Velocisti: le differenze tra U23 e WorldTour con Bruttomesso

27.05.2024
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Con Samuel Quaranta, atleta della MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb, si parlava delle volate al Giro di Ungheria. Il giovane pistard e velocista del team bergamasco si è confrontato con i migliori sprinter del mondo, conquistando un secondo posto all’esordio della corsa a tappe magiara. Nel confrontarci era emerso però delle difficoltà nel competere con chi aveva mezzi superiori, a livello di scelta tecnica di materiali e componenti. Quaranta aveva sottolineato come gli fosse mancato quel dente in più per poter scaricare tutta la potenza sui pedali, sottolineando l’importanza di avere una corona grande del 55 e non del 54. 

Con un dente in più davanti Quaranta sarebbe riuscito a contrastare il rientro di Welsford in Ungheria?
Con un dente in più davanti Quaranta sarebbe riuscito a contrastare il rientro di Welsford in Ungheria?

Lo sguardo di Bruttomesso

Alberto Bruttomesso, che su quelle strade c’era ed era al fianco di Rajovic, velocista polacco del team Bahrain Victorious, ci può rispondere a riguardo. 

«Nella prima tappa del Giro di Ungheria – racconta Bruttomesso – avevo montato un 56 cosa che solitamente non faccio. Però l’arrivo era su un rettilineo molto lungo sul quale abbiamo raggiunto velocità folli. Gli ultimi due chilometri la media è stata di 65 all’ora. Io ho lavorato nel treno per Rajovic e mi sono messo in azione tra i meno 1.500 metri e l’ultimo chilometro. Chiaramente a queste velocità con un 54 frulli, il 55 serve tutto. Ma si può mettere tranquillamente anche il 56, più che altro per un discorso di tenere la catena dritta».

La Cinelli di Quaranta monta una doppia corona con misure 54-40
La Cinelli di Quaranta monta una doppia corona con misure 54-40
Spiegaci meglio.

Al posto di spingere un 55×11, e far lavorare la catena storta, usi un 56×13 e la catena si raddrizza, girando meglio. Però la prima tappa dell’Ungheria è stata l’unica gara in cui ho montato il 56, per il resto delle tappe ho montato un 55. 

Si è trattato quindi di un caso eccezionale?

Sì, dovuto più alle caratteristiche dell’arrivo. Su rettilinei lunghi e un po’ favorevoli è facile fare velocità altissime, soprattutto quando si hanno diversi treni che lavorano l’uno accanto all’altro. 

Cosa che tra gli U23 non avviene?

Tra gli under hai due o tre squadre che hanno un treno organizzato, gli altri sono tutti da soli o quasi. Lo stesso Quaranta al Giro di Ungheria ha fatto tutti gli sprint da solo, questo aggiunge un gran valore al risultato fatto. Ma deve andarti tutto bene.

In che senso?

Se prendi un po’ d’aria rimbalzi indietro, considerando anche le velocità a cui si viaggia. Se rimani coperto o battezzi la ruota giusta tutto è più semplice.

Tu ora monti un 55 in gara?

Dipende dai percorsi. Ho corso tanto in Belgio quest’anno e ho spesso messo il 54, solo alla Dwars Door Vlaanderen e a De Panne avevo il 55. Al Tour of Antalya, dove ho provato a fare la volata (foto di apertura), e alle altre corse ho messo sempre il 55. Anche se a casa mi alleno con il 54. 

Come mai?

Perché a casa sono da solo quindi le velocità non sono le stesse della gara. Quando faccio gli sprint dietro moto forse dovrei usare il 55, ma per il resto sto bene così. 

Per Bruttomesso la scelta tra il 54 e il 55 dipende dal percorso e dall’altimetria del finale
Per Bruttomesso la scelta tra il 54 e il 55 dipende dal percorso e dall’altimetria del finale
Che differenze hai notato aumentando la corona grande di un dente?

Non tante. Quella più evidente è che a 60 all’ora riesci a fare meno pedalate al minuto passando da 100 a 90. A volte penso che il 54 sia comunque più utile, soprattutto nei finali dove si deve rilanciare spesso (Dainese e Milan nella tappa di Padova hanno sprintato con il 54, ndr). Continuare a rilanciare con un rapporto più duro non è facile, ti consumi prima. 

Stai facendo anche lavori di forza per crescere da questo punto di vista?

In inverno ho fatto tanta palestra, a differenza dello scorso anno non l’ho abbandonata a febbraio, ma la sto portando avanti ancora adesso. Vado una o due volte a settimana, tranne durante le corse. Faccio i classici esercizi di squat e di pressa per aumentare la forza nelle gambe e la resistenza.

Quaranta: la volata con Welsford e l’europeo U23 su pista

18.05.2024
5 min
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Il meteo non lascia in pace il Nord Italia e nemmeno gli allenamenti di Samuel Quaranta (foto NB Srl in apertura) che in questi giorni si è allenato spesso sui rulli. «Dovrei uscire – dice – ma piove forte e non ha un gran senso prendere tutta quest’acqua, in più c’è l’allerta meteo. Mercoledì ho fatto un’ora e mezza di allenamento sui rulli. Intensità medio-alta, è stato il primo giorno di lavori dopo la trasferta in Ungheria con la squadra. Siamo rientrati domenica, là c’era il sole e qui piove, il meteo sembra essersi ribaltato».

Prima tappa del Giro di Ungheria, uno splendido Quaranta battuto in volata dal solo Welsford
Prima tappa del Giro di Ungheria, uno splendido Quaranta battuto in volata dal solo Welsford

Come a casa

Il Giro di Ungheria ha visto la partecipazione dei ragazzi della MBH Bank-Colpack-Ballan che da questa stagione hanno un nuovo sponsor (MBH Bank) che ha sede proprio in Ungheria. 

«E’ stata una bella trasferta – racconta ancora il giovane velocista – tutti noi avevamo una gran voglia di partire e fare bene. Abbiamo corso in quella che da quest’anno è la nostra seconda casa, un’avventura divertente e molto stimolante. Gli sponsor sono venuti a salutarci, i tifosi ci riconoscevano. C’era un po’ di tensione tra noi ragazzi per far vedere alla MBH Bank che l’investimento fatto valeva la pena. Io personalmente avevo l’obiettivo di ben figurare nelle prime due tappe, adatte ai velocisti, mentre per il resto della gara dovevo salvare la pelle».

Dopo l’arrivo l’umore è alto, di più il giovane della MBH Ban-Colpack non poteva fare (foto NB Srl)
Dopo l’arrivo l’umore è alto, di più il giovane della MBH Ban-Colpack non poteva fare (foto NB Srl)
E all’esordio quasi vinci…

Ho interpretato la volata proprio bene contro tanti velocisti forti, tra tutti Mark Cavendish. Peccato che in quella prima volata mi abbia battuto Welsford, per un attimo ci avevo anche creduto di poter vincere. Non mi sono fatto venire timori reverenziali verso nessuno, mi sono buttato come se fosse una volata di dilettanti. Se parti con l’idea di essere già sconfitto, finisci in fondo al gruppo, io sono stato bravo a crederci e a trovare il buco.

Con la sensazione di poter vincere?

Devo ammettere che quando ho alzato la testa e davanti a me ho visto il traguardo ci ho creduto davvero. Poi Welsford è stato più forte e il merito va a lui, non ho rimpianti però. 

Nel 2024 tra i pro’ ha ottenuto un altro buon piazzamento: nono nella prima tappa del Giro d’Abruzzo
Nel 2024 tra i pro’ ha ottenuto un altro buon piazzamento: nono nella prima tappa del Giro d’Abruzzo
Cosa ti è mancato?

Secondo me la grande differenza la fanno i rapporti. Nel WorldTour (Welsford corre nella Bora-Hansgrohe, ndr) possono montare il 56 o anche il 58. Noi dilettanti, invece, abbiamo il 54 e alcuni addirittura il 53. Penso che questo sia il grande gradino tra me e loro.

Ora però torni a correre tra gli under 23, quali obiettivi hai?

Ho un bel blocco intenso di gare, sarò impegnato per le prossime tre settimane. Sabato e domenica corro alla Due Giorni Marchigiana, poi a Castellucchio e infine a Fiorano, una gara per velocisti puri. Se da questi impegni uscirò bene, potrei prendere parte al Giro Next Gen. Ci sono poche tappe adatte a me, giusto un paio. I diesse dovranno decidere come impostare la squadra, se puntare tutto sulla classifica oppure no. Kajamini e Novak stanno molto bene, quindi vedremo. L’obiettivo ultimo di questa prima parte di stagione rimane comunque l’europeo U23 su pista. 

La partecipazione al Giro Next Gen dipenderà dalle ambizioni del team, se punteranno tutto su Novak (a sinistra in foto) per la classifica
La partecipazione al Giro Next Gen dipenderà se il team punterà tutto su Novak (a sinistra in foto) per la classifica
Come cambia il tuo programma con il Giro Next Gen o meno?

Qualcosa si modifica, ovviamente. Se dovessi partecipare alla corsa rosa per under 23 avrei un grande miglioramento nella resistenza, lasciando i lavori specifici in pista a ridosso dell’appuntamento continentale. Al contrario, se non dovessi partecipare, inizierei a pensare all’europeo U23 già da ora con mini sessioni di allenamento a Montichiari. Due o tre giorni, massimo quattro. 

Sei all’ultimo anno da under 23, senti di essere cresciuto ancora?

Tanto nella tenuta sulle salite, era il mio obiettivo a inizio anno e lo sto inseguendo. Mi sento migliore in quell’aspetto e ne sono contento, ma non bisogna sedersi. Inizio a stare bene e bisogna sfruttare la stagione. E’ l’ultimo anno da under, quindi tutte le gare bisogna affrontarle al meglio e con tanta concentrazione. Ogni corsa può darmi un futuro e aiutarmi a passare nel professionismo. 

La prima parte di stagione di Samuel Quaranta si concluderà con l’europeo U23 su pista (foto UEC)
La prima parte di stagione di Samuel Quaranta si concluderà con l’europeo U23 su pista (foto UEC)
Hai ottenuto risultati in qualche modo incoraggianti. 

Sì ho fatto bene anche tra i professionisti con il nono posto al Giro di Abruzzo alla prima tappa e poi il secondo posto al Giro di Ungheria. Per passare tra i grandi serve fare risultati, vero, ma bisogna dimostrare di avere continuità di rendimento e io punto su questo aspetto.

Samuel Quaranta debutta e vince. Storia incredibile

25.03.2021
5 min
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Samuel Quaranta, prima gara da under 23 e prima vittoria. Ormai sembra la prassi per la Colpack Ballan di Beppe Colleoni. Lo scorso anno fece la stessa cosa Antonio Tiberi, ad ExtraGiro: il laziale si portò a casa la crono. 

Samuel è figlio di Ivan, il velocista che negli anni ’90 infiammò le volate di tutto il mondo. Non solo, ma il “Ghepardo” è oggi anche uno dei diesse di Samuel. Storie e destini che s’incrociano.

L’abbraccio tra Samuel e Ivan Quaranta dopo la vittoria di Cantagrillo (Pt)
L’abbraccio tra Samuel e Ivan Quaranta dopo la vittoria di Cantagrillo (Pt)
Samuel, sei un primo anno e hai già una vittoria nel sacco. Te l’aspettavi?

Decisamente no, non me l’aspettavo. A Cantagrillo eravamo solo in due, io e Yuri Brioni, e la gara non era partita bene perché dopo 20 chilometri lui è caduto. In precedenza avevo corso solo a Larciano. Avevo fatto 120 chilometri, poi al secondo passaggio sul San Baronto mi sono staccato, proprio non ce l’ho fatta.

Come è stato quel momento?

Non sono mai stato così “a tutta” in vita mia! Però che bello vedere come aprono il gas i grandi, vedere da vicino Nibali, Quintana, Valverde…

Cosa ti ha detto tuo padre prima di partire per una gara così importante per voi, come appunto il Gp Industria & Artigianato di Larciano?

Che eravamo lì per fare esperienza, non dico senza obiettivo ma quasi. Dovevamo divertirci e magari per imparare qualcosa.

E cosa hai imparato?

Che cambia molto tra gli U23 (e per Samuel in quel momento il paragone era con gli juniores, ndr) e loro. Hanno un altro modo di correre, più regolare e se vogliamo anche più rispettoso in gruppo quando ci sono contatti, sbandate, inchiodate.

Tuo papà era emozionato?

Ma sapete lui non è che esprima molto i suoi sentimenti. Mi ha detto di godermela il più possibile: il livello era talmente alto che di certo non era quella la mia corsa. Tanto più con quella altimetria.

E tu eri teso?

Se per teso s’intende ansia da prestazione no. Però la sensazione di correre con quei campioni, di vedere i pullman del WorldTour… Era come quando andavo a vedere le corse vicino casa, solo che stavolta c’ero anche io a gareggiare. E’ stato bello.

Samuel Quaranta al Gp Industria & Artigianato di Larciano
Samuel Quaranta al Gp Industria & Artigianato di Larciano
Tuo padre Ivan è anche il tuo diesse. Com’è il vostro rapporto? Ti, e vi, sta sopra?

No, lui mi lascia libero. Sì, magari quest’anno che è anche il mio diesse qualcosa ogni tanto deve dirmela. Ma il suo ragionamento mi piace. Lui ci dice cosa fare, se poi noi non lo facciamo peggio per noi. «A me – dice lui – non cambia niente». Questo vale per me e per gli altri. Prima quando non era il mio diesse non mi diceva neanche quello. Ci limitavamo a parlare delle corse, mi chiedeva come fosse andata la mia gara, visto che lui era fuori con la Colpack. Poi sì, qualche aneddoto me lo racconta.

Ce n’è uno in particolare che ti è rimasto in mente?

No, uno specifico no. Però mi piace quando mi parla delle fasi di preparazione della volata al Giro o al Tour, quei momenti frenetici. Un conto è vederlo dalla tv, un conto è ascoltare chi certe situazioni le ha vissute in prima persona. E spero di metterle in atto anche io un giorno!

E tu cosa chiedi a tuo padre?

L’ultima cosa che gli ho chiesto è stata come rischiare il meno possibile per tenere le posizioni in volata. Quindi piccolezze, consigli di questo genere.

C’è una cosa che ci incuriosisce. Questa intervista dovevamo farla un giorno prima, ma tu ci hai risposto che dovevi studiare. Tuo padre invece era uno di quelli che andava a festeggiare in discoteca dopo le vittorie. Siete diversi?

Beh, per ora non ho il tempo per fare certe cose. La mia vita è scuola al mattino, allenamento al pomeriggio e casa la sera. Comunque di base sono un tipo tranquillo. Preferisco stare in casa. Poi un giro con gli amici dopo le corse credo che ci stia e che sia anche giusto.

Samuel (19 anni ad aprile) è anche un ottimo pistard
Samuel (19 anni ad aprile) è anche un ottimo pistard
Cosa studi? E sei bravo a scuola?

Sono all’ultimo anno di ragioneria. Come vado: diciamo che punto ad uscire senza problemi! Magari se un giorno deciderò di continuare vorrei dare seguito ad alcune materie che studio adesso: penso a un qualcosa legato alla finanza o al marketing.

Lasciamo i banchi di scuola e torniamo in bici: che corridore è Samuel Quaranta?

Sono un corridore un po’ strano. Sono veloce, lo vedo anche dai tempi su pista, però riesco a tenere molto di più in salita rispetto ai velocisti puri. Tengo meno, fatte le proporzioni, rispetto ad un Colbrelli, un Nizzolo: sono più un Viviani. E questo va bene per i tempi di oggi.

Quali sono le tue ambizioni in questa stagione?

Il mio obiettivo l’ho raggiunto: volevo vincere una corsa e ci sono riuscito. E adesso non so cosa fare! Come è giusto che sia dovrò aiutare i miei compagni. Già non credevo che avrebbero aiutato me. Brioni, anche se è più grande quel giorno mi ha aiutato, okay lui è uno scalatore e non avrebbe fatto la volata, però… In Colpack tutti hanno una possibilità, i più vecchi che cercano un contratto soprattutto. E quando tutti saranno apposto e avranno vinto la loro corsa, magari avrò un’altra possibilità. Intanto penso ad aiutare e a crescere. Ma certo la mia vittoria mi ha sconvolto i piani!