Samuele Bonetto: «Tra strada e pista quante emozioni nel 2021»

09.02.2022
5 min
Salva

Il primo anno da under 23 è il più complicato, si approccia un mondo nuovo fatto di avversari forti e metodi di allenamento diversi. Samuele Bonetto, appena approdato alla Zalf Euromobil Desirée Fior (in apertura foto Instagram – PhotoRS), nonostante i cambiamenti ha il morale a mille.

E come dargli torto dopo il 2021 che ha vissuto? Il giovane trevigiano ha assaporato per la prima volta il parquet dei velodromi ed è subito andato forte: una medaglia d’oro nell’inseguimento individuale al mondiale in Egitto e all’europeo di Apeldoorn in Olanda.

Samuele Bonetto neo campione mondiale junior d’inseguimento e Andrea Violato, medaglia di bronzo
Samuele Bonetto neo campione mondiale junior d’inseguimento e Andrea Violato, medaglia di bronzo
Partiamo dalla strada, come vivi questo passaggio di categoria?

Essendo un cambio forzato ero mentalmente pronto. E’ una categoria in cui cambiano tante cose: le distanze, il dislivello, la velocità e, cosa non meno importante, gli avversari.

Anche i compagni, ora sei alla Zalf, il primo approccio com’è stato?

Mi sono trovato subito bene, essendo trevigiano indossare la maglia della Zalf è davvero un grande onore ed un’emozione. Con i compagni mi trovo bene, sono gentili, simpatici e sempre pronti a dare una mano. Anche con lo staff ed i dirigenti mi trovo a mio agio. Devo dire che è un ambiente molto familiare dove nessuno mi mette eccessiva pressione.

La Zalf è una squadra che punta molto sull’esperienza dei corridori elite, con loro il rapporto com’è?

E’ bello avere accanto corridori che hanno tanta esperienza nella categoria, mi danno dei consigli su come approcciarmi al mondo degli under 23… A volte ho dei dubbi su come allenarmi o su come fare dei lavori specifici e posso tranquillamente chiedere a loro.

Samuele Bonetto ha corso i due anni da juniores nella UC Giorgione, qui la vittoria alla terza tappa del Giro del Friuli (foto Scanferla)
Samuele Bonetto ha corso nella UC Giorgione, qui la vittoria alla terza tappa del Giro del Friuli (foto Scanferla)
Cambiano anche i rapporti, passi dal 52 al 53 davanti e dal 14 all’11 dietro, come ti se trovato?

Devo dire che pensavo fosse peggio. Con questi rapporti si sviluppa una pedalata diversa, fatta più di “gamba”. Hai bisogno di maggiore potenza. Avendo fatto pista nel 2021 però avevo già provato rapporti simili.

Su pista con che rapporti hai gareggiato?

Agli europei il 58×14, mentre ai mondiali in Egitto avevo il 64×16.

Come mai questa differenza?

Parto ancora piano dai blocchi e quindi si era optato per un rapporto un po’ più leggero ma si è visto che arrivavo troppo in fretta al numero massimo di pedalate. Nelle qualificazioni dei mondiali avevo il 63 e Bragato, che mi ha visto pedalare, mi ha detto di mettere il 64 e devo dire che mi ha aiutato.

Samuele Bonetto ha corso la prova a cronometro degli europei e dei mondiali nel 2021, dove ha ottenuto un 5° ed un 9° posto
Samuele Bonetto ha corso la prova a cronometro degli europei e dei mondiali nel 2021: ha ottenuto un 5° ed un 9° posto
Ma partiamo dal principio, tu in pista ci sei salito solamente nel 2021

Inizialmente in pista non ci volevo andare, mi faceva troppa paura: lo scatto fisso, l’assenza dei freni, il pendio della pista, le balaustre… Ce ne ha messo di tempo Marco Villa per convincermi a provare (dice ridendo, ndr).

Su cosa ha fatto leva Marco Villa?

Sulla mia curiosità di fondo, nonostante avessi paura comunque mi spingeva un senso di curiosità e di voglia di scoprire. Marco mi ha detto che mi avrebbe provato agli europei e poi avremmo visto passo dopo passo dove saremmo arrivati…

Quando però hai indossato la maglia iridata che emozioni hai provato?

E’ il sogno di ogni ragazzo che corre in bici, in qualsiasi disciplina. Quando mi sono visto allo specchio mi sono scese anche due lacrime, tra mondiali ed europei ho provato un mix di emozioni difficilmente ripetibili.

Oggi con la Zalf è partito per il terzo ritiro stagionale, l’ultimo in vista dei primi appuntamenti in gara (foto Instagram – PhotoRS)
Oggi con la Zalf è partito per il terzo ritiro stagionale, l’ultimo in vista dei primi appuntamenti in gara (foto Instagram – PhotoRS)
In un solo anno hai ottenuto tanto, dove pensi di poter migliorare ancora?

Tanto e in tanti ambiti, la partenza su tutti. Mi piacerebbe fare anche l’inseguimento a squadre, mi piace lo spirito di gruppo, ma devo imparare a stare a ruota. Sembra facile ma non lo è. Serve affiatamento e tanta capacità di guidare il mezzo.

Nella nuova stagione sei già tornato in pista?

Ho partecipato al ritiro a Gran Canaria con la nazionale, è stata la prima volta che ho pedalato con gli elite. Ho vissuto un’emozione fortissima: avere accanto Ganna, Lamon… Ho avuto modo di confrontarmi con loro, anche se non facevo domande mi davano consigli e suggerimenti anche sulle piccole cose e questo è davvero speciale. Nonostante abbiano vinto tutto sono umili e disponibili. E questo aiuta a creare un bel gruppo dentro e fuori dal velodromo. Sono stato dieci giorni, ma sono davvero volati.

Gli obiettivi del 2022?

In pista ci ho preso gusto e voglio portarla avanti bene, impegnandomi ed allenandomi sempre al massimo. Su strada l’esordio ufficiale non so ancora di preciso quando avverrà. Oggi siamo partiti per il terzo ritiro con la squadra e stabiliremo qualche corsa. Non ho fretta, il bello deve ancora venire.

Scartezzini, mea culpa su Grenchen e obiettivo mondiali

16.10.2021
3 min
Salva

Dal messaggio di Villa che si scusava con lui per l’esclusione dalle Olimpiadi sono passati ormai tre mesi e Michele Scartezzini è nuovamente a Montichiari, lavorando per andare ai mondiali di Roubaix. Il passaggio agli europei di Grenchen non ha convinto (in apertura il veneto durante la madison con Viviani), il gruppo azzurro è parso scollato e la tirata di orecchie di Ganna ha fatto parlare.

«L’argomento ha fatto scalpore – dice Michele – ma ci siamo chiariti lunedì. Con Pippo divido la stanza, è tutto a posto. Dà fastidio se al nostro livello non otteniamo risultati e agli europei ci siamo mangiati una medaglia. A Villa non siamo piaciuti e ha ragione. E’ stato un errore che ci è pesato e che magari ci darà qualcosa di più come rabbia per i mondiali».

Europei sotto tono

In sintesi, siamo usciti dagli europei come se non fossimo la nazionale che ha vinto il quartetto olimpico. Tolto il bellissimo inseguimento individuale di Jonathan Milan, nelle altre specialità abbiamo balbettato e non era troppo lecito aspettarselo. Anzi, si poteva quasi pensare che gli esclusi da Tokyo andassero col fuoco addosso, per prendersi la loro parte di gloria.

Capita spesso che dopo le Olimpiadi le squadre si rilassino, ma ad esempio fra le ragazze è successo che il quartetto ha centrato l’argento, così come ha preso l’argento Paternoster nell’eliminazione e Barbieri il bronzo nell’omnium.

A Ca’ del Poggio, sull’auto da rally de tricolore Giandomenico Basso in un evento delle Fiamme Azzurre
A Ca’ del Poggio, sull’auto da rally de tricolore Giandomenico Basso in un evento delle Fiamme Azzurre
Qualcosa di sbagliato nella preparazione?

La condizione c’era, ma avevo detto da subito nel mio caso che il traguardo per far dimenticare l’esclusione da Tokyo sarebbero stati i mondiali. Gli europei avevano un calendario strano e arrivarci al top, soprattutto adesso che siamo a fine stagione e le energie sono limitate, poteva essere un rischio. Quello di arrivare a Roubaix senza le giuste forze. Due settimane sono un bel periodo, in cui la condizione può cambiare.

Che cosa si sa della pista di Roubaix? Ci avete mai corso?

Ci andammo nel 2019 in preparazione ai mondiali di Pruzskow, però Marco (Villa, ndr) ci diceva che hanno avuto problemi con il legno della pista. Per cui lo hanno levigato e hanno dato un diverso impregnante. La pista in sé ha curve strette e rettilinei lunghi, dovremo girarci per abituarci. Bastano 20-30 giri per trovare il feeling.

E la levigatura e la scorrevolezza incidono sulle scelte tecniche?

Certamente. Se non è scorrevole devi ragionare sui rapporti e la tabella su cui impostare la gara. C’è di buono che sarà così per tutti, quindi nessuno sarà avvantaggiato.

C’era anche Scartezzini con gli olimpionici di Tokyo all’inaugurazione del Vigorelli
C’era anche Scartezzini con gli olimpionici di Tokyo all’inaugurazione del Vigorelli
Dopo i mondiali si va in vacanza?

Niente da fare. Quest’anno ho comprato casa, quindi le vacanze si fanno lì. E poi farò due Sei Giorni, a Gand e Rotterdam. Sercu voleva che le facessi con Lamon, ma almeno per la prima Francesco sarà in vacanza e correrò con un ragazzo belga della Lotto Soudal. Invece a Rotterdam, se la confermano, faremo una coppia azzurra.

Come si vive la vigilia a Montichiari?

Bene, come al solito. Ieri abbiamo fatto due prove cronometrate. La prima è andata bene, nella seconda sono caduti Milan e Donegà, quindi è servita a poco. E su quelle Marco ha dato le squadre (oltre al quartetto olimpico, voleranno a Roubaix appunto Scartezzini, Bertazzo e Viviani, ndr). Si parte domani, ormai manca poco.

Basilico 2021

L’europea Basilico, pistard dall’inizio alla fine

28.08.2021
4 min
Salva

Parlando con Valentina Basilico, si ha la sensazione di trovarsi di fronte a una vera pistard, come ce n’erano una volta. Da che cosa lo si evince? Dal diverso peso che la 18enne di Cabiate (LC), tesserata per il Racconigi Cycling Team, dà all’attività nei velodromi e a quella su strada, dove pure è stata campionessa italiana allieve. La pista è il suo grande amore, quello che le riserva le maggiori emozioni, mentre quando parla della strada, ammettendo di dover ancora imparare tanto, dà come la sensazione di affrontare una materia scolastica di quelle sopportate a fatica.

Valentina è una delle ragazze uscite dai Campionati Europei di categoria di Apeldoorn con una medaglia d’oro al collo, nello scratch dove pure è campionessa italiana junior: «Nella prima parte di gara abbiamo proceduto in maniera regolare – racconta la lombarda, studentessa al Liceo Scientifico con indirizzo sportivo a Cantù – tutto si è giocato negli ultimi due giri dov’ero rimasta un po’ chiusa, ho iniziato a rimontare e all’ultima curva ho superato la belga e la polacca».

Basilico Apeldoorn 2021
Il podio europeo junior dello scratch con la Basilico tra la belga Vanhove, seconda e la polacca Tracka, terza (foto Fci)
Basilico Apeldoorn 2021
Il podio europeo junior dello scratch con la Basilico tra la belga Vanhove, seconda e la polacca Tracka, terza (foto Fci)
Quando è nata questa tua passione per la bici?

Non poteva essere altrimenti, visto l’amore per le due ruote che ha mio padre, fra ciclismo e moto. A 6 anni ero già in sella e ho iniziato a gareggiare già nella categoria Giovanissimi e non ho più smesso. A casa sono felicissimi, un po’ meno quando prendo il motorino…

L’oro olandese non è stata la tua prima medaglia internazionale su pista…

No, lo scorso anno avevo vinto l’argento nella velocità a squadre e il bronzo nella Madison insieme a Lara Crestanello e a dir la verità il bronzo sfuggito quest’anno per un solo punto insieme a Sara Fiorin, mi ha fatto veramente arrabbiare, ma esperienze simili ci stanno.

Qual è la specialità che prediligi?

La Madison sicuramente perché devi essere sempre a tutta, sia fisicamente che come concentrazione, ma la più divertente è l’eliminazione, si evolve in maniera sempre imprevedibile.

Basilico Crestanello 2020
Valentina insieme a Lara Crestanello: la coppia lombardo-veneta è stata bronzo europeo nel 2020
Basilico Crestanello 2020
Valentina insieme a Lara Crestanello: la coppia lombardo-veneta è stata bronzo europeo nel 2020
Sei anche un elemento fisso del quartetto dell’inseguimento…

Anche quella è una bellissima specialità, molto diversa. Io sono deputata al lancio, devo portare la squadra alla massima velocità nel minor tempo possibile, è un compito di grande responsabilità.

Che cosa ti è rimasto di quest’esperienza olandese?

Tantissimo, molto al di là delle sensazioni per la vittoria: era la mia prima grande manifestazione all’estero, perché lo scorso anno avevamo gareggiato in Italia, poi erano stati Europei all’aperto e non credevo che le gare cambiassero tanto in base all’ambientazione. Nel velodromo al chiuso è tutto più concentrato, si sta quasi stretti… E chissà come saranno le gare quando tornerà il pubblico senza limitazioni. Devo dire che è stato tutto bello, anche il cibo, un po’ diverso da quello solito nostro.

Basilico velocità 2020
L’atleta cabiatese ha una straordinaria duttilità su pista: qui è impegnata nella velocità a squadre
Basilico velocità 2020
L’atleta cabiatese ha una straordinaria duttilità su pista: qui è impegnata nella velocità a squadre
Passiamo alla strada: che tipo di ciclista sei?

Se devo dire la verità, non lo so. Chiaramente ho un buon spunto veloce e punto alle volate, ma non posso dire quali sono le mie caratteristiche perché mi devo ancora conoscere, ad esempio in montagna non sono proprio “piantata”…

Nel tuo futuro immediato ti vedi ciclista a tempo pieno?

Vorrei, ma come ho detto ne so ancora troppo poco per capirlo, inoltre non so se l’attività su pista da sola può garantire un futuro. Intanto faccio un passo per volta, penso ai Mondiali di categoria dove vorrei confermarmi.

C’è una corsa particolare nei tuoi sogni?

Sinceramente non saprei rispondere, non saprei dire quali gare possono essere adatte a me, è tutto un mondo che devo scoprire, piano piano. Un giorno vi risponderò…

Barbieri, inizia da Livigno la rincorsa alle Olimpiadi

Giada Gambino
23.05.2021
5 min
Salva

Gli aspetti che contraddistinguono Rachele Barbieri sono sicuramente la tenacia, la costanza e la voglia di dimostrare a tutti quanto vale. In gara corre senza compagne di squadra, il suo team è formato solo da lei, ma questo non la ferma e non la demoralizza. Mentre guarda fuori dalla finestra la neve che cade su Livigno e il sole che la illumina, racconta la recente vittoria ad Ascoli Piceno… 

La stagione estiva di Rachele si divide fra strada e pista. Ora è a Livigno in altura
La stagione estiva di Rachele Barbieri si divide fra strada e pista: qui a Montichiari
Affrontare una gara senza squadra… 

Sono abituata a correre così, ma a volte mi innervosisco molto, anche se so quali siano i rischi dello stare da sola. Soprattutto ora che sto bene e le avversarie lo sanno, sia in pianura che in percorsi vallonati è molto difficile, considerando che molte squadre hanno anche nove atlete! Devo sempre studiare bene la corsa e comprendere quale tattica di gara adoperare. So per certo che non posso seguire tutte, ci vuole una buona dose di fortuna e la consapevolezza che si deve soffrire un po’ di più rispetto ad altre velociste che escono dalla pancia del gruppo solo quando devono fare la volata, ma a me piace correre così. 

Come si è svolta la tua gara di Ascoli Piceno?

Ho attaccato più volte, ho cercato di andare in fuga, mi sono divertita! Mi piace correre davanti e all’attacco. Tutte le volte che riuscivo provavo ad entrare in una fuga o crearla io. L’unico problema è stato che nessuna voleva tirare dal momento che c’ero io e adoperavano delle strategie di squadra… Il che è giusto, ma in quel momento mi sono innervosita tantissimo. Ci sono delle situazioni dove però l’essere da sola ha anche degli aspetti positivi che giocano a mio favore, come ad esempio il non potersi prendere l’incarico di chiudere una fuga come è successo in questa corsa. Se avessi chiuso io sulla fuggitiva, non avrei potuto fare la volata

Cosa hai pensato quando è partita la volata?

L’adrenalina che danno gli ultimi metri della gara è qualcosa di particolare, soprattutto per una velocista. Non è così scontato arrivare in volata e bisogna sapere sfruttare le giuste occasioni. Quando ho visto che la squadra della Fidanza stava lavorando per tirarle la volata, mi sono messa a ruota sua e ho cercato di reagire con più testa possibile. Sapevo che non potevo anticiparla troppo e che lei sarebbe partita molto vicino all’arrivo, quindi nel momento in cui dovevo attaccare l’avrei dovuto fare a tutta… E così è stato! C’è stato un testa a testa e questo mi ha dato quella spinta in più. E’ stato molto bello soprattutto perché so che Martina è un’atleta molto forte. Siamo in nazionale insieme, conosciamo le reciproche caratteristiche. Essere da sola e vincere in una gara del genere è una soddisfazione in più! 

Il giorno di San Valentino, un cross a Lugo di Romagna con la nuova maglia
Il giorno di San Valentino, un cross a Lugo di Romagna con la nuova maglia
E con Martina…

Passiamo tantissimo tempo insieme, ma siamo consapevoli del fatto che la nostra disciplina ci porta ad essere rivali. Se devo essere sincera… c’è molta competizione! Abbiamo caratteristiche molto simili, per quanto riguarda la pista. Una delle specialità in cui entrambe andiamo bene è lo scratch dove io sono campionessa mondiale 2017 e lei ha vinto gli ultimi europei. Quando dobbiamo correre per la squadra sia su pista che in strada, quando vestiamo la maglia della Polizia o della nazionale, siamo delle ottime compagne. Ma quando indossiamo maglie diverse e puntiamo entrambe alla vittoria, diventiamo avversarie. Il rispetto reciproco non manca mai

La strada ti piace molto, ti ci dedicheresti di più? 

Adesso il mio obiettivo principale è quello di provare a partecipare alle Olimpiadi su pista per poi fare una bella attività su strada. Quest’ultima negli ultimi due anni l’ho un po’ tralasciata, ma mi piacerebbe dedicarmici un po’ di più. So che all’estero le ragazze sono molto forti e mi devo migliorare, ma so di aver lavorato bene e vorrei dire la mia in qualche gara fuori. Le corse in Italia sono molto importanti, soprattutto per le ragazze giovani per fare tanta esperienza. Penso che sbaglino le atlete che non corrono le gare open qui, non reputandole di alto livello. E’ sempre uno stimolo in più e poi… se vuoi la gara dura, la puoi rendere dura anche tu.  

Visto che sei in grado di vincere da sola, con una squadra…

Sicuramente sarei molto agevolata e, soprattutto, mi metterei a disposizione del team per aiutare qualche mia compagna a vincere. In passato l’ho fatto ed è stato abbastanza soddisfacente. 

Sul podio elite di Maltignano (Ascoli Piceno) Rachele con Martina Fidanza e Camilla Alessio. Da qui, di corsa a Livigno
Sul podio di Ascoli, Rachele con Fidanza e Alessio, poi via a Livigno
Le gare di ciclocross fatte questo inverno sono servite? 

Sono state fondamentali per la mia preparazione! Ho potuto allenarmi in maniera forte e costante, in un periodo in cui solitamente si lavora un po’ di meno.  Un aspetto molto positivo è stato il fatto che in inverno, ad esempio, il freddo con il cross si patisce di meno. 

E prima di Tokyo? 

Ci sono i campionati europei su pista a fine giugno che sono l’obiettivo fondamentale. Lì si capirà chi andrà alle Olimpiadi o meno. Mi sto godendo questi giorni a Livigno in attesa che arrivino le mie compagne azzurre, per fare un po’ di allenamento in altura in vista proprio degli europei. Il lavoro che stiamo facendo con la nazionale tra allenamenti su strada e in pista sono stati davvero impegnativi e ben programmati… Il livello è altissimo.