Trentin a casa: la commozione cerebrale è una cosa seria

15.03.2022
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Dopo l’ottimo inizio di stagione, fra gli iscritti provvisori della Sanremo risulta ancora Matteo Trentin, anche se il corridore del UAE Team Emirates è ancora a casa sua a Monaco, senza allenarsi, cercando di riprendersi dal brutto colpo alla testa subìto alla Parigi-Nizza (in apertura la crono durante la quale ha avuto i primi sintomi), in seguito al quale non ha preso il via nella quinta tappa. 

Il ciclismo si è dato una regola per i casi di commozione cerebrale, per cui Trentin è stato ritirato dalla corsa. Non immediatamente. Ha difatti finito la seconda tappa. Ha corso il giorno dopo. Mentre in quello dopo ancora, nella crono del quarto giorno, ha iniziato ad avvertire dei fastidi per i quali è stato fermato e non è partito nella quinta tappa.

La commozione cerebrale sottopone il cervello a un urto violento (foto Wikipedia)
La commozione cerebrale sottopone il cervello a un urto violento (foto Wikipedia)

Ne abbiamo parlato con Adriano Rotunno, medico della squadra, classe 1968, nato in provincia di Latina e cresciuto in Sudafrica.

«Qualsiasi trauma alla testa – dice – può avere conseguenze, lievi o gravi. Naturalmente, se c’è un danno al casco, c’è un rischio maggiore di commozione cerebrale, quindi è fondamentale che esaminiamo immediatamente a fondo il corridore (e il casco) per prendere una decisione rapida su una possibile diagnosi di commozione cerebrale. In altri sport è differente».

Come mai?

Il calcio o il rugby sono diversi. Il gioco può essere interrotto e i giocatori mandati a fare un esame neurologico approfondito in caso di trauma cranico. Giocheranno semmai la partita successiva. Il ciclismo è uno sport in continuo movimento e ad alta velocità. Quindi un esame neurologico “approfondito” dopo un trauma cranico è molto difficile da eseguire e le decisioni devono essere prese rapidamente, soprattutto in caso di corsa a tappe. Altrimenti la gara va avanti e il corridore resta fuori. E qui sta il problema…

Adriano Rotunno è un medico nato in Italia e cresciuto in Sudafrica (foto UAE Team Emirates)
Adriano Rotunno è un medico nato in Italia e cresciuto in Sudafrica (foto UAE Team Emirates)
Ci spieghi meglio, per favore…

C’è la pressione per tornare in bici e riprendere la gara. Viene da parte del corridore stesso, del team, degli sponsor. Come abbiamo visto in passato, l’esame neurologico rapido fatto a bordo strada, anche se eseguito bene, è spesso inadeguato visti i vincoli di tempo. Mette tutte le parti in una posizione difficile. Così con Trentin, il medico di gara ha eseguito un rapido esame neurologico, che Matteo ha oggettivamente superato, ed è stato ritenuto idoneo a continuare la gara.

Non avrebbe dovuto?

E’ stato bravo a finire la tappa, ma come sappiamo, i sintomi della commozione cerebrale possono essere ritardati e svilupparsi ore o giorni dopo l’incidente. Questo è quello che è successo nel suo caso e quindi, per evitare ulteriori colpi al cervello, è stato immediatamente ritirato dalla gara per consentirgli di guarire. Il nostro protocollo in caso di qualsiasi trauma cranico prevede che se c’è un sospetto clinico di commozione cerebrale, questo viene riconosciuto e il corridore viene ritirato immediatamente. E nei giorni successivi si svolgeranno ulteriori osservazioni ed esami neurologici.

Il colpo subito da Matteo è stato particolarmente violento rispetto alle cadute più frequenti?

Con il danno al casco, la possibilità che non fosse commozione cerebrale era davvero bassa, per questo il corridore è rigorosamente monitorato.

Cosa fa la squadra in un caso del genere?

Una volta fatta la diagnosi di commozione cerebrale, il corridore viene ritirato e lo teniamo con il medico di squadra per un periodo di visita e osservazione neurologica. Una volta ritenuto idoneo a viaggiare, lo rimandiamo a casa per il recupero e ripetiamo gli esami/osservazioni per la commozione cerebrale, seguiti da un rigoroso ritorno all’allenamento graduale, se i sintomi lo consentono. Questa fase può richiedere giorni o mesi, in alcuni casi.

Prima di ripartire l’atleta deve sottoporsi ad altri esami clinici?

Assolutamente. Vengono effettuati esami medici e neurologici completi. Teniamo presente che dopo una caduta ci sono altre complicazioni al cervello e al corpo, quindi dobbiamo esaminare e gestire l’atleta in modo completo prima che riprenda ad allenarsi.