Se andiamo a guardare i numeri, emerge chiaramente come l’impresa di Tadej Pogacar al Giro di Lombardia gli abbia consentito di fare un concreto salto nella storia del ciclismo, affiancando Coppi e Merckx fra coloro che sono stati capaci di vincere un grande giro e due Classiche Monumento nello stesso anno. Sembra strano, ma proprio il fatto di avere conquistato una seconda classica dopo quanto aveva già fatto gli ha permesso di uscire da un gruppo folto, esattamente come avviene quando scatta appena la strada si rizza sotto le ruote.
Proviamo a spiegare meglio il concetto: vincere una grande corsa a tappe e una classica delle 5 considerate capisaldi del ciclismo (Sanremo, Fiandre, Roubaix, Liegi e Lombardia) è un fatto abbastanza comune. Nella storia ci sono riusciti in 46 e l’abbinamento fu normale già ai primordi, con Lucien Petit Breton, Maurice Garin ma anche Luigi Ganna.
Un abbinamento sempre più difficile
E’ pur vero però che ai tempi la concorrenza non era così elevata e men che meno la specializzazione, non è un caso se dei corridori attualmente in attività l’impresa sia riuscita solamente a gente come Nibali, Valverde e più recentemente ai due sloveni terribili, Roglic e per l’appunto Pogacar.
Il discorso diventa già più selettivo se chiediamo che queste vittorie siano arrivate nello stesso anno: l’elenco si restringe a 27 corridori. Il primo fu Petit Breton, che nel 1907 conquistò Milano-Sanremo e Tour de France. Qualcuno ci riuscì più volte: 6 Merckx (ma il Cannibale merita un discorso a parte), 3 Hinault e Binda, 2 Girardengo e Coppi, che però nel 1949 fu capace di un’impresa clamorosa: abbinare alla doppietta Giro-Tour anche i successi alla Sanremo e al Lombardia.
Francesco Moser: Sanremo e Giro nel 1984 Evgeni Berzin: primo a Liegi-Bastogne-Liegi e Giro d’Italia nel 1994 Anche per Danilo Di Luca doppietta Liegi-Giro, nel 2007 La beffa clamorosa di Roglic su Alaphilippe alla Liegi 2020, seguita dalla Vuelta
Francesco Moser: Sanremo e Giro nel 1984 Evgeni Berzin: primo a Liegi-Bastogne-Liegi e Giro d’Italia nel 1994 Anche per Danilo Di Luca doppietta Liegi-Giro, nel 2007 La beffa clamorosa di Roglic su Alaphilippe alla Liegi 2020, seguita dalla Vuelta
Perché lo chiamavano “il Cannibale”…
Entriamo così nel ristrettissimo novero dei vincitori di una grande corsa a tappe e due classiche. Detto di Coppi e Pogacar, resta il grande Eddy. Il campionissimo belga fu capace di farlo per ben 4 volte: nel 1969 portò a casa Sanremo, Fiandre, Liegi e Tour (e finì secondo a Roubaix…); nel ’71 Sanremo, Tour, Liegi e Lombardia; nel ’73 Roubaix, Liegi, Vuelta e Giro e perse la vittoria al Lombardia per la famosa squalifica. Ciò non bastasse, nel 1970 abbinò alla doppietta Giro-Tour anche il successo a Roubaix.
Il suo anno d’oro fu però il 1972: non solo ottenne un’altra doppietta Giro-Tour, ma condì il tutto con le vittorie a Sanremo, Liegi e Lombardia, finendo 7° nelle altre due classiche. Non corse la Vuelta, ma visto il suo strapotere, se l’avesse fatto…
Il problema della concorrenza
Riguardando le statistiche, emerge una curiosità. Fra coloro che andarono vicino alla grande impresa realizzata da Coppi, Merckx e Pogacar c’è Gaetano Belloni, ossia colui che è passato alla storia come “l’eterno secondo”. Nel 1920 realizzò la doppietta Sanremo-Giro (invero abbastanza comune, la Classicissima almeno nel secolo scorso era un viatico portafortuna per la corsa rosa) finendo terzo al Lombardia, battuto in volata da Brunero quando ormai Pellissier (uno dei tanti capace di vincere sia nel giorno solo che sulle tre settimane) era arrivato da 1’20”. Ma d’altronde Belloni è passato alla storia più per le sue sconfitte che per le vittorie…
Riuscirà Pogacar a elevarsi ancora di più? Merckx ne è convinto, avendo speso per lui parole di stima che non aveva mai pronunciato per nessuno, ma ci sono due fattori che rendono l’ulteriore impresa difficile: il primo è la concorrenza, forte nei grandi Giri (Roglic, Bernal, altri giovani rampanti) e fortissima nelle classiche (Van Aert, Van Der Poel, Alaphilippe e ne citiamo solo alcuni), ma quella va messa in conto e poi non è che Coppi e Merckx corressero contro nessuno…
Il secondo è forse ancor più problematico ed è dettato dai suoi programmi: seppur a parole Pogacar dica di essere affascinato da gare come il Giro d’Italia, il suo calendario è abbastanza statico. Il Tour è imprescindibile, Sanremo e Roubaix sono troppo lontane dalla sua mentalità per provarci davvero e questo, per chi ama il ciclismo e tifa per le grandi imprese a prescindere dalla bandiera, è un peccato.