Astana Proteam 2016 - Training Camp Calpe, Giuseppe Martinelli

Il Giro a settembre è più di una chiacchiera da bar

12.12.2025
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Vi è mai capitato che qualcuno molto più giovane di voi vi abbia proposto di fare qualcosa di diverso e per tagliare corto gli abbiate risposto di no, perché si è sempre fatto così? Quando Tadej Pogacar ha detto che secondo lui sarebbe opportuno invertire le date del Giro e della Vuelta, il ciclismo ha reagito allo stesso modo.

«Il Giro ha date tradizionali – ha detto Paolo Bellino, direttore generale e amministratore delegato di Rcs Sport& Events –  e non vogliamo che vengano cambiate. Ogni Grande Giro ha una sua storia e un suo significato, in parte determinati dalla posizione del calendario. Il Giro si è svolto 107 volte nel mese di maggio. L’unica eccezione è stata durante la pandemia di coronavirus, un periodo unico per il mondo intero, in cui abbiamo dovuto fare tutto il possibile per salvare la stagione».

Risposta prevedibile, anche se il riferimento al Giro del 2020 ci ha riportati con la memoria a una delle edizioni più belle vissute da addetti ai lavori. Sarà perché profumava di liberazione dal Covid o perché stava per andare online bici.PRO, ogni volta che con Filippo Lorenzon ci troviamo a ricordare quel Giro vissuto assieme, si finisce sempre col dire che fu bellissimo. Si riuscì persino a fare lo Stelvio, nonostante fosse cattivo tempo, mentre lo scorso anno a maggio lo Stelvio ci fu vietato dalla neve.

Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Il Giro del 2020 si corse in pieno autunno: giornate molto belle e lo Stelvio affrontato il 22 ottobre era senza neve
Rohan Dennis, Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Stelvio, Giro d'Italia 2020
Il Giro del 2020 si corse in pieno autunno: giornate molto belle e lo Stelvio affrontato il 22 ottobre era senza neve

Le resistenze degli italiani

Così per tornare sul tema proposto da Pogacar, ci siamo rivolti a Giuseppe Martinelli. Uno che di Giri ne ha visti più di noi e, come noi, ricorda quando la Vuelta si correva ad aprile (fino al 1994) e l’UCI propose loro e agli italiani – uno a scelta – di spostarsi a settembre. Gli spagnoli accettarono e il nuovo assetto del calendario prese il via.

«Tu sai che gli italiani di partenza – dice – fanno sempre fatica a capire al volo le opportunità. Sono abbastanza tradizionalisti. Quando l’UCI chiese di fare quel cambiamento, anche io sarei stato abbastanza restio a dire sì. Però con i tempi attuali e con le stagioni che sono venute fuori, i campioni, le strategie e tutta una serie di altri fattori, adesso come adesso forse sarebbe sicuramente più facile organizzare il Giro a fine agosto, trovare grandi corridori e fare le salite. Senza contare che la primavera si è portata un pochino più avanti e negli ultimi anni maggio è stato il mese più brutto».

Rominger vinse l'ultima Vuelta di aprile: vinse di seguito dal 1992 al 1994
Rominger vinse l’ultima Vuelta di aprile: trionfò dal 1992 al 1994 (qui in azione nel 1993)
Rominger vinse l'ultima Vuelta di aprile: vinse di seguito dal 1992 al 1994 (qui in azione nel 1993)
Rominger vinse l’ultima Vuelta di aprile: trionfò dal 1992 al 1994 (qui in azione nel 1993)
Sono chiacchiere da bar, Martino, ma c’è del vero. Hai parlato dei corridori…

Vedi anche adesso Remco e non capisco come sia possibile che non pensi più al Giro che al Tour. Però il Tour è una macchina da guerra e, se non ti chiami Pogacar e vuoi fare bene in Francia, il Giro non lo puoi fare. Non c’è niente da aggiungere. Inutile dire che vieni qua, ti prepari e magari vinci, poi vai al Tour. Se vinci il Giro sei bravo, poi però vai in Francia e ti lasciano lì come una pelle di fico.

Maggio è uno dei mesi più brutti e infatti ormai si è rinunciato a fare certe salite molto alte…

Negli ultimi anni che facevo il direttore sportivo, le salite andavo a provarle più a ottobre e novembre, che a marzo e aprile. A primavera trovavi sempre la neve, mentre a ottobre e novembre trovavi bellissime giornate. Almeno fino a quando hanno presentato il Giro, lasciandoti il tempo per muoverti. Credo che la Vuelta a maggio sarebbe molto meno calda, ma avrebbero anche loro il problema della neve in alto. Per questo credo che a loro lo scambio forse non piacerebbe. Anche perché negli ultimi anni, i corridori buoni vanno in Spagna e c’è sempre battaglia. Qualcuno prepara i mondiali, c’è chi ha saltato la stagione per qualche motivo, mentre qualcuno deve rimetterla in gioco. Mi ricordo invece quando la Vuelta era ad aprile e dalla Spagna arrivavano direttamente nelle Ardenne. Chi correva in Spagna quasi mai faceva il Giro e per i pochi che ci provavano, era veramente difficile.

Oggi è anche peggio: difficilmente fai una corsa per trovarti pronto nella successiva…

Chi prepara una corsa e punta al risultato pieno, non va a cercare la condizione nelle corse prima. Adesso si va lì e si fa la gara, preparandola a casa e facendo semmai una corsa in meno. Ormai dei grandi chi fa il Romandia per preparare il Giro? Quasi nessuno, mentre prima era quasi un percorso obbligato andare al Romandia o al Giro del Trentino, che ora è Tour of the Alps. Vanno in altura e arrivano alla partenza già tirati a lucido.

Wiggins, vincitore uscente del Tour, Nibali in caccia della prima rosa. Nel 2013 si sfidarono prima al Trentino
Wiggins, vincitore uscente del Tour, Nibali in caccia della prima rosa. Nel 2013 si sfidarono prima al Trentino
Wiggins, vincitore uscente del Tour, Nibali in caccia della prima rosa. Nel 2013 si sfidarono prima al Trentino
Wiggins, vincitore uscente del Tour, Nibali in caccia della prima rosa. Nel 2013 si sfidarono prima al Trentino
Pensi che stando così le cose, Vingegaard verrebbe al Giro di maggio?

Secondo il mio punto di vista, al di là di avere un campione qui in Italia, sarebbe la normalità farlo venire al Giro. Non tutti però la pensano come noi e al contrario pensano che il Tour possa vincerlo chiunque, ma il Tour purtroppo lo vince uno, che c’è già. Se Vingegaard non viene al Giro, vuol dire che non gli importa molto di vincere le corse, senza contare che conquisterebbe la Tripla Corona prima di Pogacar, che in sé sarebbe un evento. Non so come ragionano, ma io con le mie squadre volevo vincere: che fossero corse grandi oppure le piccole. Se poi qualcuno ritiene che sia un disonore vincere il Giro d’Italia e partecipare al Tour senza essere al 100 per cento, allora non so cosa pensare.

Di certo il Giro a settembre avrebbe quelli che non hanno vinto il Tour. Mentre la Visma quasi neppure ha celebrato la vittoria di Yates: il Tour con Vingegaard ha coperto tutto.

Sicuramente passa tutto velocemente e rimane soltanto il Tour che sa far parlare. Le altre corse, a parte la Sanremo e alcune altre classiche, ormai sono corse di passaggio. Anzi qualcuna nemmeno la considerano più. Se non ci va Pogacar, il Catalunya perde tantissimo. Stesso discorso per i Paesi Baschi, che erano una signora corsa. Adesso passa in silenzio, che quasi non sai chi l’ha vinta. In più c’è il discorso dei punti. Nell’ultimo anno del triennio, hanno deviato tutti sulle corse più a portata di mano, dove magari sapevano di non fare risultato, ma di prendere punti.

Forse la vera provocazione sarebbe proporre al Tour di cambiare la data col Giro?

La vedo dura. E’ il Tour che fa il calendario, il Tour non si tocca…

Il caffè di Polti grande protagonista al Giro d’Italia

04.04.2025
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MILANO – L’invito che ci è arrivato qualche giorno fa da Polti iniziava così: “Francesca Polti ti invita a degustare con Ivan Basso e Alberto Contador SOLO Caffè Monorigine, il caffè di Polti”. Appuntamento fissato per la mattinata di martedì 1 aprile a Eroica Caffé a Milano (in apertura foto ilciclistafotografo).

Non sappiamo se sia stata una casualità oppure se fosse tutto calcolato. Sta di fatto che, alla vigilia dell’appuntamento milanese, al team Polti VisitMalta è arrivata la conferma di essere fra le quattro formazioni invitate al prossimo Giro d’Italia.

L’incontro di Milano è diventato così un momento di festa che Francesca e Stefano Polti, rispettivamente presidente e amministratrice delegata di Polti SpA e CEO e fondatore di Aroma Polti, hanno voluto condividere con gli altri sponsor del team e con la stampa di settore. Con loro Alberto Contador e Ivan Basso, fondatori del team Polti VisitMalta.

La presentazione del caffè SOLO è avvenuta all’Eroica Caffè di Milano lo scorso 1 aprile (foto ilciclistafotografo)
La presentazione del caffè SOLO è avvenuta all’Eroica Caffè di Milano lo scorso 1 aprile (foto ilciclistafotografo)

Il caffè del Giro

Fra gli ospiti presenti a Eroica Caffé c’era anche Paolo Bellino, Amministratore Delegato di RCS Sports & Events. Una presenza non casuale dal momento che SOLO Caffè Monorigine, sarà il caffè ufficiale del Giro d’Italia 2025. Ecco al riguardo le parole di Francesca Polti: «Il Giro d’Italia è un evento eccezionale, si attraversano le strade di quasi tutta la penisola, grandi città e piccoli paesi… Parteciparci in maniera attiva facendo assaporare SOLO, il caffè di Polti, agli italiani, è l’opportunità per avvicinarci ancora di più al nostro cliente, fargli conoscere le nostre macchine del caffè, oltre al vapore, un mondo che esploravamo da tempo ma che ora ci appartiene e contraddistingue».

Paolo Bellino ha voluto aggiungere il suo pensiero: «Siamo entusiasti di accogliere Polti come fornitore ufficiale del Giro d’Italia. La presenza di Polti, con le sue macchine del caffè Polti Coffea e SOLO Caffè Monorigine, contribuirà a rendere ancora più speciale l’esperienza della Corsa Rosa, offrendo agli atleti, agli ospiti e agli appassionati un autentico simbolo dell’ospitalità e della qualità italiana. La passione, l’innovazione e la tradizione che Polti porta con sé si sposano perfettamente con i valori del Giro, rendendo questa partnership un’opportunità unica per celebrare un’azienda che da sempre fa parte del mondo del ciclismo».

Grazie all’accordo con RCS Sports & Events, sarà possibile provare direttamente dalle macchine Polti Coffea il gusto, l’autenticità e la purezza dell’offerta di SOLO Caffè Monorigine. Basterà visitare lo stand Polti ai villaggi di partenza e all’interno delle aree hospitality di RCS Sports & Events, presenti in ogni tappa di partenza e arrivo del Giro.  

Uno dei protagonisti al prossimo Giro d’Italia sarà Davide Piganzoli, qui a sinistra
Uno dei protagonisti al prossimo Giro d’Italia sarà Davide Piganzoli

Non solo caffè

In occasione del Giro d’Italia Polti ha pensato ad una serie di iniziative per coinvolgere il pubblico presente sulle strade della corsa, ma anche quello a casa. SOLO Caffè Monorigine regalerà ogni giorno un “SOLO Moment”: una pillola quotidiana che sarà pubblicata sui profili social del Giro d’Italia.

Con Polti sarà inoltre possibile partecipare al Fantagiro, il fantasy game del Giro d’Italia, che lo scorso anno ha riscosso grande successo coinvolgendo oltre 78.000 utenti, 107.000 squadre create e ben 6.800 leghe. Polti sarà presente con la Lega SOLO Caffè Polti, mettendo in gioco due bonus

  • Bonus Faccio da SOLO: rimane in fuga solitaria in testa per almeno 10 km = +5
  • Bonus Caffè Corretto: due corridori di squadre diverse si passano la borraccia = +10

Iscrivendosi al concorso del Fantagiro si potrà vincere una macchina del caffè Polti Coffea G50S e un kit di 3 confezioni di grani SOLO caffè Monorigine, per assaporare a casa propria tutta la purezza del caffè Polti.

SOLO Caffè Monorigine, è la nuova esperienza di espresso in cialde lanciata da Aroma Polti
SOLO Caffè Monorigine, è la nuova esperienza di espresso in cialde lanciata da Aroma Polti

Parola ai campioni

Come detto, all’incontro di Milano erano presenti Ivan Basso e Alberto Contandor. Il varesino, che fra le altre cose è brand ambassador di SOLO, ha tenuto a sottolineare come l’ingresso di Polti abbia aperto al suo team un nuovo ciclo che avrà nel prossimo Giro d’Italia un focus estremamente importante. L’obiettivo è quello di provare a vincere una tappa, magari con Piganzoli e Maestri. Se dovesse arrivare la tanto sospirata vittoria, Alberto Contador si è impegnato a percorrere in bicicletta la strada che da Madrid porta a Bulgarograsso, comune del comasco dove ha sede Polti. La stretta di mano fra il madrileno è Francesca Polti ha sancito una scommessa che tutti e due desiderano tanto vincere. Non resta che aspettare la partenza del Giro.

Polti

E’ Suzuki l’auto ufficiale del Giro d’Italia Women

11.07.2024
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Il Giro d’Italia Women, organizzato per la prima volta da RCS Sport in partnership con la Federazione Ciclistica Italiana, ha scelto Suzuki quale auto ufficiale della manifestazione.

Questo importante accordo testimonia l’impegno costante di Suzuki verso il sostegno dello sport. Suzuki offre proprio in questi giorni il suo prezioso supporto all’organizzazione attraverso una flotta 100% hybrid composta da S-Cross Hybrid, Swace Hybrid e Across Plug-in. Questi modelli rappresentano bene l’approccio innovativo e sostenibile di Suzuki alla mobilità, ovvero quello di dotare ogni veicolo con il sistema Hybrid più efficiente in base alla tipologia di auto e di utilizzo, per adattarsi alle diverse esigenze dei clienti. Lo staff del Giro d’Italia Women utilizzerà le auto Suzuki per muoversi lungo il tracciato. Garantendo prontezza nelle esigenze logistiche e fornendo il supporto tecnico necessario ai ciclisti in gara.

Ecco il modello realizzato da Suzuki in onore del Giro d’Italia Women
Ecco il modello realizzato da Suzuki in onore del Giro d’Italia Women

La passione per lo sport

La consegna della flotta è avvenuta lo scorso sabato 6 luglio a Brescia in occasione della cerimonia di apertura della manifestazione, alla presenza del Presidente di Suzuki Italia Massimo Nalli e di Paolo Bellino, Amministratore Delegato di ECS Sports & Events.

«Il Giro d’Italia Women 2024 – ha dichiarato Massimo Nalli – ha scelto Suzuki, e ne siamo orgogliosissimi. E’ un vero riconoscimento alla passione di Suzuki per lo sport e in particolare per il ciclismo. Inoltre, più della metà dei nostri clienti è rappresentato dalle ragazze: in loro onore, e per celebrare le atlete in gara augurando loro un grande in bocca al lupo, abbiamo realizzato una automobile unica, una Suzuki Swift in onore del Giro Woman del colore più ambito, il rosa che fa sognare».

«Il Giro d’Italia Women – ha ribattuto Paolo Bellino, Amministratore Delegato di RCS Sports & Events – è un evento di livello mondiale che vede al via alcune delle migliori atlete in circolazione. Questa corsa è una delle più importanti del panorama internazionale così come il Giro d’Italia terminato a maggio. A confermarlo non è solo la qualità delle atlete che si daranno battaglia durante le otto tappe in programma ma anche i partner che ci accompagnano in questa nuova avventura, come Suzuki con la loro flotta di auto tutte 100% hybrid. Suzuki è un brand riconosciuto in tutto il mondo proprio come la Corsa Rosa. Insieme garantiremo uno spettacolo ancor più responsabile, sostenibile e con un occhio rivolto al futuro».

Valori condivisi

Suzuki condivide i più alti valori dello sport, e in particolare la filosofia del ciclismo legata alla passione per l’attività all’aperto e al rispetto dell’ambiente. Il ciclismo rappresenta bene i valori di competizione, resistenza, rispetto delle regole e dell’avversario che hanno caratterizzato la storia ultracentenaria di Suzuki Motor Corporation. 

Chi pedala e va in bici rappresenta l’esempio perfetto di quanto sia importante non arrendersi mai, applicandosi con costanza per migliorare i propri limiti e raggiungere i traguardi prefissati, anche i più ambiziosi. «Questo – ha aggiunto Nalli – è lo stesso approccio con cui gli ingegneri Suzuki si dedicano ogni giorno al loro lavoro, determinati a progettare e sviluppare per la clientela auto, moto e motori fuoribordo, prodotti affidabili, prestazionali e rispettosi dell’ambiente».

Suzuki

Non solo Giro Donne. I progetti in rosa di Rcs Sport

15.02.2023
4 min
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La notizia è delle ultime ore: Rcs Sport che organizza il Giro d’Italia per i professionisti ha preso in carico anche il Giro Under 23, sin da quest’anno per un quinquennio e il Giro Donne, dalla prossima stagione fino al 2027. La società di Urbano Cairo si è aggiudicata il bando della Federazione (al quale a dir la verità è stata la sola a partecipare) allargando così la gestione di eventi di ciclismo femminile che già contemplano la Strade Bianche e anche eventi all’estero, come l’Uae Tour da quest’anno nel WorldTour e monopolizzato dalle cicliste italiane.

Il Giro donne passerà in mano alla Rcs Sport dal 2024. Quest’anno toccherà ancora alla PMG Starlight Ssd
Il Giro donne passerà in mano alla Rcs Sport dal 2024. Quest’anno toccherà ancora alla PMG Starlight Ssd

Appena diffusa la notizia dell’acquisizione dei nuovi eventi, molti si sono chiesti perché questa differenza, perché non iniziare subito. La risposta è molto semplice: non era possibile, come spiega l’amministratore delegato di Rcs Sport Paolo Bellino, dirigente con un fulgido passato da specialista dei 400 ostacoli nell’atletica: «Per il 2023 c’è un contratto in essere con la società che lo ha allestito negli ultimi anni, quindi l’organizzazione di questa edizione non era in discussione, ma non nascondo che questo è stato anche un motivo per presentare la nostra proposta».

Perché?

Perché l’allestimento del Giro Donne è un progetto che abbiamo sì da anni, che non nasce dall’oggi al domani. Un simile impegno va studiato, ponderato. C’è bisogno di tempo e sicuramente non potevamo affrontarlo in pochi mesi. Posso dire che per noi allestire l’edizione 2023 non sarebbe stato possibile. Oltretutto entriamo in corso d’opera nella storia del Giro U23, non si può certo far tutto e soprattutto farlo bene come vogliamo noi.

Da sinistra Mauro Vegni, direttore organizzativo e Paolo Bellino, AD di Rcs Sport
Da sinistra Mauro Vegni, direttore organizzativo e Paolo Bellino, AD di Rcs Sport
Che cosa rappresenta questo passo nella vostra politica organizzativa riguardante il ciclismo femminile?

Un ulteriore impegno in suo favore. Il prestigio acclarato della Strade Bianche, i riscontri avuti proprio pochissimi giorni fa con l’Uae Tour al femminile ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta, ma la presa in carico della corsa rosa è solo un passaggio, i nostri progetti vanno anche più avanti. Intanto ora, con l’attribuzione della gara a tappe per 4 anni, possiamo mettere sul tavolo tutte le nostre idee per poterne fare un grandissimo evento, un richiamo per tutto il movimento femminile.

A proposito di altri progetti, ormai il ciclismo femminile, rispetto a quello dei maschi, presenta due sole “lacune”: la Milano-Sanremo e il Giro di Lombardia, uniche classiche Monumento che non hanno un corrispettivo fra le donne. Vi impegnate anche in queste?

Bisogna fare un doveroso distinguo. Per la Milano-Sanremo c’è un progetto che va avanti da molto tempo e credo di poter dire che non è lontanissimo il momento che anche fra le donne ci sarà la Classicissima. Per il Lombardia i tempi sono più allungati. Si tratta di eventi molto complicati da pensare, allestire, calibrare anche in base al movimento rosa.

L’arrivo di Mohoric all’ultima Sanremo. Presto ci sarà anche una versione femminile, un po’ diversa
L’arrivo di Mohoric all’ultima Sanremo. Presto ci sarà anche una versione femminile, un po’ diversa
Quali sono le difficoltà principali nell’allestimento della Milano-Sanremo?

Tante, a cominciare dalla data. Il calendario femminile è complicato da gestire, soprattutto se vogliamo tenere fede – e lo vogliamo – alla concomitanza delle date fra uomini e donne. Ma le difficoltà non si esauriscono qui: c’è anche un importante aspetto tecnico da considerare, dobbiamo strutturare la gara su strade diverse, capire come gestire la loro chiusura. Non sarà certamente lo stesso percorso degli uomini.

D’altronde in quel caso parliamo di una gara di quasi 300 chilometri…

Appunto, dobbiamo pensare a qualcosa di completamente diverso, non è come per le altre classiche, anche quelle del Nord. Stiamo pensando a un percorso tutto ligure, un’idea in ballo è quella di Arenzano come località di partenza in modo da avere un chilometraggio congruo, ma è tutto in divenire. Quel che è certo è che con pazienza e con professionalità, la Milano-Sanremo per donne sarà presto cosa fatta.

Dal 2020 anche la Parigi-Roubaix ha una prova femminile. Per Sanremo e Lombardia c’è da attendere
Dal 2020 anche la Parigi-Roubaix ha una prova femminile. Per Sanremo e Lombardia c’è da attendere
E per il Giro di Lombardia?

In questo caso ci sarà da aspettare di più. Non dico che il progetto è in un cassetto, lo stiamo vagliando ma come detto dobbiamo procedere per gradi anche in base alle forze a disposizione, alle idee realizzabili. E’ un discorso complicato, bisogna pensare a un tracciato point to point, con località di partenza e arrivo. Non possiamo fare tutto, bisogna costruire un percorso di lavoro. D’altro canto mi pare che di carne al fuoco ce ne sia tanta, da far tremare i polsi…