Per Nizzolo ripetizioni di Sanremo, con “prof” Paolini

18.02.2023
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Con lo scoccare della mezzanotte siamo entrati nei trenta giorni che ci portano alla Milano-Sanremo, la Classicissima di Primavera si correrà il 18 marzo. C’è chi ha già iniziato a percorrere le strade della Liguria. Dove il mare accarezza dolcemente la costa, fermandosi a pochi metri dall’asfalto, teatro della battaglia ciclistica che andrà in atto. Giacomo Nizzolo, guidato dall’amico Luca Paolini ha già iniziato a visionare il percorso (i due sono insieme sulla Cipressa in apertura, foto Instagram/Nizzolo). Rispetto agli anni scorsi cambia solo la partenza, da Abbiategrasso, ma è sempre bene rinfrescarsi la memoria. 

La stagione di Nizzolo è iniziata dalla Vuelta a San Juan
La stagione di Nizzolo è iniziata dalla Vuelta a San Juan

Un amore da Milano a Sanremo

Il corridore della Israel Premier Tech, milanese di nascita come Paolini, la sente vicina a sé questa corsa. E un cerchio sul calendario, in data 18 marzo, Nizzolo lo ha fatto sicuramente.

«Ci tiene particolarmente alla Milano-Sanremo – conferma Paolini – si vede da come la prepara fin dall’inverno. Fare una ricognizione più di un mese prima (i due sono andati a visionare il percorso il 6 febbraio, ndr) è importante. Fa capire come nella testa di Nizzolo questo sia un obiettivo concreto. “Accendere il motore” e muovere le prime pedalate su quelle strade è utile per alzare la concentrazione e fare tutto nel migliore dei modi».

Il milanese della Israel Premier Tech ha preso le misure con le prime volate, per lui due piazzamenti nei primi tre in Argentina
Il milanese della Israel Premier Tech ha preso le misure con le prime volate, per lui due piazzamenti nei primi tre in Argentina
Una ricognizione anticipata, di cosa avete parlato?

Si è parlato davvero di tutto, anche di dove fare i bisogni. Nizzolo conosce bene queste strade, ma serviva fare un recap mentale e dare un occhio al passato.

Da dove siete partiti?

Da Loano, abbiamo fatto due volte la zona dei Capi e poi fino a Sanremo con Cipressa e Poggio. Non è un percorso difficile, la Sanremo è davvero semplice da questo punto di vista. 

La differenza la fanno i chilometri, quasi trecento…

E’ tutto amplificato. Le medie, soprattutto negli ultimi anni, sono elevatissime. Bisogna essere sereni di testa, su una distanza così ampia ogni cosa che fai ha un peso. Devi rischiare di perderla per poi vincerla, ci sono cose che non ha senso fare.

Vent’anni fa Paolini (sullo sfondo) aiutò Bettini a vincere la sua Milano-Sanremo
Vent’anni fa Paolini (sullo sfondo) aiutò Bettini a vincere la sua Milano-Sanremo
Per esempio?

Ricordo che quando correvo ero in Katusha, nel 2015, al mio ultimo anno da professionista, avevo detto alla squadra di non fare il rifornimento fisso a Ovada. Manca così tanto alla fine che si ha tutto il tempo di andare all’ammiraglia per prendere il necessario. Si toglie un pericolo e si evita stress inutile. 

Dove si inizia a fare la corsa?

Dai Capi, senza alcun dubbio. A Capo Berta, l’ultimo dei tre, si dividono i corridori veri dagli altri. La discesa è tortuosa e la velocità si alza tantissimo. Poi si attraversa Imperia, un passaggio tortuoso ed insidioso che tutti vogliono prendere in testa. 

Da quel momento tasche vuote e gambe piene.

Assolutamente. L’alimentazione bisogna curarla prima, dopo i Capi il tempo per mangiare non c’è. Se ti devi alimentare da Imperia in poi vuol dire che hai sbagliato qualcosa.

Nizzolo Sanremo 2022
Nizzolo ha chiuso la Sanremo dello scorso anno al 18° posto. Con una mano fratturata
Nizzolo Sanremo 2022
Nizzolo ha chiuso la Sanremo dello scorso anno al 18° posto. Con una mano fratturata
Quando capisci di stare bene?

Se un corridore è in condizione lo scopre andando avanti con i chilometri, se stai nelle prime posizione quando tutti accelerano vuol dire che la gamba è piena. 

E se invece non ci si sente al 100 per cento?

Un campione impara a gestirsi: nell’utilizzo dei rapporti, delle scie e tante piccole cose.  Nizzolo ne ha corse tante e l’esperienza ce l’ha, può giocare su questi dettagli.

Tu nei hai corse tante, hai imparato tanti segreti da condividere con Nizzolo.

Ho lottato contro tantissimi corridori: Freire, Bettini, Zabel, Sagan, CancellaraNon avevo il loro motore ed ho imparato a centellinare ogni singola energia. Sono arrivato terzo per due volte, ci sono cose che impari e ti tranquillizzano. Ma quello che ho detto a Giacomo potrò dirlo solo dopo la corsa (dice con una risata, ndr). 

La UAE Emirates l’anno scorso aveva una tattica dichiarata fin da Milano: forcing sulla Cipressa
La UAE Emirates l’anno scorso aveva una tattica dichiarata fin da Milano: forcing sulla Cipressa
In una corsa così semplice la carta da giocare è una sola…

Quando fai la tua mossa devi essere sicuro che sia quello il momento giusto. Non puoi permetterti di sbagliare i tempi d’azione.

Hai parlato di passato, la Cipressa è un passaggio importante, lo è sempre stato. 

Bettini aveva provato a fare il forcing sulla Cipressa e l’anno scorso ci ha provato la UAE. Sono dell’idea che Pogacar abbia solo preso le misure, nel 2022 sul Poggio ha sbagliato i tempi, ma ha imparato. Alla Sanremo ogni errore ti fa da insegnante per l’anno successivo. 

Quali altri punti avete visionato?

Ci siamo soffermati su quelli dove è più facile passare, considerando che ci sono dei tratti nei quali devi stare dietro. Non è un Fiandre o una Roubaix dove le strade sono strette e bisogna stare sempre nei primi dieci. Alla Sanremo stai bene se sei in trentesima posizione, quella è la posizione giusta. 

La Sanremo del 2022 ha rappresentato il rientro alle corse per VDP, terzo. Anche lui ha preso le misure per il 2023?
La Sanremo del 2022 ha rappresentato il rientro alle corse per VDP, che ha colto il terzo posto
Meteo permettendo…

Quella è l’unica incognita, le discese della Sanremo sono tortuose e di non facile lettura. E poi una pioggia continua per 300 chilometri contribuisce a scremare il gruppo. Molti corridori con l’acqua si autoeliminano, se hai una buona forza mentale fai la differenza. 

Hai nominato Pogacar, ma con tutti i campioni che girano un velocista come Nizzolo può dire la sua?

Giacomo è un corridore resistente, nel corso degli anni ha perso esplosività aumentando il fondo. Nel 2022 è scollinato con i primi ed è caduto in discesa, ha dimostrato di poter stare con loro. Poi ha un grande spunto veloce e dopo 300 chilometri potrà farlo valere.

Cosa succede se la UAE Emirates attacca fortissimo sulla Cipressa?

18.03.2022
4 min
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Lo scenario che si va delineando in vista della Sanremo ha un doppio svolgimento. Da una parte c’è la solita corsa, quella con i velocisti che tenteranno di opporsi allo scatto sul Poggio. E poi c’è la Sanremo di Pogacar, che sembra volersi inventare un copione tutto suo. La voce secondo cui la UAE Emirates sarebbe al via con una squadra di scalatori e le parole di Tadej nella conferenza stampa finale della Tirreno-Adriatico fanno pensare che lo sloveno non si accontenterà del Poggio. E questo, nel ciclismo iperveloce degli ultimi anni, è di certo un’anomalia. Bisogna andare indietro al 1996 di Gabriele Colombo per trovare una Sanremo decisa da un attacco sulla Cipressa.

L’ultima Sanremo decisa da un attacco sulla Cipressa fu quella di Colombo nel 1996, su Gontchenkov e Coppolillo
L’ultima Sanremo decisa da un attacco sulla Cipressa fu quella di Colombo nel 1996

Attacco sulla Cipressa

Uno che la Sanremo non l’ha mai vinta, ma si chiama Michele perché quando nacque, nel 1970, Michele Dancelli vinse la Classicissima, è il toscano Bartoli. Nelle sue 11 partecipazioni, spiccano due quinti posti: quasi dei capolavori, vista l’allergia alla polvere degli ulivi, che gli impediva di respirare bene nel finale sanremese. Fra i suoi tentativi, è impossibile dimenticare l’attacco con Pantani proprio sulla Cipressa nel 1999, ma anche quello naufragò. Che cosa potrebbe inventarsi Pogacar?

«Lui deve fare la corsa dalla Cipressa – parte deciso Michele – perché è fortissimo, ma sul Poggio ritengo non abbia la strada per fare la differenza. Lassù non levi di ruota Van Aert. Al massimo fai una lunga fila, ma non li stacchi. Ma se la squadra porta tanti scalatori, allora il progetto cambia faccia. Se punti la Cipressa come se ci fosse l’arrivo in cima, allora la corsa esplode».

Bartoli e Pantani attaccarono dalla Cipressa nel 1999: azione spettacolare, ma non organizzata
Bartoli e Pantani attaccarono dalla Cipressa nel 1999: azione spettacolare, ma non organizzata
Perché dici che non avrebbe strada sul Poggio?

Lassù c’è da tenere in conto che la pendenza non è come sul Carpegna e poi c’è vento. Sul Carpegna salivano a 25 all’ora e l’utilizzo dei watt è stato lo stesso per tutti, davanti oppure a ruota. Lo scatto per fare il vuoto sul Poggio devi farlo a 40-45 all’ora e in quel caso chi sta a ruota risparmia tanto. Su un percorso veloce può avere una riserva del 2 per cento, non si va via. Per andare via a quella velocità, serve un margine del 30 per cento, ma parliamo di numeri improponibili.

Nibali però riuscì a farlo…

Nibali si giocò la carta della sorpresa e quando attaccò non si misero subito d’accordo per seguirlo. Nessuno se lo aspettava. Lui invece è Pogacar, appena si muove si apre la caccia. Sarà guardato e se attacca, ha tutto il gruppo a ruota.

Pogacar ha già provato l’allungo sulla Cipressa. Era il 2020, con lui Ciccone
Pogacar ha già provato l’allungo sulla Cipressa. Era il 2020, con lui Ciccone
Meglio la Cipressa?

La Sanremo è una corsa rognosa, ma nessuno ha mai portato una squadra di scalatori per attaccare sulla Cipressa. Col “Panta” facemmo un grande attacco. Partì prima lui e poi io gli andai dietro e diedi il mio impulso, ma fu l’attacco di due corridori isolati. Se invece porti la squadra, allora vuoi fare un attacco organizzato, tenendo poi semmai due uomini di scorta per il Poggio.

Attacco di squadra o azione solitaria dalla Cipressa a Sanremo?

Da solo non può neanche lui. Non è la Strade Bianche, in cui c’è una difficoltà dietro l’altra. Dopo la Cipressa è lunga andare al Poggio. Ma se parte, quelli forti non lo lasciano andare. E se si forma un gruppetto importante, allora è diverso. Ne porta via quattro, magari anche Van Aert (avrei detto Alaphilippe se non si fosse ammalato) e allora la storia cambia. Perché dietro ci sarebbero meno squadre per tirare…

Van Aert non si stacca. Nel 2020 sul Poggio rispose ad Alaphilippe e lo bruciò in volata
Van Aert non si stacca. Nel 2020 sul Poggio rispose ad Alaphilippe e lo bruciò in volata
Pensi che Pogacar possa vincere la Sanremo?

Vincere non è facile. Lui vince con facilità quando ha il terreno adatto. E’ una vita complicata. E adesso si troverà davanti Van Aert, che alla Parigi-Nizza ha impressionato. Chiunque di loro due si muova, avrà il gruppo a ruota. Sempre che il gruppo ce la faccia a prenderli…