La nuova vita di Aru, tutto casa, lavoro e… Sardegna

08.05.2022
7 min
Salva

Si fa in fretta a passare oltre, il più delle volte è necessario. Mentre il Giro d’Italia chiude la parentesi ungherese e prepara il ritorno a casa, Aru si gode gli ultimi giorni in Sardegna. Fabio non ne ha corsi tanti, appena quattro, eppure il suo nome resterà legato alla corsa rosa per il bello mostrato e quello che sarebbe potuto essere. Oggi, a distanza di otto mesi dall’ultima gara, il ragazzo che lasciò Villacidro per rincorrere i suoi sogni è un uomo sereno, che proprio dalla sua isola ha deciso di ripartire. Lo ha fatto pedalando con i cicloturisti del Giro di Sardegna e riscoprendo un territorio dato spesso per scontato. Lo stesso che accadde a Visconti, prima di ritrovare i colori della Sicilia lungo le rotte della Sicily Divide.

«L’anno scorso – racconta Aru – prima ancora che smettessi e dicessi di volerlo fare, l’organizzatore Tonino Scarpitti mi mandò una mail per chiedermi se volessi fare da testimonial. Parlammo di tutto e solo dopo io diedi l’annuncio del ritiro. Ci andai lo stesso, ma come presenza incostante, perché volevo capire di cosa si trattasse. Si correva a ottobre e mi trovai molto bene. E così, vista la voglia di avermi ancora a bordo, quest’anno ci sono tornato».

Lo scorso anno, Aru partecipò al Giro di Sardegna per farsi un’idea, quest’anno lo ha seguito tutto (foto Instagram)
Lo scorso anno, Aru partecipò al Giro di Sardegna per farsi un’idea, quest’anno lo ha seguito tutto (foto Instagram)

Tutti i giorni in bici

Le immagini pubblicate sui social parlavano di vacanza e belle giornate in bicicletta: gli amatori davanti a correre, il campione dietro a curare le pubbliche relazioni.

«Il Giro di Sardegna era a tutti gli effetti una gara – conferma – ma io mi sono ben guardato dal correre ed ero fuori classifica. E’ stata un’esperienza molto positiva, anche se l’ultimo giorno, è venuto a mancare un signore. Sono state ore difficili, poi la famiglia ha chiesto che la gara continuasse. C’è stata una piccola celebrazione, un momento toccante. E poi per il resto, partecipando alla formula cicloturistica, ho visto più posti adesso che negli ultimi trent’anni. In aggiunta ho avuto modo di passare una giornata con le ragazze del team Pink Flamingos. Sono guarite dal cancro e organizzano anche un raid che collega le oncologie della regione. Mi piace stare in mezzo alla gente…».

E’ bello avere il tempo per farlo…

Ne ho di più, è vero. La mia idea per il futuro è di tornare qui per un paio di mesi all’anno. I sardi vedono il mare come una cosa bellissima, ma anche come un ostacolo per gli spostamenti. E così spesso ci si dimentica dei posti bellissimi che abbiamo a due passi da casa

Sembra di sentire il racconto di Visconti.

Ma lui, per quello che ho letto, ha fatto un giro lunghissimo. Io parlo di posti vicini, che si danno per scontati e che comunque ho lasciato per fare il corridore.

Che sensazioni ti ha dato dover risalire in bici ogni giorno per questo Giro di Sardegna?

Mi sono sempre mantenuto in allenamento (sorride, ndr), solo che se prima facevo 30-35 ore di bici a settimana, adesso ne faccio 10. Un terzo, più o meno. Il fatto di non averla mollata completamente mi ha permesso di essere in grado di reggere questa settimana di tappe. La bilancia segna un più 6 rispetto al peso forma, ma devo dire che non si vedono. E comunque sono stato contento di poter pedalare tutti i giorni seguendo una routine, visto che anche la risposta di chi c’era è stata entusiasta.

Con la figlia Ginevra, tifosa d’eccezione (foto Instagram)
Con la figlia Ginevra, tifosa d’eccezione (foto Instagram)
Come sei stato accolto dalla tua gente?

Molto bene. A parte questa esperienza, ero già tornato due volte. Ci sono stati due step ben precisi. Il primo periodo è stato tutto nel segno delle domande. «Come mai? Sei sicuro? Sei ancora giovane, potresti continuare…». Dopo 7-8 mesi la mia scelta è stata digerita. Si sono abituati al mio nuovo ruolo e anche io sto cominciando a farlo.

Quindi come la prenderanno ora che annuncerai il tuo ritorno con la Bardiani?

Ho già dato, grazie, ma sai che facce farebbero… (si mette a ridere fragorosamente, ndr). Mi piace la vita che faccio. Vado in giro, ma non come prima. Passo del bel tempo con la famiglia. Sto bene.

Sei testimonial di Specialized e di Assos, altre novità sono in arrivo…

C’è anche Ekoi, con cui collaboro anche da prima. Ho passato giusto qualche giorno a non fare nulla, poi mi sono rimboccato le maniche. Avevo già in mente di dedicarmi a quello che sto facendo. La mia nuova vita è fatta di giornate impegnate, la normalità è averle tutte piene. Con la differenza che ora posso permettermi di arrivare la sera sfinito, perché il giorno dopo non ho l’allenamento o la corsa.

Il tuo ruolo è quello di partecipare a eventi per conto dei marchi che rappresenti?

Diciamo che sarò presente più spesso nel mondo amatoriale che nel professionismo. Da giugno mi vedrete alle prove delle Specialized Granfondo Series. Non ero a quella di Bra, proprio per la concomitanza con il Giro di Sardegna. Ma farò le altre. La Ganten Mont Blanc a Courmayeur, Sestriere-Colle delle Finestre e la Tre Valli Varesine. Oltre alla Assietta Legend e la Hero in mountain bike. Insomma, devo allenarmi…

Così buttiamo via quei 6 chili di troppo?

La gente dice che è impossibile, ma mi sono pesato ed ero a più 6 a fine Giro di Sardegna. Avevo messo in preventivo di cambiare taglia, ma evidentemente un professionista in attività è davvero magrissimo, così entro ancora nella small (ride, pericolo scampato, ndr).

Avete comprato casa in Sardegna?

No, siamo a Villacidro a casa dei miei. Abbiamo sistemato l’ultimo piano e così abbiamo il nostro appartamento.

Quali sono i posti bellissimi che hai scoperto?

Oltre alla gara, sono stato a fare degli shooting fotografici con Assos. E mi ha colpito la zona a sud, da Cagliari, Pula, Chia, il Pan di Zucchero. Tuerredda, che si trova 20 chilometri dopo Pula, mi lascia sempre senza parole. Mentre per vedere il tramonto più bello, il posto è Masua. Ai primi di maggio, la mattina alle 9 si usciva già in maniche corte. In Sardegna può piovere qualche giorno, ma da aprile a ottobre, è… vacanza! Il mese più bello però è settembre, meno caotico rispetto a luglio e agosto, con colori e clima spettacolari.

E il Giro d’Italia?

Quando correvo, se al mattino mi allenavo, il pomeriggio era dedicato al divano e alle corse. Ora magari vado in bici, ma poi ho cose da fare. Mi capita di vederle, vedrò delle tappe, ma questa nuova vita mi piace molto. Sono molto soddisfatto. Ognuno deve essere portato per quello che fa e a me piace stare a contatto con la gente, che investe e tiene in piedi il mercato della bicicletta. Lo capisci dopo, perché quando corri non te ne accorgi. Invece stare in mezzo a loro è una bella scuola…

Sembra quasi un consiglio per i tuoi ex colleghi.

Intendiamoci, lo so bene che il tempo è sempre poco e si preferisce curare al massimo le cose che ci sono da fare. Ma è anche vero che partecipiamo al minimo indispensabile. Ti invitano e quasi ti girano le scatole. Eppure ogni tanto concedersi di più farebbe davvero bene.

Settimana Italiana, la corsa degli uomini in missione

16.07.2021
4 min
Salva

Arrivato in vista della vetta, Simon Pellaud ha creduto di scorgere una donna vestita da sposa e la Madonna, ma non erano allucinazioni dopo il grande sforzo fatto per tenere le ruote dei migliori. La sposa faceva parte del suo fan club, arrivato da Martigny (Svizzera) sino in Sardegna per sostenerlo e piazzato proprio alla Madonnina, la lunga salita che sale da Cuglieri e che da queste parti è più celebre per la classica automobilistica in salita.

La missione di Pellaud

Pellaud è un uomo in missione. La sua dimensione è l’attacco da lontano e così è stato sin dall’avvio della Settimana Ciclistica Italiana. D’altra parte, dopo aver vinto il premio per il maggior numero di chilometri in fuga al Giro d’Italia, lui si sente quasi investito di un incarico.

Pellaud, dalle fughe del Giro ai Gpm della Sardegna
Pellaud, dalle fughe del Giro ai Gpm della Sardegna

«In realtà la maglia di leader del Gpm (in apertura, con lo sponsor scritto a mano, ndr) mi piace e quindi sono andato all’attacco anche oggi. Ci hanno ripreso sulla salita lunga (11 chilometri al 5,1 per cento, ndr) e ne ho fatto metà assieme al gruppo, ma alla fine sono riuscito anche a sprintare e prendere il secondo posto», ha detto quasi giustificandosi dopo l’arrivo a Oristano, che lo ha visto chiudere il gruppo dei 56 migliori, con lo stesso tempo del vincitore Pascal Ackermann, primo su Barnabas Peak e Sep Vanmarcke.

La missione di Ackermann

Il tedesco è un altro uomo in missione. La Sardegna, come la settimana scorsa la Romania, sono un ripiego per lui. Doveva essere al Tour de France (per contratto, sostiene lui) e quanto sarebbe servito in volata alla Bora-Hansghrohe che nel frattempo ha pure perso Peter Sagan

Ackermann vince la seconda tappa e si toglie un sassolino
Ackermann vince la seconda tappa e si toglie un sassolino

Invece il team lo ha escluso e lui ha risposto con due vittorie al Sibiu Tour e una (per ora, ma è difficile che resti l’unica) alla Settimana Italiana: «Anche se non avevo vittorie, mi ero preparato bene e credo che meritassi di essere in Francia. Oggi era una giornata dura, c’era una salita lunga, ma la squadra credeva in me e io stesso ci credevo. Ho dovuto inseguire da solo dopo la salita e sono davvero felice. So ci sono altre occasioni, ma non significa che sarà più facile perché tutti mi controllano».

La missione di Ulissi

Intanto ha dato una bella dimostrazione e altrettanto sta facendo Diego Ulissi (ieri 7° in volata), che ha indossato ancora la maglia color del mare di leader della classifica, ma che avrebbe preferito un altro azzurro. Però la convocazione di Davide Cassani per Tokyo non è arrivata e a lui non resta che battagliare con Bettiol (anche a Oristano attivissimo perfino negli ultimi chilometri prima dello sprint), Ciccone, Moscon e Caruso e provare a difendere la maglia.

Con l’annunciato ritiro del vincitore del Fiandre 2019 e degli altri azzurri della strada (la partenza per il Giappone è domani), i suoi rivali diretti per la classifica sono il “vecchio” Sep Vanmarcke e l’emergente Giovanni Aleotti (entrambi a 6”), ma più ci si avvicina a Cagliari, sede degli ultimi tre arrivi, più il terreno diventa favorevole ai velocisti puri e la missione di Ulissi meno complicata: «Non è più facile, ma guardo giorno per giorno e la voglio portare a casa», ha detto, festeggiando all’ombra della statua di Eleonora d’Arborea il 32° compleanno.

Ulissi ora vuole portare la maglia di leader a casa
Ulissi ora vuole portare la maglia di leader a casa

Missione Tokyo

Oggi, dopo la Oristano-Cagliari, con passaggio a Villacidro, casa del grande assente Fabio Aru, lasceranno gli altri quattro “uomini in missione”: Davide Cassani ha messo alla frusta i suoi quattro moschettieri olimpici (D’Artagnan-Nibali si unirà a loro domani a Roma), allungando la Sassari-Oristano ben oltre i 185 chilometri del percorso. Per Bettiol, Moscon, Ciccone e Caruso, altre due ore per l’ultima “distanza” italiana prima del trasferimento a Tokyo.

Settimana Italiana: salite, vento e mare. Insomma, Sardegna…

14.07.2021
6 min
Salva

Prende il via il 14 luglio (oggi), da Alghero, la prima Settimana Ciclistica Italiana, che si concluderà domenica 18 luglio a Cagliari. Cinque tappe, tutte in Sardegna, un percorso impegnativo, con tanto dislivello. I corridori dovranno affrontare 840,60 chilometri in totale, e ci saranno ben 10.409 metri da scalare. La frazione più lunga sarà la seconda, con 185.5 chilometri, da Sassari ad Oristano, mentre quella con maggiore dislivello è la quarta, ben 2.503 metri.

Genesi complicata

Si parlava di questa corsa già da due anni. Il primo contatto degli organizzatori sull’isola avvenne con gli uomini già al lavoro per il Giro d’Italia U23. Marco Selleri si recò in Sardegna per i sopralluoghi, ma poi il Covid e una serie di indecisioni fecero arenare il progetto. Si arenò, ma non colò a picco. Infatti lo ha ripreso in mano Adriano Amici e la corsa avrà finalmente luogo.

Dietro la Settimana Italiana di Ciclismo c’è il GS Emilia di Adriano Amici
Dietro la Settimana Italiana di Ciclismo c’è il GS Emilia di Adriano Amici

Paesaggi e campioni

Lo scenario è mozzafiato: la Sardegna a luglio è strapiena di turisti. E anche se la corsa non toccherà le spiagge più battute, è facile immaginare che lungo le strade e agli arrivi non mancheranno i tifosi. E non mancherà neppure il vento, che grazie alla vicinanza del mare non ha mai fatto difetto su quelle strade.

Si corre in sette per squadra, con un campo partenti di tutto rispetto e la curiosità di vedere al via una nazionale che comprenderà alcuni pistard in partenza per Tokyo e anche qualche stradista. L’Italia di Cassani e Villa schiererà infatti Viviani, Ganna e Scartezzini, Bettiol, Moscon, Ciccone e Masnada. Manca Nibali, reduce da due settimane di Tour e manca Caruso, che correrà tuttavia con la sua squadra, il Team Bahrain Victorious.

E se per motivi di bandiera e cuore l’Italia in partenza per le Olimpiadi sarà una sorvegliata speciale, l’elenco dei partenti vede anche un bel numero di squadre WorldTour. Oltre alla squadra del Bahrain di cui abbiamo già detto, vedremo al via la Istrael Start-Up Nation, il Team Uae Emirates con Ulissi, la Movistar con Cataldo e Villella, la Bora con Aleotti in gran forma e il Team Bike Exchange.

Oltre a loro, fra i motivi di interesse e suggestione, il rientro alle gare di un motivatissimo Visconti, la coppia Mareczko-Stacchiotti che proverà a insidiare la supremazia di Viviani in volata.

Scopriamo nel dettaglio tutte le tappe, che è anche possibile scaricare qui.

1ª tappa

Alghero – Sassari: 155.8 chilometri

La più corta, ma non per questo facile, sono previsti 3 gran premi della montagna (due di terza categoria e uno di seconda). Si scollinerà dall’ultimo Gpm a 4 chilometri dall’arrivo, può essere un buon trampolino di lancio per qualche finisseur con la gamba buona.

2ª tappa

Sassari – Oristano: 185.5 chilometri

Frazione dalle due facce, nella prima parte tanta salita, 3 asperità, divise una per categoria. Si tocca il punto più alto della corsa, il Valico della Madonnina, 875 metri. Un’ascesa di 11 chilometri al 5.1 per cento di pendenza media, una volta scollinati i corridori si troveranno a 60 chilometri dal traguardo.

Nel finale i velocisti che saranno riusciti a resistere alle fatiche iniziali potranno giocarsi la volata, dall’esito non scontato visto il percorso.

3ª tappa

Oristano – Cagliari: 180,9 chilometri

Arrivo nel capoluogo di regione della Sardegna, ci si arriva da ovest, dal passo Genna e Bogai, una salita pedalabile di 8.5 chilometri al 4.7 per cento.

Probabile un arrivo in volata, dalla flamme rouge alla linea del traguardo la strada scende leggermente, questo alzerà la velocità e la tensione in gruppo.

4ª tappa

Cagliari – Cagliari: 168 chilometri

Si abbandona la provincia di Cagliari per quella della Sud Sardegna, in una zona famosa per gli scavi nuragici, con castelli e molti siti archeologici.

Potrebbe essere una tappa adatta a qualche fuga coraggiosa, i Gpm sono tre. Una tappa parecchio movimentata, questo potrebbe favorire gli attacchi da lontano, anche se il finale in leggera discesa sorride al gruppo.

5ª tappa

Cagliari – Cagliari: 170,2 chilometri

Ultima frazione, si passa nella zona di Carbonia, famosa per le sue miniere, paesaggi suggestivi e ricchi di colori. Si affronta per due volte il Valico di Punta Coremò, i primi chilometri e gli ultimi coincidono, da Cagliari al Castello di Acquafredda e viceversa. Ennesimo arrivo pianeggiante, con volata annessa, difficile possa uscire una fuga visto il percorso sì mosso, ma che non permette colpi di mano. A meno che il vento…