Watt, ritmi, alimentazione: dagli U23 al WorldTour il debutto di Epis

06.02.2025
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Il primo impatto con il WorldTour è un momento speciale per ogni giovane ciclista e Giosuè Epis lo ha vissuto in Australia, al Tour Down Under. Il corridore dell’Arkea-B&B Hotels ha affrontato il passaggio dagli under 23 alle corse più importanti del calendario internazionale, tra ritmi elevati, numeri di potenza da interpretare e una gestione dell’alimentazione ancora più accurata.

Tra fughe, wattaggi e sensazioni nuove, Epis ci racconta la sua esperienza nel grande ciclismo. L’ex Zalf è passato dalla devo team alla prima squadra del team bretone. Segno che nel corso del 2024 ha convinto i suoi tecnici al grande salto.

Epis (classe 2002) ha esordito nel WorldTour al Tour Down Under lo scorso gennaio (foto Facebook – Team Arkea)
Epis (classe 2002) ha esordito nel WorldTour al Tour Down Under lo scorso gennaio (foto Facebook – Team Arkea)
Giosuè, debutto nel WorldTour in Australia: come è andata?

Come prima corsa, forse è stata la migliore per iniziare nel WorldTour. Il viaggio in Australia non è semplice, quindi molti corridori preferiscono iniziare la stagione in Europa, rendendo il livello meno stellare rispetto ad altre gare. Il clima era buono, faceva caldo ma non troppo, e le strade australiane non erano pericolose. Anche i percorsi non erano troppo impegnativi, quindi per un giovane che si approccia al WorldTour, il Tour Down Under è una scelta ottimale.

Che differenze hai notato rispetto alle gare under 23 a livello di potenza e ritmo?

Ho iniziato a rendermi conto del livello generale del gruppo. La principale differenza è che, pur facendo numeri importanti, anche più di 400 watt per tanti minuti, ti giri e in gruppo ci sono ancora 130 corridori e non 30, come accade spesso negli under 23. Il livello medio è alto per tutti, quindi anche spingendo watt importanti, i corridori che restano in gara sono tanti. Questa è una delle difficoltà del WorldTour.

Quali valori hai espresso in corsa rispetto agli allenamenti, magari di questo inverno? Sono stati tanto diversi?

Non è tanto una questione di numeri assoluti, perché in allenamento si possono raggiungere wattaggi simili su sforzi brevi. La differenza sta nel farli più volte durante la gara e con la fatica accumulata. Parliamo di 5 minuti a 6 anche 7 watt per chilo per restare competitivi e non tutti i giorni si riesce a performare al massimo. Sono ancora giovane e devo fare esperienza, ma questi numeri verranno con il tempo.

Epis in fuga nella 4ª tappa, al fianco di Schmid che poi vincerà (foto Getty)
Epis in fuga nella 4ª tappa, al fianco di Schmid che poi vincerà (foto Getty)
Chiaro, poi avverrà anche un adattamento fisiologico…

Sì, già negli allenamenti successivi ho visto che la gamba era diversa. Vuoi o non vuoi, correre nel WorldTour ti cambia il motore. Sei giorni di corsa con il caldo in Australia mi hanno fatto tornare a casa con sensazioni migliori rispetto a quando sono partito. Accumulare esperienza e chilometri in gruppo è fondamentale per crescere.

Hai vissuto una fuga importante: come l’hai gestita?

Venivo da tre giorni complicati perché avevo sbagliato l’approccio alla corsa e avevo faticato molto, soprattutto nella terza tappa. Nella quarta non avevo aspettative, anche perché la sera prima non ero stato bene. In partenza ero tranquillo e ho seguito l’azione di due corridori, anche perché le indicazioni della squadra erano quelle di cercare di andare in fuga. Le gambe giravano e mi sono ritrovato all’attacco. Quando poi Mauro Schmid ha deciso di accelerare, ho fatto fatica, ma è tutta esperienza.

Visto che parliamo di valori, dacci un po’ di numeri della fuga…

Fino ai 90 chilometri dall’arrivo, in salita viaggiavamo tra i 320 e i 330 watt. Poi Schmid ha parlato a tutti noi della fuga e ci ha detto chiaramente che avremmo dovuto accelerare, così ha alzato il ritmo a 370-380 watt in salita, che per me sono valori importanti. E infatti poi da cinque che eravamo, siamo rimasti in quattro. In pianura, quando si tirava, non quando si stava a ruota sia chiaro, non vedevi mai meno di 400 watt, con velocità che si aggiravano intorno ai 50 all’ora.

In effetti sono numeri importanti. E ti hanno colpito queste differenze rispetto agli under 23?

Più che la differenza sulla durata totale della gara, quello che mi è rimasto impresso è quando il gruppo decide di fare la corsa: cambia tutto. Un divario che diventa ancora più ampio dopo quattro o cinque ore di gara. Quando il ritmo si alza e iniziano a spingere 6-7 watt per chilo, se non sei almeno al 95 per cento della condizione non puoi reggere. E quelli sono i wattaggi del ritmo per tutti, non per l’attacco. La vera differenza è qui: la corsa resta sempre tirata e quando arriva l’accelerazione decisiva, bisogna avere gambe fresche per rispondere.

Epis è arrivato all’Arkea (devo) lo scorso anno…
Epis è arrivato all’Arkea (devo) lo scorso anno…
Cambiamo, in parte argomento, come ti sei gestito dal punto di vista alimentare?

In squadra abbiamo persone che si occupano della nostra alimentazione e in Australia l’organizzazione della corsa era ottima. In hotel avevamo pasta, riso, pollo, pesce: si mangiava bene, come in Europa.

E in corsa?

Erano tappe corte, ma intense, e se non ti alimenti bene rischi di andare fuori giri. L’obiettivo era di restare sui 100-110 grammi di carboidrati all’ora.

E ci sei riuscito bene?

Sì, perché già prima di diventare professionista avevo lavorato su questo aspetto e in squadra mi seguono attentamente. Una cosa che mi sono accorto con le corse a tappe e quest’ultima in particolare, è che l’alimentazione è fondamentale non solo per la gara, ma soprattutto per il recupero. Se non mangi bene, il giorno dopo non recuperi. Hai mal di gambe. E questo vale anche per gli allenamenti. Se fai uno sforzo intenso e non mangi correttamente, il giorno dopo non recuperi al meglio.

Quindi hai sentito differenze nel mangiare bene? Ti sei mai “dimenticato” perché preso dal ritmo?

Come ho detto, ci ero abituato sin dagli under 23, quindi ero abbastanza tranquillo. So che oggi per performare è necessario stare intorno ai 100 grammi di carboidrati all’ora e su quelli mi attesto.

Grandi trenate durante il Down Under e la consapevolezza di essere tornato a casa con qualcosa in più nel motore (foto Getty)
Grandi trenate durante il Down Under e la consapevolezza di essere tornato a casa con qualcosa in più nel motore (foto Getty)
Prima hai parlato di un approccio sbagliato nelle prime tappe. Puoi dirci di più?

Le prime tappe sono state un calvario perché ho sbagliato l’approccio. Io ho bisogno di fare chilometri prima di una gara per “sgolfarmi” e questa volta per vari motivi non l’ho fatto nel modo giusto. Ero troppo scarico. Anche l’adattamento al caldo ha inciso. Inoltre, ho esagerato un po’ con le porzioni di carboidrati nei giorni prima della corsa, presentandomi al via un po’ appesantito. Poi col passare dei giorni ho preso il ritmo.

E invece, Giosuè, cosa ti ha colpito di più a livello umano ed emozionale?

Trovarmi in gruppo con corridori come Geraint Thomas, Alberto Bettiol e molti altri è stato incredibile. Era il sogno di un bambino che si avverava. Osservavo come si muovevano, cosa mangiavano, come affrontavano la gara. Sono tutti ragazzi tranquilli e questo fa capire che a volte i giovani arrivano con troppa ansia e tensione. Se riesci a liberare la mente, vai più forte.

Che bilancio fai di questa esperienza?

Anche se i risultati non sono stati eclatanti, è stata un’esperienza che mi servirà per il futuro. Ho capito come gestire meglio i giorni prima della corsa, l’importanza dell’alimentazione e ho avuto un assaggio del livello del WorldTour. Adesso ho più consapevolezza su dove devo migliorare.

Epis sale nel WorldTour e cerca casa in Francia

28.11.2024
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Un anno fa di questi tempi Giosué Epis festeggiava il suo approdo al devo team dell’Arkea-B&B Hotels quasi come naturale conseguenza di una stagione ricca di soddisfazioni, che lo aveva eletto come più costante under 23 italiano ad alti livelli. A un anno di distanza c’è ancora da festeggiare perché il bresciano sale di categoria, approdando nel WorldTour pur dopo una stagione ben diversa da quella precedente.

Per il bresciano una stagione con pochi squilli, vissuta quasi tutta all’estero
Per il bresciano una stagione con pochi squilli, vissuta quasi tutta all’estero

Una stagione difficile

Il lombardo ha affrontato nel corso dell’anno 45 giorni di corsa, con 4 Top 10 e nulla più. Una stagione un po’ complicata, forse non come se l’aspettava a inizio anno, ma che comunque è stata sufficiente per far vedere le sue qualità al punto di convincere i dirigenti del team transalpino a farlo entrare nel team principale.

«Effettivamente i momenti alti non sono stati tanti – ammette Epis – ma bisogna innanzitutto tenere in considerazione che non era certamente il calendario affrontato lo scorso anno, il livello è salito notevolmente. Ho gareggiato quasi sempre in Francia e in altre gare estere, in Italia sono stato solo alla Coppi e Bartali e al Giro del Friuli. Poi è stata una stagione un po’ sofferta».

Epis si è adattato bene alle corse francesi, dove conta di emergere nel 2025
Epis si è adattato bene alle corse francesi, dove conta di emergere nel 2025
Perché?

A parte i problemi fisici insorti nel corso dell’anno, inizialmente non è stato facile adattarsi alla nuova situazione. Un Paese diverso, io che non parlavo francese e con l’inglese si faticava un po’ a comunicare. La squadra mi è stata vicino, ho frequentato corsi di lingua e col passare del tempo mi sono adattato e trovato più a mio agio, ora mi esprimo sufficientemente bene tanto che mi sono trasferito in Francia.

Come mai?

Col tempo mi sono accorto che i viaggi verso casa toglievano molto tempo e inficiavano la mia preparazione, stando come base in Francia posso gestirmi più agevolmente. Mi sono stabilito in un piccolo paese vicino Aix les Bains, in mezzo alla campagna della Francia orientale, ai piedi del Grand Colombier. Per ora vivo in affitto a casa del papà di Maxime Bouet, uno dei direttori sportivi, ma conto di prendere un appartamento mio.

Giosuè insieme a Gerard Bouet, che gli ha affittato una stanza ad Artemare finché non troverà un appartamento
Giosuè insieme a Gerard Bouet, che gli ha affittato una stanza ad Artemare finché non troverà un appartamento
Una scelta la tua legata anche al tipo di gare che affronti e affronterai?

Per certi versi sì, sono gare molto diverse da quelle a cui ero abituato, sia come livello sia come percorsi. C’è un cambio netto, ho trovato spesso pioggia e freddo. Poi ci sono ritmi di corsa più alti nella prima parte, praticamente non c’è mai sosta. Ci vuole un periodo di ambientamento, per questo, vedendo anche come sono andato nel corso dell’anno, sono fiducioso e penso che i risultati arriveranno perché è un modo di correre che si adatta alle mie caratteristiche. Credo che il grosso dell’attività sarà ancora in Francia, con uscite anche in Belgio e Olanda, ma spero che qualche corsa italiana venga inserita nel calendario.

Qual è stata la tua giornata più bella in questa stagione?

Sarebbe facile dire dove sono andato meglio come risultati, ma per me la più bella è stata l’ultima, la Parigi-Tours per under 23, dove ho incontrato tanta pioggia e fango. Ho chiuso 15°, un piazzamento e nulla più, ma mi sono divertito tanto.

La terza tappa dell’Alpes Isere Tour, Epis (in rosso) è dietro sulla destra, finirà terzo
La terza tappa dell’Alpes Isere Tour, Epis (in rosso) è dietro sulla destra, finirà terzo
La promozione ti ha sorpreso?

Onestamente sì, anche se qualche settimana prima mi avevano detto che ero tra i papabili del devo team per la promozione. Non credevo però che avrebbero scelto me. Questo mi dà tanta fiducia perché mi dimostra che il team crede nelle mie possibilità. Ora aspetto di sapere quale sarà la linea di azione per la nuova stagione.

Che cosa ti ha colpito maggiormente delle gare che hai affrontato?

Ci sono differenze, già nel semplice stare in gruppo. Per me le prime corse sono state una vera palestra tecnica, ma quando acquisisci certi meccanismi diventa tutto più facile, anche per tenere posizione, per gestire le varie fasi della gara, per lavorare al meglio per i compagni.

La Coppi e Bartali (nella foto), il tricolore U23 e una tappa al Giro del Friuli: questa l’Italia 2024 di Epis
La Coppi e Bartali (nella foto), il tricolore U23 e una tappa al Giro del Friuli: questa l’Italia 2024 di Epis
Ora ti aspetta l’ingresso nella massima serie, hai qualche desiderio specifico?

Sinceramente non lo so, ma sono convinto che dopo poco sarò pronto a giocarmi le mie carte. Vorrei infatti avere spazio in qualche corsa, magari qualche classica minore ma adatta al mio modo di correre per portare a casa piazzamenti e punti e chissà che non arrivi anche un successo. Se ho fatto certi investimenti dal punto di vista personale è perché credo di poter far bene.

Epis e Milesi, come sta andando nel devo team dell’Arkea?

04.09.2024
6 min
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Fra le tante… migrazioni degli U23 italiani verso i development team, ce ne sono due che forse non hanno fatto clamore come altre. Quella di Giosuè Epis e Nicolas Milesi di accettare la proposta della Arkea-B&B Hotels Continentale rappresenta una scelta di volontà di crescita importante.

Circa 40 giorni di gara per entrambi, di cui un terzo disputati con la formazione WorldTour. Tuttavia per Epis e Milesi la stagione finora ha viaggiato su due binari diversi per differenti validi motivi (in apertura al campionato italiano U23, photors.it). Ne abbiamo parlato con loro, cercando di capire anche se, al netto di tutto, la decisione di andare all’estero stia ripagando o meno.

Epis vuole finire in crescendo la stagione. Al Giro del Friuli cercherà continuità di prestazioni e risultati
Epis vuole finire in crescendo la stagione. Al Giro del Friuli cercherà continuità di prestazioni e risultati

Maledetta primavera

Oggi Epis è in gara al Giro del Friuli (fino al 7 settembre) con la speranza di ritrovare il giusto colpo di pedale e di conseguenza un morale sereno. Il suo 2024 ha avuto un avvio che definire travagliato è quasi un complimento.

«Per le aspettative che avevo – spiega il ventiduenne bresciano – non è stato un anno facile. Non sono molto contento, mi sento soddisfatto al 70 per cento se considero tutto. In realtà speravo in maggiori risultati e prestazioni. Non sono mancati, però avrei voluto più continuità di rendimento. La sosta forzata di 40 giorni a fine marzo ha decisamente condizionato la mia annata, sia dal punto di vista fisico che mentale».

Tutta colpa del valore della troponina (un enzima di natura proteica presente nel muscolo scheletrico e cardiaco) durante un check-up di routine della squadra. Il suo indice segnalava una sofferenza del cuore, che comunque appariva inizialmente sotto controllo ed invece no.

«Ricordo che ero a Linate – prosegue Epis – e stavo salendo sul volo per andare a correre il Circuit des Ardennes in Francia, quando mi hanno chiamato con urgenza dicendomi di scendere. Non potevo correre perché non avevo il benestare dei dottori. Infatti i valori, dopo alcuni accertamenti, erano troppo alti e sarebbe stato pericoloso. Mi è caduto il mondo addosso, perché ho dovuto fare subito una settimana di ospedale e poi è stata una lunga trafila. Nei primi giorni ho pensato più volte di smettere, poi ho ritrovato la motivazione».

Un Giosuè nuovo

Epis ha riattaccato il numero sulla schiena il primo maggio a Francoforte, nella classica per U23, ma solo a fine mese ha ripreso veramente, praticamente a due mesi di distanza dall’ultima corsa. E da lì la lunga rincorsa fino ad oggi.

«Sono rientrato all’Alpes Isère – continua Epis – dove ho raccolto due piazzamenti, di cui un terzo posto in volata. Ero in crescita, mi serviva correre. Poiché la nostra squadra non era stata invitata al Giro NextGen, avrei dovuto correrlo con la nazionale di Amadori, ma alla fine sono stato mandato allo ZLM Tour, trovando un altro piazzamento per il morale. Tutto sommato, se riguardo indietro a ciò che è successo, va bene così, però ora voglio solo fare bene il finale di stagione iniziando proprio dal Giro del Friuli».

Epis e Milesi hanno corso quasi una decina di gare con l’Arkea WT. Qui assieme alla Coppi&Bartali però col devo team
Epis e Milesi hanno corso quasi una decina di gare con l’Arkea WT. Qui assieme alla Coppi&Bartali però col devo team

I miglioramenti di Milesi

Nelle ultime ore è arrivata la convocazione di Milesi per l’europeo in Belgio (dall’11 al 15 settembre) sia per la crono che per la strada, anche se la formazione verrà ufficializzata dopo l’attuale ritiro al Sestriere. Per il 20enne bergamasco di Parre l’annata finora è andata bene ed è servita per incamerare esperienze nuove.

«Sono migliorato tanto in ogni campo – racconta Nicolas – dalla resistenza alle gare dure fino alla crono, in cui già andavo bene. Mi piacciono le corse del Nord, che sono adatte alle mie caratteristiche. Ho avuto diverse occasioni, alcune delle quali potevo fare meglio ed un paio di buone top ten sono arrivate. Peccato per il secondo posto al campionato italiano a crono (a 25” da Raccagni Noviero, ndr), dopo quello dell’anno scorso. Mi ero preparato bene allo ZLM Tour, ma non ho nulla da recriminare».

Se la maglia azzurra era uno degli obiettivi del 2024, anche alcune successive gare lo saranno. «Visto che abbiamo corso molto all’estero, sarebbe bello fare bene in quelle italiane. Penso al Piccolo Lombardia sulle strade vicino a casa».

Scelta giusta

Anche in considerazione delle rispettive annate, l’ultima domanda ai due lombardi del devo team dell’Arkea è relativa alla scelta di lasciare le proprie formazioni U23 italiane per l’estero. Giusta o affrettata?

«Per quanto mi riguarda – dice Epis, che ha ottenuto 8 vittorie totali nei tre anni da “dilettante” in Italia – la rifarei senza pensarci. Ci tengo a specificare che con la Zalf, la mia ex squadra, mi sono lasciato bene e che hanno compreso la mia volontà di voler guardare cosa c’è oltre il nostro confine. E’ un modo di crescere, facendo anche un’esperienza di vita un po’ più ampia. E non sottovalutiamo che quest’anno ho avuto modo di correre per tante volte col team WorldTour, dove impari a curare i dettagli. In Italia non mi sarebbe mai potuto capitare. Certo, col senno del poi, cercherei di fare meglio certe cose, ma ripeto, non sono pentito della mia scelta, tant’è che ho rinnovato anche per l’anno prossimo».

Azzurro. Milesi quest’anno con la nazionale ha corso l’Orlen Grand Prix in Polonia. E’ appena stato convocato anche per l’europeo in Belgio
Azzurro. Milesi quest’anno con la nazionale ha corso l’Orlen Grand Prix in Polonia. E’ appena stato convocato anche per l’europeo in Belgio

Stessa lunghezza d’onda anche per Milesi, forse con ancora meno dubbi. «Anche nel mio caso non ho avuto problemi con la Colpack, con cui avrei potuto continuare. Anche loro hanno capito l’opportunità che mi veniva offerta. Sicuramente non è stato facile all’inizio perché cambiava tutto, a partire dalla lingua, ma l’ambientamento è andato bene, grazie anche a Giosuè. Avere un compagno italiano aiuta ad integrarsi meglio».

«Il calendario dei devo team – conclude Milesi – è un’altra cosa rispetto a quello italiano. Ti dà un’altra consapevolezza. Puoi confrontarti su percorsi diversi, con rivali che cambiano quasi ad ogni corsa, tra i migliori al mondo e su tattiche alternative. Sono contento, per me è stato un passo in avanti per crescere più in fretta, anche attraverso le corse con la Arkea dei pro’. Anche io ho rinnovato e vorrei guadagnarmi il passaggio nel team WorldTour per il 2026».

Tanti piazzamenti per Epis e si apre la porta del WorldTour

27.10.2023
5 min
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A prima vista si potrebbe pensare che la stagione di Giosuè Epis sia stata abbastanza anonima: 2 vittorie, alla Due Giorni Marchigiana (nella foto di apertura Instagram) e al GP Calvatone proprio a fine stagione, in luogo delle 5 dello scorso anno. Invece non è così, perché il bresciano ha portato a casa qualcosa come 20 piazzamenti nei primi 10, risultando l’under 23 italiano che ha ottenuto i migliori riscontri in assoluto nel calendario nazionale. E’ stato sul pezzo da inizio marzo fino alla conclusione di metà ottobre.

A ben guardare quindi c’è stato un progresso, un progresso anche marcato, che ha avuto in conclusione l’approdo di Epis nel team Devo dell’Arkea, quindi entrando sulla strada diretta che porta al WorldTour. Ed è indubitabile che questa costanza di rendimento, questi continui risultati sempre nelle parti altre della classifica abbiamo solleticato l’attenzione dei transalpini.

«Sicuramente – spiega Epis – è stato uno degli elementi che hanno spinto il team a stringere l’accordo con me. In Francia hanno un calendario molto ricco imperniato sulla Coppa nazionale, che porta molti punti Uci ma che è anche un ottimo banco di prova per i più giovani. Tengono che si faccia sempre risultato, che lo si cerchi ed è questa una delle mie caratteristiche».

Epis era al primo anno con la Zalf, dove ha ottenuto 2 vittorie e ben 14 presenze in top 10 nelle gare U23 italiane (foto Instagram)
Epis era al primo anno con la Zalf, dove ha ottenuto 2 vittorie e ben 14 presenze in top 10 nelle gare U23 italiane (foto Instagram)
Che cosa è cambiato per te rispetto allo scorso anno?

Alla mia età una stagione fa la differenza. Dal punto di vista fisico, ma anche della maturazione e della crescita tecnica. Sono sicuramente più pronto per correre. Poi è cambiata la tipologia di allenamento, cercando di programmare un po’ tutta la stagione.

Proprio a questo proposito però, tu non hai avuto pause di rendimento: non pensi che con un calendario diverso, più selezionato avresti avuto alla fine più vittorie in carniere?

Non ne abbiamo la riprova, ma è un’opzione plausibile. Io però non mi sono mai pentito di questa scelta, al di là del fatto che mi ha permesso di approdare all’Arkea. Quest’anno non avevo obiettivi specifici da preparare, quindi la tipologia di allenamento è stata impostata proprio su quel canovaccio: tenere una buona forma tutto l’anno. Correndo con la Zalf andavo incontro anche alle loro esigenze, è un team che tiene a far bene ogni volta che si presenta al via e con tutti i suoi effettivi.

Non sono mancati i momenti difficili, legati soprattutto al Giro Next Gen al di sotto delle aspettative (foto Instagram)
Non sono mancati i momenti difficili, legati soprattutto al Giro Next Gen al di sotto delle aspettative (foto Instagram)
Puoi però dire di aver avuto un picco di forma?

Direi di no, correndo tutto l’anno non sei mai al 100 per cento e nel ciclismo attuale se non sei al massimo puoi lottare per piazzarti, ma vincere diventa molto difficile. Se guardo indietro qualche vittoria è stata forse buttata via, con piccoli accorgimenti il mio bilancio poteva essere più ricco ma va bene così.

A quando risalgono i tuoi contatti con la squadra francese?

Un primo incontro lo abbiamo avuto a maggio. Parallelamente anche l’Astana mi aveva contattato, ma alla fine ho scelto l’Arkea. Come profilo di team, come proposta di attività mi è sembrata quella più adatta a far emergere le mie caratteristiche. E’ chiaro che il prossimo anno cambia tutto, avrò il preparatore della squadra francese, il calendario sarà molto più selezionato.

Il successo di fine stagione al GP Calvatone, battendo Manenti e Rizza (foto Bottom News)
Il successo di fine stagione al GP Calvatone, battendo Manenti e Rizza (foto Bottom News)
Ti ritroverai a correre con i pro’ con i quali quest’anno ti sei confrontato molto poco. Secondo te questo, ora che sei alle porte del ciclismo che conta, è uno svantaggio?

Ho corso con le squadre professionistiche al Giro di Sicilia e in qualche uscita con la nazionale. La mia risposta diciamo che può andare in entrambi i sensi: è chiaro che ho visto proprio in Sicilia come gareggiare contro gente molto più smaliziata ti dà qualcosa in più, vedi come si muovono, entri in un certo mood, ma è vero anche che le gare internazionali U23 hanno un livello talmente alto, come ritmi ma anche come qualità generale che rispetto alle prove professionistiche comuni non c’è poi questa gran differenza. Il discorso cambia se si sale ancora, a livello WorldTour ma questo lo dico da di fuori.

Parlavi di calendario: gareggerai molto più in Francia…

Sì, seguiremo il programma nazionale con qualche uscita fuori, qualcosa anche in Italia ma molto poco. A me non dispiace, quelle sono gare che ho già vissuto con la nazionale, ad esempio la Gand-Wevelgem, con percorsi più lunghi e un clima molto ostico. Ma quello è il ciclismo che piace a me, anche nelle poche esperienze che ho finora avuto mi sono trovato molto bene.

Il bresciano approda ora al team Devo dell’Arkea B&B, per lui un calendario quasi tutto francese
Il bresciano approda ora al team Devo dell’Arkea B&B, per lui un calendario quasi tutto francese
Quando comincia l’avventura?

Partiremo per il primo ritiro il 10 dicembre per la Spagna, ci saranno anche quelli della prima squadra e sarà una prima vera presa di contatto. Voglio farmi trovare pronto e apprendere tutto quel che posso prima possibile perché il mio grande obiettivo è riuscire già alla fine della prossima stagione a strappare il contratto per la prima squadra.

E come gare che target ti sei posto?

Diciamo che ne ho almeno 3: vorrei ottenere un grande risultato alla Liegi e alla Gand-Wevelgem, il terzo riguarda il ritorno al Giro Next Gen nel quale quest’anno non sono andato come volevo, ma questo è più un discorso personale, per rifarmi di quel che mi è mancato.

C’è in te anche un pizzico di rivalsa, con il contratto firmato, verso una stagione nella quale, a fronte della gran messe di risultati, ti sei ritrovato fuori dalla nazionale per le gare titolate?

Non ho particolari rimostranze, certo nella convocazione per i mondiali ci speravo, sentivo di essere fra quelli papabili, ma il cittì ha fatto altre scelte. Magari lo convincerò il prossimo anno a suon di risultati, d’altronde dovranno essere quelli a spianarmi la strada per il WorldTour…

Una vittoria e si cambia. Epis alla Zalf super motivato

25.10.2022
4 min
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La vittoria alla recente Coppa Inverno ha avuto per Giosuè Epis un sapore particolare, unico. E’ stato il suo modo per salutare la Carnovali Rime Sias, la squadra che per due anni lo ha avuto nelle sue fila, lo ha curato, lo ha fatto crescere. Dal 2023 inizierà una nuova avventura, nelle file della Zalf Euromobil. Un cambio importante anche se può non sembrare tale visto che parliamo di due realtà continental, ma tutto nella carriera di Epis ha un peso perché sa che ogni sua mossa, ogni sua vittoria o sconfitta sono guardate con la lente d’ingrandimento.

Avevamo già avuto modo di parlare a inizio stagione della sua vita in carovana considerando che sua sorella è nei quadri dirigenziali della Federciclismo, ma le invidie più o meno velate sono ormai un argomento passato al quale giustamente Giosué non vuole più pensare. La sua carriera si sta sviluppando in base ai chilometri percorsi e alle vittorie. Già, le vittorie…

La volata vincente di Biassono, con Epis che rintuzza il colpo di reni di Persico (foto Rodella)
La volata vincente di Biassono, con Epis che rintuzza il colpo di reni di Persico (foto Rodella)

«Se mi avessero detto a inizio stagione – afferma il giovane portacolori della Carnovali Rime – che avrei raccolto 5 successi e tutti di un certo peso specifico avrei messo firme su firme. Sono contento soprattutto per aver chiuso bene perché negli ultimi 50 giorni diciamo che ho raddrizzato un po’ la situazione. A inizio stagione le gambe non giravano come volevo io. Forse ho sbagliato qualcosa nella preparazione, ci dovrò ragionare perché non si ripeta».

Com’è venuta la vittoria nella Coppa Inverno?

Non è stata una gara semplice. Sono andati in fuga in 5, io mi sono gettato all’inseguimento poco prima del finale insieme ad Andrea Colnaghi, ma senza riuscire a ricongiungerci. Il gruppo ha ripreso prima noi e poi anche i fuggitivi, quindi ci siamo giocati la vittoria in volata noi della Carnovali e la Colpack che puntava su Persico. Alla fine l’ho spuntata di pochissimo.

Per Epis importanti esperienze su pista, anche agli Europei da junior
Per Epis importanti esperienze su pista, anche agli Europei da junior
L’ultima vittoria con quella maglia…

Sono stati due anni bellissimi, importanti per la mia maturazione. Il lavoro con la società mi ha fatto arrivare a un buon livello, ora sta a me continuare a crescere e migliorare. Chiudere con una vittoria mi dà ulteriore motivazione per la prossima stagione, per riprendere la preparazione con lo spirito giusto.

Come mai ha scelto di cambiare, quando lo avevi deciso?

E’ una decisione che è arrivata abbastanza recentemente, in base alle proposte che mi sono arrivate. Non è una scelta presa per “punire” la mia precedente società alla quale devo tanto, ma avevo bisogno di stimoli nuovi. La Zalf mi è sembrata l’ideale per continuare nel mio cammino di crescita, vista l’attività che svolge e tutta la sua storia con tanti campioni che sono passati dalle sue parti.

Foldager Fubine 2022
Una delle 5 vittorie di Giosué Epis nel 2022, al Trofeo Fubine Porta del Monferrato
Foldager Fubine 2022
Una delle 5 vittorie di Giosué Epis nel 2022, al Trofeo Fubine Porta del Monferrato
La notizia del tuo cambio ha stupito per certi versi considerando che resti in una continental. Che cosa cambia?

Effettivamente non molto, la maglia, il nome, l’ambiente. Ma è proprio quest’ultimo punto che mi ha convinto, avevo bisogno di cambiare soprattutto nella mia testa perché so che si avvicinano momenti importanti per il mio futuro e come detto avevo bisogno di nuove motivazioni, mettermi davvero alla prova.

E’ chiaro che il sogno è quello di passare pro’. Qualche contatto in tal senso c’è stato?

Qualcosa sì, nulla di definito ma ho avuto soprattutto la conferma che sono osservato, che nel 2023 mi gioco praticamente tutto. Sono più vicino a quel fatidico contratto di quant’ero a inizio anno, ma non ci sono ancora arrivato. Mi auguro di continuare sulla stessa strada fino a toccare quel traguardo…

Al Giro del Friuli uno sprint di forza e d’astuzia, per come Epis ha gestito il finale (foto Bolgan)
Al Giro del Friuli uno sprint di forza e d’astuzia, per come Epis ha gestito il finale (foto Bolgan)
Fra le tue vittorie quale pensi che sia stata quella che ha davvero segnato questa tua annata?

Non ho dubbi, il successo al Giro del Friuli. Sapevo quel giorno di star bene, la vittoria era un obiettivo alla partenza e l’ho centrato, davanti a un parterre di tutto rispetto. Vincere una gara internazionale ha un’importanza diversa. Poi è arrivato il successo di Biassono e da lì riparto, convinto che in ogni gara c’è la possibilità di vincere e io voglio essere competitivo sin dalla prima corsa del prossimo anno.

Gran finale a Colloredo: Epis in volata e Zurlo ritrova il giallo

02.09.2022
4 min
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Secondo giorno di Giro della Regione Friuli Venezia Giulia, oggi da Fagagna a Colloredo di Monte Albano. Siamo tra le distese di grano friulane: il gruppo affronta il primo circuito, che li riporta nella cittadina di Fagagna, per poi proseguire alla volta di Piazza Castello, a Colloredo, dov’è posto l’arrivo.

E’ un arrivo mozzafiato: dai gradini del castello, posto dietro la linea di fine corsa, si può vedere il lungo rettilineo finale e poi lo strappo, a metà del quale terminerà la seconda tappa. Un arrivo che il gruppo ha modo di provare, se così si può dire, due volte, grazie al secondo circuito che li fa transitare sotto lo striscione dell’arrivo per un totale di tre volte. 157 i chilometri totali, e 1.670 i metri di dislivello. 

Una giornata calda e soleggiata, che vede una fuga di giornata animare il gruppo: diversi gli atleti che hanno cercato di allungare e anticipare il gruppo, uniti poi in un unico gruppo che ha proseguito con un vantaggio stabile, oltre il minuto e mezzo. A 25 chilometri dall’arrivo sono 9 i corridori a fare il ritmo, a 10 chilometri il vantaggio supera i due minuti.

Arrivo a Piazza Castello di Colloredo, la fuga passa sotto il traguardo (foto Bolgan)
Arrivo a Piazza Castello di Colloredo, la fuga passa sotto il traguardo (foto Bolgan)

L’affondo di Epis

Dall’arrivo si vedono perfettamente le battute finali di oggi: nel gruppetto iniziano gli attacchi, ma è Giosuè Epis (Carnovali-Rime) a sferrare la pedalata decisiva, come lui stesso ci racconta a pochi minuti dall’arrivo.

«Sono contento di questa vittoria – dice – e sono davvero soddisfatto di non aver mollato, di averci creduto. Questa è la dimostrazione di quello che posso fare. L’ultima mezz’ora ho cercato di fare il furbo, di limare il più possibile perché sapevo che in volata avrei potuto essere il più veloce, quindi ho cercato di giocarmi bene le mie carte. Dedico questa vittoria alla mia determinazione, ma anche alla squadra, ai miei compagni e a tutti quelli che hanno creduto in me».

Giosuè, al termine della seconda tappa, guida anche la classifica a punti, indossando così la maglia azzurra. 

Una volata di forza e d’astuzia, per come Epis ha gestito il finale (foto Bolgan)
Una volata di forza e d’astuzia, per come Epis ha gestito il finale (foto Bolgan)

Il leader e lo Zoncolan

Con lo stesso tempo di Epis, a Colloredo, completano il podio Alex Vandenbulcke, per la Basso Team Flanders, e Matteo Zurlo, in forza alla Zalf Euromobil Fior. Non un nome nuovo quello di Zurlo per il Giro della Regione Friuli Venezia Giulia, che lo scorso anno a Tarvisio, aveva conquistato la prima maglia gialla. Un dolce ricordo insomma quello di Zurlo e le montagne friulane, di buon auspicio per domani, quando al Giro del Friuli, sarà la volta dello Zoncolan.

Matteo domani salirai sullo Zoncolan in giallo, come leader della classifica generale. Come gestirai la corsa? Proverai ad attaccare o cercherai di difenderti?

Sicuramente la difenderò: lo Zoncolan, e la montagna in generale, non sono il mio terreno, quindi non credo che attaccherò. Sicuramente però darò il massimo. Sono un passista, mi difendo in ogni salita. Proverò a fare lo stesso anche domani, nonostante in salite così lunghe soffra un po’.

Oggi invece com’è andata, quando hai iniziato a coltivare veramente il sogno della gialla?

Ieri con la cronosquadre ho ottenuto il terzo posto e sapevo che per essere in maglia avrei dovuto correre bene questa tappa. Centrare la fuga è stato fondamentale, motivo per cui ho lavorato per tenere chiuso, di modo che da dietro non potessero riprenderci. Ci siamo riusciti, siamo arrivati in volata…sono contento!

Matteo Zurlo della Zalf Desirée Fior veste la maglia di leader
Matteo Zurlo della Zalf Desirée Fior veste la maglia di leader

Il giro di boa

A Colloredo festeggiano anche Alex Vandenbulcke che, sebbene abbia terminato secondo, veste la maglia rossa come leader dei traguardi volanti, Andrea Alfio Bruno (Parkpre Racing Team) è il leader dei GPM con la maglia verde, mentre Emiel Verstrynge, dell’Alpecin-Deceuninck Development Team, domani partirà in maglia bianca, come miglior giovane del gruppo. 

Il Giro della Regione Friuli Venezia Giulia domani supererà il giro di boa, con la penultima tappa: 160 chilometri, da Pavia di Udine allo Zoncolan, che verrà affrontato dal versante di Sutrio, ripercorrendo la salita che i professionisti affrontarono nel 2021 in occasione del Giro d’Italia. Sarà dura, molto dura, ma un vero spettacolo per tutti gli appassionati.

Epis 2022

Giosuè Epis, una vittoria per zittire le malelingue…

16.03.2022
5 min
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Domenica è stato un ribollire di gare Under 23 in giro per l’Italia. Tra i vincitori spicca il nome di Giosuè Epis, alla sua prima vittoria nella categoria, in forza alla Carnovali Rime Sias, aggiudicatosi il Trofeo Porta di Monferrato a Fubine. Un successo, quello del corridore di San Paolo (BS), che ha un valore particolare, o perlomeno così è stato vissuto dal giovane lombardo e le ragioni vanno anche al di là del puro aspetto agonistico.

Giosuè è il fratello di Silvia Epis, ex ciclista entrata dallo scorso anno nei quadri della Federazione, come Direttore Tecnico del settore nazionale giovanile. E’ chiaro che una parentela così stretta può risultare anche scomoda, Giosuè non lo nasconde.

«Si sa che l’ambiente ciclistico è fatto anche di chiacchiere – dice – e ho sempre sentito dietro le spalle tanta gente che parla troppo, che critica, che pensa io sia un raccomandato. Senza neanche guardare ai risultati. Io comunque ho imparato a non badarci perché so bene quello che valgo».

Epis Fubine 2022
La volata vincente di Epis a Fubine, secondo il danese Foldager, terzo Debiasi
Epis Fubine 2022
La volata vincente di Epis a Fubine, secondo il danese Foldager, terzo Debiasi
D’altronde il miglior modo per rispondere è la strada e una particolarità che finora ha contraddistinto la tua carriera è la straordinaria costanza di risultati: dallo scorso settembre non esci dalla Top 10…

E’ vero, credo nasca dal fatto che per natura sono portato a provarci sempre, qualsiasi sia la gara e il percorso. Molto influisce anche quest’ultimo: solitamente le gare per under 23 sono sempre piuttosto mosse e a me piacciono molto. Infatti di me dicono che sono un velocista, ma io non mi sento tale, o perlomeno non al punto di poter vincere volate di gruppo, devo sempre inventarmi qualcosa, ma so di emergere soprattutto su tracciati con anche salite non troppo lunghe.

Sei al secondo anno da Under 23: com’è stato l’approccio con la nuova categoria?

Il primo anno è sempre difficile. Infatti i risultati all’inizio non arrivavano ma non per questo mi sono fasciato la testa, erano cambiati i percorsi, i rapporti, serve un periodo di assestamento. Poi però le cose hanno iniziato ad andare sempre meglio e a fine stagione mi ero prefisso di vincere subito appena il calendario riprendeva. Obiettivo raggiunto…

Epis Monferrato 2022
Prima vittoria da U23 per Epis, dopo tanti successi giovanili e una buon carriera da junior
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Prima vittoria da U23 per Epis, dopo tanti successi giovanili e una buon carriera da junior
Hai esperienza su pista?

L’ho frequentata fino a due anni fa, sono anche finito 6° agli Europei su pista di Fiorenzuola d’Adda nel 2020, nello scratch. Poi però ho deciso di metterla da parte perché mi sento stradista al 100 per cento e voglio concentrarmi su di essa.

Sicuro che non c’è stata pressione da parte della società?

No, è stata una decisione mia, legata soprattutto al fatto che non sono abbastanza veloce per emergere anche su pista, torniamo al discorso di prima. Può comunque essere utile nell’allenamento. La società mi ha lasciato libertà di scelta, sin dall’inizio.

Come ti trovi nelle prove a tappe?

Lo scorso anno ho disputato l’Adriatica Ionica Race finendo 50° e il Giro del Friuli. Per quel che ho visto le gare a tappe mi si adattano abbastanza, perché ogni giorno sento che le gambe vanno sempre meglio, ma questo lo riscontro anche nelle corse in linea con l’andare avanti della stagione.

Epis Roncadelle 2019
Epis terzo al GP RInascita a Roncadelle nel 2019, a destra del vincitore Portello e di Fraccaro (foto Scanferla)
Epis Roncadelle 2019
Epis terzo al GP RInascita a Roncadelle nel 2019, a destra del vincitore Portello e di Fraccaro (foto Scanferla)
Che obiettivi ti sei posto per quest’anno?

Il primo l’ho già ottenuto e ora sono molto più tranquillo. Sicuramente mi piacerebbe fare il Giro U23 per testarmi in una corsa a tappe di lunga durata, per verificare la mia resistenza, poi nel complesso vorrei continuare a crescere per solleticare l’attenzione di qualche club professionistico.

Per te il professionismo è un’ossessione?

Diciamo che è un traguardo, che si può raggiungere se ci si sacrifica. Io ho lasciato il calcio per dedicarmi anima e corpo alla bici, ho ristretto al minimo le uscite con gli amici, ho anche scelto un’università telematica (studia gestione d’impresa e management sportivo, ndr) per potermi concentrare nella giornata sull’allenamento e dedicare le ore pomeridiane allo studio. Secondo me bisogna avere un atteggiamento professionale e rispettoso già al primo approccio con questa disciplina e io ce l’ho.

Epis mamma 2022
Giosuè con sua mamma Cristina: «A casa la bici è parte della famiglia»
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Com’è il tuo rapporto con la bici?

Non sono mai stato un semplice “pedalatore”, anche se sopra la bici ci sto da quando avevo 4 anni e l’utilizzo delle rotelle neanche me lo ricordo… Sono molto attento alle sensazioni che la bici mi trasmette e quando c’è da rimetterla in sesto non la lascio solo in mano al meccanico, mi confronto con lui, seguo il suo lavoro e così qualcosa ho imparato.

C’è un corridore al quale ti ispiri?

Guardando il suo modo di correre, mi è sempre piaciuto Sonny Colbrelli, cerco di assomigliare alle sue caratteristiche. Magari riuscissi a raggiungere anche metà di quel che ha fatto…