Piemonte: niente tricolori e Lunigiana per chi va via

12.01.2023
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Abolizione dei vincoli regionali e delle plurime. Punteggio di valorizzazione. Bonus. Contributi da versare al Comitato quando l’atleta cambia regione. Saranno pure questioni per addetti ai lavori e probabilmente, guardando passare la corsa, non se ne coglie la profondità, ma possono cambiare faccia al gruppo. Dopo l’intervista della scorsa settimana con Alessandro Spiniella (team manager della General Store e Vice Presidente del CR Veneto), ci ha contattato Massimo Rosso, Presidente del Comitato Regionale Piemonte. Ci ha raccontato come si lavora nella sua regione alla luce delle nuove regole, per animare un dibattito che magari potrà portare a rileggerne alcune.

Anche perché, dopo aver letto la svolta del Piemonte, resta il fatto che a fare le spese delle nuove regole, in un modo o nell’altro, sono sempre gli atleti e le loro famiglie.

«Come regione – racconta Rosso, 50 anni, cuneese di Cherasco – abbiamo fatto una delibera del Consiglio, in una seduta aperta a tutti i consiglieri provinciali. Sostanzialmente abbiamo liberalizzato i trasferimenti extra regionali, anche nelle categorie in cui non sono previsti. Ci troviamo di fronte a queste… mecche fuori regione, dove i corridori vogliono andare a correre. E allora abbiamo detto: “Benissimo, andate pure. Fate l’esperienza che volete, noi non esercitiamo più nessun tipo di veto”. Però al contempo vogliamo tutelare le nostre società, perciò abbiamo stabilito che nelle rappresentative del Piemonte saranno convocati solo i ragazzi che corrono in regione. Chi va fuori, non potrà fare il campionato italiano o ad esempio il Lunigiana. In realtà, visto che si tratta di gare cui si va per selezione, non è detto comunque che tutti ci vadano».

I giovani del fuoristrada verranno coinvolti anche nell’attività su strada (foto CR Piemonte)
I giovani del fuoristrada verranno coinvolti anche nell’attività su strada (foto CR Piemonte)
Nelle altre regioni trovano di meglio?

Secondo noi le squadre piemontesi non hanno niente da invidiare. Volendo, un ragazzo può fare una valida attività anche qui, siamo attrezzati con tutto quel che serve. In più quest’anno amplieremo di gran lunga l’attività delle rappresentative regionali. Faremo a breve un ritiro con tutti i probabili convocati, come una volta c’erano i Probabili Olimpici. Sarà un ritiro di due giorni, in cui abbiamo invitato una serie di professionisti, dai medici ai preparatori.

Con quale obiettivo?

Svilupperemo l’attività juniores. Oltre alla Classique des Alpes, faremo anche una corsa a tappe in Spagna e un’altra in Francia. Andremo via con 5-6 ragazzi, spendendo sui 4.000 euro per volta, mettendo a disposizione anche un preparatore. Poi faremo correre gli allievi e gli esordienti il più possibile nelle gare di rappresentativa. Cercheremo di inserire i bikers nell’attività su strada, perché abbiamo visto che il fuoristrada ha tantissima attività giovanile, ma poi crescendo nelle categorie si perdono.

All’estero con juniores e anche allievi?

Stiamo lavorando con tutte le categorie. Pietro Mattio lo abbiamo portato noi per due anni di fila alla Classique des Alpes. Quest’anno correrà alla Jumbo Visma ed è stato notato proprio grazie all’attività internazionale fatta con noi. Ho letto l’intervista che avete fatto a suo padre e lo ha riconosciuto anche lui. Egan Bernal è venuto fuori alla Androni di Torino, vivendo vicino casa di Giovanni Ellena a Pertusio. Poi è andato al Team Sky, ma è diventato corridore in Piemonte.  

Mattio ha corso per due anni la Classique des Alpes, poi è approdato alla Jumbo Visma Development (foto Nicolas Gachet-Direct Velo)
Mattio ha corso per due anni la Classique des Alpes, poi è approdato alla Jumbo Visma Development (foto Nicolas Gachet-Direct Velo)
Cosa dicono le società piemontesi?

L’hanno accolta benissimo, dicendo che era ora. Le uniche telefonate di disappunto sono arrivate dalle squadre extraregionali, perché il corridore che vuole fare il Giro della Lunigiana, parlando di juniores, capisce che non sarà selezionato.

Date il via libera fuori regione e rinunciate a percepire i punteggi?

Anche volendo, non possiamo rinunciare a quei soldi. L’eventuale revisore dei conti o la stessa Federazione potrebbero chiederci ragione del perché quei contributi non siano entrati. Diverso se fossimo una società, come la General Store con Busatto. Se invece la Federazione mi desse la discrezione, allora il Comitato può anche scegliere di non farli pagare e come Piemonte non li chiederemmo. E poi se ci pensate…

Che cosa?

Non è nostro interesse mandare i corridori fuori regione, il fatto di lasciarli liberi penalizza anche noi. Nell’ipotesi che io abbia uno davvero forte, se lo lascio andare, rinuncio anche alla chance di vincere il Lunigiana.

Però spesso sono i genitori a pagare quei soldi.

Questa è un’altra stortura, però non è un’anomalia solo del ciclismo, ma dello sport italiano di base che vive sulle spalle dei genitori e sul loro volontariato. Se tuo figlio ti dice che vuole andare a correre in una grande squadra, ma ci sono da pagare 2.000 euro che la società non vuole versare, cosa fa quel genitore? Il discorso mi pare sia partito dal caso di Stefano Minuta. La sua squadra juniores era libera di farsi pagare, come di rifiutare quei soldi. Vengono da me che sono avvocato, facciamo una lettera e stabiliamo che quei soldi non si versano. Siamo nella contrattazione privata, nessuno verrà mai a chiedermene conto. 

E se la famiglia non può pagare?

Il ciclismo non è più uno sport popolare. Certo, lo puoi fare anche con una bicicletta economica e, se sei un fenomeno, fino alle categorie giovanili puoi fare risultati. Però arriva il momento in cui il mezzo meccanico è fondamentale. Anche nella corsa a piedi le scarpe non costano certo poco. Fare sport in Italia è costoso.

Il risultato è che al Sud, dove potrebbe girare meno denaro, si rischia di perdere dei ragazzi per la minore capacità finanziaria delle famiglie.

Io ovviamente non sono d’accordo sull’abolizione dei vincoli regionali e non sono d’accordo sull’abolizione delle plurime, questo è pacifico. L’ho sempre detto. Anche perché certe regioni adesso verranno completamente depauperate. Lavorando nel modo giusto, un altro Vincenzo Nibali non dovrebbe andare via di casa a 16 anni. Vai con la tua società a Messina e lo coccoli dove è nato. Lo fai crescere a casa sua, non molla la famiglia, gli amici e la scuola. Quando diventerà U23, sarà un’altra cosa. Ormai invece ci sono due o tre regioni che fanno incetta di corridori e i ragazzi fanno la fila per farsi prendere. 

Nel 2021 del dominio francese al Lunigiana, aveva infatti pensato Oioli a tenere alta la bandiera piemontese con due vittorie
Nel 2021 del dominio francese al Lunigiana, Oioli con due vittorie tenne alta la bandiera piemontese
Pensa che ci sia migrazione di atleti anche al di sotto degli juniores?

Vogliamo parlare degli esordienti che hanno il procuratore? Si esaspera un ragazzino di 13-14 anni, mettendogli addosso uno stress mostruoso. Questo magari vince 10 gare. Si crede il fenomeno del futuro, quando magari ha solo sviluppato prima. Poi passa junior e da 10 ne vince una. Quando arriva U23, se ci arriva, scopre le ragazze e ha speso così tanto psicologicamente che molla il ciclismo. Se sei un fenomeno davvero, arrivi lo stesso. Difficilmente Nibali (parlo sempre di lui perché è l’ultimo grande che abbiamo avuto) sarebbe finito a fare l’operaio in fabbrica. A questo punto credo sia meglio mettere il cartellino come nel calcio. Questa riforma ha scompigliato le cose.

Il pagamento dei punti che non piace nemmeno in FCI

05.01.2023
7 min
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L’accostamento fra il pagamento dei punti ai Comitati Regionali e il reddito di cittadinanza ha fatto discutere. La sensazione che ci sia uno scollamento fra chi scrive le norme e chi deve applicarle si fa evidente parlando con Alessandro Spiniella, Vice Presidente del Comitato Regionale Veneto della FCI e insieme team manager della continental General Store (in apertura, una foto della Piccola Sanremo 2022 di photors.it).

Nell’editoriale di lunedì avevamo sottolineato la differenza fra Delle Vedove e Busatto, provenienti da Borgo Molino e General Store, entrambi tesserati per il 2023 con il devo team della Intermarché, che si chiama Circus-ReUz-Technord Development Team. Il primo costretto a pagare di tasca sua punti e bonus, il secondo… graziato dalla squadra.

«L’Intermarché è stata chiara – conferma Spiniella, 53 anni – loro non pagano valorizzazioni né bonus. Non pagano nulla. Quindi sostanzialmente io ho un atleta che avrebbe dovuto versare circa 4.000 euro di punti, invece non porto a casa niente. General Store applica un’altra filosofia. Con Busatto siamo stati chiari. Prima dell’offerta dal Belgio, aveva avuto richieste dalla Bardiani, però aveva preferito rimanere con noi. Gli abbiamo detto: «Guarda, ti ringraziamo della fiducia, ma facciamo così. Se ricevi l’offerta di una continental estera migliore della nostra (perché se vai in Colpack – ride, ndr – ti faccio pagare tutti i tuoi punti), vai pure tranquillo. Se ci pagheranno, bene. Altrimenti vuol dire che abbiamo investito bene i nostri soldi».

Alessandro Spiniella è team manager della General Store, qui a Sovizzo 2021 con Carpene e Visintainer (photors.it)
Alessandro Spiniella è team manager della General Store, qui a Sovizzo 2021 con Carpene e Visintainer (photors.it)
Ma loro non hanno pagato…

Per noi è una perdita. Non so quanti punti abbia pagato il Team Colpack, parlando con Rossella Di Leo mi sembrava che loro fossero intorno ai 20.000 euro, mentre noi ne paghiamo 13.000 di soli punti ed escludendo quelli di Busatto, ne incassiamo 4.000 scarsi. La precedente norma sul trasferimento degli atleti diceva che la squadra cedente deve ricevere il premio di valorizzazione di 5.000 euro, ma non chiariva chi lo dovesse erogare. Oggi hanno riscritto la norma, dicendo che la società che acquista deve pagare la società cedente. Ma se la società che acquista è estera, non essendoci alcun regolamento internazionale che la obblighi a pagare i punti, cosa facciamo?

Potreste impedire il trasferimento.

Come posso io trattenere un nullaosta, quando chi ha fatto la legge non sa come funziona la norma internazionale? Non posso penalizzare un mio corridore perché il legislatore italiano non sa come funziona all’estero. E’ come se il Governo Italiano facesse una legge senza sapere che c’è una norma superiore a livello europeo, che legifera sulla stessa materia. Mi dispiace dirlo, perché io sono vicepresidente del Comitato Regionale Veneto, quindi faccio parte dell’apparato dirigenziale della Federazione, ma chi ha fatto quella norma non ha lavorato bene.

Perché?

La norma dice anche che se la società cedente nell’anno successivo non tessera atleti nella stessa categoria o comunque non iscrive il team, non ha diritto di ricevere il punteggio di valorizzazione. Questo dice la norma 2022, facendo riferimento agli articoli dal 29 al 34 del regolamento tecnico. Ma nel 2014 sul tema era già intervenuta la Gabriotti (segretario generale della FCI fino al 2020, ndr) dicendo che se il passaggio non viene definito entro maggio, se anche la società non si iscrive, la valorizzazione va pagata ai Comitati Regionali che si faranno garanti e li daranno non si sa bene a chi. Si sa solo che il team acquirente il punteggio lo deve pagare.

Delle Vedove e Busatto correranno alla Circus-ReUz-Technord Development Team (foto Facebook)
Delle Vedove e Busatto correranno alla Circus-ReUz-Technord Development Team (foto Facebook)
Le due norme non sono state integrate?

No, come se chi ha scritto la norma del 2022 non sapesse cosa è successo nel 2014. Avrebbero dovuto scrivere che in deroga a quanto stabilito nel 2014… Allora sì che si fa una norma, altrimenti si fanno regole che si sovrappongono e non annullano mai quelle precedenti.

Poca conoscenza del mondo su cui si legifera?

Chi ha messo mano ai punteggi di valorizzazione scrive che vengono introdotti i bonus da 450-600 e anche 800 euro. Ma non lo sai che oggi le squadre non hanno soldi? Quella tabella l’hanno scritta in una riunione in cui erano presenti un Vice Presidente FCI, dei Consiglieri Federali, il Presidente della Commissione Strada e i presidenti regionali. Questi ultimi però – mi sono informato da Bandolin (Friuli Venezia Giulia, ndr), da Checchin nostro Presidente del Veneto e da quello della Lombardia – non avevano diritto di parola e hanno approvato la tabella così fatta. Non hanno espresso un giudizio di merito o, se lo hanno espresso, se lo sono tenuto perché tanto non aveva alcun significato in sede federale.

Quali sono le criticità?

Andiamo oltre la mia categoria, che è continental under 23. Se io faccio un’analisi anche nelle piccole squadre, diciamo esordienti e allievi perché il bonus è valido per tutte le categorie, oggi fra società si scambiano anche atleti che non hanno un punteggio. E magari se prendo 10 atleti che non hanno punti, devo pagare 4.500 euro per ragazzi che non hanno avuto una valorizzazione? Se uno non ha punteggio, vuol dire che tutto sommato più che un cavallo forse è un ronzino. Certamente ha diritto di correre, ma non mi deve costare così tanto.

Nella nascita della nuova CPS con Bardelli ds, il pagamento dei punti ha inciso per oltre 30.000 euro (foto Facebook)
Nella nascita della nuova CPS con Bardelli ds, il pagamento dei punti ha inciso per oltre 30.000 euro (foto Facebook)
Il passaggio meno chiaro è perché si debbano pagare i Comitati Regionali…

Siccome il bilancio dei Comitati si fa confrontando quello di previsione e il consuntivo e la Federazione eroga contributi in base all’attività e alle differenze tra attivo e passivo, se il mio attivo è costituito solo dai punteggi regionali, tu Federazione mi passi meno soldi. Come Vice Presidente sarei il primo a voler abolire il pagamento del punteggio per il mio atleta del Veneto che va a correre in Lombardia e viceversa. Alla fine le regioni che pagano sono solo tre. E’ difficile che il mio atleta del Veneto vada in Campania, è più facile che il campano venga da me o vada in Toscana o si fermi in Lombardia. Allora vuol dire che…

Che cosa?

E’ davvero come il reddito di cittadinanza. Il pagamento del punteggio regionale vale politicamente un reddito di cittadinanza: non faccio niente e prendo soldi. Nel 2022 ai campionati nazionali giovanili il Veneto l’abbiamo chiamato “Veneto piglia tutto”. E’ venuto anche Crisafulli (consigliere federale FCI, ndr) a fare le premiazioni e ha detto: «Sono molto arrabbiato perché in casa mia, avete portato via tutti i titoli!». Certo, perché vuol dire che il Veneto è una regione che lavora, però alla fine i soldi non li prende. Va bene così, perché lo sport di base deve investire e non deve prendere.

Il sistema è da bocciare?

No, ma il problema nasce a livello internazionale. Nel calcio, la Fifa ha una norma internazionale per cui, una volta che tu passi professionista, una percentuale del primo ingaggio deve essere pagata dalla società di approdo a quelle che ti hanno avuto come dilettante. Perché l’UCI non fa una cosa del genere? Ha paura di scomodare i 40 milioni di euro di Ineos o i 30 di Movistar? La catena non si interrompe mai. Io li prendo dalla Ineos o dalla Intermarché e a mia volta li passo alla società juniores che sta sotto di me, che a sua volta li cede in proporzione alla società degli allievi e così via… Noi invece ci fermiamo e allora non ha più senso avere dei premi di valorizzazione. Perché alla fine quando ci si ferma a una categoria, che siano gli esordienti, gli juniores o gli l’under 23, il sistema fallisce.

Busatto ha preso parte nel 2022 agli europei di Anadia, chiudendo in 17ª posizione (foto General Store)
Busatto ha preso parte nel 2022 agli europei di Anadia, chiudendo in 17ª posizione (foto General Store)
Un binario morto?

Oggi rischiamo che ci siano società che non prendono un euro, oppure che ci siano colleghi che… ricattano i corridori: se vuoi venire a correre con me, devi pagarti i punteggi. Un mio ex corridore è passato professionista e quando la squadra under 23 gli ha chiesto il pagamento della valorizzazione, lui gli ha detto di no e la squadra in tutta risposta non gli ha pagato lo stipendio negli ultimi tre mesi. E’ tutto collegato…

Cosa?

Non ci sono più le affiliazioni plurime negli juniores, però con 200 euro si può creare una nuova società in Toscana e in Veneto. Così per evitare quel che succedeva prima, una norma vieta il gioco di squadra fra atleti di squadre diverse. E’ scritto nelle norme attuativa per juniores e under 23. Scritto così, nell’articolo 17.9, senza nessuna specificazione. Così se io sono in fuga con la Iseo o con la Colpack e i miei corridori si danno il cambio con i loro per arrivare primi al traguardo, cosa facciamo: li sanzioniamo? Ma chi ha scritto la norma? Hai tolto le affiliazioni multiple e hai dei dubbi? Allora lasciale. Invece, appena ti rendi conto che hai danneggiato le regioni del Sud, viene fuori il bonus. Così le società delle regioni che non possono più avere le plurime, se ne faranno in qualche modo una ragione…

EDITORIALE / E’ arrivato il reddito di cittadinanza

02.01.2023
5 min
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Il reddito di cittadinanza è arrivato anche nel ciclismo. In alcune parti d’Italia, ha la forma dell’indennizzo da versare ai Comitati Regionali, se il corridore cambia regione, nel quadro della riscrittura del sistema dei punteggi e dei nuovi bonus previsti, come abbiamo scritto l’ultimo dell’anno. Adesso che il disegno è più chiaro, proviamo a collegare i puntini.

Plurime e vincoli: addio!

Il sistema delle plurime presentava delle criticità. Era palese che alcune società se ne servissero per schiacciare le corse, presentandosi al via in sovrannumero, forti dei tanti talenti a loro disposizione. Le plurime pertanto sono state eliminate, senza tenere in troppa considerazione a nostro avviso il loro ruolo di promozione nelle regioni più lontane dal centro dell’attività: quelle del Sud.

Di riflesso, sono stati eliminati anche i vincoli regionali. Erano uno dei motivi per cui si facevano le plurime: non potendo portare via i ragazzi dalle altre regioni, si affiliava lì la squadra e si poteva farli correre. Anche in questo caso, si è pensato alle problematiche che nascevano fra le regioni più forti (fingendo di non intercettare, ad esempio, alcuni malumori in Emilia Romagna ora che alcuni degli juniores più forti hanno cambiato regione) e non si è pensato a quelle del Sud.

Il passaggio da esordienti ad allievi non è immune da costi importanti (photors.it)
Il passaggio da esordienti ad allievi non è immune da costi importanti (photors.it)

Punti e bonus

Come abbiamo detto, il sistema di valorizzazione dei punti è stato implementato in modo piuttosto importante. I punti, per cominciare, si ottengono in ogni disciplina del ciclismo: strada, crono, pista, cross, bmx, eliminator e da poco anche nel team relay.

Ad ogni cambio di categoria, è previsto un passaggio di denaro fra la società cedente e quella che acquisisce l’atleta. Una percentuale di questo importo (che varia fra il 50 e il 100%) va corrisposta al Comitato Regionale se l’atleta cambia regione. E’ tutto spiegato nella tabella che abbiamo già pubblicato e che condividiamo nuovamente.

Al pagamento del punteggio, è stato aggiunto un bonus ad esso legato. Esso riguarda ancora una volta lo scambio di atleti fra le società e non è mai pari a zero. In base alle categorie, oscilla infatti fra 300 e 450 euro per corridori fra zero e 10 punti (può arrivare fino a 800 euro per gli atleti con più di 21 punti). Significa che se la mia società U23 volesse prendere 10 juniores senza punti, dovrebbe comunque pagare 4.000 euro di bonus alla loro società. Anche i corridori a zero punti hanno un prezzo: siamo certi di trovare qualcuno disposto a scommettere sulla maturazione di atleti che non abbiano fatto neppure un punto?

Alessio Delle Vedove passa dalla Borgo Molino alla Intermarché Development e deve pagare la squadra veneta (photors.it)
Alessio Delle Vedove passa dalla Borgo Molino alla Intermarché Development e deve pagare la squadra veneta (photors.it)

Delle Vedove e Busatto

Il sistema è solo italiano: sarebbe interessante proporlo all’UCI, dato che in altri ambiti più strutturati, come quello del calcio, una percentuale del primo contratto da professionista viene destinata in proporzioni variabili alle società che hanno cresciuto l’atleta.

Nel ciclismo invece il meccanismo solitamente si ferma al momento del passaggio in squadre non italiane. Così ad esempio, Alessio Delle Vedove e Francesco Busatto, che correranno nel 2023 nella Intermarché Development Team e provengono rispettivamente dalla Borgo Molino e dalla General Store, dovrebbero pagare di tasca loro il punteggio alle società in cui sono cresciuti. A loro carico ci sono anche le visite di idoneità e i costi di tesseramento, dato che il team non paga nulla di tutto ciò. E mentre Delle Vedove dovrà pagare di tasca sua la Borgo Molino e coprire le spese accessorie (l’importo è di circa 7.500 euro), la General Store ha voluto bene a Busatto e gli ha abbonato il costo dei punti.

Busatto, qui terzo a Rovescala dietro Buratti e Meris, non pagherà la General Store (photors.it)
Busatto, qui terzo a Rovescala dietro Buratti, non pagherà la General Store (photors.it)

Il Nord e il Sud

Ma torniamo alle categorie giovanili, perché qui il discorso si fa critico. E’ intuitivo che nel passaggio fra regioni forti, le squadre prendano e cedano corridori e alla fine il bilancio si tenga in equilibrio. Accade con qualche sforzo fra le piccole e si conferma certamente fra le grandi. E’ intuitivo anche il fatto che negli spostamenti fra squadre regionali, i Comitati del Nord non incassino grandi somme. Il Veneto non avrà denaro dal passaggio di atleti fra squadre venete, a partire dagli esordienti e fino agli under 23.

Immaginiamo tuttavia di recarci in Sicilia. Che cosa succede se una società di allievi vuole prendere i migliori esordienti da un’altra squadra? Deve pagarli. Immaginando che gli atleti di cui si sta parlando abbiano fatto anche parecchi punti nella loro attività regionale, l’esborso diventa notevole. Oltre al punteggio di valorizzazione, infatti, il bonus per un esordiente che passa allievo e abbia più di 21 punti arriva fino a 600 euro. Siamo certi che le società abbiano la disponibilità per raggiungere certe cifre?

Poco male, si sarà pensato, se non ci arriva la società, ci penseranno le famiglie: una sorta di tassa di iscrizione per accedere al livello successivo. E se le famiglie non pagano, l’atleta smette. Del resto, ne abbiamo così tanti…

E così si prosegue fino agli juniores e agli under 23, quando arrivano le squadre extra regionali. E a questo punto, oltre a pagare punteggio e bonus alle società che cedono i ragazzi, entrano in ballo i soldi per il Comitato Regionale.

La GS D’Almo 1966 era in una plurima con la Nial Nizzoli di Reggio Emilia: ora fra le due società c’è una collaborazione
La GS D’Almo 1966 era in una plurima con la Nial Nizzoli di Reggio Emilia: ora fra le due società c’è una collaborazione

Il reddito di cittadinanza

Sono state eliminate le plurime, che consentivano alle squadre del Nord di mettere radici al Sud, investendo e tenendone sotto osservazione i talenti.

Sono stati eliminati i vincoli regionali, così gli atleti possono essere presi e spostati liberamente di regione in regione. Ma questo ha un prezzo.

E’ giusto che vengano pagate le squadre, che sui ragazzi lavorano e investono in base ai propri mezzi e hanno diritto che il loro impegno venga riconosciuto. Però devono essere pagati i Comitati Regionali, che avranno un indennizzo per il passaggio dei loro atleti migliori in altre regioni, senza essere particolarmente coinvolti nel loro sviluppo. Non somiglia a una sorta di reddito di cittadinanza?

Il bello è che questo giro di soldi grava tutto sulle spalle delle società. Si sostiene il ciclismo a spese dei suoi stessi attori. Per quello che conta ed essendo stata ormai varata la normativa, siamo aperti a confronti costruttivi. Convinti che non sarà questa forma di assistenzialismo a risollevare le sorti del ciclismo giovanile. In cambio del reddito di cittadinanza, quale impegno si richiede ai Comitati che lo percepiranno?

Punteggi e lettere anonime: Minuta e il ciclomercato

31.12.2022
6 min
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Le medaglie ci sono, ora a Minuta serve la squadra. Era questo il titolo dell’articolo con cui alla fine di novembre presentammo Stefano Minuta: velocista piemontese su pista, campione italiano juniores di specialità e bronzo agli europei di Anadia. Uno di quelli che presto o tardi approderanno in un gruppo militare o di polizia, ma che ancora non aveva una squadra alle spalle.

Alla fine per fortuna, Minuta la squadra l’ha trovata, ma ha dovuto pagarsi i punti. E come lui anche altri: l’alternativa era rimanere a piedi.

Non si tratta del sistema “paga per correre”, che ha prodotto i guasti ben noti nel professionismo, ma della soluzione impropria per un problema che quest’anno è diventato più pressante: il pagamento del punteggio di valorizzazione.

Minuta è uno dei velocisti azzurri in rampa di lancio su pista: come Napolitano è tesserato con il Team Colpack
Minuta è uno dei velocisti azzurri in rampa di lancio su pista: come Napolitano è tesserato con il Team Colpack

La tutela dei team giovanili

Di cosa si tratta? Di qualcosa che c’è sempre stato, ma ricorda nel nome il meccanismo ideato da Gianni Savio per cedere i suoi atleti alle WorldTour. Come quando Bernal passò al Team Sky e più di recente Piccolo e Cepeda alla Ef Education. Io investo per valorizzare il giovane e tu mi paghi, riconoscendo il mio lavoro.

La Federazione l’ha previsto per tutelare i team giovanili, sempre alle prese con problemi di bilancio, e per dare una mano ai Comitati regionali. La nuova società dovrà pagare infatti quella di provenienza e anche la regione, casomai il corridore dovesse cambiarla. Succede a ogni passaggio di categoria.

La novità del bonus

Da quest’anno il sistema è diventato più complesso, dato che al solito conteggio si è aggiunto un bonus legato al rendimento. Come previsto dalla tabella di tutte le categorie, per un corridore con zero punti, che passi ad esempio da junior a U23, il bonus è di 450 euro. Sale a 600 euro da 11 a 20 punti. A partire dai 21 punti, sale a 800 euro che si sommano al pagamento del punteggio. Il bonus non è dovuto alle regioni.

E’ interessante far notare che si tratta di un meccanismo solo italiano: non è previsto infatti dalla normativa UCI. Per questo al passaggio al professionismo, non tutte le squadre straniere ritengono di versare l’importo al team da cui arriva l’atleta italiano. Tanto che ad esempio, anche passando dagli juniores alle development europee, qualcuno ha scoperto di dover pagare di tasca sua l’importo al team in cui è cresciuto.

Alessio Delle Vedove passa al devo team della Intermarché e paga da sé i suoi punti (foto Instagram)
Alessio Delle Vedove passa al devo team della Intermarché e paga da sé i suoi punti (foto Instagram)

Su richiesta di Quaranta

Per approdare al Team Colpack-Ballan, Stefano Minuta ha dovuto pagare circa 2.000 euro fra punti e bonus e altro presumibilmente avrà versato al Comitato regionale del Piemonte, dato che passerà in Lombardia.

«Ci ha chiesto di prenderlo Ivan Quaranta – racconta Rossella di Leo, team manager Colpack – come pure per Napolitano. Tuttavia, avevamo già speso 23.000 euro per i punteggi di altri corridori, così abbiamo messo a disposizione la dotazione tecnica necessaria, ma non ce la facevamo a pagargli anche i punti».

I pro’ che non pagano

Questo succede anche in altre squadre, mentre non è detto che i team pro’ facciano la loro parte al passaggio fra i professionisti.

Sarebbe competenza del procuratore far presente questo aspetto: alcuni lo fanno (Raimondo Scimone fra questi), altri no, come recitava la lettera anonima di un neopro’ pubblicata prima di Natale. La Trek-Segafredo ad esempio ha sempre fatto la sua parte, forse perché ha management italiano. La Mapei pagava regolarmente. Alcuni lo fanno, altri no, avendo il diritto (e la convenienza) di non versare i 5.000 euro richiesti per un italiano. E se l’italiano vuole passare e nessuno paga per lui i suoi punti, quei soldi deve pagarseli da solo. Se si volesse applicare il regolamento, la società di provenienza potrebbe addirittura non concedergli il nulla osta.

Si tratta evidentemente di un’anomalia. Come può una società non concedere il nulla osta a un atleta dopo averlo cresciuto, solo perché non le vengono pagati i punti? Perciò accade anche che la squadra di provenienza non chieda un euro e rinunci al dovuto per amore del suo corridore. Come ha fatto la General Store con Busatto, passato alla Intermarché Continental.

Buratti passerà pro’ nel 2024 con la Bahrain Victorious: il team non è tenuto al pagamento dei punteggi
Buratti passerà pro’ nel 2024 con la Bahrain Victorious: il team non è tenuto al pagamento dei punteggi

Gli stranieri in Italia

Poi ci sono gli atleti stranieri. La stessa Colpack ad esempio per il 2023 ha tesserato Pavel Novak, che da junior correva nella Ciclistica Trevigliese. L’importo dei punti sarebbe stato di 4.000 euro, ma dato che il corridore ha tessera della Repubblica Ceca, Colpack non ha pagato. Tuttavia per una sorta di compensazione, avendo perso Gomez che dopo quattro anni ha portato i suoi tanti punti alla Hopplà e ha licenza colombiana, la Colpack non ha preso un centesimo da parte di Provini.

Fra i casi insoliti dell’ultima ora, c’è anche che la stessa Colpack ha preso Volpato dalla UC Giorgione pagando circa 4.000 euro a una società che dal 2023 non farà più gli juniores, bensì gli amatori.

Famiglie in soccorso

Dal punto di vista delle società giovanili, l’operazione è sicuramente vantaggiosa. A voler cercare il pelo nell’uovo, con i punti legati ai risultati, potrebbe esserci la tentazione di spingere più forte sul gas. Resta il fatto che alcune società fanno fatica a restare in equilibrio e non hanno budget per i punti, prendendo così i corridori meno… costosi e lasciando i più forti a chi può permetterseli. E laddove il pagamento non avvenga da parte della squadra, gli juniores che vogliono continuare chiedono l’ennesimo sacrificio alle famiglie e versano il dovuto.

David Gomez passa al team Hopplà e ha tessera colombiana, che per questo non verserà i punti al Team Colpack
David Gomez passa al team Hopplà e ha tessera colombiana, che per questo non verserà i punti al Team Colpack

L’anomalia dei velocisti

Possibile che non ci fosse una squadra piemontese che potesse far correre Minuta, facendogli risparmiare i soldi da versare al Comitato regionale? Stefano correva con Bortolami, ma grazie a una plurima era tesserato in Piemonte. Essendo un pistard velocista, non correrà mai su strada, come Napolitano, per cui il tesseramento nel team bergamasco è stato fatto per amore del ciclismo o poco più. Nel team c’è Boscaro, ad esempio, pistard anche lui. Ma Davide corre nelle Fiamme Azzurre e fa anche parecchia strada: qualcuno lo vedrà correre con i colori del team.

La controproposta

Sono anni che questo succede. Il discorso come linea di principio è giusto per tutelare le squadre juniores. Si paga di passaggio in passaggio, poi ci si ferma al momento di andare fra i pro’. Quando hanno contestato l’aumento, le continental hanno proposto l’aumento del tesseramento, includendo nel pacchetto anche un’assicurazione ad hoc per i ragazzi, facendo fronte al tema della sicurezza stradale. Se la tessera oggi costa 45 euro, si potrebbe anche portarla a 100 euro, ma questo non porterebbe risorse alle giovanili: obiettivo del nuovo sistema. Le loro richieste non sono state accolte. Come mai all’estero tutto questo non accade? E perché fra i prossimi provvedimenti non si lavora alla semplificazione del sistema anziché renderlo più ingarbugliato?