Un giorno ad Herentals dove tutto parla di Van Aert

19.11.2023
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HERENTALS (Belgio) – Capita che in una bella (chiaramente un eufemismo!) giornata d’autunno ci si ritrovi ad Herentals, il paese di Wout Van Aert. Pianura, pianura e ancora pianura. Piste ciclabili ovunque. Un campanile in stile gotico-fiammingo e tutto ordinato in un modo che è quasi irritante!

Ci mettiamo, come molti tifosi, in “pellegrinaggio”, vale a dire alla ricerca della casa di Van Aert. Sapevamo che comunque non lo avremmo incontrato. Wout era in Sud America da Rigoberto Uran. Però questo “gioco” non ha fatto altro che portarci ancora di più nel suo mondo.

Campagna “poco” tranquilla

Herentals, paese di 26.000 abitanti nelle Fiandre Orientali, fa parte della provincia di Anversa. Qui si respira ciclismo, nel raggio di 25 chilometri sono nati non si sa quanti campioni. Due su tutti? Eddy Merckx e Tom Boonen. Ed è la patria del ciclismo anche perché tutti vanno in bici e perché il mito non è solo Van Aert. Herentals è la patria di Rik Van Looy, uno dei tre assieme al Cannibale e De Vlaeminck, che è riuscito a vincere tutti e cinque i Monumenti. Anzi, ad essere pignoli questa è più la patria di Van Looy che di Van Aert. 

Il fuoriclasse della Jumbo-Visma è infatti di Lille, non quella francese, ma un paese omonimo poco distante da Herentals. 

E proprio nelle campagne tra Herentals e Lille, ma in territorio di Herentals, c’è la sua casa. Una bella villa. Assolutamente non esagerata, col giardino e il tetto spiovente. La tranquillità in teoria regna sovrana. Campi di rape, di barbabietole e ampi pascoli.

Quando siamo andati noi, pioveva a dirotto e non c’era davvero nessuno in giro, ma giusto qualche tempo fa Van Aert si era risentito. Aveva chiesto pubblicamente di essere lasciato in pace quando era a casa. «Ogni giorno viene da me qualcuno per autografi, selfie o per propormi questo o quell’evento. Ognuno con una sua storia, una richiesta… Ormai non rispondo più», riportava la Gazet van Antwerp. 

E scatta automatico il paragone con Remco Evenepoel, per molti belgi reo di essersi trasferito in Spagna. La metà dei tifosi ama Remco, l’altra metà decisamente no. Ma tutti tifano Van Aert.

E qui è davvero un Vip, come potrebbe essere un calciatore da noi. 

Si legge della nascita del suo secondogenito. Dell’acquisto di una nuova automobile. Del primo giorno di scuola del primogenito, con tanto di foto di mamma Sarah e papà Wout che lo accompagnano.

Nella patria del ciclocross

Da Lille a Herentals ci sono una dozzina di chilometri, forse meno. Van Aert abita nel mezzo come detto. Qui non c’è davvero lo spettro di una salita, neanche uno “zampellotto”. C’è da chiedersi come faccia questo atleta ad essere tanto forte quando la strada sale. Okay esserci portati, ma un minimo di allenamento, di feeling con le pendenze, servirà pure.

Però recupera in quanto ai percorsi di cross. In questi giorni in Belgio, abbiamo visto una quantità spropositata di nuovi percorsi ciclabili, anche gravel, per quella che è una vera rete ciclistica, e badate bene non abbiamo detto ciclabile, ma ciclistica. Van Aert dunque recupera con una zona particolarmente adatta al cross. 

E’ proprio dietro casa sua infatti che c’è la foresta di Bosbergen. Qui qualche lieve avvallamento c’è… relativamente al cross chiaramente. L’area di Bosbergen-Lichtaart è tutta in sterrato, è una roccaforte per la mtb, il gravel e appunto il ciclocross. Van Aert ha una vera palestra naturale. Ci abbiamo messo in naso: era un tappeto di foglie morte, ma i sentieri promettevano bene. Ci hanno detto che nel weekend è un brulicare di rider di ogni tipo.

Ad Herentals con Van Looy

Nei negozi di bici c’erano i poster di Van Aert. Sul vetro di un ufficio c’era Van Aert. In un grande cartello al centro della piazza che annunciava vari eventi, c’era Van Aert. E lo stesso Wout, ma anche Rik Van Looy, Erwin Vervecken e Sanne Cant, i quattro campioni del mondo della città, comparivano stilizzati su un murales nel quartiere Vest (nella foto di apertura).

Nella piazza centrale, la Grote Markt, di Herentals due anni fa andò in scena una super festa in onore del corridore, al ritorno dal Tour de France. Wout aveva vinto una tappa, la maglia verde ed era stato protagonista assoluto nella prima conquista della Grande Boucle del compagno Vingegaard. Si stima ci fossero quasi 40.000 persone e non tutte riuscirono ad entrare nella piazza.

Sempre in Grote Markt c’è la statuta di Van Looy. Lo hanno ritratto in veste borghese e in anzianità, come per sottolineare che Rik era uno di loro. Non c’era bisogno di metterlo su una bici per dire al mondo che quello era Van Looy e cosa aveva fatto.

Magari un giorno di fronte a Rik ci sarà anche la statua di Wout, come quelle di Peppone e Don Camillo a Brescello. Chissà, anche lui sarà riuscito a mettere nel sacco tutti e cinque i monumenti. O magari il Giro d’Italia.