Un metro e 93 come Ganna, un chilo di più: 84. Jonathan Milan è un gigante buono, salvo nelle occasioni in cui si lancia negli sprint. In quei casi si trasforma in un guerriero capace di sprigionare per circa 5 secondi punte di 1.940 watt con un valore medio durante la volata di poco superiore ai 1.600. A tutto questo spingere selvaggio di gambe, corrisponde il violento oscillare della bici. Johnny non è il velocista più composto del gruppo, ma quanto a forza fisica non teme confronti.
Tanta potenza passa però per il telaio, le ruote e il manubrio della sua Trek e questo accende i fari proprio sulla bici del friulano. Perciò, cogliendo l’occasione della seconda vittoria di tappa, la abbiamo sfilata dalle mani del meccanico Giuseppe Campanella per farcela raccontare più nei dettagli.
Con che bici corre Milan?
Una Trek Madone SLR. Telaio alto 60 e lungo 58. Arretramento sella di 8,7 e reggisella XL studiato per le persone di altezza superiore a 1,85. Altezza di sella di 84 e attacco manubrio da 120 mm con inclinazione di 7 gradi. Usa pedivelle da 175. Per la sua altezza e il peso, quando fa le volate tende a oscillare parecchio.
Una volta per un atleta di questa taglia sarebbe stata fatta una bici su misura.
Jonathan usa lo stesso telaio degli altri corridori. Forse in casa madre Trek, per quel genere di telaio utilizzano una composizione leggermente differente di carbonio, però normalmente sono quelli che si trovano in commercio. La Madone è la più rigida di tutte. E’ paragonabile a una freccia e quindi mantiene molto la traiettoria. Ne abbiamo due versioni, anche una più leggera che ad esempio usa spesso Mads Pedersen. Alcuni la prediligono quando durante la tappa ci sono delle salite o l’arrivo è leggermente in salita.
Avete in dotazione lo Sram Red, ora anche quello nuovo. Che rapporti usa Milan in volata?
I pacchi pignoni che monta, in base alle tappe, sono 10-33 oppure 10-36. Le volate le fa col 10 davanti e il 54 o 56 dietro a seconda del percorso. In ogni caso, usa il misuratore di potenza AXS di Sram. Per le volate, Jonathan utilizza i pulsantini per cambiare, mentre altri li usano per gestire il computerino. Vengono chiamati “sprinter” e sono dei comandi aggiuntivi posti sotto la leva freno, che facilitano la cambiata in fase di volata.
C’è stata qualche scelta di componenti su cui ha brigato oppure trova subito quel che cerca?
E’ molto esigente, gli piace che la sua bici vada sempre bene. In compenso non ha particolari esigenze. Ha trovato la posizione al training camp di dicembre e nel secondo di gennaio abbiamo fatto solo minimi aggiustamenti. Ha provato un paio di selle diverse, prima da 135 e poi 145 di larghezza, però in linea di massima le misure sono rimaste le stesse. L’arretramento di sella è elevato perché comunque il telaio è grande. Quando è in salita, Milan tende a spingere da dietro e non di punta.
Nonostante sia così grande, Milan ha il manubrio da 42: non è piccolo?
E’ una scelta aerodinamica e per comprimersi meglio durante la fase della volata. E sempre sul manubrio e per l’aerodinamica, si può dire che tiene le leve dei freni al limite del regolamento dell’UCI, quindi girate verso l’interno.
Con quali ruote corre Milan?
Dipende dal percorso, ovviamente. Nelle tappe pianeggianti predilige una ruota 62, quindi molto rigida, che è la più alta che abbiamo. Nelle tappe che invece presentano qualche salita le sceglie invece da 51, sempre con pneumatici tubeless da 28. Se poi vogliamo parlare delle pressioni, visto che è un corridore abbastanza pesante, il gonfiaggio per lui oscilla tra i 5,4 e 5,6 fra anteriore e posteriore. Ha fatto dei test a inizio anno, anche in galleria del vento, e ha determinato una serie di pressioni. Quelle ottimali per lui in base alla statura e alla potenza che esprime sui pedali. Solo per il Nord ha cambiato qualcosa, riducendo un po’ la pressione, quindi 5 all’anteriore e 5,2 al posteriore. In ogni caso, resta differenza fra le due ruote.
Il telaio e la forcella della Madone di Milan sono costruiti con il carbonio OCLV800, ultimo sviluppo della fibra di Trek. Attacco e manubrio sono di nuova generazione, più stretto sopra e con una sorta di svasatura che lo porta ad essere largo nella sezione bassa. La bici non punta sui vantaggi del sistema IsoSpeed, al contrario la bici sfrutta la rigidità del nodo di sella, del piantone e dei foderi obliqui per aumentare l’efficienza aerodinamica, sacrificando il comfort, ma non la stabilità. A giudicare dall’accelerazione e dalla volata di Milan ieri a Francavilla, il sistema dà ottimi frutti…