Guarischi-SD Worx, secondo anno nella squadra dei sogni

23.01.2024
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Barbara Guarischi è di buon umore. Il ritiro in Spagna ha lasciato buone sensazioni. La presentazione del Team SD Worx appena andata in scena nella sede di Protime a Mechelen, in Belgio, è stata il varo della nave. Una bottiglia di champagne e poi via con le corse: debutto l’8 febbraio con il UAE Tour. L’ultima gara per l’atleta di Ponte San Pietro era stato il mondiale gravel del 7 ottobre, sono passati tre mesi e mezzo. E anche se non c’è stato il tempo per annoiarsi, la voglia di gareggiare inizia a farsi sentire.

«Dipende da come arrivi a fine stagione – ammette sorridendo – ma quando sei lì, vorresti non fermarti per essere subito pronta. Ho staccato due settimane, ma siccome sono matta per lo sport, dopo i primi sette giorni di vero riposo, ho ricominciato a camminare in montagna, una cosa che adoro, e ad affacciarmi in palestra. C’è stato poco da aspettare. Se pianifichi la preparazione, metti dentro due ritiri e cominci con il lavoro, le settimane volano via…».

Il ciclismo al top

Dal UAE Tour, la sua stagione non avrà soste fino alla Roubaix. Poi uno stacco, la Vuelta e le corse intorno. Un altro stacco e via al Tour de France. Sulla possibilità di essere convocata alle Olimpiadi ha messo una croce. Il mondiale di Zurigo sarà certamente troppo duro. Invece gli europei di settembre nel Limburgo potrebbero essere una buona occasione anche per giocare un ruolo da outsider e per questo dovrà arrivarci al 100 per cento. Il programma è potente e ambizioso. La squadra in cui corre da un anno ha chiuso il 2023 in testa al ranking UCI, con il doppio dei punti della Lidl-Trek: farne parte è motivo di orgoglio che cresce di mese in mese.

«Fino allo scorso anno – dice – non ci avevo mai pensato. Poi ho visto come si allenano e ho capito che cosa significa far parte di una delle più forti squadre al mondo. Entrarci per certi versi è stato facile, per altri ringrazio la presenza di Elena Cecchini che mi ha aiutato a capire anche alcune differenze anche culturali. Sono molto ligi al dovere, come piace a me. Ma a volte mi sono trovata davanti a cose nuove che non sapevo come affrontare. Ora abbiamo trovato una grande sintonia e partiamo con una bella intesa. Con Elena le stiamo un po’… italianizzando, nel senso che va bene essere rigorosi, ma quando si va fuori bisogna anche sapersi divertire.

«Da parte loro – prosegue la bergamasca, vincitrice nel 2022 dei Giochi del Mediterraneomi hanno mostrato il ciclismo in un’altra dimensione. La voglia di vincere non deve mai svanire, quando dovesse succedere, sarebbe il momento di riflettere sulla possibilità di ritirarsi. Però bisogna anche essere realisti e conoscere il proprio ruolo. Nelle grandi squadre nessuno è messo a caso e non sempre puoi arrivare alla fine e fare la tua corsa. E’ una scelta, non mi lamento. Potrei anche smettere adesso ed essere orgogliosa della carriera che ho fatto».

A ottobre, Guarischi ha partecipato alla Bellagio Sky Race: quasi 28 chilometri: metà a salire, il resto a scendere
A ottobre, Guarischi ha partecipato alla Bellagio Sky Race: quasi 28 chilometri: metà a salire, il resto a scendere

Il sogno di bambina

Una risata. Magari qualche altro anno si può continuare, ma il senso del discorso arriva forte e chiaro. Si parla di lavoro, ma anche della realizzazione di un sogno: quello di una ragazzina che con caparbietà decise di dedicarsi al ciclismo, pur senza un briciolo di garanzia che l’avrebbe portata da qualche parte.

«La mia è stata una scelta – dice facendosi seria – sapevo che non potevo viverci. Forse fu una scelta azzardata e per questo la mia famiglia non dico che fu contro, ma continuò a raccomandarmi di andarci con i piedi di piombo. E in fondo avevano ragione. Come era cominciata, così poteva finire da un giorno all’altro. Invece è andata bene, ho avuto fortuna. Ma penso anche che alla fortuna certe volte devi dargli una spinta affinché giri a tuo favore. E ha funzionato.

«Ho fatto tante scelte che mi hanno portato dove sono. Ho imparato tanto su me stessa e sulla vita in generale. Ogni giorno sulla bici è una scuola da cui prendere quel che serve per costruire la propria strada. Stando in questa squadra sono migliorata tantissimo. Spesso esco sfinita dagli allenamenti, ma quando il fisico li metabolizza, i miglioramenti sono evidenti. Il fatto che le distanze di gara aumentino viene a nostro favore. Le leader sono contente, perché lavoravano già tanto. E anche io nell’ultimo anno ho aumentato di parecchio qualità e quantità».

Van der Breggen come direttore e allenatore: per Guarischi un confronto al top (foto Getty Immages)
Van der Breggen come direttore e allenatore: per Guarischi un confronto al top (foto Getty Immages)

Un coach speciale

La regia delle sue fatiche è Anna Van der Breggen, direttore sportivo, ma anche preparatore. Barbara racconta che ancora adesso quando esce con loro in bici, continua a staccarle. E che la sua tendenza ad alzare l’asticella a un certo punto le ha portate a guardarsi negli occhi, per costruire una relazione ancora più produttiva.

«Fa un certo effetto pensare di averla come allenatore – spiega Guarischi e sorride per la battuta in arrivo – anche se a volte mi piacerebbe cambiarla… Stiamo lavorando tanto, a volte faccio fatica ad assimilare i lavori. Così a inizio anno sono andata a parlarle, perché mi dava allenamenti davvero tanto duri. Anna ha la mentalità di spingerti sempre in avanti e a quel punto dipende da come la prendi. Perché di base è giusto andare a cercare il limite, per capire dove crescere. Quando poi passa sull’ammiraglia, ha esperienza e carisma incredibile. Quando non ce la fai più o quando senti che sei vicina a mollare, quando non capisci il senso di tanta fatica, avere in macchina una persona che capisce cosa pensi fa la differenza fra mollare e tenere duro.

«Siamo davvero una grande squadra, sotto tutti i punti di vista. Le nuove bici, le SL8, sono davvero un materiale top di gamma. Ogni anno cerchiamo di lavorare sulla posizione, per essere più performanti, ma anche comode viste le distanze superiori. Cerchiamo di diventare sempre più professionali in tutto, anche nell’alimentazione. Sto facendo il lavoro dei miei sogni nella miglior squadra del mondo, sono davvero contenta».