Scultura, Reacto e Time Warp per le crono, queste sono le Merida in dotazione al TeamBahrain-Victorious. Sono le stesse versioni utilizzate nella scorsa stagione, ma con delle novità.
Grazie al contributo di Ronny Baron, meccanico del team, andiamo alla scoperta dei cambiamenti che riguardano le biciclette e di alcune curiosità tecniche che toccano anche le nuove ruote Vision.
Le nuove Vision SL45 (foto Team Bahrain-Vicotorious)Le nuove Vision SL60 (foto Team Bahrain-Vicotorious)Le nuove Vision SL45 (foto Team Bahrain-Vicotorious)Le nuove Vision SL60 (foto Team Bahrain-Vicotorious)
Rispetto alla stagione scorsa ci sono delle novità tecniche?
Merida ci ha confermato la fornitura dei modelli usati nella scorsa stagione, Scultura, Reacto e la Time Warp per le crono. Inoltre noi abbiamo avuto la fortuna di correre tutta la stagione scorsa con la trasmissione a 12 velocità e sotto il profilo della conoscenza del sistema, ad oggi è un bel vantaggio.
Altri componenti?
Abbiamo ancora Prologo per quanto concerne le selle e Vision, per una parte dei cockpit e per le ruote, qui c’è la novità. Ci sono i due nuovi modelli delle ruote SL45 e SL60.
Il modello da crono Merida Time Warp (Sprintcycling/Team Bahrain Victorious)Il modello Reacto (foto Team Bahrain Victorious)La Merida Scultura (foto Team Bahrain Victorious)Il modello da crono Merida Time Warp (Sprintcycling/Team Bahrain Victorious)Il modello Reacto (foto Team Bahrain Victorious)La Merida Scultura (foto Team Bahrain Victorious)
Quali sono le caratteristiche principali?
Le SL45 hanno un profilo da 45 millimetri, la versione precedente era da 40, mentre le 60 hanno un’altezza da 60. La vecchia versione era da 55. A prescindere dall’altezza il cerchio è cambiato completamente e nasce per il tubeless. Ha il canale interno con una larghezza da 21 millimetri e una larghezza complessiva del cerchio che permette di montare coperture fino a 35 millimetri.
Per le gomme?
Si usano le ruote al massimo delle potenzialità con i tubeless e anche nei contesti più complicati, come ad esempio la Roubaix. Le ruote si interfacciano alla perfezione con i tubeless da 28. Inoltre è cambiato anche il meccanismo interno ai mozzi.
Phil Bauhaus con la Reacto subito vittorioso in Australia(foto Team Bahrain Victorious)Anche Pello Bilbao, ma con la Scultura, ha centrato la vittoria in questa primissima parte di stagione (foto Team Bahrain Victorious)Phil Bauhaus con la Reacto subito vittorioso in Australia(foto Team Bahrain Victorious)Anche Pello Bilbao, ma con la Scultura, ha centrato la vittoria in questa primissima parte di stagione (foto Team Bahrain Victorious)
Le gomme sono sempre più larghe?
E’ così e possiamo considerare il 28 come standard. Il sistema ruota/tubolare è praticamente sparito, così come le gomme con la sezione da 25.
Per quanto concerne l’aumento dei denti delle corone, è parallelo ad un aumento di quelli dei pignoni?
Dipende dal corridore. In realtà non c’è stato un aumento dei denti dei pignoni, nel senso che è rimasta la cassetta 11-30 quella più utilizzata, anche con la guarnitura 54-40 anteriore. Piuttosto, ci sono atleti che chiedono il 55 davanti, combinato con una scala pignoni 11-34 posteriore.
Nuove soluzioni e lavoro incessante per il setting dei materiali (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)Le Metron della generazione precedente (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)La Scultura in fase di montaggio (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)Nuove soluzioni e lavoro incessante per il setting dei materiali (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)Le Metron della generazione precedente (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)La Scultura in fase di montaggio (Sprintcycling-Team Bahrain Victorious)
Dopo una stagione piena con i 12 rapporti, avete notato un consumo diverso dei componenti, rispetto alle vecchie trasmissioni?
E’ una domanda che inizialmente, come staff dei meccanici, ci eravamo posti, ma alla fine non abbiamo notato delle differenze. E’ pur vero che noi cambiamo spesso alcuni componenti sensibili, ad esempio la catena, o comunque non portiamo mai un pezzo alla fine della sua vita utile. Utilizzando questo metodo di lavoro è difficile quantificare le reali differenze, se esistono.
Ad esempio?
Abbiamo notato che la batteria interna della trasmissione a 12 velocità ha un’autonomia inferiore, rispetto a quella del sistema ad 11. Comprensibile, visto il diverso funzionamento che tiene conto anche del wireless degli shifters. In una stagione non abbiamo mai cambiato le batteria a moneta dei manettini.
Una parte di atleti in ritiro in Spagna (foto Team Bahrain-Vicotorious Charly Lopez)Una parte di atleti in ritiro in Spagna (foto Team Bahrain-Vicotorious Charly Lopez)
I corridori già presenti nel roster 2022, hanno chiesto delle variazioni importanti?
Restiamo nella normalità delle richieste che avvengono nel corso dei primi ritiri, comunque contestualizzate nel provare qualche materiale nuovo, oppure una diversa posizione in bici. Si tratta di dettagli. Il lavoro più grande viene fatto sulle bici da crono, dove in alcuni casi il corridore cambia in modo profondo la posizione, grazie anche al progredire del corridore stesso in questa disciplina e nell’utilizzo della bici specifica.
In contemporanea con il Dura Ace, ecco anche il lancio dell'Ultegra. Il fratello minore riprende le caratteristiche del top di gamma. Nei negozi da ottobre
I meccanici delle squadre non svolgono “solamente” il ruolo operativo insito nella loro qualifica. Sono degli appassionati di sport e sono anche gli amici dei corridori, una sorta di valvola di sfogo e un parafulmine. Sono anche un po’ psicologi, perché talvolta il corridore deve essere convinto e indirizzato nelle sue scelte tecniche.
Uno dei primi collegiali di stagione del Team Trek-Segafredo (foto Trek-Segafredo)Uno dei primi collegiali di stagione del Team Trek-Segafredo (foto Trek-Segafredo)
Cosa si fa quando arriva un nuovo corridore?
CORNACCHIONE: «Il primo approccio con un nuovo atleta avviene talvolta in maniera anomala, perché si cerca di avere un contatto diretto con lui prima che la stagione volga al termine. Per noi meccanici è fondamentale avere le sue vecchie biciclette, quella normale e quella da crono, dalle quali si estrapolano le misure. E’ un passaggio davvero importante, grazie al quale si determinano anche gli ordini dei materiali per la stagione futura».
BARON: «Di solito il team fa il contratto con un corridore durante la stagione e di pari passo noi riceviamo le schede tecniche. Quando c’è la possibilità, noi meccanici sondiamo direttamente anche l’atleta, per sensazioni ed eventuali necessità. Un professionista già navigato non si avventura in stravolgimenti di setting, magari qualche prova e test nella stagione lontano dalle corse. Un lavoro più articolato, approfondito è eseguito su atleti molto giovani».
ADOBATI: «Talvolta quando arriva un giovane non si conoscono in modo preciso le sue caratteristiche. Noi meccanici parliamo con i direttori sportivi, entriamo in contatto con l’atleta e si cerca di avere delle informazioni anche grazie al team di provenienza. Gli stessi corridori si dividono in due categorie. Quelli tecnici e preparati, oppure quelli che rimandano ai meccanici. A prescindere da tutto, si cerca di far avere il materiale ai nuovi arrivati anticipando il primo training camp, in modo che ci sia un adattamento graduale».
Cornacchione regola l’inclinazione delle leve del cambioCornacchione regola l’inclinazione delle leve del cambio
Mediamente quanto tempo viene dedicato all’atleta?
CORNACCHIONE: «Dipende dalla tipologia di corridore, ad esempio gli specialisti delle crono necessitano più tempo. Per dare un’idea precisa, considerando i cronoman, in un pomeriggio non si fanno più di due corridori. Sempre in merito agli atleti che puntano sulle prove contro il tempo, talvolta le sedute sono divise in più puntate. Si va in galleria del vento, oppure lo stesso corridore è coinvolto nello sviluppo dei nuovi materiali. I tempi si allungano perché i test sono numerosi. Lavorare sulle bici tradizionali invece è piuttosto veloce anche con i nuovi innesti. Viene data la possibilità di lavorare sui nuovi materiali e di arrivare ai primi ritiri con un buon setting».
BARON: «Quando trovi il nuovo innesto alle corse si cerca di entrare nel dettaglio e ci si confronta con lui. Non è un lavoro semplice, perché è obbligatorio rispettare anche i contratti, che di solito scadono alla fine di dicembre. E’ fondamentale per i meccanici ascoltare ed interpretare le parole del corridore, poi dipende anche dalla sua sensibilità. E’ necessario considerare anche la capacità di adattamento dell’atleta».
ADOBATI: «Le fasi sono diverse. La prima è quella riferita alla consegna della prima bicicletta ed in genere un’oretta è sufficiente, riportando le vecchie misure sulla bici nuova. Un secondo step è quello del primo collegiale, dove si eseguono gli aggiustamenti del caso e se sono necessari cambi importanti si dedicano anche due/tre ore. Per il fitting della bicicletta, il team Trek-Segafredo si avvale del Centro Mapei. Il lavoro di messa in sella e adattamento aumenta, anche per via dei tanti materiali da provare, quando ci sono le bici da cronometro».
Baron alle prese con gli aggiustamenti delle bici (foto Bahrain Victorious)Baron alle prese con gli aggiustamenti delle bici (foto Bahrain Victorious)
Vengono fatte delle sedute in stile accademy?
CORNACCHIONE: «Facciamo una sorta di training camp con sedute informative. Quest’anno si è svolto prima della fine di ottobre e ha permesso a tutto lo staff di entrare in contatto con i nuovi e di avere il polso delle loro esigenze. Per noi meccanici è stato importantissimo, ci ha permesso di anticipare il lavoro di messa in sella di ogni atleta. E’ stata una settimana intensa, ma produttiva. Il tema è stato dedicare il più tempo possibile ad ogni singolo corridore».
BARON:«Viene fatto un training camp, quello di dicembre, con dei veri e propri meeting, dove ogni azienda sponsor presenta i prodotti in dotazione al team. Questo avviene per i corridori già presenti in organico e per quelli nuovi. A questo si aggiunge anche il ruolo di noi meccanici che cerchiamo di insegnare a tutti i corridori i piccoli trucchetti per gestire al meglio la bicicletta da allenamento che è a casa».
ADOBATI: «Assolutamente si. Ogni parte della bicicletta, nel nostro caso Trek, prevede l’intervento di un ingegnere che espone le peculiarità e le caratteristiche del componente. Questo riguarda anche lo staff e i meccanici. A questi si aggiungono anche i diversi sponsor tecnici. Durante i ritiri si eseguono delle vere e proprie sessioni informative per tutti, maggiormente approfondite per i nuovi ingressi che non hanno utilizzato il nostro materiale».
Mauro Adobati alle prese con l’aggiustamento di un manubrio (foto Trek-Segafredo)Mauro Adobati alle prese con l’aggiustamento di un manubrio (foto Trek-Segafredo)
Generalmente quanto tempo è necessario per far si che il corridore si adatti ai nuovi materiali?
CORNACCHIONE: «Difficile da dire, molto dipende dai materiali e le differenze con i precedenti. Comunque, un corridore pro, una volta trovata la giusta posizione in sella, in due settimane trova il setting ottimale e difficilmente lo cambia nel corso della stagione».
BARON: «Circa un mese, talvolta un mese e mezzo, poi dipende dal soggetto. I corridori di vecchio stampo non cambiavano la posizione di un millimetro, nell’arco di tutta la loro carriera. Quelli giovani sono portati a sperimentare di più e questo fattore comporta un tempo maggiore per capire il mezzo. In inverno il corridore ci mette più tempo ad adattarsi perché le variabili in gioco sono diverse. Può essere che ha qualche chilogrammo in più addosso, oppure sta facendo palestra e la sua muscolatura è appesantita».
ADOBATI: «Un corridore giovane si adatta molto rapidamente, poi ovviamente entra in gioco la parte soggettiva. Per dare un riferimento, ci vogliono un paio di mesi, si tratta di essere perfetti al 100% e di accontentare a pieno le richieste dell’atleta. Qui c’è da considerare anche la doppia bicicletta. Ad ogni atleta vengono dati i due modelli, Emonda e Madone, i due mezzi di riferimento per il team e lui può scegliere».
Altezza e arretramento sella, tra le operazioni più richieste, non solo dai nuovi (@trek-segafredo)Altezza e arretramento sella, tra le operazioni più richieste, non solo dai nuovi (@trek-segafredo)
Un aneddoto che porti con te?
CORNACCHIONE: «Il ricordo di un Ganna giovane che era appena arrivato in squadra, quindi un atleta che doveva ancora vincere tanto e diventare l’atleta che conosciamo oggi. Filippo è un corridore al quale piace l’abbinamento dei colori è curioso di sapere quando c’è un componente diverso e particolare. Il manubrio da crono 3D non era ancora stato sviluppato e provato. Lui è stato il primo ad usarlo e portarlo in gara. Al momento della consegna, era felice come un bambino che riceve il regalo di Natale. Porterò sempre con me il sorriso e l’entusiasmo di quel ragazzo, oltre alla consapevolezza di quanto il team e Pinarello avevano investito. Lui è geloso di quel manubrio e per lui è un punto fermo. Le misure di quel componente non sono mai state cambiate. Sono convinto che se lo metterà in bacheca».
BARON: «Mi ha colpito la preparazione tecnica di Nibali, sempre sul pezzo, curioso, capace e interessato ad ogni dettaglio ed innovazione. Ma anche Petacchi, due corridori pignoli, maniacali e in grado di sostituire i meccanici in alcune operazioni. Oppure lo stesso Sonny Colbrelli, molto ordinato e curioso sotto il profilo tecnico. Tra i corridori che ti trasmettono qualcosa annovero anche Caruso, Landa e Mohoric, tutti capaci nell’ambito della meccanica della bicicletta. Quest’ultimo lo vedo crescere stagione dopo stagione, un vero intenditore sulle pressioni delle ruote, aerodinamica, senza dimenticare il reggisella telescopico con il quale ha vinto la Sanremo 2022. Non è un componente standard, o meglio, lo abbiamo sviluppato e adattato grazie alle sue indicazioni. Con corridori come questi si creano delle complicità che fanno progredire il nostro mestiere e lo sviluppo dei materiali».
ADOBATI: «Gli aneddoti da raccontare sono tanti, ma quello che mi ha colpito nelle ultime stagioni è la preparazione e la competenza di alcune ragazze del team, tra queste Elisa Longo Borghini. Sanno quello che vogliono e sono in grado di capire anche le minime differenze tra un materiale ed un’altro. Non mi capita spesso di aver a che fare con la compagine femminile, se non in occasione dei ritiri collegiali, dove i maschi e le donne sono insieme, ma questo aspetto mi ha colpito parecchio».
Con il ritorno delle gare in Europa si apre un altro capitolo del nostro percorso tecnico. L’obiettivo è quello di mettere a confronto, per quanto possibile, le biciclette dei pro’ che hanno primeggiato nelle classiche monumento 2021 e sbirciare quali novità (se ci saranno) ci presenta la stagione 2022, rimanendo sempre nell’ambito tecnico. Siamo andati da Ronny Baron, meccanico del Team Bahrain-Victorious e di Sonny Colbrelli, vincitore della Parigi-Roubaix dello scorso anno.
Poche variazioni, Colbrelli a Roubaix utilizzerà praticamente la stessa biciPoche variazioni, Colbrelli a Roubaix utilizzerà praticamente la stessa bici
Ci puoi ricordare la configurazione della bici che ha vinto la Roubaix 2021?
Colbrelli utilizza una Merida Reacto per tutte le gare, una monoscocca in carbonio davvero molto rigida e performante. Per la Roubaix 2021 è stata montata con le ruote Vision da 55 millimetri e con gomme tubelessContinental da 32 millimetri di sezione. Le gomme erano gonfiate a 3,5 bar l’anteriore e 4 bar la posteriore, entrambe con il lattice.
Trasmissione?
All’epoca la bici era montata con lo Shimano Dura Ace Di2 a 11v, 54 con il 42 o 44 davanti, non ricordo con precisione la corona inferiore e 11-30 dietro. Sono i rapporti che utilizza di solito Colbrelli, con la variabile dell’11-28 per la scala pignoni. Il manubrio era Vision ACR, full carbon e integrato, con attacco da 110 millimetri e 420 di larghezza. Sonny usa una sella Prologo, modello Nago C3 senza CPC, utilizza sempre quella ormai da tempo e continuerà ad utilizzarla anche nel 2022.
Molte scelte adottate nel 2021, sono ora delle conferme, ad esempio i tubelessMolte scelte adottate nel 2021, sono ora delle conferme, ad esempio i tubeless
Ruote tubeless anche per il 2022?
La tendenza è quella ed è la scelta del 90% dei corridori, non solo per le gare di primavera. Qualcuno utilizzerà i tubolari, ma ormai tutto si è spostato sui tubeless, ruote a profilo alto in carbonio e con il canale interno largo. Pneumatici con la sezione allargata e pressioni più basse rispetto al passato. Comunque sì, la tendenza è tubeless per tutti e devo dire che la maggior parte dei corridori apprezzano. E’ finita l’epoca dei tubolari gonfiati a 10 atmosfere e oltre.
Con Sonny avete già discusso della bici 2022 per campagna del Nord?
Sì certo, ne abbiamo parlato e posso dire fin da ora che le scelte rimarranno quelle del 2021, giusto qualche variabile, qualche piccolo dettaglio. Una di queste potrebbe essere la trasmissione, ora abbiamo in dotazione il Dura Ace a 12 rapporti. Credo che monteremo una doppia 54-40 davanti, oppure la stessa configurazione dell’anno passato. Le ultime valutazioni le farà il corridore a ridosso della gara. Dietro una scala 11-30.
La preparazione ad una gara è un percorso, dove si effettuano test e proveLa preparazione ad una gara è un percorso, dove si effettuano test e prove
Quali sono le altre variabili che potrebbero entrare in gioco?
Dobbiamo sempre considerare che ogni corsa e ogni periodo sono a sé, per esigenze e necessità. Possiamo pensare che il corridore chieda un manubrio leggermente differente, magari compact e rotondo nella sezione superiore. Ma è una valutazione che si farà in quel periodo e a ridosso della gara. A prescindere dalla piega, verrà chiesto di usare un nastro manubrio più spesso e che va a coprire la parte sopra nella sua interezza. In questo caso utilizzo un nastro con l’inserto in gel.
Ci sarà uno scostamento delle misure rispetto alla bici tradizionale?
Normalmente Colbrelli utilizza le stesse misure per tutta la stagione, come ormai buona parte dei corridori. Quando vengono richiesti degli interventi per le gare in Belgio, questi sono minimi, di poco conto e non sono al pari di stravolgimenti. Cambia la posizione delle leve, quella sì e di solito vengono rialzate.
E invece per i movimenti rotanti della bicicletta?
Rimaniamo nello standard, non vengono prese contromisure particolari.
Per la Roubaix 2022 di Colbrelli, confermata la scelta Reacto con minime variazioni rispetto allo scorso annoPer la Roubaix 2022 di Colbrelli, confermata la scelta Reacto con minime variazioni rispetto allo scorso anno
Ci sono dei piccoli segreti che il meccanico utilizza nelle gare del Belgio?
I piccoli segreti ed interventi particolari si facevano una volta, quando sul mezzo si poteva operare in modo differente. Ora le biciclette sono delle monoscocca in carbonio, poco modificabili. Diciamo che nelle corse del Nord la leggerezza della bici passa in secondo piano e si dà un merito maggiore alla sostanza.
Ad esempio?
Ad esempio si usa molta pasta grippante per evitare che scenda il reggisella. Si utilizzano le viti in acciaio e meno quelle in ergal ultraleggere. Mettiamo del nastro nel portaborraccia in carbonio per aumentare il grip e la tenuta. Si stringono di più le molle dei pedali. Ci sono tanti piccoli accorgimenti che hanno il compito di prevenire il problema, i piccoli segreti sono questi.
Si chiama Settimana ed è la nostra speciale selezione di contenuti editoriali pubblicati su bici.PRO negli ultimi sette giorni.
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