Coupe de France, festa di pubblico. Consonni racconta

28.10.2022
5 min
Salva

A inizio 2022, la Cofidis era considerata tra le maggiori indiziate per la retrocessione dal gruppo WorldTour, destino poi toccato a Lotto Soudal e Israel Premier Tech. Al di là dei disastri altrui, molto del merito sta ai ragazzi del team francese, autori di una stagione importante come sottolineato dal Direttore delle Risorse Umane di Cofidis, Thierry Vittu.

«Abbiamo raddrizzato una situazione difficile – ha detto – scaturita dal pessimo 2020. Abbiamo avuto ben 19 vittorie con 10 corridori diversi».

«E lo abbiamo fatto su qualsiasi terreno tra gare Uci e Coupe de France – gli ha fatto eco il team manager Cedric Vasseur – questo ci dà convinzione per la prossima stagione per fare ancora meglio».

Fra i 10 vincitori stagionali c’è anche Simone Consonni, che ha dato il suo contributo e con il quale al di là dell’andamento della stagione abbiamo voluto approfondire un aspetto: l’importanza di una challenge come la Coupe de France come “aiuto” per un team francese.

«Io ho preso parte solamente a un paio di tappe, ad esempio il GP di Fourmies – dice – ma se devo giudicare solo in base a queste, non sono gare diverse da quelle solite. Fanno anch’esse parte del calendario Uci».

La Cofidis era partita tra le papabili per la retrocessione, ma ha saputo risalire il ranking Uci
La Cofidis era partita tra le papabili per la retrocessione, ma ha saputo risalire il ranking Uci
Molti sottolineano però come in ogni tappa della Coupe de France, anche di quelle non internazionali, ci sia una straordinaria presenza di pubblico…

Questo avviene in tutte le gare del Nord. Basta che cominci a salire dalla Francia, Belgio, Olanda e così via e la presenza popolare è sempre molto alta. Ma questo non significa che da noi non avvenga lo stesso in alcune corse: prendete l’ultima Coppa Bernocchi, sul piccolo Stelvio c’era davvero tanta passione, tanta gente che ti da una straordinaria carica. Molto per me dipende dalla morfologia del percorso: se una gara è in linea la gente è meno invogliata, se ci sono strappi e i corridori passano più piano, c’è più pubblico.

Quanto influisce la gente nel successo di quelle corse francesi?

Moltissimo, sono autentiche feste popolari. Oltretutto sono organizzate benissimo: sin dall’arrivo del pullman facciamo percorsi prestabiliti per ridurre al minimo i contatti, sono le disposizioni rimaste dopo il Covid. E’ chiaro che ci sono più limiti per arrivare ai corridori, ma se fatto in sicurezza il contatto ci può essere e i tifosi lo cercano molto.

Lo sprint vincente di Consonni alla Paris-Chauny, battuti Groenewegen e Tesson
Lo sprint vincente di Consonni a Chauny, battuti Groenewegen e Tesson
Voi corridori siete infastiditi dalle continue richieste?

Al contrario, sono il sale di questo mondo. Siamo noi i primi a renderci disponibili, chiaramente nei limiti consentiti e pensando anche che quando arriviamo nella sede di gara abbiamo molto a cui pensare, dal riscaldamento alle ultime disposizioni dei diesse. Ma sappiamo che per la gente quel momento di contatto significa moltissimo, vale in pratica tutta la giornata.

Alla Coupe de France c’è qualcosa che da noi non si vede: un gran mercato di gadget ciclistici, cartoline in primis…

Devo dire che questo mi stupisce e mi emoziona ancora. In alcuni eventi è capitato che si siano presentati tifosi con cartoline straordinarie, c’ero io in foto scattate da dilettante o all’inizio della mia carriera da pro’. Ogni volta che vedo questo mi colpisce profondamente. E’ bellissimo vedere appassionati così attaccati, ma soprattutto esiste un mercato enorme.

Per i team francesi le cartoline sono un ottimo introito grazie ai tifosi. Qui Consonni a inizio stagione
Per i team francesi le cartoline sono un ottimo introito grazie ai tifosi. Qui Consonni a inizio stagione
Favorito anche dalle squadre?

Sì, la Cofidis ogni anno fa stampare le cartoline con i suoi corridori e queste vanno a ruba. Molti hanno collezioni invidiabili e anche noi ci teniamo a vederle, a mettere le nostre firme, è un legame che abbiamo con la gente. Un altro particolare che ci tengo a sottolineare è che non c’è la minima distinzione fra corridori francesi e stranieri, chiedono l’autografo veramente a tutti senza guardare chi è il corridore vincente e chi invece il semplice gregario. E’ qualcosa che per me vale molto, dà un po’ il senso al nostro mestiere.

In questo c’è molto di diverso rispetto all’Italia…

Qui si guarda molto al vincente, al campione. Non saprei dire se è questione di cultura sportiva, anche qui la passione per il ciclismo nonostante tutto non viene mai meno, ma io credo anche che tutto ciò faccia parte di quel particolare fascino che hanno le corse al Nord.

La Coupe de France comprendeva 17 corse. Vittoria finale per Julien Simon e la TotalEnergies, Mozzato miglior giovane
La Coupe de France comprendeva 17 corse. Vittoria finale per Julien Simon e la TotalEnergies, Mozzato miglior giovane
Quando ricomincerà la tua preparazione?

Ora mi prendo una settimana di vacanza in una spiaggia esotica, staccando completamente anche con la mente. A metà novembre avremo il primo incontro anche per avere i nuovi materiali e programmare la stagione.

Che cosa ha rappresentato per il tuo team questa salvezza arrivata anche con corposo anticipo?

E’ stata un passo importante. Non nego che durante la stagione abbiamo sentito molto la pressione, i diesse ci ripetevano spesso che cosa c’era in ballo e questo è un fardello pesante, ma alla fine è stata una gioia che abbiamo provato tutti perché ha testimoniato la bontà del lavoro svolto. Ora questa salvezza ce la godiamo…