Valtellina Ebike Festival, la formula vincente su due ruote

28.07.2022
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Un weekend in sella senza pensieri con il solo scopo di divertirsi e scoprire il territorio. Sabato 17 e domenica 18 settembre andrà in scena la terza edizione del Melavì Valtellina Ebike Festival. Un’occasione per vivere iniziative diverse per difficoltà e per spirito, una festa in compagnia, sapori alpini e tour naturalistici ed enogastronomici. 

Naturalmente a misura di bici, con percorsi unici tra i meravigliosi paesaggi montani a bordo della propria mountain bike elettrica. Un modo per vivere la maestosità della montagna in maniera ecologica e alla portata di tutti, condividendo i valori delle due ruote.  

Gli itinerari si intrecciano nelle montagne valtellinesi tra luoghi di pregio storico e naturalistico
Gli itinerari si intrecciano nelle montagne valtellinesi tra luoghi di pregio storico e naturalistico

Festival Ride

L’iniziativa regina è il grande tour Festival Ride. Suddiviso in due percorsi: Easy di 25 chilometri su strade asfaltate e sterrate, Challenge di 36 chilometri con l’inclusione di trail alpini. Con la possibilità di interscambio nei diversi punti ristoro disposti lungo il tracciato. L’itinerario coinvolge vigneti, borghi alpini, boschi e panorami mozzafiato sulla Bassa Valtellina e l’Alto Lario. 

Ci sarà anche il tour Gusto di Valtellina, ridisegnato e migliorato. Sarà una gita in compagnia su un percorso facile, per tutti, con tappa in diversi punti di degustazione allestiti in location di pregio: antichi palazzi, cantine storiche e chiese dell’anno mille. Sarà anche l’occasione per apprezzare i piatti tipici della vallata, come mele, formaggi, bresaola e buon vino.

I momenti di convivialità non mancano anche grazie alle attività rivolte all’enogastronomia
I momenti di convivialità non mancano anche grazie alle attività rivolte all’enogastronomia

Le attività

Tra le altre iniziative che arricchiranno il Festival ci sarà il tour naturalistico Val Masino e Foresta Incantata. Le novità Parco delle Orobie e Via Priula, per scoprire la Valle di Albaredo e i segreti della lavorazione del formaggio Bitto. Per i biker più esperti invece ci sarà la Trail Experience, su un nuovo tracciato in Valgerola, un’avventura in stile enduro con pranzo e canti di montagna in compagnia degli Alpini. Oltre alle numerose iniziative sui sentieri, ci sarà anche un villaggio espositivo dove poter vedere e testare i nuovi prodotti per il cicloturismo. Un luogo dove portare i più piccoli ad apprendere le tecniche della mtb.

A supportare il compimento di questo importante Festival ci sono sponsor e associazioni del luogo e dintorni. A partire dai percorsi, preparati con attenzione da 360 Valtellina Bike. Un’associazione che ha come attività principale il recupero e la manutenzione della sentieristica della Bassa Valtellina. Sarà presente anche Fiera Leggera, una rete di produttori, artigiani e negozi del territorio impegnati nella promozione di prodotti e scelte di vita a basso impatto ambientale e zero waste.

Ad avvalorare il parterre dei partner principali ci sarà Melavì, Title Sponsor, società cooperativa che riunisce più di 300 aziende agricole che producono mele in Valtellina. Infine MET Helmets, azienda leader mondiale nella produzione di caschi per il ciclismo che ha come head quarter proprio Morbegno.

Per i biker più esperti sono presenti percorsi più impegnativi
Per i biker più esperti sono presenti percorsi più impegnativi

Le voci

I percorsi sono stati presentati ufficialmente in una conferenza tenuta a Morbegno, Città Alpina 2019, all’interno del suggestivo complesso di Sant’Antonio. Un ex convento domenicano del XV secolo, che sarà anche la sede del festival durante la manifestazione. Gli organizzatori hanno parlato di quanto il loro focus alla vigilia di questa edizione sia rivolto a confermare e migliorare quanto fatto.

«La varietà dei percorsi di questo territorio – ha detto Paolo Belli, presidente Comitato Promotore VEF e titolare dello store Mondo Ebike – è talmente ampia che possiamo permetterci ogni anno di proporre itinerari diversi, facendo conoscere agli appassionati di bicicletta elettrica tutte le grandi bellezze della nostra valle».

«Il Valtellina Ebike è un evento turistico con un format di successo – ha spiegato Camillo Bertolini, fondatore dell’agenzia di marketing turistico Day Off – si va alla ricerca delle emozioni vere del territorio tra percorsi mozzafiato, valli incantate e i migliori prodotti dell’enogastronomia locale. Ciò a cui puntiamo è immergere i partecipanti nella cultura e nella bellezza della Valtellina, che è un territorio in grande evoluzione e con molti progetti in divenire».

I percorsi si addicono a tutti i livelli di pratica, dai più piccoli ai più esperti senza limitazioni
I percorsi si addicono a tutti i livelli di pratica, dai più piccoli ai più esperti senza limitazioni

Valtellina da scoprire

Il Valtellina Ebike Festival è un’occasione per vivere il ciclismo ma anche l’opportunità per scoprire un territorio unico come quello valtellinese. Il luogo è famoso per le due ruote snelle dove i percorsi e le salite sono frequentate dagli appassionati soprattutto nel periodo estivo.

«La valorizzazione del territorio attraverso l’ebike – dice Gigi Negri, direttore del Consorzio Turistico Porte di Valtellina – dobbiamo diffonderla a tutta la provincia e al il lago di Como, ricalcando i successi ottenuti nella promozione della road-bike». 

Per il territorio, i cittadini, e i visitatori, vivere il ciclismo in armonia con la natura è il mantra a cui si ispirano le autorità valtellinesi. Il weekend del Festival in programma a settembre sarà il palcoscenico per promuovere e mostrare le ambizioni e le possibilità di questi luoghi. 

ValtellinaEbikeFestival

Caschi, quando l’aerodinamica è sinonimo di ventilazione

28.06.2022
6 min
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Le giornate da canicola fanno tornare alla ribalta il problema del calore e delle reali capacità di ventilazione dei caschi. Ci sono corridori che durante la stagione più calda abbandonano i caschi maggiormente calottati e chiusi. Ci sono atleti che il casco aero non lo tolgono neppure sotto il sole cocente e nel corso delle lunghe scalate.

Cerchiamo di approfondire l’argomento e di capire se un casco aerodinamico può fornire anche una ventilazione ottimale in condizioni climatiche critiche.

Dopo il grande caldo i caschi vengono lavati e “stesi”
Dopo il grande caldo i caschi vengono lavati e “stesi”

L’efficienza dei caschi

Tra le considerazioni e punti di vista che abbiamo raccolto, il punto fermo è l’efficienza aerodinamica dei caschi, fattore che influisce in maniera esponenziale anche sulla ventilazione. Un casco non deve solo essere bello da vedere e da indossare, ma deve fornire delle performances ottimali contro un avversario che si presenta ostico: il vento. Abbiamo posto quattro quesiti a Piero Bionda di Limar, Ulysse Daessle di Met e Stefano Montroni di Abus.

Quanto influisce un casco sulla temperatura che si genera nella zona della testa? E’ possibile agire sui componenti per limitare l’accumulo di calore? Meglio un casco aero-concept, oppure uno tradizionale? E’ possibile far collimare l’aerodinamica con una ventilazione eccellente?

Piero Bionda, Limar

«La differenza viene fatta dalle prese d’aria e da come le feritoie vengono ottimizzate ed integrate nel design dei caschi. La ricerca aerodinamica legata allo sviluppo dei caschi, ha permesso di rendere più efficienti i prodotti e al tempo stesso è possibile combinare un design aerodinamico con una buona ventilazione. A prescindere, i punti chiave sono lo sviluppo interno della calotta e le prese d’aria.

«Durante gli studi sugli effetti della temperatura che si genera nella zona della testa, molti problemi emergono con il freddo. Se il casco ha dei requisiti soddisfacenti, si parla sempre di ventilazione ottimale. I problemi di crescita eccessiva della temperatura non si presentano, neppure se l’atleta è fermo».

Ulysse Daessle, MET

«Il casco è un elemento chiave nella gestione della temperatura. Un casco che gestisce male il flusso d’aria, nonostante le aperture, sarà più caldo e scomodo all’uso. I caschi più efficienti e performanti riescono a canalizzare l’aria per abbassare la temperatura della testa, in qualsiasi circostanza.

«In MET usiamo un metodo di sviluppo particolare. Dopo i primi sketches, passiamo al computer per creare il casco in 3D. Questo step ci permette di lavorare su un design curato e molto vicino al prodotto finito, di fare la simulazione della ventilazione, del peso e dell’aerodinamica. Non in ultimo il comportamento in caso di impatto. Possiamo davvero calibrare le varie parti del casco.

«Lavoriamo e studiamo la ventilazione, alle basse e alte velocità. All’occorrenza modifichiamo il design ed i componenti. Un esempio è la disposizione delle canalizzazioni interne, una delle sezioni che richiede una tempistica dilatata per uno sviluppo adeguato.

«Rispondendo alla domanda successiva, possiamo affermare che dipende da cosa s’intende per casco tradizionale. I nostri caschi dedicati alla gamma road hanno una canalizzazione interna dell’aria, ma anche la feritoia NACA che genera un effetto Venturi. Quest’ultima aiuta a spingere l’aria calda fuori dal casco. Quindi non sono cosi “tradizionali” e fanno collimare la ricerca aerodinamica alla ventilazione.

«Uno sviluppo massimizzato delle forme ci ha portato ad avere un casco, quello utilizzato da Pogacar, con solo il 30% del cranio a contatto con il casco e il restante 70% che risulta ventilato in maniera costante. Le ore spese sui moduli 3D ci hanno permesso di inclinare a 25° i deflettori, capaci di offrire la massima ventilazione anche in salita e performance aerodinamiche invidiabili e adottano delle soluzioni NACA.

«Quindi sì, è possibile far collimare l’aerodinamica di un casco con una ventilazione eccellente e talvolta le due cose vanno a braccetto, senza confondere le forme chiuse dei casco da crono, una categoria dove si ricercano le prestazioni assolute dell’aerodinamica».

La simulazione di Abus che esamina i punti più caldi della testa
La simulazione di Abus che esamina i punti più caldi della testa

Stefano Montroni, Abus

«Dopo la bicicletta, il casco è un altro punto fermo dove inizia la ricerca dell’aerodinamica migliore. Questo ci dice che l’aerodinamica è legata in maniera indissolubile allo sviluppo dei caschi moderni. Inoltre la testa ed il casco sono il punto più lontano da terra, fattore che incide in maniera esponenziale sul CX complessivo del corridore. L’aerodinamica è utile per trovare delle soluzioni ottimali di ventilazione, spingendosi verso la migliore ratio tra efficienza aerodinamica e ventilazione.

«I flussi d’aria che entrano nel casco vengono studiati in modo che non incidano in modo negativo. La migliore ventilazione possibile, in relazione al design del prodotto, è un fattore che occupa le prime posizioni nella scala delle priorità. Se da un lato i caschi proteggono dall’esposizione diretta dei raggi solari, dall’altro il surriscaldamento è un aspetto da considerare.

«Le elevate temperature che si generano portano a nausea, emicrania e alterazioni della frequenza cardiaca, tutti fattori che influiscono negativamente su performance e salute. Un casco che permette di ventilare costantemente e dissipare il calore, offre dei vantaggi non secondari e gli studi dell’aerodinamica ci vengono in aiuto anche sotto questo punto.

«Grazie ai risultati della galleria del vento, oggi è possibile modificare la geometria interna della calotta. In conclusione si può dire che i caschi aero-concept hanno delle enormi potenzialità. Quelli che categorizziamo come caschi tradizionali, nella maggior parte dei casi, sono studiati per esasperare il fattore dell’aerodinamica sui ciclisti professionisti, che hanno una biomeccanica impeccabile e sono in grado di non cambiare la loro posizione per ore.

«I caschi aero e quelli ibridati consentono di mantenere un buon comfort, una commisurata aerazione e un buon compromesso aerodinamico, indipendentemente che la messa in sella sia perfetta o meno. E’ un esempio il nostro sistema Multi Position Design Sistem sviluppato dagli ingengeri Abus con l’ausilio del wind tunnel. Questa soluzione fa variare il rapporto aerodinamica/ventilazione, in base alla posizione della testa».

Viaggio nel casco che ha salvato la vita di Trentin

16.03.2022
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L’immagine pubblicata su Twitter di Trentin con il casco in mano dopo la caduta alla Parigi-Nizza (foto di apertura). Le spiegazioni ricevute ieri da Adriano Rotunno, medico del UAE Team Emirates, a proposito della commozione cerebrale e un passaggio fra le sue risposte sulla necessità di osservare il casco. Già, il casco. Il Manta Mips di MET Helmets, che probabilmente ha salvato la vita a Matteo. Che cosa dicono nell’azienda valtellinese quando un loro prodotto assolve il suo compito, assorbe l’urto ed evita una tragedia?

«Siamo soddisfatti – dice Ulysse Daessle, responsabile della comunicazione di MET – perché si è trattato di un impatto importante. Quando il colpo arriva nella parte superiore del casco, vuol dire che c’è finito sopra il peso del corpo, quindi non è un incidente da poco. In questi casi per pronunciarci aspettiamo di ricevere il casco per poterlo analizzare e valutare come ha reagito».

Nel laboratorio MET Helmets si studia ogni tipo di impatto per realizzare il casco
Nel laboratorio MET Helmets si studia ogni tipo di impatto per realizzare il casco
E’ un tipo di impatto frequente?

Di solito il maggior numero di crash si riferisce a una parte più posteriore. In ogni caso, anche questo tipo di urto è già stato simulato e valutato nel laboratorio interno che si occupa proprio di replicare gli impatti, valutando anche quelli di tipo rotazionale, dove entrerà in funzione il MIPS (il sistema di sicurezza che prevede lo scorrimento di 10/15 millimetri all’interno del casco per fronteggiare proprio gli impatti rotanti, ndr).

Questo tipo di test aiuta a costruire caschi più sicuri?

Partiamo dal disegno in 3D per replicare gli impatti e insieme valutare l’aerazione e l’aerodinamicità del casco. Conciliando tutto, si va a creare la formula più performante.

Hai visto il casco di Trentin, come fate a essere certi che reggerà simili impatti?

Prima che il casco venga sottoposto alla validazione internazionale, prendiamo una serie di almeno 100 campioni ed effettuiamo test su tutte le taglie. Vogliamo avere uno standard di resistenza all’impatto superiore a quello che impongono le normative. Non siamo obbligati a fare tutto questo, ma abbiamo notato che ci sono delle variabili da considerare, per cui un casco può essere diverso anche se varia la temperatura di produzione. E’ bene testarli a fondo e in gran numero.

Questa immagine televisiva, già pubblicata ieri, mostra Trentin a terra dopo la caduta
Questa immagine televisiva, già pubblicata ieri, mostra Trentin a terra dopo la caduta
Avete già in mano il casco di Trentin?

Non ancora, credo lo abbia ancora la squadra. Quando lo riceveremo, allo stesso modo in cui riceviamo tutti i caschi che hanno subìto incidenti, il controllo qualità lo verificherà. In certi casi si arriva anche a tagliarlo per valutare in che modo abbia assorbito l’urto. Se un casco si fessura o si deforma, vuol dire che ha assorbito l’urto. Un po’ come i fascioni delle auto moderne, che si deformano. Una volta i paraurti erano indistruttibili, ma l’auto era così rigida che in caso di urto per gli occupanti c’erano conseguenze ben peggiori.

Quindi è bene che il casco sia deformato?

Si creano volutamente zone di deformazione, su cui influiscono anche la forma del casco e la quantità di materiale impiegato. Ad esempio, nei caschi per bambini piccoli, si fa una struttura interna. Grazie a questo, nella zona della fontanella cranica, il capo non entrerà mai in contatto con il casco. Avere i caschi incidentati ci permette di avere una statistica sui diversi punti. E devo dire che ne riceviamo davvero tanti.

Queste osservazioni si traducono poi in vantaggi nella produzione?

Ci permettono di definire i punti critici e valutare se il comportamento in caso di caduta corrisponda a quanto abbiamo elaborato. Questo tipo di riscontro ci viene anche dai ciclisti privati, non solo dagli atleti. Abbiamo un programma per cui se hanno una caduta in cui il casco subisce un danno, ci mandano la foto e gli viene riconosciuto il 50 per cento di sconto sull’acquisto del nuovo casco. Ma ovviamente a Trentin (ride, ndr) non abbiamo richiesto la foto, anche se l’ha fatta da sé. Gli abbiamo dato subito un nuovo casco…

MET Trenta 3K Mips AIR Carbon, top di gamma per Pogacar

25.02.2022
4 min
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MET Trenta 3K Mips AIR Carbon è il casco più utilizzato dal Team UAE Emirates in quanto è particolarmente polivalente. Vincitore del Tour de France e delle classiche monumento Liège-Bastogne-Liège e Il Lombardia è anche il casco reso iconico dal simpatico ciuffo del campione Tadej Pogacar. 

Progettato per mantenere la testa fresca e risparmiare energia ad ogni pedalata, è il casco da ciclismo su strada più avanzato realizzato da Met. Ora aggiornato con l’aggiunta di Mips AIR, il sistema di gestione della rotazione più leggero e innovativo, disponibile sul mercato.

Il deflettore posteriore permette di estrarre efficacemente l’aria
Il deflettore posteriore permette di estrarre efficacemente l’aria

Linea aerodinamica

Perché sia un casco top di gamma, ogni aspetto deve essere curato nei dettagli. Una caratteristica imprescindibile è la linea aerodinamica. Scopriamo la struttura partendo dalla parte anteriore. Sviluppato originariamente da NACA, un precursore della NASA, la posizione di questa presa d’aria ha un effetto rinfrescante. Sfruttando la potenza dell’effetto Venturi, lo sfiato spinge fuori l’aria calda dall’interno del casco attraverso scarichi appositamente posizionati. Ciò garantisce un flusso d’aria costante attraverso il casco, senza catturare il vento e creare resistenza. 

La parte posteriore è dotata di un deflettore piatto inclinato di 25°, che consente di includere due ampi scarichi che ottimizzano il flusso d’aria quando si è alle alte velocità. La coda Kamm a basso profilo del casco ha uno scopo aerodinamico. Funziona in sinergia con lo sfiato anteriore NACA e il deflettore posteriore per guidare efficacemente il flusso d’aria. Il tutto è stato sviluppato attraverso test specifici nella galleria del vento nel laboratorio NEWTON di Milano.

Leggero e avanzato, Il sistema MIPS è integrato nell’imbottitura
Leggero e avanzato, Il sistema MIPS è integrato nell’imbottitura

Protezione premium

Il lato sicurezza del casco è un aspetto fondante della qualità del prodotto. Met ha deciso di potenziare il suo Trenta 3K aggiungendo Mips AIR. Infatti il più leggero e avanzato sistema di gestione della rotazione è integrato nell’imbottitura. Questo sistema è stato appositamente sviluppato e progettato per ridurre le energie rotazionali trasferite alla testa durante specifici impatti angolari

Il team di ricerca di Met ha dato alla luce un vero e proprio gioiello sotto l’aspetto costruttivo. Per lo sviluppo è stato sfruttato il modulo elastico del carbonio che ha consentito di ridurre la densità della schiuma EPS del 20%, senza influire sulla capacità del casco di assorbire energia. Il risultato è un guscio leggero ma con prestazioni migliori che stabilisce un nuovo standard per il design del casco ventilato. 

A completare l’intelligenza costruttiva di questo modello sono le porte per occhiali da sole dedicate con impugnature gommate.

Specifiche e prezzo

Il peso è un altro pregio del Met Trenta 3K Mips Carbon, l’asticella infatti si ferma a 225 grammi (tg M).19 prese d’aria e un sistema di canalizzazione dell’aria interna per migliorare la ventilazione e il comfort. Cinghie Air Lite con divisorio regolabile per massimizzare l’aerodinamica e il comfort. Decalcomanie posteriori riflettenti per migliorare la visibilità in condizioni di scarsa illuminazione. 

La calotta è in policarbonato stampato con fodera in EPS.  Il sistema MET Safe-T Orbital Fit cintura la testa a 360° con regolazioni verticali e occipitali. Le taglie disponibili sono: S (52-56 cm), M (56-58 cm), L (58-61 cm). I colori selezionabili sono: bianco e argento metallizzato, grigio iridescente, nero, nero e blu metallizzato, nero e rosso metallizzato. Il prezzo consultabile sul sito è di 230 euro. 

Met

Met, Rivale Mips rinnova il look con le colorazioni 2022

02.12.2021
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Met ha presentato i nuovi colori che faranno parte del catalogo 2022 per il modello Rivale Mips. Un rilancio per questo casco che ha prestazioni elevate con un bilanciamento perfetto tra sicurezza, comfort ed efficienza ad un prezzo accessibile. Questo prodotto infatti si posiziona nella fascia medio-alta della gamma Met, grazie alle sue caratteristiche che lo rendono un riferimento per quanto riguarda qualità e prezzo.

La tecnologia Mips è una di queste, che permette a questo casco di garantire una protezione qualitativa e affidabile ad ogni impatto. Le 18 prese d’aria e il peso contenuto regalano al ciclista un prodotto fresco e leggero adatto ad ogni utilizzo. 

Qualità e sicurezza

Il Rivale Mips è un’evoluzione nel design esterno e una rivoluzione nella forma interna. La vestibilità è ottima e grazie al suo nuovo sistema di ritenzione Safe-T Upsilon il casco è stabile sulla testa. Inoltre la cintura per il capo a 360° assicura che non ci siano punti di pressione sul cranio ed è facile da regolare in ogni direzione.

Nella parte posteriore, il NACA Vent integrato con profilo più basso e a forma di tubo rende questo modello più aerodinamico rispetto al suo predecessore. La parte anteriore è progettata con prese d’aria più larghe e più lunghe che migliorano la ventilazione e possono anche servire per agganciare in modo sicuro gli occhiali da sole. Tra le sue caratteristiche principali vanta l’utilizzo del sistema MIPS C2® che garantisce la protezione del cervello contro le forze di rotazione.

Nuovi colori

Sono 8 le colorazioni, tra cui le nuove livree metallizzate che rilanciano il look del Rivale Mips. I colori disponibili sono: bianco/nero/rosso metallizzato, blu ottanio metallizzato, lime metallizzato, nero/rosso metallizzato, rosso metallizzato, titanio/bronzo metallizzato, nero opaco e bianco olografico. Le taglie selezionabili sono 3: S 52/56 cm (240g), M 56/58 cm (250g), L 58/61 cm (270g). Il prezzo consultabile sul sito è di 150 euro

MET

Il MET Trenta MIPS di Assos: sicuro, leggero e aerato

02.11.2021
4 min
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Peso ridotto, comfort, velocità e sicurezza. Sono le caratteristiche fondamentali del casco da strada firmato Assos sviluppato sulla base del modello MET Trenta. Leggero e performante ha un’elevata traspirazione e un’eccellente aerodinamica adatta alle uscite di tutti i giorni e alle gare. Il sistema di sicurezza è MIPS uno dei più sicuri e tecnologici presenti sul mercato. Sebbene la sicurezza sia al centro della progettazione, la funzione principale del design del casco è quella di affrontare il calore estivo senza stress. La linea è accattivante e funzionale, come le feritoie frontali che forniscono una posizione sicura dove riporre gli occhiali durante le pedalate.

Aerazione e regolazione

Assos abbraccia le caratteristiche riconosciute del MET Trenta e gli dà un tocco proprio. Le prese d’aria, sono studiate sulla base della ricerca del Naca: convogliano l’aria fresca attraverso il casco e la espellono linearmente dagli sfiati posteriori insieme al calore accumulato. Questo garantisce un flusso d’aria costante senza però generare attrito aerodinamico.

I deflettori posteriori inclinati di 25 gradi, formano due ampi sfiati che ottimizzano il flusso d’aria e offrono la massima ventilazione, anche durante le salite più dure. Grazie al sistema Safe-t Orbital, la vestibilità è illimitata mediante l’aggiustamento della circonferenza e della posizione verticale e occipitale. Il casco è indossabile anche con la coda di cavallo e compatibile con le luci Led Usb di MET.

Sicurezza e materiale 

La sicurezza è un punto forte di questo casco. MIPS C2 è il sistema di protezione del cervello studiato per incrementare di almeno il 10 per cento la sicurezza della costruzione standard dei caschi. Sviluppato per ridurre il rischio di concussione, il guscio del caso fluttua di 10-15 millimetri indipendentemente dal rivestimento, disperdendo le forze rotazionali o i colpi violenti che hanno origine durante determinati impatti ad angolo obliquo. Il guscio in policarbonato ed il corpo in schiuma EPS sono realizzati in ottemperanza alla certificazione CE EN 1078.

Prezzo, taglie e peso

Met Trenta MIPS Jingo RS ha un costo consultabile sul sito Assos di 260 euro. Le taglie selezionabili sono 3: S 52-56cm (245gr), M 56-58cm (250gr), L 58-61cm (290gr).

assos.com

Estro Mips, il casco super ventilato e super sicuro

08.10.2021
4 min
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Met presenta una soluzione adatta a tutti i ciclisti, il nuovo Estro Mips, un casco versatile ed utile in qualsiasi situazione. Garantisce la massima ventilazione anche alle velocità più basse grazie alle 26 prese d’aria, di cui 9 sono fori di scarico. Il suo design è studiato in galleria del vento ed è ottimizzato per incanalare l’aria all’interno della calotta. Dopo la sua linea dedicata alla velocità, ecco quella dedicata alle uscite di tutti i giorni.

Le 26 prese d’aria dell’Estro Mips, di cui 9 sono fori di scarico per mantenere la temperatura stabile all’interno del casco
Le 26 prese d’aria dell’Estro Mips, di cui 9 sono fori di scarico per mantenere la temperatura stabile all’interno del casco

Comodità al top

La comodità dell’Estro Mips è incredibile, prende le forme dai modelli top di gamma di casa Met. Il sistema di chiusura a 360 gradi permette di regolare a piacere del ciclista il cinturino di sicurezza. Il sistema Met Safe-T Upsilon assicura che non ci siano punti di pressione sul cranio, nonostante questo sistema la forma della calotta rende il casco comodo per tutti i tipi di teste.

Il bollino giallo riporta la scritta “Mips” segno distintivo che il casco è costruito per garantire la massima sicurezza
Il bollino giallo riporta la scritta “Mips” segno distintivo che il casco è costruito per garantire la massima sicurezza

Massima protezione

Il sistema MIPS C2 è un sistema di sicurezza che permette alla struttura di scivolare in caso di impatto. Questo permette di reindirizzare il movimento rotatorio, una delle principali cause di danni al cervello. Il sistema Mips è studiato per non rendere dannosi determinati impatti, come quello verticale o frontale. Il sistema di protezione è fissato tra l’EPS e l’imbottitura comfort.

Questa è una tecnologia già presente negli ultimi modelli di Met che prendono parte del loro nome da questo sistema di sicurezza.  

La parte frontale del nuovo casco di Met ha due fori che servono per appoggiare comodamente gli occhiali in caso di sosta bar oppure di una salita molto lunga ed impegnativa. Le 26 prese d’aria sono ottimali per mantenere regolare la temperatura all’interno del casco anche a basse velocità, per questo Met dichiara questo casco utile anche per chi ama le salite.

Met

Nuovo Met “Veleno Mips”, per il gravel e non solo

29.09.2021
4 min
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Met presenta il nuovo Veleno Mips, un casco estremamente versatile, adatto quindi a più discipline a partire dal cross country fino ad arrivare al gravel, passando per l’All Mountain. Si tratta di una versione rinnovata di un modello che ha fatto la storia di Met rivisto oggi in chiave moderna. Il nuovo Veleno Mips unisce perfettamente la cura per il design al comfort, senza naturalmente dimenticare la performance.

Materiali top

Meritano una menzione speciale i materiali con cui il casco è stato realizzato, a partire dal policarbonato presente su tutto il perimetro che garantisce massima protezione ma anche una durata nel tempo maggiore. Si tratta di un aspetto da non trascurare soprattutto quando si parla di un casco da utilizzare anche in condizioni estreme che ne accentuano l’usura.

Sistema innovativo

Per fare le cose in grande, Met ha pensato di includere nel “pacchetto sicurezza” anche l’innovativo sistema Mips-C2. Si tratta attualmente della tecnologia in grado di garantire la migliore protezione in caso di impatti rotazionali, un’evenienza da non trascurare soprattutto quanto si praticano discipline estreme. Il Mips-C2 si integra perfettamente all’interno del nuovo Veleno Mips. Tutto questo è possibile grazie al Mips Brain Protection System (BPS) che è fissato all’interno del casco, tra l’imbottitura e l’EPS.

Il comfort è assicurato dall’imbottitura interna che riduce sensibilmente la pressione sul capo
Il comfort è assicurato dall’imbottitura interna che riduce sensibilmente la pressione sul capo

Comfort elevato

Un altro degli aspetti di maggiore rilievo riguarda il comfort. Esso infatti è garantito dal sistema di ritenzione Met Safe-T Upsilon, che riduce sensibilmente la pressione sul capo e dona una piacevole sensazione di avvolgimento. Il nuovo Veleno Mips presenta infatti un sistema di regolazione micrometrica con tre posizioni verticali. Nella parte posteriore sono inoltre inseriti degli inserti in gel che favoriscono il massimo del confort.

Il Met Veleno Mips garantisce performance e comfort in ogni condizione meteorologica
Il Met Veleno Mips garantisce performance e comfort in ogni condizione meteorologica

Ventilazione efficace

Massima attenzione è stata riservata al tema della ventilazione. Il nuovo Veleno Mips è infatti dotato di ben 26 prese d’aria posizionate in modo strategico. Lo scopo di queste ultime è quello di garantire un flusso costante d’aria così da mantenere fresco e asciutto il capo dell’atleta. Un altro particolare che ha attirato la nostra attenzione è rappresentato dalla visiera removibile che permette di passare facilmente dall’avere un casco adatto alle discipline off road ad un modello ideale per il ciclismo su strada. I punti di aggancio sono nascosti sotto la stessa visiera.

Per ogni utilizzo

Il nuovo Veleno Mips si conferma come la soluzione ideale per chi possiede nel proprio garage una mountain bike insieme ad una bici da strada o da gravel. A seconda del tipo di uscita che si desidera fare il Veleno Mips è la risposta perfetta. Il Met Veleno Mips pesa 290 grammi (se prendiamo in considerazione la taglia S) ed è disponibile in sei differenti colorazioni nelle seguenti misure: S, M, L. Il prezzo consigliato al pubblico è di 130 euro. Nel caso in cui si desidera la versione senza Mips il costo è di 100 euro. Il nuovo Veleno Mips sarà disponibile nei negozi a partire dalla metà di novembre.


met-helmets.com

Manta Mips, il casco di Met dedicato alla velocità

16.09.2021
4 min
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Met presenta il suo casco, il Manta Mips, pensato per l’utilizzo su strada, triathlon e per l’inverno. L’azienda, ormai da anni insieme al UAE TEAM Emirates e guidata dai consigli dei suoi atleti, ha prodotto un modello adatto a tutti i ciclisti. Le aree di interesse sono molteplici: aerodinamica, sicurezza, vestibilità ed ultimo, ma non meno importante, lo stile.

Dettaglio del casco Manta nella versione nera con sfumature rosse, le aperture posteriori sono studiate per evitare l’effetto drag
Dettaglio del casco Manta nella versione nera con sfumature rosse, le aperture posteriori sono studiate per evitare l’effetto drag

Sicurezza maggiore

Il casco è il primo accessorio a cui si pensa quando si nomina la parola sicurezza e Met lo sa bene. Infatti, il Manta Mips è dotato dei migliori sistemi di protezione per il ciclista. La Mips-C2 è una tecnologia che permette al casco di scivolare in caso di caduta reindirizzando la forza di rotazione, principale causa dei traumi cranici. Infatti, l’atleta non rotolerà, esponendo la parte della testa non protetta dal casco, ma scivolerà via sull’asfalto.

Solamente due aperture anteriori per avere il miglior coefficiente di penetrazione alare possibile.
Solamente due aperture anteriori per avere il miglior coefficiente di penetrazione alare possibile.

Aerodinamica all’avanguardia

Il Manta Mips è un casco molto più estremo dei predecessori in quanto è studiato per avere un taglio molto aerodinamico. Ha pochissime prese d’aria ma estremamente funzionali, soprattutto quelle frontali che sono chiamate a fendere l’aria. Infatti se ne contano solamente due frontali e una superiore che serve per mantenere stabile la temperatura interna del casco.

Il disegno del casco è molto lineare poiché delle geometrie troppo aggressive aumenterebbero l’effetto drag: un disturbo aerodinamico derivante dalle correnti d’aria che, se tagliate in maniera troppo netta, creano dei vortici producendo così un maggiore attrito.

Pratico e comodo

Il casco di Met ha una chiusura migliorata con un cinturino a 360 gradi che toglie punti di pressione dal cranio prolungando l’indossabilità. Inoltre, dispone di una fibbia metallica per facilitare l’allacciatura e due fori per facilitare il posizionamento degli occhiali.

La colorazione di lancio è un rosso metallizzato ispirato alla livrea del UAE Team Emirates. Disponibile in altre cinque colorazioni: nero con inserti rosso lucido, nero con inserti gialli e nero con inserti blu, bianco con inserti neri e total black.

met-helmets.com