Gist non perde occasione per stupire e presenta il nuovissimo Casco Bravo. Un modello dal design accattivante quanto aggressivo che ha catturato decisamente la nostra attenzione per le sue speciali caratteristiche. La tecnologia scelta per realizzarlo è la ben nota In Mould che rende il prodotto compatto, aumentandone di conseguenza l’indispensabile affidabilità, senza però intaccare la leggerezza. Tutto ciò è reso possibile dai materiali (di altissima qualità) con cui il Gist Bravo è realizzato, come ad esempio il policarbonato per quanto riguarda la calotta e uno strato interno invece in polistirolo espanso. Notevole anche il lavoro che Gist ha rivolto nei confronti della leggerezza di questo casco, il cui “peso” risulta essere pari a 265 grammi, prendendo come riferimento la taglia S/M. Una nota di merito riguarda poi l’aerodinamica, tanto apprezzata dagli atleti e portata ai massimi livelli dal riuscito design del casco Bravo.
Realizzato con la tecnologia In Mould che rende il casco compatto e leggero
Design accattivante e aerodinamico, ideale per le competizioni
Il Gist Bravo bianco con inserti neri
Il comfort è garantito dal sistema di chiusura posteriore e dai cinghietti con chiusura magnetica
Realizzato con la tecnologia In Mould che rende il casco compatto e leggero
Design accattivante e aerodinamico, ideale per le competizioni
Il Gist Bravo bianco con inserti neri
Il comfort è garantito dal sistema di chiusura posteriore e dai cinghietti con chiusura magnetica
Protezione e ventilazione
Uno dei problemi più fastidiosi che un ciclista si trova a dover spesso affrontare, specialmente durante l’estate, è legato al calore che tende ad accumularsi all’interno del casco, ma non solo… basti pensare anche agli insetti che alcune volte vengono inevitabilmente risucchiati dalle feritoie del casco stesso. Per contrastare queste spiacevoli situazioni la Gist non si è fatta trovare impreparata. Le prese d’aria sul casco Bravo sono ben 22, e tutte posizionate in modo “strategico” con l’obiettivo di dissipare al meglio il “ristagno” di calore e conseguentemente garantire una regolazione termica ottimale. Inoltre, una apposita retina blocca la penetrazione degli insetti. Se a tutto questo poi aggiungiamo anche il tema comfort, ben garantito dal tessuto tridimensionale a spessore variabile impiegato internamente e unito alla previsione di cinghietti regolabili con chiusura magnetica, non possiamo fare altro che apprezzare lo standard elevatissimo di cui godranno gli utenti che sceglieranno questo accessorio.
Chiusura e sicurezza
Ma non finisce qui, una menzione particolare la merita anche la chiusura posteriore con regolazione orizzontale e verticale, e gli inserti riflettenti che aumentano sensibilmente la visibilità del casco (soprattutto in condizioni di scarsa visibilità). Ricordiamo che questo valido casco Gist è disponibile nelle seguenti misure: S/M (52/56cm) – L/XL (56/62cm), mentre il prezzo consigliato al pubblico è di 109 euro.
Un occhio curioso al nuovo Met Trenta 3K Carbon, in uso ai corridori del Uae Team Emirates. La fibra permette di ridurre il peso, l'aerazione è eccellente
Limar presenta in anteprima per il 2022 le nuove colorazioni iridescenti dell’Air Speed, un casco molto amato dai ciclisti dell’Astana – Premier Tech che hanno contribuito in maniera attiva alla sua realizzazione.
La nuova colorazione in anteprima blu iridescente
Ecco la versione nero opaco iridescente
La nuova colorazione in anteprima blu iridescente
Ecco la versione nero opaco iridescente
Nato per correre
Fin dalla sua nascita l’Air Speed è stato accompagnato dal seguente slogan: “Born to Race”, nato per correre. La sfida alla resistenza opposta dall’aria ha fatto sì che i flussi aerodinamici siano stati fin da subito al centro della sua progettazione iniziale. Dopo averlo messo a confronto con altri modelli per testarne la resistenza aerodinamica in galleria del vento a Magny-Cours in Francia, i tecnici Limar hanno verificato come l’Air Speed sia risultato il migliore a una velocità media di 40 km/h. L’analisi effettuata è arrivata a constatare che a quella velocità l’Air Speed mantiene performance e aerodinamica equiparabili all’Air King, il casco da crono top di gamma di Limar.
La ventilazione è garantita dalle prese d’aria, che non intaccano l’aerodinamica
Il sistema di regolazione orizzontale e verticale Air Fit System
La ventilazione è garantita dalle prese d’aria, che non intaccano l’aerodinamica
Il sistema di regolazione orizzontale e verticale Air Fit System
Tencologia in-mould
Tutto questo è reso possibile dalla tecnologia in-mould monoshell che ha permesso di realizzare una calotta monoscocca grazie alla quale il casco è compatto, accattivante ed eccezionalmente aerodinamico, perfetto per consentire all’aria di scivolare ed evitare turbolenze.
L’aerodinamica è il suo punto di forza grazie al design della calotta monoscoccaL’aerodinamica è il suo punto di forza grazie al design della calotta monoscocca
Ventilazione e comfort
La ventilazione è un altro aspetto che Limar non ha sottovalutato: essa è garantita da 12 prese d’aria e tre condotti longitudinali che velocizzano la fuoriuscita dell’aria così da ottenerne un ricambio immediato in grado di mantenere fresco e asciutto il capo dell’atleta. Un altro aspetto che ha attirato sin da subito la nostra attenzione è il sistema di regolazione Air Fit System, leggero e compatto, con regolazione orizzontale e verticale, integrata al cinturino per una calzata sicura e nello stesso tempo confortevole. L’igiene e la pulizia del casco invece sono garantiti dall’imbottitura interna, morbida, lavabile e anallergica.
Ricordiamo che il Limar Air Speed pesa 250 grammi, considerando la taglia M, ed è disponibile nelle misure: S, M, L. Come dicevamo all’inizio, per il 2022 Limar propone l’Air Speed con una nuova veste grafica. Sono infatti disponibili le seguenti tre colorazioni: bianco iridescente, blu iridescente, nero opaco iridescente. Il prezzo consigliato al pubblico è di 199,95 euro.
Il marchio Liv, punto di riferimento per quel che concerne il ciclismo femminile, presenta oggi il casco Relay MIPS dalla forma semplice, pulita e compatta. Prevede una realizzazione in-mold, che garantisce un’elevata sicurezza e fra le tecnologie impiegate per costruirlo spicca il sistema MIPS (Multi Directional Impact Protection) il cui scopo è proteggere il cranio, avvolgendolo completamente in modo comodo e poco pressante. Presenta inoltre un profilo posteriore più profondo per una protezione aggiuntiva della testa. Un altro aspetto che è stato considerato con attenzione da parte di Liv è la traspirabilità: essa è garantita dalla presenza di canali di aerazione e flusso diretto dell’aria che mantengono fresco e asciutto il capo a qualsiasi velocità si stia procedendo, anche in salita. Tutto questo non va però in alcun modo a compromettere la robustezza e l’aerodinamica del casco, che risulta essere estremamente elevata. L’imbottitura interna è realizzata in tessuto antibatterico Trans Textura che oltre ad allontanare l’umidità previene anche i cattivi odori. Il comfort, abbinato sempre alla sicurezza, è un altro aspetto che caratterizza il nuovo casco Relay MIPS. Grazie al sistema di adattamento Cinch One è infatti possibile regolare facilmente la sua chiusura. Per farlo basta una sola mano.
Casco Liv Relay Mips
Facilmente regolabile, garantisce oltre al comfort, anche l’aerodinamica
Imbottitura interna Trans Textura, antibatterica
E’ compatibile con le luci Liv Alumbra, per una visibilità migliore
Casco Liv Relay Mips
Facilmente regolabile, garantisce oltre al comfort, anche l’aerodinamica
Imbottitura interna Trans Textura, antibatterica
E’ compatibile con le luci Liv Alumbra, per una visibilità migliore
Luci posteriori
E’ scontato che un casco debba essere sicuro ma Liv è andata oltre. Ha infatti previsto la possibilità di inserire nella parte posteriore del Relay MIPS la luce Liv Alumbra (ricaricabili con presa USB) che garantisce una visibilità elevata anche nelle situazioni meteorologiche più avverse come pioggia e nebbia.
Il casco Path con la visiera nella parte frontale che protegge dal sole e dalla pioggiaIl casco Path con la visiera nella parte frontale che protegge dal sole e dalla pioggia
C’è anche il Path…
Merita sicuramente un accenno anche il casco Path MIPS pensato per gli amanti della mountain bike. Presenta le stesse caratteristiche del modello strada a partire dalla tecnologia MIPS e dalla presenza di canali d’aerazione che gli conferiscono la massima traspirabilità. Anche in questo caso siamo di fronte ad un prodotto sicuro, confortevole e performante. Nella parte anteriore del casco è inoltre possibile applicare una visiera che protegge gli occhi oltre che dal sole eccessivo, anche dalla pioggia. Ricordiamo che entrambi i caschi sono disponibili in varie colorazioni.
Uvex spalanca le porte alla sicurezza sotto ogni punto di vista: se prima il casco aveva il compito di proteggere la testa dagli urti, oggi riesce anche a chiamare i soccorsi. Sì, avete capito bene, il nuovissimo casco Uvex Rise cc Tocsen ha integrato il rivelatore d’urti Tocsen che, tramite un’applicazione gratuita (disponibile nei digital store iOS e Android), è in grado di invare con la dovuta tempestività un segnale d’aiuto e l’esatta posizione GPS in cui è avvenuto il sinistro ai soccorritori e a quanti nelle vicinanze avranno scaricato la relativa app pur non disponendo del rilevatore d’urti Tocsen. In questo modo si viene a creare una vera e propria community di persone che si mettono a disposizione in caso di emergenza.
Si adatta perfettamente sul capo dell’atleta
Il rotore tramite cui stringere il casco in base alle proprie misure
Design appariscente e visibile
Si adatta perfettamente sul capo dell’atleta
Il rotore tramite cui stringere il casco in base alle proprie misure
Design appariscente e visibile
Traspirabilità elevata
Il casco Rise cc Tocsen gode di alcune importanti caratteristiche, tra le quali spicca la circolazione d’aria garantita dalle undici feritoie che mantengono fresco e asciutto il capo dell’atleta in ogni condizione atmosferica, soprattutto nelle giornate più calde.
Sicurezza portata ai massimi livelli grazie al rivelatore d’urti TocsenSicurezza portata ai massimi livelli grazie al rivelatore d’urti Tocsen
Leggerezza e prezzo
Anche il comfort è un compagno di viaggio importante del nuovo casco grazie alla tecnologia Ias Fit System. Nella parte posteriore del casco è presente un rotore che permette di adattare perfettamente il casco alle proprie misure. L’eccellenza del Rise cc Tcosen è dimostrata anche dalla leggerezza: pesa infatti appena 240 grammi. Ricordiamo che la durata della batteria del rivelatore d’urti Tocsen è di 3 mesi e può essere ricaricata tramite cavo mini USB. Può essere inoltre collegata allo smartphone tramite Bluetooth Low Energy. L’Uvex Rise cc Tocsen è disponibile in 2 misure (52-56 / 56-59) ed è disponibile nei seguenti colori: neon yellow – silver mat e irish green – silver mat. Il nuovo casco sarà in vendita in autunno e il prezzo consigliato al pubblico è di 199,90 euro, oppure 129,90 euro ma senza il rivelatore integrato.
I prodotti Uvex sono distribuito in Italia da Geier Diffusion Sports.
Tocsen lancia il rilevatore di urti. Tramite l'applicazione disponibile nei digital store iOS e Android, il soccorso è immediato anche in luoghi più isolati
E’ tempo di rivoluzione ed evoluzione in casa Salice, l’azienda comasca fondata nel 1919 a Musso, estremità Nord-Ovest del territorio lariano, a pochi passi da Domaso. Inizialmente lanciata nella produzione di occhiali, prima per la protezione sul lavoro e poi per la vita di tutti i giorni, Salice è entrata nel mondo dello sport, dapprima nel motociclismo e negli sport invernali, poi ha iniziato la produzione di accessori legati al ciclismo.
La parte posteriore del Levante 100 mostra il fit system con luce di posizioneLa parte posteriore del Levante 100 mostra il fit system con luce di posizione
Levante 100
Salice ha costruito un rapporto duraturo e solido con il team Androni Giocattoli-Sidermec, portando innovazione e studio dei materiali tutto made in Italy. Per festeggiare i suoi cent’anni, l’azienda ha rinnovato il look del modello Levante, uno dei più amati da tutti gli appassionati. La grafica del tricolore si fa più aggressiva. Il nome del nuovo casco marchiato Salice è Levante 100, disponibile in tutte le taglie.
Iniziamo da questo black-green la nostra gallery nei colori del Levante
Il black lime è forse il più sbarazzino
Nel black-red comunque spicca il nero dominante
Nessun dubbio, nero e basta
Questo blue-green è forse il più elegante
Questo il casco Salice Levante Ita white
E questo invece è l’Ita black, tutto nero con la fascia tricolore al centro
Iniziamo da questo black-green la nostra gallery nei colori del Levante
Il black lime è forse il più sbarazzino
Nel black-red comunque spicca il nero dominante
Nessun dubbio, nero e basta
Questo blue-green è forse il più elegante
Questo il casco Salice Levante Ita white
E questo invece è l’Ita black, tutto nero con la fascia tricolore al centro
Per gare veloci
Abbiamo chiesto supporto ad un atleta dell’Androni per descriverci il casco Levante: Mattia Viel, 26enne torinese, giunto alla terza stagione consecutiva nella squadra di Gianni Savio, dal 2022 Drone Hopper.
«E’ pensato per la pianura, per le gare veloci, ha un’ottima aerodinamica e allo stesso tempo è compatto e molto resistente agli urti».
Questo upgrade è arrivato grazie alla tecnologia in-moduling, che rende il caso Levante ancor più leggero e calzante.
Qui Mattia Viel, in azione al Gp Lugano, indossando tuttavia il Salice Gavia, altro modello in dotazione all’AndroniQui Mattia Viel, in azione al Gp Lugano, indossando tuttavia il Salice Gavia, altro modello in dotazione all’Androni
Luce posteriore
In chiave sicurezza Salice ha fatto passi in avanti, lo si capisce dalle parole di Mattia, che continua così: «Il rotore, per stringere il casco sul retro, è dotato di una luce di posizione per rendere il ciclista sempre visibile, infatti è un modello particolarmente usato anche in allenamento. Inoltre, una cosa che ho notato subito, è che la calotta posteriore è stata abbassata leggermente per proteggere meglio la nuca in caso di caduta».
Particolari che fanno la differenza, soprattutto ora che le velocità medie si alzano continuamente.
«Un altro dettaglio da non sottovalutare è l’interno – riprende Mattia – i cuscinetti di spugna sono molto resistente e rimangono morbidi e comodi per lungo tempo». Cosa non irrilevante se detta da un corridore che solo in allenamento percorre 20.000 chilometri all’anno.
E per finire, ecco il fit system per la regolazione più precisa e sicuraE per finire, ecco il fit system per la regolazione più precisa e sicura
Ricca tavolozza di colori
Il casco Levante è disponibile nelle taglie dalla S alla XL con differenze di colori. Per le misure S-M (circonferenza testa 52 e 58 centimetri) viene proposto nei colori: Italia bianco, Italia nero, nero, nero-verde, nero-lime, nero-rosso e blu. Per le taglie L-XL (circonferenza da 56 a 62 centimetri), invece, è disponibile nelle colorazioni: Italia bianco, Italia nero, nero e nero-verde.
Il prezzo varia da modello a modello e parte da 129 euro. salice.it
Faccia a faccia con Anna Salice, parlando dei materiali per l'Androni Giocattoli. Casco Gavia, leggero e resistente. E occhiali tricolori ad alta tecnologia
Non solo strada. Tra pochi giorni (il 28 luglio) a Tokyo andrà in scena anche la cronometro individuale. Una crono che desta non poco la nostra attenzione visto che Filippo Ganna partirà con ambizioni importanti. Una crono che però non è facile. Misura 44 chilometri e 850 metri di dislivello (valori che sono la metà per le donne) e si corre in un contesto climatico affatto scontato. E più le situazioni sono complesse e più incidono i materiali.
Con Marco Pinotti, ex cronoman, tecnico del TeamBike Exchange e ingegnere, abbiamo fatto il punto su quali fossero i materiali chiave nella prova contro il tempo a cinque cerchi. E lui ce ne ha segnalati tre in particolare: ruote, body e caschi.
Presentate qualche settimana fa le maglie Castelli per Tokyo (da sinistra: Roberto Amadio, Elia Viviani, Alessio Cremonese)Presentate qualche settimana fa le maglie Castelli per Tokyo (da sinistra: Roberto Amadio, Elia Viviani, Alessio Cremonese)
Body veloce e traspirante
Secondo Pinotti le bici sono le stesse. Posizioni (soprattutto) e materiali legati alle stesse posizioni (vedi i manubri) sono collaudati e non verranno stravolti per le Olimpiadi. Si lavora quindi su altro, sui “dettagli”. Che poi dettagli non sono.
«Eh sì, per me – spiega Pinotti – i body saranno molto importanti. Le le bici alla fine sono quelle. Lì in Giappone c’è molta umidità e questo può incidere moltissimo. Perché un body più veloce, come quelli che si vedono oggi, non è traspirante. Di solito aerodinamica e tessuti traspiranti non vanno molto d’accordo. Bisognerà vedere i produttori cosa hanno preparato».
Castelli che con gli azzurri della pista ha lavorato sodo e sotto ogni punto di vista, andando anche in galleria del vento, non ha lasciato scoperto il discorso dei body sulla crono su strada. Ma questo dei body è uno dei pochi casi, in cui Pinotti, non è a tutto e solo vantaggio dell’aerodinamica nella scelta di un “materiale”.
«Ho visto che in quella zona l’alba arriva presto e il sole tramonta poco dopo le 17, quindi il picco di calore dovrebbe esserci intorno alle 13 e non alle 15 come da noi. La gara maschile scatterà alle 14 e per quando partiranno i big (presumibilmente verso la fine, ndr) potrebbe essere un filo più “fresco”. Vedremo».
Il body Space Jet di Alè: è stato utilizzato al Tour. Nonostante sia aero, punta molto sulla traspirabilitàIl body Space Jet di Alè: è stato utilizzato al Tour. Nonostante sia aero, punta molto sulla traspirabilità
Ruote? Come al Tour
«Da quel che ho visto – dice Pinotti – la crono di Tokyo somiglia molto alla prima crono del recente Tour de France, che era più mossa rispetto alla seconda. Ha un bel dislivello, è vero, ma c’è solo un tratto al di sopra del 10% e non è neanche tanto lungo. C’è una salita di 4 chilometri, ma la sua pendenza è di poco superiore al 4%. Nel complesso quindi è un percorso veloce e neanche molto tecnico, a parte una curva nel finale in cui so che la careggiata sarà divisa a metà. Bisogna trovare un buon compromesso tra peso ed aerodinamica. Io non cambierei l’assetto utilizzato nella prima crono del Tour de France.
«Chiaramente al posteriore si userà una lenticolare e all’anteriore una ruota da 60 millimetri in su o una a tre razze. I corridori della Ineos-Grenadiers in quella crono del Tour che vi dicevo hanno utilizzato ruote Princeton da 60 millimetri all’anteriore (al posteriore ovviamente la lenticolare), mentre Thomas, Carapaz e Porte laAeroCoach Aeox Zephyrda 80 millimetri (78 per la precisione, ndr)».
Carapaz impegnato nella prima cronometro del Tour. Secondo Pinotti a Tokyo si dovrebbero mantenere gli stessi assettiCarapaz impegnato nella prima cronometro del Tour. secondo Pinotti a Tokyo si dovrebbero mantenere gli stessi assetti
Vento scarso…
La scelta delle ruota è poi molto legata alle condizioni del vento. Vento che però secondo Pinotti non dovrebbe essere poi così determinante.
«Ammetto – dice l’ex tricolore contro il tempo – di non conoscere nello specifico le condizioni del vento del luogo che ospiterà la crono, ma da quello che so non è una zona molto ventosa. E questo ce lo dice anche il tasso di umidità. Le temperature infatti saranno calde, ma non caldissime. Si parla di 30° circa, ma con un tasso di umidità superiore al 70% e questo ci dice di un’area a scarsa ventilazione.
«Semmai bisogna vedere la variabilità del vento, più che la sua intensità. La crono infatti si svolge su un circuito da fare due volte e quindi non sarà mai in un unica direzione. Se poi dovessero fare due partenze, cioè due gruppi, e le condizioni dovessero cambiare, potrebbe esserci qualche sorpresa».
Questa annotazione ci rimanda a quel che accadde a Maurizio Fondriest al Atlanta 1996. Il trentino partì con la pioggia mentre altri favoriti, che stavano in un altro gruppo, corsero con l’asciutto.
«Buona memoria! Sì, il concetto è quello. E’ vero che le partenze sono stabilite secondo i punteggi Uci e quindi tutti i migliori partiranno ravvicinati fra loro, ma magari c’è qualche buon corridore che per un motivo o per un altro ha un punteggio basso, sta particolarmente bene e partendo prima potrebbe sfruttare un meteo migliore».
I caschi aero hanno poche prese per l’aria, ma qualche “feritoia” a Tokyo sarà necessaria I caschi aero hanno poche prese per l’aria, ma qualche “feritoia” a Tokyo sarà necessaria
Casco aero ma non troppo
Un discorso simile a quello fatto per i body riguarda anche il casco. E Pinotti dà una spiegazione molto interessante.
«Anche per il casco: okay la sua aerodinamicità ma non andrebbe trascurata anche la sua aerazione – conclude Pinotti – Si parla di una crono che sfiorerà la durata di un’ora, o comunque 50′ sicuro. Un lasso di tempo importante in cui si suda parecchio e là dentro (pensando alla testa, ndr) si sviluppa un grande calore. Molti dei recettori della pelle e della temperatura si trovano proprio sulla testa e se si surriscalda, il cervello invia impulsi al corpo di abbassare la temperatura. Come? Rallentando…
«Il famoso colpo di calore parte da lì. La testa si surriscalda e il cervello ordina al fisico di “staccare”. Ed è il motivo per cui spesso vediamo il corridore che si getta l’acqua in testa».
Le riflessioni di Pidcock sulla sicurezza nelle crono ci hanno spinto a richiamare Malori. Quelle bici sono missili, ma una volta qualche rimedio c'era pure...
L’AirBreaker è il modello di Abus pensato per i professionisti, che anche nel 2021 è la prima scelta dei corridori del Movistar Team. Nato per l’agonismo di alto livello, esso è studiato per soddisfare ogni esigenza tecnica, al fine di mettere il corridore nelle migliori condizioni di sicurezza e comfort.
Tra le suecaratteristiche principali si segnala il Multi Speed Design con la struttura a nido d’ape. Grazie ad esso, è possibile espellere il calore in maniera efficiente, anche a bassa velocità. Tra i vantaggi connessi, il flusso d’aria all’interno del casco risulta stabilizzato, con il conseguente miglioramento dell’aerodinamica. Per ottenere tale effetto, l’AirBreaker è dotato di 11 convogliatori d’aria e 13 estrattori, collegati tramite i canali di flusso. Il Multi Speed Design fornisce la ventilazione necessaria: massima aerazione per le tappe più lunghe e montuose, aerodinamica ottimale per le tappe pianeggianti e veloci.
Abus AirBreaker, forma aerodinamica e confortevole
Abus AirBreaker, forma aerodinamica e confortevole
Leggero e affidabile
Per rendere l’AirBreaker ancora più sicuro, Abus ha optato per l’ActiCage Lite, sistema di rinforzo integrato nell’EPS (ossia il materiale dissipante del casco). A sua volta, esso è tutt’uno con la calotta, grazie alla tecnologia in-mold, che migliora la stabilità e non appesantisce il casco. Tanto è vero che il suo peso è di soli 200 grammi.
Osservando bene la parte superiore, si notano dei supporti aerodinamici, chiamati Airport, ideati per infilare le astine degli occhiali senza che la loro presenza incida sull’aerodinamica.
Doppia chiusura
La chiusura avviene grazie a due elementi complementari fra loro. I FlowStraps, cinghietti aerodinamici, stabili e non irritanti per la pelle grazie al profilo studiato appositamente, cui si aggiunge lo Zoom Ace: sistema di regolazione a rotella semplice e preciso per dare la necessaria stabilità.
L’AirBreaker è disponibile in venti colorazioni diverse, nelle misure: S – M – L.
Peso ridotto, comfort, velocità e sicurezza. Sono le caratteristiche fondamentali del casco da strada firmato Assos sviluppato sulla base del MET Trenta
IL PORTALE DEDICATO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO SI ESTENDE A TUTTI GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE:
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bici.STYLE è la risorsa per essere sempre aggiornati su percorsi, notizie, tecnica, hotellerie, industria e salute
In questi giorni l’attenzione di tutti gli appassionati di ciclismo è rivolta al Giro d’Italia che velocemente si sta avvicinando alle tappe di montagna, che disegneranno la classifica finale e decideranno il vincitore della maglia rosa. Accanto al Giro che tutti noi conosciamo si sta però svolgendo un altro Giro d’Italia, quello riservato alle biciclette a pedalata assistita dove è presente anche rh+. Si tratta del Giro-E, una e-bike experience che ha come scopo quello di far vivere a tutti gli amanti della bicicletta, l’esperienza di percorrere le strade del Giro d’Italia.
I ragazzi del team Fly Cycling-CDI al Giro-E
I ragazzi del team Fly Cycling-CDI con i completi firmati rh+ sulle strade del Giro-E
Un messaggio importante
Fra le squadre in gara quest’anno spicca il team Fly Cycling-CDI. Si tratta di una squadra particolare, nata nel 2013 con l’obiettivo di avvicinare allo sport ed in particolare al ciclismo giovani affetti da diabete promuovendone allo stesso tempo la prevenzione.
Il meglio di rh+
I ragazzi del team Fly Cycling-CDI possono contare su un partner tecnico di eccezione come rh+ che per l’occasione ha realizzato un kit ad hoc che riprende in pieno il meglio della collezione 2021 in termini di materiali, fitting e tecnologie. La maglia è stata sviluppata per garantire il massimo della performance. La parte frontale e la schiena sono realizzati in Morphic Ultra Light 4 Way Stretch, un tessuto leggero, molto morbido al tatto e che si modella perfettamente sul corpo del ciclista. I fianchi in Morphic Dry Tech 4 Way Stretch migliorano ulteriormente la traspirabilità. Manica con lunghezze Aero e taglio al vivo per il massimo comfort.
Il completo firmato rh+ per il team Fly Cycling-CDIIl completo firmato rh+ per il team Fly Cycling-CDI
Il pantalone invece è molto leggero e traspirante ma allo stesso tempo confortevole, ideale se si devono affrontare lunghe distanze. Il nuovo tessuto Morphic 4Way Stretch mantiene il corpo fresco e asciutto per il miglior comfort anche nelle situazioni di caldo intenso e sudorazione elevata, così come le nuove bretelle in Morphic Aero Mesh. Si asciuga rapidamente ed è piacevole al tatto. Il nuovo fondello Fast Track presenta due zone a densità differenziata, 65 e 120 kg/m3, per offrire comfort e la miglior ergonomia sulla sella.
Il casco 3 in 1 e gli occhiali Klyma di rh+
Il casco 3 in 1 e gli occhiali Klyma in dotazione al team Fly Cycling-CDI
Anche il casco e gli occhiali
L’abbigliamento realizzato da rh+ per i ragazzi del team Fly Cycling-CDI è totalmente Made in Italy. Completano il kit il casco 3in1 e il nuovo occhiale Klyma. Il team Fly Cycling-CDI è praticamente l’unica squadra ad avere un total look realizzato dalla stessa azienda.
Giacomo Nizzolo oltre ad essere il campione europeo ed italiano è anche un corridore che ama esprimere la sua personalità attraverso scelte grafiche che di certo non passano inosservate. Abbiamo già parlato della sua BMC Timemachine Road con grafica personalizzata, ed ora vogliamo capire come sia nato il casco Ekoi con l’autocertificazione. E così abbiamo interpellato Cristiano Terruzzi, il fondatore e titolare di TRC Design, che ha aerografato il casco del campione milanese.
Un fatto di passione
Il ciclismo è uno sport fatto di passione e a volte si intreccia con altre attività che sono alimentate da identica spinta. «Ho iniziato a 20 anni e adesso ne ho 32 – inizia Cristiano Terruzzi – sono sette anni che faccio questo di lavoro, prima lo facevo per passione». Teruzzi l’arte ce l’ha nel sangue, infatti ha frequentato l’Istituto d’arte di Giussano e poi la Scuola di Aerografia a Milano.
Giacomo Nizzolo con il casco realizzato per il mondiale di Doha 2016Giacomo Nizzolo con il casco realizzato da Cristiano Terruzzi per il mondiale di Doha 2016
Debutto a Doha 2016
La maggior parte dei lavori TRC Design li fa con i caschi da moto, ma è da un po’ di anni che aerografa anche quelli di Nizzolo. «Conosco Giacomo perché abbiamo degli amici in comune – ci spiega – e già per i mondiali di Doha gli avevo fatto il casco con un cavallo brianzolo da un lato e il Duomo di Milano dall’altro, con le Frecce Tricolori che passano sopra. Poi ne avevo fatto uno tutto nero che usava in allenamento per simboleggiare la sua tristezza per i problemi al ginocchio».
Ben visibile l’autocertificazione compilata da NizzoloBen visibile l’autocertificazione che ha compilato lo stesso Giacomo Nizzolo
Un’idea di Nizzolo
Quello che è interessante è che le idee nascono dal corridore milanese e poi Cristiano Terruzzi le realizza. «L’idea dell’autocertificazione è sua, una sera ne abbiamo parlato – ci spiega Cristiano – allora mi sono fatto fare l’autografo da Giacomo, poi ho scaricato il Pdf dell’autocertificazione, che lo stesso Giacomo ha compilato e mi ha spedito. A quel punto ho inserito la sua firma e ho dovuto riportare il tutto sul casco con il tricolore». Una procedura che di solito richiede un certo numero di giorni di lavoro ed invece: «Mercoledi sera ne abbiamo parlato, giovedì non ci siamo sentiti, poi venerdì è arrivata l’autocertificazione compilata da Giacomo e martedì era pronto. In pratica è stato fatto in tempo record, infatti ho applicato una sola mano di vernice, mentre di solito ne passo due».
Il tricolore ricorda il successo al campionato italianoIl tricolore ricorda che Nizzolo è il campione italiano in carica
Moto e bici, quali differenze?
Cristiano Terruzzi realizza molti caschi da moto, non a caso fra le sue opere ci sono anche quattro caschi blu Shimano che stanno usando i motociclisti della scorta tecnica al Giro d’Italia. Ma che differenza c’è fra aerografare un casco da moto e uno da bici? «Il casco da bici porta via più tempo nella fase di preparazione – ci spiega Terruzzi – perché bisogna sigillare bene tutti i fori, altrimenti se si sbaglia in questa fase poi bisogna rifare tutto da capo. Con quelli della moto basta coprire le guarniture. Inoltre, i caschi da moto sono più semplici perché c’è più spazio per fare i disegni. Quelli da ciclismo se sono troppo aperti non si può fare nulla, ma Nizzolo usa un casco abbastanza chiuso e quindi riesco a disegnare bene. Nel complesso fare un casco da ciclismo è più veloce perché ha una superficie più piccola».
Cristiano Terruzzi intento nel suo lavoroCristiano Terruzzi, fondatore e titolare di TRC Design e autore delle grafiche dei caschi di Nizzolo
Ricordiamo che il casco che usa Nizzolo è l’Ekoi AR14, un modello aerodinamico con 10 fori di aerazione frontali e 6 posteriori. Lo stesso casco è utilizzato anche dai corridori della Lotto Soudal di Caleb Ewan e dalla Cofidis di Elia Viviani.
Stefano Allocchio, Direttore di corsa al Giro d’Italia, firma l’autocertificazioneStefano Allocchio, Direttore di corsa al Giro d’Italia, firma l’autocertificazione
Non solo il casco di Nizzolo
Infine, abbiamo chiesto a Cristiano Terruzzi se il successo del casco di Nizzolo gli ha portato una maggiore richiesta da parte dei ciclisti. «Qualche richiesta in più c’è stata, fra questi anche Paolo Mei (lo speaker del Giro d’Italia, ndr) che mi ha chiesto un casco speciale per la Corsa Rosa. Anche la stessa Ekoi mi ha chiesto di realizzare una grafica per una linea di abbigliamento»