Mattio alla Jumbo Visma, ecco come è andata

23.08.2022
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Silvio Mattio, padre di Pietro azzurro juniores, ha firmato la procura con un’agenzia tedesca prima che suo figlio diventasse maggiorenne e decidesse di diventare U23 con la Jumbo Visma Development.

«Devo dire – ammette – che la parola procuratore ci faceva paura. Mio figlio Giosuè, che ha smesso di correre per dedicarsi allo studio, aveva vinto più corse del fratello, eppure nessuno lo aveva cercato. Il ciclismo sta cambiando. Per Pietro si sono mossi agenti anche più blasonati, ma abbiamo dato fiducia ad Alessandro Mazzurana che lavora per la tedesca Team Vision, perché è arrivato per primo e ci ha dato l’opportunità di entrare in contatto con squadre importanti. Però mi faceva strano pensare a un ragazzo di 17 anni con il procuratore. Per questo nei giorni scorsi, approfittando delle ferie in Trentino, siamo stati a cena con lui a Merano. Gli ho chiesto perché si stia sbattendo tanto a costo zero…».

Mattio è arrivato con le sue forze alla Jumbo Visma Development, notato in Francia nel 2021
Mattio è arrivato con le sue forze alla Jumbo Visma Development, notato in Francia nel 2021

Inizia un singolare viaggio nell’esperienza di questa famiglia cuneese legata al ciclismo con corda doppia. I due figli maggiori Lorenzo e Giosuè sono stati corridori. Silvio invece vende bici e sorridendo ammette di avere anche le Cervélo su cui correrà il figlio. Come c’è arrivato dunque il Team Vision, agenzia di procuratori tedesca, al giovane Pietro? Il racconto prosegue.

Che cosa ha risposto Mazzurana?

Mi ha detto che per loro è un investimento in previsione di quello che potrà essere.

Ha firmato lei la prima procura?

Sì, anche se non serve a niente finché il ragazzo è minorenne. Era un foglio con scritto che loro si sarebbero impegnati a trovare squadra e che al di sopra di un certo ingaggio avrebbero percepito una percentuale che nel tempo sarebbe andata a calare. A giugno poi Pietro è diventato maggiorenne e la firma l’ha messa lui.

Lo hanno cercato in tanti, ma i tedeschi sono arrivati prima: come mai?

Fortuna e numeri, dai quali non si prescinde. Nel 2021 fece quarto alla Classique des Alpes Juniors, vinta da Uijtdebroeks davanti a Luhrs e Lenny Martinez. Lo ha visto un talent scout belga che lo ha segnalato a Team Vision e l’agenzia ha messo su di lui Alessandro Mazzurana, che ha iniziato a seguirlo e monitorarlo. Gli altri sono arrivati dopo.

Dopo essere stato seguito da Lanfranchi nel 2021, quest’anno il diesse di Mattio è Cirlincione
Dopo essere stato seguito da Lanfranchi nel 2021, quest’anno il diesse di Mattio è Cirlincione
Una dimostrazione di attenzione…

Ci è piaciuto il fatto che Pietro si sia conquistato tutto da solo. Una cosa la sa bene: non pagheremo mai per farlo correre. Adesso dovrà diplomarsi al Liceo Scientifico, poi non so se vorrà continuare a studiare. Ma io ho un’azienda, sua madre Nadia ha un’azienda di serramenti. Se il ciclismo non dovesse andare, potrà trovarsi un lavoro. Non è obbligatorio diventare corridori. E anche se io credo che sia un campione, come magari pensano tutti i genitori, so benissimo che non sarà facile.

Intanto vivrà una bella esperienza in Olanda…

Pietro è sempre andato bene, ma abbiamo scelto di restare nella Vigor, la squadra del paese, con un direttore sportivo come Cirlincione che gli vuole un gran bene e che dobbiamo ringraziare. L‘esperienza all’estero lo arricchirà. Suo fratello ha smesso di correre e dopo il biennio al Politecnico di Torino sta facendo la Magistrale all’estero. Pietro fa lo Scientifico, anche abbastanza bene. Quando ci abbiamo parlato in una videocall, Robbert De Groot, manager della Jumbo Visma Development, non ha mai detto mezza parola sul fatto che la scuola sia meno importante. Per cui, a parte 3-4 ritiri cui vorrebbero che partecipasse, per il resto potrà studiare a casa. Saranno sei mesi impegnativi fino alla maturità. Però ricordo bene i discorsi della squadra in cui andò Giosuè, in cui dello studio non importava niente a nessuno.

L’idea è quella di un progetto a lungo termine…

Ci è stato descritto in questi termini. Intanto a giugno Pietro ha partecipato a un ritiro in Slovenia ed è tornato con la sensazione di una squadra che vuole vincere il Tour e non 60 corse con gli under 23. Non c’è la conta delle vittorie a fine stagione e i risultati della WorldTour confermano quali siano i veri obiettivi. Pietro è sempre lì. Non vince tanto, ma grazie alla nazionale ha fatto una bella attività, ad esempio alla Roubaix e alla Gand-Wevelgem. Imparerà bene l’inglese e anche ad arrangiarsi. Purtroppo in Slovenia è caduto e si è rotto l’omero, ha ripreso da poco. Ma anche tornare a casa senza la mamma ed il papà, con la bici e una spalla rotta, è stato una prova di maturità.

Da luglio si diventerà 100 per cento… olandesi?

Starà molto più lassù, nelle casette in cui vivono tutti insieme. E’ stato bello avere squadre importanti che lo cercavano, ci ha fatto onore. Nessun altro però gli ha offerto un programma, gli altri prospettavano soprattutto risultati.

Nel bagaglio di Mattio c’è anche la mountain bike. Suo fratello Lorenzo ha corso nell’enduro
Nel bagaglio di Mattio c’è anche la mountain bike. Suo fratello Lorenzo ha corso nell’enduro
Un fatto di prospettive?

Vedo la scelta come l’occasione per imparare il mestiere. Correrà con i suoi coetanei e anche un domani in cui non dovesse restare alla Jumbo Visma, avrà nel curriculum questi due anni di formazione. Ed è stato bello arrivarci dalla Vigor, una squadra di paese, che però ha tirato fuori dei bei corridori. L’altro giorno è stata scritta una cosa giusta…

Cosa?

Che in Italia uno come Roglic, ma anche Evenepoel che arrivava dal calcio, non potrebbero mai cominciare a correre. Le squadre guardano i risultati su ciclismo.info e non vanno oltre. Pietro ha avuto le gambe per fare quarto in quella corsa di Francia e la fortuna di essere notato. C’è poco da fare, nella vita il fattore C, la fortuna, serve sempre…