Meris si gode la condizione e non ha paura del futuro

12.07.2024
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La MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb può contare su una freccia in più nel proprio arco per questo finale di stagione. Le tre vittorie nell’arco di due settimane messe a segno da Sergio Meris portano un vento di buon umore e di speranza (foto NB Srl in apertura). Il bergamasco, al primo anno tra gli elite, ha colto nel segno in questo inizio estate. Come ci si potrebbe aspettare il morale è alto, anche se è mancata la ciliegina sulla torta.

«Sto bene – racconta – ora voglio sfruttare la gamba che sembra essere in buona condizione. L’obiettivo però è di non strafare, mantengo la solita routine cercando di farmi trovare pronto».

Meris di recente ha ottenuto la terza vittoria stagionale, al Giro del Medio-Brenta (foto NB Srl)
Meris di recente ha ottenuto la terza vittoria stagionale, al Giro del Medio-Brenta (foto NB Srl)

Allenamento e studio

Il caldo picchia forte anche nella pianura bergamasca, Meris si allena cercando di sfruttare le ore più fresche, ma non sono molte quelle a disposizione. 

«Mantengo la solita routine – spiega il classe 2001 – se riesco anticipo l’orario degli allenamenti, giusto per non prendere troppo caldo. Appena rientro mangio, recupero e mi rilasso. Cerco anche di studiare un po’, sono al terzo anno di Scienze dell’Alimentazione. Sto frequentando l’Università online, cosa che mi permette di conciliare al meglio studio e bici. Il mondo dell’alimentazione mi ha sempre affascinato, in più avendo frequentato il liceo scientifico lo studio mi appartiene. Il primo pensiero è sempre legato alla bici, ma anche la carriera di nutrizionista mi affascina».

In precedenza si era sbloccato al Giro del Veneto con due vittorie di tappa (photors.it)
In precedenza si era sbloccato al Giro del Veneto con due vittorie di tappa (photors.it)
Ora però in bici stai andando forte. 

Vero, quindi rimango dell’idea di provare a diventare professionista (dice con una risata simpatica, ndr). Sono contento di come sta andando ora, a inizio anno ho avuto un po’ di sfortuna, prima un infortunio al ginocchio mi ha tenuto fermo un mese, poi una caduta mi ha rallentato ancora. 

Hai ripreso bene però.

Dopo il Giro di Ungheria sono andato in altura. Dal punto di vista fisico e mentale è un passaggio molto importante per me, mi ricarico completamente. Da lì in avanti, infatti, sono andato forte. Terzo al Matteotti, quinto alla Due Giorni Marchigiana e poi le tre vittorie in fila. Peccato non aver capitalizzato i due successi di tappa al Giro del Veneto.

A inizio anno non erano mancate l’esperienze con i pro’, ma la condizione non era quella giusta
A inizio anno non erano mancate l’esperienze con i pro’, ma la condizione non era quella giusta
Cos’è successo?

Avevo tanti rivali tutti vicini in classifica, così nell’ultima tappa mi hanno attaccato più volte sulla salita finale. Ho sempre risposto in prima persona, ma questo mi ha portato ad esaurire le energie. Negli ultimi tre chilometri mi sono spento piano piano. Da un lato mi spiace, dall’altro invece penso di aver imparato qualcosa. E comunque rimangono le due vittorie di tappa. 

Alle quali si aggiunge quella del Medio-Brenta.

Per noi era un po’ la corsa di casa, visto che si partiva dalla sede della Ballan SPA, nostro sponsor. Diciamo che ho vinto in famiglia e questo fa sempre tanto piacere. La gara era importante per la squadra ma anche per me. 

Meris è al primo anno elite: come nelle stagioni precedenti, corre con la MBH Bank-Colpack-Ballan (foto NB Srl)
Meris è al primo anno elite: come nelle stagioni precedenti, corre con la MBH Bank-Colpack-Ballan (foto NB Srl)
Anche perché sei al primo anno elite, ogni vittoria è un sigillo importante. Come ti trovi nella categoria?

Ogni anno cresco mentalmente e fisicamente ed è successo anche nel 2024. A inizio stagione ero un po’ titubante, ma ora credo che quest’anno sia importante per me, per maturare ancora. Quella degli elite è una categoria che si pensa possa essere limitante, ma non è così. Vero che molti ragazzi passano professionisti presto, però è una regola che non vale per tutti. 

Tu come stai vivendo questo 2024?

Come un divertimento. Mi sento bene e mi godo la bici, gli allenamenti e le gare. 

La MBH Bank-Colpack-Ballan sarebbe dovuta diventare professional nel 2025, ma sembra che la cosa sia saltata. Come hai preso questa notizia?

Non ho mai fatto troppo conto sul passaggio della squadra. Non per mancanza di fiducia, ma perché le cose sono complicate e non è tutto in mano ai nostri team manager. Io ho sempre vissuto giorno per giorno, senza pensare troppo al futuro. Già nel 2023 dovevo passare professionista, ma tutto era sfumato.

Nonostante sia passato elite non ha paura del futuro, sa che può ancora conquistarsi il professionismo (foto NB Srl)
Nonostante sia passato elite non ha paura del futuro, sa che può ancora conquistarsi il professionismo (foto NB Srl)
L’idea qual è ora? Difficile rimanere oppure c’è una possibilità?

A questo punto ne dovremo parlare con la squadra, ma per passare professionista qui non posso rimanere. Devo impegnarmi e andare forte, cogliendo ogni occasione. Mi sono sbloccato e voglio dare il massimo, a partire dal Giro dell’Appennino di domenica. 

Con la squadra parlerai?

Certo. Da qui a fine anno faremo dei colloqui e capiremo cosa fare. Loro per me ci sono sempre stati, sono tanti anni che corro qui e troveremo la soluzione migliore. Voglio tenere alto il tiro e andare forte, per me ma soprattutto per tenere alto il nome della squadra.

Nespoli: un giovane ambizioso in casa MBH Bank-Colpack

02.07.2024
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Alle spalle di Pavel Novak e Florian Kajamini, alla corte della MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb, sta crescendo il talento di Lorenzo Nespoli. Atleta brianzolo, di Giussano, classe 2004 che al suo secondo anno da U23 ha conquistato la maglia dei GPM al Giro Next Gen (in apertura foto NB Srl). Lo ha fatto all’ultima tappa, quella di Forlimpopoli, che ha incoronato il talento di Widar

«L’idea di guardare alla classifica dei GPM è nata nella tappa di Fosse – racconta lo stesso Nespoli – mi sono trovato in fuga e ho conquistato tanti punti. Me ne mancava però uno per prendere la maglia blu, così nell’ultima tappa sono andato in fuga per conquistare questo importante traguardo personale. La squadra mi ha aiutato parecchio e per questo li ringrazio ancora».

Lorenzo Nespoli al Giro Next Gen ha conquistato la maglia blu della classifica dei GPM (foto NB Srl)
Lorenzo Nespoli al Giro Next Gen ha conquistato la maglia blu della classifica dei GPM (foto NB Srl)

Contro i “big”

La prima esperienza al Giro Next Gen ha permesso a Nespoli di confrontarsi contro i più forti atleti del panorama under 23. Ne è uscito con delle buone risposte ma anche con la certezza che bisogna lavorare ancora tanto. 

«Ne sono uscito stanco – ammette – tanto che in queste settimane mi sono riposato un po’. Come esperienza, quella del Giro Next Gen, la considero positiva. Siamo andati davvero forte per tutte le otto tappe, io ho aiutato Kajamini e Novak. Devo dire che sembrava di correre con i professionisti, cosa che ho fatto alla Coppi e Bartali e al Giro di Ungheria. Anzi, al Giro Next Gen secondo me siamo andati più forte in salita rispetto alla Coppi e Bartali. Durante la corsa rosa tutti abbiamo fatto dei numeri incredibili, i watt medi ogni giorno erano altissimi».

Un fisico particolare per il brianzolo: alto, slanciato ma anche estremamente leggero (foto NB Srl)
Un fisico particolare per il brianzolo: alto, slanciato ma anche estremamente leggero (foto NB Srl)
Questo è il tuo secondo anno alla Colpack, come ti sei trovato?

Mi sto trovando bene. Nel 2023 ho avuto qualche problema fisico, ma è stato risolto facilmente. Quest’anno la preparazione è stata fatta diversamente, curando gara per gara, con obiettivi prefissati. Sono cresciuto tanto, ma ancora c’è tanto da fare.

Con lo staff come va?

Con i preparatori, Antonio Fusi e Dario Giovine, mi trovo molto bene. Ma anche con Gianluca Valoti e Antonio Bevilacqua il rapporto è molto bello, sincero e positivo. Siamo tutti molto uniti, un fattore importante, perché quando siamo in ritiro o alle gare tutto passa in maniera più leggera. 

Chi ti segue, Fusi o Giovine?

Entrambi. Abito vicino a Fusi e quando sono a casa mi segue spesso lui. Le tabelle, invece, me le fa Giovine ed è con lui che mi confronto in ritiro. Rispetto al 2023 abbiamo fatto un bel lavoro, preparando bene gli appuntamenti. Ad esempio per il Giro Next Gen siamo stati tre settimane a Sestriere. 

Ora arriva il Giro della Valle d’Aosta…

Sarà un bell’appuntamento. Anche in questo caso le nostre punte saranno Kajamini e Novak, ma anche io potrò dire la mia. Spero di allenarmi al meglio in queste settimane, ma la salita metterà tutti al loro posto. Penso di poter far bene in Valle d’Aosta, sarà una corsa importante per me. 

Hai un fisico particolare, sei tanto alto: 185 centimetri, ma anche leggero, appena 65 chilogrammi. 

Una caratteristica che mi ha sempre accompagnato, fin da quando ho iniziato ad andare in bici da piccolo. Ora credo di essere un passista-scalatore. Rispetto agli scalatori puri, in salita pago qualcosa, ma in pianura ho un passo migliore, cosa che mi accompagna anche a cronometro. Anche da junior, ho vinto poco, ma ero sempre piazzato e due delle quattro vittorie che ho ottenuto sono state due cronoscalate. 

Per fare il passo definitivo cosa ti manca?

In salita penso che manchi poco per essere competitivo, ma in generale c’è tanto da fare. In pianura vado forte e rispetto ai corridori più leggeri reggo meglio ritmi elevati. Nell’arco degli otto giorni al Giro Next Gen stavo bene anche nelle tappe finali, questo è un buon segnale. 

Un gruppo con il quale riesce a lavorare bene e in simbiosi, sia tra compagni che con lo staff (foto NB Srl)
Un gruppo con il quale riesce a lavorare bene e in simbiosi, sia tra compagni che con lo staff (foto NB Srl)
Quindi pensi di poter diventare un corridore da corse a tappe?

Dipende da cosa si decide insieme alla squadra. Mi sono reso conto alla Coppi e Bartali, dove ho fatto gruppetto per due tappe, che i giorni dopo stavo davvero bene. Quindi gli obiettivi possono essere diversi, magari risparmiare energie per poi puntare tutto su una tappa. Oppure distribuire le forze per essere competitivo nelle altre classifiche, come fatto al Giro Next Gen. Forse potrei anche provare a mettermi alla prova in una corsa a tappe di minore importanza per vedere se posso curare la generale. 

Magari dal prossimo anno si apriranno finestre diverse… 

Il 2025 sarà importante. Penso che le corse con i pro’ siano più adatte alle mie caratteristiche. Preferisco avere ritmi elevati, con meno scatti, la regolarità è il mio forte.

Kajamini lancia la sfida a Widar: domani si sale di nuovo

13.06.2024
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Il giorno dopo la scivolata che ha coinvolto i ragazzi della MBH Bank-Colpack-Ballan e due dopo il primo arrivo in salita di Pian della Mussa, domani la strada tornerà a salire. La continental bergamasca si trova con entrambi i suoi capitani ancora in classifica, Kajamini settimo a 1’07” (foto NB Srl in apertura) e Novak due secondi più indietro. Dopo la scalata in terra piemontese il gruppo è arrivato in Lombardia, da dove partirà la tappa regina di questo Giro Next Gen: la Borgo Virgilio-Fosse. 

Il primo arrivo in salita del Giro Next Gen è andato a Jarno Widar (foto LaPresse)
Il primo arrivo in salita del Giro Next Gen è andato a Jarno Widar (foto LaPresse)

Contenere i danni

Florian Kajamini è anche il miglior italiano in classifica, gli azzurri più vicini sono Pinarello e Scalco, il duo della Vf Group Bardiani è lontano più di un minuto. Il corridore della MBH Bank-Colpack fa il punto a metà Giro, prima di tornare a dare battaglia sulle rampe di Fosse. 

«Nella tappa di Pian della Mussa – racconta lucidamente Kajamini – il belga della Lotto Dstny Devo, Jarno Widar, aveva un diavolo per capello. Ha piazzato diversi scatti prima di portare via un terzetto e poi vincere in solitaria. Novak ed io siamo stati bravi a resistere e limitare i danni, accumulando solamente 27 secondi. Personalmente non mi sentivo molto bene, avevo un po’ le gambe ingolfate, colpa della quota probabilmente. Appena si superano i 1.500 metri soffro un po’ e a Pian della Mussa la parte più dura della salita era dai 1.600 metri in su».

Kajamini e Novak hanno contenuto i danni, perdendo solo 27″ da Widar (foto NB Srl)
Kajamini e Novak hanno contenuto i danni, perdendo solo 27″ da Widar (foto NB Srl)

Non rispondere

Jarno Widar ha conquistato la maglia rosa proprio sulle rampe di Pian della Mussa. Ha rifilato 21 secondi a Toussaint e Rondel, rispettivamente dei devo team della Intermarché e della Tudor. Il vantaggio in classifica è figlio anche della crono di Aosta, dove Widar è stato il migliore degli uomini di classifica. 

«Widar stava davvero molto bene – continua Kajamini – era in giornata di grazia. Come si dice in questi casi “non sentiva la catena” quindi era importante non perdere troppo tempo. La salita non era delle più dure, lunga sì ma non impossibile. Nei 19 chilometri di ascesa c’erano tanti “risciacqui” che permettevano di respirare. La parte più impegnativa erano gli ultimi tre chilometri, tutti aspettavamo quel punto. Il ritmo è stato parecchio elevato fin da subito, tanto che la scalata finale l’abbiamo iniziata con un gruppo di una ventina di corridori. Come detto non stavo nemmeno troppo bene, forse anche per l’altura. Poi io sono uno che esce con il passare dei giorni, quindi guardo con fiducia a domani».

La squadra è pronta

I ragazzi della MBH Bank-Colpack stanno lavorando in maniera ottimale e sono in linea con il programma dettato dal diesse Gianluca Valoti

«Per la squadra è importante che Novak ed io siamo riusciti a rimanere in classifica – spiega – stiamo andando bene. Tutti stanno andando forte: Nespoli, Ambrosini, Bagatin e Valent sono sempre accanto a noi. Il lavoro in altura sembra aver pagato, ora tocca a noi farci valere e vedere».

«In classifica siamo tutti vicini, tra il secondo che è Rondel e Novak, ottavo, ballano solamente 30 secondi. Tutto è ancora da decidere e la tappa di domani prevede cinque salite vere con la scalata finale di Fosse che misura 9 chilometri con pendenza media dell’8,5 per cento. Li si potranno fare i primi danni e noi siamo in due, questo gioca a nostro favore».

La maglia rosa rimane saldamente sulle spalle del giovane belga (foto LaPresse)
La maglia rosa rimane saldamente sulle spalle del giovane belga (foto LaPresse)

Tanto spavento per nulla

Intanto nella tappa di ieri con arrivo a Borgomanero Kajamini e Novak sono rimasti coinvolti in una caduta ai meno 40 chilometri dal traguardo. In tanti sono finiti a terra ma per fortuna non ci sono stati danni. 

«Ho giusto qualche escoriazione al ginocchio – dice Kajamini – ma sto bene. Nei chilometri finali c’è stata questa caduta di gruppo causata da due ragazzi che si sono toccati le ruote. Eravamo anche abbastanza davanti, intorno alla trentesima posizione. Alla fine non esistono tappe tranquille, quella di ieri era facile dal punto di vista altimetrico ma poi si è rivelata tanto nervosa. C’è stata anche una caduta nella volata finale. In giornate come queste è importante portare a casa la pelle, noi ci siamo presi un bello spavento. Anche oggi (frazione totalmente pianeggiante, ndr) toccherà tenere gli occhi aperti».

«Le gambe – conclude – girano bene, queste tappe possono aiutarci a sbloccare un po’ il motore, ma la risposta vera arriverà domani. Intanto ci godiamo il passaggio da casa, visto che si parte da Bergamo (inizio previsto per le 13, ndr) vedremo di ben figurare».

I sei “gladiatori” di Valoti per il Giro Next Gen

07.06.2024
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La MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb è partita questa mattina per la Valle d’Aosta, regione che accoglie le prime tre tappe del Giro Next Gen. I ragazzi del team continental bergamasco, guidati in macchina da Gianluca Valoti, non vedono l’ora di iniziare

«Siamo pronti – conferma il diesse – stiamo ultimando qualche piccolo dettaglio. Oggi (venerdì, ndr) proveremo il percorso della seconda tappa. Vorremmo fare una pedalata anche sulle strade della cronometro, ma sarà difficile visto che attraversa il centro di Aosta. Tra traffico e limitazioni non credo riusciremo a fare una ricognizione anticipata, toccherà aspettare domenica mattina».

I ragazzi della MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb durante il ritiro a Sestriere in preparazione al Giro Next Gen (foto NB Srl)
I ragazzi della MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb durante il ritiro a Sestriere in preparazione al Giro Next Gen (foto NB Srl)

Esordio complicato

Le prime tre frazioni del Giro Next Gen saranno impegnative e in qualche modo potranno già risultare decisive per la classifica generale. Toccherà partire con la concentrazione al massimo, viste le insidie del tracciato. 

«La cronometro – continua Valoti – misura otto chilometri: non sono molti, ma il percorso è tecnico. Si può perdere tra il minuto e il minuto e mezzo, ritardo che nell’economia della corsa può non risultare decisivo ma comunque importante. A nostro favore gioca lo strappo presente a metà, lì avremo modo di limitare i distacchi. Per noi è importante vedere la seconda frazione, è insidiosa e con tanto dislivello, non ci sarà un metro di pianura. Anche in questo caso non è una tappa che può risultare decisiva ma a perdere tempo ci vuole davvero poco».

La tappa numero 3 con arrivo a Pian Della Mussa potrà creare i primi significativi distacchi in classifica
La tappa numero 3 con arrivo a Pian Della Mussa potrà creare i primi significativi distacchi in classifica

Altura e ricognizioni

Al terzo giorno di corsa ecco che ci sarà il primo arrivo in salita, a Pian della Mussa. Una scalata lunga che porta dai 687 metri di Ceres ai 1751 metri dell’arrivo.

 «Questa tappa l’abbiamo vista mentre eravamo in ritiro a Sestriere (foto NB Srl in apertura) – spiega il diesse bergamasco – sembra una scalata lunga e facile sulla carta, ma non lo è. Da quel che abbiamo potuto vedere è impegnativa. Devo dire che il disegno di questo Giro Next Gen mi piace, non ci sono tapponi come quello dello Stelvio lo scorso anno. Le difficoltà sono distribuite lungo tutti e otto i giorni di gara, questo presumibilmente farà rimanere aperta la corsa fino alla fine. La scelta di allenarci a Sestriere arriva dal fatto che Livigno aveva ospitato il Giro ed avevamo paura di trovare traffico e strade chiuse. Abbiamo pedalato sulle strade piemontesi già nel ritiro di marzo e i ragazzi erano rimasti soddisfatti.

«Siamo stati tre settimane a Sestriere – dice Valoti – siamo arrivati appena dopo il Giro di Ungheria. La prima settimana è servita per scaricare e per fare ambientamento. Poi abbiamo iniziato a lavorare, la cosa che mi soddisfa di più è che i nostri preparatori, Giovine e Fusi, sono rimasti con noi tutto il tempo. Questo vuol dire che con la loro supervisione le possibilità di aver sbagliato qualcosa si sono abbassate notevolmente».

Squadra leggera

Christian Bagatin, Lorenzo Nespoli, Mark Valent, Matteo Ambrosini, Florian Kajamini e Pavel Novak. Questi i sei nomi che difenderanno i colori della MBH Bank-Colpack-Ballan al Giro Next Gen, Gianluca Valoti ci spiega le scelte.

«Abbiamo deciso – racconta – di puntare su due capitani: Novak e Kajamini, il primo è un secondo anno, mentre l’altro un terzo. Si conoscono bene e in gara comunicano tanto, trovando sempre la migliore soluzione. Lo abbiamo visto al Piva con la vittoria di Novak, coadiuvata dal grande lavoro di copertura di Kajamini. Saranno entrambi sullo stesso livello, con le ambizioni di classifica e la facoltà di gestire la gara. Non ci saranno le radio in corsa e la scelta di avere due capitani che hanno una grande complicità mi permette di stare sereno in macchina, sapranno gestirsi».

«Bagatin, Nespoli e Ambrosini – continua – saranno i diesse in gruppo, hanno una grande capacità di gestione e sanno capire le situazioni. Mi piace come interpretano la gara. La novità è rappresentata dall’ungherese Mark Valent, lui è nuovo ma si è integrato bene in squadra. E’ un corridore leggero e che stiamo scoprendo giorno dopo giorno. Purtroppo abbiamo dovuto lasciare a casa Bracalente, non per merito ma per scelta tecnica. Il ragazzo è giovane e avrà altre occasioni. Non c’è altro da dire. Siamo pronti, ora tocca a noi, ci vediamo sulle strade del Giro Next Gen!».

Nasce la MBH Bank-Colpack-Ballan, professional dal 2025

14.02.2024
5 min
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BERGAMO – La struttura del Life Source e i suoi salotti interni accolgono la nuova MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb. La novità del 2024 è l’ingresso nel team continental bergamasco, come sponsor principale, dell’istituto bancario ungherese. Le voci riguardo questa novità circolavano da mesi, ma sono diventate ufficiali solamente qualche settimana fa. Ora che tutto è stato portato a buon termine, gli animi sono sereni, distesi. Non solo quelli dei dirigenti del team, ma anche di chi ci lavora: «Tutto era previsto e programmato – ci ha detto prima della presentazione uno dei meccanici – il progetto c’era, ma tutto diventa concreto al primo bonifico».

In un mondo, quello dello sport, dove i soldi e gli sponsor sono sempre più importanti, questo scetticismo era quasi obbligatorio. Poi tutto è andato per il verso giusto e oggi, poco fuori Bergamo, è andata in scena quella che si potrebbe definire una festa. Tanti volti, tutti coinvolti e sorridenti, il caldo fa pensare alla primavera, ma alle prime gare manca ancora più di una settimana. 

Al centro Gabor Deak, presidente di MBH Bank, alla destra Gilberto Simoni, uno dei fautori del progetto
Al centro Gabor Deak, presidente di MBH Bank, alla destra Gilberto Simoni, uno dei fautori del progetto

Il vecchio e il nuovo

In quella che è stata, fino al 31 dicembre 2023, la Colpack-Ballan-Csb, si è sempre distinta una forte impronta bergamasca. Lo storico team continental ha fatto da tramite tra il territorio e lo sport. Ma il mondo del ciclismo cresce, si evolve, ed ora è diventato un fenomeno mondiale. I pedali raccolgono interessi e consensi, anche in Paesi con una tradizione meno forte: come l’Ungheria.

La presentazione del nuovo progetto passa dalle parole e dalle emozioni di chi ha vissuto e fatto diventare grande questa squadra. Il primo a parlare è stato Beppe Colleoni, compagno di Antonio Bevilacqua in ammiraglia per 25 anni. E’ proprio l’azienda di Colleoni, la Colpack, che è stata il principale sponsor del team per anni. Ora questo ruolo viene meno, ma toccherà a loro far innamorare del ciclismo i nuovi arrivati. Trasmettendo passione e tradizione, senza aver paura di aprirsi alle novità.

I ragazzi del team MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb sono appena stati in ritiro a Calpe (foto NB Srl)
I ragazzi del team MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb sono appena stati in ritiro a Calpe (foto NB Srl)

La visione di Bevilacqua

Il ruolo di team manager spetterà, come successo fino ad adesso, ad Antonio Bevilacqua. Con lui presentiamo l’idea e lo spunto che ha fatto nascere la nuova MBH Bank-Colpack-Ballan-Csb.

«E’ una strada lanciata – spiega – con un progetto di cinque anni. Il passo più importante sarà la creazione del team professional a partire dal 2025. Il mondo del ciclismo è cambiato, le squadre WorldTour con i loro devo team fanno sempre più gola ai ragazzi. Era diventato difficile per noi risultare appetibili e competitivi. Vogliamo tenere il focus sempre sui giovani, perché è l’impronta del team e lo è sempre stata, ma serve un cambio di marcia. Lavoreremo in sinergia con l’Ungheria, tramite il nostro staff seguiremo dei team di ragazzi allievi e juniores. Proprio con quest’ultimi abbiamo già pianificato delle trasferte in Italia: saremo al Giro del Veneto, Giro del Friuli e Giro della Lunigiana».

La voce degli sponsor

Colleoni e Bevilacqua scherzano su questi 25 anni di matrimonio, festeggiati, caso vuole, proprio il giorno di San Valentino. La Colpack ha dato tanto al ciclismo e per continuare a farlo ha avuto bisogno di allargare i propri confini. All’interno della sala, circondata da vetrate lucide, hanno preso parola tutti gli sponsor. Ha iniziato Beppe Colleoni con la sua Colpack, tra lacrime e un video che ha fatto commuovere tutti i presenti. Forse, in quei quattro minuti, sono raccolte tutte le motivazioni che spingono un’azienda ad entrare nel ciclismo. Sarebbe bello fosse a disposizione di tutti. 

Si sono poi aggiunte le voci di Alessandro Ballan, CEO dell’omonima azienda, e di Renato D’Aprile, direttore commerciale di Csb. Dalle loro parole si è capito come il ciclismo possa essere un veicolo di emozioni e di economia. Un modo per far conoscere la propria azienda. «L’obiettivo – ha dichiarato Alessandro Ballan, imprenditore padovano – è sempre stato quello di fare il salto nel professionismo. Siamo contenti di far parte di questa nuova avventura e speriamo che la nuova partnership ci possa aiutare a far circolare ancor di più il nostro nome nel mondo del ciclismo».

Matteo Bianchi, fresco campione europeo del chilometro da fermo ha donato la maglia a Beppe Colleoni
Matteo Bianchi, fresco campione europeo del chilometro da fermo ha donato la maglia a Beppe Colleoni

I progetti di MBH Bank

E’ poi è toccato ai nuovi arrivati presentarsi, e lo hanno fatto attraverso le parole di Gabor Deak presidente di MBH Bank.

«Siamo orgogliosi e onorati di essere qui – ha detto – MBH Bank è una realtà nata da poco, dalla fusione di tre istituti bancari ungheresi. Siamo la seconda banca del nostro Paese e ci consideriamo giovani, dinamici e ambiziosi. Tutti valori che fanno parte del mondo dello sport, con il quale già collaboriamo. Abbiamo una partnership con la squadra olimpica e con diverse realtà del mondo del calcio. Ora alla nostra avventura aggiungiamo anche il ciclismo, con la speranza di far crescere il nostro movimento e di portarlo ad un livello superiore. La Colpack-Ballan-Csb ci è sembrata la realtà giusta sulla quale investire. Il progetto è a lungo termine e prevede tanti passi, oggi è stato fatto il primo».

Martinelli e il ritorno (da diesse) nel progetto Colpack

27.01.2024
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Davide Martinelli ci ha messo davvero poco a rimboccarsi le maniche e a rimettersi in gioco. La sua carriera in sella alla bici è terminata alla Coppa Bernocchi il 2 ottobre. Mentre la nuova avventura come diesse alla Colpack (dal 2024 diventata Team MBH Bank Colpack Ballan) è iniziata presto, proprio in questi giorni. Un modo per ripartire rapido e indolore, tanto che questo inverno senza bici è stato diverso, ma comunque vorticoso. Il ritorno nella squadra che lo ha lanciato nel professionismo (in apertura la vittoria ai tricolori crono del 2014, immagine photors.it), questa volta nei panni del tecnico.

Dopo otto stagioni da pro’ Martinelli ha chiuso la sua carriera in maglia Astana
Dopo otto stagioni da pro’ Martinelli ha chiuso la sua carriera in maglia Astana

«Quelli invernali – racconta Davide Martinelli – sono stati mesi diversi ma comunque divertenti, mi sono mosso tanto. Non ho avuto molto respiro, visti tutti i progetti che sono iniziati, ho avuto poco tempo per pensare alla fine della carriera. La bici l’ho presa in qualche occasione, una quindicina di volte in tre mesi. Pedalo con qualche amico e professionista della zona e mi difendo ancora bene, in salita soffro un pochino di più, ma fino alle 3 ore riesco a reggere.

«Ho approfittato di questo periodo – continua – per andare a seguire la mia ragazza Rebecca (Gariboldi, ndr) nelle sue gare di ciclocross in Belgio. Siamo stati via una decina di giorni e sono andato a pedalare sul percorso del Fiandre, godendone appieno».

Un inverno diverso, godendosi la bici insieme alla fidanzata Rebecca Gariboldi
Un inverno diverso, godendosi la bici insieme alla fidanzata Rebecca Gariboldi

La finestra Colpack

Il filo che collega Davide Martinelli e la Colpack non si è mai spezzato. Quindi, una volta smesso di correre è stato facile riallacciare legami vecchi ma mai consumati. 

«Con Rossella Di Leo, Gianluca Valoti e Antonio Bevilacqua ho un ottimo rapporto da sempre. Ho corso con loro nel 2014 e nel 2015 – spiega Martinelli – e mi hanno lanciato nel professionismo. Nel tempo ci siamo sempre tenuti in contatto, così quando ho rivisto Rossella e Gianluca, mi hanno parlato del nuovo progetto. Il mio ingresso in squadra non è nato subito, ma è arrivato pian piano, come persone che si conoscono e pensano di fare cose assieme».

Due le vittoria in carriera di Martinelli, entrambe nel 2016: una tappa al Tour de La Provence e una (nella foto) al Polonia
Due le vittoria in carriera di Martinelli, entrambe nel 2016: una tappa al Tour de La Provence e una (nella foto) al Polonia

Una nuova figura

Quella che entra nel Team MBH Bank Colpack Ballan è una figura diversa dal classico diesse. Martinelli ha già il tesserino, ma a parte questo porta un’esperienza fresca e di spessore. 

«Ho fatto tutti i tre i livelli del tesserino – ci dice – durante il Covid. Quindi sono abilitato per lavorare anche con squadre professional, sono giovane per questo ruolo e la cosa che mi ha entusiasmato è il progetto a lungo termine del team. Il fatto che dal 2025 nasca una nuova professional ha fatto sì che la squadra avesse bisogno di una figura che arrivasse dal mondo dei pro’. Ho un’esperienza maggiore con un ciclismo più evoluto e che cresce anche dal punto di vista psicologico. Sono in grado di utilizzare tutta la tecnologia richiesta, come Training Peaks o Veloviewer. Ricoprirò il ruolo di collante tra i preparatori (Giovine e Fusi, ndr) e i diesse».

MBH Bank Colpack Ballan (foto NB Srl)
L’ingresso di MBH Bank porterà la Colpack Ballan a diventare una professional nel 2025 (foto NB Srl)

Primi contatti

Il senso delle parole di Martinelli esprime continuità, un senso ritrovato nell’avere un progetto diverso, ma comunque stimolante. Un qualcosa che apre a nuove idee con una sfumatura diversa. 

«E’ un progetto bello – prosegue l’ex Astana – e molto stimolante. L’opportunità che mi ha offerto la Colpack è grande. Non è facile, appena sceso dalla bici, trovare un qualcosa di così interessante. Ho sempre pensato che la strada del diesse sarebbe stata quella che avrei voluto percorrere, e iniziare da qui è uno stimolo immenso a fare bene.

«Ho già visto alcuni dei ragazzi, ma il primo vero incontro sarà a Calpe il 29 gennaio, quando saremo in ritiro. Mi rivedo in loro, hanno un sogno, che è quello di diventare professionisti. Allo stesso tempo hanno una grande occasione, perché la squadra diventerà professional nel 2025, hanno una finestra, sta a loro non farla chiudere. Farò tanto leva su questo, e credo che lo spirito sarà di collaborazione, tra tutti».

Per Davide l’esempio di papà Giuseppe è importante per imparare a muoversi da diesse
Per Davide l’esempio di papà Giuseppe è importante per imparare a muoversi da diesse

L’esempio di papà Giuseppe

Per Davide, cresciuto con il ciclismo a portata di mano, continuare la sua vita nel ciclismo è stato naturale. Il ruolo da diesse lo sente suo, ma allo stesso tempo riconosce di avere con sé una fonte inesauribile dalla quale abbeverarsi: suo padre Giuseppe. Prendendo spunti e idee su come affrontare questo ruolo. 

«Da mio padre ho imparato tanto – conclude Davide Martinelli – da piccolo passavo il tempo con lui commentando le gare. Anche quando crescevo ed ero junior, avevo sempre il suo parere e questo mi ha fatto entrare nel mondo dei pro’ preparato. Lui ha quella capacità di vedere le cose e di aggiungere un dettaglio che poi diventa determinante. Una cosa che mi piacerebbe prendere da lui è la sicurezza. Non ha mai pensato di vedere cosa fanno gli avversari, se ha una tattica la porta fino in fondo. La corsa si prende in mano e si prova a fare quel che ci si è detti. Spero di avere solo il 10 per cento del suo carisma, sarebbe già molto».