Vuelta: Formolo cresce, Soler vince

21.10.2020
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Sarà che la Vuelta è partita da quella che doveva essere la sua terza tappa, la prima con arrivo in salita, ma lo spettacolo è già al massimo. Ieri abbiamo visto subito Roglic in maglia roja. Oggi le braccia al cielo invece le ha alzate Marc Soler. Benissimo ancora Bagioli. Ma anche Davide Formolo va forte e sembra in crescita.

La Spagna nel mirino

Lo scalatore della UAE era uscito con la clavicola rotta dal Tour de France. Dopo essere stato costretto a rinunciare anche a Mondiale ed Ardenne credeva molto in questa Vuelta.

«Mi manca il ritmo gara – dice “Roccia” – vedo che faccio fatica a tirare il rapporto e per dirlo io! Con il team abbiamo deciso di lavorare sull’agilità e ho cambiato parecchio la preparazione. Sto provando sensazioni nuove. Okay, vedo che mi salvo bene, ma poi quando davanti aprono il gas resto un po’ dietro. Vorrà dire che salverò la gamba per le tappe future. Spero che col passare dei giorni riuscirò a spingere quel dente in più».

Quest’anno Formolo ha corso poco. La frattura alla clavicola lo ha limitato molto
Quest’anno Formolo ha corso poco

Tappe corte e nervose

Ritmi frenetici. Percorsi accattivanti e tanti campioni. Lo spettacolo è assicurato.

«Il calendario ha penalizzato il Giro. Chi faceva il Tour poi poteva correre bene le classiche e la Vuelta per questo qui ci sono tutti i migliori. Il livello è molto alto. Senza contare che in Spagna con tappe così corte è dove si va più forte. Più di Tour e Giro. Oggi, per esempio, abbiamo iniziato l’ultima discesa dopo neanche 130 chilometri. Al Giro dopo 130 chilometri la tappa deve ancora iniziare! Qui si parte a tutta, nel mezzo si va sostenuti e nel finale c’è la bagarre. Difficile controllare la corsa così».

La scalata finale, l’Alto de San Miguel saliva a gradoni. Gli uomini in fuga sono riusciti a prendere un bel vantaggio e Marc Soler è stato bravo a sfruttare l’occasione. Dietro invece se le sono date.

«Chi vedo bene? I nomi sono talmente conosciuti che vanno forte tutti i soliti noti. C’è tanta gente che esce dal Tour e che ha corso molto. Come detto mi è mancato quell’ultimo chilometro per restare con i primi.

«Andrea Bagioli? E’ bravissimo. Mi piace quando un giovane italiano va forte. Ci siamo visti in altura a Livigno, lui stava facendo dietro moto. Ha grinta. E’ alla prima esperienza in un grande Giro, chissà dove potrà arrivare. Sono felice per lui».

Formolo non perde il suo buonumore, nonostante nell’ultimo anno sia stato sfortunato. Il veronese è caduto l’anno scorso proprio alla Vuelta e qualche settimana fa si è ritirato dal Tour. Dopo il Giro 2019 ha corso pochi giorni e quest’anno tra lockdown e frattura non ha fatto molto di più. Però ha voglia di fare e prima o poi tornerà a farci sognare. Magari dedicando una vittoria alla bimba che presto gli nascerà