Nuova Pinarello Bolide, quella per le Olimpiadi di Parigi

27.03.2024
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La nuova Pinarello Bolide per la pista era nell’aria ed occola qui. Non una, ma due versioni dedicate alle compagini maschile e femminile in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024.

Gli uomini avranno in dotazione la versione evoluta con telaio in lega Scalmalloy con tecnologia 3D (Bolide F HR 3D), mentre le donne gareggeranno con una Bolide HR C in carbonio. Fausto Pinarello ci racconta alcuni aneddoti interessanti, insieme ad Elia Viviani che ci fa un’analisi approfondita della bici.

Bolide 3D in dotazione al quartetto uomini (foto Federciclismo)
Bolide 3D in dotazione al quartetto uomini (foto Federciclismo)

La visione di Pinarello

Il nuovo progetto prende forma nel 2022, prima con Dan Bigham che nell’agosto 2022 stabilisce il record dell’Ora, primato che diventa una sorta di anticipazione rispetto a quello storico in arrivo. Infatti, l’8 ottobre 2022, Filippo Ganna copre la storica distanza di 56,792 chilometri, nel velodromo di Grenchen e con la nuova Bolide. La stessa bici diventa campione del mondo nell’inseguimento individuale (sempre con Ganna) la settimana successiva, coprendo la distanza di 4 chilometri in 3’59”636.

«Siamo un marchio italiano iconico – dice Fausto Pinarello – e il fatto di poter collaborare con la squadra italiana di ciclismo su pista mi riempie di orgoglio, oltre ad essere un banco di prova che contribuisce in maniera fondamentale a ricercare performances sempre più elevate. Abbiamo investito molto per produrre sei biciclette in lega Scalmalloy stampate in 3D per la squadra maschile e sei versioni in fibra di carbonio per la squadra femminile, compresi gli stampi di 3 diverse taglie.

«Siamo convinti – prosegue Pinarello – di aver fornito bici che permetteranno alla squadra maschile di difendere il titolo olimpico su pista e alla nostra fortissima squadra femminile di conquistare l’oro. Se da un lato i numeri della squadra maschile sono esaltanti, ma da un certo punto di vista ce li aspettiamo, dall’altro abbiamo le ragazze che vanno davvero forte. Sono il simbolo di una scuola che ha poco da invidiare ad altri».

Il perché dei due materiali

«Voglio sottolineare che questo ennesimo passo avanti – riprende Pinarello – è il frutto di una ricerca che è partita anni addietro e che mette insieme anche i tanti volti giovani che lavorano con noi e per noi. La base della bici in lega che sarà in dotazione agli uomini è quella usata da Bigham prima e da Ganna poi, con alcuni piccoli aggiornamenti, come ad esempio una scatola del movimento centrale più larga. E’ stato mantenuto il medesimo fattore Q in modo da non cambiare gli angoli di spinta.

«E’ rigidissima. Tutta questa rigidità – spiega Fausto – può essere controproducente quando le potenze scendono. Per questo abbiamo sviluppato la nuova piattaforma in carbonio per le donne, più facile e più leggera, meno violenta rispetto alla 3D. Questa in carbonio è la discendente diretta di quella utilizzata da Milan nella sfida con Ganna».

La passione prima di tutto

«Non considero la pista un business vero e proprio – ci racconta Pinarello – perché è prima di tutto una passione. Mi piace vedere, osservare e capire gli atleti in pista, vederli con le bici che portano il mio nome, prodotti frutto di una ricerca estrema e dell’avanzamento tecnologico. E’ vero, sono comunque un veicolo di promozione per l’azienda, ma queste stesse bici non hanno un ritorno economico vero e proprio, anzi.

«Alle spalle di queste biciclette c’è un immenso sviluppo. Solo una volta che sei coinvolto, riesci a capire quanto studio e quali insegnamenti possono discendere sugli altri utilizzatori. La pista è un settore affascinante, lo era in passato, lo è ancor di più adesso».

Viviani, secondo dietro Lamon, durante le prove con il quartetto e la nuova Bolide (foto Federciclismo)
Viviani, secondo dietro Lamon, durante le prove con il quartetto e la nuova Bolide (foto Federciclismo)

Viviani entra nel dettaglio

«La nuova Pinarello Bolide – spiega – è il risultato di tutti gli studi fatti anche in epoca successiva al record dell’ora di Ganna. E’ stato cambiato il passo della forcella che ora è da 65 millimetri, come il perno del carro posteriore diventato da 100. Nuovo anche il design per adattare meglio le nuove ruote Campagnolo che useremo con copertoncini e camere d’aria. Le gomme saranno Vittoria e proprio in questo periodo stiamo ultimando una serie di test mirati alla valutazione dello pneumatico più adeguato. Quella del quartetto maschile è più pesante se messa a confronto con quella in carbonio delle ragazze, ma è molto più rigida. Perde qualcosa nel primo mezzo giro – prosegue Viviani – ma una volta lanciata, il guadagno è notevole. In fatto di performance, la bici è molto più lineare, un fattore non secondario se consideriamo quello di cui ha bisogno un quartetto. Bisognerà prenderci la mano».

Appendici adattabili

«Dal punto di vista del design – prosegue Viviani che una volta di più si dimostra un interlocutore tecnico d’eccellenza – le due bici, quella in lega stampata 3D e quelle monoscocca in carbonio, sono pressoché identiche. Le appendici sono adattabili anche per essere conformi ai regolamenti UCI in base all’altezza dei corridori delle tre fasce: fino ai 180 centimetri, dai 180 ai 190, oltre i 190 centimetri.

«Le pedivelle e le corone sono Miche -conclude Viviani – con power meter SRM e cuscinetti ceramici. Con tutta probabilità le prove di Parigi verrano fatte senza misuratore, per avere un comparto ancor più aerodinamico».

Pinarello

La Bolide di Bianchi all’europeo? La vediamo con Guardini

17.01.2024
4 min
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Matteo Bianchi è nella storia e così anche la sua Bolide. Il primo italiano nella storia a vincere il titolo Europeo nel chilometro da fermo e anche Pinarello si fregia del titolo continentale.

Con Andrea Guardini entriamo nel dettaglio della bici del neo campione Europeo e cerchiamo di analizzare scelte e dettagli.

Vedremo Guardini anche con la casacca dell’Assistenza Tecnica Neutrale Shimano
Vedremo Guardini anche con la casacca dell’Assistenza Tecnica Neutrale Shimano
Come hai vissuto la trasferta europea?

Non ero la con la nazionale, ma è stato bello vedere vincere Matteo. Anche il podio di Moro mi ha emozionato parecchio. Io davanti alla tv a fremere, ma come se fossi stato là nel parterre… Che bello.

Eri a casa da spettatore?

In questa occasione sì. Dicembre e i primi giorni di gennaio mi hanno permesso di organizzare al meglio l’entrata ufficiale nel Servizio di Assistenza Tecnica Neutrale Shimano.

Sei in rampa di lancio, la tua passione per la bici e la meccanica vengono fuori!

Sì, è la mia passione. Una bella avventura, stimolante, motivante, mi voglio mettere in gioco e questa è una grande occasione. Ma la nazionale, inclusa la compagine paralimpica non le voglio sacrificare, per me vuol dire molto anche a livello umano.

Le protesi “orizzontali” non esistono più (foto UEC)
Le protesi “orizzontali” non esistono più (foto UEC)
Torniamo alla vittoria di Bianchi all’Europeo. La sua Pinarello Bolide ha qualcosa di particolare?

Nulla di particolare, diciamo pure che la bicicletta di Matteo fa parte del progetto Tokyo 2021.

Come era stata montata?

Il kit telaio è Pinarello Bolide, una taglia large. Il movimento centrale ha le calotte esterne. Le ruote sono le due lenticolari Campagnolo per i tubolari. Gli pneumatici sono i tubolari Vittoria Pista Oro con sezione da 23. Il manubrio è un progetto Aerocoach con le misure adatte per Bianchi. Ormai è una delle poche sezioni della bici che si possono modificare, ovviamente per rendere il mezzo adatto alle specifiche fisiche del corridore.

Rapporti?

Bianchi ha usato una combinazione 59×14. Le corone sono Miche in alluminio, così come le pedivelle. Il perno passante della guarnitura è di 24 millimetri. E’ stato montato il misuratore di potenza, SRM.

Bianchi ha un setting aggressivo, ma non estremo (foto UEC)
Bianchi ha un setting aggressivo, ma non estremo (foto UEC)
A quale pressione vengono gonfiati i tubolari?

Si utilizza un range di pressione compreso tra le 15 e 17 atmosfere, con l’ultimo controllo effettuato circa 20 minuti prima dello start.

Anche in pista c’è la tendenza di scaricare la sella tutta in avanti?

Sì, anche in pista come su strada la tendenza è quella di caricare il peso del corridore in avanti e molto sul piantone. Questo porta ad un avanzamento importante della sella. Con Matteo siamo al limite UCI, previsto a 5. Anche in pista ritroviamo gli attacchi più lunghi, soprattutto se facciamo un confronto con il passato.

Quanto pesa una bici come questa?

Circa 7,5/7,8 chilogrammi. Una grande variabile è legata all’utilizzo delle appendici.

La Bolide di Ganna datata 2021
La Bolide di Ganna datata 2021
E’ lecito dire che le Pinarello Bolide della Nazionale di oggi ruotano attorno attorno al progetto della bici di Ganna?

Sicuramente sì, un progetto evoluto che arriva dalle Bolide di Ganna, con le dovute personalizzazioni. Ma è necessaria una precisazione. La Pinarello Bolide di Bianchi è quella con la forcella grande e gli steli più voluminosi a differenza di quella usata dagli inseguitori che hanno la versione con i foderi più sottili.

Quanto tempo serve per mettere un coriddore su una bici da pista?

Non c’è una sola risposta, nel senso che oltre agli studi, l’ultima parola l’ha il corridore. E’ lui che deve stare sulla bici e fare la prestazione. Le sensazioni che trasmette agli staff e il suo feeling giocano un ruolo fondamentale ancora oggi, dove la tecnologia è entrata ovunque.

Pacchetto Miche e power meter SRM, la catena è specifica per la pista e rinforzata
Pacchetto Miche e power meter SRM, la catena è specifica per la pista e rinforzata
Il picco di watt di Bianchi?

Intorno ai 1.800 watt, 1.850 in partenza, ma per un atleta come lui è importante il wattaggio medio sul chilometro, che si attesta intorno agli 850 watt.

Atleti del genere mettono a dura prova bici e componenti in genere?

Eccome, ma i materiali usati oggi sono molto differenti da quelli usati anni addietro, direi migliori per efficienza e capacità di sostenere le performance. I corridori esprimono potenze da fenomeni. Poi ci siamo noi meccanici che dobbiamo utilizzare delle accortezze e attenzioni particolari. Tutto deve funzionare alla perfezione, non ci devono essere margini di errore e la cura al dettaglio è diventata maniacale.

Ganna a cuore aperto a due giorni dalla crono

10.08.2023
7 min
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STIRLING – Traduci cosa intendi per dover sopportare le pressioni dei media? Ganna ci pensa un istante e a guardarlo da qua sotto sembra ancora più alto.

«Sai, quando comunque dici sempre – spiega – che Ganna deve dimostrare, fare, aspettiamo lui. L’ho detto un paio di anni fa, non la sento più così tanto, però ovviamente cerchi sempre di non deludere, perché deludere qualcuno è la parte forse più brutta. Però lo ripeto, non sempre si può fare la performance della vita e magari quel giorno c’è qualcuno più forte. Forse questo non tutti lo capiscono e sono quelli che poi puntano il dito. Ed è la parte peggiore, perché dici: “Caspita, non è che sono andato piano perché volevo andare piano, perché chiunque vuole andar forte!”. Quindi a volte è questo che la gente non capisce».

Thomas con il 64

Ganna e Cattaneo sono appena rientrati da un doppio giro sul percorso della crono che correranno venerdì, lungo un anello di quasi 48 chilometri che dai prati alla base del castello li condurrà fra le mura della fortezza più grande e importante di Scozia, costruita a partire dal quindicesimo secolo. Per il piemontese in maglia azzurra, si tratta del secondo assalto al terzo titolo mondiale, dopo quello andato a vuoto dello scorso anno. E’ mercoledì 9 agosto, il giorno in cui Milesi conquisterà la maglia iridata degli U23.

«La voglia – dice – viene forte ogni anno, non è legata a episodi particolari. La maglia iridata è una delle più belle da indossare, quindi voglio sempre provarci, sperando che vada bene. Nel primo giro abbiamo dato le indicazioni a Velo, il secondo l’ho fatto dietro Thomas che faceva i suoi lavori con il 64. Gli ho chiesto se non avrà problemi a spingerlo sulla salita finale, mi ha detto che non c’è problema…

«E’ una crono abbastanza lunga, ci saranno parecchi avversari. Nella parte centrale c’era un tratto con delle curve in discesa che al primo passaggio mi aveva un po’ preoccupato, invece dopo averla vista un paio di volte, già non è più un problema, ma le mani bisognerà comunque metterle sotto. Per il resto si fa tutto con le appendici».

Il finale preoccupa

La scelta dei rapporti è il nodo da sciogliere. Sulla nuova Bolide F azzurra, abbiamo visto montato un monocorona Dura Ace con 58 denti e dietro il pacco pignoni 11-30. La cosa stava bene a Pippo, finché ha visto Thomas e altri corridori Ineos usare la monocorona a disco della squadra, che gli ha fatto venire voglia di montarla a sua volta. Quanto al pacco pignoni, il tratto finale in salita non è affatto banale. In effetti, avendolo fatto a piedi, proprio nel finale propone pendenze superiori al 6 per cento della media. Per questo Ganna ha chiesto al meccanico un pacco pignoni con il 32 perché ha avuto la sensazione che sulla rampa finale con il 58×30 si perda troppa velocità.

«La bici è nuova solo per i colori – conferma Matteo Cornacchione – ma due novità ci sono. In primis le protesi sul manubrio, ugualmente stampate in 3D, fatte in settimana dopo l’ultimo test in galleria del vento a Milano 10 giorni fa. Hanno la parte terminale diversa. Gli appoggi sono uguali a quelli usati al Giro, la parte terminale ha cercato di ottimizzarla per riuscire a stare con le mani unite. E poi c’è il monocorona Shimano, che è arrivato».

Pronto per la Vuelta

Pippo annuisce, mentre Cattaneo viene giù dal pullman e presto torneranno verso l’hotel di Glasgow. Il cielo è grigio, il vento durante la prova si è sentito, ma era pià a favore che contro.

«L’altro giorno ho detto di non aver preparato l’inseguimento – dice Ganna – perché in realtà ho preparato la Vuelta. Ho fatto tanti metri di dislivello con Thomas e diciamo che le appendici le ho usate poco. Prima in prova abbiamo cercato di prendere le curve un po’ più forte, come si pensava di fare in gara. Quindi sono andato tranquillo nella parte diciamo dove dovrei spegnere normalmente e un po’ più aggressivo nelle curve. C’era anche Joshua Tarling, che è giovane, non ha paura, non ha bisogno di dimostrare niente e può andare alla garibaldina».

Cattaneo è stato secondo al campionato italiano della crono e ha appena vinto quella del Polonia: la forma c’è
Cattaneo è stato secondo al campionato italiano della crono e ha appena vinto quella del Polonia: la forma c’è

Una crono dura

Cattaneo invece punta tutto sulla leggerezza d’animo, anche se ha appena vinto la crono del Polonia e non potrà passare inosservato. Sembra che sia qui in vacanza, con niente da perdere, ma conoscendolo da quando era un ragazzino, siamo certi che dentro abbia il cuore pieno d’orgoglio. Dice che firmerebbe per un posto fra i dieci e che le sue crono migliori le ha fatte nelle corse a tappe, quindi la prova secca è un punto di domanda.

«E’ un percorso veloce – dice – però credo che dipenderà tanto dal vento. Dal punto di vista delle energie è molto dispendioso, perché comunque tratti di recupero ce ne sono veramente pochi. Sono 48 chilometri tutti da spingere. Quando si comincia a tornare indietro, ci sono degli strappetti che si sentono. Hai già fatto 25 chilometri di cronometro, per cui sarà molto più esigente di quello che sembra su carta, anche se la media sarà altissima.

«La strada è buonina, in alcuni pezzi è nuova, quindi super scorrevole, in altri non è super scorrevole (ride, ndr). Però tutto sommato non è malissimo. Io avrò il 60, non monocorona perché non me l’hanno dato, ma bloccherò la catena sul 60. Quanto alla ruota anteriore, dipenderà dal vento, finora però nel 90 per cento delle crono ho usato quella da 110».

Il furgone che li porta in hotel è pieno delle loro bici, si può partire. Il mondiale va avanti qui con la crono U23 e in serata nel velodromo di Glasgow con Letizia Paternoster nell’omnium e Scartezzini (davvero in difficoltà ieri della madison) nella corsa a punti.

Mastro Cornacchione ci presenta la Bolide iridata… per l’iridato

08.03.2022
5 min
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Ieri l’ha spinta a 54,569 chilometri orari di media. La Pinarello Bolide di Filippo Ganna è stata la più veloce nella prima tappa della Tirreno-Adriatico.

Un po’ per tifo, un po’ perché Pippo indossava la maglia iridata e un po’ perché oggettivamente si restava ammaliati da questo pacchetto “uomo + macchina”, gli occhi erano tutti sul corridore della Ineos-Grenadiers.

Misure riportate al millimetro. Matteo Cornacchione ci stava lavorando già dalla notte prima della crono. Bellissimo l’iride sulla forcella
Misure riportate al millimetro. Cornacchione ci stava lavorando già dalla notte prima della crono. Bellissimo l’iride sulla forcella

Nuovi colori

Una giornata breve in gara (13,9 chilometri), ma lunga nel complesso: dalla ricognizione del mattino, ai massaggi serali. Una giornata ancora più lunga per i meccanici. E quello che si è preso cura della Bolide di Ganna è stato Matteo Cornacchione, un vero “mastro” dell’officina.

«Abbiamo presentato una bici “nuova” – racconta Cornacchione – bellissima. L’azzurro delle precedenti bici è bello, tra titoli europei, mondiali… ma con la maglia iridata bisognava far qualcosa di più, un qualcosa di diverso. E così Pippo e Fausto (Pinarello, ndr) ci stavano lavorando già da un po’. Poi anche Elia (Viviani, ndr) ci ha messo lo zampino. Lui è quello dello stile!

«Niente oro, perché su strada non è campione olimpico, anche se gli sarebbe piaciuto inserirne un po’. Quella color oro la userà su pista. E’ stato scelto un fondo bianco perla che esaltasse la maglia iridata».

Set collaudato

La prestazione di Ganna è stata superba. E’ anche vero, come sostiene Cornacchione, che il percorso era parecchio adatto alle caratteristiche del piemontese. Ma lui è stato fenomenale nel mettere insieme tutti i tasselli e a farlo alla perfezione. Merito anche di un setup rodato.

«La Bolide – riprende Cornacchione – colori a parte, era identica nelle misure, del telaio e della posizione. Sapete quanto costano i manubri 3D (circa 14-15.000 euro l’uno, ndr) e così ne ho smontato uno da una “vecchia” bici e l’ho rimontato su quella di ieri. Tutto era come sempre.

«Pedivelle da 175 millimetri, pedali Shimano Dura Ace normalissimi e rapporto 58×11. Su un percorso del genere si sarebbe potuto anche osare il 60, ma Pippo ci si allena anche con il 58: ne conosce bene sensazioni e cadenze. E poi nella prima parte fino all’intermedio c’era vento in faccia. Forse il 60 gli sarebbe stato utile nel ritorno, ma magari non avrebbe reso tanto perché si sarebbe “impastato” le gambe. Vedendo le velocità, 58-59 all’ora, e i watt che faceva è stata la scelta giusta».

Ganna in azione. Dietro in ammiraglia s’intravede Cioni. Cornacchione è seduto dietro di lui, pronto ad intervenire
Ganna in azione. Dietro in ammiraglia s’intravede Cioni. Cornacchione è seduto dietro di lui, pronto ad intervenire

Princeton all’anteriore

In una crono del genere quel che conta molto era la ruota anteriore. Data per scontata la lenticolare al posteriore, con il vento che soffiava dal mare bisognava ponderare bene quale scegliere. Evenepoel per esempio aveva optato per una ruota molto alta (100 millimetri?), tra l’altro una ruota misteriosa a quanto pare visto che dal team nessuno ha voluto chiarire di che profilo si trattasse, e complice anche la fatica nel finale Remco “dondolava” un po’. Pippo invece no: era un fuso.

«Davanti – riprende Cornacchione – ha scelto una Princeton Wake con profilo differenziato 75-80 millimetri. Poco prima Viviani aveva usato la AeroCoach che è un po’ più alta: tutta 80 millimetri. Alla fine Pippo ha scelto questa.

«Le gomme? Tubeless da 25 millimetri gonfiati a 7 atmosfere».

La pressione sinceramente visto il percorso e il peso di Ganna ce l’aspettavamo un po’ più alta…

«Meglio non andare oltre. Primo, perché la tenuta poi non è ottimale. Secondo, perché la strada era un po’ sconnessa. In un paio di occasioni Pippo ha preso delle buche che si è sentito quel rumore sordo dalla macchina.

«In ammiraglia abbiamo sospirato. Sembrava si spaccasse tutto (come poi accadde proprio su questo tracciato a Moscon nella cronosquadre di apertura di una Tirreno di qualche anno fa, ndr). In quel caso col copertoncino rischi la foratura, vai a pizzicare la camera d’aria. Il tubeless invece ammortizza di più».

In attesa del disco

Adesso resta solo l’ultimo step per quanto riguarda la Bolide: l’arrivo di quella con il freno a disco. E’ vero questa bici è ancora super efficiente. E la prestazione di ieri ne è stata l’ennesima dimostrazione, ma di certo arriverà il “cambio generazionale” anche per questa belva dal palmares pregiato.

In Pinarello ci stanno lavorando. Ai ragazzi del team ancora non è arrivata, ma come spesso accade il modello nuovo potrebbe arrivare prima del Tour de France.

Sarà curioso vedere come ci si troverà Pippo, non tanto per la frenata, quanto per il perno passante. Una soluzione che dovrebbe agevolare non poco un atleta con tanta potenza e di un certo peso come il campione del mondo.