La sella Trek con la tecnologia AirLoom, stampo 3D reticolare

La sella Trek con la tecnologia AirLoom, stampo 3D reticolare

08.11.2025
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Si chiama Trek Aeolus AirLoom e fa parte della famiglia dei componenti RSL (Race Shoop Limited) di Trek, ovvero le medesime dotazioni dei professionisti. E’ la sella che utilizza la tecnologia 3D reticolare, si basa su una cover fitta e molto compatta con le zone differenziate di supporto.

La tecnologia 3D è sempre più utilizzata dai differenti brand, con diverse forme e soluzioni, di sicuro la tecnica reticolare permette di ridurre ulteriormente il peso e offre un comfort di livello eccellente. L’abbiamo provata.

La sella Trek con la tecnologia AirLoom, stampo 3D reticolare
Non è una sella piatta e non è una tipica short noise
La sella Trek con la tecnologia AirLoom, stampo 3D reticolare
Non è una sella piatta e non è una tipica short noise

Aeolus RSL AirLoom, cosa significa

Si tratta di una sella corta, oppure short-noise (con naso tronco), lunga 250 millimetri e larga 145 nella versione test (disponibili anche le larghezze di 135 e 155). La sella ha la scocca ed i due binari di aggancio completamente in carbonio (con diametro oversize 7×10, normalmente le selle in carbonio hanno dimensioni 7×9).

Come vuole il DNA Aeolus, anche la AirLoom è caratterizzata dall’ampio e lungo canale di scarico centrale. Nonostante questa apertura che di fatto divide la sella in due porzioni distinte (destra e sinistra), entrambi i lati risultano rigidi e sostenuti. Un fattore tecnico da considerare.

La cover è un blocco unico

Non c’è foam (schiuma) nella sezione mediana e non è presente una copertura superiore come avviene per le selle standard. La Cover 3D è “appoggiata” sopra alla scocca in carbonio. Ha un buono spessore, non esagerato ed è realizzata con lo stesso polimero elastomerico EPU lavorato in 3D. Esso rivela eccellenti proprietà di assorbimento e dissipazione delle vibrazioni, è particolarmente longevo, ha memoria di forma ed è anche green in quanto per la sua costruzione non sono necessari solventi chimici. Inoltre, la struttura AirLoom di Trek è una sorta di sandwich con diversi strati sovrapposti tra loro. Al contrario di molte selle 3D in commercio, la Aeolus AirLoom mostra una sezione superiore a vista (quasi come fosse una cover) con dei fori dal volume ridotto. Questi proteggono gli strati inferiori con asole più grandi e tecnicamente offre un sostegno maggiore percepibile nell’immediato.

Da sottolineare, a favore di un concetto sicurezza che non dovrebbe mai passare in secondo piano, la traversina posteriore avvitabile alla scocca. Questa presenta una clip per una semplice predisposizione alle luci Trek (oppure eventuali accessori Blendr). Ci piace. Il prezzo della Aeolus AirLoom 349,99 euro.

La sella Trek con la tecnologia AirLoom, stampo 3D reticolare
Parte larga, di più rispetto alla media
La sella Trek con la tecnologia AirLoom, stampo 3D reticolare
Parte larga, di più rispetto alla media

Naso largo

E’ una caratteristica della famiglia Trek Aeolus, non solo relativa alla famiglia RSL. Il naso ha una larghezza è di 4,8 centimetri, maggiore rispetto alla media. Per chi è abituato alle selle (corte) con misure convenzionali possono essere necessarie alcune ore di impiego per prendere il giusto feeling.

Per tutti, a prescindere dalla seduta, i vantaggi di una larghezza del genere permettono di avere un appoggio maggiorato anche nei momenti di seduta in punta di sella, sgravando eventuali pressioni delle parti molli. Aeolus presenta uno spoiler/rialzo leggero, appena accentuato, ma comunque presente e vantaggioso per chi utilizza anche la sezione più larga, magari quando si pedala per lunghi tratti in salita.

Aeolus AirLoom vs tradizionale

Quando si descrive una sella, è sempre necessario considerare le soggettività, legata alle preferenze della seduta, del supporto e ovviamente del feeling. A parità di prodotto e di forma, la Trek Aeolus RSL AirLoom, rispetto alla Aeolus RSL (quella in dotazione alla Madone e non solo) con imbottitura e copertura classica, mostra un supporto maggiore, è confortevole, ma è al tempo stesso più compatta. Questa compattezza può essere tradotta anche in una durezza maggiore, soprattutto nell’immediato.

Una sella 3D necessita di una tempistica mediamente lunga per prendere la giusta confidenza, per interpretare in modo corretto la resa tecnica effettiva e per sfruttarne a pieno le potenzialità. Una sella come Aeolus AirLoom offre dei notevoli vantaggi nel mantenimento della posizione e quasi azzera gli spostamenti quando si pedala. Ha un grip eccellente in ogni punto.

La sella Trek con la tecnologia AirLoom, stampo 3D reticolare
La sezione anteriore è da mettere in bolla per sfruttare lo spoiler posteriore
La sella Trek con la tecnologia AirLoom, stampo 3D reticolare
La sezione anteriore è da mettere in bolla per sfruttare lo spoiler posteriore

In conclusione

Una sella con la cover 3D non è un componente banale e rispetto ad un prodotto standard mostra delle diversità. Le differenze sono tecnologiche, relative ai materiali, si traducono in un feeling differente quando si pedala. Il motivo principale è legato ad un differente supporto (rispetto ad una sella tradizionale), diverso sostegno ed è un componente che influisce in modo esponenziale sull’equilibrio della seduta. Migliore o peggiore?

Una tecnologia come quella della Trek AirLoom è vantaggiosa quando è sfruttata nel modo adeguato, in fatto di posizionamento sulla sella, con un periodo di adattamento che può variare tra ciclista e ciclista. Una tecnologia 3D applicata ad una sella diventa controproducente se messa al pari di una sella con copertura tradizionale, che invece trasmette un feeling facile, pronto all’uso.

Trek

Trek Store: la famiglia si allarga e anche i servizi

28.06.2025
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LALLIO – Dopo quasi tre anni di attività i Trek Store presenti in Italia sono diventati cinque, a quelli di Lallio (Bergamo), Arezzo, Verona e Massa, inaugurati nel 2022, si è aggiunto poi lo store di Firenze. Un concetto di negozio che vuole portare a un livello superiore l’assistenza al cliente e il supporto tecnico. Prodotti, e non solo biciclette, ma anche tanti servizi per rendere l’esperienza sempre più inclusiva e per creare una “famiglia” capace di pedalare insieme e condividere il piacere di andare in bici. 

Siamo stati al Trek Store di Lallio, a pochi passi da Bergamo, questo negozio è il riferimento di Trek Italia in quanto al piano superiore sono presenti gli uffici del personale Trek. 

Una filosofia, diverse sfaccettature

Trek ha voluto unire tutti e cinque gli store italiani attraverso un filo rosso e diversi concetti che stanno alla base del progetto: assistenza al cliente, servizi rapidi e di alta qualità, test, ride programmate e tanto altro. Passare una mattinata all’interno del negozio di Lallio ci ha permesso di vedere e di toccare con mano il mondo Trek. 

«Il cliente deve arrivare a scegliere una bicicletta Trek non solo per la qualità elevata del prodotto – racconta Rudy Pesenti, Marketing Specialist di Trek Italia – ma anche per tutti i servizi che gravitano intorno e legati al pre e post vendita. I nostri specialisti vi aiuteranno a trovare il mezzo giusto che fa al caso vostro e una volta terminato l’acquisto inizia una fase di supporto costante. Dalla revisione alla manutenzione ma anche test, ride e corsi specifici».

Iniziamo dalla fase che anticipa l’acquisto?

Ogni Trek Store ha una flotta di biciclette e di e-bike pronte e a disposizione del cliente per effettuare dei test. Cosa esporre e quali modelli mettere in vetrina per le prove è una decisione che ogni negozio prende liberamente e che varia in base al mercato. Ad esempio: nello store di Verona il gravel è molto gettonato visti i diversi percorsi presenti sul territorio. Al contrario a Massa ci sono tante e-bike urban e altrettante mountain bike. 

Un altro aspetto che ha una grande importanza è l’assistenza…

Per noi è una parte fondamentale del servizio. In ogni Trek Store, sul muro dell’officina o dietro al banco dell’assistenza, troverete la scritta: “Assistenza in 24 ore”. E’ una nostra filosofia che ci vuole in qualche modo contraddistinguere e far capire al cliente che da noi trova sempre il miglior servizio possibile. Il riscontro è positivo perché tanti clienti ci scelgono anche per la manutenzione della bici, inoltre il servizio è rivolto a tutti, non solo chi ha acquistato da noi.  

Avete anche tanti eventi, come le ride organizzate ogni fine settimana.

Praticamente tutti gli store le hanno e queste variano un po’ a seconda dei percorsi: gravel, mountain bike o strada. Noi a Lallio abbiamo forse una maggiore varietà visto che siamo vicini ai colli bergamaschi. Per le ride in mtb o e-mtb per evitare di trovarci sempre nello stesso posto e avere tanti chilometri da fare su asfalto abbiamo un accordo con un bar in Città Alta a Bergamo che usiamo come ritrovo. La mattina prima di partire beviamo un caffè tutti insieme e a fine giornata offriamo l’aperitivo o qualcosa di fresco per chi vuole rimanere. Durante l’inverno invece cambiamo

In che senso?

Pedalare e organizzare ride diventa più difficile quindi proponiamo dei corsi legati alla manutenzione della bici. La sera, nell’orario post lavoro, ci spostiamo negli uffici o portiamo una bici montata sul cavalletto e spieghiamo alcuni semplici passi per prendersi cura del proprio mezzo. Non solo, perché ci sono stati anche incontri con una nutrizionista, una psicologa e un biomeccanico. Cerchiamo di fare attività diverse che possano raccogliere l’interesse dei nostri clienti. 

I Trek Store offrono anche una serie di prodotti e accessori legati al mondo Trek e non solo
I Trek Store offrono anche una serie di prodotti e accessori legati al mondo Trek e non solo
Entrando negli store si nota che l’assortimento va oltre alle bici.

Abbiamo una fornitura di prodotti legati alle varie sponsorizzazioni tecniche dei team Trek, sia strada che fuoristrada. Naturalmente non tutto è prodotto da Trek o da marchi collegati, quindi ogni store ha la possibilità di scegliere quali accessori proporre ai clienti sempre in base al mercato di quell’area.  

Il negozio di Lallio, mentre parlavamo con Rudy Pesenti e lo staff, ha ormai aperto da una trentina di minuti. La coda al banco si allunga, oltre ai clienti la particolarità che ci colpisce è la varietà delle richieste: c’è chi ritira una e-bike da strada dall’assistenza, chi guarda le mountain bike incuriosito e altri che aspettano il loro turno con accanto una bici da città.

Trek

Sono otto le nuove colorazioni Project One Chroma di Trek

12.05.2025
3 min
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Molti ricorderanno quando, alla vigilia del Tour de France del 2023, Trek presentò un innovativo sistema di verniciatura chiamato Project One. Al cliente finale veniva data la possibilità di scegliere tra una infinita varietà di colorazioni differenti rispetto a quelle presenti fino ad allora a catalogo. Diventava così possibile realizzare una bici dalla livrea unica, totalmente personalizzata. A fare simbolicamente da testimonial al progetto la prima maglia rosa del Giro d’Italia 2025, scattato pochi giorni fa dall’Albania, il danese Mads Pedersen. La Trek Madone dell’ex campione del mondo venne infatti realizzata attraverso uno schema di verniciatura chiamato “Chroma Ultra-Iridescent”.

Queste sono le otto nuove colorazioni con le quali Trek ha arricchito al serie Project One Chroma
Queste sono le otto nuove colorazioni con le quali Trek ha arricchito al serie Project One Chroma

Otto nuovi colori

In occasione della partenza del Giro d’Italia 2025, Trek ha deciso di arricchire la serie Project One CHROMA con otto nuovi colori, che l’azienda di Waterloo ha definito “entusiasmanti”. Ecco i loro nomi: Mirror, Gold, Ivy, Pink, Root Beer, Ruby, Sapphire e Violet. Un tempo proposta solo ai ciclisti professionisti dell’attuale team Lidl-Trek, CHROMA è diventata rapidamente una delle verniciature più richieste nel programma di personalizzazione Project One.

I dettagli mostrano la particolarità della verniciatura e la cura nel processo di cromatura, rinnovato rispetto al passato
I dettagli mostrano la particolarità della verniciatura e la cura nel processo di cromatura, rinnovato rispetto al passato

Omaggio al passato

CHROMA rende omaggio alle colorazioni metalliche presenti sui telai delle biciclette degli anni ottanta e novanta. A differenza del processo di cromatura utilizzato decenni fa, gli artisti di Project One hanno impiegato quasi cinque anni per personalizzare questa tecnica davvero complessa. Non solo volevano ottenere questa finitura utilizzando un processo molto più pulito rispetto alle biciclette cromate del passato, ma avevano anche necessità di trovare un modo per far aderire il look brillante alla fibra di carbonio.
l team Project One ha dovuto infatti affrontare la sfida legata alla creazione di una finitura cromata in grado di aderire alla fibra di carbonio e sviluppata con processi molto più puliti rispetto a quelli delle bici cromate del passato, che spesso richiedevano il ricorso a materiali tossici.

Dopo anni di tentativi ed errori, CHROMA ha finalmente fatto il suo debutto al Tour de France, finendo subito sotto i riflettori dei media di settore e attirando l’attenzione degli appassionati del brand americano sparsi in tutto il mondo. Con l’aggiunta di otto nuovissimi colori alla famiglia CHROMA, i clienti hanno ora più opzioni tra le quali poter scegliere. Le nuove colorazioni sono attualmente disponibili in esclusiva sulla Madone SLR Gen.8 tramite Project One. Gli appassionati italiani di Trek possono ora personalizzare la bicicletta dei loro sogni presso i rivenditori del brand americano dislocati su tutto il territorio nazionale.

Trek

Suola rigida, tomaia morbida e fitting ampio: Trek Velocis la risposta

23.04.2025
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Le nuove Trek Velocis sono l’esempio perfetto di una gamma media che eredita alcune caratteristiche dalle alto di gamma. Sono calzature che puntano alla comodità e rispetto alla versione precedente aumentano (di molto) la resa tecnica, ma senza le estremizzazioni delle RSL.

Suola in carbonio OCLV e tomaia MetNet (senza Knit). Due rotori Boa L6 perfettamente in linea e una linguetta imbottita in modo funzionale che protegge dall’azione potente dei cavi (il collo del piede ed i tendini non sono mai sotto pressione). C’è una calzata comoda con una sezione mediana/frontale che offre un alloggio confortevole a piedi (anche) dalla pianta larga. La talloniera non stringe. Le abbiamo provate.

Nuova Trek “Velocis”, una scarpa con un design pulito e “classico”
Nuova Trek “Velocis”, una scarpa con un design pulito e “classico”

Pro Last, geometria della calzatura

Trek Pro Last è una vera e propria geometria della calzatura sviluppata per la categoria RSL (quella top di gamma) e mutuata per la Velocis (medio di gamma). Mira ad ottimizzare lo sfruttamento totale del volume interno, minimizzando gli spazi vuoti, sfruttando appieno il potere fasciante della tomaia. Nel concetto rientra anche una sorta di arcuatura della scarpa con la punta che tende (leggermente) verso l’interno. Quest’ultimo aspetto facilita anche il posizionamento della tacchetta.

Tornando al volume interno della nuova Trek Velocis, abbondante, lascia spazio ad eventuali plantari customizzati oppure solette con uno spessore maggiore, rispetto agli standard. Non è da dimenticare la talloniera esterna di rinforzo che è stata aggiunta rispetto alla versione più anziana, più bassa e meno “invasiva” rispetto alla Trek RSL.

Passanti dei cavi in tessuto

Ecco un dettaglio che ci piace e non è un dettaglio scontato per una calzatura inserita in una media gamma (comunque ambiziosa). I passanti in tessuto dove scorrono i cavi (sono stati eliminati i ponticelli in plastica) contribuiscono ad aumentare il comfort (anche sul lungo periodo), azzerano le pressioni e non influiscono in modo negativo sulla termoregolazione.

Un’ottima scelta, davvero apprezzabile, anche nell’ottica di minimizzare (quasi azzerare) le frizioni tra tessuto interno, calza e piede.

Suola OCLV, un gradino sotto la RSL in termini di rigidità
Suola OCLV, un gradino sotto la RSL in termini di rigidità

Suola tutta in carbonio, gestibile, non estrema

Dal punto di vista dell’impatto estetico la suola OCLV della nuova Trek Velocis è praticamente uguale alla RSL. Cambia il valore della rigidità: sulla Velocis è di 10 nella scala Trek. Non è troppo rigida ed è uguale dal retro verso la punta, collima alla perfezione con una talloniera ampia, non stringe.

La suola offre un super sostegno durante le fasi di spinta, di uscita di sella e anche durante i rilanci. Ancora una volta una suola OCLV di Trek conferma di essere un ottimo prodotto.

In conclusione

Il prezzo: 249,99 euro di listino non sono pochi. E’ giusto sottolineare che si tratta di una calzatura del tutto paragonabile (nei termini di una resa tecnica) a molte scarpe top di gamma. La nuova Trek Velocis è ben fatta, non è estrema ed è comoda, tutto sommato non è troppo calda, nonostante una colorazione nera (quella del test) che non aiuta la termoregolazione nel suo complesso.

E’ buona l’azione di contenimento della talloniera, davvero apprezzabile la neutralità della suola nella zona dell’arco plantare, considerando un utilizzo e sfruttabilità per diverse tipologie di utenza. Morbida e plasmabile la tomaia, in base alle esigenze/preferenze, sia di chiusura dei Boa che alla forma del piede.

Trek

Nuove Trek Velocis, più comfort, più velocità, stesso prezzo

05.04.2025
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Trek presenta la nuova versione delle sue scarpe da strada Velocis. Già l’anno scorso erano state migliorate con l’introduzione della tomaia con tecnologia MetNet, ora questo modello fa un ulteriore passo in avanti con diversi aggiornamenti. I principali sono una nuova geometria e nuovi Boa, ma non solo. Il prezzo, invece, è rimasto invariato.

La tomaia si avvale della tecnologia MetNet, che dà la sensazione di una calzata personalizzata
La tomaia si avvale della tecnologia MetNet, che dà la sensazione di una calzata personalizzata

Nuova geometria, stesso materiale

La geometria delle Velocis Road è stata rivista seguendo quella dei modelli top di gamma del marchio americano usciti lo scorso anno, come per esempio le Trek RSL, dove non a caso le somiglianze sono piuttosto evidenti. La base è la tecnologia Pro Last, che offre una calzata ad alte prestazioni adatta alle tipologie di piede più comuni. Andiamo più nel dettaglio. Rispetto alla precedente versione, la forma delle nuove Velocis Road è migliorata limando del volume inutilizzato nella parte finale della scarpa, per adattarsi meglio alla forma del piede.

Quello che non è cambiato è la composizione della tomaia, che si avvale della tecnologia MetNet. Si tratta di un tessuto elastico e comodo, che al contempo dà una grande sensazione di supporto e compressione. Questo si traduce in una scarpa che si adatta ad un’ampia varietà di forme del piede, dando così una sensazione di personalizzazione fin dall’inizio. 

Una miglioria importante è l’introduzione di un rinforzo sul tallone
Una miglioria importante è l’introduzione di un rinforzo sul tallone

Nuovo Boa e tallone rinforzato

Oltre alla geometria, le nuove Velocis hanno cambiato anche i due rotori Boa. Il modello precedente si avvaleva del Boa Li2, ora invece è stato scelto il Boa L6 Dial, che permette una microregolazione perfetta della calzata.  E’ stato inoltre aggiunto un rinforzo esterno al tallone – altra caratteristica che ricorda il modello RSL – con l’obiettivo di garantire una maggiore tenuta del piede nei momenti di massima intensità, come per esempio uno scatto fuori sella.

Arriviamo ora ad un’altra caratteristica fondamentale per delle scarpe da strada, la suola. La forma è stata modificata anche qui in ottica più performativa, inserendo quattro prese d’aria, mentre il materiale è rimasto lo stesso: composito di carbonio con una rigidità di 10/14

La suola, in cui sono state inserite delle prese d’aria, è in carbonio OCLV con rigidità di 10/14
La suola, in cui sono state inserite delle prese d’aria, è in carbonio OCLV con rigidità di 10/14

Peso, colori, taglie e prezzo

Le nuove Trek Velocis Road pesano 260 grammi (in taglia 42) e sono disponibili in due colori, con un’estetica super classica: total black o total white. Ricordiamo che si tratta di un modello unisex, e le taglie vanno 36 al 48 per la versione in bianco e dal 39 al 48 per quella in nero.

Infine il prezzo. Nonostante tutti gli aggiornamenti, le nuove Trek Velocis costano come le precedenti: 249,99 euro

Trek Bikes

Trek lancia tre nuovi colori Project One con un occhio all’ambiente

22.03.2025
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Era la vigilia del Tour de France 2023 quando Trek presentava Project One, un innovativo sistema di verniciatura che offriva al cliente finale la possibilità di scegliere tra una infinita varietà di colorazioni differenti rispetto a quelle di serie. Grazie a questo nuovo sistema diventava possibile realizzare una bici dalla livrea unica. Il progetto del 2023 è andato avanti e di recente si è arricchito di un nuovo capitolo. Nei giorni scorsi Trek ha infatti comunicato di aver ampliato la propria collezione di vernici Project One Signature con tre nuovi colori EnvironOxideTM: Moondust, Desert Mauve e Mojave Red.

Il sistema Trek Project One è nato a pochi giorni dall’inizio del Tour de France 2023
Il sistema Trek Project One è nato a pochi giorni dall’inizio del Tour de France 2023

Attenzione all’ambiente

I tre nuovi colori nascono dalla collaborazione fra il team Project One di Trek e Iron Oxide Recovery, Inc.
Parliamo di un’azienda specializzata nell’estrazione e nel recupero del ferro in eccesso dai corsi d’acqua contaminati. Il ferro recuperato viene utilizzato per creare un’ampia gamma di prodotti, tra cui i pigmenti per vernici.

Questo processo non solo aiuta a ripulire i corsi d’acqua, ma rafforza anche la necessità di estrarre i minerali grezzi di ossido di ferro, tradizionalmente utilizzati per creare pigmenti per vernici. L’utilizzo di vernici a basso impatto ambientale può sembrare ad una prima analisi come qualcosa di trascurabile. In realtà non è affatto così ed è un’ulteriore conferma degli sforzi globali di Trek in materia di sostenibilità. Rappresentano infatti un cambiamento più grande nel modo in cui l’azienda di Waterloo lavora quotidianamente per andare verso un futuro sempre più sostenibile.

Nuove opportunità di colori

Con queste tre nuove aggiunte, i clienti Trek possono ora scegliere tra quattro colori EnvironOxide per realizzare il loro Project One personalizzato. Si tratta di Raw Lithos (disponibile soltanto sulla piattaforma gravel Checkmate SLR), lanciato nel 2024 e che si ispira alla terra e ai terreni desertici. Il nuovissimo Moondust evoca paesaggi lunari bianco sporco, mentre il Desert Mauve gioca con le tonalità geologiche del grigio e del viola. Infine il Mojave Red che abbraccia le sfumature desertiche del rosso, dell’arancione e del marrone.

Le nuove colorazioni sono ora disponibili su tutti i modelli di bici da corsa Trek di alta gamma. Chiunque desideri oggi personalizzare la propria Trek non deve far altro che recarsi presso un rivenditore ufficiale del brand americano oppure utilizzare il configuratore Project one collegandosi alla pagina dedicata: https://trek.bike/ProjectOne.

Trek

Felline dopo 25 anni cambia pelle: «La bici solo per divertirmi»

03.02.2025
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LALLIO – Davanti a quella che fino a pochi anni fa era la sede di Santini, ora sorge un Trek Store alcui interno sono stati previsti degli uffici. E’ qui che Fabio Felline ritira le due nuove biciclette marchiate Trek: una da strada e l’altra gravel. La prima è una versione personalizzata della Madone, con i colori che vanno dal verde acceso al verde bosco. Appena varchiamo la soglia dello store troviamo Felline alle prese con il meccanico che sta ultimando la preparazione. L’occhio è quello del corridore e la curiosità di sbirciare, vedere e toccare con mano non la si perde in pochi mesi. La carriera finisce, ma il ciclista professionista resterà ancora un po’ anche se piano piano si è già fatto spazio il Felline appassionato di bici.

«Non correre più dopo tutti questi anni – racconta – è sempre un po’ doloroso. Ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto continuare a pedalare con Trek, marchio con il quale ho passato metà della mia vita pedalata. Che in qualche modo continuerà, anche se in vesti totalmente diverse. Quello che posso dire è che mi piacerebbe continuare in maniera coerente rispetto a quella che è stata la mia storia».

Ecco le due nuove biciclette che accompagneranno d’ora in avanti Felline nelle sue uscite
La novità per Felline sarà la bicicletta da gravel, un modo nuovo di vivere questo mezzo
Due bici: una da strada e l’altra gravel…

L’accordo era questo, il modello da strada mi rappresenta un po’ di più, mentre la gravel è legata al nuovo modo di vivere la bici. Le attività che oggi vengono spinte maggiormente sono in questo settore. E’ un mondo abbastanza nuovo, ho fatto una gara gravel quando ero professionista me per il resto non l’ho mai usata. E’ un mondo in continua espansione e si vede la volontà di costruire degli eventi per questa disciplina. 

Un modo diverso di vivere la bici, come lo vedi?

Vedendo i problemi legati al traffico e alla strada il gravel diventa un modo per continuare a pedalare, ma in un ambiente diverso. 

Ultimi ritocchi alla Trek Madone Project One prima della consegna a Felline
Ultimi ritocchi alla Trek Madone Project One prima della consegna a Felline
Torniamo alla Madone Project One e al suo colore particolare…

Nasce da un fatto un buffo: quando vinsi la maglia verde alla Vuelta del 2016 la conquistai tra la penultima e l’ultima tappa. Quindi non c’era stato modo di fare la bicicletta celebrativa. Così quando ho parlato con Rudy Pesenti (Marketing Specialist di Trek, ndr) e mi ha detto che avrei potuto scegliere il colore mi sono detto: «E’ il momento giusto per farla verde». Manca la tonalità ufficiale della Vuelta ma va bene così. 

Come cambierà il tuo modo di andare in bici ora? 

Durante l’inverno non mi andava di uscire con la vecchia bici da professionista, aspettavo una svolta e questa è la giusta occasione. Sicuramente cambierà qualcosa anche nel modo in cui mi approccerò al tutto. L’altro giorno sono stato con Davide Martinelli per vedere una zona dove fare un ritiro ad aprile con il suo podcast: Chiacchiere a Pedali

Il colore del telaio, verde, è stato scelto da Felline stesso in ricordo della maglia verde vinta alla Vuelta nel 2016
Il colore del telaio, verde, è stato scelto da Felline stesso in ricordo della maglia verde vinta alla Vuelta nel 2016
Un modo per portare la tua esperienza…

A mio modo di vedere il dopo carriera lo puoi dividere in tre: rimani nel mondo delle corse con un altro ruolo, ti stacchi totalmente, oppure fai qualcosa nel ciclismo ma in un’altra veste e per altre categorie. In questa fase di transizione in cui voglio capire anche se il mondo delle corse mi mancherà voglio viverlo così.

Dopo 25 anni di ciclismo fatto in un determinato modo, qual è la cosa che ti incuriosisce di più?

L’ho sempre vissuto con un obiettivo, ogni pedalata era destinata a massimizzare il mio rendimento. Quello che mi incuriosisce è se troverò qualcosa che mi darà lo stesso stimolo in termini di obiettivi.

La prima uscita che pensi di fare con queste nuove bici qual è?

Appena possibile farò un giro intorno a casa, nelle colline di Torino con la massima libertà. Quindi se quel giorno voglio sentire il sapore di sangue perché voglio fare uno scatto, lo farò. Altrimenti mi fermerò in un baretto in collina perché fanno un panino buonissimo con prosciutto e maionese. 

Senza più vivere con la testa sul manubrio o sulle tabelle di allenamento.

La cosa limitante era che di base vedevi un sacco di posti, ma non li osservavi mai. Da ciclista puoi dire di aver visitato mezzo mondo, ma non che lo hai conosciuto bene. Questo vale anche per la collina dietro casa e al baretto di prima, dove non mi sarei mai fermato. Era un posto per cui passavo e subito andavo via.

Ora per Felline inizia un nuovo capitolo: vivere la bici con serenità e spontaneità
Ora per Felline inizia un nuovo capitolo: vivere la bici con serenità e spontaneità
Hai già pensato a come userai la bicicletta da gravel?

Penso che mi piacerà di più, dopo una vita su strada a provare le sensazioni dell’asfalto, ogni volta che esci con la gravel trovi qualcosa di diverso, lo hai vissuto talmente poco che è la novità. Umberto Marengo, che finita la carriera su strada si è messo in gioco nel gravel, ha già provato a convincermi a correre con la sua squadra, ma non sono sicuro. Per ora voglio togliermi dalla competizione. 

La curiosità ti rimane nel vedere, provare, testare?

Sì, sì, assolutamente. Con la bici da gravel voglio provare a pedalare sulle strade bianche, anche in montagna per vedere come risponde e divertirmi. 

Con quale bici farai la prima uscita?

Quella da strada, quel verde mi stuzzica molto.

Antonio Nibali, la nuova vita in negozio tra vendite e aneddoti

27.11.2024
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«Ora attendo che si concretizzi un progetto importante nelle Marche, con ragazzi che vogliono investire nel ciclismo». L’ultima volta che lo avevamo sentito, Antonio Nibali ci aveva lasciato con queste parole ed oggi lo ritroviamo al centro di quel progetto attorniato dalle bici.

Sarebbe stato un vero spreco non sfruttare le conoscenze – umane e tecniche – maturate in nove anni di professionismo, di cui sette di WorldTour, all’interno di una vita intrisa di ciclismo. Così, dopo il ritiro a fine 2023, Antonio ha portato la sua esperienza al servizio del cliente finale, anche se inizialmente la strada sulla quale si era buttato era un’altra, stimolato da sua moglie Michela. Ma, si sa, da cosa nasce cosa ed ecco che il più giovane dei Nibali adesso è all’interno di una “squadra” che vive il ciclismo da un altro punto di vista.

Antonio raccontaci il tuo ruolo attuale.

Lavoro al Conero Bike Store di Camerano, in provincia di Ancona, e ne sono il responsabile. Mi occupo di ordini con i fornitori e rapporti con i vari rappresentanti. Seguo le vendite dei prodotti ed in pratica mi occupo di tutto tranne l’officina meccanica. Quella è il regno di William Dazzani (ex pro’ ad inizio anni ’90 con una vittoria, ndr) e da lui posso solo imparare. Anche quando correvo mi è sempre piaciuto vedere all’opera i meccanici e confrontarmi con loro. Insomma, come vedete siamo ex corridori sempre in mezzo alle bici, ma per me non doveva essere così inizialmente.

Per quale motivo?

A fine 2023 stavo cercando qualche impiego per il post carriera mentre stavo facendo il corso da diesse. Mia moglie però, sapendo che sono appassionato di auto, mi vedeva bene come venditore in una concessionaria. Certo, non sono un gran chiacchierone, ma lei era convinta che potesse essere la mia strada, visto che oltretutto nel nostro territorio ci sono tante aziende e quindi tanti potenziali acquirenti. Così ho fatto un colloquio con la Conero Car, una concessionaria che ha iniziato la propria attività vendendo caravan e accessori correlati, poi successivamente auto e qualcosa per la nautica. È stato divertente quando sono tornato a casa e Michela mi ha chiesto com’era andata.

Inaugurazione. Accanto ai due Nibali, ci sono i fratelli Cristiano ed Eusebio Falcetelli, proprietari del gruppo aziendale di Conero Car
Inaugurazione. Accanto ai due Nibali, ci sono i fratelli Cristiano ed Eusebio Falcetelli, proprietari del gruppo aziendale di Conero Car
Spiegaci pure.

Sono entrato e le ho detto: “Cara, sai è andata anche meglio del previsto?! Sono andato per un lavoro e ne sono uscito con un altro” (racconta ridendo, mentre Michela ascolta divertita in vivavoce, ndr). Al colloquio mi avevano detto che il loro obiettivo sarebbe stato quello di aprire un negozio di bici, anche e-bike, per completare il pacchetto di offerte al cliente finale, specie agli amanti delle vacanze in camper. Quindi mi hanno proposto l’apertura del negozio, accanto alla concessionaria. Abbiamo aperto lo scorso settembre ed il 5 ottobre abbiamo inaugurato ufficialmente il Conero Bike Store dove era presente anche mio fratello Vincenzo.

Come sono stati i mesi precedenti all’apertura?

Sono stati necessari i lavori per il locale, che è attaccato alla concessionaria, ma resta indipendente. Abbiamo pensato a come disporre gli ambienti in maniera moderna e ovviamente tutta la merce. Alcune bici le abbiamo esposte a mo’ di quadro. Contestualmente abbiamo avviato i contatti con vari fornitori. Al momento siamo rivenditori di Bianchi, Scott e Trek, mentre per l’abbigliamento abbiamo Sportful, Q36.5, Northwave e Met per i caschi. Poi abbiamo tante altre aziende tra ruote, occhiali e il resto degli accessori. E’ importante avere bici e materiali del WorldTour. Ad esempio Bianchi ci ha aiutato a farci conoscere nella zona.

In che modo?

Lo spunto è stata la Hair Gallery di Grottazzolina, la squadra in cui corre la figlia di William e dove tra l’altro c’è pure la figlia di Alessandro Donati, il diesse della VF Group Bardiani CSF Faizanè. Abbiamo fatto un accordo di sponsorizzazione dando ai loro esordienti e allievi le bici della Bianchi, includendo anche l’assistenza. E’ vero che siamo un po’ lontani, però è stata una maniera per ampliare subito il nostro raggio d’azione. Siamo aperti da soli due mesi, ma siamo contenti e soddisfatti di questo inizio.

Siete in una zona dove c’è concorrenza. Come vi state trovando?

Bisogna saper sgomitare un po’ come quando in gruppo cercavi di stare davanti nei momenti decisivi. Battute a parte, noi non possiamo paragonarci con certe realtà che hanno tantissimi anni di attività. Tuttavia ci stiamo già ritagliando la nostra fetta di mercato, pur sapendo quanto la concorrenza sia dura. Prima di aprire eravamo in parola per prendere un’azienda di bici che quest’anno ha vinto tanto. Da parte loro non c’era nessun problema, ma un negoziante della nostra zona, molto distante da noi, si è lamentato ponendo quasi un “aut aut” alla stessa azienda che alla fine ha preferito loro. Per noi nessun problema, sappiamo come vanno certe cose, ma con questo episodio ne abbiamo avuto un assaggio.

Immaginiamo che la presenza e l’esperienza di Antonio Nibali siano un valore aggiunto per il vostro negozio. E’ così?

Sicuramente gli anni vissuti da corridore sono importantissimi e mi aiutano molto. Conoscendo i materiali che ho usato io o che ho visto quando correvo, sono un po’ più agevolato nella vendita. Oppure gli stessi rappresentanti dei produttori si confrontano con me, chiedendomi riscontri sui materiali. O ancora mi chiedono pareri e il “colpo d’occhio” sulla messa in sella classica che si fa nei negozi come i nostri, visto che non abbiamo la strumentazione computerizzata per il bike-fit.

E come venditore sei come ti vedeva tua moglie Michela?

Come dicevo prima, non sono un chiacchierone, però per quello c’è William che compensa bene (sorride, ndr). In realtà mi sto trovando molto a mio agio, aveva ragione lei. Mi piace dare i miei punti di vista ai clienti. Non è semplice vendere prodotti e accontentare tutti, però cerco di consigliare il cliente immedesimandomi in lui o nelle sue richieste. L’obiettivo è quello di trovare sempre il suggerimento ad hoc per ogni persona che viene da noi. Perché alla gente piace sentire il racconto di un mio aneddoto di gare legato ai Nibali, ma alla fine vuole avere riscontri diretti per ottimizzare tempo e denaro per i suoi acquisti.

Trek CarBack, luce e radar: la sicurezza non è un’opinione

16.08.2024
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La sicurezza non dipende solo dal ciclista, ma è pur vero che oggi abbiamo accesso a strumenti, deterrenti e tecnologie che ci possono aiutare. La luce/radar CarBack di Trek è un esempio.

Dimensioni compatte, diverse modalità, configurazione completa con il computerino (ma anche con il telefonino) e una luce visibile fino a 2 chilometri di distanza (tantissimo e anche di giorno). Entriamo nel dettaglio del prodotto.

In fase di configurazione, un messaggio da non dimenticare
In fase di configurazione, un messaggio da non dimenticare

La sicurezza dipende (anche) da noi

Le variabili con le quali ci dobbiamo confrontare ogni volta che siamo su strada sono decine, centinaia e molte di queste non dipendono dal ciclista. E’ difficile contrastare le distrazioni di chi guida i veicoli a motore, di chi non rispetta le regole della strada (e anche i ciclisti talvolta hanno delle colpe) e anche chi non rispetta il traffico lento (e la bici lo è in tutte le sue forme). Non è facile confrontarsi con strade che denunciano sempre di più dei limiti di sopportazione del traffico moderno.

E’ un dovere del ciclista però, utilizzare tutto quello che la tecnologia mette a disposizione per diminuire gli aspetti negativi di tutte le variabili in gioco. La sicurezza non è un dettaglio. Una luce e un radar non azzerano i rischi ed i pericoli, ma sono un deterrente di buon livello e possono aiutare.

CarBack di Trek

E’ una sorta di scatola alta 7 centimetri, larga 5 e con uno spessore di 2,5. Ha una batteria interna ricaricabile tramite una porta usb ed è impermeabile. La sua forma semplice la rende facile da pulire in caso di sporco e conseguente accumulo di fango.

Ha un peso di 85 grammi (rilevati) ai quali si aggiungono i pochi grammi della fascetta di tenuta (regolabile anche nell’inclinazione). E’ dotata dei due protocolli di trasmissione/associazione, Ant+ per collegarsi al computerino, Bluetooth per associarsi allo smartphone e di conseguenza alla app Trek. In quest’ultimo caso è immediata la configurazione con lo schermo del telefono, che diventa a sua volta un bike device.

La luce (rossa) ha 4 modalità di lampeggio (che influiscono sull’autonomia della batteria) che di base arriva a sette ore. Non solo, perché la funzione del led trova un’ulteriore personalizzazione in fase di associazione con il computerino. Il led può essere attivato solo quando la bici è in movimento grazie alla funzione automatica e l’autonomia ringrazia. Per verificare la carica si visualizzano i led verdi laterali, sempre accessi quando il dispositivo è acceso, che si illuminano (a dispositivo spento) premendo il pulsante di accensione. La ricarica completa è quantificata intorno alle 4 ore, ma in poco più di 60 minuti si arriva oltre il 50% e non è male anche nell’ottica di chi viaggia o si sposta in continuazione.

La funzione redar, sicurezza e comfort

Grazie alla funzione radar integrata (simile al Varia Radar) è possibile vedere (sul display) i veicoli che giungono da tergo e grazie agli allarmi sonori la funzione si completa. E’ un fattore tecnico molto apprezzabile, perchè evita o modifica la linea della nostra andatura (riportandoci ad esempio a bordo strada) ed evita di farci girare la testa, o distogliere lo sguardo dall’orizzonte. Questa funzione (estremamente valida ai fini della sicurezza) prende un valore reale quando si entra in contatto in modo diretto.

Ai fini della corretta rilevazione dei veicoli che giungono da dietro è fondamentale il montaggio, vale a dire tenere il più possibile “in bolla” il dispositivo. Il prezzo di listino è di 200 euro, non è poco, ma a nostro parere il valore aggiunto di un dispositivo del genere non è quantificabile. Sicurezza e prevenzione sempre al primo posto.

Trek