Una stagione persa, ma ora Toneatti punta tutto sul 2024

04.10.2023
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Che fine ha fatto Davide Toneatti? Molti se lo sono chiesti perché nelle cronache ciclistiche non compare da molto tempo. Precisamente dall’11 giugno, quando aveva preso il via al Giro Next Gen finendo addirittura 135° nella crono iniziale. Poi, più nulla. Con l’avvicinarsi della stagione del ciclocross, il suo primo amore, molti si sono ricordati del corridore dell’Astana Development Team: il mistero doveva trovare una soluzione.

Molti corridori dopo una malattia o infortunio fanno di tutto per provare almeno a riaffacciarsi all’agonismo, ma per il ventiduenne di Tolmezzo non era così facile: «La mononucleosi mi ha messo K.O. e mi ha cancellato tutta la stagione – afferma – una stagione che per me era molto importante, l’ultima da under 23. E’ stata la mia una ripresa molto complessa, molto più di quello che pensavo».

In stagione i migliori risultati per il friulano erano arrivati al Tour of Sakarya
In stagione i migliori risultati per il friulano erano arrivati al Tour of Sakarya
Quando ti sei accorto che qualcosa non andava?

Già due settimane prima non avevo buone sensazioni, così lo staff medico del team aveva deciso di farmi fare degli esami. Il giorno della cronometro sono arrivato i risultati con la dura sentenza. Chiaramente hanno deciso di farmi ritirare, ma il calvario era appena cominciato. La fase acuta è insorta dopo una decina di giorni, con linfonodi ingrossati, mal di gola fortissimo, una stanchezza terribile. Praticamente dormivo almeno 12 ore al giorno…

Quando hai cominciato a venirne fuori?

Dopo 3 settimane, ma è stata una ripresa lentissima, basti pensare che gli strascichi sono durati fino a due settimane fa. Io che ad esempio alle 7:30 sono già sveglio e attivo, dovevo mettermi la sveglia alle 10 per non dormire tutto il giorno e non riuscivo mai a riprendermi del tutto.

Per il corridore di Tolmezzo la ripresa è stata lenta, dopo un mese senza bici
Per il corridore di Tolmezzo la ripresa è stata lenta, dopo un mese senza bici
Quindi per quanto tempo sei rimasto lontano dalla bici?

Praticamente sono rimasto un mese intero completamente fermo, riprendendo ma in maniera molto molto blanda a inizio luglio. Il caldo non mi aiutava, anche con lo staff medico si vedeva che la temperatura non aiutava, così ho iniziato a mettere la sveglia sempre prima oppure a uscire la sera, ma la ripresa è stata molto lenta.

Che cosa hanno detto nel team non avendoti più a disposizione?

Ci sono rimasti male naturalmente, ma mi hanno detto di star tranquillo visto che le conseguenze erano così evidenti. Parlando con medico e diesse si sperava di riuscire a tornare almeno per la fine della stagione, fare qualcosa tra settembre e ottobre, ma i miglioramenti sono stati molto lenti, ancora oggi sono in una forma scarsa. Mi sarebbe piaciuto ad esempio fare qualcosa nel gravel di fine stagione, ma non ho assolutamente la tenuta per riuscirci.

Estate senza gare per Toneatti, che punta ormai direttamente alla prossima stagione
Estate senza gare per Toneatti, che punta ormai direttamente alla prossima stagione
L’anno scorso avevi preso parte alla Serenissima…

Sì, mi sarebbe piaciuto ripetere l’esperienza, ma avrei avuto un mese scarso per prepararmi e al team erano abbastanza contrari, temendo che mi sarei affaticato troppo in base alle mie condizioni attuali. Meglio recuperare e magari iniziare la preparazione per la prossima stagione con un certo anticipo, anche perché sono rimasto indietro rispetto agli altri.

Parlando di gravel, il discorso ricade giocoforza sul ciclocross: potrebbe essere un giusto approccio per riassaggiare l’agonismo?

Di regola ero abbastanza contrario, l’idea mia era di dedicarmi anima e corpo alla strada per preparare la stagione, ma magari qualche sortita a dicembre o gennaio potrei farla, più che altro per riassaporare l’agonismo, senza alcun obiettivo.

Nell’ultima stagione di ciclocross aveva fatto vedere belle cose, ma difficilmente tornerà a praticarlo
Nell’ultima stagione di ciclocross aveva fatto vedere belle cose, ma difficilmente tornerà a praticarlo
In tema di contratto che situazione hai?

La squadra mi ha dato la disponibilità a tenermi nel team Development anche se passo di categoria.

Di fatto, con soli 19 giorni di gara, hai perso una stagione che tu stesso ammetti essere importante, quella che doveva chiarire che tipo di corridore sei. Quei pochi giorni ti hanno lasciato qualche segnale?

Abbastanza pochi in realtà, per questo sono fortemente deluso per come sono andate le cose. Credo di essere un corridore adatto a corse abbastanza impegnative, quelle dove ci si gioca tutto avendo a disposizione poche energie e si finisce a lottare davvero alla pari. Io non sono veloce, ma in quei casi i valori vengono appianati e posso giocare le mie carte. Ripeto però che sono congetture, ho tutto da dimostrare e voglio fortemente farlo il prossimo anno.

Toneatti predilige le gare dure, dove fare selezione nel finale, ma vuole dimostrarlo sul campo
Toneatti predilige le gare dure, dove fare selezione nel finale, ma vuole dimostrarlo sul campo
Anche perché, proprio considerando che lasci la categoria, sarai chiamato a competere comunque con corridori più anziani e smaliziati, in un calendario che salirà di livello…

Questo sicuramente, ma in cuor mio ho la speranza di poter fare anche qualche esperienza con il team principale, disputare qualche gara contro le formazioni WorldTour in modo da accrescere la mia esperienza.

Hai particolari obiettivi per il prossimo anno?

Uno solo: avere una stagione lineare, tranquilla, senza strascichi e senza intoppi, per poter dimostrare finalmente chi è davvero Davide Toneatti…

Calo di rendimento, non è per forza mononucleosi

04.07.2023
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CHIANCIANO TERME – «Ho bisogno di un giornalista per far passare un messaggio sulla mononucleosi». Carlo Guardascione, medico del Team Jayco-AlUla, ci ferma prima della crono di apertura del Giro d’Italia Donne, quella che sarà annullata per maltempo. Solo che ancora non piove e ci prestiamo volentieri alla sua richiesta. Il varesino è uno dei medici più esperti e attenti, non è tipo da perdere tempo.

Qual è il problema?

Noto che negli ultimi tempi moltissimi atleti – parlo di categorie giovanili, quindi esordienti, allievi, juniores e le loro famiglie – sono allarmati in maniera spropositata e non troppo corretta per le conseguenze di un’infezione da mononucleosi. Fanno parecchia confusione fra avere la mononucleosi in atto, quindi in corpo, oppure averla fatta in passato.

Carlo Guardascione è varesino e lavora nel Team Jayco-AlUla con cui sta seguendo il Giro Donne
Carlo Guardascione è varesino e lavora nel Team Jayco-AlUla con cui sta seguendo il Giro Donne
In che senso?

E’ sufficiente che un corridore non renda per 15 giorni oppure abbia un calo di rendimento, che in quell’età è molto fisiologico, che subito scatta l’allarme (la foto di apertura proviene dalla pagina Facebook del Giro della Lunigiana). Avrà preso la mononucleosi? E così mi trovo a rispondere a moltissime telefonate, a moltissime mail, a fare moltissime visite, per spiegare che la mononucleosi è una malattia virale che non ha alcuna cura sulla specifica, ma soltanto terapie di supporto.

Quali sono i segni del calo di rendimento?

Non riescono più a finire le corse e non sono più brillanti come prima. Quelli bravi non sono più performanti e quello che prima andava più piano adesso va più forte. Potrebbero esserci tante motivazioni, invece vanno tutti diretti sulla mononucleosi.

Si sente spesso come motivazione, anche da parte dei diesse, il fatto che dalle analisi emerge che l’abbiano avuta in passato, ma senza accorgersene.

Una volta che sia stata contratta, anche anni prima, la mononucleosi lascia una memoria immunologica. All’esame di laboratorio risulta dalle immunoglobuline IgG per il virus di Epstein Barr, che è il virus della mononucleosi. Quindi se un giovane l’ha avuta nel passato, magari in maniera asintomatica e senza accorgersi, avrà sempre queste immunoglobuline positive per tutta la vita. Oltre ai genitori, anche i direttori sportivi dovrebbero farci sopra una riflessione.

Affinché si possa dire che la mononucleosi è in atto occorre un valore alto delle immunoglobuline (foto Mela Rossa)
Affinché si possa dire che la mononucleosi è in atto occorre un valore alto delle immunoglobuline (foto Mela Rossa)
E queste non sono il segno della malattia in atto, giusto?

Sono solo la memoria immunologica della malattia pregressa. La malattia in atto è determinata soltanto dalla presenza in maniera corposa di anticorpi IgM, che non trovo nel 90 per cento di questi atleti. Per cui l’allarme mononucleosi va sicuramente ridotto. Le motivazioni di un calo di rendimento possono essere molteplici, soprattutto nelle categorie giovanili.

Quali ad esempio?

La scarsità di recupero perché c’è troppo allenamento o magari, al contrario, si ha una preparazione insufficiente. C’è l’approccio con le temperature molto alte di questo periodo, che necessitano periodi di adattamento importanti. L’alimentazione non sempre corretta, anche e soprattutto sul piano dell’idratazione che è sempre sottostimata e sottovalutata da tantissimi atleti. Per cui talvolta le cause di questo scarso rendimento andrebbero cercate in ambiti che non c’entrano niente con la mononucleosi.

In ogni caso, di fronte a certe richieste, è obbligatorio fare degli esami?

Se non conosco lo storico del ragazzo, chiedo un controllo ematologico, anche se 99 volte su 100 non porta a grandi scoperte.

A Cavendish fu diagnosticata la mononucleosi nell’aprile 2017. Sfinito dopo le corse, impiegò un anno per uscirne e torno alla vittoria a inizio 2018
A Cavendish fu diagnosticata la mononucleosi nell’aprile 2017. Sfinito dopo le corse, impiegò un anno per uscirne e torno alla vittoria a inizio 2018
E’ possibile che il fatto di pensare subito alla mononucleosi sia una conseguenza degli anni del Covid?

Sì, sicuramente. C’è un po’ la paura del virus, la consapevolezza che esiste e può essere invalidante. Io però vorrei riportare il discorso in un ambito di logica, di correttezza e di razionalità. E’ come la varicella: se l’hai fatta una volta nella vita, non la fai più. Ci sono delle eccezioni, ma stiamo parlando veramente di un caso su un milione.

In che modo invece il calo di rendimento, anche in atleti di alto livello, può essere imputabile al virus preso di recente?

Ci sono tracce diverse. Se un individuo l’ha fatta in maniera molto importante, con della sintomatologia seria quindi non soltanto la stanchezza, ma anche con linfonodi gonfi ed epatosplenomegalia (ingrandimento simultaneo del fegato e della milza, ndr), il valore di immunoglobuline IgG rimane molto alto. Ma l’hai comunque superata, l’unica cosa è avere le attenzioni necessarie per non trascinarsela a lungo per tutta la stagione.

Mononucleosi, Covid, soprasella: il calvario di Masnada

27.11.2022
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Tra essere amatori e professionisti c’è un abisso. Ma alcune dinamiche che si verificano nella vita professionale di un pro’ possono aiutare anche i pedalatori della domenica. Soprattutto quando di mezzo c’è la salute. L’esperienza che ha vissuto Fausto Masnada nella stagione appena conclusa, cui aveva accennato l’altra sera durante la festa del suo Fans Club a Laxolo, è un caso pilota che offre spunti per evitare spiacevoli guai.

Il suo 2022 è stato tempestato di problemi di salute: la mononucleosi, il Covid e un’infiammazione al soprasella molto fastidiosa che non gli ha dato pace, dalla preparazione invernale fino all’ultima corsa di settembre. Per le prime due, mononucleosi e Covid, c’è poco da fare: malanni che capitano a tutti e i cui consigli lasciamo a medici ed esperti. Per l’infiammazione al soprasella invece la questione si fa più tecnica e “ciclistica”.

Già dalla primavera, finita la mononucleosi, Masnada si è trovato alle prese con l’infiammazione
Già dalla primavera, finita la mononucleosi, Masnada si è trovato alle prese con l’infiammazione

Il riposo trascurato

Masnada ha provato talmente tanto dolore, correndo sempre con un paio di marce in meno, che ha dedicato una buona fetta della pausa tra la vecchia stagione e la preparazione della nuova a capire l’origine del problema.

«Quando arrivi a fine anno – spiega – tiri una riga dei risultati. Le cose che sono andate bene e, soprattutto, quelle che sono andate male, per non ripetere eventuali errori commessi. Ebbene, l’infiammazione di cui sono stato vittima è iniziata poco dopo la mononucleosi. Fermarsi nuovamente significava chiedere alla squadra altre tre settimane di attesa e non volevo farlo. Il parere degli esperti era uno solo: riposo. Ma non me la sono sentita di ascoltarli e ho proseguito».

Durante il Giro, Masnada è ripartito da Livigno, ma la situazione non era davvero risolta (foto Instagram)
Durante il Giro, Masnada è ripartito da Livigno, ma la situazione non era davvero risolta (foto Instagram)

Prima bisogna guarire

Così facendo, il corridore della Quick-Step Alpha Vinyl Team si è messo a disposizione, ma non riuscendo mai ad essere al top della sua condizione, dovendo saltare – ad esempio – il Giro d’Italia e il Giro di Lombardia che nel 2021 lo aveva visto giungere sul traguardo di Bergamo secondo, alle spalle di Pogacar. Primo insegnamento: prima di ripartire, guarire al meglio.

«Ho continuato ad assumere antibiotici, antinfiammatori, antidolorifici – spiega – ma il dolore era davvero limitante. Alla Vuelta, dopo 10 minuti di corsa, sentivo un male atroce. Del resto la sella è una delle poche parti del corpo su cui poggia continuamente una parte delicata del nostro corpo».

Proseguire in queste condizioni ha sicuramente temprato nello spirito e nella grinta Masnada che è riuscito ad arrivare a Madrid, scortando la maglia rossa di Remco Evenepoel, solo grazie alla sua tenacia e al tifo dei suoi compagni: «Volevano tutti che arrivassi alla fine e ce l’ho fatta, è stata una dura prova, ma arrivare in fondo era il mio unico obiettivo».

Masnada ha concluso la Vuelta aiutando Evenepoel a vincerla, nonostante la grande sofferenza
Masnada ha concluso la Vuelta aiutando Evenepoel a vincerla, nonostante la grande sofferenza

Sei settimane di stop

Finita la stagione, si volta pagina e si correggono gli errori. «A proposito del recupero – spiega il 29enne bergamasco – ho deciso di rimanere lontano dalla bicicletta per 6 settimane dopo l’ultima corsa di settembre. Solitamente ne faccio solo quattro, ma quest’anno sentivo davvero il bisogno di guarire al meglio. Ho continuato con gli antibiotici, ma mi sono concesso una lunga vacanza prima di tornare a pedalare. Ora va decisamente meglio, sto seguendo i miei programmi e il dolore è solo un ricordo».

Quest’anno Masnada si è concesso uno stacco di 6 settimane: qui in Giordania con la compagna Federica (foto Instagram)
Quest’anno Masnada si è concesso uno stacco di 6 settimane: qui in Giordania con la compagna Federica (foto Instagram)

Una nuova sella

Riposo, certo, ma anche qualche fondamentale accorgimento per quanto riguarda l’assetto in bicicletta. Obbligatorio, per Masnada, rivolgersi al suo mentore: il bergamasco Aldo Vedovati.

«Insieme a lui – spiega Masnada – abbiamo corretto la posizione in sella per ridurre al minimo lo sfregamento del soprasella. Questo anche perché io sono molto delicato in quella zona, avendo subito un’operazione nel 2020. Ho cambiato il modello di sella, ho aggiustato il suo arretramento e corretto anche l’altezza del manubrio. Sto bene, mi sento stabile e riesco a dare il massimo».

L’infiammazione di Masnada potrebbe essere derivata da un’igiene non perfetta del fondello, lavato negli hotel
L’infiammazione di Masnada potrebbe essere derivata da un’igiene non perfetta del fondello, lavato negli hotel

L’igiene del fondello

Messi a posto riposo, recupero e assetto, c’è un altro aspetto però che andrà curato al termine di ogni uscita: l’igiene. Una delle cause dell’infiammazione che ha rilevato Masnada sta nella pulizia del fondello. 

«Il problema – spiega – è sorto in un periodo in cui ero sempre lontano da casa, alloggiavamo in albergo, lavavano lì i nostri indumenti, ma non si sa mai come li trattino. Curare la pulizia invece è determinante per prevenire problemi come il mio. Quest’anno dunque presterò particolare attenzione alla pulizia di maglietta, pantaloncini, calzini disinfettando sempre tutto ogni volta che li utilizzo».

Piccoli segreti da World Tour, che possono cambiare la vita a tutti.

Paternoster 2022

La Paternoster sta per tornare. E Sangalli l’aspetta…

29.05.2022
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Il ciclismo femminile italiano, uscito in maniera trionfale dalla stagione delle classiche, da quasi due mesi deve fare a meno di uno dei suoi più fulgidi talenti, Letizia Paternoster. Quest’anno la campionessa mondiale dell’eliminazione ha corso solamente 12 giorni, prima di sparire dai radar. La causa è importante, la mononucleosi che spesso ha condizionato carriere di campioni delle due ruote, ma nel suo caso arriva dopo una serie ormai lunghissima di problemi che di fatto hanno arrestato la sua crescita.

Che il talento ci sia è indiscutibile e lo dimostra proprio quel titolo mondiale su pista vinto di forza, come una vera rivincita sul destino, quel destino che da ormai tre anni la perseguita. Ora c’è un ultimo capitolo da affrontare, ma in questo viaggio Letizia non è sola, come garantisce il cittì azzurro Paolo Sangalli.

«Sono in costante contatto non solo con lei – dice – ma con dirigenti e sanitari della Trek Segafredo. Il suo recupero deve essere graduale e all’insegna della pazienza perché la mononucleosi, per essere debellata, ha bisogno di tempo».

Per il cittì Sangalli l’azzurra deve riprendere con calma, ma agli Europei potrebbe esserci
Per il cittì Sangalli l’azzurra deve riprendere con calma, ma agli Europei potrebbe esserci
Letizia non gareggia dal 6 aprile: che notizie hai al riguardo?

Al di là dei risultati, la ragazza sentiva che qualcosa non andasse, una spossatezza non commisurata alla sua attività, sia in gara sia in allenamento. La mononucleosi è stata scoperta in corso d’opera, per fortuna con sintomi lievi, ma i segnali c’erano. Ad esempio il dolore alla milza appena alzava un po’ il livello d’intensità. Per questo la decisione più giusta è stata quella di fermarsi e attendere con il riposo assoluto e le cure adatte che il virus venisse debellato.

Parlando di mononucleosi, Gregorio Paltrinieri, a poche settimane dalla diagnosi, è comunque riuscito a vincere due medaglie nel nuoto ai Giochi Olimpici di Tokyo…

Conosco la vicenda di Paltrinieri come semplice appassionato e tifoso azzurro. Mi viene da pensare che nel suo caso la fortuna sia stata la diagnosi precoce: se la mononucleosi riesci a intercettarla subito, puoi arginarla e ridurne gli effetti, ma se la rilevi sulla base di sintomi come debolezza e febbre, allora devi lasciare che faccia il suo decorso per non incorrere in guai peggiori. Ma per saperne di più bisognerebbe essere più addentro alle vicende di Paltrinieri, certamente le sue restano imprese eccezionali sapendo quel che ha passato.

Paternoster Mondiali 2021
La Paternoster sul podio mondiale di Roubaix 2021, prima nell’eliminazione. Poi è ripresa la sfortuna
Paternoster Mondiali 2021
La Paternoster sul podio mondiale di Roubaix 2021, prima nell’eliminazione. Poi è ripresa la sfortuna
Intanto però una corposa parte di stagione è andata…

Ha tutto il tempo per rifarsi, il bello del ciclismo è che propone praticamente ogni mese degli obiettivi importanti. Letizia sa che nel suo team e a maggior ragione da noi ha un patrimonio di fiducia, non deve bruciare le tappe.

A proposito di obiettivi, il suo recupero passerà per la strada o la pista?

Entrambe. Con Villa so che ha già programmato il rientro e potrebbe essere convocata per la tappa di Nations Cup a Cali in Colombia, quando mancheranno molte delle protagoniste delle prime due prove perché impegnate su strada. Intanto a giugno dovrebbe essere inserita nel team del Giro di Svizzera, come prima ripresa di contatto, per riprendere confidenza.

Letizia viene ormai da tre stagioni contraddistinte da problemi fisici. Pensi che possano pesare sulla sua evoluzione?

No, perché parliamo di una ragazza che ha solo 22 anni. Il talento è intatto, serve solo che la salute le dia la necessaria serenità e continuità di rendimento. Il tempo è dalla sua parte, basti guardare quel che è riuscita a fare nella porzione finale del 2022 dopo tutto quel che le era successo.

Paternoster classiche 2022
Nelle classiche la Paternoster ha corso solo 4 gare, fino al 29° posto alla Scheldeprijs
Paternoster classiche 2022
Nelle classiche la Paternoster ha corso solo 4 gare, fino al 29° posto alla Scheldeprijs
E’ pur vero però che se su pista è riuscita a ottenere comunque grandi risultati, su strada il peso di questi continui stop si è fatto maggiormente sentire.

Sì, ma torniamo al discorso di prima: il bello del ciclismo è che propone una quantità enorme di obiettivi da cogliere, quindi non deve essere preoccupata per questo.

Conti di tenerla in considerazione per le prove titolate?

I mondiali, da quel che si vede, hanno un percorso troppo complicato per le sue caratteristiche, con quella salita inserita nel circuito finale che sono convinto farà selezione, ma ne saprò di più a giugno quando con Bennati andremo a vederlo di persona. Per gli Europei invece potrebbe trovare spazio perché il percorso le si addice, ha oltretutto tempo per raggiungere la condizione migliore per agosto. Mi spiace solo una cosa…

Quale?

A luglio compirà 23 anni, è quindi elite a tutti gli effetti. Poterla avere a disposizione fra le under 23 le avrebbe consentito un approccio più “soft”, nel suo caso sarebbe stato utile. Ma è solo un dettaglio.

Mononucleosi, infezione e recupero: Besnati spiega…

10.05.2022
5 min
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Cavendish un paio di anni fa, il caso più eclatante. Masnada e Paternoster negli ultimi tempi. Sono solo tre dei tanti nomi che sono andati incontro alla mononucleosi e che hanno visto i loro programmi stagionali stracciati e accantonati per colpa di questa malattia. Nel caso di Cannonball il virus Epstein Barr lo ha tenuto fuori dalle corse per più di un anno. Fausto Masnada ha dovuto dare forfait al Giro d’Italia a pochi giorni dalla partenza dopo aver avuto anche il Covid a inizio stagione. Per lui la stagione era iniziata bene con l’ottima prestazione, con vittoria di tappa e secondo posto in generale, al Tour of Oman (foto in apertura). Letizia Paternoster dopo la maglia iridata a Roubaix e un buon avvio di stagione, si è fermata per lo stesso motivo.

Situazioni differenti, tutte conseguenti alla stessa malattia infettiva che, seppur non grave, porta ad uno stop obbligato non sempre facile da interpretare. Nel caso di Fausto i primi sintomi li ha riscontrati sul Teide quando la stanchezza era anormale e la sensazione di fiacchezza ricorrente. La comunicazione della malattia è avvenuta a metà aprile e pochi giorni fa ha rivelato buone sensazioni relative ad allenamenti da cinque ore. Letizia ha comunicato sui social l’infezione da mononucleosi il 30 aprile e ieri ha pubblicato una storia in sella, durante un allenamento. 

E’ normale chiedersi quali siano i tempi di recupero standard per poter ritornare in bici e se il caso di Cavendish sia isolato o al contrario un monito per chi non aspetta abbastanza per iniziare ad allenarsi. Domande e supposizioni che abbiamo posto al dottor Massimo Besnati, medico della nazionale italiana. 

Letizia Paternoster ha comunicato di aver contratto la mononucleosi con un post sui social
Letizia Paternoster ha comunicato di aver contratto la mononucleosi con un post sui social
Come si riconosce l’infezione da mononucleosi?

La sindrome causata dal virus dura circa tre settimane, in cui può verificarsi con differenti sintomi come ingrossamento di ghiandole, della milza, stanchezza e linfonodi del collo che si gonfiano. Quando è passata questa fase, c’è quella dell’affaticamento cronico, dovuta al virus che lavora ancora nella milza e nel fegato e che può dare questo disturbo. 

La stanchezza è uno dei sintomi più riconoscibili negli sportivi?

Si. L’evenienza purtroppo più frequente è la sindrome dell’affaticamento cronico. Purtroppo per questi due atleti (Masnada e Paternoster, ndr) come per altri che la contraggono, può essere una complicazione. Il problema è che gli atleti pensano che sia tutto a posto e riprendono a fare i loro normali allenamenti e gare. Il virus però è ancora presente. Anche se gli esami del sangue sembrano non sempre alterati. 

Come si capisce quando è il momento giusto per riprendere gli allenamenti?

Per controllare gli andamenti della malattia si fanno ricerche virali. E’ un segno ovviamente. Quando i valori tornano nella normalità bisogna riprendere molto gradualmente ad allenarsi. 

Questo virus ha penalizzato le stagioni 2017 e 2018 di Cavendish
Questo virus ha penalizzato le stagioni 2017 e 2018 di Cavendish
Quali sono le incognite di un ritorno in sella anticipato?

Il grosso, grossissimo problema è proprio questo. Si innesta questa sindrome da affaticamento cronico e si rimanda per un tempo indeterminato. Bisogna stare fermi. C’è un’evenienza nella popolazione normale. Ma le persone normali fanno un lavoro normale, si sentono stanche e riescono ad avere una ripresa diciamo naturale dal virus. L’atleta no, se riprende troppo presto, sta male, si ferma ancora. Si rischia di andare avanti mesi. É meglio perdere due o tre mesi subito che un intero anno. 

Qualche settimana di stop totale riduce danni esponenziali nei mesi successivi…

Prima ci si accorge, prima ci si ferma. Non ci sono medicinali efficaci da prendere. Se non l’attenzione nell’alimentazione. Non sovraccaricare fegato e altri organi. Non esiste una vera e propria terapia. Bisogna assolutamente fermarsi. E’ difficile farlo capire agli sportivi. 

Ci sono effetti invalidanti per l’atleta?

Invalidanti direi di no. Il virus c’è sempre, non è esclusa una ricaduta, magari anche a distanza di anni. Anche nella popolazione questa ricaduta ci può essere. Una cosa che può incidere è la riduzione della massa grassa. Negli atleti è molto importante. La riduzione della massa grassa richiede la riduzione delle calorie degli zuccheri e di determinati microelelemti. Questi non favoriscono un recupero ideale della forma. 

Masnada ha dovuto rinunciare alla partecipazione al Giro d’Italia a causa della mononucleosi
Masnada ha dovuto rinunciare alla partecipazione al Giro d’Italia a causa della mononucleosi
L’alimentazione diventa determinante quindi…

La maggior parte dei nostri ormoni viene prodotta a partire dal colesterolo, quindi a partire dai grassi. Se riduciamo tantissimo la massa grassa, diminuiscono il colesterolo e quindi gli ormoni. C’è quindi un’ulteriore fatica nella ripresa. La massa grassa va bene controllarla, ma entro certi limiti. Soprattutto in fase di convalescenza non bisogna trascurarla. Non vuol dire che bisogna mettere su cinque chili di peso. Bensì creare una sorta di riserva, di cuscino, per combattere il virus sì. 

Ci sono medicinali o terapie per questa infezione?

Gli antivirali non vengono usati. Si è aperta una nuova frontiera di terapie, ma per il momento non vengono usate su larga scala. Non è una malattia messa tra le categorie in primo piano. Negli sportivi può essere penalizzante per molto tempo in quanto sono soggetti a rischio. Cavendish ne è un esempio. 

L’aspetto psicologico è importante?

Conta tantissimo. Uno pensa di stare bene, riprende gli allenamenti, dopo una settimana è di nuovo a terra. Psicologicamente può essere devastante. Sta nel merito del medico, allenatore, preparatore, dire che bisogna fermarsi e avere pazienza. Se non si aspetta è una malattia che non lascia in pace. Fermarsi non vuol dire scendere dalla bici e andare a correre. Vuol dire stop!