Indurain e Aru, dalla Maratona con lo sguardo alla Francia

06.07.2025
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CORVARA IN BADIA – Circondati dalle maestose Dolomiti, ma col pensiero che vola al Tour de France. Impossibile non parlarne nel weekend della Grand Depart quando ti imbatti in due campioni come Miguel Indurain e Fabio Aru, ospiti speciali della Maratona ciclistica amatoriale che ogni anno porta 8.000 appassionati da ogni angolo del mondo in Alta Badia e poi su e giù per le montagne patrimonio dell’Unesco che tutti ci invidiano.

Indurain è un veterano della Maratona delle Dolomiti, Aru è alla seconda partecipazione (foto Enervit)
Indurain è un veterano della Maratona delle Dolomiti, Aru è alla seconda partecipazione (foto Enervit)

I campioni e la Maratona

Entrambi stelle del Team Enervit, i due assi del pedale amano tornare in questi luoghi che hanno visto solo di sfuggita quando correvano da pro’, ma che ora possono godersi con un po’ più di tranquillità.

«Qui a Corvara una volta arrivai secondo (dietro a Franco Vona, 13ª tappa del 1992, ndr) – parte a raccontare il Navarro – ma poi vinsi quel Giro, per cui ho bei ricordi. Ho perso il conto di quante Maratone ho fatto qui, ma posso dire che è una manifestazione bellissima. Incontro sempre grandi amici, come Bugno, Sagan e tanti altri. L’anno scorso ero insieme a Fabio sul Falzarego. Lui faceva la diretta per la televisione mentre pedalava, mentre io ero al gancio in crisi e facevo fatica a tenere il suo passo». 

Il Cavaliere dei 4 Mori al suo fianco sorride e esordisce: «Per me è un piacere tornare qui dopo la prima volta dello scorso anno: è una gara unica e si pedala in posti fantastici. L’atmosfera e il calore degli appassionati sono incredibili. E’ un piacere godersi questo bellissimo momento di sport».

Dopo aver vinto il Giro del 1992, Indurain tornò al Tour, ottenendo il secondo di 5 successi, sfidato da Chiappucci e Bugno
Dopo aver vinto il Giro del 1992, Indurain tornò al Tour, ottenendo il secondo di 5 successi, sfidato da Chiappucci e Bugno

Pogacar favorito, ma…

Col pensiero si vola Oltralpe e si parla della corsa a tappe più attesa. «Non so dire chi la vincerà, perché il Tour è lungo e in tre settimane può succedere di tutto», ribatte Miguelon, vincitore di 5 Tour consecutivi dal 1991 al 1995. «Pogacar ci arriva sicuramente da favorito, poi vedremo come andrà. Ci sono i migliori corridori del mondo. Dietro a Tadej e Vingegaard, un gradino sotto, ci sono Evenepoel e tanti giovani che stanno crescendo, per cui sarà un Tour interessante».

Fabio, che si vestì di giallo e chiuse quinto nella generale otto anni fa, dà ragione allo spagnolo: «Quello che dice Miguel è vero, il Tour è lungo e ci sono tante dinamiche e cose che possono accadere, comprese cadute e problemi tecnici. Col Delfinato, Pogacar ha dimostrato ad oggi di essere il favorito, però Vingegaard è lì vicino, per cui speriamo che sia una bella sfida». 

Al Tour del 2017, Aru indossò la maglia gialla. Fu l’ultimo anno di grandi risultati per il sardo
Al Tour del 2017, Aru indossò la maglia gialla. Fu l’ultimo anno di grandi risultati per il sardo

La squadra e i dettagli

Con gregari di lusso come Joao Almeida per la Uae e Simon Yates per la Visma, la differenza potrebbero farla anche i compagni nei momenti chiave. «Sono due squadre fortissime, così come anche la Bora. Poi c’è Mas che va sempre forte – aggiunge Indurain, che poi si sposta sul suo connazionale in forza alla Movistar – ma gli manca sempre qualcosa per fare quel salto di qualità. Un po’ è una questione di “motore”, un po’ gli manca anche un po’ di sicurezza nei propri mezzi. Non deve aver paura di perdere e deve provarci di più».

Aru torna sulle guerre stellari: «Penso che Tadej e Vingegaard siano, soprattutto per i Grandi Giri, un pelino superiori a tutti gli altri. Poi corridori come Remco, O’Connor e tanti altri hanno senza dubbio qualità, ma sono sicuramente meno forti degli altri due. Scongiurando problemi, Tadej lo vedo un gradino sopra a Jonas. Nel ciclismo di oggi devi essere attento a tutti i dettagli, così come già quando ho smesso io. Sicuramente in questo lo sloveno è davvero un esempio, con una grande programmazione in allenamento, nel recupero e nell’alimentazione. Bisogna essere perfetti in tutto». 

Pogacar è il corridore che più piace al sardo: «Tadej senza dubbio, perché è un corridore completo. Ci ho fatto due anni in squadra insieme e sin da subito ha dimostrato il suo valore. Consigli? Non gliene ho mai dovuto dare, visto che ha sempre vinto. Si merita tutto quello che sta ottenendo perché è davvero un bravo ragazzo».

Alle intervist con Alan Marangoni, A Corvara c’è anche Peter Sagan
Alle intervist con Alan Marangoni, A Corvara c’è anche Peter Sagan

La crisi del ciclismo italiano

Indurain, invece, svela: «L’ultimo corridore che mi piaceva molto e che mi poteva un po’ assomigliare era Dumoulin. Era alto come me e andava forte a cronometro, ma anche in salita sapeva difendersi bene. Ora, invece, ci sono corridori meno di ritmo e molto più esplosivi come Pogacar, Vingegaard, Evenepoel e Van der Poel. Tutti gli sport cambiano, le tappe sono più corte e così anche le cronometro, ma è normale che sia così».

Negli anni di Indurain, l’Italia era una super potenza del ciclismo, mentre ora arranca. «Non so se all’Italia manchino corridori o il fatto di avere una squadra di spessore o forse ancora entrambe le cose. Non so quale sia il fattore scatenante di questa crisi, ma è davvero doloroso non vedere l’Italia protagonista. Nei miei anni aveva tanta abbondanza di grandi corridori sia per le classiche sia per i Grandi Giri. E’ un momento difficile perché poi si lotta contro superpotenze che hanno budget enormi, come la Uae Emirates».

Aru commenta così la situazione: «Per quanto riguarda le corse a tappe, non voglio mettermi in mezzo, ma direi che mancano corridori come Nibali. E’ un periodo in cui non abbiamo corridori per i Grandi Giri, per cui dobbiamo lavorare sui giovani e sperare di raccogliere qualcosa. Per quanto riguarda questo Tour, invece, mi aspetto qualcosa di buono da Milan, visto che già anche al Giro ha dimostrato il suo valore. Lo conosco poco, ma faccio il tifo per lui».

L’evento di Corvara richiama ogni anno 8.000 cicloturisti ed è in pieno svolgimento (foto Maratona delle Dolomiti)
L’evento di Corvara richiama ogni anno 8.000 cicloturisti ed è in pieno svolgimento (foto Maratona delle Dolomiti)

In Piemonte con la Vuelta

Italia e Spagna è un binomio che si fonderà anche ad agosto alla prossima Vuelta, vista la Gran Salida dal Piemonte. E, a proposito della saga di guerre stellari del pedale, ai nastri di partenza potrebbero esserci sia Pogacar sia Vingegaard. 

«Spero che Miguel possa esserci nella mia regione adottiva», fa Aru con un sorriso. «Se posso molto volentieri perché amo l’Italia e la Vuelta che partirà da voi sarà qualcosa di unico», ribatte Miguelon prima di concedersi un dolcino e lanciare uno sguardo alle Dolomiti che sono pronte ad abbracciarlo chilometro dopo chilometro lungo la Maratona. 

Wilier Verticale SLR, veloce, leggera e godibile ovunque

04.08.2024
7 min
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La nuova Wilier Verticale SLR va molto oltre la bici dedicata allo scalatore. Certo, è leggerissima, elegante e sfinata, ma è anche veloce ed è rapidissima nei rilanci dalle basse alle alte velocità. Le ruote Miche Kleos RD36 sono un bel prodotto che diventa il vestito ideale di questa bici. L'abbiamo portata alla frusta in diversi contesti, chiudendo il nostro test alla Maratona delle Dolomiti 2024, un'edizione segnata dalla pioggia.

CORVARA – Il test della nuova bici di casa Wilier si conclude con la una delle gran fondo più ambite, ovvero la Maratona delle Dolomiti, il contesto perfetto per una bici come la Verticale SLR. Eppure, dietro questo mezzo top di gamma in senso assoluto c’è tanto da raccontare.

A nostro parere è riduttivo limitarsi a descriverla come “bicicletta da scalatore”, perché la nuova Verticale SLR è anche molto veloce. In discesa è gratificazione pura e prende velocità in un amen se rilanciata partendo da velocità ridotte. Entriamo nel dettaglio della nostra prova.

La stessa bici usata da Tejada al Tour (ruote a parte)
La stessa bici usata da Tejada al Tour (ruote a parte)

Una bici da 6,6 chilogrammi

In tutto 6,6 chilogrammi, rilevati e senza pedali, una bici sul filo dell’illegalità. Illegale, un aggettivo che piace tanto ai ciclisti amanti dei numeri, dei pesi ridotti che collimano con una efficienza tecnica che non viene mai meno, in nessun frangente che si incontri sulla strada. 6,6 chilogrammi con i portaborraccia montati ed il supporto per il computerino, il supporto per la luce posteriore (che all’occorrenza diventa anche porta numero) e con tutta la componentistica di serie, tubeless da 30 millimetri di sezione compresi, pignoni 11-34 inclusi. Quindi si può limare ancora qualcosa.

Ma quello che più ci ha colpito è il rapporto che esiste tra il valore alla bilancia e la stabilità della bici, la giusta rigidità percepita e una precisione di tenuta delle traiettoria degna di nota (anche con pneumatici più piccoli da 28, una sorta di standard attuale). Wilier Verticale SLR, la migliore Wilier di sempre.

In salita

Nasce per la salita, è il terreno dove eccelle e anche quando non si ha la gamba, la stessa bici è in grado di dare qualcosa. Cosa significa? Significa che la nuova Wilier è una di quelle bici che funziona bene quando si pedala da seduti, quando ci si alza in piedi sui pedali e quando ci si scompone.

Offre un buon sostegno sull’avantreno (bisogna però abituarsi alla forma del manubrio) e permette di caricare molto i pesi del corpo proprio sulla porzione anteriore. Al contrario di molte superleggerissime non trasmette nessuna flessione che arriva dalla forcella e non da mai quella sensazione di “tirare indietro” nel punto dello sterzo. La stessa cosa arriva dalla scatola centrale e dal carro. Il reggisella è più confortevole e fa percepire una certa elasticità, utile nel lungo periodo e quando si affronta un tratto con asfalto malmesso.

In discesa

Non ci ha sorpreso, ci aspettavamo una bici precisa e stabile. E’ migliore se paragonata alla Zero SLR ed è più precisa. In parte ricorda la Filante SLR, che tanto ci era piaciuta in questi frangenti. E’ bene sottolineare che la Verticale SLR è una bici da corridore agonista. Non è la bici da mandare a briglia sciolta, va tenuta ed in parte assecondata, ma non è una di quelle bici leggere che si imbizzarriscono quando la velocità sale. Permette di correggere qualche errore in fase di inserimento e quando viene rilanciata è superlativa.

E’ una bici da portare alla frusta e che al tempo stesso diventa anche esigente in alcuni frangenti, perché invita a spingere sempre. Non è un fattore da far passare in secondo piano, anche nella scelta dell’allestimento più adeguato e per sfruttare al massimo le potenzialità del mezzo.

Profilo medio, il vestito perfetto

Per la maggior parte del tempo (il test è durato circa un mese e mezzo, con oltre 1.800 chilometri percorsi) abbiamo utilizzato le Miche Kleos RD36. Abbiamo sconfinato anche verso ruote da 50 e con profili differenziati 58/48 (posteriore e anteriore), in modo da avere una panoramica più ampia del comportamento della Verticale SLR.

Con le ruote altissime è veloce, ma perde qualcosa in agilità e nella perentorietà che la contraddistingue nei cambi di ritmo alle basse andature. Le 50 millimetri sono il compromesso ottimale per una bici del genere e oltre alla performance c’è anche un vestito che gratifica gli occhi al 100%. Ma con le ruote medie resta la leggerezza al pari della capacità di sopportare i cambi di ritmo secchi, le sparate secche e fasi di rilancio che in salita fanno godere anche chi salitomane non è.

La confidenza con il manubrio

Abbiamo utilizzato la misura di manubrio più estrema: quella larga 37 sopra e 40 sotto. Provenendo da manubri tradizionali, la presa stretta sopra può non essere immediata ed è necessario prendere un po’ di confidenza, anche in discesa. Cambia la dinamica della guida. Quando si impara e ci si adatta (diventa importantissimo capire dove e come tenere i gomiti, i polsi e gli avambracci) i vantaggi ci sono e sono alla portata di watt e schermo del computerino. Si è veloci e si risparmia qualche watt. Quando ci si alza in piedi sui pedali non è un problema e si tira facile.

Il vantaggio vero e proprio arriva dal disegno che c’è al centro della curva. E’ una sorta di gomito che rende la presa corposa e riempie tutto il palmo della mano. Ha il suo perché nel tenere arpionato il manubrio in volata, in pianura quando la velocità è alta, sui vallonati ed in discesa. Il lavoro che è stato fatto in questa zona della bici è importante e a nostro parere anche la sicurezza in vari frangenti ne guadagna.

La stabilità di una bici si misura anche grazie a gesti, ad esempio mollare il manubrio per chiudere la giacca
La stabilità di una bici si misura anche grazie a gesti, ad esempio mollare il manubrio per chiudere la giacca

In conclusione

La Verticale SLR è la bici che fa venire voglia di montare in sella e pedalare. Disegno e forme Wilier, elegante e sfinata, senza eccessi, una bici che paga l’occhio. La sua eleganza è condita dalla ricerca di tanti dettagli che si riferiscono anche alla componentistica utilizzata. Ad esempio il movimento centrale Miche, tutto il manubrio integrato e molto altro.

E’ l’utilizzo a fare la differenza, perché se è vero che la Verticale SLR è una bici da corridore vero, è altrettanto vero che non mostra eccessi: non è un cavallo pazzo. Questo è un aspetto tecnico che merita tanta considerazione, soprattutto nell’ottica di un utilizzatore “normale”, che oltre a fare prestazione deve pensare anche allo stare bene in sella e godersi qualche pedalata senza spingere a tutta. La nuova Wilier è anche questo, ovvero una bici non eccessivamente impegnativa, fluida e scorrevole in ogni situazione.

Wilier Triestina

Barmasse e Enervit puntano la Maratona dles Dolomites

01.07.2023
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Dalla Valle d’Aosta e fino all’Alta Badia: in bicicletta e nel segno del grande amore per la montagna… Hervé Barmasse, alpinista professionista, divulgatore della cultura della montagna ed Enervit Ambassador, parteciperà difatti alla prossima, imminente Maratona dles Dolomites – Enel partendo in bicicletta da Valtournenche e raggiungendo Corvara, la storica sede della mitica Gran Fondo italiana, dopo un viaggio in quattro tappe lungo 550 chilometri e con più di 7.000 metri di dislivello.

Compagno di viaggio nella seconda tappa, da Como a Bormio, in Valtellina, è stato direttamente Paolo Calabresi – il Direttore Marketing Sport&Fitness di Enervit – con il quale Hervé ha pedalato la tappa prevista lunga ben 161 chilometri.

Hervé Barmasse, a sinistra, alpinista ama vivere la montagna anche in bicicletta
Hervé Barmasse, a sinistra, alpinista ama vivere la montagna anche in bicicletta

Integrazione ottimizzata

E sono stati diversi i quesiti che si sono posti nell’affrontare questa impegnativa impresa, tutti ben pianificati. Dalla logistica, all’attrezzatura, dal corretto abbigliamento da utilizzare fino al piano nutrizionale ottimale e all’integrazione una volta in bicicletta. In modo particolare, quest’ultimo aspetto ha rappresentato un punto che non è stato minimamente sottovalutato da Barmasse e da Enervit, considerando il forte caldo che si è fatto sentire negli ultimi giorni.

Per affrontare questa lunga traversata alpina in bicicletta sono servite energia e lucidità, e pertanto la strategia nutrizionale e di integrazione ha davvero fatto la differenza.

L’integrazione in una Gran Fondo come la Maratona dles Dolomites è fondamentale
L’integrazione in una Gran Fondo come la Maratona dles Dolomites è fondamentale

In griglia alla Maratona

Anche perché dopo l’arrivo a Corvara, domenica 2 luglio Hervé sarà in griglia di partenza alla Maratona dles Dolomites-Enel. Nel “kit” di Hervé, nel quale la razionalizzazione di dimensioni e peso contano come nelle spedizioni alpine, hanno trovato spazio i prodotti dell’innovativa linea Enervit C2:1PRO: a base di glucosio e fruttosio in rapporto 2:1, le soluzioni con questa proporzione consentono di superare i 60 grammi di carboidrati all’ora, fino ad arrivare ad un massimo di 90.

Enervit C2:1PRO – una linea che vanta tre brevetti depositati e che è composta da gelatina, gel, barrette, caramelle gommose e bevanda istantanea – è anche sinonimo di massima efficienza energetica, tollerabilità, praticità e varietà di formati. Una soluzione ideale per aiutare a massimizzare l’assorbimento di carboidrati durante lo sforzo, ottimizzare la performance riducendo il rischio di stress intestinale.

I prodotti di Enervit sono studiati per supportare anche gli sforzi più intensi, come quelli dei pro
I prodotti di Enervit sono studiati per supportare anche gli sforzi più intensi, come quelli dei pro

Esperienza sostenibile

«Questo viaggio – ha dichiarato Hervé Barmasse – nasce dalla voglia di scoperta, di vivere un’esperienza autentica e sostenibile, a stretto contatto con il territorio e le persone che lo abitano. E per realizzare tutto questo, la bicicletta è il mezzo ideale: uno strumento per vivere, per sperimentare, per muoversi, per giocare, per esplorare… Un vero e proprio stile di vita, un mezzo di locomozione efficiente che permette di conoscere il territorio e le persone che lo abitano regalandoti la consapevolezza di una società che non è mai ferma.  E mai come in questo momento nella nostra esistenza c’è bisogno di umanità se si vuole ritrovare l’equilibrio tra terra e uomo».

Enervit

Selle Italia “main partner” (per la 33ª volta!) della Maratona

01.07.2022
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Selle Italia conferma il proprio impegno al fianco di una delle gran fondo più celebri e iconiche al mondo. Il brand veneto produttore di selle è difatti pronto ad affrontare, per la 33ª volta (!), la Maratona dles Dolomites-Enel in qualità di “main partner”. 

La prova di Corvara – in programma domenica 3 luglio – rappresenta una gran fondo assolutamente unica ed ambita. Giunto quest’anno alla 35a edizione, l’evento altoatesino vedrà migliaia di ciclisti sfidare sette tra i valichi simbolo delle Dolomiti. Passando dal più “agile” Campolongo, ai più impegnativi Sella, Gardena, Pordoi, Giau, Falzarego e Valparola (i percorsi sono i classici tre da 55, 106 e 138 chilometri).

Presenza in zona expo

«La nostra storia con la Maratona è iniziata due anni dopo la sua nascita – ha dichiarato Giuseppe Bigolin, il presidente di Selle Italia – e da quel momento l’abbiamo sempre sostenuta perché condividiamo gli stessi valori e la stessa passione per la bicicletta. Una collaborazione storica che compie 33 anni e ci permette di entrare in contatto con migliaia di amatori provenienti da tutto il mondo».

Selle Italia sarà, come di consueto, “fisicamente” presente alla manifestazione, presidiando con un proprio spazio il villaggio expo di San Leonardo. In mostra ci saranno tutte le novità del brand tra le quali spiccano le selle SLR Boost Tekno Superflow e la nuova Model X Leaf.

La SLR Boost Tekno Superflow è completamente Made in Italy, full carbon e leggerissima. Una sella d’alta gamma ingegnerizzata da Dallara: una delle più importanti realtà specializzate nella progettazione, nello sviluppo e nella produzione di vetture da competizione e ad alte prestazioni. Nello sviluppo di questa sella è stato coinvolto Fabian Cancellara, ambassador Selle Italia.

Giuseppe Bigolin, presidente Selle Italia
Giuseppe Bigolin, presidente Selle Italia

Model X Leaf invece è l’ultima nata in casa Selle Italia. E’ prodotta mediante la tecnologia Greentech, il processo produttivo, introdotto proprio dall’azienda trevigiana, che elimina totalmente l’impiego di elementi inquinanti quali collanti e resine sintetiche, e che non prevede rifiuti perché gli stessi vengono reintrodotti nel ciclo produttivo.

Questa sella è prodotta assemblando tre componenti in modo meccanico e presenta un “pattern” a foglie, stampato direttamente all’interno della cover trasparente, rappresentativo della vocazione “green” del prodotto stesso.

Selle Italia

Alta Badia, un’estate in sella sulle Dolomiti

09.04.2022
5 min
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Paesaggi mozzafiato, passi mitici, estate e due ruote. Il mix perfetto per una vacanza in sella lo si può trovare nel cuore delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO che incorniciano e sovrastano l’Alta Badia. In questo territorio la bici è stata accettata e integrata nella natura, le escursioni e le manifestazioni disponibili sono infatti tantissime.

Eventi come il Dolomites Bike Day, il Sellaronda Bike Day e la Maratona dles Dolomites-Enel sono il fiore all’occhiello di una terra in cui il ciclismo assume valenze leggendarie. Ma non solo, impianti di risalita, percorsi per gravel, Mtb e tante altre attività legate alle due ruote sono pronte ad allietare il soggiorno estivo all’insegna della natura e del ciclismo.

Un parco giochi della bicicletta che vede calcare ogni anno le proprie strade a passaggi del Giro d’Italia, Gran Fondo e turisti da tutto il mondo.

Gli eventi estivi fanno arrivare appassionati da tutto il mondo
Gli eventi estivi fanno arrivare appassionati da tutto il mondo

Le gran fondo

Il sogno di ogni appassionato è quello di poter percorrere in sella alla propria bici le salite più famose d’Italia senza macchine e lo smog della città. L’aria pulita in montagna è un privilegio e grazie agli eventi come Dolomites Bike Day, il Sellaronda Bike Day e la Maratona dles Dolomites-Enel è possibile farlo con le strade chiuse al traffico.

L’11 giugno e il 17 settembre va in scena il Sellaronda Bike Day, che prevede di percorre in totale sicurezza i passi del Gruppo del Sella. L’evento non competitivo sarà aperto dalle ore 8.30 alle ore 15.00. Protagonisti del Dolomites Bike Day sono invece i passi dolomitici Campolongo, Falzarego, Passo Falzarego, Passo Valparola.

Infine il 3 luglio è prevista la Maratona dles Dolomites-Enel, una delle più importanti gran fondo d’Europa. Con i suoi 8.000 partecipanti accompagna i ciclisti sui passi dolomitici: Campolongo, Sella, Pordoi, Gardena, Giau, Falzarego e Valparola. 

Le gran fondo e le giornate dedicate alle due ruote sono completamente chiuse al traffico
Le gran fondo e le giornate dedicate alle due ruote sono completamente chiuse al traffico

Gravel e natura

Per chi cerca un avventura esule dall’asfalto ma ama i manubri curvi e non solo, l’Alta Badia mette a disposizione una rete vastissima di percorsi gravel e Mtb. E’ possibile pedalare in mezzo ai boschi, raggiungere baite, malghe e distese di prati ai piedi delle Dolomiti.

Tra gli itinerari più caratteristici si segnala quello che si districa alla scoperta dei masi ladini e dell’architettura locale, accessibile anche a ciclisti poco allenati. Oppure il tour di media difficoltà che parte dal paesino di La Val, che si snoda su strade asfaltate e sterrate, ai piedi dei due Parchi Naturali Fanes-Senes-Braies e Puez-Odle. Chiude la carrellata di percorsi, l’itinerario di media difficoltà, che da Badia porta ai prati di Armentara, passando sotto l’iconico massiccio Santa Croce. 

Questi percorsi non sono solo per bici muscolari ma anche e-bike per chi ha un approccio alla scoperta di questo sport, che vuole semplicemente godersi il panorama dolomitico sulle due ruote.

I percorsi per gravel e fuoristrada sono molteplici e si immergono in mezzo alla natura
I percorsi per gravel e fuoristrada sono molteplici e si immergono in mezzo alla natura

La Pedalata

Lo Stelvio, il Gavia e le Dolomiti, sono miti eterni conosciuti e ambiti dal professionista all’amatore alle prime armi. Bormio, con le sue famose cime, e l’Alta Badia contornata dai suoi Passi, sono lo scenario de La Pedalata. Due modi di interpretare un percorso che accomunano la passione di visitare luoghi in sella.

La Pedalata TOSTA consiste nel percorrere Bormio-Alta Badia e ritorno, tutto d’un fiato. Si parte al mattino presto con il Gavia, discesa a Ponte di Legno, poi Tonale, Passo della Mendola. Dopodichè la picchiata panoramica verso la Strada del Vino ed il passaggio per Bolzano, infine Val Gardena e ritorno. 

La Pedalata LIEVE invece ripercorre lo stesso tragitto ma con un altro approccio. Il tutto all’insegna del bike packing. Sulle bici verranno montate comode borse messe a disposizione dagli hotel, nelle quali portare l’essenziale per affrontare i percorsi. La parola d’ordine è esplorare in libertà questi luoghi incantati, grazie ad un programma da creare appositamente. Il tutto con soste e pernottamenti nei borghi e paesini tipici di queste zone.

I passi Dolomitici che si possono trovare in Alta Badia sono tra i più iconici d’Italia
I passi Dolomitici che si possono trovare in Alta Badia sono tra i più iconici d’Italia

Territorio amico della bici

Bike Friendly e si rivolge a tutti i ciclisti al di là di ogni disciplina. Gli uffici turistici mettono a disposizione cartine stradali con percorsi consigliati, mentre la collaborazione con le guide locali permette di organizzare escursioni guidate ogni giorno. 

Sono molte le convenzioni con esercizi ricettivi, negozi per il noleggio bici, la vendita di ricambi e l’abbigliamento. Ma anche ristoranti, rifugi specializzati per le esigenze di tutti coloro che si dilettano a praticare questo sport. Le strutture alberghiere “Bike Expert” e “Bike Friendly” mettono a disposizione tutto quanto necessita al ciclista.

Dal deposito con possibilità di lavare e riparare le bici, cavalletti porta bici, cassetta specifica di attrezzi per le bici, lavanderia, ricca colazione equilibrata e piatto freddo o torte al pomeriggio per un pieno di energia. Gli impianti di risalita trasportano le bici gratuitamente e senza supplementi. 

AltaBadia