Met Trenta Mips, il casco del ciclocross (e non solo)

13.01.2023
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Il Met Trenta Mips è il casco utilizzato dagli atleti che affrontano la Coppa del mondo di ciclocross. Mutua il design e la tecnologia costruttiva del più leggero Trenta 3K Carbon Mips, usato da Pogacar e compagni, ma con soluzioni diverse.

La piattaforma dei caschi Met Trenta ha richiesto due anni di sviluppo ed è stato necessario oltre un anno per validare la forma e i materiali. Nel progetto Trenta ricopre un ruolo di primaria importanza anche Filippo Perini, capo disegnatore di Lamborghini. Abbiamo provato il nuovo Trenta Mips e abbiamo posto alcuni quesiti ad Ulysse Daessle di Met.

Il bollino giallo Mips e le ampie “bocche” dietro, Met design
Il bollino giallo Mips e le ampie “bocche” dietro, Met design
Qual’è la peculiarità del Met Trenta Mips?

L’obiettivo primario della versione Trenta Mips non è la leggerezza, anche se parliamo di un casco che ha un peso di riferimento al di sotto della media della categoria. E’ costruito con una densità unica del mold, che per Met rappresenta la soluzione migliore e più sicura in questa fascia. Sicurezza prima di ogni altra cosa, perché in Met si eseguono 700 test interni e i risultati finali vanno ben oltre gli standard richiesti. E poi c’è quel design iconico che è parte integrante della piattaforma Trenta di Met, tanto aerodinamico, quanto funzionale. Rispetto alla versione 3K Carbon si è deciso di usare anche un pacchetto Mips differente. In questo caso è il Mips C2, per il 3K è il Mips Air.

Hai parlato anche di densità. Non è la medesima per Trenta e Trenta 3K Carbon?

Sono differenti, nel senso che la densità del composto EPS è diversa per i due caschi. La scocca in carbonio presente sulla versione Met Trenta 3K Carbon ha permesso di abbassare la densità del materiale interno, soluzione che in automatico fa scendere anche il peso complessivo. Si tratta di contestualizzare due caschi molto simili nel design, ma con due fasce di prezzo diverse tra loro. Inoltre la versione Trenta Mips, che possiamo definire più sostanziosa in fatto di peso, è quella usata anche in ambito ciclocross.

Manon Bakker a Vermiglio con il Trenta Mips (foto Ulysse Daessle-Met)
Manon Bakker a Vermiglio con il Trenta Mips (foto Ulysse Daessle-Met)
Quanti caschi fornite agli atleti per affrontare la stagione agonistica?

La dotazione base è di due/tre caschi, più alcuni componenti spare per la sostituzione, come ad esempio le imbottiture di scorta. Possono avvenire delle integrazioni di materiali nel corso della stagione, al netto di rotture, prove ed incidenti.

Quando ci sono cadute e incidenti ritirate il prodotto per analizzarlo?

Certamente, speriamo sempre che non accada nulla, ma quando capita per noi è un banco di prova non indifferente. Esaminiamo, analizziamo e sezioniamo, inoltre chiediamo dei feedback agli atleti coinvolti. Questa procedura viene eseguita anche sui caschi degli utenti comuni, non solo per gli atleti professionisti.

Un casco ha una data di scadenza?

Tutti i materiali coinvolti nella costruzione del casco non hanno una scadenza vera e propria, ma è giusto considerare che il polycarbonato è un materiale che si modifica continuamente nel corso della sua vita. Un casco è soggetto a tante variabili. Come viene conservato e tenuto, se cade e prende anche piccoli colpi ritenuti insignificanti. Le variazioni di temperatura e meteorologiche, il sudore, tutti fattori che messi insieme cambiano la performance di un casco. Diciamo che volendo dare i numeri, si può scrivere che un casco ha una vita tecnica utile che non va oltre i 4 anni.

Una volta indossato risulta compatto e sempre ben calzato, anche nel fuoristrada
Una volta indossato risulta compatto e sempre ben calzato, anche nel fuoristrada

Le nostre considerazioni

Il Met Trenta Mips non è un sostituto, non è una casco di seconda fascia e/o un ripiego, ma semplicemente un prodotto votato alla sicurezza e di qualche grammo più pesante rispetto al fratello con inserti in carbonio.

Ha una calzata piena, senza spigoli e punti di pressione, questo grazie anche ad una slitta Mips che si sviluppa su tutto l’interno del casco e naturalmente per via di una forma interna “rotonda”. Proprio “la gabbia gialla Mips”, che non è così minimale ed essenziale come la soluzione Mips Air, lo rende un po’ più caldo, ma comunque ben aerato e capace di espellere con facilità il calore.

Davanti lascia sempre l’orizzonte libero e pur essendo ben saldo sulla testa non darà mai la sensazione di essere ingombrante e stringente in modo eccessivo. Dietro ha una forma che tende a scendere, particolarmente funzionale alla protezione delle zone occipitale e temporale. E non è un dettaglio secondario. In questo punto si può creare qualche frizione con dei modelli di occhiali che hanno le aste lunghe, ma la sicurezza e il senso di protezione vanno ben oltre l’immagine.

Il sistema di regolazione perimeritrale, tramite il rotore posteriore, distribuisce bene le pressioni. Met Trenta Mips è a tutti gli effetti un casco top di gamma, per costruzione e per le tecnologie che porta con sé ed il prezzo di 260 euro (listino) è perfettamente in linea con la categoria.

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