Tour of the Alps 2025

Via i veli al Tour of the Alps: cinque tappe per scalatori e attaccanti

13.11.2025
8 min
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Da pochissimi minuti si sono alzati i veli su quella che è la terza corsa a tappe italiana per importanza, ma forse anche qualcosa in più per fascino: parliamo del Tour of the Alps. E sarà un’edizione speciale, la 49ª se si considera il vecchio Giro del Trentino, la decima da quando c’è stata la firma del protocollo d’intesa che ha sancito la nascita dell’evento simbolo dell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino. La prova si disputerà dal 20 al 24 aprile, con partenza da Innsbruck e arrivo a Bolzano.

La presentazione ufficiale si è svolta oggi a Milano, presso la prestigiosa Areapergolesi Events, davanti alle autorità. Noi ve la raccontiamo con l’aiuto di un trentino DOC, Maurizio Fondriest, che su alcune di queste strade non solo ci è nato e vive, ma ha anche vinto quando era corridore.

Prima di entrare nel merito con Fondriest, diamo uno sguardo rapido al tracciato del Tour of the Alps 2026. Cinque tappe, da Innsbruck a Bolzano. La prima, da Innsbruck a Innsbruck, sarà per “velocisti”, con due virgolette grosse così. Poi si va da Telfs in Val Martello, unico arrivo in salita. La terza frazione porterà gli atleti da Laces ad Arco, la quarta da Arco a Trento e la quinta, infine, unirà i due capoluoghi di provincia, Trento e Bolzano. In tutto sono previsti 760,2 chilometri e 14.620 metri di dislivello, pari a una media di 152 chilometri e 2.924 metri di dislivello al giorno.

La planimetria generale del Tour of the Alps 2026
La planimetria generale del Tour of the Alps 2026
Maurizio, cosa te ne pare del Tour of the Alps 2026? Ne ha fatta di strada da quando era il Giro del Trentino…

Mi sembra molto diverso rispetto a quando era il Giro del Trentino. E’ stata la scelta giusta quella di unire queste tre grandi regioni: è la strada obbligata per riuscire a far diventare la corsa più importante. Prima avevamo il Giro del Trentino e il Trofeo Melinda, ma con il ciclismo attuale e il suo calendario, soprattutto il Melinda, non aveva più grande senso. Tolti i grandissimi obiettivi, o hai un gruppo di corse, come magari a settembre propongono Toscana ed Emilia-Romagna, o il Trittico di Lombardia, oppure è dura avere un parterre di livello. In questo modo invece l’appeal cambia, tanto più che c’è in vista il Giro d’Italia.

E del percorso cosa ti sembra?

Mi piace. E’ duro ma aperto a più opzioni. Il primo giorno, anche se non conosco bene quei due strappi finali, mi sembra adatto alle ruote veloci.

Ruote veloci, relativamente a una corsa alpina…

Ovviamente. Non troviamo gli sprinter puri qui. Pertanto mi aspetto un arrivo in volata di un gruppo numeroso. Tra l’altro avevo sempre consigliato una tappa simile: era quella che mancava, altrimenti erano tutti arrivi in salita, tutte tappe dure con gli stessi corridori a giocarsi le vittorie. Questo primo giorno a Innsbruck per me è un bell’inizio, impegnativo ma non troppo, dove magari si può arrivare anche in volata.

Maurizio Fondriest (classe 1965) è originario della Val di Non. Oggi pedala ancora forte (foto Chris Auld)
Maurizio Fondriest (classe 1965) è originario della Val di Non. Oggi pedala ancora forte (foto Chris Auld)
La seconda tappa invece?

E’ molto importante: si arriva in Val Martello. Però non arrivano proprio su in cima, perché ho visto che si fermano prima.

Sì, in località Trottla, dove c’è un centro sportivo sulla destra. Si scollina circa 500 metri prima, a quota 1.160…

Esatto, ma è una salita vera, perché parliamo di una scalata di 8 chilometri con tratti anche al 10 per cento (pendenza media 7,5 per cento, ndr). Però se guardo il complesso della frazione, non è impossibile. Il Passo Resia dal versante austriaco non è affatto duro e poi è subito in partenza. Però l’arrivo della Val Martello resta un bell’arrivo in salita.

Terza tappa da Laces ad Arco: ti passano sull’uscio di casa, giusto?

Sono le mie strade, vero. Il Passo Castrin è molto duro, ma arriva dopo 40 chilometri o poco più. Poi si imbocca la selvaggia Val d’Ultimo ma è un continuo scendere fino a Cles e ancora più giù, fino all’imbocco di Andalo, che è una salita di 10 chilometri, assolutamente impegnativa. E lo stesso vale per il Passo Ballino prima della planata su Arco. Anche questa tappa diventa interessante.

Perché?

Perché è dura, il dislivello è tanto, ma con salite pedalabili ci sono più corridori che possono lottare per la vittoria e non solo i pochi che vanno superforte in salita. Qui ci possono essere altri corridori forti in salita ma non top, che però possono rientrare in classifica attaccando. Mentre in Val Martello arriveranno quelli che faranno la generale, questa può mischiare le carte in tavola.

Da un punto di vista tecnico, pensando alla preparazione, una tappa del genere cosa dà al corridore?

E’ dura e “veloce”. Hai sempre tanto dislivello. Però dalle prime tappe non abbiamo ancora visto una salita da 40-50 minuti, Castrin a parte, che arriva a inizio tappa. Può dare molto di più a chi prepara il Giro la prima delle due scalate di San Genesio. Anche il Bordala nella quarta tappa è in partenza e non ha pendenze proibitive.

In qualche modo hai già lanciato le ultime due frazioni. Partiamo dalla quarta…

Vale un po’ il discorso di prima verso Arco, però c’è il Redebus, che invece è lungo e impegnativo e nel finale diventa duro, con un chilometro al 10-12 per cento. Anche questa non è una tappa dove solo i più forti possono fare la corsa. Il finale è ondulato e veloce, tende a scendere. Per questo dico che la seconda tappa è quella che potrebbe davvero decidere la classifica. Anche se quella di Bolzano…

Appunto, cosa ci dici dell’ultima frazione Trento-Bolzano?

Il finale è difficile e si possono fare differenze. Due volte San Genesio, due salite ravvicinate. La prima scalata parte da molto in basso e potrebbe essere una classica salita da 40 minuti almeno. Poi planata finale su Bolzano, in centro. Sarà uno spettacolo.

Ai fini della preparazione per il Giro d’Italia, come giudichi il percorso?

E’ una buona rifinitura perché le tappe non sono esageratamente lunghe, ma sono impegnative. Mi piace anche l’idea di non aver inserito mega salitoni, sia per lo spettacolo che per la preparazione. Ad aprile, se metti un arrivo a 2.000 metri e poi per maltempo viene annullato, ci perdono tutti. Così invece al massimo si arriva a 1.500 metri, poco oltre i 1.000 nel finale sopra Bolzano. Anche in caso di maltempo riesci sempre a correrle.

Conosci la salita di San Genesio?

Sì, è abbastanza regolare. Ha pendenze un po’ più dure della Mendola, che è la salita di riferimento della zona. Quella si fa in 35 minuti, questa potrebbero farla anche in 40′.

E’ un marchio di fabbrica del Tour of the Alps avere tappe non troppo lunghe: giusto?

E’ fondamentale. Una corsa a tappe deve essere dura, ma non eccessivamente, e dare ai corridori il tempo di recuperare. Quando arrivi presto in hotel, senza trasferimenti, è un vantaggio enorme. Per esempio, quella di Arco arriva e riparte dallo stesso luogo: ottimo per la gestione dello sforzo.

Anche l’aspetto logistico incide, quindi?

Molto. Una gara di preparazione come questa ti dà modo di rilassarti di più dopo la tappa, perché come detto arrivi presto in albergo e hai tempo per recuperare come detto. Nei Grandi Giri non succede più. Anche la lunghezza delle tappe, giusta pur con un paio di giornate “lunghette”, contribuisce alla costruzione della condizione.

Insomma, la Sportiva Alto Garda, organizzatrice, è stata brava?

Sì. Quando organizzi devi sempre trovare un equilibrio tra chi sovvenziona partenze e arrivi, e non è semplice. Questo percorso mi piace: è duro ma aperto a più corridori. Direi voto più che positivo.

Lo scorso il Tour of the Alps andò a Storer. Chi sarà il suo erede?
Lo scorso il Tour of the Alps andò a Storer. Chi sarà il suo erede?
A livello paesaggistico, c’è un punto che ti piace di più?

La tappa che arriva ad Arco è spettacolare: facendo la Val d’Ultimo, dal Passo Castrin scendi e percorri tutta la Val di Non, poi Andalo, Ponte Arche e infine il Lago di Garda. Si attraversano le Dolomiti di Brenta. Sì, probabilmente è la più bella, anche se sono molto affezionato alla Valle dei Mocheni.

A quale tappa ti riferisci?

Alla quarta, nella zona del Passo Redebus. Ai suoi piedi c’è Canezza: questa è la porta della valle. Ci sono due strade che la percorrono, una a destra e una a sinistra, e in fondo si uniscono. La Valle dei Mocheni ha una storia antica e una forte tradizione. Lì parlano il Mocheno, un antico dialetto tedesco. Le genti del Nord, di origine tedesca, avevano colonizzato la valle attratte dalle miniere d’argento. Si sono stabilite lì e, essendo rimasta una zona poco frequentata, ancora oggi si parla questo dialetto.

Dei tanti punti che abbiamo nominato, c’è un aneddoto che ricordi?

Sì! Nella tappa di Trento, in particolare sul Passo Bordala. Era il 1989, ero in maglia di campione del mondo. Conoscevo questa salita e questa discesa. Appena iniziata la discesa mi passa Konyshev, dovevamo recuperare una quarantina di secondi. Io andavo forte, ma lui mi passa al doppio. Penso: «Ma dove va questo?». C’è una “S” che inganna: sembra che la strada vada dritta e invece gira eccome! Insomma, lui va dritto e io dietro a lui… siamo finiti in un campo. Non siamo caduti, ma mi è uscito il tubolare dalla ruota. C’è una vecchia foto, credo di Remo Mosna, in cui si vede il papà di Mariano Piccoli che seguiva la corsa con la macchina del cambio ruote e mi aiuta a sistemare la bici.

Tour of the Alps: una cerniera che unisce popoli e culture

22.11.2024
5 min
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RIVA DEL GARDA – Il 48° Tour of the Alps partirà il 21 aprile 2025 da San Lorenzo Dorsino, nel cuore del Trentino, per poi risalire velocemente verso l’Alto Adige e il Tirolo, terminando a Lienz, in Austria, il 25 aprile. La grande partecipazione alla presentazione della corsa che si svolge sulle strade dell’Euregio fa capire quanto l’evento sia radicato nel territorio e sentito. La posizione strategica nel calendario offre a questa corsa un parterre sempre interessante, che porta sulle strade appassionati e curiosi.

Cinque tappe, quindi, con un totale di 739 chilometri e un totale di 14.700 metri di dislivello. Il Tour of the Alps si conferma la corsa degli scalatori. Affacciata sul Giro d’Italia questa corsa diventa il banco di prova dei pretendenti alla maglia rosa. La conferma di ciò arriva dalla presenza del direttore del Giro, Mauro Vegni.

Storia e valori

Apre le danze il presidente del Gruppo Sportivo Alto Garda, Giacomo Santini (in apertura insieme a Cordiano Dagnoni, foto Luca Matassoni). Negli anni il Tour of the Alps ha allargato i propri orizzonti, arrivando in Sud Tirolo e poi in Tirolo.

«Quella che sta per iniziare – dice Santini – è l’ottava edizione del Tour of the Alps, che prima prendeva il nome di Giro del Trentino. Da sette anni a questa parte la nostra corsa è considerata uno dei più significativi esperimenti di cooperazione transfrontaliera. La nostra voglia di valorizzare le affinità che esistono tra i popoli ci ha spinti oltre il Brennero, che nel tempo si è trasformato da frontiera a cerniera. Da allora abbiamo scoperto che abbiamo valori comuni non solo sul piano sportivo, ma umano, culturale e storico».

Dal Trentino all’Alto Adige

Il clima del prossimo Tour of the Alps, e della sua essenza, lo si respira grazie al vento freddo che dalle montagne scende a farci compagnia. La neve scende su Riva del Garda, e ci ricorda come questa gara possa essere impegnativa, ma sempre circondata da panorami unici. Per riallacciare il filo con l’edizione passata si deve fare un salto indietro di sette mesi, a quando lo spagnolo Juan Pedro Lopez si impose su Ben O’Connor e Antonio Tiberi. Le salite dell’Euregio ci avevano consegnato le ambizioni di un giovane Valentin Paret-Peintre, l’audacia di Giulio Pellizzari e la maglia bianca di Antonio Tiberi. Tutte firme che poi abbiamo ritrovato al Giro d’Italia qualche settimana dopo.

Si riparte quindi da dove ci eravamo lasciati: dal Trentino. Con la prima tappa che inizia con un giro ad anello nel territorio delle Dolomiti Paganella. Partenze e arrivo da San Lorenzo Dorsino con una frazione di 148 chilometri. Il giorno dopo subito la fatica più grande di questi cinque giorni: da Mezzolombardo a Vipiteno. 178 chilometri e ben 3.750 metri di dislivello che porteranno il gruppo in Alto Adige.

Alto Adige e Austria

Da sud verso nord, un cammino rapido che in soli cinque giorni porta i corridori e la corsa dal Trentino all’Austria. Il raccordo è unico: la bicicletta e il turismo, senza confini. L’obiettivo negli anni è stato abbattere i muri e le differenze linguistiche per arrivare a costruire un evento che è uno spot per il ciclismo. 

Le rimanenti tre tappe faranno gola ad attaccanti e scalatori. La terza frazione, che si snoderà nel cuore dell’Alto Adige, toccherà la vetta più alta di questa edizione, con i 1.748 metri del Passo Furcia. In 145 chilometri si partirà da Vipiteno per arrivare poi a San Candido. Per concludere le loro fatiche, i corridori, dovranno sconfinare in Austria, dove con un breve trasferimento arriveranno a Sillan, per pedalare fino a Obertilliach. In questa tappa di 160 chilometri si toccherà la quota maggiore, con i 1.753 metri della salita che porta a Misurina, non etichettata come GPM. Il gran finale sarà opera della città di Lienz. Nella quale con un breve ma esplosivo giro ad anello si metterà la sigla sulla corsa. 

La caratteristica distintiva del Tour of the Alps sono le salite che in pochi chilometri portano il gruppo in quota
La caratteristica distintiva del Tour of the Alps sono le salite che in pochi chilometri portano il gruppo in quota

Tante salite, due soli GPM 

Al Tour of the Alps siamo abituati a vedere il gruppo con il naso rivolto all’insù, verso le cime che circondano e uniscono le diverse valli. Nella sua 48ª edizione la corsa dell’Euregio affronterà tante ascese, alcune delle quali fanno parte della storia di questa manifestazione. Altre, invece sono inedite. 

L’organizzazione ha scelto di selezionare due soli salite per ogni tappa da etichettare come GPM, ma questo non vuol dire che le difficoltà altimetriche siano limitate. I 14.700 metri di dislivello, poco meno di 3.000 metri a frazione sgraneranno il gruppo, e incoroneranno il migliore degli scalatori, o il più audace degli attaccanti.

Una delle particolarità del Tour of the Alps è che ci sono pochissimi trasferimenti, una cosa davvero gradita dalle squadre e dai corridori. Altra caratteristica unica di questa corsa sono i percorsi: con tappe lunghe ma mai oltre i 200 chilometri e salite impegnative. Insomma la giusta palestra per arrivare al meglio al Giro d’Italia.

Tour of the Alps: viaggio in 5 tappe sulle strade dell’Euregio

21.11.2023
6 min
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Autunno, tempo di presentazioni. Così oggi a Milano è stato sollevato il velo sul Tour fo the Alps, giunto alla 47ª edizione: corsa che, come poche altre, è capace di coniugare sport e turismo. Ancora una volta infatti il racconto del territorio è stato proposto con pari dignità rispetto al racconto delle tappe, a conferma che questo sport può trovare una seconda giovinezza nella collaborazione con le regioni in cui si svolge.

Il prossimo anno la corsa parte da Egna. Si passa poi per due giorni in Austria con i traguardi di Stanz e Schwaz. E si conclude in Valsugana a Borgo Valsugana e Levico Terme. Nel mezzo, come detto, i territori dell’Euregio (Tirolo, Alto Adige e Trentino) mostrati e animati nelle loro bellezze e le particolarità che li rendono unici. Forte del nuovo accordo con Infront, quest’ultimo aspetto avrà un momento di grande risonanza proprio grazie alla Bike Experience voluta proprio da Infront per spiegare l’evento e sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di interesse generale, che culmineranno nell’ultima giornata con una pedalata alla presenza di alcuni grandi testimonial.

Architetture, culture, tradizioni cucite con il filo magico del ciclismo: questo è il Tour of the Alps
Architetture, culture, tradizioni cucite con il filo magico del ciclismo: questo è il Tour of the Alps

Il percorso

Come di consueto e vista l’orografia dei territori attraversati, la corsa sarà vivace e ancora una volta si atterrà alla regola scolpita dal GS Alto Garda: solo tappe brevi e stuzzicanti. Ciò consentirà nuovamente agli atleti dei 20 team partecipanti di esprimersi al meglio senza che siano bloccati dallo spauracchio dei 200 chilometri.

Leggendo le carte della corsa, si parte dalle coltivazioni della Strada del Vino dell’Alto Adige. Si passa poi in Tirolo nella bassa valle dell’Inn. Si finisce in Valsugana con l’inedita Strada dei Baiti, versante molto impegnativo del Passo del Vetriolo. Totale di 709,3 chilometri (141,8 la lunghezza media delle 5 tappe), con 13.250 metri di dislivello.

TappaDataPartenza-ArrivoDistanzaDislivello
1ª tappa(15/4)Egna-Cortina sulla Strada del Vinokm 133,3mt 2.069
2ª tappa(16/4)Salorno-Stanskm 189,1mt 2.510
3ª tappa(17/4)Schwaz-Schwazkm 127mt 2.360
4ª tappa(18/4)Laives-Borgo Valsuganakm 141,3mt 3.830
5ª tappa(19/4)Levico Terme-Levico Termekm 118,6mt 2.490

L’Alto Adige

Come già accennato in precedenza, ci si muove su tre territori ben distinti ciascuno dalle sue prerogative. L’Alto Adige ha da tempo eletto la bicicletta a destinazione privilegiata, Bolzano è una vera capitale delle due ruote e i servizi per ciclisti non mancano. Il progetto Alto Adige Pedala spinge nel senso della mobilità dolce.

La Bikemobil Card, ad esempio, si può richiedere in tutta la Provincia di Bolzano e permette di prendere autobus, treni e di accedere a punti di noleggio che ci trovano lungo la linea ferroviaria.

La rete ciclabile del fondovalle misura 600 chilometri, con 1.900 percorsi a misura di mountain bike e tutti i passi dolomitici e alpini a disposizione degli amanti della bici da corsa. Il territorio è anche attraversato da alcune delle direttrici più rinomate, come la Via Claudia Augusta, la Monaco-Venezia e la ciclabile a lunga percorrenza Eurovelo 7, che unisce in un unico profondo respiro Capo Nord a Malta.

In parallelo si distinguono i percorsi cicloturistici a tema, come i Wine and Bike, che uniscono il ciclismo all’enogastronomia.

Si attraversano zone montuose che ad aprile possono ancora presentarsi così (foto Tour fo the Alps)
Si attraversano zone montuose che ad aprile possono ancora presentarsi così (foto Tour fo the Alps)

Il Tirolo

La corsa entrerà in Tirolo attraverso il passo del Brennero. E anche se i corridori non avranno probabilmente modo di rendersene conto, entreranno in una regione maestosa quanto a possibilità per il cicloturismo. Si parla di 6.400 chilometri di percorsi per mountain bike (il solo Bike Trail Tirol ne misura 1.000), 330 chilometri di single track, 1.000 chilometri di percorsi cicloescursionistici.

Per chi ama la bici da strada, la proposta delle “Great Rides” è un invito a nozze. Si tratta infatti di 10 itinerari di grandi dislivelli, viste panoramiche e discese da grandi… manici. Anche qui non mancano eventi, manifestazioni e la possibilità di scoprire la gastronomia e i celebri dolci della tradizione austriaca.

La sicurezza è da sempre un puntiglio e un fiore all’occhiello del Tour of the Alps (foto Mattia Finotto)
La sicurezza è da sempre un puntiglio e un fiore all’occhiello del Tour of the Alps (foto Mattia Finotto)

Il Trentino

Il Tour of the Alps 2024 si conclude in Valsugana, territorio già avvezzo ad ospitare eventi e gare, ma che questa volta offre scorsi inediti alla corsa e di riflesso a chi vuole servirsene per esplorare la regione.

La Valle dei Mocheni, con il doppio passaggio a Palù del Fersina farà entrare la corsa in un mondo a parte: celebre per la cultura che risente della minoranza tedesca, che si insediò nei primi anni del 1300 quando vi giunsero dalla Boemia i canopi, minatori specializzati che sfruttavano le risorse locali e per questo non ebbero mai buoni rapporti con le popolazioni locali. La valle è costellata di baite, masi e gruppi di case sparse, senza un vero centro abitato di riferimento. Un trionfo della natura, dove l’opera dell’uomo è riconoscibile nell’allevamento e nell’agricoltura. Palù del Fersina, il centro di riferimento, sorge a 1.360 metri di quota.

Tra i fornitori ufficiali, l’Acqua Eva, che sgorga ad alte quote (foto Svoboda Jaroslav)
Tra i fornitori ufficiali, l’Acqua Eva, che sgorga ad alte quote (foto Svoboda Jaroslav)

I partner

In questo microcosmo fatto di bellezza, economia e natura, il vero capolavoro degli organizzatori sta nell’aver coinvolto sponsor locali. Marchi come Melinda, la Cassa Centrale Banca, SPORTLER e Autostrade del Brennero, i vini della Val di Cembra e l’Acqua Eva, cui sono affiancati da anni Alé, Vittoria e Suzuki.

I prossimi passi saranno la definizione delle squadre (fra le 20 previste al via, circa la metà sarà WorldTour) e altre iniziative che saranno messe in campo grazie alla collaborazione con Infront.

Le strade e gli iscritti del Tour of the Alps 2021

18.04.2021
5 min
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Se è vero che per anni si è raccontata la Tirreno-Adriatico come la corsa d’Italia con il parterre più importante dopo il Giro, questa volta il Tour of the Alps non è davvero da meno e vanta un elenco iscritti di assoluto prestigio alla vigilia del Giro d’Italia con qualche sguardo il direzione del Tour. Come quando si chiamava Giro del Trentino e i big venivano a fare le prove di squadra e gambe.

Da Pinot a Vlasov, passando per Fabbro e Simon Yates, Pozzovivo e Ardila, Bardet e Hindley, Froome e Quintana, De Marchi e Conti, le sole assenze di peso ma dettate da motivi inoppugnabili sono quelle di Vincenzo Nibali ed Egan Bernal, entrambi alle prese con ben noti problemi fisici che si spera possano consentirgli di arrivare in forma alla grande partenza di Torino.
E allora, in attesa di raccontarvi le storie della corsa, ecco il suo percorso che si annuncia severo e spettacolare.

Prima tappa: Innsbruck

Si inizia subito in salita. Pendenze lievi disegnate per incoraggiare la fuga, almeno fino a quando la strada raggiunge Vipiteno. A quel punto, dopo aver risalito dolcemente le vallate dell’Isarco, l’ascesa si fa leggermente più impegnativa lungo i tornanti del Brennero. Dal confine, una discesa tutta da pedalare condurrà alle porte di Innsbruck, dove i corridori affronteranno un circuito di due giri con la salita di Axams, la stessa affrontata durante la cronosquadre dei mondiali 2018. L’ultimo scollinamento, a 18 chilometri dal traguardo, potrebbe rilevarsi un ottimo trampolino. Distanza di 142,8 chilometri, dislivello 1.950 metri.

Prima tappa, Bressanone-Innsbruck: 140,6 km, dislivello 1.950 metri
Prima tappa, Bressanone-Innsbruck: 140,6 km, dislivello 1.950 metri

Seconda tappa : Feichten

Dislivello superiore ai 2.500 metri tutti concentrati nella seconda parte di una frazione che si apre con circa 50 chilometri pianeggianti. Prima salita fino ad Arzl im Pitztal, il paese del fuoriclasse dello sci Benni Raich. Successivamente, dopo una breve discesa, si sale ancora verso Piller Sattel. Discesa e stessa cima, ma da un versante più duro. Si attacca da Fliess, con lo scollinamento a circa 21 chilometri dall’arrivo. Gli ultimi 11 condurranno al traguardo in salita di Feichten, che dai meno 6 ai meno 3 ha pendenze superiori al 12 per cento. Distanza di 121,5 chilometri, dislivello 2.640 metri.

Seconda tappa, Innsbruck-Feichten im Kaunertal: 121,5 km, dislivello 2.640 metri
Seconda tappa, Innsbruck-Feichten im Kaunertal: 121,5 km, dislivello 2.640 metri

Terza tappa: Naturno

Si parte da Imst con un breve circuito che porta alla prima salita di giornata fino ai 1.559 metri del Piller Sattel. Veloce discesa e si inizia a salire verso il Passo Resia: strada larga, qualche galleria e lunghi rettilinei. Più impegnativi saranno semmai i 10 chilometri di stradine che risalgono la Val Venosta per portare il gruppo nella zona di Frinig. Discesa molto tecnica, poi resterà l’asperità di Tarres. Salita breve ed esigente a 18 chilometri dal traguardo di Naturno, ideale per colpi di mano. Distanza di 162 chilometri, dislivello 2.290 metri.

Terza tappa: Imst-Naturno, 162 km, dislivello 2.950 metri
Terza tappa, Imst-Naturno: 162 km, dislivello 2.950 metri

Quarta tappa: Valle del Chiese

La tappa più lunga è anche la più dura, in cui secondo Thibaut Pinot si farà la classifica. Il circuito che porta fuori da Naturno è subito in salita e propone il primo Gpm di giornata ai 1.706 metri del tunnel di Passo Castrin, tetto del Tour of the Alps. La lunga discesa porta in Val di Non in direzione Dimaro, per poi risalire verso Passo Campo Carlo Magno: 1.000 metri di dislivello in quasi 14 chilometri. Salita successiva nella zona di Tione ed è lo strappo di Selle Giudicarie. Finale col botto sull’inedita salita di Castel Condino verso Boniprati: 10 chilometri di strada… verticale che si concludono a 7 chilometri dal traguardo di Pieve di Bono. Distanza di 168,6 chilometri, dislivello 3.880 metri.

Quarta tappa, Naturno-Valle del Chiese/Pieve di Bono, 168,6 km, dislivello 3.880 metri
Quarta tappa, Naturno-Valle del Chiese/Pieve di Bono: 168,6 km, dislivello 3.880 metri

Quinta tappa: Riva del Garda

Pochi chilometri, ma terreno per attacchi. Se si escludono i primi 20 completamente pianeggianti, infatti, il resto è fatto di salite e strappi. La prima asperità sarà l’ascesa panoramica di Selle Giudicarie. Seguono la salita di Passo Duron (6,4 chilometri al 7,9%) e il Valico del Ballino. Raggiunto il traguardo di Riva per la prima volta, mancheranno gli ultimi 40 chilometri del Tour of the Alps. Un circuito di due giri con la salita di Pranzo (8,5 chilometri al 6%). Dall’ultimo scollinamento mancheranno solamente 12 chilometri al traguardo di Piazza Garibaldi, la maggior parte dei quali in discesa. Distanza di 120,9 chilometri, dislivello 2.230 metri.

Quinta tappa: Valle del Chiese-Riva del Garda, 120,9 chilometri, dislivello 2.330 metri
Quinta tappa, Valle del Chiese-Riva del Garda: 120,9 chilometri, dislivello 2.330 metri

La carovana si sta già radunando a Bressanone. Fra oggi e domattina tutti saremo sottoposti a tampone in un apposito triage e solo dopo aver superato il Covid test si potrà ritirare l’accredito, qualsiasi sia il proprio ruolo in corsa. Manca davvero poco. Nei prossimi giorni vi racconteremo le storie del Tour of the Alps 2021 e i suoi approfondimenti, cercando di andare a fondo nelle cose stando alla larga dalla sola apparenza.