La quinta tappa della Vuelta ha riservato ancora una volta una corsa scoppiettante. E ancora una volta gli uomini di classifica sono stati protagonisti. Tim Wellens per il traguardo di giornata, Primoz Roglic per la generale.
Si andava da Huesca a Sabinanigo: 184 chilometri nel Nord della penisola iberica, proprio a ridosso dei Pirenei. Nel finale tre salite hanno movimentato la tappa.
E bravo Wellens
A 70 dall’arrivo va via la fuga buona. Dentro c’è un volpone come Tim Wellens della Lotto che non si lascia sfuggire l’occasione, tanto più con due “giovani” come Guillame Martin (il “filosofo del gruppo) e Thymen Arensman. E dire che prima della fuga buona ci aveva provato anche il nostro Mattia Cattaneo, che però essendo in classifica non ha avuto spazio.
In vista dell’ultimo chilometro finale, con pendenze superiori al 10 per cento, il gruppo dei migliori aumenta, aumenta e di nuovo è battaglia. E guarda caso Roglic mette tutti in fila.
Costanza di rendimento
Quello che spicca è la continuità di rendimento di Primoz Roglic. Lo sloveno della Jumbo Visma è ancora al top. Il Tour, il mondiale, le classiche: per ora non sembra cedere di un millimetro.
Probabilmente perché sta correndo con una certa freschezza mentale, visto che non era in programma. La partecipazione alla corsa spagnola l’ha chiesta lui stessa. Dopo la Liegi, Roglic ha deciso di buttarsi nella mischia. Una decina di giorni di riposo a casa, a Monaco, con la famiglia gli sono bastati per riprendersi.
Era il campione uscente e non voleva mancare. Tuttavia è consapevole dei suoi limiti. Sa che probabilmente non terrà questa gamba fino alla fine. E non a caso il suo obiettivo era quello di vincere la prima tappa. Obiettivo centrato.
Forza mentale
La vera perla Roglic l’ha compiuta partecipando al mondiale. Nella condizione mentale con cui usciva dal Tour non era facile. Una sconfitta come quella subita da Pogacar non si digerisce in poco tempo. Se avesse mollato (e ci stava) avrebbe chiuso la stagione. Invece ha tenuto duro. Il suo mondiale gli è piaciuto. Ad Imola ha ripreso vigore per la Liegi a tal punto di decidere di saltare la Freccia e puntare tutto sulla Doyenne. Altro obiettivo raggiunto e la fiducia che torna a crescere.
Oggi sul duro strappo finale le ha suonate a tutti. Anche a Daniel Martin che ieri invece aveva “osato” arrivargli davanti. Il più temibile sembra essere Richard Carapaz. L’ecuadoriano della Ineos-Grenadiers, oggi dietro di 2”, ha preparato in modo specifico la Vuelta e tra tutti sembra quello più corazzato. Ma per adesso l’ex saltatore con gli sci è sempre più in roja.