Coden e i suoi ragazzi in Spagna: tra vittorie e prove di futuro

19.09.2025
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Alessandro Coden e i suoi ragazzi sono tornati a casa dopo il viaggio che li ha condotti in Spagna per correre la Volta Ciclista a Galicia. A cavallo tra le verdi colline a picco sul mare i corridori della Campana Imballaggi-Geo & Tex-Trentino hanno raccolto una vittoria di tappa con Leonardo Volpato. Dopo 2.250 chilometri per riportare in Italia i mezzi, Coden è stanco ma felice: questa esperienza entra in un contesto più grande che prevede una crescita costante del team (in apertura foto Volta a Galicia). 

«Siamo partiti domenica alle tre del pomeriggio – racconta Alessandro Coden – e siamo arrivati lunedì mattina alle undici. Io in ammiraglia e il meccanico in furgone, un viaggio lungo ma siamo contenti di com’è andato. Abbiamo preso anche le misure con questo genere di trasferte: non è la prima fuori dall’Italia, ma la Spagna era davvero lontana. Ad esempio, per una questione di costi e trasporto, il massaggiatore l’ho preso direttamente sul luogo».

Per la Campana Imballaggi-Geo & Tex-Trentino la trasferta in Spagna è stata estremamente produttiva (foto Volta a Galicia)
Per la Campana Imballaggi-Geo & Tex-Trentino la trasferta in Spagna è stata estremamente produttiva (foto Volta a Galicia)
Come mai siete andati fino in Spagna?

Perché mi piace fargli fare certe esperienze ai ragazzi. La Volta ciclista a Galicia è una corsa a tappe nazionale ma c’erano squadre giovanili di alto livello e anche corridori elite di grande spessore. In Spagna è diverso perché si trovano anche ex professionisti di 30 o 32 anni in queste gare. Gente che ha corso e ha un certo tipo di esperienza. Mentre in Italia le corse a tappe di questo livello hanno per lo più atleti under 23.

Si corre in maniera diversa?

Diciamo che non c’è un meglio o un peggio. Tutte le gare sono importanti, noi siamo venuti in Spagna perché in gruppo ci sono corridori esperti che vedono la corsa in maniera differente. Si apprende un modo nuovo di vivere la gara, dal chilometro zero si va a tutta, senza rispiarmiarsi. Chi ha le gambe tiene il ritmo e vince.

I tuoi ragazzi come si sono comportati?

Bene, sono contento di quanto fatto. Abbiamo anche vinto una tappa con Leonardo Volpato. Per molti di loro questa era la prima esperienza all’estero, quindi era un passo necessario per la crescita e la maturazione. Le tappe erano impegnative, ma noi siamo stati sempre nel vivo della corsa. Il giorno in cui Volpato ha vinto, la squadra ha tenuto testa a tutti. Siamo andati in fuga, poi eravamo presenti nel contrattacco e poi abbiamo dato la stoccata finale. 

Esperienza che entra in un’ottica di crescere sotto tutti i fronti?

Dal 2026 vogliamo fare un calendario ancora più impegnativo con tante corse all’estero. Al 99 per cento saremo continental e questo è un salto importante, ma necessario. Terremo i migliori atleti, come Volpato, e ci saranno innesti interessanti. L’idea è di avere una decina di ragazzi e fare una formazione competitiva

Come mai fate questo passo?

Vogliamo vedere se cambia qualcosa, l’obiettivo è di risultare più appetibili per prendere atleti strutturati e ampliare il bacino d’utenza. La società e gli sponsor, tra cui ovviamente Campana Imballaggi, hanno deciso di fare degli investimenti. Non nascondiamo che l’impegno economico sarà maggiore, abbiamo già misurato la febbre con la trasferta in Spagna.

In che senso?

Parlo dei costi. In Galizia eravamo ospitati dall’organizzazione e questo ci ha dato una grande mano. I biglietti aerei, la benzina e tutto il resto lo abbiamo pagato di tasca nostra. Però siamo decisi e fiduciosi, dovrebbero entrare anche due nuovi sponsor. Quindi direi che siamo pronti.

La scelta della Campana Imballaggi, prossima continental

05.08.2025
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Quello della Campana Imballaggi-Geo & Tex – Trentino è un impegno oneroso, considerando che ha tre squadre: una di allievi, una di juniores e una di under 23. Tre squadre con i loro staff, con il loro calendario, con tante speranze riposte nei ragazzi che pian piano crescono sperando di trovare spazio fra i “grandi”.

Alessandro Coden, manager del team Under 23 pronto a un salto di qualità nel 2026 (foto team)
Alessandro Coden, manager del team Under 23 pronto a un salto di qualità nel 2026 (foto team)

A gestire la formazione degli U23 c’è Alessandro Coden, che descrive la struttura: «Alla guida degli juniores c’è un mio ex atleta. Con gli U23, anche noi facciamo tanta attività all’estero, abbiamo corso il Giro d’Austria, prima del Giro NextGen, poi andremo in Spagna a settembre e forse avremo anche un impegno in Belgio, per far assaggiare ai ragazzi che cosa significa correre al Nord. Senza contare tutta l’attività internazionale in Italia. E’ un impegno oneroso, considerando che fra i due team ci sono più di 20 ragazzi impegnati pressoché ogni domenica».

Rispetto al passato sta diventando sempre più difficile gestire una squadra under 23?

La gestione di per sé non lo sarebbe, fortunatamente abbiamo degli sponsor che ci sostengono e che rimangono nel tempo. Non guardano solo ai risultati, ma a tutto il complesso dell’attività e del lavoro con i ragazzi. Sanno che se non fai questo tipo di attività, impegnandoti anche all’estero, confrontandoti con il meglio della categoria, non cavi un ragno dal buco. Ma nel confronto con gli altri anni non è che in questo sia diverso.

La Campana Imballaggi nel complesso ha 28 ragazzi, fra U23, juniores e allievi (foto team)
La Campana Imballaggi nel complesso ha 28 ragazzi, fra U23, juniores e allievi (foto team)
Negli ultimi anni però si sono affermati i devo team, la strada per il professionismo è diventata più ardua se non si passa attraverso di loro…

Esatto, su questo devo dire che il nostro mondo è cambiato e c’è maggiore squilibrio. Io sono sempre stato di un’idea precisa: quando uno junior passa di categoria, dovrebbe fare i primi due anni in Italia, in un team italiano. Ci deve essere un sistema che tuteli il movimento nazionale, altrimenti si rischia di sparire tutti.

Secondo te aiuterebbe un sistema come è in vigore negli altri sport, nei quali quando un atleta firma per un grande team, chi l’ha cresciuto prende un indennizzo secondo una sorta di schema piramidale?

Qualcosa del genere c’è già, ma certamente aiuterebbe se ben strutturato. Io però non ne faccio solo una questione economica, secondo me servirebbe anche per tutelare l’attività nazionale nel suo complesso, dando anche il tempo ai ragazzi di maturare, perché non tutti coloro che passano da junior sono già pronti, anzi…

Christian Piffer è una colonna del team, atteso a risultati nella seconda parte dell’anno (photors.it)
Christian Piffer è una colonna del team, atteso a risultati nella seconda parte dell’anno (photors.it)
In questo momento è più difficile gestire un team juniores o U23?

Per quel che vedo, è più difficile con gli juniores perché hai addosso la maggior parte dei genitori che si preoccupano del rendimento e delle possibilità del figlio, senza pensare davvero al suo futuro. So ad esempio che ci sono tanti ragazzi che stanno passando nei devo team e per farlo lasciano la scuola, abbandonano prima dell’ultimo anno delle superiori. E’ una scelta folle, se poi la tua scommessa ciclistica non funziona, sono guai seri.

A tuo modo di vedere quanta colpa c’è in questo da parte delle famiglie?

Tanta, e non so neanche se sia per il miraggio economico come avviene nel calcio. Io so solo che vengono da me e mi dicono: «Mio figlio ha già firmato per quella squadra» e non sanno neanche che si parla di un team U23 e non professionistico. Sono abbagliati dal nome. E come succede la maggior parte delle volte, dopo un paio d’anni la riconferma non c’è e tornano all’ovile, ma senza diploma non hanno nulla in mano. E lo dice uno che le superiori neanche le ha fatte.

Leonardo Volpatop è tornato quest’anno alla Campana Imballaggi. 6° giovane al Giro d’Austria (photors.it)
Leonardo Volpatop è tornato quest’anno alla Campana Imballaggi. 6° giovane al Giro d’Austria (photors.it)
Perché?

Non nego che me ne sono pentito, ma io ho avuto la fortuna di entrare nella Polizia Penitenziaria quando correvo. Ma se un ragazzo non ha questa fortuna di entrare in un corpo militare, se per qualsiasi ragione nella sua militanza nel team internazionale si fa male o qualcosa va storto, che gli resta? E’ qui che i genitori hanno una grossa responsabilità, dovrebbero essere loro abbastanza maturi da pensarci, da riflettere sul futuro dei loro ragazzi e non farsi abbagliare da facili quanto immaginari guadagni.

Venendo al gruppo vostro, su chi punteresti fra i tuoi ragazzi per un futuro ciclistico?

Ad esempio c’è Leonardo Volpato, che dopo due anni alla MBH Bank Ballan ha deciso di venire con me a fine stagione. Ha fatto 10° al campione italiano, è sempre lì, è un bravissimo ragazzo ma è un po’ testardo. Si allena da matti, ma alla fine porta meno di quel che meriterebbe. Adesso ha incominciato ad ascoltare di più e gli effetti si vedono: bene al Giro d’Austria, bene al NextGen. Qui mi tolgo un sassolino dalla scarpa: ci dicevano che eravamo i peggiori, alla fine abbiamo fatto quarti fra le squadre italiane. Oltre a lui c’è Piffer, c’è Vecchiutti che ha vinto una corsa la settimana passata, quella di San Donà in notturna che per noi è un campionato del mondo.

Da Francesco Vecchiutti è arrivata la vittoria più attesa, al Memorial Cochi Boni (photors.it)
Da Francesco Vecchiutti è arrivata la vittoria più attesa, al Memorial Cochi Boni (photors.it)
E dagli junior chi ti segnalano?

C’è un bel ragazzino, Alessandro Avi che farà l’under 23 con noi anche perché nel 2026 passeremo continental. E’ uno che va bene nei percorsi ondulati, su salite non tanto lunghe.

Perché diventare continental?

Perché è ora di cambiare. In Italia dobbiamo adeguarci, se guardate, di team regionali ce ne sono pochi, per fare un certo tipo di attività devi fare il salto. Ci proviamo, non è detto che la facciamo. Certamente c’è un aggravio di spese notevole, devi dare un minimo di stipendio ai ragazzi, anche a quelli dei primi anni, poi ci sono le assicurazioni, la fidejussione. La cosa un po’ mi preoccupa, ma per il futuro della Campana Imballaggi dobbiamo farlo…

Finamoni: «Alla Campana per amore verso il ciclismo giovanile»

26.02.2025
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La chiusura del settore giovanile da parte della SC Padovani a favore della formazione continental aveva portato tanti ragazzi a trovarsi senza squadra di punto in bianco. Una situazione che ha aperto il cuore e le porte della Campana Imballaggi e di Alessandro Coden. Infatti dopo un colloquio con sponsor e collaboratori è nata la formazione allievi della Campana Imballaggi. La figura di riferimento sarà Massimo Finamoni, diesse della categoria alla Padovani e anche lui migrato ciclisticamente in Trentino dopo la chiusura della squadra (in apertura Stefano Colombo/ Cyclingshoots).

«Sono appena arrivato in ufficio – racconta Finamoni – oggi (ieri per chi legge, ndr) piove e i ragazzi non si allenano, ho un cuore anche io (dice con una risata, ndr). Gli impegni non mancano comunque, visto che devo portare le bici dal meccanico».

A sinistra Massimo Finamoni insieme ad Alessandro Coden (foto Stefano Colombo/Cyclingshoots)
A sinistra Massimo Finamoni insieme ad Alessandro Coden (foto Stefano Colombo/Cyclingshoots)

Il richiamo dei ragazzi

Finamoni ha legato la sua passione del ciclismo alle categorie giovanili. Appena parla ci fa subito capire che avere a che fare con la crescita personale e atletica di questi ragazzi gli dà un qualcosa di unico.

«Prima di allenare gli allievi – spiega ancora Finamoni – ero con gli esordienti e nel mio percorso sono passato anche dalla categoria juniores. Però la dimensione che più mi piace e mi realizza a livello personale è quella degli esordienti e degli allievi. Mi sento di essere un educatore ciclistico e questo mi dà tanta voglia di lavorare e mettermi a disposizione. Capisco l’importanza delle mia figura nella crescita e nella maturazione dei ragazzi».

La formazione allievi della Campana Imballaggi è composta da otto ragazzi, cinque dei quali arrivano dalla Padovani (foto Stefano Colombo/Cyclingshoots)
La formazione allievi della Campana Imballaggi è composta da otto ragazzi, cinque dei quali arrivano dalla Padovani (foto Stefano Colombo/Cyclingshoots)
La chiusura della Padovani è stata una doccia fredda?

Per un certo verso sì, ma d’altra parte la squadra era stata scottata dalla scelta di alcuni ragazzi che avevano deciso di cambiare maglia di punto in bianco. Dopo tante delusioni e complice l’interesse di alcuni sponsor, hanno deciso di creare definitivamente il progetto continental.

Come hanno preso la scelta i ragazzi?

Alcuni non sapevano dove sbattere la testa considerando che erano alla Padovani da sempre. Ci sono state delle reazioni di rabbia cieca alla base delle quali ho capito ci fosse della frustrazione. Io dico sempre che i pensieri dei ragazzi sono come l’olio, vengono sempre a galla. Per fortuna si è trovata una soluzione. 

Essere diesse di una squadra allievi vuol dire insegnare loro le basi del ciclismo
Essere diesse di una squadra allievi vuol dire insegnare loro le basi del ciclismo
Così hai preso i ragazzi e siete andati alla Campana…

Avrei potuto anche continuare a lavorare in Padovani, mi avevano offerto di rimanere e far parte dello staff della continental. Mi sono trovato un po’ tra l’incudine e il martello con sei ragazzi che sarebbero diventati allievi di secondo anno senza squadra. Nel cercare una sistemazione ho parlato con Alessandro Coden che mi ha detto di essere disposto a prenderli tutti. 

E sei andato anche tu.

Ci ho pensato un attimo, in realtà quasi nulla, e sono entrato nella Campana Imballaggi. Volevo restare con i giovani, sono consapevole che questo è il mio posto. Ho ringraziato Galdino Peruzzo, il presidente, e i Vice-Presidenti Alberto Ongarato e Martino Scarso per l’offerta ma ho seguito il cuore. Voglio insegnare ciclismo, quando entri in squadre grandi non lo puoi fare, ma è giusto che sia così. 

Il rapporto con i ragazzi della categoria allievi è molto diretto
Il rapporto con i ragazzi della categoria allievi è molto diretto
Insegnare ciclismo agli allievi cosa vuol dire?

Fargli vedere e spiegargli come si mangia, ci si allena oppure come si approccia una gara. I giovani si affidano totalmente alla figura di riferimento e questo crea un legame molto bello. Adesso che fa freddo mi chiedono se devono indossare i guanti, o quale giacca. Se passi in una realtà continental il corridore sa cosa deve fare, è giusto che sia così. E poi c’è un altro aspetto.

Quale?

Mio figlio, che era in Padovani con me, ha 18 anni. Questa scelta di venire alla Campana l’ho fatta anche per lui. In questo modo riesco a insegnarli cosa vuol dire gestire una squadra e quali sono gli aspetti importanti da curare. Coden e tutti gli sponsor della Campana Imballaggi mi hanno messo nelle mani una tavola vuota sulla quale disegnare. Inoltre tratta tutti i suoi atleti allo stesso modo: dagli allievi alla squadra under 23/elite. 

La stagione della formazione allievi inizierà il 22 marzo
La stagione della formazione allievi inizierà il 22 marzo
Avrete una squadra di otto ragazzi ci ha anticipato Coden…

E sarebbero potuti essere molti di più. Abbiamo ricevuto una ventina di richieste, la maggior parte delle quali non è stato possibile accettare. 

Quando iniziate la stagione?

Il 22 marzo, manca meno di un mese. Siamo carichi.

Campana Imballaggi: arrivano gli allievi, un anno prima del previsto

20.12.2024
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La Campana Imballaggi-Geo & Tex Trentino avrà una novità importante nella prossima stagione: alle già presenti squadre under23/elite e juniores si aggiungeranno gli allievi. Un impegno non da poco che allunga la catena dei ragazzi guidati da Alessandro Coden. Avere una categoria in più non è una cosa da sottovalutare in questo momento storico, il ciclismo fa fatica ad andare avanti. I grandi mangiano i piccoli e il rischio di vedere le squadre chiudere i battenti è sempre più alto

«E’ presto detto – dice Alessandro Coden mentre risponde al telefono – come sia arrivata questa decisione. La SC Padovani ha chiuso le categorie allievi e juniores concentrando le proprie forze sulla formazione continental (in maniera diversa, ma si ripresenta il senso del grande che mangia il piccolo, ndr). Di colpo sette allievi si sono trovati senza squadra, la voce ci è arrivata e abbiamo deciso di metterci in moto».

Alessandro Coden diesse e responsabile della Campana Imballaggi-Geo & Tex Trentino (photors.it)
Alessandro Coden diesse e responsabile della Campana Imballaggi-Geo & Tex Trentino (photors.it)

Questione di attimi

Il racconto di Alessandro Coden fa capire come il problema sia stato recepito e risolto in breve tempo. Non sono serviti tanti giri di parole o spiegazioni…

«Ho parlato con i nostri sponsor – continua – Roberto Campana e Federico Morbiato e in una riunione e mezza si è fatto tutto. Hanno aumentato il budget quel tanto che basta per permettere di dare il giusto supporto alla nuova squadra e ci siamo messi in moto. Cinque dei sette ragazzi che ci avevano contattato hanno deciso di venire da noi. Nel frattempo ne sono arrivati altri tre, tra questi c’è il campione regionale veneto esordienti».

Questi gli otto ragazzi che comporranno la squadra allievi per il 2025
Questi sono cinque degli otto ragazzi che comporranno la squadra allievi per il 2025
Chi li seguirà?

Ci stavamo già ponendo il problema per capire come gestirli e in che modo lavorare, poi alla fine la soluzione era sotto al naso. Visto che la SC Padovani ha chiuso c’era il tecnico libero, si chiama Finamoni. Praticamente abbiamo ereditato la struttura della Padovani che ha chiuso i battenti.

Quello di aggiungere la categoria allievi era un passo che avevate già in mente?

Sì, ma dal 2026, non da questa stagione. Però quando ci è arrivata questa notizia non abbiamo potuto tirarci indietro. Ma è stata una cosa che è venuta naturale, sia a me che a tutti gli sponsor. 

La Campana Imballaggi-Geo & Tex Trentino ha anche la formazione juniores (photors.it)
La Campana Imballaggi-Geo & Tex Trentino ha anche la formazione juniores (photors.it)
D’altronde i grandi team prendono i ragazzi sempre più presto.

Vero, quindi arrivare a fare una squadra come la nostra non è facile. Abbiamo juniores e under23/elite. Ora si sono aggiunti anche gli allievi. Si tratta anche di un modo per continuare ad avere un vivaio interno che possa funzionare bene. Ma non è solo questo. 

E cosa?

Ci sono tante formazioni giovanili che chiudono e molti ragazzi sono liberi, senza squadra. Magari i giovani che hanno voglia di correre e andare in bici ci sono ancora, ma se mancano le squadre… Non si parla di fenomeni, però è vero che da allievi non puoi sapere che percorso faranno. Alcuni di questi ragazzi non sono mai stati valutati o visti da qualche tecnico. 

La possibilità di continuare il cammino c’è, questo è Busanello che passerà da juniores a under 23
La possibilità di continuare il cammino c’è, questo è Busanello che passerà da juniores a under 23
Meritano di continuare.

Anche solo per amore verso questo sport. Poi crescendo si vedrà.

Che impegno è stato economicamente?

Un dispendio abbastanza alto, alla fine noi della Campana Imballaggi forniamo a tutti i ragazzi le bici nuove ogni anno e i kit per allenamenti e gare. Questo lo facevamo sia per i grandi che per gli juniores e ora si sono aggiunti gli allievi. Lavoriamo perché tutti i nostri atleti si sentano parte dello stesso gruppo, per far vedere che c’è una continuità. Come in tutte le cose ci siamo messi prima al tavolo e abbiamo capito quanti soldi servissero. Le cose si fanno solo se c’è la possibilità di farle bene. 

Quanti ragazzi avete ora?

Dodici tra under 23 ed elite, otto juniores e otto allievi. Il totale è di ventotto. Non tutti avranno la possibilità di fare il percorso completo, ma l’occasione non manca. Siamo una delle poche realtà che lavorano in questo modo. 

Tra pista e strada, riparte la Campana Geo&Tex Trentino

30.12.2022
5 min
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Siamo alla vigilia del 2023 e questo anno passato tra pista e strada ha alimentato entusiasmo e tanti risultati arrivati da ambo i fronti. La Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino si trova in ritiro a Riva del Garda per la precisione a Ceniga, ospite della famiglia Zambanini presso l’Hotel Garnì delle Rose. Questa stagione ha regalato maglie iridate e titoli europei su pista con i due velocisti Bianchi e Predomo. Mentre su strada la crescita costante non ha trovato un vero e proprio exploit, ma con Minali, Elipanni e Corrocher è pronta a mettere i puntini sulle i. 

La formazione trentina che ha sede a Lavis vanta un bacino di juniores proprio, da cui per il 2023 ha attinto, senza rinunciare a qualche innesto proveniente dal panorama giovanile esterno. Mentre a rinforzare l’impegno dedicato alla pista è arrivato Mattia Harracher, direttamente dalla nazionale BMX. Il trentino è pronto a giocarsi le proprie carte per un posto nella velocità azzurra. Con il team manager Alessandro Coden, sulle rive del Garda andiamo alla scoperta della nuova rosa tra ambizioni e nuovi volti. 

Il ritiro dalla famiglia Zambanini è un appuntamento ricorrente di inizio stagione
Il ritiro dalla famiglia Zambanini è un appuntamento ricorrente di inizio stagione
Primo ritiro con la formazione 2023, dove vi trovate?

Siamo ospiti dell’Hotel Garnì Delle Rose a Ceniga di Dro dalla famiglia di Edoardo Zambanini, professionista con la Bahrain-Victorious ed ex nostro junior.

Un luogo ricorrente nei vostri ritiri…

E’ una vita che andiamo ospiti della famiglia Zamabanini. Edoardo è cresciuto con me e ancora oggi esce in bici con noi. 

Siete tutti presenti al ritiro?

In questi giorni mancano Bianchi e Predomo che si trovano in ritiro con la nazionale visto che la Coppa del mondo su pista è in corso. 

A livello di organico il roster è deciso?

Siamo al completo. C’era in ballo uno straniero, ma siamo in alto mare. Come organico siamo definiti. I tre della pista e i dodici elite/U23. 

Dalla vostra formazione juniores quali ragazzi sono saliti?

Dagli juniores sono saliti i due gemelli Gallio, Filippo e Alessandro ed Edoardo Bolzan. Mentre dalla Montecorona juniores ho preso un ragazzo che non ha vinto, ma si è sempre piazzato nei dieci, si chiama Mirko Sartori

A novembre presso la sede Geo&Tex 2000 è stato presentato il roster elite/U23 e juniores
A novembre presso la sede Geo&Tex 2000 è stato presentato il roster elite/U23 e juniores
Altre new entry?

Yuri Lunardelli dalla Team Gaiaplast Bibanese che ha fatto una buona stagione e infine Samuele Disconzi dalla General Store. 

Chi sono i capitani della squadra?

Capitani nella nostra formazione non ce ne sono. Ci sono dei ragazzi che sono un po’ più responsabili degli altri che sono Elipanni, Minali e Corrocher. 

Tra i vostri U23 c’è anche Cassol che pratica ciclocross…

E’ sempre stato con noi, Cassol fa ciclocross in preparazione alla strada. Per essere competitivi bisognerebbe dedicarcisi di più come per la pista. 

Per quanto riguarda la vostra sezione velocità chi è arrivato?

Ho preso Mattia Happacher che viene dalla BMX. E’ venuto con noi per fare la pista con la nazionale e fare il primo uomo con la velocità a squadre

La formazione trentina conta dodici atleti per la strada e tre per la pista
La formazione trentina conta dodici atleti per la strada e tre per la pista
I tre della pista faranno anche strada?

Esclusivamente pista, è impossibile con questi ragazzi qua. O si fa strada o si fa pista. 

Per le gare più dure su chi ti affiderai?

Per le corse un po’ più dure abbiamo Bolzan che arriva dagli juniores dove ha dimostrato di essere forte. Con Disconzi, Lunardelli e Sperandio penso che essendo al secondo o terzo anno di U23 siano pronti per fare dei risultati nelle gare più impegnative. 

Che obiettivi hai prefissato per il 2023?

Intanto cominciamo come abbiamo deciso con il preparatore passo per passo, con calma. Poi decideremo il da farsi. Alle gare arriviamo sempre tranquilli. In tanti non sanno che la stagione è lunga per la categoria, si corre fino alla fine ottobre. Se si parte con calma si va lontano. Al contrario se si da tutto subito con il primo caldo si viene rimbalzati. 

C’è chi dice che correre troppo negli U23 non sia d’aiuto. Che 2022 avete disputato?

Nel 2022 non abbiamo corso poco. Con tutte le corse a tappe, gare in Italia e all’estero siamo arrivati a 65 giornate di gara. Abbiamo fatto il nostro e sarà così anche per il 2023.

Sullo sfondo per la vostra formazione c’era la prospettiva di diventare continental. Come progetto è stato rimandato o è un obiettivo?

Considerando i regolamenti che ci sono adesso non conviene più fare una continental. Nelle regionali se facessi una continental con i corridori giovani attuali potrei correre solo con cinque di loro. Si va poco lontano così. E’ più un argomento che interessa agli sponsor. Se fossimo in Austria sarebbe un discorso differente ma siccome siamo in Italia non conviene. 

Un giorno fra palestra e pista a ruota di Predomo

23.11.2022
4 min
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Dice Ivan Quaranta che i velocisti sono tutti un po’ focosi. E che nel suo gruppo, il più nervosetto di tutti è Predomo. Forse perché è ancora così giovane. Mattia è del 2004 e ha chiuso la stagione con due titoli europei e due mondiali, ottimamente stilizzati sui suoi scarpini DMT. Come Bianchi, Predomo corre alla Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino di Alessandro Coden: la società che più di altre ha deciso di credere nel settore velocità e sta ora raccogliendo i frutti.

Per Predomo, partenze in serie con il 60×12: Quaranta alle spalle per sostenerlo
Per Predomo, partenze in serie con il 60×12: Quaranta alle spalle per sostenerlo

La scommessa di Quaranta

I ragazzi della velocità sono super affiatati, ma al momento giusto, soprattutto quando si mettono a fare le partenze affiancati, le battute e le provocazioni non mancano. E allora si percepisce che esiste una gerarchia non scritta, legata al palmares, all’età e in certi momenti alla stazza fisica.

Predomo è uno dei più compatti, ma quando si ingobbisce sulla bici e scatta soffiando fuori l’aria, si intuisce che i titoli vinti non sono stati per caso. Al contempo è anche critico con se stesso. E così, quando in una partenza la ruota dietro pattina e lascia gomma sul cemento, l’altoatesino è il primo a ironizzare sulle sue scarse capacità. 

Quaranta l’ha detto subito: su un buon risultato al mondiale juniores avrebbe scommesso, sul fatto che avrebbe vinto due maglie iridate e un argento, neppure Ivan avrebbe osato mettere la mano.

Il gruppo dei velocisti, con Quaranta e Bragato, appare affiatato e motivato: in preparazione non ci sono tensioni, solo goliardia
Il gruppo dei velocisti, con Quaranta e Bragato, appare affiatato e motivato
Che aria si respira in questo nuovo gruppo velocità?

Praticamente siamo partiti da zero. Siamo tranquilli, siamo come una famiglia in questo momento. In preparazione siamo molto calmi, abbiamo un obiettivo in testa e cercheremo in qualsiasi modo di raggiungerlo.

La qualifica olimpica?

Esatto, la qualifica. Ci speriamo e abbiamo dimostrato che ci siamo, soprattutto col settore giovanile. Parlando di under 23 con Matteo Bianchi e di juniores, in cui sono stato protagonista io. Cerchiamo di fare il meglio possibile e poi vediamo.

Dopo il riscaldamento e prima di iniziare con le partenze, Predomo si dedica allo stretching
Dopo il riscaldamento e prima di iniziare con le partenze, Predomo si dedica allo stretching
Quaranta ha detto che se ci fossero le Olimpiadi U23 saremmo sul podio in tutte le specialità.

Sì, credo anch’io. Comunque abbiamo fatto vedere quest’anno che siamo lì, soprattutto nelle discipline dove c’è una qualifica possibile: quindi la velocità a squadre, il keirin e la velocità. Quindi penso proprio che saremo lì a lottare con tutti gli altri.

Ti aspettavi certi risultati?

E’ stato un po’ inaspettato. Siamo arrivati all’europeo sapendo di poter fare bene e ne abbiamo portate a casa due: il keirin e la velocità. Poi ovviamente al mondiale siamo andati con un’idea diversa, cioè quella di portare a casa il miglior risultato possibile, come ovviamente l’europeo. Per me a quel punto, il risultato migliore possibile era almeno un podio e aver portato a casa due maglie diciamo che non è da tutti i giorni, ecco… (sorride, ndr).

Sulle sue scarpe DMT KRSL spicca all’esterno la fascia iridata, all’interno quella di campione d’Europa e la scritta “Gnomo”
Sulle sue scarpe DMT KRSL spicca all’esterno la fascia iridata, all’interno quella di campione d’Europa e la scritta “Gnomo”
Tanto diverso il livello del mondiale?

E’ diversa la preparazione e il fatto che puntano molto su qualifiche più prestazionali, io invece ho ancora qualche difficoltà nella qualifica sul tempo, come Ivan ha già detto. Però poi nell’economia del torneo, verso le finali viene fuori chi ha ancora l’ultima volata. E noi intanto stiamo lavorando su quello e mano a mano, con gli anni, miglioreremo anche nella qualifica.

Che cosa significa avere accanto un tecnico come Quaranta?

E’ decisivo e con lui stiamo imparando a tenere duro. Ci ha dato gli stimoli per alzare il nostro livello.

E’ un falso mito quello per cui le gare durano poco e di conseguenza ci si allena poco?

E’ proprio il mito più falso che io abbia mai sentito… (ride, ndr).

Mattinata in palestra lavorando sulla forza e sul controllo del gesto, pomeriggio in pista o su strada
Mattinata in palestra lavorando sulla forza e sul controllo del gesto, pomeriggio in pista o su strada

Immaginiamo il mal di gambe, dopo la mattinata a sollevare pesi in palestra e il pomeriggio in pista a provare una partenza dopo l’altra con il 60×12. C’è qualcosa di magico anche in questo ciclismo così diverso da quello delle salite e delle volate su strada. Nelle loro gare di dieci secondi ci sono ore e giorni di ragionamenti e fatica. Gesti da controllare e respirazione da gestire, alimentazione diversa e una diversa concezione di ogni cosa. Il sogno olimpico è una bella rotta da seguire.

Matteo Bianchi ci porta nel mondo della velocità pura

22.10.2022
6 min
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Non sarà ancora al livello di Harrie Lavreysen, ma Matteo Bianchi sta crescendo davvero bene. E’ il nostro miglior velocista per la pista. E’ stato quinto ai recenti mondiali sul parquet in Francia nella specialità del chilometro da fermo e quest’anno ha infranto il fatidico muro del minuto: 59”661 il suo tempo.

Bianchi veste i colori dell’Esercito e anche della Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino, squadra diretta da Alessandro Coden, un ex della velocità su pista e vero appassionato.

«E infatti dico subito – attacca Matteo – che vorrei ringraziare tutti loro e anche la nazionale, Villa e Quaranta, che mi seguono e mi aiutano in questo percorso. In Italia di velocisti siamo pochi, è vero, ma stiamo crescendo e piano, piano anche noi stiamo diventando un bel gruppo».

In Italia abbiamo perso l’abitudine di seguire la velocità su pista e per questo a Matteo chiediamo di accompagnarci nella vita del velocista.

Su strada, il corridore di Laives (Bolzano) veste i colori della Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino (foto Instagram)
Su strada, il corridore di Laives (Bolzano) veste i colori della Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino (foto Instagram)
Matteo, la vita del velocista, dicevamo. Noi siamo abituati a raccontare quella degli stradisti…

In effetti ci sono un bel po’ di differenze a partire dall’allenamento in generale e dai programmi specifici. Di certo noi velocisti non facciamo le 5 ore, può capitare ogni tanto di fare una distanza simile, ma solo per simulare il tanto tempo che si passa in pista in una gara, quel genere di fatica complessiva. Abbiamo molto più lavoro specifico: medio, SFR, volate e generalmente i nostri lavori non superano i 3’… almeno su strada. Poi c’è tutta la parte in pista.

Immaginiamo che l’acido lattico sia il tuo compagno di allenamento…

Dipende, ma è chiaro che nel mio programma non ci saranno sessioni da un’ora in salita. Solitamente più si è vicini alla gara e più si lavora in pista, altrimenti lavoro su strada quando sono a casa.

E la tua bicicletta da strada ha qualche accorgimento particolare? Non so una catena più massiccia, un telaio più robusto… Dovrà sopportare wattaggi alti…

No, in realtà è una bici normale, anche perché su strada non si esprimono wattaggi allucinanti. Certi lavori come partenze da fermo si fanno su pista e lì ci sono le sollecitazioni maggiori.

Quindi quali sono i lavori che fai su strada?

Dei 30”-15”-30” rispettivamente a 800 watt, recupero, 800 watt. Oppure un minuto a 500 watt, volate da 20”… In tutto sto fuori un paio d’ore, due e mezza. Sostanzialmente su strada si lavora sulla resistenza, sul riuscire a fare più sprint ravvicinati. La velocità su pista infatti non è fare solo una volata. Si vince quando nell’arco del giorno, in pista devi fare 10 volate e la prima volata è uguale all’ultima.

Bianchi cura anche la parte alta del corpo, come si può vedere dalle spalle massicce. In fase di lancio la spinta deve essere completa
Bianchi cura anche la parte alta del corpo, come si può vedere dalle spalle massicce. In fase di lancio la spinta deve essere completa
Capitolo palestra. Come ti gestisci?

Solitamente quando si fa palestra, si fa la doppia sessione, quindi palestra alla mattina e bici al pomeriggio. E’ una formula che quest’anno ho eseguito di più. Trasformare al pomeriggio il lavoro del mattino vuol dire molto. Prima era tutto più rallentato.

Che lavori esegui in palestra?

Principalmente ci sono due esercizi per le gambe: lo squat e gli stacchi… Poi ci sono tutte le varianti del caso: monopodalico, box squat, blocchi, velocità di esecuzione… Il numero delle ripetute e il carico varia in base al periodo. Quando si fa forza pura al massimo di fanno 4 ripetizioni, ma con grandi pesi. Si lavora anche sulla parte alta e sulla schiena.

Matteo, passiamo all’alimentazione…

Di certo siamo meno vincolati rispetto agli stradisti, una pizza ogni tanto ce la possiamo fare, ma un po’ attenti doppiamo esserlo.

Colazione, pranzo e cena…

A colazione mangio del porridge, delle uova sode, ma anche delle fette da biscottate e da bere una spremuta o dell’acqua. A pranzo, dominano i carboidrati: pasta o riso, carne o pesce bianco e delle verdure. Niente pane. A cena, la parte di carboidrati la prendo tramite le patate, ma è una razione di carbo più bassa. C’è poi la carne, ancora bianca o anche rossa o del salmone. Questo è un piano alimentare che attuo anche quando faccio la doppia sessione giornaliera.

La dieta di Bianchi, chiaramente, prevede molte proteine: uova al mattino e carne (o pesce) due volte al giorno
La dieta di Bianchi, chiaramente, prevede molte proteine: uova al mattino e carne (o pesce) due volte al giorno
Passiamo alla pista: lì come accennato i lavori sono molto specifici…

Certo, molti lavori di forza, esplosivi, partenze da fermo. Su strada utilizzo un 52×11 e con le velocità che si sviluppano, vanno bene.

Chiaro tu dovrai puntare molto anche alla cadenza…

In realtà guardo molto i watt e meno le rpm, a meno che non si debbano fare dei lavori sulla frequenza e in quel caso di va dalle 95 alle 105 rpm.

In pista invece che rapporti utilizzi? E come li scegli?

Il rapporto viene scelto durante le prove e anche nei mesi prima. Ci sono delle giornate in cui si fanno delle prove gara. Si fanno un paio di giorni di scarico e si fa una simulazione della gara: riscaldamento, setup, “gara”. In questo modo impari a conoscerti e sai di cosa hai bisogno. Parlando del chilometro, a Monaco e a Parigi ho scelto il 59×14, agli europei U23 il 58×14.

Come mai questa differenza?

Perché la pista era meno scorrevole, per questo dicevo che bisogna comunque fare delle prove di setup. A Cottbus, per esempio, pista all’aperto, dove l’aria non è così ferma come al chiuso e il fondo era su cemento ho usato il 56. Ne risente la velocità, ma non ne dovrebbe risentire la cadenza.

Con i wattaggi estremi che si sviluppano nella velocità i setup specifici sono fondamentali come il cinghietto sui pedali oltre all’attacco
Con i wattaggi estremi che si sviluppano nella velocità i setup specifici sono fondamentali come il cinghietto sui pedali oltre all’attacco
Del setup fanno parte anche le ruote?

Sì, e riguarda la scelta delle gomme. Il tipo di tubolare e le sue misure.

Spiegaci meglio…

La copertura dell’allenamento non deve essere così prestazionale, mentre quella da gara ha una mescola diversa che si consuma di più. Riguardo alle misure davanti si usa un 21 mm e dietro un 23 mm (questioni aerodinamiche).

E la posizione?

Per il keirin utilizzo un manubrio tradizionale e la bici è paragonabile a quella di un pistard endurance della corsa a punti. Per il chilometro invece sono più allungato e più basso. Io devo fare al massimo tre giri, loro 150, va da sé che il concetto di comfort è ben diverso. Però neanche possiamo chiudere eccessivamente gli angoli. Da alcuni test fatti devono essere “gestibili” per la spinta e la respirazione.