La svolta verde della Ineos, a tu per tu con Cioni

30.09.2021
4 min
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Luke Plapp (australiano classe 2000), Magnus Sheffield (statunitense classe 2002) e Ben Tulett (inglese classe 2002), la Ineos-Grenadiers va verso la sua svolta verde. Questi tre giovani vanno ad aggiungersi agli altri due gioiellini Pidcock e Rodriguez, senza contare il “vecchietto” Bernal!

Qualche tempo fa Dario David Cioni, preparatore e diesse ormai storico del team inglese, ci aveva detto che avevano iniziato a fare certi “esperimenti” con Carlos Rodriguez. Adesso si fa un passo avanti.

Luke Plapp in allenamento già con la maglia Ineos (foto Instagram)
Luke Plapp in allenamento già con la maglia Ineos (foto Instagram)
Dario, una bella svolta verde…

Diciamo di sì. Si va avanti a cicli e probabilmente noi eravamo arrivati un po’ alla fine con Thomas e Froome. Il cambiamento a mio avviso è iniziato già un paio d’anni fa quando è andato via Chris. Bisognava rinnovare la squadra. Contestualmente abbiamo visto che le altre squadre iniziavano a raccogliere bei risultati anche con i giovani. Cosa che comunque abbiamo fatto anche noi. Guardate Ethan Hayter o lo stesso Filippo (Ganna, ndr).

Avete preso tre corridori di madrelingua inglese: scelta voluta o casuale?

Casuale, ma non del tutto. I legami con la parte inglese ci sono e vanno anche mantenuti. Ma per quel che riguarda Platt, per esempio, il suo ingaggio è stato una casualità. Insomma quest’anno non abbiamo preso spagnoli o sudamericani.

Chi gestirà questi ragazzi?

Lo stiamo decidendo in questo periodo. L’altro giorno sono andato al mondiale proprio per parlare della struttura 2022. Più o meno ci sarà un gruppo di persone che cureranno i ragazzi più giovani e dovrei farne parte anche io. In ogni caso non ci sarà un’esclusività da parte di questo o di quel tecnico.

Sarà quindi un’impegno della Ineos in generale…

Esatto. Anche perché alla fine abbiamo deciso di non fare una continental, ma di strutturare in modo diverso il nostro settore giovani. Ma questo non vuol dire che i due settori (quello dei “grandi”, ndr) saranno separati. 

Magnus Sheffield (19 anni) è anche un ottimo pistard
Magnus Sheffield (19 anni) è anche un ottimo pistard
C’era questa idea quindi?

Sì, ma come detto l’abbiamo scartata. Daremo uno sguardo alle altre continental e magari i giovani che ci interessano li seguiremo a distanza, un qualcosa che potremmo fare con delle squadre prestabilite.

Un gruppo giovani, dicevi, ma chiaramente i ragazzi non potranno fare delle gare U23 essendo una WorldTour…

Chiaro che no, ad eccezione di Avenir e mondiale, però si può portare avanti un lavoro insieme alle loro squadre. Per esempio avevamo già adocchiato Sheffield l’anno scorso, quando poi siamo sicuri gli proponiamo un contratto. 

E quali saranno queste squadre?

Anche questo lo stiamo definendo. In passato abbiamo una bella collaborazione con il Cycling Team Friuli. Gianni Moscon lo abbiamo preso dalla Zalf, ma già lo supportavamo, stessa cosa con Pidcock alla Trinity o Hayter per quel che riguarda le corse su strada.

Ma la Ineos ha il suo talent scout, “il Maxtin” della situazione?

No, siamo una serie di persone. In passato seguivamo questi aspetti io e Hellingworth, l’anno prossimo vedremo.

Ben Tulett è un talento inglese, che non poteva non far parte della corazzata di Brailsford
Ben Tulett è un talento inglese, che non poteva non far parte della corazzata di Brailsford
Parliamo un po’ di questi tre ragazzi della svolta verde. Partiamo da Plapp, secondo al mondiale a crono U23…

Ragazzo che già conoscevamo, soprattutto per le sue qualità mostrate in pista, tanto che ha fatto parte del quartetto olimpico con la sua Australia a Tokyo. Farà lo stagista con noi nelle prossime corse in Italia anche se non sarà al top, in quanto viene da una frattura. Nella crono iridata è andato bene perché su quella distanza con i rulli si è salvato bene.

Scheffield? Lui viene dalla Rally, una professional americana che in Europa vediamo col contagocce…

Lui lo avevamo adocchiato già per l’inizio del 2020, ma soprattutto a causa del Covid ha perso di fatto un anno molto importante, il secondo da juniores, restando “bloccato” negli Usa. Ha stabilito il record del mondo in pista sui 3 chilometri. Volevamo fargli un contratto, ma poi ha preferito la Rally. Non si è trovato bene, ha rescisso l’accordo e a quel punto ci siamo fatti avanti noi. Ci è sembrata la scelta più facile.

E poi c’è questo Tulett, lui seppur giovanissimo viene da una squadra importante, la Alpecin-Fenix e ha fatto nono al Giro di Polonia…

Sì, lui già ha mostrato qualcosa. Ha molto da imparare e grandissime potenzialità. Starà a noi fargliele esprimere al meglio.