Wellens, promessa matenuta. E adesso la Liegi

09.02.2021
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Con una previsione centrata in pieno, nei giorni del ritiro della Lotto Soudal, Tim Wellens aveva detto che quest’anno gli sarebbe piaciuto partire subito forte. Non voleva ripetere il debutto sfortunato del 2020, quando a causa di un problema fisico non era riuscito a correre la Parigi-Nizza. Con l’Etoile de Besseges vinta in apertura, il belga ha centrato l’obiettivo e si lancia verso una stagione in cui cercherà di dare un tocco di completezza al suo palmares. Trent’anni a maggio, ha vinto brevi corse a tappe, come il BinkBank Tour e il Tour de Pologne. Ha vinto tappe al Giro e alla Vuelta. Eppure quando parla, ogni volta dice che la sua ambizione è vincere una grande classica, lasciando intuire lui per primo di non essere pienamente soddisfatto.

Nella crono finale di Ales, con arrivo in salita, Wellens si è ben difeso da Kwiatkowski
Nella crono finale di Ales, si è ben difeso da Kwiatkowski
E’ così anche quest’anno?

Non potrebbe essere altrimenti (sorride, ndr). Sono ancora convinto di poter vincere una grande classica. E’ il mio grande obiettivo. Non credo che sarò mai felice solo con vittorie di tappe dei grandi Giri. Sono bei risultati, ma non mi bastano.

Una classica a caso?

Direi di sì, ma anche no… Tante mi si addicono. Potendo scegliere, vorrei che fosse in Belgio. Che fosse un monumento. E siccome quella che più mi piace è la Liegi-Bastogne-Liegi, se potessi scegliere, vorrei proprio lei: la Doyenne!

Eppure le due tappe alla Vuelta hanno salvato il tuo 2020…

E’ stato un anno speciale per tutti, difficile per tutti. Non credo si possano fare paragoni con altre stagioni passate e spero di non doverne vivere un altro simile. Se fosse stato un anno normale, guardando quelle due vittorie, avrei pensato a un magro bilancio. Invece quei due successi mi hanno permesso di affrontare l’inverno con la testa giusta.

Già in ritiro, Wellens aveva detto di voler partire forte: missione compiuta
In ritiro Wellens aveva detto di voler partire forte
Vale a dire?

Se chiudi male la stagione, hai mille rimpianti e non riesci a riposarti davvero. Invece aver chiuso con il dolce in bocca per me ha significato entrare nell’inverno con la consapevolezza che va tutto bene. 

Come è stato il tuo inverno?

Veloce. Sono stato per 8-9 giorni senza bici. So che altri corridori staccano molto più a lungo, ma a me dopo quel tempo viene il desiderio fortissimo di ricominciare. Sono ripartito bene e, avendo finito così tardi con la Vuelta, alla ripresa la mia condizione era già buona. Non ho cambiato molto. Ho tutto chiaro in testa ora, i miei obiettivi e come raggiungerli.

Di quali obiettivi parli?

Il primo momento chiave sarà all’Omloop Het Nieuwsblad. Poi c’è il grosso punto di domanda della Parigi-Nizza, che ha un bel percorso. Ma non potrei correre la Strade Bianche e mi dispiacerebbe. Poi andrò alle classiche fiamminghe e le ardennesi, con il dubbio se fare o meno la Freccia Vallone in vista della Liegi. Invece nell’estate sarò al Tour de France e solo quello. Penso che un grande Giro vada più che bene.

Sul podio finale, Wellens ha preceduto Michal Kwiatkowski, a sinistra, e Nils Politt
Podio finale, Wellens con Kwiatkowski, a sinistra, e Politt
Non dici nulla del mondiale in Belgio, per giunta dalle tue parti?

Durante il ritiro in Spagna sono venuti a trovarmi i tecnici della nazionale per parlarne. Il percorso è bello e tutti i belgi vorrebbero partecipare, compreso me. Vedremo cosa dicono i direttori sportivi, perché abbiamo una grande chance di vincere con Wout Van Aert, per cui per il momento la mia posizione potrebbe essere quella di esserci per supportate la nazionale.

Pensi che sarà una grande festa come il Fiandre?

Covid permettendo, sarà molto di più. Mi viene da pensare alla partenza del Tour da Bruxelles. Un’atmosfera diversa, una settimana di gente da tutto il mondo e di allenamenti con la maglia della nazionale sulle strade del Paese. Vedremo dopo il Tour in quale modo potrò arrivarci bene, ma quasi certamente mi avvicinerò senza fare la Vuelta.

Un giorno da Ganna su strade da Liegi

07.02.2021
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«Con i miei occhiali – sembra dirgli Puccio nella foto di apertura, dopo la tappa che sembrava una Liegi – ti vengono i superpoteri, forse dovrei farteli pagare».

Li tengo ancora per un giorno, pensa invece Ganna, guardando il libro della corsa: oggi c’è la crono. E se non ci pensa lui, di sicuro l’avrà fatto Matteo Tosatto, che guida il team Ineos Grenadiers all’Etoile de Besseges e la sua mano si vede. Le coincidenze non esistono, basta rileggere la storia recente della squadra, dal Giro in avanti. Basta leggere le parole di Tosatto e poi quelle di Moscon. E basta sentire Ganna…

«L’obiettivo era stare vicino a Kwiatkowski e aiutarlo – ha detto Pippo – ma abbiamo visto che c’era la possibilità di andare in fuga e Kwiato ha detto: “Ok, senza problemi”. Ho mantenuto la motivazione per arrivare al traguardo e negli ultimi 10 chilometri ho preferito andare da solo per non dover rispondere a tutti quegli scatti. Al traguardo ero davvero contento».

Perché tirare? Meglio andare via. E infatti Ganna si infila nella fuga. Un’altra borraccia e via
E infatti Ganna si infila nella fuga. Un’altra borraccia e via

Occhiali bianchi

Bastava guardarlo in faccia. In realtà sarebbe bastato guardarlo in faccia al mattino, con il ghigno da furbino dietro gli occhiali bianchi rubati all’amico Puccio. Li aveva usati anche al Giro nelle tappe in cui c’era da far fatica, dai Laghi di Cancano fino anche a Sestriere, come se guardando il mondo con gli occhi del gregario più forte, anche la fatica fosse meno scomoda. Su quel percorso da piccola Liegi sarebbero serviti.

La guerra degli scatti lo snerva, meglio andarsene
La guerra degli scatti lo snerva, meglio andarsene

Nibali cresce

Il raduno di partenza a Rousson aveva tinte diverse. Quella opaca della Bora-Hansgrohe che aveva appena ricevuto la notizia di Sagan positivo al Covid. E quella di un timido ottimismo alla Trek-Segafredo, con Nibali in crescita giorno dopo giorno.

«La tappa di ieri – diceva andando alla partenza – era l’ideale per una fuga. Ho fatto un paio di allunghi per portare via la fuga, anche se poi non ci siamo riusciti. E’ la prima corsa della stagione, c’è sempre il dubbio di come potrai stare, ma finora le mie condizioni sono buone e sento che sto diventando più forte giorno dopo giorno».

Da solo al traguardo: Ganna a Saint Siffret, come a Camigliatello Silano
Ganna da solo, come a Camigliatello Silano

Il tocco del Toso

La tappa che avrebbe portato a Saint Siffret era una piccola Liegi, senza neanche un metro di pianura. E quando un tecnico esperto come Tosatto vede simili altimetrie, avendone incontrate certamente tante in vita sua, sa che la cosa migliore è lasciar lavorare gli altri. Del resto, Kwiatkowski non aveva niente da difendere, se non un quarto posto in classifica a 48 secondi da Wellens. E allora piuttosto che tenergli attorno la squadra, se qualcuno avesse avuto la chance di andarsene, avrebbero lasciato volentieri ad altri il compito di tirare.

Pippo, sembrava la Liegi, guarda che bel lavoretto hai fatto: «Bello, no?»
Pippo, guarda che bel lavoretto hai fatto: «Bello, no?»

Strana crono

Oggi, con la crono dallo strano arrivo in salita, il gioco sarà diverso. Kwiato, se ne avrà, potrà lottare per vincere e recuperare il gap da Wellens. Mentre Ganna potrà mettere alla prova le sue attitudini da cronoman e l’amicizia non certo nuova con la salita. Chi lo ha seguito nei primi anni, di certi dettagli si era già accorto.

I complimenti di Thomas: al Giro non aveva potuto farglieli
I complimenti di Thomas: al Giro non aveva potuto farglieli

«In classifica sono a quasi 3 minuti – ha detto – va bene. La tappa è stata super, vedremo se con la crono riuscirò ad arrivare più vicino ai primi e se in futuro la classifica potrà essere un obiettivo, magari in una corsa con meno salite. Per il momento voglio finire bene qui».

La crono finale parte e arriva ad Ales, con percorso cittadino. Sono 10,7 chilometri con l’arrivo in salita: si sale negli ultimi 2,5 chilometri. Dislivello di 236 metri, con il tratto più duro tra il 9° e il 10° chilometro