Davide De Cassan, Polti VisitMalta 2025

De Cassan: la strada per il rilancio passa dalla General Store

12.12.2025
4 min
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Due stagioni con la Polti VisitMalta, assaporando e imparando a muoversi nel mondo dei professionisti. Al termine di questi due anni però per Davide De Cassan di spazio nel team di Ivan Basso non ce n’era più, allora tocca rimboccarsi le maniche e ripartire. I colori questa volta sono quelli della General Store-Essegibi-F.lli Curia di Daniele Calosso, che lavora insieme a Paolo Rosola e gli altri membri dello staff. 

«E’ da un mese o poco meno – racconta Davide De Cassan – che ho ripreso ad allenarmi in maniera seria. Dopo aver chiuso la stagione con la Veneto Classic, il 19 ottobre scorso, mi sono fermato per due settimane. Po ho ripreso con calma a fare movimento, ma nulla di che: camminate e un po’ di mountain bike. Dalle mie parti, a Cavaion Veronese, c’è il Monte Moscal che ha diversi percorsi adatti al fuoristrada o alle camminate. Niente di impegnativo, ma un’oretta o due di pedalata vengono sempre fuori».

Davide De Cassan, camminate, montagna
Davide De Cassan al termine della stagione si è concesso un po’ di riposo con delle camminate in montagna (foto Instagram)
Davide De Cassan, camminate, montagna
Davide De Cassan al termine della stagione si è concesso un po’ di riposo con delle camminate in montagna (foto Instagram)

Distarsi

Davide De Cassan racconta, i due anni con la Polti VisitMalta sono passati velocemente e la notizia del mancato rinnovo non è arrivata direttamente dal team. Il veneto, piano piano, ha capito di essere sempre più a margine dei progetti della formazione professional. L’ultima stagione, iniziata a fine gennaio scorso in Spagna, è stata lunga e impegnativa.  

«Fare qualcosa di diverso dal solito andare in bici – ci dice ancora De Cassan – mi ha aiutato a sgomberare la mente. Il 2025 è stato un anno impegnativo, con tante gare, e il dispendio di energie fisiche e mentali si è fatto sentire. Inoltre ho dovuto cercare un’altra squadra, diciamo che avevo bisogno di resettare tutto».

Davide De Cassan, Polti VisitMalta 2025
De Cassan ha corso per due stagioni con la Polti VisitMalta, dopo essere stato stagista nel 2023
Davide De Cassan, Polti VisitMalta 2025
De Cassan ha corso per due stagioni con la Polti VisitMalta, dopo essere stato stagista nel 2023
Cosa ha reso questa stagione così impegnativa?

La caccia ai punti ha messo un’ansia collettiva a tutto il gruppo. E’ un aspetto che nel primo anno non avevo riscontrato, complice il fatto di essere partiti davvero bene. Mentre nel 2025 la frenesia è aumentata parecchio, questo si è tradotto in scelte più ponderate e pesate da parte del team una volta in corsa.

Pensi questo abbia condizionato il tuo percorso di crescita?

No. Penso sia stato un pensiero più legato ai diesse e allo scegliere i corridori giusti per ogni gara. 

Quando è arrivata l’accordo con la General Store-Essegibi-F.lli Curia?

Una volta appresa la notizia che non avrei proseguito con la Polti VisitMalta, ho iniziato a cercare una sistemazione per il nuovo anno. La voglia non è mai mancata, tanto che mi sono allenato anche nelle due settimane in cui non avevo un contratto in mano. E’ stato un fine stagione strano, perché molti team hanno chiuso, altri si sono trasformati o uniti, quindi di corridori senza certezze per il prossimo anno ce n’erano tanti. Nel cercare ho guardato anche alle continental e ho trovato la General Store, che tra l’altro è dietro casa.

Davide De Cassan, Polti VisitMalta 2025
In questi due anni De Cassan ha messo insieme 112 giorni di corsa
Davide De Cassan, Polti VisitMalta 2025
In questi due anni De Cassan ha messo insieme 112 giorni di corsa
Hai detto di non aver perso la voglia, cosa ti spinge a ripartire?

Desidero fare un anno nel quale provare a rilanciarmi. Sono comunque giovane, a gennaio farò ventiquattro anni. Certo, non ho l’età dei fenomeni che escono ora dalla categoria under 23, ma a livello complessivo ho tanto da dare. La cosa bella è che in General Store mi hanno accolto benissimo, conosco già molta gente che fa parte dello staff. Lo stesso Paolo Rosola lo conosco da tanti anni. E’ una squadra che sta crescendo tanto, sia per struttura ma anche nel calendario. 

Essere al secondo anno elite ti spaventa?

No, ho fiducia che lavorando al meglio si possa arrivare a buoni livello. Certo tra una continental e una professional ci sono delle differenze, ma credo nel lavoro dei singoli e sono pronto a dimostrare che se un atleta lavora bene può fare tutto. E’ una scommessa mia ma anche del team. 

Davide De Cassan, Polti VisitMalta, Il Lombardia 2025
Il veneto ha corso per due volte Il Lombardia e la Strade Bianche
Davide De Cassan, Polti VisitMalta, Il Lombardia 2025
Il veneto ha corso per due volte Il Lombardia e la Strade Bianche
Cosa ti rimane dei due anni in Polti?

Tanta esperienza e una crescita importante, ho corso in gare come la Strade Bianche e Il Lombardia. Non ci sono solo le corse, ma anche un mondo che gira intorno alla prestazione: viaggi, organizzazione, logistica. L’obiettivo è tornare in quel mondo, da oggi fino al 22 dicembre sarò al primo ritiro con la General Store, in Spagna. Poi torneremo anche a gennaio per altre due settimane di lavoro. Mi aspetta un anno decisivo e voglio farmi trovare pronto.

Biagio Conte, Eolo Kometa

Fra il lavoro e la Padovani, riparte anche Conte

11.12.2025
4 min
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«Forse la mia soddisfazione maggiore – dice Biagio Conte senza mezza esitazione – sono stati gli anni passati come gavetta alla Marchiol, che era la squadra vivaio della Liquigas. Lì ho avuto modo di crescere ragazzi che poi hanno conosciuto tutti. Viviani, Cimolai, Guarnieri, Sagan. Insomma, ho avuto veramente grossissime soddisfazioni. Come poi il passaggio alla Liquigas. Ricordo la prima gara in ammiraglia, con accanto Mariuzzo che mi faceva da tutor. Il Giro del Friuli del 2010, che si concludeva qui a Sacile. Prima corsa e prima multa. Lui mi strillava di passare, io gli dicevo che c’erano i giudici. E la sera mi ricordo Amadio furibondo, anche perché arrivammo secondi con Guarnieri, dietro a Roberto Ferrari».

Biagio Conte è a casa malato, così ha dovuto prendersi dei giorni di malattia dal suo lavoro nelle macchinette da caffè automatiche. A breve ripartirà anche dall’ammiraglia del Team Padovani, cui ha offerto disponibilità a giornate. Dallo scorso anno, dato che forse a molti è passato inosservato, il suo nome è sparito dall’organico del Team Polti-Visit Malta. C’era arrivato quando si chiamava Eolo-Kometa, lasciando la Work Service di cui era direttore sportivo e in cui aveva ritrovato Davide Rebellin che era stato suo compagno fra i dilettanti. Nonostante il suo ruolo, non aveva saputo resistere alla chiamata di Basso e Zanatta, in una sorta di ricostruzione della vecchia Liquigas. Poi però per motivi economici, così ci racconta, il suo nome è stato tolto dal mazzo. Non gli chiediamo quanto guadagnasse.

Elia Viviani in una delle sue prime vittorie, al Giro delle Tre Province, ancor prima di passare professionista
Viviani vince il Giro delle Tre Province, sulla sua ammiraglia c’è Biagio Conte, ex pro’ classe 1968
Elia Viviani in una delle sue prime vittorie, al Giro delle Tre Province, ancor prima di passare professionista
Viviani vince il Giro delle Tre Province, sulla sua ammiraglia c’è Biagio Conte, ex pro’ classe 1968
Hai già avuto modo di unirti alla Padovani?

Non ancora. Quando hanno fatto i primi ritiri per le visite, ero a trovare i parenti in Sicilia, ma conto di esserci per il prossimo. Cercherò di essere presente nei weekend, perché con il lavoro non posso prendermi troppi giorni, soprattutto in previsione di eventuali corse a tappe. Lavoro sempre sulle macchinette del caffè, giro tutto il giorno col furgone. Dopo la fine con Polti, mi ha chiamato un amico e mi ha offerto un contratto a tempo indeterminato, che ho accettato subito. Ho bisogno ancora di raggiungere i contributi per la pensione, così quando Ongarato mi ha proposto di unirmi alla Padovani, ho offerto la disponibilità che posso. Dovrebbero mancarmi due anni alla pensione, ma devo verificare bene.

Ti aspettavi che la tua carriera nel professionismo si fermasse così?

So che hanno inserito Gavazzi e che Maini è andato alla MBH Bank, dove magari gli avranno fatto una proposta migliore, perché quella che aveva in Polti era la stessa che io ho rifiutato. Ci sono rimasto abbastanza male, perché eravamo partiti con un progetto cui ho voluto credere e partecipare, ma alla fine mi pare che le cose non stiano andando come si era pensato.

Con Pellizotti e Basso, nel ritiro invernale di Passo San Pellegrino 2009-2010 con la Liquigas: Conte è un diesse al debutto
Con Pellizotti e Basso, nel ritiro invernale di Passo San Pellegrino 2009-2010 con la Liquigas: Conte è un diesse al debutto
Con Pellizotti e Basso, nel ritiro invernale di Passo San Pellegrino 2009-2010 con la Liquigas: Conte è un diesse al debutto
Con Pellizotti e Basso, nel ritiro invernale di Passo San Pellegrino 2009-2010 con la Liquigas: Conte è un diesse al debutto
Troverai facilmente le motivazioni per ripartire da una continental?

Credo che alla fine se sei appassionato del tuo lavoro, vuoi farlo per bene. Che sia una continental o uno squadrone, ci tieni a portare la tua esperienza, quello che hai imparato in questi anni. Così penso che la motivazione sia al massimo, ne sono certo.

L’obiettivo è tornare nel professionismo?

Onestamente? Non lo so. Mi sono reso conto che il professionismo è una parte importante della mia vita, tutto quello che vuoi, però mi ha portato via anche parte della vita in famiglia. Mi sono reso conto che quest’anno, rimanendo a casa e lavorando, mi sono goduto i weekend con mia moglie. Ho potuto riassaporare la vita familiare. Ma a monte di tutto, l’obiettivo è raggiungere la serenità da pensionato. E poi può darsi che mi venga la voglia di rimanere nell’ambiente e continuare questo tipo di lavoro. Magari per allora avrò anche più tempo e disponibilità, anche se alla Padovani ho detto che farò tutto al 100 per cento. Non faccio mai le cose a caso, mi piace fare tutto bene.

Conte è arrivato alla Padovani per la chiamata di Alberto Ongarato. Affiancherà Dimitry Konychev (photors.it)
Conte è arrivato alla Padovani per la chiamata di Alberto Ongarato. Affiancherà Dimitry Konychev (photors.it)
Hai già un calendario per la prossima stagione?

Abbiamo un calendario in generale e naturalmente stiamo aspettando la risposta da parte degli organizzatori. Io ho dato disponibilità i sabati e le domeniche, perché nei giorni feriali sarò a casa a lavorare e magari prenderò le ferie per qualche corsa a tappe cui dovessimo partecipare. Penso alla Coppi e Bartali, al Giro di Sardegna o quello della Magna Grecia. Ci sono tante corse.

Sei stato nel WorldTour, poi nella professional, ora torni in continental: quale può essere il ruolo di queste squadre?

Qualche regola è cambiata, quindi può darsi che le continental del 2026 possano aspirare a più spazi grazie ai quali contrastare meglio i devo team. Ci sono continental che lavorano bene, come la Padovani e la Colpack che è salita al professionismo con MBH Bank. Dobbiamo fare il massimo perché i ragazzi crescano. Certo non si ha il budget di una WorldTour, però si cerca ugualmente di fare tutto al meglio. E devo dire che mi piace tanto l’idea di farne parte.

Francesco Gavazzi, Polti VisitMalta (foto Maurizio Borserini)

Gavazzi e la nuova vita da diesse: «Il richiamo era troppo forte»

10.12.2025
5 min
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Francesco Gavazzi sta per chiudere le valigie e imbarcarsi verso il suo ennesimo training camp in Spagna, ma dopo diciassette anni passati in sella questo sarà il primo ritiro che lo vedrà nelle vesti di diesse. La Polti VisitMalta di Basso e Contador si è rinnovata e in ammiraglia quest’anno sale il quaratunenne di Morbegno, affiancato da pezzi da Novanta come Ellena e Zanatta

Stesso viaggio, valigia diversa

I bagagli sono presto fatti, rispetto a quando correva Gavazzi ha meno pensieri sui materiali che bisogna portarsi dietro (in apertura foto Maurizio Borserini). Adesso basta un computer, il resto lo si imparerà strada facendo. L’ammiraglia e la bici a volte funzionano allo stesso modo. 

«E’ una sensazione strana – ci racconta – quella di partire con un ruolo diverso. Sono passato dalla dipendenza dei pedali a quella della tecnologia, ammetto che un pochino devo prenderci la mano: call, riunioni, file excel, programmi vari…».

«Per fortuna – prosegue Gavazzi – dopo il primo ritiro a Malta insieme agli atleti abbiamo fatto un secondo incontro, questa volta a Madrid, solo con lo staff. Ci siamo coordinati per capire quali linee guida seguire in ottica calendario e gettare le basi della stagione».

Nelle ultime due stagioni Gavazzi è comunque rimasto nel giro della formazione di Ivan Basso (foto Maurizio Borserini)
Nelle ultime due stagioni Gavazzi è comunque rimasto nel giro della formazione di Ivan Basso (foto Maurizio Borserini)
Una volta smesso di correre avevi detto che non saresti mai salito in ammiraglia… 

Avevo bisogno di prendermi del tempo, di respirare e distaccarmi un attimo dalla vita frenetica del corridore. Penso sia normale, per una vita ho fatto avanti e indietro da gare, ritiri, alture. Era necessario rallentare i ritmi, godermi la famiglia e stare fermo per qualche tempo. 

Cos’è cambiato?

Che a un certo punto questo mondo ti manca, ho accumulato talmente tanta esperienza che sarebbe stato un peccato “buttarla”. L’aspetto principale che mi ha spinto a tornare in questo mondo sono i contatti umani, due anni fa avevo lasciato una squadra nella quale mi ero trovato bene. Spesso si dice che il team è come una seconda famiglia, nel nostro caso però era vero. C’erano, e ci sono ancora, dei rapporti che vanno oltre il ciclismo. 

Con il primo ritiro da diesse Gavazzi avrà modo di prendere le misure con il nuovo ruolo (foto Maurizio Borserini)
Con il primo ritiro da diesse Gavazzi avrà modo di prendere le misure con il nuovo ruolo (foto Maurizio Borserini)
Va detto che non eri uscito del tutto.

Vero, non ho mai lasciato definitivamente l’ambiente in questi due anni. Tante volte sono stato di supporto al team in corse come il Giro d’Italia. Questo ruolo da “jolly” ha fatto sì che in me tornasse la voglia di respirare ancora l’aria del ciclismo: le corse, i trasferimenti, stare con i ragazzi. 

Difficile adattarsi al nuovo ruolo?

Sono ancora all’inizio, quindi devo prendere le misure con tutte le dinamiche che si stanno innestando. Ho avuto modo di vedere quanto è complicato incastrare gli impegni di ventiquattro corridori, con la corsa ai punti si devono fare scelte ponderate anche in relazione a quelle degli altri team. Per fortuna al mio fianco avrò figure come quella di Zanatta e di Ellena, da loro potrò imparare molti trucchetti del mestiere. 

Francesco Gavazzi, Steano Zanatta, Polti VisitMalta (foto Maurizio Borserini)
Lo stesso Zanatta ha detto che Gavazzi può essere quel trait d’union tra staff e corridori, un ruolo cruciale in un team (foto Maurizio Borserini)
Francesco Gavazzi, Steano Zanatta, Polti VisitMalta (foto Maurizio Borserini)
Lo stesso Zanatta ha detto che Gavazzi può essere quel trait d’union tra staff e corridori, un ruolo cruciale in un team (foto Maurizio Borserini)
Zanatta stesso ci ha detto che una figura come la tua sarà importante per rapportarsi con i giovani…

Entrare in un team dove ritrovo molti atleti con i quali ho corso durante gli anni in cui ero corridore è un vantaggio. Creare un forte legame tra diesse e ciclista è importante in una stagione. Con i giovani sarà comunque una sfida. I ragazzi che ora hanno vent’anni sono una generazione molto diversa dalla mia, c’è quasi un abisso tra me e loro. 

Come si colma il gap generazionale?

Ascoltandosi a vicenda e con il confronto. Io sicuramente posso insegnare tanto a loro, ma non escludo che anche i giovani possano trasmettermi qualcosa. Sarà strano perché il mio figlio maggiore ha tredici anni e i ragazzi più giovani in squadra ne hanno venti.

Francesco Gavazzi, Ludovico Crescioli, Mirco Maestri, Polti VisitMalta (foto Maurizio Borserini)
Da sinistra: Gavazzi, Crescioli e Maestri, tre generazioni diverse e tre modi di vedere e interpretare il ciclismo (foto Maurizio Borserini)
Francesco Gavazzi, Ludovico Crescioli, Mirco Maestri, Polti VisitMalta (foto Maurizio Borserini)
Da sinistra: Gavazzi, Crescioli e Maestri, tre generazioni diverse e tre modi di vedere e interpretare il ciclismo (foto Maurizio Borserini)
Hai già avuto modo di parlare con loro?

Abbiamo gettato le basi per lavorare insieme. In queste settimane ci sono state le visite mediche a Firenze, venivano a gruppi di quattro o cinque ogni giorno. Ho parlato un po’ con loro, in particolare con i nuovi, per capire come stanno andando questi primi impegni. Ma il gruppo si costruirà nei prossimi giorni in ritiro. 

Pronto a salire in macchina?

Sì. Anche se, guardando il programma, ho notato che ci sono due allenamenti da sette ore. A un certo punto sarò stanco di seguirli guidando a trentacinque all’ora e chiederò una bici (ride, ndr). A parte gli scherzi sono pronto, durante il ritiro capirò anche in quale gara farò il mio esordio da diesse. Sicuramente avverrà a fine gennaio, vedremo se in Francia o Spagna.

Gemelli Bessega, Biesse Carrera Premac 2025

I gemelli Bessega un anno dopo: ora pro’ con Basso e Zanatta

12.11.2025
5 min
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Al momento Stefano Zanatta ha già a che fare con dei giovani, ma questa volta nel ruolo di nonno. Gli impegni ciclistici non finiscono mai, tuttavia al momento basta un computer per iniziare a pensare ai prossimi impegni. Si partirà con il classico ritiro di dicembre, anche se l’hotel di Oliva, in Spagna, che solitamente ospitava i corridori della Polti VisitMalta quest’anno è stato prenotato da altri team. 

«Ivan Basso e Alberto Contador stanno cercando la soluzione alternativa – dice Zanatta – di certo non mancano le strutture in Spagna, quindi troveremo sicuramente qualcosa che fa al caso nostro. Per il resto la formazione per il 2026 è pronta, siamo pronti a partire. Rispetto alla stagione appena conclusa avremo quattro atleti in più, ci sarebbe stata la possibilità di prenderne altri ma dobbiamo fare i conti con calendari e inviti».

Calendari e regole

Il roster della Polti VisitMalta per la stagione che verrà è al completo e la cosa che risalta all’occhio è la presenza di tanti giovani che potrebbero ancora rientrare nella categoria under 23. 

«Sarebbero sei in totale – continua il diesse trevigiano – e per un momento abbiamo anche pensato di fare attività under 23 con loro, ma con la nuova regola UCI non sarà possibile. Per fortuna il calendario italiano vede qualche nuova corsa in più indetta dalla Lega Ciclismo Professionistico. Questo per squadre come la nostra è un bell’aiuto nel fare attività e nel programmarla, anche perché c’è l’accordo che le squadre iscritte alla Lega potranno correre tutti gli appuntamenti. Per il resto aspettiamo le solite wild card di RCS, con la speranza di avere risposte in tempi più brevi rispetto allo scorso anno».

Gabriele Bessega insieme a Marco Milesi, Biesse Carrera 2025
Nel 2025 Gabriele Bessega ha vinto diverse corse, qui alla Milano-Busseto (Photors.it)
Gabriele Bessega insieme a Marco Milesi, Biesse Carrera 2025
Nel 2025 Gabriele Bessega ha vinto diverse corse, qui alla Milano-Busseto (Photors.it)
Tra questi sei giovani ci sono i gemelli Bessega: Tommaso e Gabriele…

Li seguiamo da quando erano al secondo anno juniores ed erano entrati nell’orbita della Fundacion Contador (il team U23 dov’è cresciuto anche Piganzoli, chiuso lo scorso anno, ndr). Ricordo di averli conosciuti al primo ritiro a Oliva tra fine 2022 e inizio 2023, mi hanno subito colpito per il fisico e le potenzialità dimostrate. Si sono dimostrati fin da subito anche due ragazzi di carattere, non avevano paura di nulla.

Con voi hanno fatto un percorso di due anni da under 23, com’è andato?

Tommaso ha dimostrato di essere un corridore in grado di esprimere grande potenza, per me potrebbe diventare un buon velocista. Gabriele allo stesso modo ha ottime doti di forza ma è più scalatore. Di sicuro sono due corridori che non si risparmiano in gara, hanno tanta ambizione e una grande determinazione. 

Gabriele Bessega, Biesse Carrera 2025
Gabriele Bessega, qui in azione, ha mostrato di avere doti più da scalatore
Gabriele Bessega, Biesse Carrera 2025
Gabriele Bessega, qui in azione, ha mostrato di avere doti più da scalatore
Il loro cammino con voi si è interrotto per una stagione, visto che nel 2025 hanno corso in Biesse Carrera Premac…

Vero e credo che l’anno in più da under 23 abbia fatto bene a entrambi. Si sono messi alla prova in gare con i professionisti e allo stesso modo hanno avuto la possibilità di correre per vincere, aspetto non secondario. A mio avviso sarebbero stati pronti per passare pro’ anche a fine 2024 ma l’attesa ha dato modo di vederli maturare ulteriormente.

Sotto quali aspetti?

La gestione della corsa. Poi hanno avuto modo di formarsi ancora per quanto riguarda le loro potenzialità. Insomma, sfruttare le occasioni. In questo 2025 hanno corso creandosi le chance di vittoria e non correndo con attendismo

Tommaso Bessega, Biesse Carrera 2025 (foto Camilla Santaromita Villa)
Secondo Zanatta Tommaso Bessega ha doti da velocista (foto Camilla Santaromita Villa)
Tommaso Bessega, Biesse Carrera 2025 (foto Camilla Santaromita Villa)
Secondo Zanatta Tommaso Bessega ha doti da velocista (foto Camilla Santaromita Villa)
Vincere aiuta a vincere…

Certamente, per un giovane il passaggio prematuro può essere un’arma a doppio taglio. Se si perde l’abitudine a lottare e cercare la vittoria poi è difficile riallacciare il filo. Vero che il ciclismo moderno offre tante occasioni con calendari sempre più ricchi, ma serve continuità. Non basta farlo una volta all’anno. 

Si sono avvicinati ancora di più al mondo dei professionisti?

Hanno fatto vedere di poter fare un passo ulteriore, tocca a loro andare dal 99 per cento al 100 per cento. A ventuno anni corri inseguendo i sogni, ed è giusto che sia così. Quando passi professionista diventa un lavoro e ci sono da fare dei passaggi piccoli ma determinanti. Servono metodo, disciplina e attenzione ai dettagli. I gemelli Bessega sono ragazzi intelligenti, sanno cosa fare (i due sono insieme nella foto Instagram di apertura, ndr).

Gemelli Bessega, Biesse Carrera Premac 2025
Gemelli Bessega hanno un legame forte ma allo stesso tempo amano sfidarsi e migliorarsi a vicenda (foto Rodella)
Gemelli Bessega, Biesse Carrera Premac 2025
Gemelli Bessega hanno un legame forte ma allo stesso tempo amano sfidarsi e migliorarsi a vicenda (foto Rodella)
E’ il momento anche di smetterla di essere “i gemelli Bessega” e diventare Gabriele e Tommaso?

Ora serve capire che strada possono intraprendere singolarmente. Le differenze tecniche ci sono e le abbiamo già intraviste, anche loro se ne sono resi conto. Entrambi sanno anche che non potranno più correre insieme tutte le volte.

Alessandro Borgo, Dario Belletta, Under 23 (Photors.it)

Da under 23 a pro’: come cambia la preparazione?

10.11.2025
5 min
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Il passaggio da under 23 a professionisti è uno scalino che sembra essere sempre meno alto, ma così non è. La differenza tra correre in quella che è l’ultima delle categorie giovanili e i grandi è tanta, molte cose cambiano, una di queste è la preparazione. L’inverno in cui da under 23 si diventa atleti professionisti è delicato, qui si inizia a costruire un cammino di adattamento alla massima categoria. 

Lo spunto è nato dopo la nostra intervista con Dario Belletta (in apertura a ruota di Borgo, Photors.it), il neo corridore della Polti VisitMalta ci aveva detto: «I primi di novembre dovrei ripartire, e voglio farlo al 100 per cento. Anche perché dovrei partire a correre dalla Spagna a fine gennaio, mentre da under le prime gare sono a marzo. Quindi c’è da entrare in forma presto».

Dario Igor Belletta, Solme Olmo 2025 (Photors.It)
La differenza principale nel passare da U23 a pro’ sta nel volume di lavoro (Photors.it)
Dario Igor Belletta, Solme Olmo 2025 (Photors.It)
La differenza principale nel passare da U23 a pro’ sta nel volume di lavoro (Photors.it)

Volume

Siamo andati così da Giuseppe De Maria, preparatore del team di Ivan Basso, che ha risposto alle nostre domande e curiosità.

«Il cambiamento più grande per un ragazzo che diventa professionista – spiega il preparatore – è il volume. Prendiamo un under 23 “maturo” quindi con almeno due anni di esperienza nella categoria e di lavoro costante. Un atleta del genere in una settimana di carico arriva a fare ventidue o ventitré ore di allenamento, un professionista ne fa trenta. Altro aspetto è la durata del periodo di carico, per un under 23 basta una settimana, un professionista ne fa un paio».

Dario Igor Belletta, Solme Olmo 2025 (Photors.It)
Aprile è un mese cruciale sia da U23 che da professionisti, il cammino di avvicinamento è però molto diverso (Photors.It)
Dario Igor Belletta, Solme Olmo 2025 (Photors.It)
Aprile è un mese cruciale sia da U23 che da professionisti, il cammino di avvicinamento è però molto diverso (Photors.It)
Qual è la differenza maggiore durante la preparazione invernale?

Che si devono anticipare le intensità perché le gare arrivano prima. Belletta ad esempio ha sempre ripreso a correre a marzo (anche quando era nel devo team della Visma, ndr) mentre ora a fine gennaio. Non cambia tanto il momento in cui si iniziano a fare le prime uscite in bici, piuttosto i giorni di lavoro si compattano.

Ci spieghi meglio?

Un corridore under 23 ha tanto tempo per fare allenamenti in cui concentrarsi su fondo e volume, poi si focalizza sull’intensità con l’arrivo delle corse. Mentre da professionista hai sicuramente un periodo in cui ti concentri sul volume, però si deve fare anche intensità nel periodo che precede le gare. Un’altra cosa che cambia è la palestra. 

De Cassan, qui in azione, disse che la maggior difficoltà nel passaggio tra under e pro’ sta nel ritmo in pianura
De Cassan, qui in azione, disse che la maggior difficoltà nel passaggio tra under e pro’ sta nel ritmo in pianura
Ovvero?

Se un corridore è fisicamente maturo, e un professionista ci si aspetti che lo sia, fa sempre un lavoro in palestra ma in maniera differente. Un under 23 deve formarsi e costruire il fisico, quindi magari in preparazione va tre volte a settimana in palestra con sessioni da oltre un’ora. Se guardiamo a un professionista allora le sessioni possono essere due a settimana con lavori di forza mirati.

Come si gestiscono i periodi della preparazione?

Partiamo da metà novembre al primo ritiro di dicembre, noi in Polti VisitMalta facciamo fare a tutti un periodo con una ventina di ore a settimana e tutte legate al volume. Poi quando si arriva al ritiro di dicembre facciamo una distinzione. 

Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)
La differenza tra devo team e formazioni continental o di club risiede principalmente nel metodo di lavoro (Photors.it)
Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)
La differenza tra devo team e formazioni continental o di club risiede principalmente nel metodo di lavoro (Photors.it)
Quale?

Chi è già professionista si allena una trentina di ore a settimana, mentre per i neo pro’ facciamo un adattamento graduale con un totale di ventisei ore più o meno. Il metodo di adattamento non cambia anche nel ritiro di gennaio. Con le prime corse a tappe con i professionisti, più lunghe e impegnative c’è un altro scalino. In questo modo si arriva al ritiro di luglio in cui non si ha più paura a fargli fare trenta ore. Ma sono i piccoli dettagli che costruiscono le cose fatte bene. 

Torniamo sull’esempio di Belletta, si vede che ha lavorato in un devo team?

Tra i devo team e le formazioni continental c’è un abisso, non è che nelle squadre development si lavora come i professionisti. Semplicemente sono più avanti, si lavora a periodi. Blocco di allenamento, corse e periodo di riposo. Così facendo ogni volta che l’atleta riprende ad allenarsi potrà aggiungere un mattoncino e piano piano costruire. Al contrario se un ragazzo corre tutte le domeniche come fa a migliorare?

Nei vari colloqui De Maria ha notato in Belletta una conoscenza approfondita dei concetti alla base dell’allenamento, frutto degli anni al devo team Visma
Nei vari colloqui De Maria ha notato in Belletta una conoscenza approfondita dei concetti alla base dell’allenamento, frutto degli anni al devo team Visma
Il cammino è più lento.

Chiaro che quando a noi team professionistici ci arrivano due ragazzi da contesti diversi ci troviamo in difficoltà. Con Belletta abbiamo parlato di allenamento e si vede che ha un’impostazione tecnica importante. Ad altri ragazzi, invece, dobbiamo insegnare tutto e il progresso è decisamente più lento e la maturazione arriva dopo. A volte troppo tardi.

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta (foto Maurizio Borserini)

Da Malta a… Malta: il primo anno da pro’ di Crescioli

04.11.2025
4 min
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Un anno dopo, Ludovico Crescioli è tornato dal viaggio a Malta insieme ai compagni di squadra della Polti VisitMalta. Si è trattato del primo ritiro, per vedere e conoscere i ragazzi che dal 2026 entreranno ufficialmente a far parte del team. A ottobre dello scorso anno era il corridore toscano a trovarsi nella loro situazione, infatti Crescioli dopo la parentesi alla Technipes #InEmiliaRomagna aveva fatto il grande salto tra i professionisti insieme alla formazione di Ivan Basso e Fran Contador (in apertura foto Maurizio Borserini). 

Adesso, 365 giorni dopo, è il momento di guardarsi indietro e fare un bilancio della prima stagione vissuta tra i pro’. 

«Sono ancora in vacanza – ci racconta Crescioli – dopo il viaggio a Malta sono tornato a casa, quest’anno le vacanze le passerò tra parenti e amici. Non riesco a vederli spesso e passare con loro del tempo, quindi ne approfitto e mi godo un po’ di riposo. Ho ancora una settimana di stacco, poi riprenderò la bici e inizierò a fare qualche giro. La mia stagione è finita alla Veneto Classic, il 19 ottobre, queste tre settimane di stacco erano necessarie».

Che cosa ci dici di questa prima stagione da professionista?

Tutto sommato dire che è andata bene, c’è stato qualche intoppo soprattutto all’inizio. Ho avuto un problema al ginocchio che mi ha tenuto fermo per un mese abbondante. Dopo l’esordio in Spagna a fine gennaio sono rientrato alle corse in Calabria a metà aprile. Ho messo insieme quarantotto giorni di gara, tutti concentrati da aprile in avanti. 

Senti di aver fatto i giusti miglioramenti?

Credo di non aver avuto una crescita graduale, ma sono sicuramente migliorato anche perché nel finale di stagione ho visto dei passi in avanti. Nelle gare di settembre e ottobre riuscivo spesso a restare con i migliori.

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Tour of Slovenia
Crescioli ha preso parte a quattro corse a tappe, l’obiettivo per il 2026 è aumentarne il numero
Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Tour of Slovenia
Crescioli ha preso parte a quattro corse a tappe, l’obiettivo per il 2026 è aumentarne il numero
Quali sono state le difficoltà maggiori?

Capire questo nuovo modo di correre, in alcuni momenti di gara mi sono reso conto che mi mancasse quel tocco di esperienza che mi avrebbe aiutato a fare qualcosina in più. Nelle ultime corse dell’anno avrei potuto fare meglio. 

Raccontaci…

Alla Tre Valli Varesine, dove sono arrivato ventesimo, ho peccato di esperienza e di visione di gara. Ero riuscito a rimanere con il gruppetto all’inseguimento di Pogacar, ma in una rotonda abbiamo preso la classica “frustata” e ci siamo divisi. Nel rientrare abbiamo fatto una fatica immensa, che ho pagato nello sprint finale. Magari sarei potuto entrare nei primi dieci, che alla Tre Valli è sempre un buon risultato

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro dell'Emilia (foto Maurizio Borserini)
Crescioli al Giro dell’Emilia, con il passare delle corse il suo finale di stagione è stato in crescendo (foto Maurizio Borserini)
Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro dell'Emilia (foto Maurizio Borserini)
Crescioli al Giro dell’Emilia, con il passare delle corse il suo finale di stagione è stato in crescendo (foto Maurizio Borserini)
Su quali aspetti devi ancora lavorare?

Il prossimo anno mi piacerebbe fare qualche corsa a tappe in più. Nel 2025, complice l’infortunio di inizio stagione, non ho avuto modo di correrne tante. Però mi sono reso conto che correndo tanti giorni di fila il fisico risponde bene. Sempre alla Tre Valli Varesine ho fatto una delle mie migliori prestazioni e arrivavo da tre giorni di gara consecutivi. 

Il prossimo anno mancherà un pilastro come Piganzoli, avete caratteristiche simili, pensi di poter prendere il suo posto?

Replicare la stagione e gli ultimi anni di “Piga” vorrebbe dire andare davvero forte, perché lui in primis ha fatto vedere di valere tanto. Io voglio ottenere i migliori risultati possibili, non sarà semplice, ma vorrei fare altri passi in avanti. Sarebbe bello fare qualche gara a tappe per lavorarci e crescere in vista del prossimo futuro. Quest’anno ho visto che riesco a dare il mio contributo anche nelle corse di un giorno.

Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro d'Abruzzo
Crescioli vuole fare il passo necessario per provare a vincere e fare un ulteriore salto di qualità
Ludovico Crescioli, Polti VisitMalta, Giro d'Abruzzo
Crescioli vuole fare il passo necessario per provare a vincere e fare un ulteriore salto di qualità
Con il sogno del Giro d’Italia?

Ancora non sappiamo nulla, c’è il discorso delle wild card e di avere risposta riguardo agli inviti. La direzione principale è quella di migliorarmi per quanto riguarda le brevi corse a tappe, ma un’esperienza come il Giro darebbe una grande continuità. Vedremo, perché il calendario quest’anno proporrà tante nuove gare a tappe e molte di queste saranno proprio in Italia.

Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)

Belletta: un primo assaggio di Polti VisitMalta insieme a Basso

29.10.2025
5 min
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Tre giorni a Malta per iniziare a respirare il clima e l’ambiente che tra poche settimane diventerà parte della routine. Dario Igor Belletta ha concluso il primo incontro con la Polti VisitMalta e insieme ai nuovi compagni di squadra ha trascorso qualche giorno proprio a Malta. Ora ripartono le vacanze del corridore di Magenta che con la Solme Olmo ha trovato finalmente un pass per il professionismo. L’occasione è arrivata nel momento più difficile e dopo una stagione che lo ha messo alla prova sotto ogni aspetto il riposo è pienamente meritato.

«Finita la stagione – racconta – ho pedalato insieme a qualche amico, nulla di impegnativo. Solamente dei piccoli giri per andare a prendere un caffè o un pezzo di torta, giusto per passare il tempo insieme. Poi ho staccato completamente e sono stato in Sardegna, mentre ora dopo il ritiro a Malta ho ancora un paio di settimane senza bicicletta».

Per Belletta è stato fondamentale il supporto di Marino Amadori che lo ha portato in due tappe di Nations Cup
Per Belletta è stato fondamentale il supporto di Marino Amadori che lo ha portato in due tappe di Nations Cup

Inizio anticipato

Il riposo gioca una parte importante per costruire la prossima stagione, la prima tra i professionisti per Dario Igor Belletta. Dopo un 2025 che lo ha visto iniziare in ritardo a causa dell’addio alla Visma Lease a Bike e si è concluso al Lombardia U23, il 4 ottobre scorso

«Ora che parliamo di nuove esperienze – continua Belletta – mi viene quasi voglia di ritornare in bici e pensare alla prossima stagione. Però devo farmi forza e restare ancora a riposo, anche perché non manca molto alla ripresa degli allenamenti. I primi di novembre dovrei ripartire, e voglio farlo al 100 per cento. Anche perché dovrei partire a correre dalla Spagna a fine gennaio, mentre da under le prime gare sono a marzo. Quindi c’è da entrare in forma presto».

Podio Milano-Busseto 2025 Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)
Dopo il periodo complicato vissuto a marzo finalmente il sorriso sul volto di Belletta, qui alla Milano-Busseto (Photors.it)
Podio Milano-Busseto 2025 Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)
Dopo il periodo complicato vissuto a marzo finalmente il sorriso sul volto di Belletta, qui alla Milano-Busseto (Photors.it)
Com’è andato il primo incontro con la nuova realtà a Malta?

Molto bene, siamo stati per tre giorni in un posto fantastico grazie allo sponsor VisitMalta con il ruolo di ambassador per l’isola ed è stato fantastico. Ho scoperto un posto per me completamente nuovo e del quale sono rimasto affascinato. C’è stato anche modo di conoscere i compagni di squadra che l’anno prossimo saranno al mio fianco. 

Avete subito rotto il ghiaccio?

Sì, anche perché conosco bene Ivan Basso, siamo delle stesse zone e mi seguiva già quando ero junior. In questi anni siamo stati spesso in contatto e durante la stagione ci siamo sentiti spesso, l’ultima volta proprio in estate una volta firmato il contratto. Per andare a Malta abbiamo preso l’aereo da Malpensa, anche perché la Polti VisitMalta ha il magazzino principale a Varese. 

Al campionato italiano U23 un secondo posto amaro, ma ha dimostrato di avere una grande condizione (foto Sprint Cycling/Tommaso Pelegalli)
Al campionato italiano U23 un secondo posto amaro, ma ha dimostrato di avere una grande condizione (foto Sprint Cycling/Tommaso Pelegalli)
Cosa hai provato una volta in aeroporto, pronto a partire per il tuo primo viaggio da pro’?

E’ stato strano ed emozionante allo stesso tempo. Vedere Ivan Basso e sapere che questa volta saremmo partiti insieme per andare al primo ritiro fa un certo effetto. Ricordo che quando sono arrivato stava parlando di come gestiva il riposo invernale quando era corridore, ed io ero lì che nella mia testa prendevo già appunti. Poi è salito in bici per fare qualche scatto e delle riprese e devo dire che è ancora in gran forma

La tua stagione non è stata semplice, avresti mai pensato di passare professionista a fine anno?

Se lo aveste chiesto al mese di marzo, vi avrei risposto di no. Quello è stato il momento più duro, non sapevo che direzione avrebbe preso la mia carriera ed è stato difficile ripartire (il riferimento è l’addio alla Visma Lease a Bike, ndr). Fino al primo luglio non avrei potuto firmare con altre continental, nonostante ci fossero dei devo team interessati a me. 

Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)
Nonostante le corse italiane non siano adatte a corridori come lui, Belletta si è sempre difeso risultando spesso tra i migliori (Photors.it)
Dario Igor Belletta, Solme Olmo (Photors.it)
Nonostante le corse italiane non siano adatte a corridori come lui, Belletta si è sempre difeso risultando spesso tra i migliori (Photors.it)
Poi ha preso più consapevolezza?

Grazie a Gian Pietro Forcolin e alla Solme Olmo sono ripartito e ho ritrovato fiducia passo dopo passo. La condizione a inizio stagione non era delle migliori e ci ho messo un po’ a ritrovare il ritmo giusto. Da dopo il Giro Next Gen ho trovato continuità e risultati importanti, con l’unico rammarico del secondo posto al campionato italiano under 23. 

Cosa ti ha dato fiducia?

Il fatto che nonostante il mio fisico non sia proprio quello di uno scalatore, ho comunque raccolto tanti risultati in corse internazionali, su percorsi con molte salite. Lì ho capito di aver fatto un ulteriore passo in avanti, i risultati non sono stati eccezionali probabilmente, ma riuscire a fare top 10 e top 5 in certe corse mi ha permesso di ritrovare fiducia. 

Quando hai firmato con la Polti VisitMalta?

Nella prima parte dell’estate, nei giorni del campionato italiano under 23. C’era stata anche qualche squadra WorldTour che si era interessata a me, tuttavia erano progetti non certi e che ancora dovevano essere definiti. La proposta di Ivan Basso mi è piaciuta, un ambiente familiare e nel quale mi sono sentito subito ben voluto. Ci sono anche ragazzi che conosco bene, come i gemelli Bessega. 

Il 2025 è stato un anno che ha insegnato molte cose al corridore lombardo, ora è pronto al salto tra i pro’
Il 2025 è stato un anno che ha insegnato molte cose al corridore lombardo, ora è pronto al salto tra i pro’
Cosa ti ha convinto?

Lo spazio che ogni corridore ha all’interno del team, per crescere, imparare e provare a vincere. In una squadra WorldTour a volte entri e fai fatica a trovare le giuste occasioni, oppure sono poche. Il rischio è di fare due anni e rimanere senza nulla in mano. Qui alla Polti VisitMalta, invece sento di poter trovare le giuste occasioni per crescere. 

Pensi di aver imparato qualcosa da questa stagione?

Che nel ciclismo, come nella vita, ci sono cose che non possiamo controllare. Questo non deve spaventarci, ma bisogna lavorare e preoccuparsi di ciò che è sotto il nostro controllo.

I passi di Piganzoli alla Visma: incontri, test e idee condivise

07.10.2025
5 min
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LISSONE – Ormai è diventato ufficiale qualche settimana fa: Davide Piganzoli dopo cinque stagioni lascerà la Polti VisitMalta e passerà alla Visma Lease a Bike. Lo scalatore valtellinese cresciuto nella formazione di Ivan Basso e Alberto Contador è pronto a spiccare il volo e testarsi nel WorldTour. Non c’era momento migliore, gli anni nel team under 23 e poi nella professional hanno dato i riscontri giusti, ora si tratta di fare un ulteriore salto per vedere di che pasta si è fatti

Il talento di Piganzoli è emerso piano piano, senza la fretta di voler scovare ogni singolo watt estremizzando preparazioni e allenamenti. Ogni anno è stato aggiunto un pezzo del puzzle fino ad arrivare a una figura completa capace di grandi prestazioni e che ancora può completarsi. 

Piganzoli lascia la Polti VisitMalta dopo cinque stagioni
Piganzoli lascia la Polti VisitMalta dopo cinque stagioni

Dall’inverno scorso

Di Davide Piganzoli tutti elogiano la testa e la determinazione, un ragazzo che sa dove vuole arrivare e un professionista che non si tira mai indietro. Le sue qualità sono arrivate sotto gli occhi di tutti, ma lui ha scelto la corte di Jonas Vingegaard per provare a diventare grande.

«Il contatto con la Visma – racconta alla partenza della Coppa Agostoni – è nato tra fine gennaio e inizio febbraio. Era il periodo in cui iniziavano le corse, infatti avevo in programma il Gran Camino e successivamente la Tirreno-Adriatico. Nonostante tutto siamo riusciti a trovare un giorno in cui fare una videochiamata e mi hanno presentato il progetto. L’idea messa sul tavolo dalla Visma mi è piaciuta subito, ci ho pensato un po’ perché c’erano tante altre squadre interessate. Alla fine sono stati il progetto e il team che mi hanno colpito di più».

Il cammino di Piganzoli è stato contraddistinto da una crescita costante
Il cammino di Piganzoli è stato contraddistinto da una crescita costante
Qual è il progetto che ti hanno presentato?

Mi hanno parlato di crescita mostrandomi quello che hanno fatto con gli altri atleti. Abbiamo parlato dei materiali a disposizione della squadra, la pianificazione di ogni passo. Insomma tutte cose che mi hanno colpito molto e credo che sia stato quel qualcosa in più che mi ha fatto scegliere appunto questa realtà.

Che crescita ti hanno presentato?

All’inizio sicuramente ci sarà da aiutare, da imparare, però il focus sarà anche quello di crescere, e di farmi progredire come corridore da corse a tappe. 

La Visma ha visto in Piganzoli le caratteristiche che cerca in un atleta da Grandi Giri
La Visma ha visto in Piganzoli le caratteristiche che cerca in un atleta da Grandi Giri
Quali sono i punti forti che hanno visto in te e quali, invece, i punti su cui c’è da migliorare? 

Sicuramente hanno visto che vado bene nelle salite lunghe. Hanno guardato come mi sono allenato fino ad ora e che ho tanti margini di miglioramento. Hanno visto che vado forte anche a cronometro, inoltre ho dimostrato di avere dei buoni valori, credo che questa sia la base da cui partire

Sei stato nella sede del team in Olanda?

Sono andato una volta a fare gli esami della squadra, le visite mediche e tutto il resto. Ci torneremo prima di iniziare la prossima stagione. Con le piattaforme che ci sono ora, come Training Peaks, sanno già tutto, però i test fatti in sede li hanno sicuramente aiutati nel decidere se prendermi o meno.

Davide Piganzoli ha firmato un contratto triennale con la Visma
Davide Piganzoli ha firmato un contratto triennale con la Visma
Che impressione ti ha fatto entrare là dentro?

Senza nulla togliere alla mia squadra di adesso, ma credo sia un mondo completamente diverso. E’ tutto più amplificato. 

E’ il momento giusto per il WorldTour?

Sì, ho fatto tre anni di esperienza, quindi adesso è il momento di cambiare area, di provare a fare un salto. Sarà un grande salto, passerò in una delle migliori formazioni WorldTour, credo che questo possa darmi un’ulteriore motivazione per capire il ragazzo che sono e dove posso arrivare.

Tre anni di contratto, idee e programmi?

Del programma in sé parleremo a dicembre, quest’anno però voglio ascoltare un po’ cosa hanno in mente loro. Sicuramente entro con tanta voglia di apprendere, di imparare da campioni come Vingegaard, Van Aert e tanti altri corridori. 

Uno dei focus di Piganzoli sarà migliorare la posizione e le prestazioni a cronometro
Uno dei focus di Piganzoli sarà migliorare la posizione e le prestazioni a cronometro
In ottica cronometro avete parlato?

Sì, Cervélo ha degli ottimi materiali, so che ci lavorano tanto su questa disciplina, quindi credo che potrò fare dei miglioramenti anche qui. In ottica Grandi Giri è un passo importante, ormai si gioca tutto sul filo dei secondi. La Visma studia tanto su questo aspetto e credo che sia un buon passo da fare.

Primo incontro?

A fine novembre faremo un meeting di quattro giorni. Al Lombardia ci daranno le bici e poi faremo qualche test ancora su posizione e altri aspetti. Per il resto ci vedremo al training camp di dicembre.

Campionati europei gravel 2025, Avezzano, Mattia Gaffuri controlla l'inclinazione della sella

Gaffuri, l’emozione del debutto e il viaggio che continua

23.09.2025
4 min
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AVEZZANO – Un post su Instagram nella serata del 10 settembre. «Giro di Toscana – scrive Mattia Gaffuri – prima vera corsa fra i big, un’emozione pazzesca. 15esimo posto con una startlist di un livello che qualche mese fa potevo solo sognarmi o guardare in tv, in una giornata resa ancora più tosta dalla pioggia. Grazie Team Polti VisitMalta ❤️ e grazie a tutti per il tifo».

Gaffuri ha corso il campionato europeo gravel, chiudendo al quinto posto. Alla fine la sua chance di fare il professionista l’ha trovata grazie a Ivan Basso, che gli ha offerto una maglia e una bici per questo scorcio di stagione. Ha corso il GP Kranj, il Toscana e il Matteotti e ancora ne ha altre da fare. E non si è certo fatto pregare.

Le ha provate tutte, dai vari concorsi su Zwift all’acclamazione popolare, e ha diviso la platea. Da una parte i detrattori delle nuove vie di accesso al professionismo, dall’altra i possibilisti: quelli che partendo dall’esperienza di Vine e Vergallito si sono chiesti a lungo perché non potesse provare anche Gaffuri. Sembrava strano che un atleta capace di andare così forte non interessasse ad alcun team. Nel frattempo Mattia ha continuato a occuparsi di allenamento per sé e per gli altri. E alla fine, complice la grande prestazione ai campionati italiani e la necessità di punti, il Team Polti gli ha dato la chance che cercava.

Trofeo Maatteotti 2025, Mattia Gaffuri pedala in salita
Il debutto tra i professionisti glielo ha offerto il Team Polti Visit Malta. Qui Gaffuri in azione al Matteotti
Trofeo Maatteotti 2025, Mattia Gaffuri pedala in salita
Il debutto tra i professionisti glielo ha offerto il Team Polti Visit Malta. Qui Gaffuri in azione al Matteotti
Partiamo da quel post…

Sicuramente è stata un’emozione forte. Non voglio vederlo come un punto d’arrivo, più come un punto di partenza. Il mio obiettivo è cercare di fare bene anche di là. Sicuramente ci saranno un po’ di step da fare, però nelle prime gare ho visto che ho un buon livello. Quando si fa la corsa, riesco a stare davanti e questa è la cosa più importante, poi ci vorrà un po’ di esperienza.

Quanto è stata faticosa questa tua rincorsa al professionismo?

Era quasi più la gente, i miei tifosi e più in generale il pubblico del ciclismo, che pensava che avessi questo sogno, cioè l’obiettivo finale di passare professionista. In realtà per me è sempre stato cercare di migliorare e di fare il massimo possibile a tutti i livelli in cui ho corso. Alla fine è arrivata un po’ da sé, nel senso che quest’anno come Swatt Club abbiamo corso finalmente a livello UCI e quindi sono riuscito ad avere questa opportunità. Ora cercherò di mantenere la stessa traiettoria.

All’europeo gravel corso domenica ad Avezzano, il quinto posto finale è parso una beffa
Trofeo Maatteotti 2025, Mattia Gaffuri pedala in salita
All’europeo gravel corso domenica ad Avezzano, il quinto posto finale è parso una beffa
Il campionato italiano vinto da Conca e il tuo quinto posto possono aver influito?

Sì, anche mentalmente quel risultato è stato una bella svolta. Finalmente abbiamo visto che potevamo dire la nostra in un gruppo di professionisti e anche dall’esterno ci siamo guadagnati un po’ di rispetto. Nelle gare successive ci hanno accolto diversamente.

Di Gaffuri si dice che sia anche un ottimo preparatore. Come convivono le due figure?

Direi che è complicato, ma si impara tanto, sia a livello professionale da preparatore sia come atleta. Sei sempre in connessione con quello che senti. A volte è un po’ stressante, ma anche molto formativo.

Hai vinto l’italiano gravel, ma ora si apre la porta della strada. Che cosa ha rappresentato per te questa specialità?

Direi che per me è stata fondamentale. All’inizio era nata come piano B, poi però è stato fondamentale per migliorare a livello tecnico. Quindi vorrei mantenerla il più possibile e integrare le due cose. Il gravel e la strada. Chiaramente se l’anno prossimo dovessi fare un’attività da professionista, non ci sarebbe molto spazio per le gare gravel. Però è una cosa che in futuro vorrei tenere, anche perché è un mondo che ha più margini di crescita rispetto alla strada che vive nella sua bolla.

Campionati europei gravel 2025, Avezzano, Mattia Gaffuri posa con dei tifosi per una fotografia
Lo Swatt Club ha ormai grande popolarità e Gaffuri ne è la bandiera. Diversi tifosi gli hanno chiesto di fare una foto
Campionati europei gravel 2025, Avezzano, Mattia Gaffuri posa con dei tifosi per una fotografia
Lo Swatt Club ha ormai grande popolarità e Gaffuri ne è la bandiera. Diversi tifosi gli hanno chiesto di fare una foto
Prossime gare?

Per ora so che andrò alla CRO Race a tappe, poi la Tre Valli Varesine e il Gran Piemonte.

Colpisce l’attenzione dei tifosi, anche in quest’angolo d’Abruzzo. Gli chiedono di fare la foto insieme e lo incitano a darci dentro. Anche i social avranno la loro parte, ma certo vederlo arrivare davanti è la conferma che hanno fatto bene a battersi per lui. Gaffuri ringrazia, non è uno sbruffone e davanti a tanto interesse è quasi in imbarazzo. Al di là delle fazioni e dei partiti che ha smosso, è semplicemente un corridore alle prime armi che vuole farsi strada e sa che il solo modo per riuscirsi è andare forte.