Moro: «Il 2024 come anno zero, ora voglio specializzarmi»

30.11.2024
6 min
Salva

La prima stagione nel mondo del WorldTour, in maglia Movistar Team, per Manlio Moro non è stata facile. Il ventiduenne di Pordenone si è scontrato con il ciclismo dei grandi dopo le tre stagioni corse in maglia Zalf Euromobil. Un fisico imponente per il friulano, alto 190 centimetri e con peso di 81 chilogrammi. Numeri che lo inseriscono di diritto tra gli uomini dotati di grande potenza, ma che devono trovare il loro modo di correre. La giusta dimensione per poter performare al meglio. 

Moro dopo tre anni corsi in maglia Zalf è passato professionista con la Movistar
Moro dopo tre anni corsi in maglia Zalf è passato professionista con la Movistar

Subito nel mezzo

Il team spagnolo in Moro ha creduto fin da subito, nonostante fosse al suo primo anno nella massima categoria non gli è stata preclusa alcuna esperienza. Era partito dall’Australia, con Tour Down Under e Coppa del mondo su pista, per poi volare in Belgio e affrontare le pietre per la prima volta. Manlio Moro infatti ha anche le gambe e il fisico di uno che può fare bene su pista, lo ha dimostrato e Marco Villa punta molto su di lui. Nonostante i pochi giorni di gara messi insieme, appena 31, parlando con il friulano emerge che il 2024 non è stato un anno semplice. 

«Per ora mi sto godendo gli ultimi giorni a casa – racconta Moro – in compagnia della mia ragazza. E’ un periodo un po’ più tranquillo, nel quale ci alleniamo ma riusciamo anche a fare altro e stare insieme prima dell’inizio della stagione. Sono ormai due settimane che ho ripreso ad allenarmi, e pian piano ho iniziato ad aumentare i carichi di lavoro. Ripartire non è mai facile, anche fare due ore di uscita risulta faticoso (dice con una risata, ndr)».

Con il team spagnolo ha siglato un contratto triennale con scadenza nel 2026 (foto Instagram/GettyImages)
Con il team spagnolo ha siglato un contratto triennale con scadenza nel 2026 (foto Instagram/GettyImages)
Hai già avuto modo di parlare con il team?

Sì. Partirò dall’Australia, come fatto lo scorso anno, poi andrò a correre al UAE Tour e infine in Belgio, ma non so ancora bene quali corse farò lassù. Rispetto al 2024 mi è stata aggiunta la corsa a tappe emiratina, la squadra ha deciso così e va benissimo. Sarà un modo per aiutare i compagni e fare esperienza. 

Facciamo un salto indietro al 2024, che anno è stato?

Il salto nel WorldTour si è fatto sentire, è stato impegnativo. Direi che se devo fare un riassunto di questa stagione la etichetterei come un’annata in cui ho fatto esperienza. Mi è servita a capire come funziona il mondo del ciclismo professionistico. E’ stato comunque un anno ricco di appuntamenti, perché oltre alla strada c’erano le Olimpiadi di Parigi su pista. Uno dei miei obiettivi era partecipare e ci sono riuscito.

Al primo anno nel WT Moro ha messo insieme esperienze di alto livello, qui alla Omloop Het Nieuwsblad
Al primo anno nel WT Moro ha messo insieme esperienze di alto livello, qui alla Omloop Het Nieuwsblad
Com’è stato cercare l’equilibrio tra strada e pista al primo anno nel WorldTour?

Non facile. Parigi era un obiettivo molto grande, per raggiungerlo ho fatto diversi cambi di programma e in questo la squadra mi è stata di grande supporto. Ho saltato alcune gare per andare ad allenarmi su pista o fare qualche ritiro con la nazionale e loro non mi hanno mai detto nulla. 

Nelle esperienze che hai fatto su strada hai capito che corridore puoi diventare?

Non ancora in realtà. Il 2025 sarà il primo vero anno da professionista, nel quale riuscirò a concentrarmi al massimo sulla strada. Voglio andare alle corse e scoprire in quale parte del gruppo posso collocarmi. Questa stagione è servita per fare gare e fare esperienza. Dal prossimo anno vorrei specializzarmi. 

Non sono mancate nemmeno le Classiche Monumento, eccolo nella Foresta di Arenberg (foto Instragam/Team Movistar)
Non sono mancate nemmeno le Classiche Monumento, eccolo nella Foresta di Arenberg (foto Instragam/Team Movistar)
Hai però un’idea di cosa ti piace?

Le Classiche sicuramente. Poi per il mio fisico e le mie caratteristiche penso mi serva una stagione solida per costruire e fare un gradino in più. 

Passiamo alla pista, che effetto ha fatto andare a Parigi?

Bellissimo. Era il mio obiettivo e sono felice di averlo raggiunto. Ho dato tutto per arrivare al 100 per cento ed ero consapevole di essere al massimo del mio potenziale. Sono stato selezionato come riserva e non ho corso, ma posso dire con certezza che se fossi stato chiamato in causa sarei stato pronto. 

Moro al suo primo anno da professionista ha messo insieme 31 giorni di corsa, per il resto si è dedicato alla pista
Moro al suo primo anno da professionista ha messo insieme 31 giorni di corsa, per il resto si è dedicato alla pista
Come vedi il rapporto con la pista per il 2025?

Ci sono un po’ di cose da capire. Molta gente la lascerà da parte e anche io farò qualche gara in meno. Sicuramente non sarò agli europei, visto che cadono nello stesso periodo del UAE Tour. Nel prossimo anno voglio concentrarmi sulla strada, anche perché dal 2026 ci sarà da costruire l’appuntamento di Los Angeles 2028

Sembra lontano, ma non lo è affatto.

Non è un appuntamento che si prepara in un mese, ma come minimo in due anni, se non qualcosa in più. Devi abituare il fisico a un determinato sforzo. Quello che ho detto prima non significa che lascerò la pista, anzi. Continuerò comunque a curarla e ad allenarmi. Anche perché determinati lavori in strada non li può fare. Ci sarà da organizzare bene il tutto. 

Il friulano, classe 2002, è uno dei papabili uomini per il quartetto in vista di Los Angeles 2028
Il friulano, classe 2002, è uno dei papabili uomini per il quartetto in vista di Los Angeles 2028
Anche perché sei uno dei più papabili per il quartetto in vista di Los Angeles…

Da qui a quattro anni possono succedere tante cose, non è un periodo di tempo breve, ma passa in fretta. E’ presto per parlare della composizione del prossimo quartetto, è certo che io voglio provare a esserci. 

Intanto tra poco si parte per il primo ritiro, e la macchina ripartirà a girare.

L’8 dicembre andremo in Spagna, fino al 18. Poi si ritorna a casa, si passa il Natale in famiglia e sarà già tempo di volare in Australia. Penso di partire poco dopo il 25, ho degli zii che vivono lì e approfitterò dell’appoggio per andare e allenarmi. Servirà un po’ di tempo per abituarsi alle temperature australiane. 

La velocità alle porte del paradiso. Quaranta prepara le chiavi…

27.11.2024
5 min
Salva

Vacanze brevi per Ivan Quaranta e i ragazzi della velocità. Non solo perché a breve arriveranno gli europei, in programma a febbraio 2025, ma anche perché il settore è chiamato a lavorare duramente in questi anni che porteranno verso Los Angeles 2028. Se per gli altri specialisti della pista queste sono settimane di riflessioni e ripartenze con volti nuovi, nella velocità Parigi (dov’eravamo presenti con Miriam Vece e Sara Fiorin) è stata il punto di partenza e Quaranta ne è consapevole.

Il team sprint azzurro continua a progredire ed è entrato fra i primi 8 agli ultimi mondiali
Il team sprint azzurro continua a progredire ed è entrato fra i primi 8 agli ultimi mondiali

Nelle varie analisi di passaggio fra un quadriennio olimpico e l’altro, il settore della velocità maschile è considerato fra quelli, analizzando tutti gli sport, a più alto indice di crescita. Significa che le aspettative sono tante e quasi non basterà considerare un obiettivo esserci, dalla California ci si attendono anche buone notizie: «I progressi ci sono stati in questo quadriennio appena concluso – ammette Quaranta – si vede dai piazzamenti nelle prove internazionali, ma soprattutto dai tempi. L’ottavo posto ai mondiali nel team sprint è un traguardo importante e al contempo un punto di ripartenza».

Di fronte a te e ai ragazzi ci sono quattro anni di lavoro sotto i riflettori, perché le aspettative sono tante…

Anche da parte nostra, lo posso assicurare, ma i segnali che abbiamo sono più che incoraggianti. Il fatto è che in questo mondo serve pazienza: da tre anni dominiamo la scena a livello internazionale fra gli U23, questo vuol dire molto, ma il passaggio alla categoria superiore non è automatico, serve tempo. Il dato più incoraggiante è che funziona il metodo e lo vediamo non solo dai risultati dei vari Predomo e Bianchi, ma anche da quelli juniores con l’oro iridato nel keirin di Del Medico e dalla crescita delle ragazzine, dove finalmente riusciamo a fare proselitismo.

Marco Villa e Ivan Quaranta insieme a Fabio Del Medico, laureatosi iridato nel keirin fra gli juniores
Ivan Quaranta insieme a Fabio Del Medico, laureatosi iridato nel keirin fra gli juniores
E’ un metodo che riguarda solo l’allenamento?

No, è a più ampio raggio e in tal senso fondamentale è l’apporto dei gruppi sportivi militari che offrono un futuro ai nostri ragazzi e questo sta facendo la differenza. Oggi un allievo può davvero fare il velocista come professione ciclistica, cosa che fino a poco tempo fa era un’utopia. Con una carriera al di fuori dello sport e un tecnico a tempo pieno, il settore ha tutte le possibilità di crescere.

Quel che manca però è un nome di riferimento, il Sinner della situazione intorno al quale i più giovani possono crescere, cosa che nell’endurance c’è stato, con Viviani…

E’ vero, proprio per questo dico sempre ai ragazzi che saranno i pionieri di una nuova storia. Lo stiamo già vedendo, il ricasco delle loro vittorie nelle categorie giovanili, che hanno portato nuove ragazze come Cenci e Trevisan a impegnarsi in questo settore. E’ un ciclo che si sta aprendo. Ci manca il corridore esperto, eppure siamo riusciti a ridurre il gap dalle nazioni guida. Per far questo serve correre tanto, essere sempre in pista. Un altro passo avanti è la struttura logistica ora a disposizione nei pressi di Montichiari, un cascinale a 2 chilometri che consente di fare lunghi stage.

Da sinistra Erja Giulia Bianchi, Siria Trevisan e Matilde Cenci, bronzo agli europei juniores di Cottbus
Da sinistra Erja Giulia Bianchi, Siria Trevisan e Matilde Cenci, bronzo agli europei juniores di Cottbus
Quanto serve fare attività agonistica su pista?

Nel nostro settore tantissimo. Devo dire grazie alla Fci che pur con un budget contenuto ci consente di affrontare molte gare di categoria 1 e 2, soprattutto in Svizzera, dove i nostri fanno esperienza e magari vincono e sappiamo bene quanto vincere faccia bene anche a livello psicologico. I buoni risultati danno morale alto.

Il fatto che quando si arriva a europei e mondiali ci sono i grandi campioni che vanno più forte non pesa sui ragazzi?

Io dico loro che serve tempo, le distanze si accorciano poco a poco, proporzionalmente con la loro crescita a livello fisico. La differenza è tutta nei carichi in palestra, ma a quelli dei vari Lavreysen e Hoogland non ci arrivi dall’oggi al domani. Devi lavorarci giorno dopo giorno senza avere fretta anche per non incorrere in gravi infortuni. Per questo dico che la dote primaria deve essere la pazienza e apprezzare anche quei piccoli numeri che mano a mano riducono la distanza. Loro se ne accorgono, ne sono consapevoli.

Mattia Predomo è il leader della squadra. Quaranta punta su di lui per portare il team a Los Angeles 2028
Mattia Predomo è il leader della squadra. Quaranta punta su di lui per portare il team a Los Angeles 2028
Il lavoro di questi giorni in che cosa consiste?

Abbiniamo pista a palestra, per riportare i ragazzi a sollevare certi pesi e a riprendere la mano tecnica. Sono due cose che devono andare di pari passo. A dicembre faremo anche allenamenti su strada, seguendo uno schema di 3 settimane di carico e una di scarico fino agli europei. C’è tanto da fare, un aspetto sul quale dobbiamo concentrarci è anche la tecnica di cambio nel team sprint che può darci ulteriori vantaggi. Come anche lavorare nella corsa di gruppo per il keirin. Intanto stiamo studiando con Pinarello una bici specifica, monoscocca in carbonio. Finora i ragazzi hanno sviluppato una bici per la corsa a punti, ma abbiamo visto che serve un modello specifico per le prove di velocità. L’importante è che sia pronto per gli europei del 2027, quando inizierà il cammino di qualificazione olimpica.

Stefano Minuta, protagonista a Ballerup nel chilometro, altro elemento in crescita
Stefano Minuta, protagonista a Ballerup nel chilometro, altro elemento in crescita
A Los Angeles sai che non ci si attende solo la mera partecipazione. Questo rappresenta un peso per te e i ragazzi?

Per me no, so che le aspettative sono tante, ma io sono sempre stato abituato a gestire la pressione, sin da quando correvo. Il mio ruolo si misura sui risultati, è normale che sia così. Devo essere io bravo a trasmettere i giusti impulsi perché un ventenne possa gestire la pressione, perché si appassioni all’allenamento, visto che la nostra attività vive soprattutto di quello. Motivarli è il mio mestiere, sapendo che ora i nodi stanno arrivando al pettine e vincere a livello giovanile presto non basterà più.

Alé e la Federazione Ciclistica Francese: insieme fino al 2028

22.11.2024
3 min
Salva

Il marchio d’abbigliamento Alé, un brand di proprietà di A.P.G, ha annunciato il rinnovo della  propria collaborazione con la Federazione Ciclistica Francese (FFC) fino al 2028, in qualità di partner ufficiale e fornitore esclusivo di abbigliamento tecnico per le squadre nazionali transalpine. Questa estensione del contratto garantirà agli atleti francesi il supporto di Alé fino ai Giochi Olimpici di Los Angeles, consolidando una partnership avviata nel 2014.

L’accordo consente ai ciclisti francesi di indossare i capi tecnici Alé durante le principali competizioni internazionali, dai campionati europei e mondiali fino alle Olimpiadi. Anche i vincitori dei campionati nazionali, in tutte le discipline e categorie, continueranno a vestire con orgoglio sul podio la maglia tricolore firmata Alé, un simbolo di eccellenza per gli atleti francesi. 

Dal 2014, la collaborazione tra Alé e FFC ha portato grandi risultati: la squadra francese ha conquistato quasi 700 medaglie nelle competizioni ciclistiche internazionali, a testimonianza dell’ottimale supporto offerto dai capi Alé. Un esempio recente è stato il successo ai Campionati del Mondo Mtb di Andorra, dove la Francia ha ottenuto ben venti medaglie, mettendo in risalto le elevate prestazioni dei materiali forniti dal brand italiano (in apertura foto Facebook FFC).

Alessia Piccolo, Amministratore Delegato APG, con Michel Callot il Presidente della FFC
Alessia Piccolo, Amministratore Delegato APG, con Michel Callot il Presidente della FFC

Obiettivo… Los Angeles!

Vale la pena porre in evidenza che questa partnership va oltre la semplice fornitura di abbigliamento sportivo, poiché coinvolge anche la divisione Performance della FFC e il reparto Ricerca e Sviluppo (R&S) di Alé. Il costante feedback da parte degli atleti permette difatti al brand di testare e implementare innovazioni tecnologiche, garantendo una continua evoluzione dei prodotti e una risposta precisa alle esigenze specifiche dei singoli corridori. La recente maglia 2024, ad esempio, è proprio un frutto diretto di queste collaborazioni e rappresenta un nuovo standard per l’abbigliamento sportivo.

La partnership tra Alé e la FFC continuerà fino al 2028, anno delle prossime Olimpiadi
La partnership tra Alé e la FFC continuerà fino al 2028, anno delle prossime Olimpiadi

«Siamo orgogliosi – ha dichiarato Alessia Piccolo, Amministratore Delegato di A.P.G – di aver sostenuto ed equipaggiato le squadre di ciclismo francesi per oltre un decennio. Questa collaborazione ci consente di innovare costantemente il nostro prodotto lavorando a stretto contatto con la Federazione Francese di Ciclismo. Come tutti gli appassionati, siamo entusiasti dei successi del ciclismo francese colti nel 2024 e non vediamo l’ora di accompagnare la squadra verso nuovi traguardi con lo sguardo alle prossime Olimpiadi di Los Angeles 2028».

Alé Cycling

Look e Corima lanciano in pista USA Cycling

15.04.2022
4 min
Salva

Le Olimpiadi di Parigi sono meno lontane di quanto si possa immaginare. Le singole federazioni stanno già lavorando per mettere i propri atleti nelle condizioni ideali per raggiungere il massimo risultato possibile: le medaglie olimpiche. Rientra in quest’ottica l’accordo siglato nei giorni scorsi da USA Cycling con Look e Corima. Per i prossimi sette anni i due brand supporteranno la federazione ciclistica americana fino al traguardo delle Olimpiadi di Los Angeles 2028.

Dettaglio sui pedali Look Keo Blade Track
Dettaglio sui pedali Look Keo Blade Track

Un programma ambizioso

L’accordo siglato con Look e Corima rientra in un programma molto importante che USA Cycling ha deciso di mettere in atto per puntare con decisione alle prossime due rassegne olimpiche. Brendan Quirk, CEO di Usa Cycling, non ha mancato di sottolineare le ambizioni della propria federazione.

«Con Look e Corima – esordisce – sappiamo di avere bici, ruote e pedali all’avanguardia che daranno ai nostri ciclisti il vantaggio decisivo di cui hanno bisogno quando sprigionano i watt incredibili che si vedono negli sprint. Siamo entusiasti di questa partnership e non vediamo l’ora di iniziare il percorso che ci attende».

La federazione americana avrà a disposizione il meglio dei prodotti marchiati Look e Corima per la pista
La federazione americana avrà a disposizione il meglio dei prodotti marchiati Look e Corima per la pista

Un nuovo tecnico

L’accordo con Look e Corima è stato preceduto da quello con il tecnico Erin Hartwell chiamato a guidare i pistard americani in vista della rassegna olimpica di Parigi. Il nuovo allenatore si è dimostrato entusiasta dell’accordo raggiunto.

« Per anni – racconta – ho osservato con sincera ammirazione le squadre nazionali e gli atleti internazionali che hanno avuto il privilegio di utilizzare le biciclette Look e le ruote Corima ai massimi livelli delle varie competizione. Se mai dovessi assemblare una bicicletta per competere con i migliori del mondo, Look e Corima sarebbero sempre la mia prima scelta».

Questo è il telaio 875 che gli atleti avranno a disposizione nella madison
Questo è il telaio 875 che gli atleti avranno a disposizione nella madison

Grande entusiasmo

L’accordo con Usa Cycling è stato fortemente voluto anche da Look e Corima come ci racconta Federico Musi, Ceo di Look Cycle Group: «La partnership con USA Cycling – esordisce – è una tappa importante per entrambi i brand. Siamo entusiasti di sostenere il loro programma di sviluppo. La nostra esperienza tecnica nella produzione di carbonio e nell’aerodinamica aiuterà la squadra statunitense a rincorrere le medaglie ai Giochi di Parigi e a quelli di Los Angeles».

L’obiettivo di Look e Corima è accompagnare gli atleti della federazione ciclistica americana fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028
Look e Corima vogliono accompagnare gli atleti del tema Usa cycling fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028

Non solo medaglie

Look e Corima portano in dote alla federazione statunitense una dote di 18 titoli olimpici e 49 medaglie totali da Atlanta 1996 a Tokyo 2020. Cosa più importante è sicuramente la dotazione tecnica che sarà messa a disposizione dei pistard americani: il telaio Look T20, dotato di ruote anteriori Corima Monobloc a 4 e 5 razze, di ruote da corsa Disc C+ e degli esclusivi pedali Keo Blade Track. La squadra avrà a disposizione anche i telai 895 Vitesse, 875 Madison, AL464 e le ruote Corima WS-1.

Il pensiero finale è del tecnico americano Erin Hartwell: «E’ impossibile avere successo in questo sport senza un’attrezzatura di livello mondiale. Il sostegno di Look e Corima mi dà la fiducia che il nostro programma dispone ora dei mezzi tecnici necessari per costruire una squadra in grado di affrontare a testa alta l’élite mondiale del ciclismo su pista».