stessi un corridore. Il motivo per cui non vogliono nominare un corridore è ancora sconosciuto e senza risposta.

«(…) Questa azione viola i diritti delle squadre e dei corridori, applica la misura in modo discriminatorio e contraddice l’impegno dichiarato dall’UCI al dialogo con le parti interessate. Siamo sempre in prima linea per rendere il ciclismo uno sport più sicuro, ma questo obiettivo deve essere raggiunto attraverso la collaborazione, non la coercizione».

Il Tour de Romandie sarebbe stato un importante passo di rientro per Gaia Realini
Il Tour de Romandie sarebbe stato un importante passo di rientro per Gaia Realini

Pagano gli atleti

Ancora una volta a farne le spese sono stati gli atleti. E’ abbastanza chiaro che nel nome della sicurezza l’UCI abbia trovato probabilmente una potenziale fonte di investimento nell’imposizione di device GPS di sua produzione. E’ anche abbastanza chiaro che la sicurezza e le istanze di SafeR stiano diventando uno strumento di potere al pari di quanto accedeva anni fa con l’antidoping. Si potevano multare le società, ma non colpire le atlete e gli organizzatori. Si potevano fare i test nelle Nations’ Cup Juniores e in gare minori, perché non si è fatto?

«Il Tour de Romandie – si legge nel comunicato della corsa – si rammarica dell’esito del disaccordo tra l’UCI e le squadre sulle quali non aveva alcun controllo. (…) Questi divieti di partenza alterano direttamente l’aspetto sportivo della corsa, interferendo anche con la preparazione degli eventi successivi, penalizzando le atlete delle squadre interessate, il pubblico e tutti coloro che sono coinvolti nella promozione del Tour de Romandie Féminin in tutto il mondo. E’ deplorevole e, per usare un eufemismo, dannoso che non si sia potuta trovare una soluzione positiva».

Abbiamo la sensazione che la storia non finirà qui. Ed è anche chiaro che per come è strutturata e concepita, l’UCI non rappresenti appieno tutte le sue componenti. Siamo certi che il progetto One Cycling non sia quello di cui ha bisogno oggi il professionismo di vertice? Non è la coercizione il modo per far crescere il movimento e andare incontro ad atleti e squadre su un tema importante come quello della sicurezza. Forse il sistema così com’è non funziona più bene. La crono ieri intanto l’ha vinta Paula Blasi in maglia UAE Adq, la corsa prosegue oggi con 30 atlete in meno.

iGS800 by iGPSPORT: tante funzioni ad un prezzo top

17.04.2025
5 min
Salva

iGPSPORT entra nel ciclismo di primissima fascia grazie ad un’offerta ampia, a prodotti di qualità ed a prezzi davvero competitivi. Ne è un esempio il dispositivo iGS800, uno dei cavalli di battaglia dell’azienda cinese che sviluppa e produce sistemi GPS (e non solo).

Entriamo nel dettaglio (anche grazie ai primi feedback della nostra prova) di iGPSPORT iGS800, non ingombrante nelle dimensioni, leggero e con uno schermo touch, facile da personalizzare, semplice da leggere grazie ad un elevato contrasto e ai colori. Il prezzo? 359,90 euro.

Design moderno e compatto per il nuovo iGS800
Design moderno e compatto per il nuovo iGS800

Le peculiarità dell’iGS800

Il display touch è LCD ed ha una superficie di 3,5 pollici. E’ elegante grazie ad una cornice sottilissima. La leggibilità resta perfetta anche quando è colpito dalla luce del sole in modo diretto. Il touchscreen (il dispositivo presenta in ogni caso 6 pulsanti) è studiato per essere affidabile anche con dita umide e con i guanti indossati. iGS800 è alto 9,9 centimetri per 6 di larghezza, 2,1 di spessore. Ha un peso dichiarato di 120 grammi. E’ dotato di memoria interna di 32 GB (utili per caricare tracce da usare anche off-line) e la batteria interna al litio è ricaricabile tramite la porta usb-C. Ha un grado di impermeabilità di livello IPX7.

Come accennato in precedenza è un bike computer con cartografia. Supporta i protocolli di trasmissione e associazione Ant+ e Bluetooth. I campi configurabili per ogni singola pagina sono al massimo 12. 150 informazioni disponibili divise in 16 categorie differenti. Supporta i power meter, Shimano Di2 e Sram AXS.

Mappe offline: libertà vera, anche senza rete

Una delle funzioni più comode è la possibilità di navigare anche senza una connessione dati. Durante il nostro giro, abbiamo volutamente deviato dal percorso pre impostato: nessuna crisi, nessun blocco. Il dispositivo ha ricalcolato la rotta in pochi secondi, guidandoci senza esitazioni fino alla destinazione. In ambito urbano, la funzione “Navigazione dei luoghi” risulta un valore aggiunto non secondario. Con un semplice tocco si può avviare la guida verso luoghi precedentemente salvati tramite app.

Pianificazione del percorso in salita

La funzione di pianificazione automatica del percorso in salita è pensata per affrontare le ascese in modo strategico. Il dispositivo analizza l’altimetria e propone suggerimenti utili per gestire lo sforzo nei vari segmenti. Durante una delle nostre salite test, lunga 4 km al 6%, abbiamo ricevuto avvisi sui tratti più impegnativi e indicazioni su come dosare l’energia. Per chi vuole migliorarsi anche in salita, è un plus prezioso.

Touchscreen e pulsanti, per un’esperienza completa e affidabile
Touchscreen e pulsanti, per un’esperienza completa e affidabile

Autonomia da record: due giorni interi

Siamo partiti all’alba, con l’idea chiara di spingere al limite non solo le gambe, ma soprattutto lui: l’iGPSPORT iGS800, un ciclocomputer GPS che promette 50 ore di autonomia, navigazione intelligente e un’interfaccia degna di uno smartphone. Il meteo era dalla nostra parte: cielo limpido, asfalto asciutto e circa 130 km da percorrere tra pianura, strappi collinari e tratti sterrati.

Schermo sempre acceso, sensori (tutti) attivi e GPS in uso continuo, siamo arrivati a poco più di 43 ore effettive. Un risultato eccellente. La ricarica rapida, completata in circa un’ora e mezza è la ciliegina sulla torta.

iGS800 si rivolge a diverse tipologie di utenza
iGS800 si rivolge a diverse tipologie di utenza

Indoor o outdoor, nessun problema

Il dispositivo si adatta anche all’uso indoor. Basta selezionare la modalità dedicata per sfruttarlo con rulli oppure sui bike trainer. L’app offre dei training pre-impostati, particolarmente utili per chi sfrutta i sistemi indoor in modo specifico, o più semplicemente si lascia guidare da protocolli già fatti.

Froome come ambassador

Il test dell’iGS800 ci ha permesso anche di conoscere meglio il marchio che lo ha creato. Fondata nel settembre 2012, iGPSPORT è un’azienda cinese, innovativa nel campo dei ciclocomputer GPS. In poco più di dieci anni ha venduto i suoi prodotti in oltre 40 Paesi, servendo più di un milione di ciclisti in tutto il mondo. Non solo ciclocomputer, ma un intero ecosistema fatto di ricerca, sviluppo, hardware intelligente e assistenza dati. Nel 2024 iGPSPORT ha annunciato Chris Froome, vincitore di ben quattro Tour de France, come ambasciatore globale del marchio.

Un ambassador d’eccellenza: Chris Froome, vincitore di quattro Tour de France, un Giro, due Vuelta
Un ambassador d’eccellenza: Chris Froome, vincitore di quattro Tour de France, un Giro, due Vuelta

In conclusione

Tornando alla nostra prova, iGS800 si è dimostrato affidabile, intuitivo e completo. È un ciclocomputer pensato sia per chi si allena in modo avanzato sia per chi cerca uno strumento facile e pratico per migliorare la propria esperienza in sella, comunque senza spendere una follia. L’autonomia, la qualità dello schermo e la gestione della navigazione lo rendono un compagno di viaggio ideale, con una durata della batteria che merita di essere sottolineata una volta di più.

Per chi ama pedalare e vuole un dispositivo che non sia solo un “contachilometri”, ma un vero assistente personale, iGS800 è uno strumento da considerare su più fronti. iGS800 è acquistabile anche su Amazon.

IGPSPORT

Nuovo Bryton Rider S510, benvenuta semplicità

14.11.2024
6 min
Salva

Bryton lancia il nuovo bike device Rider S510. S è una sorta di identificativo per la famiglia Bryton e si riferisce agli strumenti più sofisticati, ricchi di funzioni e pur semplici da usare, facilità di utilizzo che è uno dei punti fermi dell’azienda.

Schermo touchscreen assecondato da 4 pulsanti laterali. Definizione di ottima qualità e batteria con grande autonomia. Rider S510 ha anche una funzione vocale che facilita la ricerca delle destinazioni e/o punti di interesse, attivabile anche quando si è in movimento (soluzione eccellente). Entriamo nel dettaglio del prodotto e della nostra prova.

Spessore nella media e device perfettamente adattabile
Spessore nella media e device perfettamente adattabile

Un Bryton che accontenta tutti

Rider S510 è un computerino gps che non ha limiti di utilizzo e di interpretazione. Può essere gestito come un vero e proprio strumento di lavoro per gli allenamenti specifici, quindi con una vocazione agonistica, o semplicemente se si gode la bici.

Off-road e strada, perché è leggero, perché ha tre profili diversi customizzabili (anche per quello che concerne le caratteristiche del mezzo meccanico). Anche le funzioni mappali sono di facile lettura.

La app Bryton Active

Il computerino è semplicissimo da impostare fin dall’inizio ed è ancora più facile da customizzare (in ogni sezione) associandolo allo smartphone e alla app Active. Quest’ultima rimane una vera piattaforma di atterraggio per tutti i dati, attività e aggiornamenti.

Rider S510 ha 4 pagine che ci piace definire standard, ognuna di queste arriva a supportare fino a 9 campi dati. Si aggiungono due pagine dedicate solo ai lap, per chi si allena costantemente con ripetute e ha necessità di avere numeri, analisi e confronti. Queste sono completate da una ulteriore pagina ancora più specifica con solo due campi dati disponibili, quella da usare “solo” durante le ripetute (normalmente, una pagina del genere si configura con i due dati istantanei, potenza e tempo del lap, solo per fare un esempio). E poi le due pagine che si riferiscono alla parte cartografica/mappale/altitudine. L’S510 è molti passi avanti rispetto alla serie Rider tradizionale.

Grazie al Rider S510 si possono vedere e sfruttare le infinite potenzialità di questa app. Una volta scaricati i dati delle uscite, le possibilità di analisi sono infinite, con una completezza ed un dettaglio da far contenti anche i più smanettoni. Avere a disposizione una app (gratuita) del genere è un valore aggiunto non da poco.

I plus del nuovo Bryton

Tutto quello che riguarda la personalizzazione del dispositivo, può essere fatto in tempo reale e in movimento, anche in modo diretto sul computerino. Lo schermo touchscreen da 2,8 pollici facilita le operazioni (intuitivo e rapido, di quelli dove è necessario premere con decisione, praticamente immune alle gocce, dotato di blocco). Nel complesso ha dimensioni contenute, poco meno di 9 centimetri di altezza, per 5,7 di larghezza e poco più di 2 centimetri di spessore (incluso il gancio inferiore). Quest’ultimo può essere sostituito in quanto è avvitato. In caso di utilizzo off-road, non è un dettaglio banale. Pesa poco meno di 100 grammi, ma trasmette una sensazione di robustezza rassicurante.

Una ricezione super

Lo schermo è di qualità LCD, anti-riflesso, a colori. Come tutti i bike device Bryton adotta tutti i supporti satellitari. GPS e GNSS, Glonass e Galileo, i cinesi BeiDou, i giapponesi QZSS. La qualità della ricezione satellitare Bryton è confermata ancora una volta su questo modello. Quando è acceso bastano pochi secondi (anche senza sensore della velocità) ed è pronto per l’attività. Inoltre è molto sensibile alle ripartenze. In un amen si riattiva dopo una pausa/stop. Si possono pianificare allenamenti mirati e c’è la funzione Climbchallenge 2.0 per monitorare la performance in salita (che si attiva anche senza mappe precaricate).

Non in ultima la ricerca vocale della quale abbiamo fatto menzione in precedenza. Associando il computerino allo smartphone (via bluetooth e grazie alla fornitura Google) è possibile attivare la ricerca Maps attraverso la voce. E’ un plus aggiunto in caso di cambio di rotta, destinazione, per un nuovo punto di interesse o altro, sicuro perché riduce il rischio connesso alla perdita di attenzione e stacco delle mani dal manubrio.

In conclusione

Come sempre, quando si racconta un dispositivo Bryton, il rapporto tra la qualità ed il prezzo balza all’occhio. Per il nuovo Rider S510 ci vogliono 249,95 euro per la versione E (quella senza sensori), 329,95 per la T (quella completa di fascia cardio, velocità e cadenza). Il nuovo Rider S è uno strumento gratificante ed ambizioso, ricco e anche smart in fatto di utilizzo.

Un breve setting ed aggiornamento grazie alla app, le customizzazioni dovute ed eventuali associazioni con i sensori della bici. Venti minuti sono più che sufficienti (anche meno). E poi la durata della batteria, davvero buona. Con 4 sensori attivati (power meter, sensore di velocità e fascia cardio, radar/luce posteriore MagicShine) il consumo rilevato è di circa il 5-6% ogni ora. Con una richiesta di energia così abbondante, si superano le 20 ore di utilizzo (fondamentale considerare l’ambiente per la qualità della ricezione satellitare). Bene, anzi benissimo.

Ciclopromo

Jespr, il bike computer GPS nato in Svizzera

20.09.2024
3 min
Salva

Jespr è il primo bike computer GPS di matrice svizzera, nato dall’omonimo azienda. Semplicità di utilizzo e alta risoluzione dello schermo di tipo touchscreen. In fase di sviluppo tutta la parte legata alle mappe è stata oggetto di una cura certosina.

Non ha limiti di associazione con i dispositivi esterni grazie al protocollo Ant+. Uno dei valori aggiunti è il calcolo stimato della potenza istantanea, grazie ad un algoritmo specifico, nel caso in cui l’utente non abbia il misuratore sulla bicicletta. Vediamo il Jespr bike computer GPS nel dettaglio.

Dimensioni importanti, per un device completo (foto Jespr)
Dimensioni importanti, per un device completo (foto Jespr)

Cos’è Jespr

Jespr è una start-up svizzera focalizzata sullo sport e nello specifico il ciclismo. Fornisce e sviluppa una tecnologia digitale e software. Da qui è facile capire che, il primo bike computer GPS del marchio non è un prodotto sviluppato e fatto a caso, ma porta con se una serie di plus non comuni ad una new entry in questa fascia di strumenti.

Un design essenziale e sostanzioso
Un design essenziale e sostanzioso

Connesso con una sim interna

Jespr è un bike computer sempre connesso alla rete mobile, soluzione possibile grazie ad una sim interna che sfrutta il collegamento in hotspot con il telefonino. Questo gli permette di attingere a diverse fonti di dati satellitari, essere preciso e aggiornato in ogni momento, avere un segnale stabile che azzera le flessioni in fase di ricezione.

Questo aspetto collima con la funzionalità e la fruibilità della piattaforma my.jespr.io, un vero e proprio piano di atterraggio dei dati e filtro del dispositivo. E’ una sorta di cloud che filtra tutte le informazioni e attività, aiuta ad elaborare i piani di training e gestisce le importazioni dei dati, oltre a facilitare l’eventuale passaggio tra vari dispositivi Jespr.

Alcuni numeri del Jespr

Ha uno schermo touchscreen completamente sfruttabile nella sua superficie. E’ largo poco meno di 7 centimetri, con uno spessore di 2,5 e un’altezza di poco superiore ai 12 centimetri. Il punto di ancoraggio al supporto è di tipo standard, non servono adattatori specifici. E’ interessante il prezzo di listino del bike device Jespr – 570 euro – ed è acquistabile dal sito ufficiale. Non è a buon prezzo, ma considerando la completezza delle informazioni, la versatilità del prodotto e le numerose funzioni, proprio il rapporto tra prezzo/sfruttabilità diventa molto interessante.

Jespr

Rider 460: interfaccia migliorata, dimensioni compatte

18.03.2024
4 min
Salva

Alla famiglia Rider di Bryton si aggiunge il modello 460. E’ un bike gps che presenta alcuni importanti aggiornamenti, tra cui l’interfaccia più facile da gestire, una navigazione intuitiva e l’aggiunta di dati con l’ottica di fornire un ciclo-computer adatto anche a chi lo utilizza per il training intenso.

Come sempre in casa Bryton il rapporto con il prezzo è ottimale e nel caso del nuovo Rider 460 le versioni sono due, da 129,95 e 169,95, quest’ultimo comprende anche i sensori Ant+ di cadenza e frequenza cardiaca. Vediamo il bike gps nel dettaglio.

Montato sul supporto frontale non pesa (foto Andrea Marini)
Montato sul supporto frontale non pesa (foto Andrea Marini)

Grafica più intuitiva

Prima di tutto grazie ad una grafica più facile, intuitiva, a tratti essenziale che permette di avere sotto controllo i dati, senza distorsioni, con la riduzione del margine di errore in fase di interpretazione. Questo avviene per i campi dati e anche per la pagina di navigazione.

Lo schermo ha una superficie di 2,6”, è piatto ed è in bianco e nero. Ci accentua il contrasto tra i diversi dati disponibili ed impostati, sempre ben visibili anche in caso di forte luce solare, oppure in condizioni di imbrunire e tramonto.

Grafica essenziale e diretta
Grafica essenziale e diretta

Autonomia da 32 ore

La batteria al litio è ricaricabile tramite la porta di ingresso usb. Sono state aumentate l’autonomia e l’efficienza, come avvenuto in precedenza sul modello Rider 750, tanto è vero che può arrivare fino a 32 ore di attività. E’ tantissimo se consideriamo anche le dimensioni compatte del dispositivo: 5,4 centimetri circa di larghezza, meno di 8 in altezza, con un spessore inferiore ai 13 millimetri, per un valore alla bilancia dichiarato di 58 grammi.

Il Rider 460 ha un supporto completo nei confronti della ricezione satellitare GNSS, ovvero GPS, satelliti russi Glonass, cinesi ed i Galileo europei, oltre ai QZSS giapponesi. Ha un range di utilizzo ottimale compreso tra i -10°C e 50°C. Si possono configurare fino a 8 campi dati per ogni singola pagina. Supporta gli allenamenti importati da TrainingPeaks ed è compatibile con Strava, Komoot e Today’s Plan, giusto per fare alcuni esempi.

Spazio alle associazioni

Significa che l’interfaccia rinnovata ha aperto il protocollo anche alle associazioni con le trasmissioni elettromeccaniche, Shimano Di2, Sram AXS e Campy EPS, ma anche alla FSA Force WE. A questa funzione si aggiunge la possibilità di associare le unità elettriche di assistenza alla pedalata Shimano Steps e tutta la parte dedicata agli smart trainer per l’allenamento indoor. C’è anche la funzione radar che si attiva con una luce radar posteriore. Il Bryton Rider 460 adotta Ant+ e Bluetooth per il trasferimento dati.

Il Rider 460 è gestito dalla applicazione Bryton Active App, che nel corso degli anni è diventato un vero e proprio strumento di personalizzazione, ma anche un filtro per customizzare il device in base alle esigenze e necessità.

Ciclopromo

GPS: cos’è? Come funziona? Ce lo dice Garmin

11.07.2023
5 min
Salva

COURMAYEUR – La tecnologia GPS (Global Positioning System) ci accompagna in ogni momento della nostra vita. Soprattutto quando siamo in bici, è quella che permette al nostro ciclocomputer di guidarci su strade a noi ignote. A volte, forse, sottovalutiamo la sua importanza e come è stata inserita nei vari dispositivi via via sempre più piccoli e compatti. Grazie a Garmin abbiamo avuto modo di immergerci in questo mondo e di scoprirne tanti dettagli e sfumature

I dispositivi per la navigazione hanno implementata una cartografia vettoriale
I dispositivi per la navigazione hanno implementata una cartografia vettoriale

L’evoluzione del GPS

La capacità dei dispositivi di individuare e rintracciare la nostra posizione in ogni angolo del mondo è sempre più precisa. Nel corso degli anni si è vista un’evoluzione tecnologica che permette non solo una maggiore precisione di navigazione, ma anche una migliorata capacità di assistenza. Cristian Longoni, communication specialist del comparto outdoor in Garmin ci aiuta a fare un viaggio a ritroso e comprendere meglio questa tecnologia. 

«Il sistema GPS – racconta – è stato messo in piedi dal governo americano per uso militare a inizio anni ‘70. Veniva utilizzato per la localizzazione delle truppe e per le ogive degli stessi missili. All’inizio degli anni ‘90 l’utilizzo del sistema è stato sdoganato ad uso civile, con dei veti. Questi erano legati alla precisione di localizzazione, che all’inizio non poteva andare sotto i 15-20 metri. Due ingegneri: Gary Burrel e Min Kao, i due fondatori di Garmin, dai quali deriva anche il nome dell’azienda, hanno sviluppato dei dispositivi che permettessero di localizzarsi grazie all’uso del sistema GPS».

Oltre al profilo planimetrico c’è anche quello altimetrico
Oltre al profilo planimetrico c’è anche quello altimetrico

I satelliti

La parte fondamentale che ha permesso a questa tecnologia di svilupparsi è quella dei satelliti. 

«Questi satelliti – continua Longoni – hanno un’orbita costante intorno alla terra e lanciano dei messaggi verso di essa. Servono tre satelliti per ottenere la posizione, attraverso la famosa “triangolazione” che viene letta in coordinate geografiche. I primi ambienti ai quali ci si è dedicati sono stati quelli dove era davvero necessario geolocalizzarsi, quindi il settore nautico e aeronautico. Ambienti senza alcun punto di riferimento. A metà anni ‘90 nascono i primi dispositivi ad uso terreno, sempre con precisione di 15-20 metri e con 8 canali».

La geolocalizzazione funziona grazie alla triangolazione del segnali da parte dei satelliti (foto scienza per tutti)
La geolocalizzazione funziona grazie alla triangolazione del segnali da parte dei satelliti (foto scienza per tutti)

Posizione

Il sistema che viene utilizzato per calcolare la posizione è estremamente semplice e nel tempo è diventato sempre più preciso.

«Ora i sistemi di geolocalizzazione – spiega – sono quattro: GPS, Galileo, Glonass e BeiDou. Ogni dispositivo è in grado di allacciarsi con uno di questi sistemi di satelliti, chiamate costellazioni. Ognuna di esse è composta da 24 satelliti l’una, i quali sono settati con degli orologi atomici. Calcolare la posizione è estremamente semplice: orario di partenza, orario di arrivo, velocità del segnale e si ha la distanza del dispositivo dai tre satelliti con i quali sta comunicando. Il tutto viene tradotto, come detto prima, in coordinate geografiche».

«Quello che dà la precisione è il numero di satelliti: più sono vicini e in grado di comunicare, più la mia posizione sarà esatta. In questi anni di primi dispositivi la tecnologia era diversa, c’erano molti meno satelliti e, cosa più importante, c’erano delle finestre di tempo nelle quali potevano agire. Per essere precisi il numero dei canali, quindi 8 oppure 12, indica quanti satelliti il segnale riesce a prendere il sistema nello stesso momento».

Le costellazioni di satelliti in orbita sono 24 per ognuno dei quattro sistemi di geolocalizzazione (foto La Repubblica)
Le costellazioni di satelliti in orbita sono 24 per ognuno dei quattro sistemi di geolocalizzazione (foto La Repubblica)

Le mappe cartografiche

I sistemi fino alla metà degli anni ‘90 prevedevano la navigazione in linea retta da un punto A ad un punto B. La necessità di seguire degli itinerari, quindi delle strade, è arrivata successivamente. 

«Se si aggiunge una cartografia vettoriale – dice ancora Longoni – lo strumento è in grado di calcolare i percorsi. Questa è la differenza tra traccia e rotta: la prima è la scia elettronica che sviluppo mentre mi muovo. La rotta, invece, è lo strumento che mi permette di raggiungere la posizione voluta. Le prime cartografie nel mondo del ciclismo le abbiamo implementate nel 2006. Si trattavano di quelle stradali che venivano inserite nei dispositivi per il ciclismo. Il passo in avanti dal punto di vista della navigazione lo abbiamo fatto quando abbiamo integrato la possibilità di ricevere altri segnali satellitari, non solo GPS quindi. Questo ha permesso un grande sviluppo, sia a livello di precisione che a livello di ricalcolo dei percorsi. Ora con uno dei dispositivi più moderni, come può essere l’Edge840 Solar, la navigazione è estremamente semplice. 

La geolocalizzazione ha aperto sviluppi importantissimi anche sul fronte della sicurezza
La geolocalizzazione ha aperto sviluppi importantissimi anche sul fronte della sicurezza

La sicurezza

I dispositivi Garmin hanno al loro interno anche quella che è la funzione Incident Detection, che permette di lanciare un messaggio di allarme in caso di emergenza. 

«Questa si attiva automaticamente – dice Longoni – con un giroscopio posizionato all’interno del dispositivo. In caso di impatto o di caduta il ciclomputer è pronto a far partire il messaggio di emergenza, il quale però funziona solo se si ha un telefono dietro e si è agganciati ad una rete. Abbiamo altri sistemi che non sono legati a sistemi telefonici, per esempio: il nostro dispositivo InReach. Questo non è collegato ad un sistema telefonico ma utilizza Iridium, un sistema satellitare utile per essere rintracciati in ogni parte del mondo».

Garmin

Tutto è più semplice con l’App di Canyon

31.05.2023
4 min
Salva

Canyon ha di recente introdotto un servizio davvero utile e destinato a incontrare il riscontro positivo di tutti gli appassionati del brand tedesco. Stiamo parlando di una nuova App che vuole diventare in breve tempo il partner ideale per vivere al meglio la propria esperienza in sella ad una Canyon.

La nuova App di Canyon vuole diventare un riferimento per i ciclisti
La nuova App di Canyon vuole diventare un riferimento per i ciclisti

Guida per l’assemblaggio

Fino a non molto tempo fa, uno dei possibili freni nell’acquistare una Canyon poteva essere rappresentato dal timore di non essere in grado di assemblarla. Oggi tutto ciò viene definitivamente superato grazie all’introduzione della nuova App. Una volta ricevuta a casa la nuova bici, basterà registrarla nel “garage digitale”. Da qui sarà possibile accedere ad una serie di contenuti dedicati alla propria bicicletta, come la configurazione, specifiche e misure del telaio, ma soprattutto le istruzioni per il suo montaggio.

All’interno della nuova App sono stati caricati le istruzioni e dei video utilissimi per assemblare ogni singolo modello Canyon. Per farlo non è richiesta una competenza specifica. Basterà seguire le indicazioni passaggio dopo passaggio per montare la propria bicicletta ed essere subito pronti per pedalarci sopra.

Al suo interno ci sono video e foto per aiutare l’utente nella manutenzione della sua bici
Al suo interno ci sono video e foto per aiutare l’utente nella manutenzione della sua bici

Anche la manutenzione

Una volta montata, una bicicletta va anche curata per rendere ogni uscita sempre piacevole. In Canyon lo sanno bene, infatti all’interno della nuova App sono sono stati inseriti le istruzioni e i video per guidare il cliente nel sostituire in autonomia copertoni, freni e catena. Non mancano naturalmente anche tutorial su come pulirla.

La nuova App di Canyon vuole anche essere da deterrente al problema annoso dei furti di biciclette. E’ stato infatti previsto un sistema avanzato di antifurto e tracciamento GPS globale

Nell’App è presente anche un sistema di sicurezza
Nell’App è presente anche un sistema di sicurezza

Novità in arrivo

La nuova App è stata appena lanciata e sono già previste delle ulteriori novità. Oltre alle funzioni disponibili al momento del lancio, tra cui l’assicurazione bici semplice e veloce e i contenuti motivazionali dei ciclisti professionisti di Canyon. Nei prossimi mesi è in programma l’aggiunta di un’ampia gamma di nuove funzioni.

Tutto più semplice

Canyon vuol rendere più semplice l’acquisto e il successivo utilizzo delle proprie biciclette. A confermarlo è Lionel Guicherd-Callin, Global Director Canyon Connected.

«Abbiamo realizzato l’App – ha dichiarato – per semplificare e snellire ogni fase del processo di acquisto e di utilizzo di una Canyon, e per aiutare i ciclisti a ottenere il massimo dalla loro bicicletta, fin dal primo giorno e per gli anni a venire. Grazie a una serie di funzioni che rendono piacevole e senza sforzo ogni fase della costruzione, della pedalata, della manutenzione e del parcheggio della propria Canyon».

Ricordiamo che per utilizzare la nuova App di Canyon non è necessario avere uno smartphone di ultima generazione. E’ infatti compatibile con Android 7.1 e Apple iOS 15 e successivi

L’app Canyon è gratuita e disponibile su Apple App Store e Google Play Store.

Canyon

Sigma ROX 11.1 EVO, il navigatore affidabile e sicuro

26.04.2023
3 min
Salva

Sicurezza, precisione e 150 funzioni pronte ad accompagnare il ciclista in ogni allenamento o gara che sia. Il ROX 11.1 EVO di Sigma Sport è un ciclocomputer in grado di supportare gli sportivi in ogni loro esigenza orientata all’elaborazione di dati.

Oltre alle classiche funzioni infatti, questo GPS è abile nella misurazione barometrica, nella navigazione e nell’interfacciarsi con le ormai comuni e-bike. Un compagno di viaggio affidabile che accompagna l’utente anche nelle situazioni più spiacevoli con funzioni come il Crash Alert che avvisa tramite app i contatti per le emergenze in caso di caduta.

Navigazione precisa

In un mondo delle due ruote dove ci si muove tra bici da strada, gravel e mtb, sapersi orientare è la chiave della scoperta e del divertimento. Con la “Navigazione Search & Go”, i ciclisti possono trovare rapidamente qualsiasi luogo e navigare verso di esso. Per farlo, possono inserire un indirizzo nell’app SIGMA RIDE sul proprio smartphone o cliccare su un punto qualsiasi della mappa. Le preferenze per i percorsi (piste ciclabili, sentieri non asfaltati, strade di corsa e sentieri escursionistici) possono essere impostate individualmente. 

La traccia creata può essere avviata direttamente o salvata per un secondo momento nell’app SIGMA RIDE. Si possono importare le tracce dal SIGMA DATA CENTER o da portali come komoot e Strava tramite l’app proprietaria e poi ricevere istruzioni visive e acustiche turn-by-turn sul ciclocomputer. La traccia selezionata può essere avviata immediatamente oppure può essere salvata per essere poi riproposta offline in un secondo momento. In questo modo, i ciclisti navigano nel loro tour senza dover essere collegati allo smartphone.

Display a colori trasmissivo da 1,77 pollici facilmente configurabile
Display a colori trasmissivo da 1,77 pollici facilmente configurabile

Analisi dati e sicurezza

Sul ROX 11.1 EVO vengono salvate fino a 100 ore di tempo di corsa. In questo modo i dati di allenamento sono consultabili in qualsiasi momento e in un lampo, sull’app SIGMA RIDE oppure dopo l’allenamento sul PC o MAC nel SIGMA DATA CENTER. Questo consente di avere una panoramica perfetta dei valori di allenamento e dei progressi. Con le opzioni di sharing dell’app gli sportivi possono condividere con amici e colleghi di team i loro risultati.

Ad aumentare la sicurezza in sella c’è il Crash Alert integrato, che riconosce una caduta in modo autonomo e dà al ciclista 30 secondi di tempo per confermare che vada tutto bene. In caso negativo, i contatti per le emergenze selezionati prima vengono automaticamente informati per SMS tramite l’app e vengono comunicati loro i dati GPS.

Per chi non riesce a rinunciare e deve rimanere connesso, le notifiche smart collegano il ciclista con il mondo esterno anche durante il giro in bicicletta. Una notifica per chiamate, messaggi ed email in entrata appare automaticamente sul display. Si possono persino leggere i messaggi brevi direttamente sul ROX 11.1 EVO.

Il GPS si collega con le e-bike e indica stato della batteria, luce e altri dati sul display
Il GPS si collega con le e-bike e indica stato della batteria, luce e altri dati sul display

Profili e app

Sul ROX 11.1 EVO sono già preinstallati da quattro a 20 profili Sport possibili. I ciclisti possono anche creare i propri profili Sport e utilizzare il dispositivo su diverse biciclette. Con l’app SIGMA RIDE è possibile configurare in modo personalizzato sei visualizzazioni allenamento diverse, che hanno da uno a sei campi di dati. Le altre visualizzazioni installate sono per workout, percorso e navigazione tramite komoot.

Con l’app proprietaria è possibile salvare tutte le proprie attività. Nella visualizzazione elenco vengono riportati tutti i percorsi con andamento del percorso, data, distanza, tempo di corsa e dislivello. L’attività più recente si trova sempre in alto nella sequenza temporale. L’intensità dell’allenamento può essere visualizzata mediante l’Indice di Performance Sigma. Le attività possono inoltre essere integrate con metainformazioni su meteo, temperatura e sensazione durante l’escursione.

Il ROX 11.1 EVO è disponibile in commercio in due colorazioni, nera e bianca, ad un prezzo che varia in base alla configurazione. ROX 11.1 EVO a 169,95 euro, ROX 11.1 EVO HR a 199,95 euro e infine il ROX 11.1 EVO SENSOR a 249,95 euro. 

SigmaSport

BeltramiTSA