Alvarado, il mondiale e poi… Tokyo in Mtb

29.01.2021
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Ceylin Del Carmen Alvarado arriva ai mondiali di ciclocross di Ostenda da campionessa in carica, ma non vuole pensare che si chiuda una parentesi, quella con la maglia iridata indosso. L’ultimo weekend le ha ridato fiducia, com’era a inizio stagione, quando aveva vissuto sull’onda degli eccezionali risultati acquisiti dalla mountain bike.

«Portare la maglia è stato fantastico – dice – ma sono tranquilla e fiduciosa di potermi ripetere e tenerla in casa. Io parto con la stessa mentalità dello scorso anno, con la forza della mia giovane età, forse anche un po’ sfrontata».

Foto di un anno fa, prima del mondiale. Vince al Brussels Universities Cyclocross 2020
Foto di un anno fa, prima del mondiale. Vince al Brussels Universities Cyclocross 2020

Super obiettivi

L’evoluzione della stagione, nella quale la portacolori dell’Alpecin-Fenix ha ottenuto la vittoria agli europei, due tappe del Superprestige e tre dell’X2O Badkamers Trofée, oltre al successo di domenica a Overijse in Coppa del mondo, aveva visto l’olandese di nascita dominicana un po’ in soggezione nella nuvola arancione che ha dominato ogni appuntamento internazionale, soprattutto di fronte alla crescita imperiosa della Brand. Una difficoltà forse più fisica, data dalle migliori condizioni di resistenza della connazionale stradista che da un complesso d’inferiorità.

«Io voglio emergere nelle gare che contano – dice – se ho il titolo mondiale e quello europeo significherà pur qualcosa. Io sono abituata a pormi nuovi obiettivi ogni volta, a spostare il limite sempre più in là, penso sempre a quel che mi aspetta e cerco di ottenere di più».

La vittoria di Hamme l’ha lanciata verso Ostenda
La vittoria di Hamme l’ha lanciata verso Ostenda

La forma c’è

Le vittorie dell’ultimo fine settimana sono però ormai parte del passato, ora c’è da pensare a un’altra gara. LA GARA!

«Credo di avere grandi possibilità – commenta Alvarado – ma so che ci sarà da soffrire e da lottare, perché ci sono altre atlete forti e le conosco bene… L’importante però è che ci arrivo con un buon livello di forma, come mi ero prefissata».

Il percorso le piace? «Molto – sorride – è vario e divertente, ci sono tratti a piedi, c’è sabbia, c’è erba. C’è anche un ponte, forse è un po’ alto, ma non tanto da farmi paura…».

A 22 anni la Alvarado è pronta per il grande appuntamento, poi ci sarà da pensare alla costruzione di un altro grande sogno, quello olimpico nella Mtb, ma ci sarà tempo. Ora quel che conta è riportare quella maglia così speciale nel suo armadio…

Azzurri pronti: «Sarà una guerra»

28.01.2021
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Ciclocross, mondiali 2021 a Ostenda, qui casa Italia. Un hotel requisito solo per la spedizione degli azzurri, con cuochi e cibo portati da casa. Tampone effettuato a 72 ore dalla partenza odierna dei ragazzi, poi altro tampone all’arrivo e terzo sabato mattina per tutto lo staff. Contatti ridotti al minimo indispensabile, per contenere tutti i rischi di contagio. Quella che parte per Ostenda sembra una spedizione di guerra e forse, per certi versi lo è, anche dal punto di vista agonistico. Sedici ragazzi italiani saranno in gara fra sabato e domenica per attribuire le nuove maglie iridate, equamente divisi fra uomini e donne anche nelle categorie, con 3 under 23 e 5 elite in gara. 

L’Italia del cross in ritiro ad Ardea, ha lavorato sulla spiaggia per preparare il mondiale
L’Italia del cross in ritiro ad Ardea

Meno sabbia

Tutto quel che è avvenuto fin qui è annullato, la gara che conta è solo quella di domenica e Fausto Scotti lo ha ripetuto spesso ai suoi ragazzi.
«Ci siamo preparati specificamente per questo evento – dice – il ritiro ad Ardea è stato strutturato anche per far abituare i ragazzi alla sabbia, anche se l’alta marea ha ridotto a Ostenda il bagnasciuga e quindi sarà minore il tratto da fare a piedi. L’importante però è che sono tutti pronti per l’appuntamento e sono fiducioso che faranno bene».

Francesca Baroni è in forte crescita e non ha paura di nessuno (foto Billiani)
Francesca Baroni è in forte crescita e non ha paura di nessuno (foto Billiani)

Occhi sugli U23

Il tecnico azzurro sa bene che sarà sugli under 23 che si potrà sperare in qualcosa di più di un buon piazzamento.
«Fontana sta bene – dice – è carico come non mai e va davvero forte (il Carabiniere è nella foto di apertura, ndr). Leone è giovane ma è anche lui al massimo della forma, Pavan si è meritato la convocazione con la sua costanza di rendimento per tutta la stagione. Sarà un’esperienza utilissima per lui. Fra le ragazze ho tantissima fiducia in Baroni e Realini, quest’ultima domenica in Coppa è partita per quartultima ma è arrivata sulle code di Arzuffi e Persico».

Anche Bertolini, campione d’Italia elite, ha un buon momento di condizione (foto Billiani)
Anche Bertolini ha un buon momento di condizione (foto Billiani)

Partenza a handicap


Molto conterà la partenza: «Purtroppo non abbiamo potuto fare attività internazionale – ammette il cittì azzurro – né viaggiare né allestire prove in Italia e questo ci ha fatto perdere punti, il che significa posizioni nella griglia di partenza. Oltretutto a Ostenda proprio lo start sarà una fase molto delicata, dovranno partire col coltello fra i denti per non perdere posizioni».

Eva Lechner dal podio tricolore alla sfida di Ostenda con i colori azzurri
Eva Lechner dal podio tricolore alla sfida di Ostenda con i colori azzurri

Lechner in 2ª fila

Un problema che avranno anche gli elite: «Rispetto alle prove di Coppa però – dice Scotti – Bertolini e Dorigoni guadagneranno qualche posizione, non essendoci tutta quella pletora di crossisti belgi e olandesi. Domenica sono andati entrambi molto bene, Dorigoni era partito per terzultimo ma ne ha superati tanti. Chi in partenza avrà qualche problema in meno sarà la Lechner, che scatterà dalla seconda fila».

Scotti non è abituato a fare proclami, ma ha le idee chiare: «Fra gli elite mi aspetto un piazzamento entro i 20, nelle altre categorie qualcosa in più. Poi sarà il percorso a dare i suoi verdetti, ma se i semi gettati nel ritiro azzurro frutteranno…».

Stybar sui mondiali tiene alta l’asticella

27.01.2021
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I fasti dei titoli mondiali sono ormai lontani, bei ricordi nelle fredde sere invernali, eppure Zdenek Stybar ha ancora voglia e forza per provarci. Senza le stesse ambizioni, senza le stesse forze ora che le primavere sulle spalle sono 35, senza forse lo stesso colpo di pedale, ma il ceko della Deceuninck-Quick Step ha deciso di esserci, domenica a Ostenda, anche se le sue ultime uscite nel ciclocross risalgono a 7 anni fa.

Nel 2015, tre volte iridato di cross, Stybar vince la Strade Bianche-Eroica
Nel 2015, tre volte iridato di cross, vince la Strade Bianche-Eroica

Per il Covid

Una scelta, quella del corridore della Deceuninck ormai da anni passato alla strada (per lui vittorie anche di peso come la Strade Bianche 2015, una tappa al Tour dello stesso anno, alla Vuelta del 2013 e soprattutto la piazza d’onore alla Parigi-Roubaix del 2015, il suo anno migliore) dettata dai tempi che corriamo.

«Il Covid ha influito fortemente anche sulla preparazione e sulle scelte da fare – dice Stybar – viviamo in tempi di grande incertezza su quando e dove potremo correre su strada, così ho pensato che potevo cogliere quest’opportunità. Il ciclocross è rimasto la mia grande passione, ho visto in tivù le principali gare internazionali e sentivo nello stomaco crescere la voglia di esserci ancora. Ne ho parlato col team che ha deciso di supportare la mia decisione, così ho iniziato a preparare i materiali necessari».

Tre mondiali

Stybar vinse i mondiali nel 2010, 2011 (nella foto di apertura) e 2014, ma al suo attivo ha anche due argenti (2008 a Treviso e 2009), due titoli under 23 (2005-2006) e due bronzi da junior. Insomma, il ciclocross ha sempre fatto parte della sua vita.

«I mondiali sono una parte importante nella mia carriera – racconta – certamente non posso partire pensando di poter vincere, ma voglio mettermi alla prova e tirare fuori il meglio che posso».

Nella primavera del 2015, per Stybar arriva anche il secondo posto alla Roubaix, dietro Degenkolb
Nel 2015 arriva anche il secondo posto alla Roubaix

Cari scettici…

Il campione ceko è abbastanza fiducioso, anche verso chi nell’ambiente afferma che dopo tanto tempo non può più avere la tecnica necessaria per competere con gli specialisti.

«E’ chiaro che ci sono due netti favoriti, Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert e la lotta per la vittoria sarà roba loro – dice – ma gli altri, quelli che dovranno contendersi l’ultima medaglia in palio, non è che poi siano così distanti».

Questione di gambe

D’altro canto, chi conosce il corridore di Plana sa che la tenacia è una delle sue principali caratteristiche.

Il 2015 è anche l’anno della vittoria di tappa del Tour a Le Havre
Nel 2015, la tappa del Tour a Le Havre

«Il percorso di Ostenda mi piace – dice – lo conosco e so che non è molto tecnico, per emergere servono soprattutto resistenza e condizione fisica, oltre alla necessaria esperienza. E sono tutti ingredienti che porto sempre con me. Gli ultimi allenamenti in ritiro sono andati bene, so che posso giocarmela».

Certo, quei due saranno là davanti, ma dietro, nella nuvola di belgi e olandesi in lotta per le posizioni di rincalzo, un posticino per lui potrebbe anche saltar fuori…