La UAE alza il tiro: in arrivo Wellens, gregario extra lusso

10.08.2022
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Prosegue l’opera di rinforzamento della UAE Team Emirates, che non ha certo problemi di budget. E così c’è la conferma che il prossimo anno al servizio di Pogacar ci sarà anche Tim Wellens, grande promessa del ciclismo belga e colonna della Lotto Soudal. Con due vittorie all’Eneco Tour e una al Polonia, il corridore di Sint Truiden, 31 anni, è sempre parso sulla porta del grande risultato. E ora finalmente ha fatto una scelta precisa.

Wellens ha chiuso il Fiandre in 43ª posizione: il Nord è stato una delusione
Wellens ha chiuso il Fiandre in 43ª posizione: il Nord è stato una delusione

«Ho deciso di respirare aria nuova durante il periodo delle classiche valloni – ha raccontato a Het Nieuwsblad – dato che per l’ennesima volta i miei obiettivi di primavera sono stati deludenti. Ho smesso di fare i progressi che volevo e ho deciso che era giunto il momento di cambiare. Non volevo andare in una squadra del livello della Lotto Soudal. Se l’ho lasciata, è stato per migliorare. A mio avviso i team che fanno la differenza sono tre: Jumbo-Visma, Ineos Grenadiers e UAE-Team Emirates. La prima ha fatto capire che il loro interesse si era un po’ raffreddato. La Ineos era interessata, ma voleva una risposta subito. Poi ho parlato con Gianetti e Matxin e li ho trovati davvero motivati a coinvolgermi. Mi hanno dato un tempo per pensarci e così alla fine ho scelto loro».

Tutto per Pogacar

Per Wellens cambierà tutto, a partire dall’allenatore che non sarà più Paul Van Den Bosch, riferimento belga della preparazione, che lo ha seguito sin dai primi passi nel professionismo.

Wellens è uno dei corridori più ricercati dalla stampa belga
Wellens è uno dei corridori più ricercati dalla stampa belga

«Sembra davvero che avrò anche un nuovo allenatore accanto a me – spiega Wellens – un aspetto che fa parte di quel vento nuovo. Ci saranno anche alcuni cambiamenti nel mio programma. La squadra vuole giocarmi al massimo all’inizio della stagione, quando sarò al meglio. Parliamo di gare a tappe come UAE Tour e Tour of Oman. In molte gare fiamminghe e valloni mi sarà permesso di fare la corsa, a meno che non ci sia Pogacar al via. Ovunque ci sarà lui, l’obiettivo dichiarato è che io mi sacrifichi. Il che è del tutto logico, ovviamente. Mi è stato detto che alla Ineos devi giocarti il posto, alla UAE Emirates regna la chiarezza. Riceverò il mio programma in anticipo, con gli obiettivi indicati, in modo da sapere su cosa lavorare. Mi piace di più».

Rimpianto Polonia

Dopo tanti anni nella stessa squadra, partire non sarà facile. Si tratterà di lasciarsi alle spalle la quotidianità del fiammingo e amicizie vecchie di anni. Anche se nel caso di Wellens pare che, dal momento in cui ha comunicato che sarebbe andato via, alcune ruggini si siano create e ne abbiano condizionato i programmi.

«Come in ogni squadra – ha spiegato Wellens, che ha dovuto ritirarsi dal Tour de France per il covid – ci sono persone che mi mancheranno. Prendiamo ad esempio Marc Wauters, le presentazioni che faceva per ogni tappa del Tour erano di altissimo livello. Penso sia importante lasciarsi in buoni rapporti. Spero davvero tanto che non ci sarà la retrocessione dal WorldTour. Per questo mi è dispiaciuto non aver potuto partecipare al Tour de Pologne. Mi sarebbe piaciuto aiutare la squadra con i punti necessari».

Vi raccontiamo il “giallo” di Lampaert e Wellens

23.06.2022
4 min
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In ogni “crime story” che si rispetti (rigorosamente con le virgolette perché i crimini veri sono ben altri…) si parte sempre dall’accaduto e allora bisogna spostarsi a Beringen, teatro dell’arrivo dell’ultima tappa del Giro del Belgio. Wellens contro Schmid e nel mezzo spunta Lampaert (in apertura).

Alla vigilia della sua partenza, la classifica dice che l’elvetico Mauro Schmid (Quick Step-Alpha Vinyl) e il padrone di casa Tim Wellens (Lotto Soudal) sono appaiati. L’ultima tappa è però particolare perché non assegna solamente secondi di abbuono al traguardo, ma nel suo svolgimento sono previsti tre traguardi volanti, chiamati “Chilometro d’Oro” che alla resa dei conti saranno decisivi. E’ come se nel gruppo ci sia un patto non detto: i velocisti si daranno battaglia per il traguardo finale, ma la corsa si deciderà in questi tre singolari frangenti.

Lampaert crono 2022
Al Giro del Belgio Lampaert aveva vinto la crono del terzo giorno
Lampaert crono 2022
Al Giro del Belgio Lampaert aveva vinto la crono del terzo giorno

Battaglia in tre sprint

Al primo traguardo i contendenti indossano subito le armature. Immagine un po’ forte, ma che in fin dei conti un po’ si attaglia a quel che avviene. Wellens si prepara per la volata, con un “pilota” d’eccezione come il giovane Arnaud De Lie. La Lotto Soudal ha infatti chiesto al suo talentuoso sprinter di mettere da parte per un giorno le ambizioni personali e mettersi al servizio del capitano e il ragazzino lo fa, perfetto ultimo uomo. Il belga conquista 3” e si mette in posizione di vantaggio per il secondo traguardo.

Al fianco di Wellens si pone però Yves Lampaert, il belga compagno di colori di Schmid e vincitore due giorni prima. Le toccate diventano spallate, che diventano spintoni, che diventano cambi di direzione. Wellens perde l’attimo buono mentre Schmid si avvantaggia nel conto dei secondi.

Potrebbe recuperare nell’ultimo sprint, ma anche lì Lampaert lo marca “a uomo” e gli fa sentire la sua presenza. Wellens ha un diavolo per capello, ma non è tipo da arrivare al traguardo e inveire contro qualcuno e davanti ai giornalisti cerca con le parole di addolcire la sua espressione accigliata.

«Abbiamo controllato la corsa tutto il giorno – racconta – De Lie ha fatto un lavoro meraviglioso. Quando ho conquistato il primo sprint ho pensato: “Dai che vinco io”. Poi però mi si è avvicinato Yves, siamo entrati in rotta di collisione e tutto è andato perduto. Io so di non aver fatto nulla di sbagliato, ora squalificano Lampaert ma a me che cosa cambia? ».

Lampaert spallata
Le immagini incriminate con Lampaert che si sposta bloccando Wellens
Lampaert spallata
Le immagini incriminate con Lampaert che si sposta bloccando Wellens

Stop in arrivo?

La Giuria infatti squalifica il corridore belga della Quick Step-Alpha Vinyl escludendolo dalla classifica, ma intanto Schmid è sul podio che festeggia la sua prima ccorsa a tappe. Lampaert prova a giustificarsi davanti ai giornalisti presenti.

«Ci sono state spinte da ambo le parti e non solo Wellens – dice – ma anche altri della sua squadra. Ma tutto era nella norma».

Dichiarazioni che in qualche modo vengono ribadite da Jakobsen, vincitore della tappa: «In quei frangenti ero lontano, fuori dal gruppo e fuori dal vento per preservarmi per la volata, ma si vedeva che c’erano due squadre a competere per quei traguardi, la nostra e la Lotto».

La prova televisiva

Parlavamo di “crime story”, che si sviluppano sempre seguendo il filo delle prove. In questo caso le prove consistono in immagini dall’alto di una delle volate, nelle quali si vede Lampaert che alza il gomito verso Wellens, lo spinge a bordo strada e lo chiude impedendogli di fare la volata in maniera palesemente ostruzionistica. La Giuria vede quelle immagini e squalifica Lampaert, ma la cosa non finisce qui: l’Uci infatti decide di aprire un procedimento a suo carico, per comportamento antisportivo.

Wellens Belgium Tour 2022
Sul podio Wellens prova a mascherare la delusione e la rabbia, ma il sorriso amaro lo tradisce
Wellens Belgium Tour 2022
Sul podio Wellens prova a mascherare la delusione e la rabbia, ma il sorriso amaro lo tradisce

L’ultima volta che era accaduto era stato nell’ambito della famigerata volata al Giro di Polonia 2020, con Groenewegen che fece cadere lo stesso Jakobsen contro le transenne con esiti terribili: giorni di coma fra la vita e la morte e una ripresa lenta per il belga che solo da quest’anno è tornato a primeggiare.

Il precedente di Groenewegen

In quel caso, il procedimento durò a lungo. Servirono oltre tre mesi al massimo ente ciclistico per deliberare e alla fine Groenewegen fu estromesso dalle corse per 9 mesi, ricalcando quasi parallelamente l’assenza dalle corse del suo sfortunato collega. Ci vorrà lo stesso tempo per sapere qualcosa a proposito di Lampaert?

Lotto Soudal: si punta a vincere, senza aspettare…

20.04.2021
3 min
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Guardando l’organico della Lotto Soudal si capisce subito che è una squadra che va alla ricerca del “tutto e subito”. Non c’è un vero e proprio specialista dei grandi Giri, che vanno interpretati per andare alla conquista di tappe, lo stesso dicasi per le gare d’un giorno o per le prove di pochi giorni, dove pure c’è un Tim Wellens che ha dato già prova di poter raccogliere tanto. La squadra è puntata sui traguardi giornalieri, a cominciare dalle classiche.

Giro d’Italia 2021, Caleb Ewan batte in volata Davide Cimolai
Giro d’Italia 2021, Caleb Ewan batte in volata Davide Cimolai

In sede di ciclomercato si è quindi lavorato molto per rinforzare il “corpo” del team, con corridori capaci di svolgere il loro lavoro godendo della massima fiducia dei capitani. In squadra sono stati inglobati ben 7 neoprofessionisti, abbassando notevolmente l’età media della squadra, ma già nelle primissime uscite gente come Conca e Verschaeve ha dimostrato di saperci fare.

Tim Wellens nella vittoria 2021 a Besseges
Tim Wellens nella vittoria 2021 a Besseges

Per quanto riguarda le punte, il già citato Wellens è l’uomo per le classiche più articolate, mentre Degenkolb ha la mente proiettata verso il sogno Roubaix dove ha già dimostrato di poter battere tutti. Impossibile dimenticare, dato il palmarés, il “vecchio” Gilbert, uno che quando può piazzare la zampata giusta può ancora farlo e intanto è un perfetto regista in corsa. Poi c’è Caleb Ewan, il “collezionista di tappe”, pronto a finalizzare il lavoro della squadra, ma attenzione a non fossilizzarsi su uno schema fisso: con corridori come De Gendt e lo stesso Wellens gli scenari possono anche cambiare.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Filippo ConcaLeccoIta22.09.19982019
Steff CrasGeelBel13.02.19962018
Jasper De BuystAsseBel24.11.19932013
Thomas De GendtSint NiklaasBel06.11.19862009
John DegenkolbGeraGer07.01.19892011
Caleb EwanSydneyAus11.07.19942015
Frederik FrisonGeelBel28.07.19922016
Philippe GilbertVerviersBel05.07.19822003
Kobe GoossensLovanioBel29.04.19962020
Sébastien GrignardMonsBel29.04.19992021
Matthew HolmesWiganGbr08.12.19932014
Roger KlugeEisenhuttenstadtGer05.02.19862010
Andreas Lorentz KronAlbertslundDen06.01.19982017
Kamil MaleckiBytowPol02.01.19962019
Tomasz MarczynskiCracoviaPol06.03.19842006
Sylvain MoniquetNamurBel14.01.19982017
Stefano OldaniMilanoIta10.01.19982020
Harrison SweenyBrisbaneAus09.07.19982017
Gerben ThijssenGenkBel21.06.19982019
Tosh Van Der SandeWijnegemBel21.06.19982019
Maxim Van GilsBrasschsatBel25.11.19992021
Brent Van MoerBeverenBel12.01.19982019
Harm VanhouckeCourtraiBel17.06.19972019
Florian VermeerschGentBel12.03.19992018
Viktor VerschaeveBrasschaatBel03.08.19982021
Xandres VervloesemMassenhovenBel13.05.20002021
Tim WellensSint TruidenBel10.05.19912012

DIRIGENTI

John LelangueBelGeneral Manager
Mario AertsBelDirettore Sportivo
Herman FrisonBelDirettore Sportivo
Nikolas MaesBelDirettore Sportivo
Maxime MonfortBelDirettore Sportivo
Marc SergeantBelDirettore Sportivo
Kurt Van De WouwerBelDirettore Sportivo
Marc WautersBelDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Allo stesso modo in cui la Groupama-Fdj è fedele da anni a Lapierre, il rapporto fra la Lotto Soudal e Ridley sta diventando davvero un matrimonio degno di nota. Il modello più utilizzato è la Helium, la bici più leggera per le salite, mentre per gli uomini veloci c’è la Noah Fast Disc, mentre per le crono c’è la Dean Fast. Per tutte gruppi e ruote Campagnolo e pneumatici Vittoria.

CONTATTI

LOTTO SOUDAL (Bel)

Toekomstlaan 15/6 + 8, 220 Herentals (BEL)

info@lottosoudal.be – www.lottosoudal.be

Facebook: @LottoSoudalCyclingTeam

Twitter: @Lotto_Soudal

Instagram: Lotto_Soudal

Wellens, promessa matenuta. E adesso la Liegi

09.02.2021
4 min
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Con una previsione centrata in pieno, nei giorni del ritiro della Lotto Soudal, Tim Wellens aveva detto che quest’anno gli sarebbe piaciuto partire subito forte. Non voleva ripetere il debutto sfortunato del 2020, quando a causa di un problema fisico non era riuscito a correre la Parigi-Nizza. Con l’Etoile de Besseges vinta in apertura, il belga ha centrato l’obiettivo e si lancia verso una stagione in cui cercherà di dare un tocco di completezza al suo palmares. Trent’anni a maggio, ha vinto brevi corse a tappe, come il BinkBank Tour e il Tour de Pologne. Ha vinto tappe al Giro e alla Vuelta. Eppure quando parla, ogni volta dice che la sua ambizione è vincere una grande classica, lasciando intuire lui per primo di non essere pienamente soddisfatto.

Nella crono finale di Ales, con arrivo in salita, Wellens si è ben difeso da Kwiatkowski
Nella crono finale di Ales, si è ben difeso da Kwiatkowski
E’ così anche quest’anno?

Non potrebbe essere altrimenti (sorride, ndr). Sono ancora convinto di poter vincere una grande classica. E’ il mio grande obiettivo. Non credo che sarò mai felice solo con vittorie di tappe dei grandi Giri. Sono bei risultati, ma non mi bastano.

Una classica a caso?

Direi di sì, ma anche no… Tante mi si addicono. Potendo scegliere, vorrei che fosse in Belgio. Che fosse un monumento. E siccome quella che più mi piace è la Liegi-Bastogne-Liegi, se potessi scegliere, vorrei proprio lei: la Doyenne!

Eppure le due tappe alla Vuelta hanno salvato il tuo 2020…

E’ stato un anno speciale per tutti, difficile per tutti. Non credo si possano fare paragoni con altre stagioni passate e spero di non doverne vivere un altro simile. Se fosse stato un anno normale, guardando quelle due vittorie, avrei pensato a un magro bilancio. Invece quei due successi mi hanno permesso di affrontare l’inverno con la testa giusta.

Già in ritiro, Wellens aveva detto di voler partire forte: missione compiuta
In ritiro Wellens aveva detto di voler partire forte
Vale a dire?

Se chiudi male la stagione, hai mille rimpianti e non riesci a riposarti davvero. Invece aver chiuso con il dolce in bocca per me ha significato entrare nell’inverno con la consapevolezza che va tutto bene. 

Come è stato il tuo inverno?

Veloce. Sono stato per 8-9 giorni senza bici. So che altri corridori staccano molto più a lungo, ma a me dopo quel tempo viene il desiderio fortissimo di ricominciare. Sono ripartito bene e, avendo finito così tardi con la Vuelta, alla ripresa la mia condizione era già buona. Non ho cambiato molto. Ho tutto chiaro in testa ora, i miei obiettivi e come raggiungerli.

Di quali obiettivi parli?

Il primo momento chiave sarà all’Omloop Het Nieuwsblad. Poi c’è il grosso punto di domanda della Parigi-Nizza, che ha un bel percorso. Ma non potrei correre la Strade Bianche e mi dispiacerebbe. Poi andrò alle classiche fiamminghe e le ardennesi, con il dubbio se fare o meno la Freccia Vallone in vista della Liegi. Invece nell’estate sarò al Tour de France e solo quello. Penso che un grande Giro vada più che bene.

Sul podio finale, Wellens ha preceduto Michal Kwiatkowski, a sinistra, e Nils Politt
Podio finale, Wellens con Kwiatkowski, a sinistra, e Politt
Non dici nulla del mondiale in Belgio, per giunta dalle tue parti?

Durante il ritiro in Spagna sono venuti a trovarmi i tecnici della nazionale per parlarne. Il percorso è bello e tutti i belgi vorrebbero partecipare, compreso me. Vedremo cosa dicono i direttori sportivi, perché abbiamo una grande chance di vincere con Wout Van Aert, per cui per il momento la mia posizione potrebbe essere quella di esserci per supportate la nazionale.

Pensi che sarà una grande festa come il Fiandre?

Covid permettendo, sarà molto di più. Mi viene da pensare alla partenza del Tour da Bruxelles. Un’atmosfera diversa, una settimana di gente da tutto il mondo e di allenamenti con la maglia della nazionale sulle strade del Paese. Vedremo dopo il Tour in quale modo potrò arrivarci bene, ma quasi certamente mi avvicinerò senza fare la Vuelta.

Wellens bis da finisseur. Bagioli che fatica

04.11.2020
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La distanza che divideva Lugo da Ourense era di 205 chilometri e di questi Tim Wellens ne ha passati 165 in fuga. Anche oggi la Vuelta ha regalato una giornata intensa, almeno per quel che riguarda il traguardo di giornata. Dietro infatti la Jumbo Visma ha controllato la situazione cercando un ritmo tranquillo, ma neanche così lento che potesse invogliare qualcuno a prendere in mano la situazione.

Wellens finisseur

E sulla veloce rampa finale il belga Tim Wellens della Lotto Soudal ha ottenuto la sua seconda vittoria in questa Vuelta. La fuga, come detto, era partita attorno al chilometro 40. Con Wellens c’era gente del calibro di Marc Soler, Michael Woods, Zdenek Stybar…

Il drappello guadagna quasi 6′. Dietro è calma piatta, così i fuggitivi capiscono di aver buone chances di andare all’arrivo. Non a caso gli scatti iniziano ad una ventina di chilometri dal termine. Nel finale con un tempismo perfetto e buone gambe, Wellens piazza il colpaccio. Segno anche di serenità. In fin dei conti lui la sua Vuelta l’aveva già “vinta”.

«Dopo il successo nella quinta tappa – dice Wellens – eravamo più “leggeri”. Sapevo che questa frazione era ideale per me, ma una cosa è aspettare con ansia una tappa, un’altra è essere nella fuga giusta, avere le gambe per finirla e la testa libera. Non bisogna però pensare ad una vittoria facile. C’è stata una grande lotta per entrare in fuga. Siamo andati forte per tutto il giorno e gli avversari erano davvero forti. Per questo ho anche cercato di attaccare null’ultima discesa».

Tutto però si è deciso nel chilometro finale. E se Woods è partito come un finisseur ai 700 metri sembrava avercela fatta, Wellens ha mostrato delle super gambe. Lo ha ripreso e scavalcato negli ultimi 75 metri.

«In salita – riprende Wellens – ho notato che Woods e Soler avevano gambe forti. Temevo Woods nello sprint in salita, per questo ho fatto di tutto per prendere all’interno l’ultima curva».

La frazione di oggi era in Galizia, nel Nord Ovest della Spagna
La frazione di oggi era in Galizia

Giornataccia Bagioli

Gli italiani in corsa sono rimasti in tre: i due Deceuninck-Quick Step Andrea Bagioli e Mattia Cattaneo, e il portacolori della UAE, Davide Formolo.

Cattaneo ancora una volta ha mostrato di essere sulla strada giusta. L’ex vincitore del “Giro baby” ci ha persino provato ad inizio tappa. Tuttavia proprio perché non era messo male in classifica e nella pericolosa fuga (oltre 20 corridori) c’era gente come Waut Poels (6° a circa 6′ da Roglic), dietro si è mossa tutta la “cavalleria”.

Formolo si è staccato nel finale. Se la gamba c’è, ci sono anche i dolori delle botte rimediate nella caduta della scorsa settimana. Chissà che paura per il veronese che porta con sé ancora le streghe del Tour.

E poi c’è Andrea Bagioli. Il campioncino valtellinese invece inizia a pagare il conto della sua giovane età e della prima partecipazione ad un grande Giro. E alla fine oggi taglia il traguardo con oltre 15′ di ritardo. Per Andrea giornata no fin dalla partenza. Ciò nonostante ha tenuto duro per tutta la tappa, che comunque prevedeva diverse salite, e si è staccato solo quando mancavano 25 chilometri da Osorio. «Ho avuto brutte sensazioni – dice Bagioli – speriamo di stare meglio domani!».