Raccagni Noviero, chili in meno e tanta voglia di emergere in più

Raccagni Noviero, chili in meno e voglia di emergere in più

11.10.2025
5 min
Salva

C’è chi le classiche italiane le colleziona, come Isaac Del Toro e chi le corre comunque da protagonista, come Andrea Raccagni Noviero. Non sono tanto i risultati colti dal genovese, che pure ha sfiorato il podio alla Coppa Bernocchi, quanto alla maniera autoritaria con cui le ha interpretate, dando seguito a una seconda parte di stagione nel complesso molto positiva, nella quale sta mostrando confortanti progressi.

In partenza per la Cina, dove disputerà il Tour of Guangxi con in tasca già il contratto per la prossima stagione, Raccagni Noviero ammette che qualcosa è cambiato: «Diciamo che rispetto soprattutto alla prima metà stagionale, adesso sono molto più nel vivo della corsa. Ho raccolto negli ultimi due o tre mesi un bel po’ di top 10, molto meglio rispetto a prima».

Andrea Raccagni Noviero è al suo terzo anno alla Soudal ed ha il contratto fino al 2027
Andrea Raccagni Noviero è al suo terzo anno alla Soudal ed ha il contratto fino al 2027
Ti sei sbloccato col quarto posto nella tappa al Giro di Polonia?

Io andrei anche oltre, a dopo la Roubaix. L’avevo finita anche se non come avrei voluto e poi ho avuto qualche giorno più tranquillo e un periodo un po’ più lungo per prepararmi. Avevo in mente già da un po’ di cambiare. Avevo sempre la sensazione che quel tipo di gare, le classiche dove tirare e fare l’ultimo uomo non fosse lo schema ideale per me, dove poter dare il 100 per cento e quindi anche parlando col preparatore, col nutrizionista, da lì abbiamo iniziato a lavorare su un altro tipo di caratteristiche. Quelle appunto delle gare italiane, delle corse a tappe di una settimana. Ho iniziato a maggio a perdere un po’ di peso, a fare intervalli un po’ più lunghi di allenamento, a lavorare più sulla soglia invece che sulle volate.

Questo a che cosa ti ha portato?

Innanzitutto ho avuto bisogno di tempo, sono andato in altura a San Pellegrino con la squadra e già vedevo che lavoravo meglio. Poi sono andato in altura da solo e sono arrivato al Giro di Polonia che ero già, rispetto alla Roubaix, un altro corridore, con qualche chilo in meno. Le sensazioni, soprattutto in salita, erano completamente diverse.

Il genovese si è messo bene in luce nelle classiche italiane, andando spesso in fuga, con 2 Top 10
Il genovese si è messo bene in luce nelle classiche italiane, andando spesso in fuga, con 2 Top 10
Tu hai mantenuto poi quel regime alimentare e quel peso da allora?

Sì, ho lavorato su quella base. C’è voluto un po’ di tempo. Ho avuto i miei periodi dove ero un po’ più tranquillo, ho perso peso ma non mi è mai pesato troppo. Anche ora che siamo a fine stagione ho sempre un’alimentazione molto controllata. Il mio peso forma ora è di 70 chilogrammi, almeno 5 meno di prima.

In questa seconda parte di stagione si sono visti due Andrea diversi. Il primo che faceva classifica e che si è piazzato bene anche nelle classifiche, come per esempio in Slovacchia, il secondo che attaccava a tutto spiano nelle classiche di un giorno. Qual è quello che ti rispecchia di più?

Diciamo che è ancora un po’ presto per dirlo perché sto lavorando su questi aspetti da pochi mesi. Sicuramente per fare classifica devo crescere ancora tanto, adesso posso limitarmi a farla in queste gare un po’ di secondo livello come appunto in Slovacchia, ma credo che se non se non fossi ritirato perché avevo il Covid anche in Polonia avrei potuto fare bene e già era un livello molto più alto. Comunque per il tipo di caratteristiche che ho, credo che gli sforzi un po’ più lunghi e controllati mi favoriscano un pochettino rispetto per esempio alle gare italiane che sono molto nervose e quindi a livello di muscolatura le soffro un po’ di più, soprattutto se sono tanti giorni attaccati come adesso.

In Slovacchia Raccagni Noviero si è scoperto uomo da classifica, finendo 7° e 2° tra i giovani
In Slovacchia Raccagni Noviero si è scoperto uomo da classifica, finendo 7° e 2° tra i giovani
All’Agostoni e alla Bernocchi hai fatto due Top 10 attaccando da lontano e la cosa colpisce perché rispecchia un po’ il nuovo spirito che la Soudal dovrebbe avere dal dal prossimo anno…

Sì, la squadra perdendo Remco ha l’intenzione di tornare alle origini, anche con gli acquisti che hanno fatto, come Stuyven e Van Baarle. L’intenzione è quella di puntare forte sulle classiche, anche perché abbiamo Paul Magnier che è sicuramente uno dei più grandi prospetti per quel tipo di corse. Io cercherò di specializzarmi un po’ di più su questo tipo di percorsi, dove dobbiamo attaccare perché quando ti confronti con squadre come la UAE che hanno sempre un leader molto forte, devi inventarti qualcosina di diverso.

D’altronde il discorso classiche si sposa un po’ a te. Tu lo scorso anno sei stato addirittura sul podio alla Gand-Wevelgem di categoria. E’ un teatro di gara che a te piace?

Cercherò di valutare il prossimo anno perché quest’anno ho fatto tanto pavé a inizio stagione, ma era anche un periodo che non andavo fortissimo, per cui non mi sono trovato molto bene. Avrò l’occasione di riprovarci l’anno prossimo, spero con una gamba diversa come ho in questo finale di stagione, per capire appunto se posso dire la mia o magari provare anche qualche gara nelle Ardenne dove non ho mai corso.

Il ligure sarà impegnato al Tour of Guangxi, dove vorrebbe mettere a frutto la sua ottima forma attuale
Il ligure sarà impegnato al Tour of Guangxi, dove vorrebbe mettere a frutto la sua ottima forma attuale
Tu adesso parti per la Cina, vista la gamba che hai avrai libertà di movimento?

In Cina su sei tappe, almeno in quattro si prospetta la volata e noi abbiamo Magnier, per cui si lavorerà per lui, per provare a vincere più tappe possibili. Nelle due un po’ più impegnative dovrei avere la possibilità di muovermi come voglio. Sono in una buona condizione da tanto tempo, quindi spero di non calare e trovare degli altri risultati, ma se non dovesse accadere sono abbastanza tranquillo e non vedo già l’ora di potermi preparare al meglio per la prossima stagione.

Prime pedalate, dieta e progetti: il diario di Masnada

03.12.2023
8 min
Salva

«Abbigliamento invernale – scrive Masnada – gambe indolenzite, battiti alle stelle, sensazioni di ipoglicemia dopo una sola ora di allenamento, salite di 2 chilometri che sembrano infinite: ecco il riassunto delle prime uscite su strada. Sono il solo?».

Con queste parole il bergamasco ha salutato i suoi follower su Instagram alla ripresa degli allenamenti. Fausto viene da due anni storti, fra il Covid e soprattutto i problemi al soprasella, risolti con un intervento chirurgico, che lo hanno costretto a rinunciare prima ancora di averci provato. Per cui se da un lato c’è da aspettarsi che abbia voglia di spaccare il mondo, dall’altro vederlo alle prese con i disagi di chiunque rimonti in bici dopo un lungo periodo senza allenarsi lo rende molto umano. E questo fa crescere la voglia di approfondire il discorso. 

Dopo il Giro di Ungheria di metà maggio, Masnada è tornato in gara a Plouay a inizio settembre
Dopo il Giro di Ungheria di metà maggio, Masnada è tornato in gara a Plouay a inizio settembre

I problemi alle spalle

Il rientro in gruppo dopo tre mesi senza corse, da maggio a settembre, gli ha fatto capire che quei problemi sono alle spalle. Per cui ora, avendo cura che tutto sia a posto, dal fondello alla posizione in sella, la preparazione è ripresa con la giusta gradualità. Ma è vero dunque che anche i professionisti soffrono?

«Quando si riprende – sorride – le sensazioni sicuramente sono di fatica. Alla fine sono stato fermo più o meno 24 giorni e il corpo dimentica subito che sei un atleta di alto livello. Dopo due, tre settimane ti sembra veramente di ripartire da zero. E allora te lo dici anche. “A fine stagione ero in uno stato di condizione super e bastano tre settimane per ritrovarsi a fare una fatica così assurda?”. Però, già dopo 15 giorni si riprende a pedalare discretamente, anche se il lavoro per ritornare a una condizione ottimale è davvero lungo».

Non c’è niente di meglio di un caffè prima di partire: alla ripresa, l’alimentazione cambia (foto Instagram)
Non c’è niente di meglio di un caffè prima di partire: alla ripresa, l’alimentazione cambia (foto Instagram)
Qual è la sensazione più negativa?

Proprio quella di salire in bicicletta, tornare alla posizione classica e pensare che non sia la tua. Non ho toccato niente nelle misure, è come l’ho lasciata, ma quando ci sono salito non sembrava la solita bici. Non ero comodo. Sembra quasi che non sei più capace di guidarla. Sembra che qualcuno abbia toccato l’altezza della sella e del manubrio. Sembra tutto sfasato. In realtà è questione di abitudine, di come il corpo si adatta a ogni cambiamento. Però la sensazione più brutta è proprio questa.

E poi c’è l’aspetto psicologico? Il cervello ricorda come facevi certe salite, ma le gambe non ce la fanno…

Sì, assolutamente. Sono coinvolte tutte le sensazioni. I battiti sono alti. Ti sembra di non andare avanti. Fai fatica sulle salite che solitamente usi per fare riscaldamento e di colpo ti sembrano impegnative. Proprio capisci di non essere in condizione e di essere ripartito da una fase zero. E sai che devi far fatica.

Cosa dice la bilancia?

Difficilmente d’inverno mantengo il peso che ho a fine stagione. Quest’anno dopo l’ultima corsa ero molto magro, per cui diciamo che 3 chili e mezzo li ho messi tutti. Ma per perderli il cammino sarà lungo, questo è un passaggio molto importante.

Ventesimo al Lombardia, nel finale di stagione Masnada aveva ritrovato una buona condizione
Ventesimo al Lombardia, nel finale di stagione Masnada aveva ritrovato una buona condizione
E’ bene che il ritorno al peso forma sia un processo lungo?

Sì, perché se perdi 3 chili e mezzo in due settimane, vuol dire che hai fatto qualcosa di non sano e salutare. In questa fase si lavora sulla forza, si sta in palestra e si gettano le basi, per cui è giusto mangiare normalmente. E’ giusto allenarsi bene, fare delle tabelle di lavoro in cui aumenti gradualmente i carichi di lavoro. Allo stesso tempo, allenandoti cala anche il peso. Alla fine si ingrassa perché dal bruciare 3-4.000 calorie al giorno, si sta in spiaggia per tutto il giorno e se ne bruciano 2.000. E poi si mangia peggio, anche come genuinità dei cibi.

Per cui il dimagrimento deve essere integrato con il ritorno della condizione?

Non sono le tre settimane che influenzano una stagione. Più che altro è importante come mangi da quando ricominci. La strategia attraverso cui perdi peso è molto mirata e calcolata anche nei tempi, con il supporto del dietologo della squadra. Lui conosce il nostro storico, conosce i nostri dati e ci imposta la dieta. Può anche succedere che nel primo mese non si perde neanche un chilo, però si pareggiano le calorie assunte con quelle bruciate, mantenendo lo stesso peso.

E quando si svolta davvero?

Quando si valuta che si è fatto un mese in cui abbiamo lavorato parecchio sulla forza in palestra, non allenandosi per 30 ore a settimana, perché siamo ancora nella fase iniziale. Concluso questo periodo, si cambia marcia e magari iniziamo a togliere 3-400 kilocalorie al giorno, per arrivare alla prima gara che abbiamo già perso un chilo e mezzo. Sarà necessario aver eliminato i chili di troppo per l’appuntamento più importante. La questione del perdere peso è diventata molto studiata e mirata.

L’ultima gara 2023 è stata la Japan Cup, insieme ad Alaphilippe e Knox, chiusa al 14° posto
L’ultima gara 2023 è stata la Japan Cup, insieme ad Alaphilippe, chiusa al 14° posto
Nel momento in cui risali in bicicletta, c’è anche una svolta nell’alimentazione?

E’ il momento in cui comincio a dare più importanza alla qualità del cibo. Nella prima fase non sono uno che già pesa gli alimenti o guarda le quantità. Comunque inizio una dieta sana ed equilibrata. So per esperienza a quante calorie corrispondano più o meno le porzioni, ma sono ancora nella fase di ripresa dal periodo delle vacanze. Per cui ho ricominciato a mangiare sano e in base agli allenamenti che faccio. Quando poi mancherà un mese alla prima corsa oppure inizierò ad allenarmi molto di più, allora anche l’alimentazione diventerà più precisa.

C’è qualche alimento che comunque alla ripresa va eliminato?

I fritti. In vacanza capita di mangiare le patatine o piatti diversi dal solito. Il dolce ancora lo tengo, magari per il giorno in cui faccio tanto allenamento. Però le cose più elaborate e grasse cerco di eliminarle.

In queste settimane che portano al primo ritiro si cerca una condizione che permetta di reggere il lavoro tutti insieme?

Il ritiro non è una gara. Per quanto mi riguarda, sarà importante arrivare pronto alla prima gara. Il ritiro di dicembre è un avvicinamento, ma comunque molto dipende dai programmi. Noi arriveremo in Spagna e avremo i primi tre giorni per fare le foto e le varie attività per gli sponsor e la squadra. Solo successivamente inizieremo ad allenarci, però essendo consapevoli che siamo a dicembre e non siamo ancora a un mese dalle corse.

Masnada ha sempre fatto parte del gruppo Evenepoel, ma il suo avvio di 2024 sarà diverso (foto Instagram)
Masnada ha sempre fatto parte del gruppo Evenepoel, ma il suo avvio di 2024 sarà diverso (foto Instagram)
Quindi come si lavora?

Ci alleniamo comunque, facciamo le nostre 3-4 ore. Andiamo in palestra. Lavoriamo gradualmente, seguendo un piano. Non c’è più la moda di andare in ritiro e fare 30 ore a settimana. Siamo a dicembre, non avrebbe senso. Bisogna pianificare il lavoro. Ma è chiaro che nessuno arriva al ritiro senza allenamento, perché tutti hanno ricominciato la preparazione. Tutti stanno seguendo a casa le proprie tabelle, però non c’è assolutamente nessuna sfida. Si farà il primo test, ma è un test che serve per avere dei parametri su cui allenarsi dal primo mese e fino al ritiro di gennaio. Sono solo valutazioni dello stato attuale di condizione, sapendo che c’è tutto il tempo per lavorare e arrivare alle corse con una buona forma.

A dicembre si guarda anche la posizione in sella, per poi non toccarla più?

La squadra ci dà la libertà di andare dal proprio biomeccanico, io avrò un check definitivo settimana prossima. Così porterò le misure in ritiro e i meccanici potranno iniziare a preparare le bici per la prossima stagione. Mi appoggio ancora a Vedovati, che mi conosce da sempre e gli lascio fare l’ultima verifica, però lavoro con il Centro Salute Integrata. Lo ha aperto da poco il mio osteopata di sempre, che collabora con un biomeccanico di Terni, che viene su a Bergamo proprio per farci il posizionamento in bicicletta. Hanno sistemi avanzati. Ad esempio la videoanalisi e un macchinario che misura la pressione in sella in base ai vari spostamenti e alle misure del bacino, permettendo di modificare dettagli minimi che possono fare la differenza in un’attività di endurance come la nostra.

Con la squadra avete già fatto un team building in Belgio, come è andata?

C’era una bella atmosfera, nonostante 11 ragazzi abbiano cambiato squadra. E’ arrivato un bel gruppo di 5-6 giovani, molto svegli e molto simpatici, con cui abbiamo legato subito. Abbiamo fatto una giornata solo tra noi corridori, in cui lo psicologo ci aveva assegnato delle prove da compiere. In una di queste, dovevamo arrivare a Ostenda con il treno, senza la possibilità di utilizzare i telefoni ed effettuando alcune sfide lungo il percorso. Un team building vero e proprio e secondo me è stato molto bello perché abbiamo parlato direttamente con le persone, senza essere distratti dal telefono. E’ stata una cosa molto intelligente.

Nel mini ritiro di novembre in Belgio, Masnada ha avuto modo di legare con Moscon (foto Instagram)
Nel mini ritiro di novembre in Belgio, Masnada ha avuto modo di legare con Moscon (foto Instagram)
Come hai visto Moscon?

Veramente motivato. Alla fine ho passato più tempo con lui che con gli altri, perché essendo italiano c’è sempre più affiatamento. Una sera siamo rimasti con Cattaneo, Bramati e lui a chiacchierare dopo cena ed è stato bello, perché Gianni è una bella persona, alla fine è un buono. Si era un po’ perso per una serie di motivazioni, però è un atleta di talento, quello che ha vinto non l’ha inventato. Il motore ce l’ha e i numeri li ha. Secondo me servirà dargli un po’ di fiducia e che lui torni a credere in se stesso. Mi ha fatto una bella impressione e anche lui è tornato a casa contentissimo.

Invece che cosa vogliamo per Fausto Masnada dal 2024?

Sicuramente che torni a fare una stagione ad alti livelli da febbraio fino a ottobre. Non voglio più avere problemi di salute, vorrei semplicemente riuscire a fare il mio lavoro senza nessun inghippo. Quando riesco a lavorare bene, i risultati arrivano e l’ho sempre dimostrato. Vengo da due stagioni veramente catastrofiche ed era difficile trovare sempre una giustificazione, però davvero non stavo bene. Credo che avrò un calendario leggermente diverso da Remco, soprattutto nei primi mesi della stagione. Se poi mi schiereranno al Tour per aiutarlo nel suo grande obiettivo di stagione, sarò super contento di andare. Ma voglio tornare ad alto livello, quella sarà la prima cosa.

Perdere (tanto) peso nel modo giusto: risponde il dottor Giorgi

18.10.2023
5 min
Salva

Dover perdere, peso, sei chili e magari doverlo fare anche in poco tempo. Un caso simile, che ci serve solo come spunto, ha riguardato qualche tempo fa Thomas Pesenti. Il suo direttore sportivo, Roberto Miodini, ci aveva raccontato come, una volta individuato il problema, che tra l’altro non era legato ad un semplice sovrappeso o a scarsa serietà da parte del ragazzo, si fosse messo sotto per risolvere la questione.

Il dottor Andrea Giorgi, medico della Green Project Bardiani CSF, tra l’altro anche medico della Beltrami Tsa di Pesenti, ci spiega come si lavora in questi casi.

Andrea Giorgi, medico e preparatore, della Green Project-Bardiani
Andrea Giorgi, medico e preparatore, della Green Project-Bardiani
Dunque dottor Giorgi, il corridore deve perdere del peso, una buona dose di peso. Scontato dire che debba mangiare di meno, e allora come si fa? 

Prima di tutto si fa una valutazione della composizione corporea, vale a dire di come si è fatti. Quindi da come è composto il proprio peso: quantità di grasso, muscoli, acqua, ossa… Ed è meglio farla a fine stagione, quando i corridori sono ancora abbastanza in forma. Questa è una misurazione che preferisco alla semplice percentuale di grasso.

Perché?

Perché la sola percentuale di grasso è una valutazione limitata e non adeguata per gli atleti. Sono percentuali create per le persone… normali, ma per gli atleti è diverso. E per questo a me piace lavorare con un sistema più anglosassone, vale a dire la somma dei millimetri delle pliche nei vari punti corporei. Quindi sommando i millimetri della plico sull’addome, sul polpaccio, sulla coscia… un corridore ha un totale di 45 millimetri – sono numeri a caso – e un’altro di 30. Questi sono dati oggettivi, con riferimenti nella popolazione ciclistica professionista che inoltre possiamo confrontare durante la stagione.

Mentre la parte muscolare come si misura?

Con la bioimpedenziometria o Dexa. Ed è un dato importante perché è la massa metabolicamente attiva che influenza prevalentemente la prestazione. Se un atleta è in sovrappeso e deve perdere 4-5 chili ha di fronte a sé un lavoro importante. Ricordo infatti che per perdere un chilo di grasso bisogna avere un deficit energetico di 7.000 calorie. Ma bruciare 7.000 significa creare un deficit calorico molto grande nell’arco della giornata o della settimana. 

Col ciclismo di oggi è sempre più importante arrivare alla ripresa della preparazione col peso ideale
Col ciclismo di oggi è sempre più importante arrivare alla ripresa della preparazione col peso ideale
Ma questo non significa che se brucio 7.000 calorie magari con un allenamento mega lungo, brucio un chilo di grasso, perché ci sono anche gli altri nutrienti, giusto?

Esatto. Per questo è molto difficile. Tutte le diete, da quella del minestrone a quella della carota, hanno il comune denominatore del deficit calorico, ma bisogna trovare il giusto equilibrio fra i macroelementi, le vitamine… in base a quello che si deve fare. Per questo è molto importante dimagrire d’inverno e non nel pieno della stagione. A dicembre dovresti essere già pronto. Anche perché poi quando si parla d’inverno tutto questo tempo non c’è. Molti corridori hanno a disposizione un mese e mezzo visto che a metà gennaio già corrono. 

Ci spieghi meglio…

Se sono nel pieno della stagione o anche della preparazione come fai a togliergli del cibo? Per allenarti bene, anche alle alte intensità, devi mangiare e mangiare i carboidrati. Se non mangi non ti alleni forte, favorisci il catabolismo (perdita di muscolo, ndr) e vai anche in overtraining.

E quindi come si fa? Come si fa a perdere 5-6 chili senza perdere il muscolo?

Soprattutto da questo momento dell’anno in poi, in cui non si gareggia o non ci allena troppo, bisogna ridurre le calorie nell’arco della giornata. In questo periodo si tende a svolgere allenamenti lunghi e a bassa intensità dove la richiesta energetica da parte degli zuccheri è limitata in favore dei grassi. Ci sono tecniche dietetiche dove si mangiano le proteine come fonte energetica durante l’allenamento a bassa intensità e di lunga durata, in modo da preservare la massa muscolare e favorire la perdita di grasso. Di certo meglio un’uscita di cinque ore con le proteine che cinque ore senza mangiare niente. E’ molto importante fare tutto ciò sotto supervisione medica. Il grasso produce ormoni e modificando la sua quantità si creano nuovi equilibri metabolici. 

Il tema dei carbo è molto delicato se si deve dimagrire. Specie se si è già nella fase intensa della preparazione
Il tema dei carbo è molto delicato se si deve dimagrire. Specie se si è già nella fase intensa della preparazione
Posto che ci sono tantissime variabili, come la quantità di peso da perdere, il soggetto, l’età… ma si può dare una stima della velocità della perdita di peso senza perdere watt, cioè muscoli?

Direi un chilo a settimana al massimo, se si vuol restare in salute e allenarsi bene. Quindi dai tre ai quattro chili al mese.

Come si fa?

Per esempio, mangiare i carboidrati soprattutto dopo l’allenamento o a colazione, prima di uscire. Evitare i picchi glicemici e chiaramente controllando i carboidrati. Si può arrivare a riduzioni drastiche, ma per un periodo molto limitato e sotto monitoraggio medico. Oggi poi c’è quasi il problema opposto. In corsa, soprattutto gli atleti dei top team, sono abituati a mangiare grandi quantità di carboidrati. C’è chi ha superato i 120 grammi l’ora. Ma è necessario. Per questo torno a dire che è importante, importantissimo, arrivare all’inizio della stagione già col peso giusto, perché poi è molto difficile calare e un adeguato allenamento dell’intestino a utilizzare certe quantità di zuccheri. Se prendi tutti quei carbo ogni ora anche due chili diventano un problema. 

Due chili di troppo a inizio stagione: cosa si fa?

15.02.2023
4 min
Salva

Capita sempre meno che un corridore si presenti a inizio stagione con paio di chili di troppo. E nel ciclismo di oggi si sa quanto è difficile se anche un solo tassello non è al suo posto. Basta pensare ai 7,3 watt/chilo espressi da più di qualche atleta alla Valenciana pochi giorni fa. Certi numeri se non sei al top non li fai.

Tuttavia qualche caso c’è. Possiamo garantire che due atleti di un team italiano che dovevano essere in Argentina, per delicatezza non facciamo i nomi, non sono partiti in quanto fuori col peso.

Come spesso accade ad accompagnarci in questo “viaggio alimentare” è Laura Martinelli, nutrizionista della Jayco-AlUla. I suoi corridori li monitora costantemente e la sua prima risposta ci dà l’ennesima prova di quanto sia cambiato oggi il ciclismo.

Laura Martinelli è la nutrizionista del team australiano
Laura Martinelli è la nutrizionista del team australiano
Laura, dunque, cosa succede se un corridore si presenta alla vigilia della prima gara stagionale con un paio di chili di troppo?

In realtà è molto improbabile che oggi possa accadere con tutta la pianificazione che c’è alle spalle. Gli atleti sanno da fine novembre, inizio dicembre al massimo, quando inizieranno a correre. E se succede, bisogna capire cosa non ha funzionato dall’offseason in poi. E proprio questo periodo sempre più ridotto aiuta a limitare lo sbalzo di peso.

Hai parlato di pianificazione, ma c’è anche un certo monitoraggio, immaginiamo.

Esatto, c’è un costante monitoraggio da remoto e per questo la “doccia fredda” dei due, tre chili di troppo al momento del via è improbabile. Gli atleti sono monitorati su base giornaliera, neanche settimanale. E se dovesse succedere che qualcuno non è in linea col peso, si cambia il programma e magari inizia più in là.

Quindi due chili sono davvero tanti oggi per presentarsi alle corse?

Di base sì. Poi è chiaro che dipende anche dalla struttura del corridore di cui si sta parlando. Perché due chili su uno scalatore di 55-60 chili sono una cosa. E due chili su un passista da 75 ne sono un’altra.

Con due chili di troppo non si è competitivi. Se si deve dimagrire in fretta è stravolta anche la preparazione di rifinitura (foto Jayco-AlUla)
Con due chili di troppo non si è competitivi: per dimagrire in fretta si stravolge la preparazione di rifinitura (foto Jayco-AlUla)
E se i programmi non si possono cambiare e il corridore è atteso ad esempio alla Vuelta a Andalucia, che parte giusto oggi?

Per come lavoro io, dico che quel che è fatto è fatto. Alla peggio l’atleta si presenta in gara con i due chili di troppo. Di certo non lo vado a stravolgere in corsa, rischio di fare un danno muscolare, specie se poi parliamo di una breve corsa a tappe. Discorso invece un po’ diverso se si tratta di un grande Giro. In quel caso cerco di sfruttare le prime due settimane per essere okay nella terza, limando qua e là. Perché comunque è un “lavoro di fino.”

Ragioniamo per assurdo, siamo a dieci giorni dal debutto stagionale e il corridore in questione si porta dietro quei 2-3 chili di troppo. Cosa fai?

Per prima cosa mi confronto con il preparatore e insieme stiliamo il programma settimanale. Un programma che in linea di massima sarà più orientato sul volume che non sull’intensità. Si mette in atto una strategia dettagliata: quasi ora per ora. Posso ipotizzare si facciano anche delle sessioni a digiuno. L’obiettivo infatti è arrivare al peso forma non in dieci giorni ma in sette, otto per lasciare all’organismo i restanti due o tre giorni per recuperare.

Chiaro, comunque è uno stress…

Quei due giorni servono all’atleta per ritrovare il suo equilibrio. E poi anche perché in questo periodo che fa più freddo se mangia poco o è così al limite aumenta il rischio di ammalarsi. E’ un equilibrio molto delicato.

Se si deve dimagrire in extremis è molto importante dosare i carboidrati, specie nel post allenamento
Se si deve dimagrire in extremis è molto importante dosare i carboidrati, specie nel post allenamento
E a tavola come fai?

Premesso che generalizzare è difficile, è certo che bisogna creare un deficit calorico giornaliero, ma guai a banalizzare questo concetto. Bisogna stare molto attenti soprattutto ai carboidrati. Si deve stare molto al limite: darne meno, ma non troppo pochi. Per riuscire in questa “missione” bisogna stare a stretto contatto con il corridore. Bisogna essere minuziosi, dettagliati, chirurgici.

Alla fine il rischio è quello che dimagrendo troppo in fretta, si “mangi” il muscolo. Almeno una volta si diceva così…

Esatto e per questo è molto importante gestire il prima e il durante l’allenamento. Queste due fasi si affrontano come se la situazione fosse normale. Cambia la parte dopo, come dicevamo, quella legata al reintegro e ai carboidrati. Io posso perdere anche due chili in due giorni, mangiando pochissimo quando rientro, ma perderò soprattutto liquidi e componente attiva (i muscoli, ndr). Mentre l’obiettivo è perdere quella passiva (il grasso).

Celiachia nel ciclismo: patologia diffusa più che mai

27.01.2023
5 min
Salva

Nel mondo del ciclismo si parla molto della patologia del diabete. Una squadra internazionale, la Novo Nordisk, ha svolto un compito basilare nello sfatare molti tabù al riguardo. Ha dimostrato che gli atleti diabetici possono tranquillamente competere con i ciclisti “normali” (e usiamo le virgolette appositamente, perché sul tema della normalità ci sarebbe tanto da dire…). Molto poco invece si parla a proposito della celiachia, dimenticando che stiamo parlando di una patologia autoimmune che ha una diffusione enorme. Ultimi studi parlano di almeno il 30 per cento della popolazione che è quantomeno predisposto a questa patologia.

Il tema è emerso a proposito di Raul Baldestein (in apertura), corridore della Cycling Café che recentemente ha conquistato la vittoria nel Giro delle Regioni di ciclocross. Il corridore romano era un prospetto molto interessante a livello giovanile, finché da junior non gli venne diagnosticata la celiachia. Da allora Baldestein ha vissuto 3 anni di anonimato sportivo, senza riuscire a ottenere più risultati perché non riusciva a trovare la giusta alimentazione. Quando dal punto di vista della dieta ha iniziato a risolvere il problema il suo livello sportivo è tornato a crescere. Ora la sua parabola è in decisa ascesa.

Il dottor Giorgi, da quest’anno alla Green Project Bardiani
Il dottor Giorgi, da quest’anno alla Green Project Bardiani

La giusta alimentazione

Per molti versi il caso di Baldestein è esemplare: quando viene diagnosticata la celiachia, ci si trova di fronte a un problema dalla complicata soluzione. Bisogna trovare la giusta alimentazione che permetta di fornire al fisico tutti gli elementi di cui ha bisogno per funzionare al meglio senza però utilizzare quelle sostanze che il fisico ha dimostrato di non poter assumere. Per saperne di più abbiamo contattato il medico sportivo Andrea Giorgi, in forza alla Green Project Bardiani Faizané.

«Gli ultimi studi – spiega Giorgi – hanno dimostrato che in chi fa sport la possibilità di conclamazione della celiachia è maggiore. Questo sia per fattori di stress che per maggior impegno fisico. Per un ciclista la gestione di una simile patologia non è semplice, perché sappiamo benissimo che i cereali sono alla base dell’alimentazione atta a fornire il “carburante” necessario agli impegni prestativi.

I principali sintomi provocati dalla celiachia, molti comuni ad altre patologie (foto CDI)
I principali sintomi provocati dalla celiachia, molti comuni ad altre patologie (foto CDI)

Una sintomatologia particolare

«I problemi che la celiachia provoca sono diversi. Si va dall’infiammazione intestinale con tutte le sue conseguenze alla riduzione del ferro nel sangue, come anche di vitamine essenziali come la vitamina D. E’ fondamentale quindi trovare la giusta alimentazione sostitutiva per permettere al fisico di non subire danni derivanti dall’assunzione di sostanze con glutine ma anche di avere comunque il giusto sostentamento allo scopo di avere prestazioni all’altezza».

In questo senso le difficoltà a cui è andato incontro Baldestein hanno ragion d’essere: «La giusta alimentazione si trova attraverso una continua sperimentazione. Essa richiede tempo, considerando poi che ogni caso è a sé. Questo principio d’altronde vale un po’ per tutti, ogni persona ha una sua propria costituzione metabolica e fisica. Ad esempio c’è chi preferisce e trova maggior profitto dall’assunzione di pasta e chi dal riso. Lo stesso vale per i celiaci, che devono sostituire simili sostanze con altre. Esse potranno essere ad esempio le patate, la quinoa o altro, ma sempre sperimentando. E questo va fatto soprattutto in allenamento, trovando la giusta combinazione».

La celiachia danneggia l’epitelio intestinale con gravi disfunzioni per il corpo (foto Gettyimages/Stockphoto)
La celiachia danneggia l’epitelio intestinale con gravi disfunzioni per il corpo (foto Gettyimages/Stockphoto)

Gli esami necessari

Come scoprire di essere celiaci? Si parte innanzitutto dai sintomi, ma attenzione, perché questi possono essere comuni anche a molte altre patologie, soprattutto nell’ambito ciclistico: «Gonfiore addominale o perdita di peso possono avere varie cause per un ciclista. Il problema è che molti attribuiscono questi e altri sintomi ad altre cause, non pensano di avere la celiachia. Serve una diagnosi corretta, dopo una serie di esami».

Quali sono gli esami più comuni? «Si parte da quelli del sangue affiancando alla classica routine quelli di particolari anticorpi e autoanticorpi come la transglutaminasi anti-tissutale (tTGA), gli anticorpi anti-edomisio (EMA) e gli anticorpi antigliadina (AGA). Se i livelli sono superiori alla norma, il paziente è probabilmente celiaco e si procede a ulteriori esami, partendo da quelli per eliminare la possibilità di eventuali allergie alimentari. La risposta definitiva si avrà attraverso una biopsia dell’epitelio intestinale».

La quinoa può essere un valido sostituto a pasta e riso (foto mangiaconme.it)
La quinoa può essere un valido sostituto a pasta e riso (foto mangiaconme.it)

Una dieta non per tutti…

La celiachia non va presa alla leggera, ma è sbagliato anche pensare che una dieta apposita faccia bene anche a chi celiaco non è e a tal proposito Giorgi racconta un interessante spunto.

«Questa moda era iniziata a diffondersi anni fa – racconta – quando molti adottavano una dieta senza glutine pensando che a prescindere facesse bene. Vennero fatti studi specifici e batterie di test dando a tutti la stessa dieta, celiaci e non, scoprendo che poi la sintomatologia variava statisticamente in maniera minima. I sintomi come il gonfiore intestinale possono avere varie cause. Io in 10 anni avrò avuto 2-3 casi di ciclisti celiaci proprio perché di fronte a sintomi così comuni prima si guarda ad altre cause che nella quasi totalità dei casi si indovinano».

Resta comunque un principio: anche chi ha la celiachia può tranquillamente svolgere un’attività sportiva al massimo livello, esattamente come un diabetico: «Possono insorgere anche altri sintomi più specifici come problemi alla tiroide o rush cutanei se non si adottano le giuste misure, ma trovando la dieta più adatta le prestazioni possono essere comunque di elevato livello. Esattamente come gli altri, quelli “normali”».

Natale e cenoni: caccia ai falsi miti della dieta

06.12.2022
6 min
Salva

Siamo di nuovo prossimi alle festività Natalizie, giornate che si condividono a tavola così come in sella alla bicicletta e per molti la difficoltà sarà proprio nel bilanciare le due (in apertura, foto Pianeta Design). Per evitarvi inutili sensi di colpa, lunghi ed estenuanti allenamenti compensativi o l’ennesima dieta fai da te, con tante speranze e promesse, ho raccolto qualche suggerimento per rispondere a dubbi e sconfessare le metodiche sbagliate che vedevo fare a molti durante i miei allenamenti invernali.

Saltare i pasti non serve

Nonostante alcuni potrebbero considerarli un metodo per lavarsi la coscienza, i comportamenti compensativi non sono la soluzione ad un’alimentazione fatta di eccessi. Studiando nutrizione ho imparato che è possibile gestire la propria dieta anche nel periodo delle festività, senza compromettere la preparazione invernale né sacrificare completamente la socialità. Inoltre ricordatevi che l’eccezione di una cena particolarmente abbondante non influisce sul vostro peso.

Le Feste sono occasione di cenoni e riunioni a tavola: bisogna… gestirsi (foto Aspettando Natale)
Le Feste sono occasione di cenoni e riunioni a tavola: bisogna… gestirsi (foto Aspettando Natale)

Alimentazione e distanze

L’idea che se non mangio dimagrisco abbaglia molti ciclisti che si avventurano in allenamenti lunghi e senza mangiare specialmente nel periodo delle festività. Non è proprio così, sebbene in nutrizione generalizzare sia veramente difficile. Vi sono tantissimi fattori che possono condizionare l’apporto energetico e le tempistiche di assunzione del rifornimento durante l’allenamento. Potremmo dire che tendenzialmente in un allenamento lungo e fatto ad un’intensità inferiore alla zona 2, con l’obiettivo di dimagrire, potrebbe essere necessario ingerire circa la metà rispetto a quanto assunto per un allenamento della stessa durata, ma al massimo dello sforzo

Personalmente mi piaceva molto consumare barrette con una quantità di grassi e qualche fibra in più come quelle di frutta secca oleosa, specialmente nella prima metà dell’allenamento, mantenendo poi comunque un buon supporto energetico con carboidrati fino alla fine.

Non è sempre facile capire esattamente di quanto ciascuno di noi abbia bisogno per ottimizzare l’allenamento e raggiungere i propri obiettivi. La cosa migliore è sempre rivolgersi ad uno specialista, che darà una dieta personalizzata con indicazioni sull’assunzione di carboidrati all’ora, a seconda dell’intensità e della durata dell’allenamento stesso. 

La frutta secca oleosa, in natura o in barrette, è un ottimo supporto nella prima metà dell’allenamento
La frutta secca oleosa, in natura o in barrette, è un ottimo supporto nella prima metà dell’allenamento

Low-carb o digiuno

Sono due tipologie di allenamento particolari: la low-carb spesso è confusa per la dieta chetogenica, ma non è così. E’ un tipo di allenamento che non si può ripetere quotidianamente ed è consigliato ad alcuni professionisti che necessitano di migliorare la propria intensità soglia, alla quale il corpo consuma principalmente grassi, con l’obiettivo di preservare le riserve di energia per il finale di gara. L’allenamento a digiuno invece per me era troppo stressante, una vera e propria penitenza. Ho rischiato pure di svenire un paio di volte in doccia. 

Come potete ben capire sono due tecniche che non sono adatte a tutti e nemmeno praticabili a qualsiasi età. Per questo devono essere consigliate da specialisti capaci di valutare l’anamnesi del soggetto e monitorare l’andamento con strumenti precisi. 

Nel fai-da-te spesso il risultato pare essere il dimagrimento, ma in realtà si va incontro a un calo di peso associato alla perdita di muscolo. Il ridotto apporto energetico può indurre infatti il fisico in uno stato di catabolismo che comporta l’utilizzo di massa magra per ottenere energia, aumentando significativamente anche lo stress fisico. 

alimentazione
Saltare i pasti e ricorrere a diete estrema fa scendere il peso, ma rischia di intaccare il muscolo
alimentazione
Saltare i pasti e ricorrere a diete estrema fa scendere il peso, ma rischia di intaccare il muscolo

Mangiare dopo l’allenamento

Se non avete la necessità di un recupero rapido, un buon pasto equilibrato a pranzo è la soluzione ideale per mente e fisico. In genere nel piatto dovranno esserci carboidrati, preferibilmente a medio-basso indice glicemico, una porzione di proteine e dell’olio extra vergine d’oliva come condimento a crudo.

I professionisti hanno spesso bisogno di alternare i sapori, a me per esempio piaceva particolarmente preparare qualcosa di originale per il pranzo post distanza, così il giorno prima, mi mettevo all’opera con delle farine alternative (quinoa, castagne o grano saraceno ad esempio) per fare la pasta fresca, a volte anche ripiena. Al ritorno dalla distanza il pranzo era così presto pronto con la pasta fresca che cuoce in 3-4 minuti e che condivo con del ragù, anch’esso fatto in casa con carne trita di bovino non molto grassa, o con un sughetto di verdure, abbinando poi un piccolo secondo proteico. In alternativa puntavo su del riso con legumi accompagnati sempre dalle immancabili verdure di stagione.

La pasta fresca fatta cuoce rapidamente: ideale per il pranzo post allenamento (foto Ricette dal mondo)
La pasta fresca fatta cuoce rapidamente: ideale per il pranzo post allenamento (foto Ricette dal mondo)

Rientro nel pomeriggio

La distanza vera, in inverno, è però nelle ore più calde con un rientro a casa nel tardo pomeriggio. In questo caso nell’attesa della cena, una soluzione interessante può essere bere un thè o una tisana e mangiare un frutto con dello yogurt greco bianco, fonte di proteine utili per il recupero muscolare, muesli d’avena e cioccolato fondente o frutta secca. Se dopo una merenda di questo tipo avete ancora molta fame, allora probabilmente l’apporto energetico prima e durante l’allenamento non è stato adeguato. Anche in questo caso, non è sufficiente mangiare di più dopo, ma per ottimizzare allenamento e dieta, dovrete trovare la soluzione più adatta a voi.  

Idratazione 

Nonostante il freddo anche in inverno si suda e proprio perché si percepisce meno la sete, il rischio di disidratarsi è alto. Per gli allenamenti lunghi nella borraccia thermos preparavo una tisana, che per riuscire a berla calda la dovevo per forza finire nelle prime due ore, assicurandomi così di avere il tempo per riempire la borraccia almeno una volta prima di arrivare a casa. In ogni caso per monitorare i liquidi persi durante l’allenamento, potete controllare la perdita di peso tra prima e dopo, questa non dovrà mai essere superiore al 2% del vostro peso. 

Una merenda con yogurt greco e frutta ideale al rientro, se si esce a cavallo del pranzo (foto GialloZafferano)
Una merenda con yogurt greco e frutta ideale al rientro, se si esce a cavallo del pranzo (foto GialloZafferano)

Il consiglio finale 

La soluzione per la dieta più adatta difficilmente è semplice, universale e poco faticosa. Una dieta bilanciata con quantità leggermente inferiori al dispendio energetico e sgarri sporadici abbinati all’allenamento è solitamente efficace nella perdita di peso, perché è sostenibile con continuità e non comporta uno stress eccessivo per il fisico. Anche in questo caso, tuttavia, per trovare il corretto bilanciamento è meglio fare affidamento su uno specialista, che saprà valutare la qualità e quantità di alimenti che meglio si adattano a ciascuno, monitorando con strumenti specifici i risultati ottenuti con la dieta.

Alimentazione invernale e i rimedi di una volta

22.11.2022
6 min
Salva

Una volta quando arrivava l’inverno i vecchi adagi suggerivano di prendere una spremuta d’arancia. O mangiare verdure di stagione. O ancora di mandare giù un cucchiaino di pappa reale. Erano i “rimedi della nonna”, soluzioni empiriche, soluzioni di chi non aveva altro, mettiamola come ci pare, ma che un fondamento lo avevano eccome. Ci si chiede se nel ciclismo tecnologico attuale tutto ciò ha ancora senso?

Erica Lombardi, dietista dell’Astana Qazaqstan e di molti altri atleti, ci accompagna in questo viaggio che come vedremo è molto meno scontato di quel che possa sembrare. Dietro i rimedi della nonna c’è una sapienza enorme ancora molto valida.

L’Astana in allenamento. D’inverno i corridori bruciano di più. Un po’ di carboidrati non dovrebbero mai mancare nei loro muscoli
L’Astana in allenamento. D’inverno i corridori bruciano di più. Un po’ di carboidrati non dovrebbero mai mancare nei loro muscoli

Costruire la base

«Prima di dire se la spremuta d’arancio sia ancora valida – inizia la Lombardi – è necessario fare un preambolo. E cioè che siamo in inverno e l’inverno è la fase della costruzione, della base.

«Dopo l’off-season c’è chi ha mollato anche a tavola e sente il bisogno di tornare ad avere un’alimentazione funzionale. Magari è anche ingrassato un po’ e vuole dimagrire e farlo velocemente. Così pensa a chissà quali diete particolari, vuol bruciare le tappe».

Sono molti i corridori, di tutte le età, che fanno richieste particolari. Ecco dunque delle diete sbilanciate, diete che in primis vanno a ridurre drasticamente i carboidrati.

«Io spesso faccio fare dei diari alimentari in cui si annota tutto, ma proprio tutto, ciò che si mangia durante il giorno, comprese la calorie vuote (bevande gasate, lo zucchero in quei due-tre caffè…), e noto che in tanti pensano: “Non corro, non mi servono i carboidrati”. Non è così.

«Adesso quando in bici 3 ore è come se ne facessero 5 d’estate, sono meno allenati e hanno anche un’altra capacità lipidica e glicolitica. Il fisico brucia di più. Sì, si può anche prendere energia dai grassi e dalle proteine, ma è un processo lungo e non sempre fruttuoso. In questo caso soprattutto i carboidrati hanno una funzione anche anabolica naturale».

«Quindi okay alle diete, ma fatte con intelligenza e nel rispetto dei tempi. Ricordandoci, come ho detto all’inizio, che questo è il periodo della costruzione».

Bresaola e limone: il connubio perfetto per assumere ferro in modo naturale
Bresaola e limone: il connubio perfetto per assumere ferro in modo naturale

Semplicità della natura

I rimedi della nonna in tal senso sono utili per più motivi: primo perché si rifanno a cibi semplici e in teoria più sani e poi perché sono facili da reperire ed eventualmente da preparare.

«Ripetibili, semplici ed efficaci: queste sono le direttrici degli alimenti per l’inverno. La spremuta d’arancio contiene vitamina C. Questa in formato sintetico (l’integratore) potrebbe anche essere più assorbibile, però anche in un periodo tranquillo ci si ritrova ad ingerire cose industrialmente elaborate. E si contribuisce alla cultura della pastiglia».

 

«Idem per l’assunzione del ferro. C’è una dieta, la “Tredici-Jacoponi-Arcelli”, che per l’assunzione del ferro punta molto sui cibi che ne contengono in quantità come la bresaola, il polpo… associati agli agrumi. Anche a delle spremute. In questo modo se ne assume molto di più e in modo del tutto naturale. Ed è una dieta scientificamente dimostrata».

La frutta secca è preziosa in inverno. Una volta addirittura veniva usata per le farine, su tutte quella di castagna
La frutta secca è preziosa in inverno. Una volta addirittura veniva usata per le farine, su tutte quella di castagna

Prevenzione

Alimentarsi in questo modo, assicura la Lombardi è anche un ottimo viatico nel segno della prevenzione dai malanni di stagione. «La natura – afferma la dietista – ci dà ciò che ci serve in quel momento. 

«La frutta contiene enzimi che agiscono a livello metabolico e aiutano il sistema immunitario. Cibi come gli agrumi, la melagrana ad esempio sono antiossidanti eccezionali e contengono molta vitamina C».

C’è poi tutta la parte relativa alla frutta di stagione. Anche questi erano alimenti preziosi in passato.

«Le castagne o i kaki per esempio li definisco carboidrati dall’albero – dice la Lombardi – analizzando la loro composizione, soprattutto le castagne ne contengono moltissimi. Varia molto come vengono mangiate: bollite, fresche, sul fuoco… più si asciugano e più la quantità di carboidrati aumenta in percentuale. Cento grammi di castagne fresche contengono circa 35 grammi di carbo, se invece sono secche ne contengono 62. In pratica come un piatto di pasta. Pertanto bisogna stare attenti.

«E qui torna il discorso del diario, su cui annotare tutto. Questo strumento che dà consapevolezza di ciò che si mangia».

La melagrana fornisce tanta vitamina C ed è un super antiossidante
La melagrana fornisce tanta vitamina C ed è un super antiossidante

Proteine e grassi

Ma d’inverno non servono solo vitamine o carboidrati. Magari è il periodo della palestra e quindi anche la parte proteica ha il suo peso. Come detto siamo in costruzione e per costruire le fondamenta servono un po’ tutti i “materiali”.

«Un altro dei rimedi vecchio stile è lo zabaione – va avanti la dietista – L’uovo fa parte delle proteine nobili. Magari anziché fare lo zabaione con lo zucchero meglio metterci della stevia o del succo d’agave.

«Le proteine possono essere assunte anche con lo yogurt o con del kefir che contribuiscono all’equilibrio gastrico e immunitario».

«Se si fa la pasta va bene anche un piatto con la ricotta e la noce moscata (le spezie, vedi noce moscata e curcuma sono ideali per il sistema immunitario). Con la ricotta si va a sostituire il Parmigiano che viene mangiato tutto l’anno».

Per quanto riguarda i grassi (ma non solo quelli) ci sono poi le noci, uno dei frutti simbolo della stagione autunnale-invernale.

«Contengono grassi, ma sono sempre “dall’albero”. Tuttavia bisogna stare attenti. Fanno bene perché hanno tanti nutrienti preziosi come gli omega-3, per esempio, ma hanno anche parecchie calorie».

Prepararsi le barrette in casa con cereali e frutta secca può essere un sano passatempo
Prepararsi le barrette in casa con cereali e frutta secca può essere un sano passatempo

Fai da te

Erica Lombardi da sempre ci ha parlato di equilibrio e di un’alimentazione il più naturale possibile. E anche in questo caso mantiene la sua linea. I vecchi rimedi pertanto in questa fase vanno benissimo anche per i corridori, purché ben calibrati nelle quantità e nell’arco della giornata. Puntare su cibi facilmente reperibili è importante, per la qualità della propria alimentazione. 

Prepararsi i cibi da soli (biscotti per la colazione, barrette…) è un ottimo rimedio per prendere consapevolezza di ciò che si mangia e anche per ammazzare il tempo che spesso è il primo traditore. Stando a casa si ha più tempo libero ed è più facile cadere in tentazione. Cucinare il più possibile consente di mangiare cibi più genuini, scevri da trattamenti industriali-sintetici.