Ferrand-Prevot e quella consapevolezza che dà ancora più forza

17.03.2025
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La vittoria di Elisa Balsamo al Trofeo Binda ci lancia definitivamente verso la settimana della Milano-Sanremo Women. Una classica che, pur essendo alla sua prima edizione, fa gola a molte campionesse, tra cui Pauline Ferrand-Prevot. La grande ex biker è tornata alla strada dopo tanti anni ed è già a un ottimo livello.

La francese della Visma-Lease a Bike è tornata alla strada per puntare a essere ancora una grandissima. Pauline è una ragazza che ama le sfide… e se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo dire che qualche speranza ce l’ha eccome.

Ferrand-Prevot (classe 1992) è tornata su strada dopo aver disputato l’ultima stagione intera nel 2018
Pauline Ferrand-Prevot (classe 1992) è tornata su strada dopo aver disputato l’ultima stagione intera nel 2018

Che ritorno

Alla Strade Bianche è arrivata terza. Era il quinto giorno di corsa, dopo l’ultima apparizione internazionale, che risaliva al 2018 (mondiale di Zurigo escluso). Aveva preso parte a qualche campionato nazionale, ma così… “tanto per”, come si suol dire.

In Piazza del Campo, dopo la gara, il suo sorriso anticipava le sue parole. «Mi sento davvero bene – ha detto Pauline – e sono contenta. Ho visto che Anna Van der Breggen e Demi Vollering erano troppo lontane e così mi sono concentrata sul podio. Sono anche caduta, ma è stato un errore tutto mio. Non penso di essere ancora al 100 per cento, e per questo sono felice, so che posso alzare il livello delle mie performance».

Ferrand-Prevot è dunque tornata in gara da poco. Ha trovato un ciclismo ben diverso da quello che aveva lasciato, un ciclismo pre-Covid, che si è radicalmente modificato, soprattutto in campo femminile. Lei stessa ha ribadito più volte il tema della concentrazione durante la gara e l’importanza di essere sempre attiva. Cosa che non è così facile dopo tanti anni di inattività su strada, considerando che le gare di MTB durano meno di un’ora e mezza. Così come aveva sottolineato il problema di “ricordarsi” di mangiare, cosa che nelle sue gare di MTB non faceva, ovviamente.

«Quando sono arrivata al ritiro di dicembre, l’allenatore mi ha detto: “Sembri sorpresa”. Non pensavo che il livello fosse così alto – ha detto Pauline – Anche l’alimentazione è cambiata molto e gioca un ruolo essenziale nelle prestazioni. Le tattiche di squadra sono diventate fondamentali. Il ciclismo è diventato davvero uno sport di squadra».

Al UAE Tour Women un po’ di fatica, specie nella salita lunga, ma era previsto. A Siena è stata già terza
Al UAE Tour Women un po’ di fatica, specie nella salita lunga, ma era previsto. A Siena è stata già terza

Questione di testa

Ferrand-Prevot sta riprendendo ad allenarsi in un certo modo, e si può dire che sia ancora in una fase di adattamento.
«I momenti più difficili? Penso che sia solo una questione di fiducia. Non ho corso a questo livello da molto tempo, quindi devo trovare la fiducia e credere in me stessa. Alla Strade Bianche, forse nel momento dell’attacco mi sono mancati 5 o 10 metri, ma la cosa importante è che mentalmente so di poter essere la migliore. Sì, devo credere in me stessa. Ma ora che so di poter competere con le migliori atlete, affronterò le prossime gare con buone sensazioni».

La meticolosità di Pauline è quella di sempre. Anche se sapeva che sarebbe tornata alla strada, per esempio, ha fatto le cose al massimo nella MTB fino alla fine. E guarda caso, ha vinto il titolo olimpico. Prima della Strade Bianche, era venuta alcune settimane prima a fare la ricognizione per avere tutto sotto controllo, perché di fatto per lei era qualcosa di nuovo. E lo stesso farà per la Sanremo.
«Alla Sanremo andremo con una squadra forte. Davvero vogliamo vincere questa prima edizione».

E’ il 23 aprile 2014 quando Pauline vince la Freccia Vallone. In quell’anno conquisterà anche il mondiale (foto Eurosport)
E’ il 23 aprile 2014 quando Pauline vince la Freccia Vallone. In quell’anno conquisterà anche il mondiale (foto Eurosport)

Obiettivo Tour

La Visma-Lease a Bike vuole essere tra le grandi anche tra le donne, per questo ha ingaggiato Ferrand-Prévot. I sogni della francese sono in sintonia con quelli del team: vincere il Tour de France Femmes.
«Per ora c’è stato un buon inizio di stagione – ha detto Pauline – ma so che c’è ancora tanto lavoro da fare».

E a proposito di Tour, un’atleta con le sue caratteristiche non poteva esimersi dal correre le classiche del Nord, a prescindere dall’obiettivo del Tour. Tuttavia, nonostante le doti da biker, non correrà le classiche delle pietre, ma si concentrerà sulle Ardenne, dove tra l’altro ha già fatto bene. Nel 2014 vinse la Freccia Vallone, tra l’altro – ed è una curiosità – l’ultima prima del dominio di sette anni di Van der Breggen, anche lei tornata quest’anno.
«L’idea è di vincere il Tour da qui a tre anni. Ci pensavo da un po’. Lo scorso anno mi ero concentrata del tutto sulle Olimpiadi, ma ora eccomi qui».

Ferrand Prevot ai mondiali: una presenza non casuale

08.09.2024
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E’ proprio vero che ci sono lacrime e lacrime. Quelle versate da Pauline Ferrand Prevot ad Andorra, nella gara del recente campionato del mondo di mtb, avevano in sé un caleidoscopio di emozioni. C’era gioia e dolore, gratitudine e rammarico, perché per la campionessa olimpica quella era l’ultima gara in assoluto disputata sulle ruote grasse. Un mondo che le ha dato tutto, fino all’apoteosi di Parigi, all’oro olimpico vinto davanti al pubblico di casa. Che cosa puoi mai volere di più?

La francese ha dominato la gara olimpica di Parigi, dove si era presentata da favoritissima
La francese ha dominato la gara olimpica di Parigi, dove si era presentata da favoritissima

Le feste del post Parigi

Quel mondiale, Pauline non lo ha neanche preparato, per certi versi aveva anche pensato di non gareggiare neanche. I giorni dopo la vittoria olimpica sono passati tra feste, incombenze, altre feste, altre incombenze… Difficile potersi allenare, pur se ad Andorra la transalpina è ormai di casa. Il fisico non ne aveva più, ha provato a reggere per un paio di giri, ma poi il suo mondiale è diventato qualcos’altro.

«Ho capito subito che non era proprio giornata – ha raccontato ai giornalisti subito dopo l’arrivo al 14° posto – e non avrei potuto difendere il mio titolo mondiale. Avrei potuto chiudere la mia stagione dopo l’oro olimpico, ma non sarebbe stato neanche giusto nei confronti di chi mi è stato vicino, tifosi in primis. Sapevo che in una giornata simile, agonisticamente parlando, avevo tutto da perdere, ma non potevo tirarmi indietro».

Con la francese dietro, titolo mondiale alla Pieterse (NED) sulla connazionale Terpstra e la nostra Berta
Con la francese dietro, titolo mondiale alla Pieterse (NED) sulla connazionale Terpstra e la nostra Berta

Oro per la Pieterse, applausi per lei

Così, mentre davanti Puck Pieterse andava a prendersi il titolo mondiale e Martina Berta conquistava una splendida medaglia di bronzo per i colori italiani, Pauline Ferrand Prevot trasformava la gara in una passerella, fermandosi per ringraziare il suo meccanico e i suoi genitori, salutando i capannelli di tifosi. Il piazzamento a quel punto è diventato un dettaglio irrilevante, per una ragazza che dal ciclismo ha avuto tutto, vantando addirittura il primato di essere l’unica capace di indossare nello stesso momento la maglia di campionessa del mondo su strada, in mtb e nel ciclocross, quella tripletta che gente come Van der Poel e Pidcock ancora oggi insegue come una chimera.

Pauline a 32 anni ha deciso di dare una sterzata alla sua carriera: dopo aver vinto tutto nel fuoristrada vuole dedicarsi anima e corpo alla strada e vuole farlo subito, al punto che sarà presente già ai mondiali di Zurigo, pur senza aver fatto nulla quest’anno.

«L’idea è nata nel ritiro francese durante i Giochi, al Domaine du Tremblay a Yvelines – racconta l’oro olimpico a L’Equipeho chiesto se potevo partecipare ai mondiali e mi hanno detto subito sì. Sarebbe un bel mondo per riavvicinarmi a quel mondo che ho praticamente abbandonato nel 2015, limitandomi a saltuarie esperienze».

Per la Ferrand Prevot ben 12 titoli mondiali fra strada (qui a Ponferrada 2014), mtb, ciclocross e gravel
Per la Ferrand Prevot ben 12 titoli mondiali fra strada (qui a Ponferrada 2014), mtb, ciclocross e gravel

Il sogno Tour de France

Pauline già prima di cogliere l’oro olimpico aveva detto che la sua ambizione era rituffarsi nel ciclismo su strada per inseguire nuovi sogni: un’altra maglia iridata in primis, ma sullo sfondo la maglia gialla del Tour de France Femmes. Se parliamo di iride, quello di Zurigo non sarà il giorno giusto: «Resterò ad Andorra per allenarmi, ma siamo già d’accordo che mi preparerò per farmi trovare pronta per la squadra. Saremo in sette e io mi metterò a disposizione di chi sarà la punta del team».

Un approccio soft, almeno nelle aspettative, anche perché le condizioni di forma sono quelle che sono e Yvan Clolus, il tecnico della nazionale di mtb che ha contribuito alla decisione è stato chiaro a questo proposito: «Non si può prevedere un terzo picco di forma a fine settembre dopo lo stress della stagione e della preparazione olimpica. Sarebbe chiederle troppo, ma l’esperienza le sarà utilissima per rientrare nel gruppo, riassaporare certe esperienze. Questa sarà la sua quotidianità nella nuova fase della sua carriera, è giusto iniziare ora».

“La vita è uno scherzo” il tatuaggio sul collo che rispecchia la sua filosofia
“La vita è uno scherzo” il tatuaggio sul collo che rispecchia la sua filosofia

Ma nel 2025 non si scherza…

Pauline, che ha già scelto di lasciare la Ineos per approdare alla Visma-Lease a Bike, unica straniera (per ora) in un team tutto olandese con l’inossidabile Vos e la rampante Van Empel, si è rimessa subito al lavoro: «Nella settimana precedente i mondiali di mountain bike avevo accumulato tanto volume di lavoro, anche per questo sapevo che non potevo fare molto nella gara iridata». Quel che è certo, guardando il suo palmarés su strada fermo al 2022, è che anche con la superleggera la Ferrand Prevot non ha intenzione di scherzare: con 5 titoli francesi, uno mondiale, una Freccia Vallone e altro al suo attivo, ha tutte le possibilità per inserirsi ai vertici di un ambiente in forte evoluzione, tra campionesse in cerca di riscatto (Kopecky, Vollering) e grandi ritorni (Van der Breggen). State pur certi che ci sarà posto anche per lei…

Pidcock e Ferrand Prevot, due ori Ineos dalle genesi diverse

31.07.2024
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Per la Ineos Grenadiers Parigi è qualcosa che evoca grandi successi “gialli” e che ora ha anche un forte sapore olimpico. Sia Pauline Ferrand Prevot che Thomas Pidcock, i due campioni olimpici di mtb, sono in forza al team britannico, ma la loro conquista dell’oro a cinque cerchi, sfalsata di 24 ore, ha un sapore ben diverso dall’uno all’altro. Entrambi però dal 2025 saranno probabilmente destinati ad altri lidi: se per la francese cambierà tutto, lasciando la mtb, per Pidcock c’è la possibilità di trovare un nuovo team pur avendo un contratto fino al 2027. La Ineos non sarebbe contraria, in quanto libererebbe una copiosa fetta del monte ingaggi.

Il ciclomercato ha in parte influito sulle loro prove, anche perché rappresenta il futuro dopo l’aver ottenuto il proprio obiettivo stagionale. In maniera diversa come diverse erano le prospettive e le radici. Partiamo da Pauline, chiamata alla gara della vita, davanti al proprio pubblico. Chiamata soprattutto a sfatare la maledizione olimpica: per tre volte era partita per vincere, a Londra 2012 sognava addirittura la doppietta strada-mtb, a Tokyo 2020 quasi nessuno avrebbe scommesso sulla sconfitta sua e/o della Lecomte e questa era stata una delle maggiori delusioni di tutta la spedizione francese.

L’arrivo trionfale della Ferrand Prevot, un momento che attendeva da tre anni
L’arrivo trionfale della Ferrand Prevot, un momento che attendeva da tre anni

Un’Olimpiade diventata ossessione

Da allora l’oro era diventato un’ossessione e la Ferrand Prevot per esso aveva sacrificato tutto: chi le è vicino parla di una ragazza solare e allegra che si era chiusa in se stessa, sembrava quasi triste anche dopo le vittorie in Coppa del Mondo. Al punto che da quasi un anno non risponde al cellulare né ai messaggi, a nessuno se non della sua stretta cerchia.

«Quando ho vinto l’ultimo mondiale, lo scorso anno a Glasgow– raccontava la transalpina dopo l’oro olimpico – ho avuto una successiva notte insonne, piena di pensieri. Per dissiparli ho preso la bici e in piena notte mi sono fatta due ore e mezza di pedalata per schiarirmi le idee. Sentivo forte la pressione per quest’oro, era quello che tutti volevano, ma anch’io lo volevo per ragioni diverse. Dovevo chiudere una pagina della mia vita, a questa ho sacrificato tutto, ho sacrificato soprattutto me stessa, il mio carattere, la mia creatività, diventando un’altra persona».

Le lacrime sul podio tradiscono l’emozione della francese, dopo la terribile delusione di Tokyo 2020
Le lacrime sul podio tradiscono l’emozione della francese, dopo la terribile delusione di Tokyo 2020

Un’attesa vissuta da asceta

Chi la conosce parla di una Pauline quasi maniacale nell’allenamento come nell’alimentazione, priva di quel caratteristico sorriso che la contraddistingueva, chiusa in un assoluto ascetismo. Forse un po’ schiacciata dall’essere una delle vincitrici quasi annunciate, un po’ come Marchand nel nuoto o le americane nella ginnastica. Per questo l’oro ha il sapore della liberazione e subito dopo, alla premiazione, sembrava una ragazza diversa, liberata, quasi ebbra di gioia.

Ora può riaprirsi al mondo e anche per questo ha bisogno di cambiare. Già prima della gara olimpica aveva detto che voleva lasciare il mondo che le ha dato tanto per tornare alla strada, con obiettivi precisi: il Tour de France Femmes in primis perché sente di poter dire la sua per la maglia gialla, poi la Roubaix che per una biker è corsa che più di altre si attaglia. Ma in generale tutte le classiche possono essere terreno di caccia per chi, pur in una carriera da stradista a mezzo servizio, ha dalla sua sempre un titolo mondiale e una Freccia Vallone.

La volata vincente della Ferrand Prevot a Ponferrada nel 2014, che le valse il titolo mondiale
La volata vincente della Ferrand Prevot a Ponferrada nel 2014, che le valse il titolo mondiale

Pidcock cambierà aria?

Per Pidcock la situazione è diversa, anzi quasi opposta se aveva dichiarato a fine stagione che con l’oro olimpico avrebbe messo la parola fine alla mtb. Il suo amore per le ruote grasse è troppo forte e chi gli è intorno dice che già pensa al tris, mai raggiunto da nessuno. Per questo però ha bisogno di un supporto che gli garantisca di continuare nella multidisciplina e i suoi legami personali di sponsorizzazione con la Red Bull fanno pendere la bilancia verso il team tedesco, che non ha problemi di budget.

Intanto però la sua vittoria non è stata scevra da polemiche. Quando ha forato, lasciando via libera al padrone di casa Koretzky, il pubblico è esploso sognando il trionfo, ma piano piano Pidcock ha eroso il vantaggio fino a riagganciarsi a due giri dalla fine. Poi è stato lui a provare a staccare il rivale, che però sembrava incollato. Fino a quel passaggio finale…

Sul percorso parigino il britannico ha messo in fila Koretzky (FRA), Hatherly (RSA) e Braidot (ITA)
Sul percorso parigino il britannico ha messo in fila Koretzky (FRA), Hatherly (RSA) e Braidot (ITA)

La giusta traiettoria

Un pezzo tecnico ma neanche troppo, casella di un percorso vario e neanche troppo disprezzabile per essere cittadino. Sul sentiero c’erano due alberi, si poteva passare in mezzo oppure esterni. Pidcock aveva sempre scelto la traiettoria esterna, all’ultimo giro, vedendo il francese fare lo stesso ha scelto l’altro passaggio per superarlo. Nella ricongiunzione inevitabile il contatto: «Mi ha toccato allentandomi la scarpa – lamentava Koretzky, tornato quest’anno alla Mtb dopo aver chiuso la sua esperienza alla B&B Hotels prima e alla Bora dopo senza aver lasciato il segno – ha spinto anche molto, è stata una mossa mediocre per non dire altro…».

La Francia però non ha sporto reclamo, dando di fatto ragione alle parole di Pidcock: «Non ho fatto niente di male, lui era davanti e ha fatto la sua scelta, ho visto un’opportunità e l’ho colta, in un punto che non si attendeva. Ma queste sono le Olimpiadi, baby…».

Pidcock durante il riscaldamento: anche a Parigi ha dimostrato di avere una marcia in più
Pidcock durante il riscaldamento: anche a Parigi ha dimostrato di avere una marcia in più

Ora la sfida della strada

La sua reazione alla vittoria è stata più contenuta, quasi si aspettasse anche lui che le cose andassero così. Attenzione però perché ora lo attende la prova in linea e chi lo conosce dice che nella mente gli frulla qualcosa. In una gara pazza come può essere quella olimpica, priva di squadre in grado di controllarla, chissà che il suo modo di correre garibaldino, da biker non possa regalargli qualche soddisfazione. In fin dei conti, gente come Van der Poel o Van Aert nessuno la conosce meglio di lui…

Pidcock e Ferrand-Prévot: scelta vincente di Challenge

29.11.2022
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La stagione del ciclocross sta sempre più entrando nella sua fase “calda” con le prove di Coppa del mondo che si succedono quasi ogni weekend e che ci porteranno diritto alla prova iridata di Hooghereide, in programma a inizio febbraio. Tra i protagonisti del circus del ciclocross spiccano sicuramente i nomi di Tom Pidcock e Pauline Ferrand-Prévot.

L’asso britannico e la campionessa francese da quest’anno militano nella stessa formazione, la Ineos Grenadiers. Il team guidato da Sir David Brailsford ha di recente esteso la propria partnership per la disciplina del ciclocross con Challenge Tires a conferma di una collaborazione che ha dato lo scorso anno a entrambe le parti grandi soddisfazioni, a cominciare dal titolo di campione del mondo conquistato a Fayetteville da Pidcock.

Il massimo successo per Challenge e Pidcock è stato il campionato del mondo di ciclocross conquistato dal britannico
Il massimo successo per Challenge e Pidcock è stato il campionato del mondo di ciclocross conquistato dal britannico

Un motto vincente

In casa Challenge esiste un motto che guida quotidianamente il lavoro di progettazione e sviluppo di ogni singolo prodotto: “le gomme vincono le gare”. Una conferma a questo motto arriva sicuramente dallo stesso Pidcock. Il campione britannico è da sempre un grande estimatore degli pneumatici Challenge, avendoli utilizzati nel corso di tutta la sua carriera nel ciclocross. Anche grazie alla qualità dei prodotti Challenge Pidcock ha conquistato il titolo di Campione del Mondo nelle categorie Junior, U23 ed Elite. Qualcosa di davvero straordinario.

«Nelle corse – ha dichiarato Pidcock – devi avere pneumatici di cui ti puoi fidare perché ti aiutano a continuare a spingere oltre i tuoi limiti, avendo il grip di cui hai bisogno in tutte le condizioni».

Con i prodotti Challenge Pidcock ha vinto su tutti i terreni delle gare di ciclocross
Con i prodotti Challenge Pidcock ha vinto su tutti i terreni delle gare di ciclocross

Arriva Pauline

Come dicevamo all’inizio, quest’anno il team Ineos Grenadiers si è arricchito di una nuova stella. Si tratta di Pauline Ferrand-Prévot. Per quei pochi che non la conoscono, basta consultare Wilkipedia dove viene presentata come “atleta multidisciplinare, nel 2014 si è laureata campionessa del mondo in linea su strada, mentre nel 2015 ha vinto il titolo mondiale di ciclocross e quello di cross country, diventando così la prima atleta della storia a detenere il titolo mondiale Elite nelle tre specialità. Nel 2019, nel 2020 e nel 2022 ha vinto nuovamente il titolo mondiale di cross country, nel 2019 e nel 2022 ha vinto il titolo mondiale di marathon, e nel 2022 ha vinto anche i titoli mondiali di cross country short track e di gravel, arrivando dunque a detenere, a fine 2022, quattro maglie iridate in altrettante specialità”.

Pauline Ferrand-Prevot è l’ultimo acquisto del team Ineos
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Sviluppo continuo

Challenge Tires e Ineos Grenadiers sono oggi accumunate da un obiettivo comune: il miglioramento continuo dei prodotti a disposizione del team per quel che concerne il ciclocross. L’innesto nella squadra di una fuoriclasse come Ferrand-Prévot non fa altro che confermare come la Ineos Grenadiers voglia crescere sempre più nel settore del fuoristrada.

Concludiamo con il pensiero dell’Athletes Manager di Challenge Tires: «E’ stato fantastico seguire Tom Pidcock dall’inizio della sua carriera e siamo lieti di continuare la nostra collaborazione con il team e di contribuire al loro successo. L’ingresso di Pauline nel team è un’aggiunta gradita e aumenta ulteriormente il nostro livello grazie all’opportunità di lavorare con atleti così talentuosi».

Challenge

Ferrand Prevot alla Ineos con Parigi nel mirino

16.10.2022
5 min
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A 30 anni e avendo appena vinto a Cittadella l’oro nel mondiale gravel, Pauline Ferrand Prevot sta per diventare la prima donna a indossare la maglia del Team Ineos Grenadiers. Con cinque mondiali vinti in mountain bike e uno nel ciclocross, la francese è sicuramente una delle star del fuoristrada. Tuttavia è bene ricordarla iridata anche su strada a Ponferrada 2014, lo stesso anno in cui si prese la Freccia Vallone. L’anno dopo, in maglia iridata, ha conquistato invece la tappa di Aprica al Giro Donne. Su strada ha corso dal 2012 al 2020, poi ci ha messo una pietra sopra. Per ora, almeno…

A Ponferrada nel 2014, Ferrand Prevot vince il mondiale elite su strada, su Brennauer e Johannson
A Ponferrada nel 2014, Ferrand Prevot vince il mondiale elite su strada, su Brennauer e Johannson

Contatti a maggio

Non era un mistero che la francese volesse cambiare squadra, avendo perso il feeling con il team BMC. E probabilmente l’aver preso questa decisione ha reso più facile il lavoro di Carsten Jeppesen, che nel team britannico è il coordinatore degli sponsor tecnici, ma da qualche tempo ha ricevuto anche l’incarico di seguire Tom Pidcock nelle trasferte di mountain bike e ciclocross. Ed è stata proprio la frequentazione dei campi di gara offroad ad aver propiziato i contatti fra il danese e la Prevot.

Stando a L’Equipe, pare che il primo approccio sarebbe avvenuto nella prima quindicina di maggio, approfittando delle prove di Coppa del mondo di Albstadt e Nove Mesto. Da lì sono iniziate le trattative che la scorsa settimana hanno portato a ufficializzare l’accordo.

Obiettivo Parigi

Inizialmente, quando si trattava soltanto di anticipazioni, il passaggio era parso anche più clamoroso, perché sembrava che Ineos avesse finalmente aperto le porte al WorldTour femminile. Invece il comunicato ufficiale ha ristretto l’attività della Prevot all’attività fuoristrada, pur con il suo inserimento nello stesso roster di Pidcock, Bernal e compagni stradisti.

La francese, che ha vinto per quattro volte il mondiale di cross country, ha firmato per due anni con un’opzione sul rinnovo, con l’obiettivo dichiarato delle Olimpiadi di Parigi 2024.

«Quello è per tutti – ha spiegato – l’obiettivo principale. I mondiali saranno dei passaggi obbligati e l’occasione per provare materiali e condizione. Fino ad allora non è prevista alcuna attività su strada, poi non si sa…».

La porta non è chiusa del tutto, ma l’apertura all’attività su strada necessita di una serie di passaggi non banali. Non ultima la creazione di un team che per ora non c’è.

Pidcock tecnica
Tom Pidcock in azione ad Albstadt. Proprio in questi giorni di maggio avviene il contatto con Ferrand Prevot
Pidcock tecnica
Tom Pidcock ad Albstadt. In questi giorni di maggio avviene il contatto con Ferrand Prevot

Stage WorldTour

Un team all’interno del team in realtà c’è già ed è quello del fuoristrada, costruito attorno a Tom Pidcock, che ha fatto di Parigi il suo obiettivo principale, con il benestare o la rassegnazione dei suoi datori di lavoro. Di questa struttura, che si sposta con un super truck e il camion officina, si servirà anche la campionessa francese, che in aggiunta sarà aggregata al team maschile con una serie di stage.

«E’ super interessante – commenta Prevot – avrò il mio gruppo intorno e non saranno due squadre diverse. Sarò integrata nella WorldTour, potrò divertirmi ad allenarmi con loro. E questo è ciò che mi è subito piaciuto del progetto. Ho accettato a condizione che io possa tenere Fabien, il mio meccanico, e scegliere il mio programma di gare. L’obiettivo è avere intorno persone che posso chiamare quando ne ho bisogno. In termini di formazione, ho ancora cose da imparare. Ma penso che lavorare con Ineos mi aiuterà a progredire».

Nel 2015 vince da iridata ad Aprica nel Giro Donne, chiudendo 6ª in classifica
Nel 2015 vince da iridata ad Aprica nel Giro Donne, chiudendo 6ª in classifica

Libertà tecnica

E qui si apre un fronte interessante, ispirato da alcune parole di Fausto Pinarello a Grenchen, in occasione dell’Ora di Ganna, quando parlò di nuovi progetti tecnici legati a Pidcock.

Il britannico per ora corre su una BMC Fourstroke, ma nulla vieta di pensare che l’azienda di Treviso, allo stesso modo in cui gli ha fornito il modello Crossista, potrebbe lanciare una mountain bike da gara. Ma appare certo che la cosa non accadrà il prossimo anno, dato che anche Ferrand Prevot avrà ampia libertà di scelta sul fronte dei materiali.

«E’ davvero una possibilità interessante – conferma – quello che mi interessa è che c’è dello sviluppo da fare, materiali da testare. Avrò la consapevolezza di potermi allenare per essere migliore atleticamente, sapendo di avere tutte le possibilità di poter scegliere i materiali migliori, senza vincoli con sponsorizzazioni troppo rigide».