Gli esperti dicono Alaphilippe. A Julian il “nostro” Velo d’Or

11.11.2021
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Stagione finita ed ecco tornare il Velo d’Or. Si tratta dell’ormai celebre concorso che la rivista francese Velo Magazine propone ogni anno dal 1992, sulla falsariga di quel che accade con il Pallone d’Oro dei calciatori con France Football.

Quest’anno in nomination sono andati: Tadej Pogacar, Primoz Roglic, Richard Carapaz, Egan Bernal, Julian Alaphilippe, Kasper Asgreen, Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel, Mark Cavendish, Harrie Lavreysen, Sonny Colbrelli ed Annemiek van Vleuten. 

Campionati del mondo 2021, Julian Alaphilippe vola verso la sua seconda maglia iridata
Campionati del mondo 2021, Julian Alaphilippe vola verso la sua seconda maglia iridata

La cosa che ci sorprende è l’assenza di Filippo Ganna: maglia rosa ad inizio Giro, campione olimpico, campione mondiale (pista e strada), sul podio europeo e su quello iridato… Un solo italiano presente quindi, il bresciano re della Roubaix. In questi 29 anni di Velo d’Or solo tre italiani sono riusciti a vincerlo: Marco Pantani nel 1998, Mario Cipollini nel 2002 e Paolo Bettini nel 2006. Il primatista di questo particolare premio è Alberto Contador con quattro successi.

Ma veniamo a noi. Vogliamo in qualche modo “anticipare” l’esito delle nomination e assegnare in “anteprima” il vincitore 2021. E per questo abbiamo sentito il parere di esperti di ciclismo, tecnici ed ex corridori ora ai microfoni delle tv.

Giovanni Ellena, diesse dell’Androni Giocattoli
Giovanni Ellena, diesse dell’Androni Giocattoli

Ellena vota Alaphilippe

Apriamo le danze con Giovanni Ellena, diesse dell’Androni-Giocattoli.

«Un nome secco? Porca miseria che sfida! Julian Alaphilippe… Dico il francese per l’intelligenza con cui ha gestito il mondiale. Vincerlo due anni di fila poi non è facile. E come lo ha vinto. Anche conquistare un Tour due anni di fila non è facile, ma in tre settimane un margine di errore ce l’hai, piccolo ma ce l’hai. In una giornata secca se commetti l’errore, te lo metti in tasca a vai a casa. Certo, serve anche un po’ di fortuna, ma nel caso di Alaphilippe faccio fatica a trovarne.

«Se avessi una seconda scelta direi Pogacar, ma non tanto per il bis alla Grande Boucle, comunque difficilissimo, ma perché, ragazzi, questo qui ha ancora margini di miglioramento». 

Mirko Rossato, Moreno Nicoletti
Mirko Rossato diesse della Bardiani
Mirko Rossato, Moreno Nicoletti
Mirko Rossato diesse della Bardiani

Rossato vota Van Aert

Da un diesse ad un altro. Parola a Mirko Rossato della Bardiani Csf Faizanè.

«Io voto Van Aert perché ha dimostrato un rendimento costante e ovunque: cross, crono, strada. Un rendimento al di sopra delle aspettative, mai una dafaillance e sempre tutti che gli corrono contro. Okay, al mondiale non è andato fortissimo, ma quello è un terno al lotto. Io non ho mai visto un corridore così presente. Se si va a vedere gli ordini di arrivo nelle corse in cui ha puntato non è mai uscito dai primi tre o quasi.

«Se avessi potuto dare altre due preferenze avrei detto Colbrelli e la Van Vleuten. Sonny perché è cresciuto molto ed è andato forte dal Romandia in poi. Ha vinto italiano, europeo e Roubaix. Ha mostrato numeri importanti in campo internazionale. E poi è un mio ex corridore. E Annemiek perché anche lei ha fatto un’altra grande stagione e con due figlie che corrono in bici non potevo non sceglierla».

Luca Scinto (53 anni) diesse della Vini Zabù
Luca Scinto (53 anni) diesse della Vini Zabù

Scinto vota Alaphilippe

Luca Scinto, diesse in forza alla Vini Zabù, invece la pensa come Giovanni Ellena. Il tecnico toscano premia Alaphilippe.

«Voto Julian Alaphilippe perché il francese è un corridore che entusiasma, va forte quando serve, negli appuntamenti che contano è sempre là davanti e sbaglia poco, molto poco. E poi ormai sono diversi anni che è protagonista e nel ciclismo di oggi non è facile restare a così alti livelli.

«Bravo anche Colbrelli e mi colpisce il fatto che non ci sia Ganna. Filippo per me è super. Senza di lui il quartetto azzurro sarebbe da medaglia, ma non d’oro. E’ il valore aggiunto della nostra nazionale».

Magrini (a sinistra) commentatore tecnico per Eurosport con Gregorio (a destra)
Magrini (a sinistra) commentatore tecnico per Eurosport con Gregorio (a destra)

Magrini vota Pogacar

E dal giudizio dei tecnici passiamo a quello dei commentatori ed ex corridori. Ad aprire le danze di questa categoria è Riccardo Magrini. A lui elenchiamo i nomi in lista, ma ci blocca subito.

«Senza neanche che me li diciate io voto Tadej Pogacar. Perché trovatemi chi a 22 anni ha vinto due Tour. Quest’anno ha messo nel sacco Liegi, Tour e Lombardia. Ha iniziato “a squillo” e così ha finito. I risultati di questa stagione parlano da soli. E poi va forte in volata, va forte a crono, va forte in salita. E non è facile scegliere, perché anche gli altri sono tutti bravi. E Ganna ci poteva stare.

«Ma Tadej ragazzi… Questo si è presentato all’UAE Tour e l’ha vinto, poi si è portato a casa una frazione dei Paesi Baschi, quindi ha dominato la Tirreno. E ha vinto tutto il resto. Senza dimenticare l’argento olimpico. Quando si presenta al via di una gara non esce mai dai primi dieci».

Ballan 2021
Ballan 2021, commentatore tecnico per la Rai
Ballan 2021
Ballan 2021, commentatore tecnico per la Rai

Ballan vota Roglic

Dall’ex iridato 2008 ecco un voto diverso, quasi “a sorpresa”. Ammesso sia lecito parlare di sorpresa con tanti assi.

«Da italiano direi Colbrelli, ma ci sono dei veri fenomeni in quella lista di nomi che, bisogna dirlo, si sono messi più in evidenza. Io andrei su Primoz Roglic, anche se il numero Alaphilippe al mondiale mi ha entusiasmato. Voto Roglic perché a mio avviso è stato il più costante, ha vinto tanto ed è sempre stato protagonista fino a fine stagione e la Vuelta dopo l’Olimpiade è stata la ciliegina sulla torta. 

«La cosa che mi impressiona di questo atleta è che non ha un picco di condizione assoluto, ma è sempre presente e difficilmente esce dai primi tre quando punta ad una gara. E’ presente dal debutto, sino alla fine. La costanza è una dote fisica, okay, ma nel ciclismo moderno è anche una dote mentale. E sappiamo che stress ci sia».

Francesco Pancani, Giada Borgato, Liegi 2020
Giada Borgato al fianco di Francesco Pancani
Francesco Pancani, Giada Borgato, Liegi 2020
Giada Borgato al fianco di Francesco Pancani

Borgato vota Pogacar

Con Giada Borgato restiamo in Slovenia ma torniamo da Pogacar. La commentatrice tecnica della Rai esalta Tadej.

«Voto Pogacar perché è stato il più regolare dall’inizio alla fine della stagione e soprattutto ha vinto da febbraio ad ottobre. Ho diverse immagini di questo suo 2021. La più fresca è quella del Lombardia. Ma anche quando ha staccato tutti con il rapportone su quella salita al Tour o quando sempre al Tour ha vinto la tappa pirenaica con Carapaz che aveva provato a fare il furbetto.

«E la Van Vleuten? Dite che da donna dovrei votare una donna? Bravissima, ma non ha spaccato il mondo come fa sempre».

Stefano Garzelli ex maglia rosa e commentatore Rai
Stefano Garzelli ex maglia rosa e commentatore Rai

Garzelli vota Alaphilippe

Il varesino non solo vota l’asso della Deceuninck-Quick Step, ma le sue parole riprendono non poco quelle di Ellena e Scinto.

«Voto Alaphilippe per come ha vinto il mondiale. Non era mica facile… Gli ha dato una botta, poi due, poi tre, poi se ne è andato… da solo. E una cosa così non la vedi tutti i giorni. Chiaro, avrei potuto dire Pogacar, ma la mia immagine del 2021 è lo scatto decisivo di Alaphilippe al mondiale.

«E poi sono tutti campioni. Guardiamo Van Aert: vince sul Ventoux, vince a crono e vince sui Campi Elisi. Non c’è Ganna? Peccato, non solo per i titoli olimpici e mondiali ma anche per quel che ha fatto al Giro. Ci sarà l’anno prossimo…».

Quindi ad alzare il Velo d’Or in Italia è Alaphilippe che bissa il successo (però reale) del 2019. I nostri esperti lo hanno incoronato e così succede a Primoz Roglic. E voi cosa ne pensate? Chi avreste votato?

Alaphilippe regale. Tempi perfetti e la Freccia è sua

21.04.2021
5 min
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«Grazie ragazzi». Julian Alaphilippe non è neanche sceso dalla bici, che si “aggrappa” al bottoncino della radio e ringrazia i compagni ancora intenti a sgambettare sul muro d’Huy. In questo modo li informa anche della sua vittoria. E infatti Vansevenant all’improvviso esulta e chi gli sta attorno, se non fosse del mestiere, lo prenderebbe per matto. 

Appena arrivato Alaphilippe schiaccia il bottone della radio per ringraziare i compagni
Alaphilippe schiaccia il bottone della radio per ringraziare i compagni

Il “Loulou” spavaldo

“Loulou” è il ritratto della tranquillità e della sicurezza. E questa nostra sensazione trova conferma mezz’ora dopo l’arrivo durante le interviste di rito. Quando Alaphilippe risponde schietto, veloce e con una battuta, vuol dire che sta bene.

La gara è andata secondo i programmi per la Deceuninck-Quick Step. La fuga, tra l’altro con dentro due italiani, Diego Rosa e Simone Velasco, è stata il pass per arrivare sotto al Muro nelle prime posizioni e con le gambe piene. E in questa situazione da “botta secca”, viste le sue caratteristiche, Alaphilippe era il favorito. Roglic è più scalatore e meno esplosivo di lui. Pogacar non è partito per i “presunti” casi di Covid in seno alla UAE e Pidcock, forse il più pericoloso, è rimasto coinvolto in una caduta.

La grinta e la fatica del campione del mondo dopo l’arrivo
La grinta e la fatica del campione del mondo dopo l’arrivo

Sicurezza Deceuninck  

“Loulou” era tranquillo, dicevamo. Al penultimo passaggio sul Muro era piuttosto indietro. Non esageriamo se vi diciamo di averlo visto in 60ª posizione, almeno… Però è anche vero che si voltava a cercare i compagni e che la sua bocca era socchiusa. Insomma stava bene. Era in pieno controllo. E quando glielo facciamo notare, lui risponde così.

«L’importante è essere stati davanti nell’ultimo di passaggio! Scherzi a parte, non ero mica tanto tranquillo, ma ho chiesto alla squadra di portarmi davanti nel momento giusto, sapevo che potevano farlo. E infatti alla “flamme rouge” (all’ultimo chilometro, ndr) avevo un’ottima posizione e ho rifinito il loro lavoro con le mie gambe».  In poche parole, il “Wolfpack” ha colpito ancora!

All’uscita dalla “S” Roglic attacca, alle sue spalle Alaphilippe e Valverde
All’uscita dalla “S” Roglic attacca, alle sue spalle Alaphilippe e Valverde

Roglic come Niewiadoma

Giusto la mattina, al via da Charleroi, Julian aveva detto che sarebbe stato importantissimo azzeccare il momento dell’attacco, perché questo muro ti inganna. E forse è quel che ha sbagliato Roglic, che era al debutto alla Freccia Vallone e ha anticipato un po’ i tempi. Lo sloveno però a fine gara ha detto di non aver rimpianti.

Roglic ha ricalcato esattamente quello che aveva fatto Katarzyna Niewiadoma poche ore prima. La polacca aveva sferrato l’affondo decisivo un po’ troppo presto, cioè all’uscita dalla S del Muro. E il risultato è stato lo stesso. Tra l’altro anche in quel caso a vincere era stata la campionessa del mondo.

«Dopo essere passati sotto l’ultimo chilometro, con la posizione che avevo ho solo controllato il più possibile – ha detto Alaphilippe – poi quando Roglic è partito e ho visto che ha fatto il vuoto dietro di lui… ho dato tutto.

«Oggi i ragazzi hanno fatto tutti un grande lavoro, devo ringraziarli. Honorè? Sì, lui sta facendo una grande primavera e sta correndo in un modo importante. Ha dato il massimo».

Temperatura intorno ai 18°, sulla Vallonia splendeva il sole
Temperatura intorno ai 18°, sulla Vallonia splendeva il sole

Erede di Evans

Quando Alaphilippe taglia il traguardo si leva un piccolo boato nell’aria, neanche fossimo in Francia. Sarà che ad organizzare la Freccia è l’Aso, la società del Tour, sarà che Alaphilippe è “internazionale”, ma non ci aspettavamo tanto clamore.

Vansevenant cerca Julien e si abbracciano. E lo stesso fa Valverde. Il murciano gli dà una carezza, come fosse un passaggio di testimone. Lui la Freccia l’ha vinta cinque volte e nonostante i suoi 40 anni (li compirà domenica durante la Liegi) è arrivato terzo. Primo dei “terrestri” a 6 secondi da Roglic e Alaphilippe. Questo per dire che i due hanno fatto gara a sé, ma anche per sottolineare che Alejandro c’è sempre. Avesse avuto cinque anni in meno, magari le sue gambe avrebbero avuto ben altra esplosività.

La carezza di Valverde. In due hanno vinto 8 Freccia
La carezza di Valverde. In due hanno vinto 8 Freccia

Testa già alla Liegi

Con la sua vittoria, Alaphilippe riporta la maglia iridata in testa sul Muro d’Huy. Non accadeva dal 2010, quando tale onore toccò a Cadel Evans.

«Eh sì, vincere qua con questa maglia è veramente speciale – ha aggiunto il francese – è solo la seconda dell’anno, ma è una vittoria importante. Non è mai facile vincere. Avevo la stessa fiducia in me stesso anche l’anno scorso, ma le cose non sono andate allo stesso modo. Bisogna sempre lavorare. La condizione è buona, ho lavorato per questo. E spero di fare bene anche alla Liegi, ma già così è qualcosa di super».

Tre volte la Freccia Vallone non è poco, specie se si hanno “solo” 28 anni. Julian volendo può agguantare e superare Valverde. «Non guardo a queste cose, veramente. I record verrano», ha detto.

A fine intervista, con l’adrenalina un po’ scesa, lo sguardo di Julian era di nuovo quello famelico visto la mattina al via della Freccia. A Liegi lo rivedremo molto, molto competitivo.