Callovi, raccontaci la tua nuova vita nella Polizia di Dubai

06.11.2024
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L’avevamo lasciata in uscita sia dall’Esercito sia dal ruolo di vice-cittì di Paolo Sangalli nella nazionale femminile e pronta ad immergersi in una nuova avventura. Un anno fa di questi giorni, tra deserto e grattacieli, Rossella Callovi stava assaggiando ciò che sarebbe diventata la sua attuale vita. Ed ora la troviamo consulente dello Sport Excellent Center del Dipartimento degli Affari Sportivi della Dubai Police.

Un lavoro tosto, intenso e soddisfacente come ci racconta al telefono con entusiasmo la 33enne trentina ex campionessa del mondo juniores su strada, che ora si sta godendo un clima molto più sopportabile per il caldo. Da novembre 2023 ad oggi Callovi ha sviluppato un percorso lavorativo particolare che l’ha portata ad allargare il ventaglio degli sport da monitorare. Compreso il “suo” ciclismo, segue un totale di 28 discipline facenti capo al corpo militare della metropoli degli Emirati Arabi Uniti. Rossella in poco tempo è già diventata un punto di riferimento per tutte le squadre sportive della polizia locale, ma non mancano le occasioni per restare in contatto con l’Italia e con il mondo del pedale. Ecco cosa ci ha detto sulle mansioni del suo ruolo.

Callovi a giugno ha portato il Dubai Police Cycling Team in ritiro a Baselga di Pinè. I test sono stati fatti al CeRiSM di Rovereto
Callovi a giugno ha portato il Dubai Police Cycling Team in ritiro a Baselga di Pinè. I test sono stati fatti al CeRiSM di Rovereto
Rossella partiamo da come sei finita a Dubai?

Risale tutto ad agosto 2023. In quel periodo ero stata contattata dall’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti in Italia che avevano in mano il mio profilo e volevano parlare con me. Mi aveva chiamato il Dipartimento Affari Sportivi chiedendomi inizialmente di lavorare per la loro squadra di ciclismo, il Dubai Police Cycling Team. Da quella telefonata abbiamo fatto tre colloqui ravvicinati dove, parlando di altri aspetti, mi hanno proposto di seguire anche gli altri sport.

In quanto tempo hai dovuto decidere?

Avevo ancora un po’ di cose in ballo da sistemare in Italia, così mi hanno proposto un mese di prova proprio a novembre di un anno fa. Mi sarebbe servito per capire di cosa avrei dovuto occuparmi. Nel frattempo, dal report sul ciclismo che mi avevano chiesto di compilare, ne ho fatti altri due in generale sull’accademia militare e sullo stesso dipartimento sportivo. D’altronde qua a Dubai sono ambiziosi e corrono veloci. A me sembrava di essere in una centrifuga di una lavatrice (sorride, ndr). Alla fine di questa prova ho accettato la loro offerta che si è materializzata a gennaio.

E’ uno dei classici treni da prendere al volo?

Diciamo di sì, nel senso che ho l’età e le condizioni giuste per salirci sopra. Sono arrivata a Dubai a marzo, ma nei mesi prima con quelli che sono adesso i miei capi c’è stato subito un buon feeling, anche perché hanno gradito il mio riscontro sincero sul loro dipartimento sportivo. E’ stato un bel confronto. Ad oggi ho un contratto annuale che si rinnova in automatico se una delle due parti non chiede di svincolarsi per validi motivi. E’ la forma contrattuale più alta che c’è qua per gli stranieri e loro la reputano a tempo indeterminato. Devo dirvi che è dura perché sono arrivata in un momento di forte ristrutturazione interna del Dipartimento Sportivo della Polizia, ma sono davvero contenta.

Quali sono stati i tuoi primi compiti?

Come anticipavo prima, ho iniziato subito con l’acceleratore a mille. Appena mi sono insediata, ho dovuto creare una banca dati dei 28 sport della Dubai Police. Ho raccolto tutte le informazioni delle relative squadre, tra atleti, staff, calendari non definiti e altri strumenti per monitorarle. Ho fatto 28 incontri con i rispettivi dirigenti delle squadre per sistemare tutto. E’ stato una sfacchinata incredibile che ho portato a termine in un mese. Con tutte queste informazioni ho fatto la reale fotografia dello stato attuale dello sport a Dubai e di conseguenza anche delle varie federazioni degli Emirati. Poi ho fatto anche altro.

Racconta pure.

In questa ristrutturazione del Dipartimento degli Affari Sportivi della Polizia di Dubai c’era anche un “progetto talenti” che non esisteva. Per questo era stato commissionato a tre multinazionali esterne di studiare una strategia sportiva per una nuova riforma delle squadre della polizia. Parallelamente il direttore dello Sport Excellent Center, il colonnello Abdulbasit Ali, aveva chiesto di fare altrettanto a me, come eventuale “piano B” (in apertura assieme ad Abdullah Khalifa Al Marri, comandante della Dubai Police). Le voleva pronte per giugno. Anche in questo caso abbiamo fatto tutti un grande studio e alla fine il capo ha approvato la mia strategia. Mi hanno fatto un enorme piacere naturalmente.

Callovi adesso è la consulente dello Sport Excellent Center del Dipartimento della Dubai Police. Segue 28 squadre di altrettanti sport
Callovi adesso è la consulente dello Sport Excellent Center del Dipartimento della Dubai Police. Segue 28 squadre di altrettanti sport
Ora di cosa ti occupi?

Adesso seguo la parte più agonistica e competitiva delle 28 squadre sportive della Dubai Police. Si va dal management per avere una struttura organizzativa sostenibile fino agli aspetti legali in cui rivediamo i codici disciplinari e comportamentali di ogni atleta. Curiamo anche il marketing e lo sviluppo accademico e dei giovani. In ogni sport abbiamo applicato una propria regolamentazione. La nostra intenzione è quella di trovare un equilibrio tra sport e lavoro.

Hai avuto difficoltà nello sviluppo di questo progetto?

No, non particolarmente. Molti mi conoscono solo per il mio trascorso ciclistico, ma in Italia avevo fatto tante esperienze diverse. Mi ero laureata a Verona con la tesi sulla doppia carriera di alto livello tra sport e studio, poi avevo fatto un master in management con più competenze in altri sport. Grazie ad una borsa di studio vinta, avevo fatto tre mesi in Inghilterra lavorando per un ente governativo (il Tass, ndr) che si occupava di gestire il sistema di supporto e servizi che ruota attorno agli atleti di alto livello. Devo dire però che aver lavorato accanto a Broccardo, Salvoldi e Sangalli mi ha aiutato tanto. Ognuno di loro mi ha trasmesso molto relativamente alle parti prestative e gestionali di un atleta. Ma anche altre persone sono state preziose per ciò che sto facendo adesso.

Chi sono?

Penso a Maurizio Evangelista (il direttore del Tour of the Alps, ndr) che mi ha insegnato ad organizzare gli eventi. Penso alla professoressa Francesca Vitali, psicologa dello sport e molto attiva nella doppia carriera. E penso anche al professor Federico Schena, vicerettore dell’università di Verona che è anche a capo del CeRiSM (il Centro di Ricerca Sport Montagna e Salute, ndr), con cui collaboravo prima. Lui l’ho rivisto questa estate perché, durante il ritiro a Baselga di Pinè della nostra squadra di ciclismo, ho portato alcuni atleti nel centro di Rovereto a fare dei test incrementali. E’ stato il mio secondo rientro in Italia dopo quello per il congedo dall’Esercito.

Anche se la sede dei team della UAE Emirates sono ad Abu Dhabi, quanto incidono le imprese di Pogacar nel territorio di Dubai?

Il ciclismo è senza dubbio uno degli sport emergenti. Qua vogliono l’eccellenza e le gare della UAE sono molto seguite, così come i corridori sono presi come modelli. Con l’arrivo di Longo Borghini, anche la formazione femminile ha fatto un grandissimo salto in avanti rispetto a prima. Però a Dubai e dintorni vogliono crescere anche con gli eventi ciclistici sia in quantità che in qualità. Basti pensare che nel 2028 ad Abu Dhabi ci saranno i mondiali su strada, mentre nel 2029 quelli in pista. E i lavori della costruzione del nuovo velodromo sono già iniziati.

Quanto manca il solo ciclismo a Rossella Callovi?

Al momento devo dirvi che non ho molto tempo per pensarci troppo con tutto il lavoro che c’è (risponde divertita, ndr). Tuttavia resto aggiornata e sono sempre in contatto con quel mondo, specie per le vacanze di fine stagione. Qualche settimana fa ho conosciuto Lorena Wiebes durante una cena col mio capo ed altre persone. Mentre è venuta qua in vacanza Letizia Paternoster. Sono stato stata felice, le ho fatto da guida uscendo prima dal lavoro. Abbiamo passato un po’ di tempo assieme tra safari, escursioni e giri al mercato. Per il resto qua vogliamo perseguire il nostro obiettivo di promuovere lo sport tra i dipendenti della polizia per portarli agli eventi internazionali.

Bastianelli di nuovo in azzurro, questa volta senza bici…

08.03.2024
4 min
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Ieri Paolo Sangalli era a Diano Marina al Trofeo Ponente in Rosa, dove le ragazze della EF Education-Cannondale, unica squadra WorldTour al via, stanno facendo il bello e il cattivo tempo. Kristen Faulkner, ha vinto la tappa, mentre la maglia di leader la indossa Kim Kadzow, davanti ad altre due compagne. E mentre oggi, giorno della Festa della Donna a Milano sarà presentata la maglia rosa del Giro Women 2024, con il cittì della nazionale parliamo di un gradito ritorno in nazionale: quello di Marta Bastianelli, che proprio al Giro lo scorso anno chiuse la carriera, con un occhio particolare alla categoria delle juniores. Nella foto di apertura, Marta in azzurro ai mondiali di Wollongong 2022 (gli ultimi disputati da atleta), parla con Velo accanto al quale è seduto il cittì Sangalli.

All’attacco ai mondiali di Glasgow, Cecchini riceve ordini dal cittì Sangalli. Le radio ovviamente sono vietate
All’attacco ai mondiali di Glasgow, Cecchini riceve ordini dal cittì Sangalli. Le radio ovviamente sono vietate

Uno sbocco naturale

La notizia era uscita in un trafiletto sulla Gazzetta dello Sport, ma ha una portata ben superiore, per il carisma della romana e quello che rappresenta da anni per il nostro ciclismo. Appesa la bici al chiodo, la vincitrice di un mondiale, un europeo e un Fiandre (tanto per spizzicare qua e là nel palmares), aveva detto di volersene stare un po’ a casa, ma il richiamo dell’azzurro è stato più forte.

«Me lo hanno proposto che ancora correvo – ci ha detto ieri dal treno che, dopo l’arrivo di Giulianova della Tirreno, la portava a Milano – per un ruolo di supporto a Paolo Sangalli, ma non ho voluto pensarci fino a che non ho smesso. Essendo stata atleta fino a ieri, il mondo delle juniores ho potuto seguirlo ben poco, per cui comincio da zero accanto a un grande maestro coma Paolo. Devo ringraziare ancora una volta la disponibilità delle Fiamme Azzurre. Nel frattempo ho preso i tre livelli da direttore sportivo. E anche se ho sempre detto alle mie compagne che puoi fare tante riunioni, ma quello che succede in gara non si decide il giorno prima, ora mi trovo in un ruolo diverso. Ma lo confermo: la riunione è una bozza. In corsa poi le sfumature sono tante e differenti. L’importante è avere la freddezza per prendere le decisioni giuste».

Alla Festa Fiamme Azzurre, Bastianelli è stata premiata da l presidente del Coni Malagò (foto Claudio Peri)
Alla Festa Fiamme Azzurre, Bastianelli è stata premiata da l presidente del Coni Malagò (foto Claudio Peri)

Il mondo juniores

Sangalli sa esattamente cosa potrà darle Marta e parla del suo ruolo come se fosse la cosa più naturale del mondo, la prosecuzione di un cammino che non poteva che sfociare in un ruolo tecnico, sia pure alle primissime armi.

«Marta Bastianelli – dice –  è una risorsa importante per la Federazione. Le sue competenze ci daranno sicuramente una mano. Considerando il fatto che non ho più con me Rossella Callovi, che ha cambiato lavoro e vita, Marta comincerà dalle juniores. La forza del settore femminile è che le seguo da quando sono allieve, per cui quando te le ritrovi da elite ne conosci perfettamente pregi e difetti. Il suo coinvolgimento sarà per forza graduale e probabilmente si estenderà anche alla pista». 

Rossella Callovi ha collaborato fino allo scorso anno con Sangalli. Qui in Argentina con le U23
Rossella Callovi ha collaborato fino allo scorso anno con Sangalli. Qui in Argentina con le U23

Due occhi in più

In qualche modo, inizia a ripetersi quello che nei professionisti è la regola e che si sta attuando da qualche anno anche nel ciclismo femminile. L’atleta di esperienza che smette diventa una risorsa come tecnico. E’ successo con Giorgia Bronzini e Anna Van der Breggen, per citare le ultime due, potrebbe ripetersi con Bastianelli.

«Naturalmente anche lei – spiega Sangalli – deve fare le sue esperienze. Sapete, in bici è una cosa e fare il tecnico è un’altra. Servono solo tempo, pazienza e possibilità di fare esperienza. A fine aprile andremo a fare una gara in Olanda. Deve conoscere le squadre e i tecnici. Lei conosce alla perfezione la realtà delle élite, ma il mondo junior è un’altra cosa. Per cui inizieremo piano, senza stress e con l’appoggio del Centro Sportivo delle Fiamme Azzurre, al pari di Masotti, per fare un esempio. Ma non nascondo che il suo sia un arrivo naturale e certamente importante. Per noi che corriamo senza le radio, cosa assurda ormai anche solo da dire, due occhi in più non guasteranno di certo».

Venturelli più forte del dolore per lo staff e per la squadra

20.09.2022
5 min
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Ha deciso di partire dopo il riscaldamento, ma dire che Federica Venturelli avesse certezze sulle sue condizioni sarebbe poco credibile. Coraggio tanto, quello ha lasciato tutti a bocca aperta. Cerotti su entrambi i gomiti. Una garza sul ginocchio destro. Le mani ferite. E un’abrasione sull’addome che sfregando contro il body le dava un gran fastidio. Tutto per la caduta violentissima del giorno prima. E quando dopo la gara è rientrata al box azzurro, l’applauso con cui è stata accolta ha fatto capire la paura e il sollievo che hanno attraversato il clan azzurro nelle ultime 24 ore.

Brutta caduta

La notizia è arrivata intorno alle 12 con un messaggio. Caduta Federica Venturelli, la stanno riportando in hotel. E’ piuttosto malconcia, non si sa se domani farà la crono. Aspettiamo le radiografie.

«Stavo andando in discesa – racconta mentre gira le gambe sui rulli – forse un po’ troppo forte. C’era un tratto di strada disconnesso, che non era stato segnalato. E purtroppo sono finita in questa parte di strada piena di buche. Ho perso le mani dal manubrio. Sono caduta e intanto ho visto un furgone che saliva dalla parte opposta. Proprio per cercare di evitarlo e scongiurare il peggio, mi sono procurata un bel po’ di abrasioni, cercando di aggrapparmi all’asfalto per non finire dall’altra parte».

Durante il riscaldamento, Federica Venturelli si è confrontata con Velo su come gestire la crono
Durante il riscaldamento, Federica Venturelli si è confrontata con Velo su come gestire la crono

Test sui rulli

Infilare le maniche nel body le è sembrato un supplizio, ma nulla in confronto a quando ha provato a salire sulla Cinelli montata sui rulli. Aveva lo sguardo impaurito e dolorante, così pure quando ha iniziato a pedalare, sentendo il ginocchio e il gomito, sentendo la mano quando ha provato a cambiare e non riuscendo a sfilare la borraccia. Attorno a lei prima Elisabetta Borgia e poi Rossella Callovi accompagnavano le sue smorfie con parole rassicuranti, finché Federica ha iniziato a raddrizzarsi e ad aumentare il ritmo di pedalata.

«Ho deciso di partire – conferma – quando ho finito il riscaldamento, perché comunque avevo ancora male al gomito. Scaldandomi però, un po’ è passato e quindi ho deciso di provarci. Inizialmente avevo paura di non riuscire a far le curve o guidare la bici. Però poi ho visto che ero in grado, anche se non ero al top della mia condizione. E allora ho deciso di partire».

Senza borraccia

Così si è avviata, dopo aver provato a fare un paio di curve, con la certezza che difficilmente sarebbe riuscita ad alzarsi sui pedali. Senza borraccia, perché non potendola prendere, ha chiesto a Giuseppe Campanella, il suo meccanico, di smontare tutto. E forse la spinta decisiva è venuta proprio dall’attaccamento al gruppo azzurro.

«Quando sono caduta – conferma – non è stata tanto la sensazione di vedermi sfuggire il mondiale, perché comunque non ero qua per vincere. C’erano avversarie molto più forti di me, ma per fare esperienza. E’ stato il dispiacere nei confronti dello staff e della squadra che ha fatto tanti sacrifici e quindi ero dispiaciuta di non poter dare il meglio di me. Ieri sera ero abbastanza giù. Però comunque, dopo il controllo in ospedale e la radiografia in cui mi hanno detto che era tutto a posto, mi sono un po’ ripresa. Ho iniziato a pensare che magari sarei riuscita a partire e quindi ho passato una notte non troppo travagliata».

Il mondiale crono delle donne junior è stato vinto da Zoe Backstedt (Gran Bretagna), su Czapla e Joriis
Il mondiale crono delle donne junior è stato vinto da Zoe Backstedt (Gran Bretagna), su Czapla e Joriis

Dolore e adrenalina

L’hanno accolta come se avesse vinto, anche se il 24° posto a 2’59” da Zoe Backstedt è decisamente al di sotto delle aspettative di partenza: il quarto posto agli europei induceva a sperare in qualcosa di meglio e certamente Federica si sarebbe fatta valere. Probabilmente però essere partita aiuterà nella prova su strada, cui arriverà con la certezza di poter pedalare.

«L’adrenalina è servita parecchio – racconta – sentivo solo la fatica. Il male era in secondo piano. Più di tutti, probabilmente mi ha dato fastidio il gomito, soprattutto con le vibrazioni. Oppure dover spostare le braccia per fare le curve o alzarmi in piedi e rilanciare. Infatti la salita è stata la parte in cui ho sofferto di più e ho sentito di non riuscire ad andare come volevo. Adesso so di riuscire a stare in bici e questo è qualcosa che mi mette più tranquilla. Nei prossimi giorni vedrò di riabituarmi a spingere e lavorare anche sulla posizione delle mani sul manubrio, che sicuramente è qualcosa che in discesa o comunque nei momenti un po’ nervosi in gruppo sarà necessario. E tutto sommato è andata anche bene senza borraccia. Di solito bevo molto, ma oggi non era particolarmente caldo. E sono arrivata senza avere la gola secca».

Callovi in azzurro, finalmente una donna fra le donne

27.11.2021
5 min
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Nel turbinìo di inizio novembre delle nuove nomine della nazionale, c’è anche l’effetto domino che ha riguardato la squadra femminile. Dello staff del cittì Paolo Sangalli (per anni “vice” di Dino Salvoldi e suo successore naturale) fa parte ancora Rossella Callovi, stavolta in qualità di collaboratrice tecnica del settore strada per junior ed elite. 

Per la trentenne originaria della Val di Non – che da due anni vive a Trento dove lavora presso la caserma del 2° Reggimento Genio Guastatori Alpini (in apertura con Letizia Paternoster nella foto Ossola) – è un upgrade professionale importante. Da atleta è stata capace di vincere il mondiale junior 2009, poi nel 2016, a fine carriera, ha intrapreso gli studi universitari a Verona laureandosi in Scienze motorie e conseguendo la Magistrale in Scienze dello sport e della prestazione fisica.

In azzurro a Melbourne 2010, Callovi ha scortato Giorgia Bronzini al campionato del mondo
In azzurro a Melbourne 2010, Callovi ha scortato Bronzini al mondiale
Rossella ti aspettavi questa chiamata?

Diciamo di sì. Erano già tre anni che collaboravo nel settore pista con Salvoldi. Nell’ultima stagione ho intensificato questa mansione con due presenze fisse in pista. Grazie al distacco che ho potuto avere con l’Esercito ed anche al protocollo d’intesa tra le Forze Armate e il Coni, mi è stato permesso di andare a lavorare con la nazionale.

Il tuo ruolo quale sarà e come cambierà rispetto a prima?

Sarò dirottata sulla strada e farò da spalla a Paolo Sangalli, il quale ci darà il calendario delle corse da seguire sia per le elite che per le junior. Sarà fondamentale essere presenti nei campi gara per avere un occhio costante sulle ragazze e valutare le loro performance e risultati. Sarò una sorta di osservatrice che poi dovrà relazionare al cittì in vista di europei e mondiali.

Sarà difficile proseguire il lavoro fatto da Salvoldi?

L’eredità che ha lasciato Dino è enorme e credo che sia merito di ciò che ha seminato in tutti questi anni. Ora la via da percorrere è quella della continuità e cercare di mettere le ragazze nelle condizioni ottimali per fare bene.

Tutto l’ambiente, Callovi in testa, si aspetta molto da Sofia Bertizzolo
Tutto l’ambiente, Callovi in testa, si aspetta molto da Sofia Bertizzolo
Ti spaventa questo nuovo ruolo?

No, sarà stimolante, perché arricchirò il mio bagaglio. Lavorerò sodo mettendo a disposizione le mie risorse e competenze. Credo che operando in una certa maniera, dando il cento per cento, ciò che arriverà sarà una conseguenza.

In questa prima stagione da “vice” di Sangalli quale potrebbe essere una tua soddisfazione?

Eh, bella domanda (sorride, ndr). Per me una grossa soddisfazione è quando ottieni la fiducia delle atlete con cui lavori. In pista, ad esempio, è stato così e vorrei fosse altrettanto anche per la strada. E’ chiaro che, seguendo una certa programmazione di allenamenti e ritiri, avere degli obiettivi come europei e mondiali è fondamentale per fare tutto al meglio.

Come tecnico, qual è la qualità in cui ti senti più forte e quella che vuoi migliorare?

La migliore direi quella di tradurre le sensazioni e le necessità che l’atleta ti riporta sulla propria condizione fisica. Mettere tutto sul lato pratico e quindi trovare le eventuali soluzioni. Credo che l’aver corso in bici e i miei studi mi aiuteranno a recepire meglio il messaggio delle ragazze. La qualità invece che vorrei approfondire di più è quella dei rapporti che ci sono attorno alle atlete e alle società.

Bulleri Vuelta CV 2021
Rossella Callovi si aspetta molto anche da Chiara Consonni, che definisce «un trattore»
Bulleri Vuelta CV 2021
Callovi si aspetta molto anche da Chiara Consonni, che definisce «un trattore»
Nel 2022, a parte le solite note, ci sono alcune atlete da cui ti aspetti qualcosa?

Sì, ne ho tantissime per la verità, ma alcune le osserverò maggiormente. La prima è la Paternoster, cui sono stata molto vicina nell’ultimo periodo. Sono curiosa di rivederla su strada. Si è rilanciata in pista nel finale di stagione dopo che aveva avuto un po’ di problemi per un anno abbondante. La seconda è la Zanardi, che mi piace particolarmente e che ha ampi margini di miglioramento. Nome scontato anche il suo, ma che dovrà confermare l’enorme crescita fatta nel 2021.

Altri nomi?

Un’altra ragazza è la Bertizzolo. Ha un potenziale incredibile che vorrei lo mettesse bene in mostra nella nuova squadra e vorrei che il suo percorso di corridore crescesse ulteriormente. Poi c’è Chiara Consonni, che ha uno spunto molto veloce e sarà la prima punta della Valcar. Per me lei è un trattore (ride, ndr) e potrà togliersi delle soddisfazioni.

Siamo tutti curiosi di capire cosa potrà fare Barale (qui al centro dopo l’arrivo di Leuven 2021) al primo anno fra le elite
Cosa potrà fare Barale (a destra, a sinistra Ciabocco) al primo anno fra le elite?
Per quanto riguarda le più giovani, da chi sei incuriosita?

C’è un bel vivaio tra le junior. Ad esempio Venturelli e Ciabocco (rispettivamente primo e secondo anno, ndr) sono molto forti ma le lascerei libere da pressioni. Piuttosto vi faccio un paio di nomi di ragazze neo-elite. Valentina Basilico (andrà alla BePink, ndr) che quest’anno ho visto da vicino in pista dove ha vinto l’europeo junior e quattro medaglie ai mondiali al Cairo. Mi ha colpita il suo modo di correre. L’altra è Francesca Barale (passerà al Team Dsm, ndr) per il suo approccio alla gara. Non sta sulle ruote, non si risparmia ed ha la mentalità giusta per attaccare.