Tour of the Alps: una cerniera che unisce popoli e culture

22.11.2024
5 min
Salva

RIVA DEL GARDA – Il 48° Tour of the Alps partirà il 21 aprile 2025 da San Lorenzo Dorsino, nel cuore del Trentino, per poi risalire velocemente verso l’Alto Adige e il Tirolo, terminando a Lienz, in Austria, il 25 aprile. La grande partecipazione alla presentazione della corsa che si svolge sulle strade dell’Euregio fa capire quanto l’evento sia radicato nel territorio e sentito. La posizione strategica nel calendario offre a questa corsa un parterre sempre interessante, che porta sulle strade appassionati e curiosi.

Cinque tappe, quindi, con un totale di 739 chilometri e un totale di 14.700 metri di dislivello. Il Tour of the Alps si conferma la corsa degli scalatori. Affacciata sul Giro d’Italia questa corsa diventa il banco di prova dei pretendenti alla maglia rosa. La conferma di ciò arriva dalla presenza del direttore del Giro, Mauro Vegni.

Storia e valori

Apre le danze il presidente del Gruppo Sportivo Alto Garda, Giacomo Santini (in apertura insieme a Cordiano Dagnoni, foto Luca Matassoni). Negli anni il Tour of the Alps ha allargato i propri orizzonti, arrivando in Sud Tirolo e poi in Tirolo.

«Quella che sta per iniziare – dice Santini – è l’ottava edizione del Tour of the Alps, che prima prendeva il nome di Giro del Trentino. Da sette anni a questa parte la nostra corsa è considerata uno dei più significativi esperimenti di cooperazione transfrontaliera. La nostra voglia di valorizzare le affinità che esistono tra i popoli ci ha spinti oltre il Brennero, che nel tempo si è trasformato da frontiera a cerniera. Da allora abbiamo scoperto che abbiamo valori comuni non solo sul piano sportivo, ma umano, culturale e storico».

Dal Trentino all’Alto Adige

Il clima del prossimo Tour of the Alps, e della sua essenza, lo si respira grazie al vento freddo che dalle montagne scende a farci compagnia. La neve scende su Riva del Garda, e ci ricorda come questa gara possa essere impegnativa, ma sempre circondata da panorami unici. Per riallacciare il filo con l’edizione passata si deve fare un salto indietro di sette mesi, a quando lo spagnolo Juan Pedro Lopez si impose su Ben O’Connor e Antonio Tiberi. Le salite dell’Euregio ci avevano consegnato le ambizioni di un giovane Valentin Paret-Peintre, l’audacia di Giulio Pellizzari e la maglia bianca di Antonio Tiberi. Tutte firme che poi abbiamo ritrovato al Giro d’Italia qualche settimana dopo.

Si riparte quindi da dove ci eravamo lasciati: dal Trentino. Con la prima tappa che inizia con un giro ad anello nel territorio delle Dolomiti Paganella. Partenze e arrivo da San Lorenzo Dorsino con una frazione di 148 chilometri. Il giorno dopo subito la fatica più grande di questi cinque giorni: da Mezzolombardo a Vipiteno. 178 chilometri e ben 3.750 metri di dislivello che porteranno il gruppo in Alto Adige.

Alto Adige e Austria

Da sud verso nord, un cammino rapido che in soli cinque giorni porta i corridori e la corsa dal Trentino all’Austria. Il raccordo è unico: la bicicletta e il turismo, senza confini. L’obiettivo negli anni è stato abbattere i muri e le differenze linguistiche per arrivare a costruire un evento che è uno spot per il ciclismo. 

Le rimanenti tre tappe faranno gola ad attaccanti e scalatori. La terza frazione, che si snoderà nel cuore dell’Alto Adige, toccherà la vetta più alta di questa edizione, con i 1.748 metri del Passo Furcia. In 145 chilometri si partirà da Vipiteno per arrivare poi a San Candido. Per concludere le loro fatiche, i corridori, dovranno sconfinare in Austria, dove con un breve trasferimento arriveranno a Sillan, per pedalare fino a Obertilliach. In questa tappa di 160 chilometri si toccherà la quota maggiore, con i 1.753 metri della salita che porta a Misurina, non etichettata come GPM. Il gran finale sarà opera della città di Lienz. Nella quale con un breve ma esplosivo giro ad anello si metterà la sigla sulla corsa. 

La caratteristica distintiva del Tour of the Alps sono le salite che in pochi chilometri portano il gruppo in quota
La caratteristica distintiva del Tour of the Alps sono le salite che in pochi chilometri portano il gruppo in quota

Tante salite, due soli GPM 

Al Tour of the Alps siamo abituati a vedere il gruppo con il naso rivolto all’insù, verso le cime che circondano e uniscono le diverse valli. Nella sua 48ª edizione la corsa dell’Euregio affronterà tante ascese, alcune delle quali fanno parte della storia di questa manifestazione. Altre, invece sono inedite. 

L’organizzazione ha scelto di selezionare due soli salite per ogni tappa da etichettare come GPM, ma questo non vuol dire che le difficoltà altimetriche siano limitate. I 14.700 metri di dislivello, poco meno di 3.000 metri a frazione sgraneranno il gruppo, e incoroneranno il migliore degli scalatori, o il più audace degli attaccanti.

Una delle particolarità del Tour of the Alps è che ci sono pochissimi trasferimenti, una cosa davvero gradita dalle squadre e dai corridori. Altra caratteristica unica di questa corsa sono i percorsi: con tappe lunghe ma mai oltre i 200 chilometri e salite impegnative. Insomma la giusta palestra per arrivare al meglio al Giro d’Italia.

Texstile torna a Riva, cresce e guarda al futuro

20.05.2023
5 min
Salva

Si replica lunedì e martedì, 22-23 maggio, ancora una volta al Pala Vela di Riva del Garda. Stiamo parlando di Texstile 2023, la fiera molto esclusiva in cui i produttori italiani di tessuti tecnici invitano i rispettivi partner commerciali per sottoporgli le ultime novità. Quest’anno gli espositori saranno 21, gli inviti da loro inoltrati sono per 350 aziende produttrici di abbigliamento. Al centro il lago di Garda.

Texstile 2023, come già lo scorso anno, si svolgerà il 22-23 maggio al Pala Vela di Riva del Garda (foto Expo Time)
Texstile 2023, come già lo scorso anno, si svolgerà il 22-23 maggio al Pala Vela di Riva del Garda (foto Expo Time)

Il 22-23 maggio a Riva

Texstile, come già lo scorso anno, è organizzata da Expo Time, la società guidata da Marco Rossignoli con cui esploriamo la prossima edizione alla sua vigilia, in attesa di riceverne successivamente i riscontri.

«La situazione generale di mercato – spiega – è molto ferma. Le aziende hanno fatto numeri pazzeschi negli anni scorsi, durante la pandemia, adesso invece la situazione è complicata per tutta la filiera. Dalla bici fino all’abbigliamento e quindi di rimando anche per chi fa tessuti, membrane e accessori. Il movimento è lento, eppure stavo partecipando proprio ieri a un convegno molto interessante sul tessile sportivo. L’Europa fa circa 25 miliardi di valore del tessile sportivo e solo l’Italia ne fa 7. Quindi quasi un terzo viene dall’Italia e questo fa capire la forza delle nostre aziende».

Anche Texstile 2023 sarà aperta a sole aziende italiane, che a loro volta hanno invitato 350 partner (foto Expo Time)
Anche Texstile 2023 sarà aperta a sole aziende italiane, che a loro volta hanno invitato 350 partner (foto Expo Time)
Forse non se ne ha neppure una grande consapevolezza: si conosce il marchio che confeziona i capi, non quello che produce i tessuti…

Si raccontano poco, però sono veramente leader a livello mondiale. Sempre ieri ho scoperto che in ogni cellulare c’è una parte di tessuto tecnico che copre il microfono. Ed è un’azienda italiana che ha l’esclusiva con Samsung, Apple e con tutti i giganti della telefonia. Nel nostro piccolo, siamo molto contenti perché questo evento nasce proprio per la promozione del made in Italy.

Infatti anche quest’anno partecipano soltanto aziende italiane, giusto?

Come espositori è ancora così. Sono felice però perché ci hanno chiamato delle aziende straniere che volevano esporre e ovviamente per quest’anno non hanno potuto. Per il prossimo, decideranno le aziende che espongono se aprirlo anche al resto dell’Europa o mantenerlo chiuso.

Il numero degli espositori è aumentato, sia pure di poco.

Nonostante la situazione sia ferma, il 90 per cento delle aziende che hanno partecipato lo scorso anno hanno confermato la partecipazione. Nel 2022 hanno partecipato 18 aziende e 16 hanno riconfermato. E a fronte delle 2 che non hanno confermato, se ne sono aggiunte altre 5, quindi quest’anno ne abbiamo 21. Non è una fiera che punta a fare grossi numeri a livello di espositori, una volta che arrivi a 40 aziende hai le più importanti del settore. Noi siamo contenti.

Le aziende che producono tessuti propongono i nuovi tessuti a marchi sportivi e della moda (foto Expo Time)
Le aziende che producono tessuti propongono i nuovi tessuti a marchi sportivi e della moda (foto Expo Time)
I visitatori accedono ancora per invito?

Esatto e attualmente ci sono circa 500 persone invitate, in rappresentanza di circa 350 aziende. Sono un bel numero se pensiamo che alla fine l’anno scorso ne arrivarono 200. La cosa interessante è che quest’anno ho visto l’interesse anche di aziende non direttamente coinvolte nel settore sportivo. Per dare un’idea, venti giorni fa ci ha chiamato Versace, che verrà a visitare la fiera perché è interessata ai tessuti tecnici per l’applicazione nel campo della moda e non è l’unica. Il senso è proprio questo: allargare la platea dei potenziali espositori, perché di fatto ormai la parte tecnica e la moda si stanno sempre di più incontrando, anche per i capi dell’uso quotidiano.

In ogni caso le aziende che lavorano con i team professionistici sono sempre alla ricerca dei tessuti più performanti…

Quest’anno è ancora più importante aggiornarsi. Sono cambiate le normative europee e tutta una serie di prodotti per rendere impermeabili, waterproof, alcuni capi non si potranno più usare. Sono state bandite alcune sostanze chimiche fra cui la naftalina e di conseguenza alle aziende è richiesto un enorme aggiornamento. Anche quelle di dimensione medio piccola, che non hanno la capacità di fuoco delle multinazionali, ma col cambio di normativa devono necessariamente continuare a investire in ricerca e sviluppo.

Lunedì sera buffet e aperitivo in riva al lago di Garda: una fiera familiare per i rapporti e insieme esclusiva (foto Expo Time)
Lunedì sera buffet e aperitivo in riva al lago di Garda: una fiera familiare per i rapporti e insieme esclusiva (foto Expo Time)
Riva vi ha accolto nuovamente bene?

Sono stati contenti l’anno scorso e lo siamo stati anche noi. Ci sono venuti incontro praticamente per tutto quello che abbiamo richiesto. Si lavora molto bene, il posto è meraviglioso. Alla vigilia alcune aziende hanno organizzato con l’agenzia che ci segue delle attività da fare la domenica, tempo permettendo, con i loro clienti migliori. Una gita al lago in barca, poi un giro in bicicletta e ovviamente la grigliata finale in un agriturismo. Noi organizziamo un aperitivo per il lunedì sera e il martedì aspetteremo anche il passaggio del Giro d’Italia che arriva sul Bondone. Manca poco, fermatevi per un saluto. Vi aspettiamo…

Texstile

Texstile chiama le eccellenze del tessile made in Italy

08.04.2022
5 min
Salva

Una fiera a porte chiuse, in cui parlare seriamente di affari. Un evento di breve durata, che domani potrebbe diventare anche itinerante, capace di unire il mondo del lavoro con quello del turismo. Si chiamerà Texstile, con un raffinato gioco grafico e di parole per unire il tessile con lo stile.

«L’idea è partita da alcune aziende del settore – spiega Marco Rossignoli, Amministratore di Expotime Srl – con una precisa filosofia. L’Italia è leader nel tessile in generale e ancor più in quello sportivo. La filiera italiana è composta da piccole e medie imprese di grande qualità e rappresenta praticamente un unicum nel panorama mondiale del settore. Attualmente le manifestazioni di riferimento si svolgono quasi tutte in Germania, ma i nostri rappresentano sempre la delegazione più nutrita. Allora perché non pensare di portare qui una fiera di settore, disegnandola come loro vogliono? E’ cominciato tutto così…».

Texstile, il primo evento di promozione della filiera del tessile sportivo made in Italy
Texstile, il primo evento di promozione della filiera del tessile sportivo made in Italy

Primato italiano

Prendiamo il filo allora e seguiamolo. Rossignoli ha il timbro di voce bello pimpante di quando si illustra un progetto in cui si crede molto. La Expotime che guida è il riferimento per le aziende che vogliano partecipare a una fiera. Offre loro la logistica e le soluzioni possibili per raggiungere gli obiettivi prefissati: ne abbiamo parlato di recente a proposito dello spostamento di Eurobike a Francoforte. In questo caso, facendo un passo in avanti, Expotime diventa organizzatore dell’evento.

«L’idea è nata a Eurobike 2019 – spiega – parlando con alcuni clienti secondo cui quel tipo di fiera era una perdita di tempo. Erano molto più interessati alla formula dei Performance Days, che si svolgono a Monaco ogni 6 mesi, ad aprile e dicembre, e sono diventati ormai un riferimento. Non è che siano il massimo, perché poi trovi sempre gli orientali che vengono per osservare, diciamo così. E se partecipi una volta, devi esserci sempre. Non è scritto da nessuna parte, ma se vuoi mantenere il posto, è così. E allora, visto che almeno 1/4 di queste aziende sono italiane, abbiamo pensato di organizzare un evento che non fosse la solita fiera, dandogli anche un’apertura turistica».

All’interno del Palavela, la possibilità di uffici riservati (foto Riva del Garda Congressi)
All’interno del Palavela, la possibilità di uffici riservati (foto Riva del Garda Congressi)
Quindi cosa avete fatto?

C’è stato un meeting a Brescia, in cui abbiamo chiesto a tutte queste aziende di indicare le loro esigenze, sulle quali avremmo costruito l’evento. Come prima cosa abbiamo individuato la location di Riva del Garda, la cui fiera – il Palavela – ha un piccolo padiglione perfetto per queste dimensioni. Abbiamo stabilito una quota fissa di partecipazione, inferiore ai 5.000 euro, nella quale è compreso un ufficio all’interno della fiera per le trattative riservate, l’uso della lounge e la possibilità di far partecipare gli operatori soltanto a invito. Ogni azienda inviterà coloro con cui ha voglia e bisogno di interagire. In questo modo terremo alla larga i perditempo e i furbetti, che magari si infilano con il loro campionario e fanno business senza esporre.

Un evento per pochi, insomma…

Un evento di alta gamma, diciamo così. Si svolgerà il 20-21 giugno, lunedì e martedì. E’ studiato perché nel weekend precedente, si possano proporre esperienze legate al turismo. Un’azienda organizzerà una pedalata sul lago, un’altra ha puntato sul giro in barca. Altri faranno una visita a Verona. Noi mettiamo a disposizione gli accompagnatori per organizzare attività a uso dei familiari degli espositori che non vogliano eventualmente restare con le mani in mano: Riva per questo è attrezzatissima. E poi il catering in fiera sarà curatissimo, con eccellenze del made in Italy anche a tavola.

La lounge sarà la piazza degli incontri e del relax (foto Riva del Garda Congressi)
La lounge sarà la piazza degli incontri e del relax (foto Riva del Garda Congressi)
Di quante aziende parliamo?

L’obiettivo di partenza è di 25-30, ad ora siamo arrivati a 17 tutte già inserite nel nostro sito. Ognuna di loro inviterà i suoi partner, abbiamo pensato a 20, quindi fra gli invitati ci saranno i vari maglifici sportivi. Fa piacere vedere che aziende importanti come Vagotex e Carvico abbiano accettato subito e siano anche molto determinate. Fa un po’ sorridere che qualcuno tra i primi firmatari adesso sia lì che nicchia, dicendo che magari viene a vedere per poi entrare il prossimo anno.

Aziende del mondo dello sport e basta?

In realtà c’è interesse anche dal mondo della moda, perché vedete bene anche voi che stile e sport ormai sono legatissimi. E se infatti valuteremo che 20 inviti sono pochi, potremo studiare un’altra formula. Avere 20 espositori, significherebbe contare su 400 operatori coinvolti. Poi magari alcuni saranno doppi e il numero sarà inferiore, perché magari Santini lo inviteranno in due o tre, però si tratta sempre di un numero interessante.

Sembra una cosa bella…

Diventa un’evento che promuove il Made in Italy e l’Italia. Può essere itinerante, ospitarlo può far gola anche ad altre località turistiche. E quel che ci piace è che resiste il concetto di vedersi e parlare di affari dal vivo. Per questo andremo ai Performance Days per fare promozione.

Il lago, cornice perfetta per affari e turismo (foto Riva del Garda Congressi)
Il lago, cornice perfetta per affari e turismo (foto Riva del Garda Congressi)
Come vi ha accolto Riva del Garda?

Direi molto bene e per le misure è parso di tornare alle prime edizioni di Friedrichshafen. Hanno fatto un ottimo prezzo e hanno messo a disposizione un’agenzia che organizza eventi. Il lago è molto attivo sul turismo, quindi immagino che anche per loro sia un’utile occasione. E secondo me questa nuova formula ha potenzialità molto interessanti.

Texstile

E prima di partire, il Tour of the Alps riletto con Garzelli

23.04.2021
6 min
Salva

Mentre Simon Yates ha appena finito di dire di essere soddisfatto, per aver trovato le sensazioni che cercava e un’ottima squadra, Stefano Garzelli rimette in ordine gli appunti del Tour of the Alps e si prepara per i sopralluoghi delle ultime nove tappe del Giro. E poi anche per lui sarà tempo di andare a Torino per la partenza.

La corsa ha dato grandi indicazioni per se stessa e per il Giro d’Italia. E se prima non stava bene tirare in ballo la corsa rosa per rispetto verso i padroni di casa, artefici di una manifestazione davvero eccellente, ora uno sguardo alle tre settimane che si annunciano è quantomeno indicato. Per questo abbiamo puntato nuovamente su Garzelli. Perché il Tour of the Alps lo ha commentato accanto a Pancani. Perché conosce il percorso del Giro. E perché, soprattutto, un Giro l’ha vinto. Andiamo per nomi e vediamo che idea si è fatta il varesino che da anni vive a Valencia.

Yates, vincitore giusto?

«Ha dimostrato una grande condizione – comincia – e arriverà al Giro davvero prontissimo. Inoltre le prime tappe saranno subito dure, per cui avere già la gamba giusta potrebbe essere un vantaggio. So bene che l’obiezione è che anche nel 2018 partì fortissimo e poi si spense, ma quell’esperienza lo ha sicuramente segnato e già alla Vuelta dello stesso anno corse in modo più accorto e vinse. E poi sono convinto che debba ancora migliorare. Per quello che ha fatto vedere al Tour of the Alps, è il favorito numero uno del Giro d’Italia».

Pello Blbao ha vinto una tappa e conquistato il secondo posto al Tour of the Alps
Pello Blbao ha vinto una tappa e conquistato il secondo posto

Pello leader o gregario?

«Gregario di Landa – dice senza esitazione – la fortuna è che sono amici, essendo entrambi baschi. Di certo non avrebbe senso partire per il Giro con due leader e visto il campo dei partenti, Landa ha un’ottima occasione di conquistare il podio. Sarebbe da stupidi non puntare su di lui. Inoltre Pello ha fatto i Paesi Baschi, va forte da qualche settimana di troppo per pensare che possa avere la terza al Giro d’Italia».

Froome in fuga: primo segnale di vitalità del britannico
Froome in fuga: primo segnale di vitalità del britannico

Froome ha deluso?

«Sentendo voci in gruppo – dice pensieroso Garzelli – pare che si staccasse quando c’erano ancora 70-80 corridori. Per prendere la fuga ieri un po’ di gamba deve averla e di sicuro non soffre la pressione: ha troppa abitudine, anche se questa è una pressione differente. Credo che stia prendendo questa stagione come un rodaggio per la prossima, perché i postumi dell’incidente non sono spariti. Lo svantaggio è che il gruppo si è popolato di giovani esplosivi e aggressivi, contro i quali non è facile correre a una certa età. Inoltre Sky era costruita su di lui, è dura se adesso è lui a dover spiegare come costruire la squadra. Diciamo che al Delfinato sapremo un po’ meglio quale sia il livello attuale».

Peccato per la tappa di Riva sfuggita, ma il 4° posto dimostra che Moscon c’è
Peccato per la tappa di Riva sfuggita, ma il 4° posto dimostra che Moscon c’è

Moscon è tornato?

«E’ stato bello vederlo protagonista – dice secco – mi è solo dispiaciuto per oggi, perché tirando da subito avrebbero potuto vincere con lui la terza tappa. Il fatto che abbia sprintato per il quarto posto fa pensare che ha la mentalità del leader e spero per il ciclismo italiano che sia davvero così. Anche dal Belgio non vengono grandi segnali e siamo ancora qui ad augurarci il recupero di Nibali. Non so se a Liegi Moscon potrà correre per vincere, magari andrà in supporto dei compagni. Ma non mi stupirei di vederlo in fuga e arrivare davanti, con il pretesto di tenerli coperti».

Sivakov frenato dalla caduta, alternativa a Bernal per il Giro
Sivakov frenato dalla caduta, alternativa a Bernal per il Giro

Sivakov ha deluso?

«Abbiamo detto che ha ceduto, quando in realtà potrebbe aver pagato la caduta di mercoledì. Certo ieri ha messo la squadra a tirare, ma potrebbe averlo fatto per garantirsi un ritmo costante e non permettere scatti. Al Giro lo vedo accanto a Bernal, che è un mistero, visto che non corre dalla Tirreno. Bernal è Bernal, ma negli ultimi mesi ha avuto i suoi problemi. Fossi nei tecnici della Ineos, gli terrei Sivakov accanto, pronto semmai a subentrare».

Vlasov terzo finale al Tour of the Alps, è in chiara crescita di condizione
Vlasov terzo al Tour of the Alps, in crescita di condizione

Vlasov farà un bel Giro?

«E’ il nome che ho fatto in cronaca – dice – perché è molto costante, anche se va provato nelle tre settimane. Sa vincere, perché lo ha già fatto, e ha alle spalle Martinelli che qualche Giro l’ha pur messo in bacheca. Ha vinto il Giro U23 gestendo la pressione della crono Real Time. Saper vincere è qualcosa di innato, anche se puoi lavorarci. A tutti tremano le gambe arrivando verso il traguardo, esiste la paura di vincere. Quello cui tremano di meno sarà il vincitore. Credo che sia pronto anche mentalmente».

La Bike Exchange è stata molto bene accanto al suo leader
La Bike Exchange è stata molto bene accanto al suo leader

Quale l’ammiraglia migliore?

«Bella domanda – risponde – direi la Bike Exchange. Non si sono mai innervositi. Ieri hanno tenuto la fuga a due minuti e anche oggi sono riusciti a non perderli di vista. Hanno corso bene in favore di Yates e arrivano al Giro con un bel collettivo. Magari non saranno la squadra più forte, ma certo saranno una delle più unite».

Quanto vale Fabbro?

«Potrebbe volere più spazio – dice – e gli alti e bassi di questi giorni sono dovuti sicuramente all’altura conclusa da poco. Al Giro potremmo aspettarci da lui un piazzamento nei dieci, ma se sarà al servizio di Buchmann, magari dovrà accontentarsi di altro. Non è ancora un vincente, gli manca qualcosa, ma rispetto agli anni passati lo vedo più sicuro mentalmente. Sulle potenzialità, finché non affronti da leader una corsa di tre settimane, non puoi sapere se sarai all’altezza».

Maurizio Evangelista, organizzatore della corsa, qui con Vlasov
Maurizio Evangelista, organizzatore della corsa, qui con Vlasov

Un giudizio sulla corsa?

«Gli organizzatori – dice – hanno fatto un gran lavoro, con due sole sbavature. Le auto parcheggiate sul percorso a Innsbruck, che oltre ad essere pericolose hanno dato una brutta immagine. E la discesa della tappa di Pieve di Bono. Ero andato prima a vederla con Pancani e ho visto subito che sarebbe stata critica, potevano benissimo fare il circuito al contrario. Detto questo, è stata una bellissima corsa. Dura il giusto e con tappe non lunghissime. La bellezza di una corsa come questa è che sblocca la fantasia, perché i corridori non ne hanno paura. La tappa di 200 chilometri li tiene bloccati, la tappa breve e dura consente l’inventiva. Tutto sommato davvero una bella corsa».

Una corsa, ci sentiamo di aggiungere, in cui abbiamo potuto svolgere ottimamente il nostro lavoro di giornalisti, con gli spazi e le giuste libertà, avendo sostenuto i due tamponi che hanno autorizzato una possibilità di movimento che altrove è ancora impossibile. Anche per questo, una grande corsa.

tadej_pogacar_Tour2020

Fantin, come nasce un occhiale cool?

08.10.2020
4 min
Salva

Claudio Fantin è quel tipo con i capelli bianchi sparati in testa che viaggiava assieme a Rudy Barbazza. Rudy Project era un marchio in rampa di lancio e lui ne era il Worldwide Export Manager. Assieme a suo zio, nel 1985 aveva già fondato SciCon, produttore di borse per il ciclismo

Da allora sono passati parecchi anni. Fantin nel frattempo si è trasferito a Monaco. Ha intrapreso svariate attività. Nel 2010 è diventato socio di T&F Sport di Montecarlo, specializzata in management di squadre di ciclismo e atleti.

Poi si è riavvicinato al Veneto. E’ Group Marketing Strategist del gruppo Asg, è tornato in SciCon e rilanciato forte il marchio delle borse, è tornato al vecchio amore. E’ così nato il mondo SciCon Eyewear, gli occhiali con cui Tadej Pogacar ha conquistato il Tour de France.

Fantin nel frattempo ha tagliato i capelli, ma non ha smesso di essere il vulcano di allora. E non è un caso che nel discorso tornino tante frasi del Barbazza pensiero. Se la scuola da cui vieni è valida, te la porti dietro a lungo.

occhiali_scicon
Gli occhiali della linea SciCon Eyewear, modello Aero Shade
Gli occhiali della linea SciCon Eyewear, modello Aero Shade
Perché un’azienda così nota nel mondo delle borse a un certo punto si dedica agli occhiali?

Per passione. Perché gli occhiali mi piacciono, sono un bel prodotto. Adesso SciCon fa parte del gruppo Asg e uscire dal settore borse, se c’è la possibilità di scalare il business degli occhiali, è stato un bel passo. E poi per certi versi è più facile…

In che senso?

Le scarpe hanno un taglio e non sono uguali per tutti. I caschi hanno una gestazione di mesi. Le borse sono quelle. Le squadre vengono e ne hanno bisogno, non dico che le teniamo in ostaggio, ma in alcuni casi abbiamo dettato le condizioni. Gli occhiali devi azzeccarli, devono essere belli e poi non hai problemi.

Occhiali_Scicon
Altro modello della linea SciCon Eyewear: questi sono gli Aero Wing
Occhiali_Scicon
Altro modello della linea SciCon Eyewear: questi sono gli Aero Wing
Più forma che sostanza?

Il professionista vuole vedersi bello, dà per scontato che il prodotto sia valido. Ma se anche gli dai il miglior materiale del mondo e lui si vede brutto, non lo usa.

Da mettersi le mani nei capelli?

Gli occhiali sono un device di sicurezza. L’occhio è una delle parti più delicate del nostro corpo ed è totalmente scoperto. Dovresti proteggerlo con un prodotto di altissima qualità. Piuttosto che usare un occhiale scadente, è meglio fare senza, perché dilata la pupilla e danneggia la retina. Ma ormai c’è uno spartiacque. Da una parte quelli di ottima qualità, dall’altra quelli cinesi da 49 euro.

tadej_pogacar_Tour2020
Sfilata ai Campi Elisi per Pogacar dopo la vittoria del Tour de France a soli 21 anni
tadej_pogacar_Tour2020
Sfilata ai Campi Elisi per Pogacar dopo la vittoria del Tour de France a soli 21 anni
La gente vuole risparmiare.

E se gli chiedi per un occhiale 150-180 euro ti prende per matto. Ma io penso a una frase di Rudy Barbazza. Fra pensare in grande e pensare in piccolo, sempre devi pensare. Allora tanto vale pensare in grande. Così abbiamo fatto un contratto con Essilor ed è nato SciCon Eyewear. Sapete chi era il primo che volevamo sponsorizzare?

Chi?

Un ragazzino sloveno di cui dicevano un gran bene. Me lo propose Johnny Carera, ci incontrammo in autostrada e gli feci vedere gli occhiali. Il caso vuole che poi abbia sponsorizzato tutta la squadra e quel ragazzino quest’anno abbia vinto il Tour de France. Era Pogacar, roba da matti…

Lui ricorda quel primo incontro?

Ne abbiamo parlato al primo training camp di fine 2019. Gli diedi gli occhiali e gli dissi che ci avrebbe vinto il Tour. L’avevo buttata per ridere, ma hai visto come è andata?

Qual è la ricetta dell’occhiale che sfonda?

Un mix fra bellezza, tecnicità e fortuna. Ci sono stati casi eclatanti di grandi case che hanno investito fiumi di denaro e non hanno sfondato. Devi essere sul pezzo, aspettare i corridori e sperare che ti apprezzino. Se riesci a farti apprezzare dai corridori, allora riesci ad anticipare le grandi aziende.

Fantin contro Oakley, come Davide contro Golia?

Uno come Oakley, che è un mostro e che io ringrazio per aver fatto degli occhiali un oggetto di culto, se decide di distruggerti, lo fa senza problemi. Hanno perso Sagan, ma credo sia stato il loro unico passo falso. Per competere con loro, si deve avere duttilità e sfruttare le conoscenze.

Quanto rende commercialmente aver vinto il Tour?

Rende in termini di onore e rispetto. Prima quando arrivavamo dalle squadre o dalle altre aziende, ridevano. Adesso ci ascoltano. La gente infatti pensa che se Pogacar ci ha vinto il Tour, allora quegli occhiali vanno bene per tutti. Vincere il Tour dà una visibilità mostruosa e se sei giovane, da lì parti per costruire qualcosa.

Se invece sei un marchio già affermato?

Non ti cambia niente. Cosa vuoi che faccia a Oakley vincere un Tour in più? Loro sono come la Coca Cola, sono grandi a prescindere…

Letizia Paternoster

Letizia come stai? «Non ho più paura…»

30.09.2020
3 min
Salva

E se tutti i sorrisi, i social e le sfilate fossero lo schermo dietro cui Letizia Paternoster si nasconde quando è giù dalla bici? Parliamo con la ragazza della Trek-Segafredo mentre sta camminando nei dintorni di casa, a Riva del Garda. Non ha obiettivi puntati addosso, attraverso il telefono si percepiscono forte il rumore dei passi e l’abbaiare di un cane.

«Adesso va tutto bene – dice – sto recuperando bene. Non mi sbilancio, ho paura di farlo. L’idea di tornare a correre al Lotto Belgium Tour è diventato un’ottima motivazione, ma arrivarci non è stato per niente facile…».

Letizia_Paternoster_Dino_Salvoldi
Ad Apeldoorn nel 2019, Letizia Paternoster si confronta con il cittì azzurro Dino Salvoldi
Letizia_Paternoster_Dino_Salvoldi
Ad Apeldoorn nel 2019, Letizia Paternoster si confronta con il cittì azzurro Dino Salvoldi

Il ginocchio fa male

Era la fine di maggio quando la trentina è stata costretta a fermarsi per un problema di cartilagine al ginocchio sinistro. Uno di quei malanni da curare con il tempo e il riposo, mentre il mondo del ciclismo intorno usciva dal lockdown e si cominciava a ragionare sulle prime corse.

«Tutti ripartivano – ammette – io ero ferma. Capirai, sono iperattiva, cerco sempre cose da fare e invece ho dovuto stare ferma. E’ stato uno dei periodi più brutti della mia carriera, con mille paranoie. Tornerò più come prima? E c’è poco da fare. Devi guardarti dentro, farti aiutare, ma alla fine devi cavartela da sola».

In quello stesso periodo, il suo profilo Instagram mostrava foto d’autore, sorrisi da perdere la testa e soltanto da qualche fugace commento sulla voglia di tornare in bici si intuiva l’incertezza del momento. Lo schermo le permetteva di non mostrare la paura.

Verso Tokyo a testa bassa

«Adesso si ricomincia – spiega – con la testa sull’obiettivo di Tokyo. Avendo saltato tutte le corse di quest’anno, ho perso una bella occasione di fare esperienza e crescere, anche fisicamente. Perciò si torna su strada a macinare chilometri e solo più avanti salirò in pista per la preparazione specifica».

Le Olimpiadi sono un sogno, gli atleti usano sempre le stesse parole e non si può certo dargli torto. Da più parti, nelle parole di Marina Romoli e di Giorgia Bronzini, la consapevolezza che Letizia Paternoster sia una garanzia per la pista sono foriere di fiducia.

«Esatto – sorride – ogni tanto provo a immaginare l’emozione di quando sarò lì e trovo la forza per lavorare sodo e stringere i denti. Non mi è ancora capitato di parlarne con chi le ha già fatte. Ho erò conosciuto Michela Mojoli, che le ha vinte nello snowboard. Si è creato un bel rapporto e mi ritrovo tanto in quello che mi dice».

Limiti tutti da scoprire

Dice che le fa piacere sentire le parole di stima, perché le danno morale.

«Accetterò ogni lezione di Giorgia – dice – e cercherò di starci. Non so dove potrò arrivare, non mi pongo dei limiti perché non mi conosco al 100 per cento. Ma adesso non vedo l’ora di ricominciare. Andare a vedere i mondiali di Imola è stato un’esperienza bellissima, che mi ha aiutato a superare il momentaccio. Devo ammettere che anche per la miglior Letizia sarebbe stato un percorso troppo duro».