Con Guarischi nelle ambizioni della SD Worx al Giro d’Italia Women

10.07.2024
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I volti in casa SD Worx-Protime sono distesi e sereni per questo Giro d’Italia Women. Tra le fila delle atlete al servizio di Lotte Kopecky, campionessa del mondo in carica, c’è anche Barbara Guarischi. L’atleta lombarda, al secondo anno nel team olandese, si presenta al via dopo una bella prova al Lotto Thuringen Ladies Tour. 

«Partiamo dal fatto che sono stata inserita all’ultimo nella squadra del Giro – racconta – avrei dovuto fare solamente il Tour de France. Però Marlen Reusser è stata male nelle settimane passate ed è ancora in fase di guarigione. La squadra ha deciso di preservarla in vista delle Olimpiadi e del Tour de France, quindi eccomi qui. Devo ammettere che sto bene, ho avuto qualche problema di salute a inizio stagione ma mi sto riprendendo bene». 

Per Guarischi due secondi posti al Lotto Thuringen Ladies Tour prima di partire per il Giro
Per Guarischi due secondi posti al Lotto Thuringen Ladies Tour prima di partire per il Giro

Tappe sì, maglia forse

Insieme a Guarischi apriamo le tende in casa SD Worx per capire quali saranno gli obiettivi del team. Lotte Kopecky sarà capitano unico o dividerà i gradi con qualcun’altra? 

«La squadra – spiega Guarischi – è molto forte. Diciamo quasi costruita apposta per andare sulle tappe e questo è l’obiettivo. Punteremo tanto alle singole vittorie anche perché Lotte Kopecky ha curato molto la preparazione alle Olimpiadi, che la vedranno impegnata in pista. E’ un Giro d’Italia Women parecchio impegnativo, ma Lotte è campionessa del mondo e belga, quindi non potremo nasconderci».

Kopecky nella cronometro di Brescia aveva già accumulato 25 secondi di ritardo da Elisa Longo Borghini
Kopecky nella cronometro di Brescia aveva già accumulato 25 secondi di ritardo da Elisa Longo Borghini

Ambizioni? Moderate

Il distacco di 25 secondi accumulato da Lotte Kopecky nella cronometro inaugurale e il secondo posto in volata alle spalle di Chiara Consonni danno credito alle parole di Guarischi. La campionessa del mondo sembra essere arrivata al Giro d’Italia Women con una forma da perfezionare

«Secondo me – spiega Guarischi – il percorso potrebbe risultare troppo impegnativo. Il giorno del Blockhaus non sarà semplice, vista anche la preparazione che Lotte sta facendo per la pista. Vedremo come reagirà il suo fisico. Staremo attente e quasi tutte avremo il nostro spazio con la Fisher Black che può puntare alle tappe in salita e a fare una buona classifica. Il distacco di un minuto e sedici secondi accumulato da Elisa Longo Borghini nella cronometro è da considerare. Penso sarà difficile, ma non impossibile, avvicinarsi a lei o superarla.  

Decide l’Abruzzo

Tutte le voci sentite fino ad ora, come quella di Gaia Realini, confermano che il Giro d’Italia Women si deciderà con le tre tappa in Abruzzo. Tutte diverse ma impegnative e da non sottovalutare, la classifica potrà ribaltarsi completamente. 

«Vero che la cronometro iniziale ha permesso di scavare dei margini – analizza Guarischi – è anche vero, tuttavia, che le ultime tre tappe sono toste. E’ facile, considerando che sono alla fine, prendere minuti su minuti o andare in crisi da un momento all’altro. Mai dire mai, bisognerà arrivare in Abruzzo per avere delle risposte definitive. Ribadisco che la squadra è qui per vivere la corsa tappa dopo tappa e per accumulare più vittorie possibile».

Roubaix, laboratorio della tecnica. Le chicche per il pavè

09.04.2024
7 min
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ROUBAIX (Francia) – La classica delle pietre è notoriamente una delle “gare laboratorio” dal punto di vista tecnico. La particolarità del percorso spinge a preparare bici ad hoc, molto più del solito. Una volta c’erano le ruote con i raggi più tirati e saldati nell’incrocio e il doppio nastro. Adesso c’è molto di più. Adesso non ci sono più “palliativi”, modifiche ai prodotti, ma prodotti nuovi o, per meglio dire, differenti. Qualcuno il doppio nastro lo usa ancora, ma di fatto siamo in un’altra era.

I telai moderni benché più aerodinamici, veloci e prestanti al tempo stesso sono anche più “versatili”, almeno alcuni di essi. Perché? Perché lasciano anche tanta luce per il passaggio degli pneumatici larghi. Pensiamo alla Cannondale della EF Education-Easy Post o alla Specialized Sl 8 che avevano quest’anno le atlete della Sd Worx-Protime.

Quali rapporti

Partiamo dai rapporti. La maggior parte dei corridori aveva il classico 54-40, tra questi anche sua maestà Van der Poel. Però si sono viste tante, ma davvero tante monocorona. E stavolta non le proponeva solo Sram, ma anche Vision.

Evidentemente il percorso pianeggiante e l’idea di un componente in meno che si potesse rompere o “incepparsi” (vedi il salto di catena), ha allettato non poco meccanici e corridori.

Usavano le mono Visma-Lease a Bike, Movistar, molti della EF e alcuni atleti individualmente. Tra questi spiccava e non di poco la 62 denti di Joshua Tarling, il “bimbo” fenomeno della cronometro. Al netto della sua squalifica per traino prolungato durante lo scambio di una borraccia dall’ammiraglia, il gallese ha avuto coraggio e gamba.

Gomme e ruote

Pianeta gomme… e ruote. Ormai la ruota in carbonio ad alto profilo è del tutto sdoganata: non è più una notizia. Però vedere le 60 millimetri con una certa frequenza per la Roubaix ci ha colpito un bel po’. La virata verso gli alti profili è strettamente legata anche alla disponibilità delle gomme che si possono montare. Gomme più larghe (e tubeless) consentono di osare di più con il profilo dei cerchi.

Posto che il tubeless l’ha fatta da padrone, grazie anche al “salsicciotto” che si può montare al suo interno e al liquido sigillante in caso di foratura, questa gomma è ormai prodotta in molti standard. Larghe, larghissime, rinforzate: i 28 millimetri erano davvero pochi, mentre hanno spopolato i 32. In certi casi montati proprio al limite. Pochissimi i tubolari avvistati.

Quando parliamo di pneumatici larghissimi pensiamo a Continental. Il brand tedesco ha proposto i 35 millimetri. Per questa Roubaix per esempio, li montava Andrea Pasqualon, che infatti non ha esitato ad usare ruote da 60 millimetri. 

Occhio poi alle ruote stesse. In apparenza erano identiche a quelle standard, ma in più di qualche caso si trattava di cerchi più robusti. In casa Soudal-Quick Step per esempio si è pensato ad un set misto: strada (anteriore)-gravel (posteriore).

I dati dei tecnici Specialized, fornitore del team, dicevano che dal punto di vista aerodinamico la perdita di efficienza al posteriore era inferiore rispetto al vantaggio che si aveva sul pavé, specie in termini di sicurezza, trazione e resistenza alle forature.

Tre tipi di scelta

Infine c’è un aspetto che ci ha colpito nelle scelte tecniche: la genesi delle stesse scelte. Le varie opzioni percorrono tre vie principali: la soluzione di squadra, gestita dai team performance; la soluzione proposta dal costruttore (o brand) e la scelta lasciata all’atleta.

Facciamo esempi pratici. La Visma-Lease a Bike decideva per tutti, infatti i setup erano uguali per tutti gli alfieri schierati: telaio Cervélo Soloist, ruote Reverse da 40 millimetri, gomme da 32 mm, monocorona da 54. A discrezione del corridore la possibilità di montare il doppio comando (sulla piega) oppure no. Quello che abbiamo inoltre notato è una scelta sempre più ampia dei reggisella con zero off-set, una conferma di questo tipo arriva proprio dalle Soloist.

C’era poi la soluzione dei team di Specialized, per esempio. Il costruttore americano, che propone telai, ruote e gomme, forniva ai team il loro setup ideale. Poi stava al team e all’atleta avallare quelle scelte o virare sul personale. Infine la terza modalità: si parte dai materiali standard e il corridore faceva le proprie scelte sempre nel ventaglio di materiali a disposizione.

Bertizzolo regista della UAE: «Ecco il Fiandre che prevedo»

30.03.2024
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Fuori dalle corse Sofia Bertizzolo ha una vena da artista. Con un foglio di carta ed una matita sa esprimere la sua creatività ritraendo con dovizia di particolari soggetti della quotidianità. In vista del Giro delle Fiandre di domani le abbiamo chiesto di… disegnarci che gara prevede.

All’interno della sua UAE Team ADQ, la ventiseienne di Bassano del Grappa ha assunto sempre più spesso il ruolo della regista, capace anche di finalizzare quando ha carta bianca. Quest’anno sarà alla sua ottava partecipazione (dal 2016 ad oggi ha saltato solo la scorsa edizione) e quando si parla con Bertizzolo della Ronde non si può dimenticare il suo strepitoso quarto posto del 2019 ricoprendo una preziosa funzione per il trionfo di Bastianelli. Vediamo cosa ci ha detto nel nostro botta e risposta alla vigilia della “Monumento” fiamminga.

Sofia, la Dwars door Vlaanderen di mercoledì che indicazioni vi ha dato in vista del Fiandre?

Ha confermato semplicemente quello che sapevamo già. In questo momento la Lidl-Trek è la squadra più solida, anche più della SD Worx. Sono state nel vivo della fuga decisiva facendo seconde con Van Anrooij e seste con Longo Borghini. Mentre Vos con la sua vittoria a Waregem ha confermato pure lei di essere una seria candidata per domani. Attenzione a Marianne che ha iniziato fortissimo la stagione. Anche se non l’ha dichiarato palesemente, so che punta alla Roubaix quindi verrà al Fiandre preparata e agguerrita.

La SD Worx-Protime sarà ugualmente la squadra-faro della gara?

Non ho ancora la lista definitiva delle partenti, ma è ovvio che tutti ci aspettiamo la SD Worx. Possono fare quello che vogliono. Hanno almeno 4-5 atlete che possono vincere il Fiandre. Anzi, tutte loro non solo possono, ma vogliono vincerlo. Quello potrebbe essere il vero problema. Potrebbe succedere che alla fine si debbano anticipare l’una con l’altra. E lì bisognerà stare attenti.

Che tipo di gara ti immagini quindi?

Per me andrà via una fuga da lontano, anche a 60-70 chilometri dall’arrivo. Intendo una fuga solida promossa proprio dalla SD Worx, con dentro tanti altri nomi importanti. Due su tutti. Oltre a Vos appunto, anche Longo Borghini sarà là davanti e secondo me dovrà attaccare sull’Oude Kwaremont o Paterberg per eliminare le ruote veloci. Noi della UAE dovremo giocare di rimessa, se non addirittura di furbizia. Sarà fondamentale voler entrare in questa azione a tutti i costi.

In che modo?

In Belgio si corre e si vive di attimi in ogni gara. Per esperienza so che spesso è tempo perso pensare a tante tattiche. Ce ne devono esserne un paio da rispettare, però poi dobbiamo essere brave noi ad adattarci in corsa. In pratica se dovesse partire la fuga a cui facevo riferimento prima, dovrà entrarci chi di noi è davanti in quel momento, senza pensare se sulla carta compiti e tattica fossero altri.

Nella SD Worx (qui Wiebes e Kopecky) tutte possono e vogliono vincere il Fiandre. Potrebbero muoversi molto da lontano
Nella SD Worx (qui Wiebes e Kopecky) tutte possono e vogliono vincere il Fiandre. Potrebbero muoversi da lontano
Come sta il UAE Team ADQ per il Fiandre?

Siamo supportate mediamente da una buonissima condizione, ma non abbiamo le individualità alla Kopecky o Wiebes per fare degli esempi. Ognuna di noi sta andando forte e se correremo unite potremo raccogliere un grande risultato. Ecco, forse l’unica che dovrebbe restare a ruota e che dovremo proteggere è Chiara (Consonni, ndr).

Perché?

Diciamo che Chiara (settima alla Dwars, ndr) è l’ultima che dovrebbe entrare nella fuga. Adesso lei ha le migliori gambe degli ultimi anni, dimostrando di saper tenere duro sui muri. E’ una carta da potersi giocare in una eventuale sprint generale, anche se penso che non si arriverà agli ultimi chilometri con un gruppo più o meno numeroso. Però come dicevo prima, che ci vada dentro lei oppure Persico, Swinkels, Amialiusik o Gasparrini conta poco. L’importante è entrarci.

E Sofia Bertizzolo invece che Fiandre farà?

Lo farò col mio solito compito di regista in corsa. Attaccata alla radiolina in contatto con l’ammiraglia per decidere cosa fare e quindi distribuire le indicazioni. Ci vorranno gli occhi aperti e sperare di essere in più di una. Poi potrebbe capitare che anch’io mi trovi nella situazione di entrare nelle azioni decisive. E certamente non mi tirerò indietro.

Il ritiro “fai da te” della SD Worx nei giorni della Strade Bianche

07.03.2024
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MONTALCINO – Entrando nella saletta c’erano cereali, uova sode e dei mirtilli su un tavolinetto sulla destra. Al centro, c’era invece la cucina dove una moka iniziava a sbuffare. E sulla sinistra accanto ad una colonna in mattoncini, era posizionata una grande cassetta da idraulico. Solo che al suo interno non c’erano guarnizioni o rubinetti, ma marmellate, gallette, fiocchi di avena, barrette… Era la “dispensa della colazione” della SD Worx.

SD Worx, la squadra femminile più forte del mondo. Le sue ragazze hanno vinto e continuano a vincere, tutto. E così hanno fatto anche alla Strade Bianche, lo scorso fine settimana. Prima Lotte Kopecky, terza Demi Vollering. Le ragazze della SD Worx appaiono inarrestabili.

Come gli U23

Eppure questo squadrone nei giorni toscani ha vissuto una lunga vigilia un po’ diversa. Erano lì sin dal mercoledì prima della gara.

Ci si immagina che atlete di tale livello siano servite e riverite in un grande hotel, cosa che succede spesso, ma non sempre. Lotte e compagne infatti erano in ritiro in un agriturismo-borgo, sulle creste senesi. E facevano tutto da sole: dalla cucina al bucato.

In pratica Lars Boom, uno dei direttori sportivi, le ha portate presso il Podere San Giuseppe, lungo uno degli sterrati della Strade Bianche: quello di Pieve a Salti, che però la corsa femminile non affrontava. E qui le ragazze hanno vissuto in un vero e proprio ritiro. Solo che anziché avere una cuoca esterna, come accade spesso per gli under 23, le ragazze della SD Worx si alternavano loro stesse in cucina. Loro e la nutrizionista Shara Marche.

Per il bucato c’era un moderna lavatrice presso cui portavano i sacchetti e ognuna si prendeva cura del proprio.

Vita da campagna

Con loro c’erano anche il meccanico e i massaggiatori… Insomma, a guardarli da fuori, potevano essere un grande gruppo di amici venuto a passare le vacanze in Toscana, visto che tra l’altro non mancavano la piscina e una vista panoramica pazzesca sulle colline senesi, su Montalcino e persino sul Monte Amiata. Un paradiso.

Per arrivare sin qui si salivano e scendevano colline. Si oltrepassavano dei pascoli e qualche casolare… ma ne valeva la pena.

Non è la prima volta che le atlete della SD Worx venivano qui. Gian Paolo Sandrinelli le ospita già da qualche anno. Ma in precedenza andavano in un’altra struttura di Pieve a Salti. Ormai Gian Paolo ne conosce persino i gusti!

Le ragazze erano due per ogni “stanza-appartamento”. Lì dormivano e passavano il tempo in privato.

Al centro di questo piccolo antico caseggiato c’era un cortile, potremmo definirlo così, al cui centro c’erano dei tavolini che d’estate devono essere un incanto. Nei giorni della Strade Bianche, erano invece un appoggio di materiali e ruote per il meccanico, Tim Haverals, che lì vicino aveva posteggiato il suo motorhome.

Una delle porte che si affacciavano su questo cortile era quella della cucina e sala da pranzo. Era questo il fulcro del ritiro della SD Worx. E’ lì che ragazze e staff si ritrovavano per la colazione, il pranzo, la cena e le riunioni.

Tra relax e gara

Un posto ideale per riposare bene, rilassarsi, fare gruppo e anche per allenarsi sugli sterrati. Per raggiungere il Podere San Giuseppe infatti, oltre al tratto sterrato della corsa, c’era da fare un ulteriore tratto, tra l’altro bellissimo, fuori strada.

Quando siamo andati a trovarle era la mattina della vigilia della corsa. Erano in tuta da riposo e ciabatte a fare colazione. Tazze fumanti e cereali accompagnavano la scena. C’era chi, come Elena Cecchini, parlava un po’ di più, forse anche per la sua innata gentilezza nel fare gli onori di casa da italiana… con noi italiani. E chi se ne stava più sulle sue, ancora un po’ assonata.

Alcune, vedi Barbara Guarischi, già avevano finito. Poco dopo si cambiavano anche le altre. E si radunavano sotto al pergolato, mettevano gli scarpini e si preparavano a partire. 

Ore 10, in sella

Il meccanico intanto continuava a cambiare copertoncini e camere d’aria. La partenza della sgambata pre-gara era prevista per le 10. Il cielo plumbeo non fermava i programmi: 35 chilometri con la prova di un settore sterrato. Boom era pronto. Le Specialized erano già schierate sotto al pergolato di legno nel cortile.

Ma ecco le 10. Si parte. Alla spicciolata, con Kopecky già in testa, le ragazze si buttavano a capofitto giù nella valle… con Montalcino all’orizzonte.

Sperotto, piatti e ricette di una cuoca da WorldTour

22.01.2024
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«Se la nutrizionista è la mente che programma i menù degli atleti, io cuoca sono il braccio che li prepara». Con questa metafora Maria Vittoria Sperotto spiega sorridente il ruolo che ricopre adesso, da quando, scesa dalla bici, è diventata una chef da WorldTour.

Nemmeno farlo apposta, ci risponde al telefono mentre sta rientrando con le borse della spesa da un supermarket spagnolo, perché una cuoca non ha mai troppo tempo libero. La 27enne vicentina di Schio va veloce tra i fornelli come faceva sui pedali, forse anche meglio. Curiosamente il suo ultimo podio da atleta lo ha ottenuto in una tappa al Giro Donne del 2021 battuta in volata da Lorena Wiebes, una ragazza per cui recentemente si è ritrovata a cucinare in diverse occasioni.

Sperotto attualmente è sotto contratto con la Jayco-Alula, ma ha già accumulato una grande esperienza in tante altre squadre maschili e femminili. Con la nostra chiacchierata abbiamo conosciuto meglio la sua nuova carriera.

Panificatrici. Sperotto, cuoca della Jayco Alula, e Share Marche, nutrizionista della SD Worx, si confrontano spesso sui lievitati salati
Panificatrici. Sperotto, cuoca della Jayco Alula, e Share Marche, nutrizionista della SD Worx, si confrontano spesso sui lievitati salati
Maria Vittoria siamo curiosi. Per chi è questo carrello di spesa e cosa c’è dentro?

Ho preso ciò che compro di solito. Latte, farina, burro, verdura, carne bianca, pasta, yogurt greco, frutta. Evito prodotti come funghi o pomodori che non tutte mangiano. Insomma una spesa abbastanza normale. Siamo agli ultimi giorni di ritiro a Javea, nella zona di Valencia, con la SD Worx-Protime. Eccezionalmente è il caso di dire però.

Per quale motivo?

Fino all’anno scorso, essendo io libera professionista, ho cucinato sia per la SD Worx che per la Jayco-Alula, che invece mi ha voluto in esclusiva per quest’anno e l’anno prossimo soprattutto per il team maschile. Ringrazio la mia attuale squadra perché tuttavia mi ha concesso di fare i due ritiri in Spagna con la formazione olandese rispettando alcuni protocolli. Diciamo che sono solo andata in prestito, anche perché non volevo abbandonare le ragazze della SD Worx con cui si è instaurato un bellissimo rapporto.

Raccontaci come funziona una giornata tipo con loro?

Per il ritiro di gennaio la squadra sceglie sempre una villa per fare più gruppo. Da una parte della casa dormono le atlete e nell’altra lo staff, però cucina e sala da pranzo sono in una zona comune. Ed è lì che si svolge una sorta di team building. Infatti ogni giorno, seguendo un programma fatto dai diesse, ci sono due ragazze che preparano la tavola per le compagne e poi mi aiutano a cucinare il menù previsto dalla nutrizionista. In realtà non si limitano solo a quello perché provvedono a sparecchiare, fare pulizie in cucina. E spesso e volentieri, le ragazze che non sono di turno si propongono per dare una mano.

Come si comportano da apprendiste-cuoche?

Premetto che la colazione se la preparano da sole. Solitamente loro mi aiutano per la merenda pomeridiana e la cena, visto che per pranzo sono fuori in allenamento. Per il resto devo dire che nella SD Worx sono tutte appassionate di cucina, veramente tanto. Tutte sanno fare il pane, alcune di loro col proprio lievito madre. Ammetto che lo fanno migliore del mio. Anzi, un giorno ho detto a loro che le assumerei subito nel locale che ho aperto qualche mese fa a Schio assieme a mia madre (dice ridendo, ndr). Adesso che poi hanno scoperto la “latte-art”, si divertono a fare decorazioni sui loro cappuccini come veri professionisti del settore.

Quindi ti alleggeriscono il lavoro…

Sì, assolutamente, specie per i dolci. Ad esempio Shackley è molto portata per le crostate. Markus è bravissima nel preparare torte simili a quelle nuziali. Shara Marche, la nutrizionista, invece fa un tiramisù a regola d’arte come dice la ricetta. Con lei è stato davvero molto bello cucinare. Io le ho spiegato certi segreti per fare una buona pasta, lei mi ha insegnato come usare al meglio il lievito oppure alcuni dettagli su altri cibi. Ad esempio per lei mangiare il pane non è così demonizzato come si potrebbe pensare.

C’è qualche ragazza che ha gusti difficili?

No, per nulla. Devo dire che quasi tutte sono di “bocca buona”, come si dice dalle nostre parti. Mangiano la pasta in qualsiasi modo. A parte Elena e Barbara (rispettivamente Cecchini e Guarischi, ndr) che sono abituate alla cucina italiana, devo dire che Vollering e Kopecky mangiano veramente di tutto. Non hanno mai fatto storie se era un piatto che non avevano mai assaggiato. Sono campionesse anche il questo. In ogni caso sono fortunata perché tutte le ragazze, sia in SD Worx che di altre squadre, mi hanno sempre dato dei feed-back veritieri. Io chiedo sempre come sono i piatti che preparo e ci tengo sempre che mi rispondano in modo sincero, specie se non sono venuti bene. Serve per la mia crescita.

Maria Vittoria Sperotto com’è passata dalle volate ai fuochi della cucina?

Sono autodidatta perché mi ero diplomata in un istituto biologico. Credo di aver ereditato inconsciamente e per osmosi la passione per la cucina dalla mia baby-sitter. Ricordo che quando ero bambina, lei continuava a fare da mangiare per me e per i miei genitori che erano al lavoro. Quando poi ho smesso di correre, ho iniziato nel 2022 per caso grazie ad una chiamata del cittì Sangalli. All’epoca avevo fatto un corso da sommelier, in previsione dell’apertura del locale, e da massaggiatrice. Sono andata in trasferta con la nazionale junior e mi sono trovata ogni tanto a fare la pasta nell’hotel in cui dormivamo.

Poi com’è proseguito?

Da lì mi hanno contattato in Ceratizit, con cui ho fatto il Tour Femmes da cuoca. Poi, sempre quell’anno ho fatto la Vuelta con la Cofidis maschile grazie alla segnalazione di Alzini, mia amica. Si partiva dall’Olanda ed avevo un food-truck, quelli da fiera per intenderci. Per fortuna che per raggiungere la Spagna mi ha dato il cambio alla guida un collega, ma per il resto delle tappe ero sempre sola. Esperienza incredibile che rifarei. Infine ad inizio 2023 sono stata chiamata dalla SD Worx per sostituire Shara Marche in maternità, che era anche cuoca oltre che nutrizionista. Ora sono a contatto con Laura Martinelli, bravissima anche lei, e noto i diversi approcci.

Che tipo di cuoca sei?

Sono una ragazza a cui piace confrontarsi con colleghi, staff o ragazze. Mi piace anche proporre piatti nuovi e capire se possono andare bene o meno. Le mie specialità sono i risotti e la carne rossa. L’anno scorso alla fine delle Ardenne con la Jayco, ho fatto una grande grigliata con patatine fritte. Preferisco la cucina industriale di un hotel in cui trovo tutto, ma in quella di una casa sto meglio perché posso fare due chiacchiere con qualcuno dello staff o della squadra.

Quali possono essere gli obiettivi per una cuoca?

Non sono passati tanti anni, ma rispetto a quando correvo io ho notato quanto la nutrizione faccia la differenza nelle prestazioni. Mangiare bene fa bene anche alla mente. Ecco, mi piacerebbe dare un mio contributo attraverso il cibo. E quando i miei atleti vincono, è come se vincessi un po’ anch’io.