Giro Friuli 2021

Giro della Regione FVG, alla scoperta di nuovi Pogacar

01.09.2021
5 min
Salva

Venerdì si riparte. Il Giro della Regione Friuli Venezia Giulia è pronto per affrontare la sua edizione numero 57. La corsa che si era dovuta fermare nel 1976 per il nefasto terremoto e nel 2016-17 per la mancanza di una società che si facesse carico della sua organizzazione, ha trovato nella Libertas Ceresetto il sodalizio che l’ha fatto risorgere dalle sue ceneri, riportando in vita la competizione più antica della categoria.

Un evento che ha avuto nel suo passato grandi nomi iscritti nel suo albo d’oro. Basti pensare a Felice Gimondi che si aggiudicò la seconda edizione nel 1963, ma anche Moreno Argentin nel 1981, Claudio Chiappucci nel 1984, Gilberto Simoni autore addirittura di una doppietta nel 1991 e ’93, primatista in tal senso del Giro del Friuli in coabitazione con Nicola Ongarato (1996-97) e il russo Ruslan Pidgornyy (2001-03). Alla sua ripresa, la gara è stata illuminata dallo sloveno Tadej Pogacar, che già da under 23 aveva preso la “bella abitudine” di vincere ogni competizione a tappe alla quale prendeva parte…

Leknessund Friuli 2020
Il norvegese Andreas Leknessund, vincitore del Friuli 2020 davanti al francese Guerin e allo spagnolo Adrià
Leknessund Friuli 2020
Il norvegese Andreas Leknessund, vincitore del Friuli 2020 davanti al francese Guerin e allo spagnolo Adrià

Arriva Murro

Artefice della ripartenza del Giro della Regione FVG è stato innanzitutto Cristian Murro, ex pro’ lombardo passato anche per la Lampre e vincitore nel 2007 della Tre Valli Varesine, in grado di allestirlo anche nei durissimi mesi della pandemia (nel 2020 la gara è stata vinta dal norvegese Andreas Leknessund).

«Appena smesso di correre – dice – mi sono dedicato alla società e al suo settore giovanile, arrivato ora a oltre 50 ragazzi che fanno ciclismo, una soddisfazione immensa. Nel 2018 ci siamo presi questo compito e cerco di portarlo a termine nella maniera migliore, abbinando le necessità dei team a quelle del territorio che attraverso il Giro può mostrarsi al mondo in tutta la sua bellezza»

Quest’anno parteciperanno 33 squadre, ognuna con 5 elementi. A quante però avevate mandato l’invito?

Non ci crederete, ma noi non abbiamo invitato nessuno, eppure ci sono arrivate oltre 70 richieste di partecipazione. E’ questa la grande forza del Giro del Friuli, ha un prestigio tale che è ormai un riferimento per ogni squadra di ogni latitudine. Abbiamo dovuto dire una marea di no e non fa mai piacere, ma abbiamo messo insieme un cast di alto livello anche perché il Giro ha dimostrato negli ultimi anni di essere ideale per preparare le prove titolate.

Murro Friuli 2021
Cristian Murro, pro’ dal 2003 al 2008, da allora tecnico giovanile alla Libertas Ceresetto e dal 2018 organizzatore del Giro della Regione FVG
Murro Friuli 2021
Cristian Murro, pro’ dal 2003 al 2008, da allora tecnico giovanile alla Libertas Ceresetto e dal 2018 organizzatore del Giro della Regione FVG
Gli europei di Trento arrivano però a meno di una settimana dalla sua conclusione…

Io credo che una corsa a tappe breve come la nostra e soprattutto così strutturata possa garantire la miglior condizione anche per la gara europea che si correrà dopo 6 giorni. Certo, per i mondiali, in programma dopo altre due settimane, il discorso è ancora più valido, per questo abbiamo al via nazionali come ad esempio Svizzera e Russia. Ma abbiamo team anche da Spagna, Francia, naturalmente Croazia e Slovenia, addirittura da Messico e Sud Africa…

Veniamo alle caratteristiche della corsa…

Si comincia venerdì 3 settembre con la Rive d’Arcano-Tarvisio di 151,4 chilometri. La prima parte è un circuito vallonato nelle colline del San Daniele, poi c’è la lunga salita della Sella Cereschiatis, di 9 chilometri, che anche se non presenta grandi pendenze darà sicuramente una prima scrematura al gruppo, chi ha ambizioni di classifica non potrà star fermo. Dalla vetta mancheranno oltre 30 chilometri, tutti nervosi, con arrivo nel centro di Tarvisio.

Questa è l’unica tappa udinese, poi ci si sposta verso Pordenone…

Esatto, con la seconda frazione che sarà decisiva, la Casarsa della Delizia-Piancavallo di 142 chilometri. La prima parte è in pianura, fino alla salita di Clauzetto a metà gara. Poi altro piccolo strappo a Crociera San Floriano e infine da Alzano la salita verso Piancavallo, 14 chilometri che hanno esaltato anche Marco Pantani che qui ha costruito la sua vittoria al Giro d’Italia del 1998. Qui le pendenze si fanno sentire, ci sarà grande selezione.

Nella terza c’è spazio per rimescolare le carte?

Con gli Under 23 non si può mai dire, ma è chiaro che la frazione è tutta in pianura e si candida per un arrivo in volata. Si va da Mortegliano a Pordenone per 157 chilometri, il problema semmai è che i team saranno composti da soli 5 corridori, è difficile controllare la corsa con così pochi effettivi.

Avendo vissuto l’esperienza da entrambe le parti della barricata, prima come corridore e poi come organizzatore, dì la verità, hai cambiato idea sulle gare?

Sono diverse prospettive, questo è sicuro. Una cosa la posso garantire: fisicamente si fatica di meno, ma mentalmente molto di più…