Aitor Galdos al timone della Euskaltel Euskadi che rinasce

07.01.2024
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L’UCI ha sempre tante cose da fare e si dedica spesso a battaglie di vitale importanza, come quella per cui nella primavera del 2021 ha costretto Mikel Landa a dimettersi dalla carica di presidente della Fundacion Euskadi. Il basco si era fatto avanti nel 2018, a fronte al declino della Fondazione che per anni aveva portato il ciclismo basco nel mondo. Secondo i dirigenti di Aigle, tuttavia, il conflitto di interessi rischiava di essere troppo alto. Essendo corridore di un altro team (al tempo la Bahrain Victorious), lo spagnolo avrebbe potuto mettersi a collaborare in gara con gli atleti della Euskaltel-Euskadi. Al momento di fare un passo indietro, il campione di Vitoria si è rivolto ad Aitor Galdos, ex corridore basco e nostra vecchia conoscenza, dai tempi in cui aveva seguito fra i dilettanti in Italia il suo amico Igor Astarloa.

Aitor è entrato nella Fondazione. Ha imparato a conoscerla. E’ diventato il manager della squadra femminile. E ultimamente è diventato presidente e general manager della Fundacion Euskadi, che si compone di due squadre professionistiche (femminile e maschile), un team U23 e tutta la trafila della scuola a partire dai bambini.

La partenza del Tour da Bilbao ha ricordato al mondo che cosa rappresenti il ciclismo da quelle parti. E basta sentire l’orgoglio con cui tutti ne parlano, per toccare con mano una passione che in certi momenti è quasi carnale. Aitor Galdos ha 44 anni, è stato professionista dal 2005 al 2012. La sua “creatura” appare sulla porta di una seconda giovinezza, quasi abbia trovato la spinta per rinascere agli antichi fasti.

Da cosa è composto il ciclismo della Fundacion Euskadi?

Abbiamo la Euskaltel-Euskadi, professional maschile. La Laboral Kutxa-Fundacion Euskadi, continental femminile. La squadra di sviluppo degli under 23 che è pure sponsorizzata da Kutxa. E poi la scuola di ciclismo fin dai bambini, poi esordienti e allievi. Io sono il general manager e ogni squadra ha la sua gente. In tutto, tra staff e corridori, ci sono 125 persone.

Alla base c’è sempre la filosofia del team arancione di una volta?

La stessa filosofia, cioè portare avanti il ciclismo basco. La mentalità è sempre quella, lo stesso progetto attraverso cui sono passati corridori come Landa e anche io. C’è ancora parte dello staff di quella squadra. Vogliamo far crescere i ciclisti dei Paesi Baschi, ma i tempi sono cambiati e mentre prima i corridori erano solo di qui, adesso ci sono anche degli stranieri (nel team femminile corrono ad esempio quattro italiane: Quagliotto, Silvestri, Tomasi e Tonetti, ndr). Questo fa bene anche ai nostri corridori.

Quanto è forte ancora la passione per il ciclismo nei Paesi Baschi?

I Paesi Baschi sono un territorio di ciclisti. Non abbiamo soltanto le grandi corse, come la Clasica San Sebastian e il Giro dei Paesi Baschi. Ce ne sono tante altre, anche per gli U23. Il ciclismo è parte della nostra cultura. Siamo cresciuti sempre andando a vedere il Tour de France sui Pirenei. Siamo cresciuti con Indurain, con la Euskaltel-Euskadi e con questa marea arancione. Avete visto la partenza del Tour de France da Bilbao? Siamo una regione con neanche due milioni e mezzo di abitanti e abbiamo avuto la partenza del Tour de France con tre tappe. E adesso Bilbao vuole la partenza del Tour delle donne, lo hanno annunciato l’altro giorno.

Il pubblico di Bilbao alla partenza del Tour 2023: uno spettacolo di suoni e colori
Il pubblico di Bilbao alla partenza del Tour 2023: uno spettacolo di suoni e colori
Mikel è davvero fuori da tutto?

Totalmente. Come corridore non poteva fare di più, però ha dato la spinta. E’ sempre attento a cosa facciamo, ci segue.

Ci sono stati gli anni di Lejarreta, Astarloa, Iban Mayo, Igor Anton, di chi sono innamorati oggi i tifosi baschi?

Oggi i nomi sono quelli di Mikel Landa e Pello Bilbao. I fratelli Izagirre. Ragazzi che hanno vinto corse al Giro e al Tour e fatto il podio alla Vuelta. Sono loro i corridori che i bambini baschi vedono in televisione e in un modo o nell’altro sono passati tutti per la Fondazione Euskadi. Io ho corso quattro anni con quella maglia. Dopo gli anni in Italia, avrei avuto anche altre offerte, ma per un ciclista di qui vestire la maglia arancione era il massimo. Ho fatto le migliori corse al mondo ed era un orgoglio, perché quella maglia ci rappresentava.

La squadra di oggi ha gli stessi valori?

E’ nata da poco, ma ha lo stesso DNA. Questo è un Paese in cui si lavora, ci sono tante fabbriche e abbiamo la mentalità che per ottenere le cose bisogna lavorare sodo. Che nessuno ti regala niente. La gente ci segue perché si riconosce in quello che facciamo, siamo ancora una squadra vicina alla gente.

Il ciclismo spagnolo adesso si aggrappa ad Ayuso e Rodriguez, c’è un giovane basco in arrivo?

Abbiamo tanti corridori buoni, ma il ciclismo è cambiato tanto. Questi campioni che stanno uscendo così presto sono la causa della troppa fretta per gli altri giovani, ma non tutti sono pronti, per i motivi più diversi. Non è che se un corridore di 22 anni non è ancora venuto fuori, non possa uscire a 24-25 anni e diventare ugualmente un campione. Ci sono corridori forti e ci saranno sempre, noi lavoriamo per farli uscire e per far crescere nuovamente questa squadra.

Vai ancora in bici?

Ogni tanto, meno di quel che vorrei. Il lavoro che faccio è impegnativo, ti porta a stare tante ore e tanti giorni fuori da casa e non è facile. Cerco di fare sport per essere in forma e per avere la mente libera dai tanti pensieri che ho per la testa. Per cui ogni tanto vado a farmi un giro, anche se evidentemente la condizione è calata tantissimo e al massimo posso dire di fare delle passeggiate. Ricordo bene cosa significhi allenarsi, quello che faccio è un’altra cosa. 

Ecco la prima gamma strada di Oquo

04.07.2023
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“Le migliori bici meritano le migliori ruote”. E’ questo lo slogan scelto da Oquo per presentarsi sul mercato ciclo lo scorso anno. Stiamo parlando di un brand giovane e ambizioso che nasce dal desiderio di Orbea di fornire ai praticanti non solo bici performanti, ma anche ruote di altissimo livello tecnico.

Oquo ha debuttato sul mercato qualche mese fa con una serie di ruote destinate al mondo offroad. Il brand basco ha scelto il palcoscenico di Eurobike per presentare agli addetti ai lavori e al pubblico la sua prima gamma di ruote da strada. A Francoforte sono state presentate due linee: “Road Performance”, che si concentra sul peso e sull’aerodinamica per biciclette ad alte prestazioni e “Road Control”, che si rivolge al gravel e all’endurance, con un’attenzione particolare al comfort. 

La gamma “Road Performance” si concentra sul peso e sull’aerodinamica per biciclette ad alte prestazioni
La gamma “Road Performance” si concentra sul peso e sull’aerodinamica per biciclette ad alte prestazioni

100 per cento Euskadi

Dalla sua sede nei Paesi Baschi, Oquo progetta, testa e produce tutte le sue ruote. A guidare la produzione alcuni semplici ma importanti principi: innovazione, tecnologia all’avanguardia e massima qualità.

«Perfezionare ogni ruota per ogni utilizzo – dichiarano dall’azienda – implica disegnare da zero i profili dei cerchi e il numero dei raggi, ottimizzare al massimo i materiali e migliorare il processo di costruzione».

Oquo dispone di processi produttivi che consentono di fabbricare con assoluta precisione ogni coppia di ruote che esce dai propri stabilimenti. Tutto ciò è possibile grazie al processo di fabbricazione brevettato, che combina la precisione dei robot con l’esattezza e l’attenzione per i dettagli dei tecnici. Ogni ruota viene inoltre sottoposta a protocolli di prova estremamente rigorosi. Solo quando le ruote superano questo processo vengono rese disponibili sul mercato. 

Oquo aveva già debuttato con delle ruote dedicate al mondo dell’offroad
Oquo aveva già debuttato con delle ruote dedicate al mondo dell’offroad

Ruote uniche

Ma cosa rende speciali, anzi uniche le ruote Oquo? Ecco di seguito alcune brevi ma significative annotazioni

  • Per le ruote Road Performance è stata scelta una larghezza interna del cerchio di 21 mm per aumentare la disponibilità degli pneumatici da poter abbinare alla ruota. Per le Road Control la larghezza è invece di 25 mm. In questo modo è possibile montare pneumatici più larghi in grado di garantire maggiore confort e migliore aderenza.
  • Oquo ha lavorato a un design ottimizzato del mini hook, che migliora la sicurezza e la robustezza e favorisce l’adattamento dello pneumatico al cerchio, accrescendo l’aerodinamica.
  • Massima precisione nella tensione dei raggi grazie ad un processo di costruzione estremamente accurato.
  • Tre diversi profili in grado di incontrare le esigenze di ogni tipologia di ciclista: 57 mm; 45 mm; 35 mm.
  • Oquo utilizza raggi Sapim e mozzi Zipp.
  • L’azienda basca copre da eventuali difetti di fabbricazione durante il periodo di garanzia.
Lo studio e lo sviluppo delle ruote dedicate alla strada debutterà nel mondo del professionismo a breve
Lo studio e lo sviluppo delle ruote dedicate alla strada debutterà nel mondo del professionismo a breve

Pronte al debutto

Complessivamente la nuova gamma strada Oquo è composta da 8 modelli. Cinque per la linea Road Performance e 3 per quella Road Control.

Dopo i numerosi test effettuati negli ultimi 18 mesi, partire da luglio i team che corrono su bici Orbea utilizzeranno ufficialmente in gara le nuove ruote. Il WNT Ceratizit parteciperà al Tour de France Femme e l’Euskaltel-Euskadi debutterà con le nuove ruote il 29 luglio nella Classica di San Sebastian

Oquo

Quagliotto diventa “basca”. Biennale con la Laboral Kutxa

25.11.2022
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Abentura berria in basco significa nuova avventura. E’ quella in cui è pronta a tuffarsi Nadia Quagliotto a partire dal 2023 con la Laboral Kutxa Fundaciòn Euskadi.

Dopo due stagioni alla BePink, la venticinquenne trevigiana di Madonna della Salute di Maser (in apertura foto Ossola) ha firmato un biennale con il team continental basco per un trasferimento di mercato che profuma di inedito e di deja-vu allo stesso tempo. E’ proprio Quagliotto a spiegarci tutto, ormai rigenerata dal periodo di riposo durante il quale ha girato il Mediterraneo su una nave da crociera insieme al fidanzato.

Nadia, facciamo un bilancio generale degli ultimi due anni.

Sono stati buoni tutto sommato, anche se avrei voluto dare di più. Principalmente devo ringraziare Walter (Zini, il team manager della BePink, ndr) che mi ha preso dandomi la possibilità di correre e rimettermi in mostra. Arrivavo dalla sfortunatissima esperienza alla Casa Dorada proprio in Spagna dove oltre alle vicissitudini del Covid abbiamo avuto problemi economici con la squadra. In pratica avevo corso meno di un mese. Nel 2021 ho trovato la condizione solo dopo il Giro Donne centrando un podio in Francia, quest’anno invece è iniziato molto bene, ma non è proseguito allo stesso modo.

Cosa è successo?

A marzo ho vinto due tappe e la generale del Trofeo Ponente in Rosa in Liguria. Avevo un bello stato d’animo, ero in forma e volevo restare il più regolare possibile. Però ad aprile a Chambery sono rimasta coinvolta in un incidente stupido. Mi hanno tamponato in un rallentamento e ho battuto il ginocchio destro contro il manubrio. Mi sono dovuta ritirare, saltando così anche Freccia Vallone e Liegi. Mentre cercavo di recuperare ho fatto gli esami del sangue perché sentivo di non stare bene. I valori hanno riscontrato le difese immunitarie basse. Ed infatti ho preso il covid poco dopo. Da lì in avanti ho dovuto sempre rincorrere la condizione.

Braccia alzate al Trofeo Ponente in Rosa. Qui Nadia vince a Ceriale la sua seconda tappa e la generale (foto Ossola)
Braccia alzate al Trofeo Ponente in Rosa. Qui Nadia vince a Ceriale la sua seconda tappa e la generale (foto Ossola)
Ti abbiamo vista però alle corse…

Sì certo. Le ho fatte tutte, ma ho sempre fatto schifo (dice sorridendo, ndr). Non riuscivo a spingere come volevo. Mi sono sentita meglio ad agosto inoltrato. Non ho fatto risultati però almeno non facevo più così tanta fatica. Insomma, sono un po’ di anni che per un motivo o l’altro non riesco a farne bene uno dall’inizio alla fine o come voglio io.

Tornerai a correre per un team spagnolo. La prima volta dicevi che non era andata bene. Perché?

A settembre 2019 ero in uscita dalla Alè Cipollini ed ho fatto il contratto con la Casa Dorada che aveva davvero buoni propositi. Mi aveva aiutato ad essere ingaggiata Asja Paladin (sorella di Soraya, ndr) che aveva firmato prima di me. C’era anche Alessia Vigilia. Tante belle parole del proprietario che sono rimaste tali. Abbiamo iniziato a capire che ci sarebbero stati problemi quando a febbraio 2020, prima che scoppiasse la pandemia, non avevamo ancora la licenza UCI. Poi si è fermato tutto. Nel mezzo ci hanno detto che l’avrebbero presa, ma così non è stato. Siamo riuscite a correre il Giro Donne e ancora non so con quali risorse economiche perché di fatto la squadra stava fallendo. Loro hanno continuato l’anno successivo in un qualche modo, io però avevo già chiesto di essere liberata. Mi ero guardata attorno. Andai alla BePink, ma ero già stata contattata dalla Laboral Euskadi.

Raccontaci pure…

Verso fine 2020 loro hanno fatto un sondaggio per me visto che acquisivano la licenza UCI, ma ero già in parola con Zini e forse ero ancora un po’ scottata da quello che era successo. Stavolta invece, quando mi hanno chiamata tra giugno e luglio, mi hanno subito dato delle rassicurazioni. Il loro general manager è Aitor Galdos Alonso, che è stato pro’ con Euskaltel e Caja Rural ma che ha vissuto e corso in Italia per tantissimi anni (dilettante nell’Unidelta poi pro’ con Nippo e Panaria, ndr). Lui continua a tranquillizzarmi visto il mio precedente (sorride, ndr). Pensate che il mio nome ad Aitor glielo aveva suggerito Monica Guajardo, che fa radio-corsa in Spagna e che è la sorella di Juan Mari lo speaker della Vuelta e di altre gare. Eravamo rimaste in contatto dal 2020. Alla fine qualcosa di buono quell’anno c’è stato.

Hai già conosciuto il resto della squadra?

Sì, abbiamo fatto quattro giorni ad Eibar dal 16 al 19 novembre. Niente bici, ma solo visite da Orbea, altri fornitori e sponsor. Abbiamo fatto diverse riunioni tutti assieme ed individuali per conoscerci meglio. Ho avuto una buonissima impressione e la conferma dei riscontri che mi avevano dato. Vogliono crescere e diventare più internazionali. E’ per questo che hanno preso me, Laizane (lettone, già ex Vaiano, ndr) e la tedesca Schweikart che vive a Maiorca da tanti anni. Il loro obiettivo è diventare WorldTeam dal 2024. Hanno una struttura rodata alle spalle per merito del team professional, l’Euskaltel Euskadi, e quello U23. Il budget ce lo hanno grazie all’appoggio della Laboral Kutxa, la banca che poi da il nome alla nostra squadra (e che ha rinnovato l’accordo fino al 2029, ndr) ed anche al supporto di Mikel Landa, che è uno dei soci della Fundación Euskadi.

Andrai in Spagna a vivere?

No, resterò a casa. Lì ho i miei ritmi, le mie abitudini e le mie zone dove allenarmi. In effetti sono piuttosto schematica ma il mio fidanzato Simone (Ravanelli in uscita dalla Drone Hopper Androni, ndr) sta cercando di farmi aprire alle cose nuove. Naturalmente rientrerò a casa ogni volta che non sarò in ritiro o in giro con la squadra per le gare.

Con che ruolo ed obiettivi Nadia Quagliotto va alla Laboral?

Dobbiamo ancora stilare un programma agonistico, ma mi hanno detto che potrò giocarmi le mie carte senza troppe pressioni. Insieme ad altre 2-3 ragazze ci divideremo i compiti di prime punte. Questo almeno nella prima stagione, poi vedremo quella successiva. La mia intenzione, come dicevo prima, sarebbe quella di fare delle annate senza intoppi. Sono sicura che se riuscirò a mantenere una continuità di rendimento potrò raggiungere dei risultati. Tutte le gare andranno bene per farlo. E magari di conseguenza potrei anche farmi notare da Paolo (il cittì Sangalli, ndr) per tornare a vestire la maglia azzurra.

AR14: il casco evoluto e perfezionato da Ekoi

24.10.2022
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Ekoi ridisegna, ma non cambia identità, al suo casco da strada per eccellenza: ecco che arriva l’AR14, diretta evoluzione del’AR13. Si tratta di un casco leggero, ancor più aerodinamico ed elegante. Allo stesso tempo, l’AR14, riesce ad essere anche ergonomico e protettivo. E’ il casco scelto dalle squadre professionistiche che collaborano con Ekoi: Lotto Soudal, Cofidis, Arkea Samsic e Euskaltel Euskadi. E non solo, visto che lo stesso prodotto è usato anche dal triatleta Patrick Lange.

L’evoluzione

Inizialmente, quando è nata due anni fa, la serie dei caschi AR era riservata esclusivamente ai velocisti. Ma una volta viste le sue ottime caratteristiche, è stata adottata da tutti i corridori. Come tutti i prodotti dedicati ai professionisti, il casco AR14 è stato testato e perfezionato più volte, soprattutto in galleria del vento.

E’ disegnato con ben 10 aperture dedicate alla ventilazione, così da garantire il ricambio d’aria anche a basse temperature. L’AR14 è costruito con la tecnologia Full In-Mold: dove la calotta esterna in policarbonato viene saldata direttamente con un guscio interno in polistirolo espanso (EPS) in un unico pezzo.

Nella parte frontale è anche possibile appoggiare comodamente gli occhiali
Nella parte frontale è anche possibile appoggiare comodamente gli occhiali

Caratteristiche

Il casco AR14 è fatto per performare al massimo soprattutto alle alte velocità. Oltre all’aerodinamica è stato curato anche il peso, che nelle tre taglie disponibili è di: 195 grammi per la S, 210 grammi nella misura M/L e 245 grammi per la XL/XXL.

Un’altra caratteristica particolare di questo casco è la fibbia magnetica, per una chiusura sempre perfetta. Per massimizzare la stabilità, inoltre, il mantenimento occipitale è regolabile dal basso verso l’alto. Il prezzo al pubblico è di 152,49 euro.

Ekoi

Orbea arriva a IBF passando per La Vuelta

19.08.2022
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Tra i tanti brand di prestigio che saranno presenti quest’anno a Italian Bike Festival non poteva mancare Orbea. Il brand basco è una presenza fissa di quella che è ormai diventata la fiera della bicicletta più importante d’Italia e che quest’anno si svolgerà per la prima volta nella suggestiva location del Misano World Circuit dal 9 all’11 settembre.

L’obiettivo di Orbea è quello di rafforzare la propria presenza sul territorio italiano grazie al contatto diretto con gli operatori del settore come i negozianti, i partner commerciale, ma soprattutto i consumatori finali. Sarà anche l’occasione per incontrare i media e presentare loro in anteprima le novità di prodotto per la nuova stagione.

Orbea sarà presente all’Italian Bike Festival, fiera che si terrà a Misano dal 9 all’11 settembre
Orbea sarà presente all’Italian Bike Festival, fiera che si terrà a Misano dal 9 all’11 settembre

Una presenza importante

Orbea sarà presente a Misano con uno spazio espositivo di ben 315 metri quadri, decisamente più esteso di quello degli anni precedenti. Qui sarà possibile visionare la gamma completa del brand basco. 

Grazie alla location scelta quest’anno dagli organizzatori di Italian Bike Festival, i visitatori avranno la possibilità di testare le novità esposte. Orbea metterà a loro disposizione un parco bici di circa 25 unità. Saranno disponibili i modelli Rise H e Orca Aero. Gli utenti interessati avranno così l’opportunità di prenotarsi a questo link e di provare la bici scelta lungo i 4.000 metri del circuito di Misano oppure nella Test Bike Off-Road Arena costruita appositamente all’interno dello stesso circuito.

Il marchio Orbea ha alle sue spalle una storia lunga e ricca di successi. Per questo motivo all’interno dello spazio espositivo saranno presenti 15 modelli di biciclette che rappresentano l’essenza della gamma. 

C’è La Vuelta

In attesa di poter toccare con mano a Misano le ultime novità firmate Orbea, gli appassionati di ciclismo su strada possono ammirare rispettivamente i modelli Orca e Orca Aero in dotazione al team Euskaltel-Euskadi protagonista a partire da aggi a La Vuelta. La formazione basca, con la sua inconfondibile divisa arancione, è da sempre il simbolo dell’orgoglio basco ed è indissolubilmente legata a Orbea. 

Ricordiamo che da quest’anno, per tutti i tifosi del team, e naturalmente per tutti gli appassionati del marchio Orbea, è possibile acquistare i modelli Orca e Orca Aero nella stessa colorazione ufficiale della bici in dotazione al team basco. La stessa iniziativa ha interessato anche la formazione femminile Ceratizit – WNT Pro Cycling, protagonista di recente alla prima edizione del Tour de France femmes.

Appuntamento a questo punto dal 9 all’11 settembre al Misano World Circuit per Italian Bike Festival. 

Orbea

Orbea ti fa pedalare come un vero pro’!

09.04.2022
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Nei giorni scorsi Orbea ha lanciato una bellissima iniziativa che siamo sicuri farà felici i tanti appassionati del marchio spagnolo. 

Il sogno di ogni appassionato è quello di poter pedalare sulla stessa bicicletta di un professionista, magari con la stessa livrea del proprio campione preferito. Ora tutto questo è possibile grazie a Orbea. Il brand spagnolo nelle scorse settimane aveva già annunciato la possibilità di poter acquistare la mountain bike ufficiale dell’Orbea Factory Team con gli stessi colori ufficiali della squadra. Tale opportunità oggi è stata estesa anche agli stradisti offrendo loro la possibilità di poter acquistare il modello strada utilizzato rispettivamente dai due team professionisti della Ceratizit – WNT Pro Cycling e della Euskaltel – Euskadi

I telai personalizzabili sono quelli del modello Orca, qui con i colori della Euskaltel-Euskadi
I telai personalizzabili sono quelli del modello Orca, qui con i colori della Euskaltel-Euskadi

Il meglio di casa Orbea

Da oggi è possibile per tutti gli appassionati pedalare con il top di gamma strada di Orbea con la stessa livrea delle biciclette utilizzate Ceratizit-WNT Pro Cycling e Euskaltel-Euskadi. Stiamo parlando dei modelli Orca e Orca Aero.

Il design della bici della Ceratizit – WNT Pro Cycling è costituito da una finitura in carbonio a vista a cui si aggiunge una vernice blu e dettagli rossi e blu sul telaio. La presenza del carbonio a vista permette un risparmio di peso. Il risultato finale è un design spettacolare e unico in gruppo. 

Ricordiamo che nella Ceratizit-WNT Pro Cycling gareggiano le nostre Camilla Alessio, Maria Giulia Confalonieri, Martina Fidanza e Lara Vieceli.

La bici della Euskaltel-Euskadi presenta invece un design di carbonio a vista con finitura opaca, che si mischia con vari dettagli nel caratteristico color arancione della squadra. Un’altra finitura che ricerca la massima leggerezza ed esclusività e che ora è disponibile insieme alle altre opzioni di colori di base che offre Orbea.

E’ possibile personalizzare anche il modello Orca Aero, in questa versione nella colorazione del team Ceratizit
E’ possibile personalizzare anche il modello Orca Aero, in questa versione nella colorazione del team Ceratizit

Insieme al team

Le novità di Orbea non si limitano però alla sola possibilità di poter acquista una Orca Aero o una Orca nella colorazione di uno team sponsorizzati. Il brand spagnolo ha infatti deciso di dare a due appassionati la possibilità di poter vivere in prima persona un’esperienza davvero unica in occasione dell’edizione 2023 della Itzulia Basque Country, da noi conosciuta come Giro dei Paesi Baschi, una delle corse a tappe più dure del calendario internazionale che prepara sempre al meglio per le classiche delle Ardenne di fine Aprile.

Martina Fidanza è una delle atlete del team Ceratizit – WNT Pro Cycling che corre con bici Orbea
Martina Fidanza è una delle atlete del team Ceratizit – WNT Pro Cycling che corre con bici Orbea

I vincitori avranno la possibilità di visitare gli stabilimenti di Orbea assistendo in prima persona alla realizzazione dei modelli top di gamma del brand.

I modelli Orbea nella livrea ufficiale della Ceratizit – WNT Pro Cycling e Euskaltel – Euskadi sono già disponibili sul sito dell’azienda e presso i rivenditori autorizzati. In quest’ultimo caso si può fare riferimento sull’innovativo Rider Connect, il programma di Orbea ideato per creare una connessione diretta fra i propri rivenditori e gli utenti finali.

Orbea