Facile da condurre, resistente e robusto, ideale su fondi umidi, bagnati, fangosi e perfetto per la stagione autunnale. Pirellicompleta la sua gamma di pneumatici bici dedicati alla disciplina gravel con il Cinturato Gravel S (Soft Terrain). Il disegno del battistrada scolpito è ideale per chi usa la bici su strada, sentieri gravel e terreni impegnativi. Tutte queste caratteristiche sono coadiuvate da una carcassa robusta e rinforzata per affrontare condizioni atmosferiche sempre più difficili.
Sulla spalla l’iconica livrea di PirelliPer il disegno è stata preso come ispirazione quello dello Scorpion SSulla spalla l’iconica livrea di PirelliPer il disegno è stata preso come ispirazione quello dello Scorpion S
Grip su bagnato e asciutto
Pirelli allarga la famiglia dell’offroad e lo fa con uno pneumatico in grado di fornire i giusti feedback a chi cerca performance e affidabilità. Cinturato Gravel S è infatti adatto per ogni uso, dal divertimento al racing, per tutti i terreni e per ogni tipo di rider.
Come tutti gli altri pneumatici del range (RC, H, M), anche questa è una gomma tubeless ready e realizzata con la mescola SpeedGRIP. Una composizione in grado di combinare perfettamente le caratteristiche tipiche di un compound offroad. Caratterizzato da doti di resistenza meccanica elevata con una bassa resistenza al rotolamento, a cui si aggiunge un alto grip su bagnato e asciutto.
I tasselli sono posizionati in modo tale da regalare scorrevolezza e grip nelle situazioni più impegnativeLa tecnologia TechWALL rinforza il battistrada da tallone a talloneI tasselli sono posizionati in modo tale da regalare scorrevolezza e grip nelle situazioni più impegnativeLa tecnologia TechWALL rinforza il battistrada da tallone a tallone
Ispirato dalla Mtb
La scelta del disegno per Pirelli è una cosa seria. Studi, prove su strada e anni d’esperienza hanno dato alla luce un copertone pronto ad aggredire il fuoristrada. In particolare il disegno del battistrada di Cinturato Gravel S è stato elaborato partendo da quello dello Scorpion S dedicato alle Mtb. I tasselli sono stati ridisegnati e modificati per affrontare in sicurezza percorsi gravel, tecnici e accidentati, dove grip e sicurezza sono la massima priorità. Il tutto senza tralasciare la facilità di controllo e la tenuta su strada.
Come già la versione RC, dedicata alle competizioni e lanciata da Pirelli a luglio di quest’anno, anche la nuova variante S è stata rinforzata rispetto agli altri pneumatici Cinturato Gravel. La sua carcassa è in nylon da 60 TPI ed è protetta da una “cintura”, denominata TechWALL Gravel, che abbraccia la gomma da tallone a tallone aumentandone esponenzialmente l’affidabilità.
Disponibile con livrea gravel ispirata allo stile off-roadCinturato Gravel S è disponibile in tre misure con larghezza da 40 mm a 50 mmDisponibile con livrea gravel ispirata allo stile off-roadCinturato Gravel S è disponibile in tre misure con larghezza da 40 mm a 50 mm
Versioni
Cinturato Gravel S è già disponibile per l’acquisto, nelle misure 40-622 e 45-622 sia in versione tradizionale nera, sia Classic con fianchi in para. Chiuderanno poi la gamma nei prossimi mesi le misure 50-622 e 50-584 in versione Classic. Il peso va dai 530 g per i 40 mm ai 600 g per i 50 mm.
Trek lancia il manubrio GR Elite pensato per il gravel, leggero e a resistente. Realizzato in alluminio 6061-T6, offre prestazioni in termini di comfort
Leggera e aerodinamica, la Ostro Gravel combina le migliori caratteristiche delle bici da strada Factor e le traduce per il fuori strada con una guida super veloce. Una bici che rompe gli schemi su come ci si comporta nell’off-road gentile.
Grazie all’esperienza dell’azienda britannica è stata creata una bici gravel dalla notevole maneggevolezza rivolta alla velocità su qualsiasi terreno. Ogni uscita in sella, qualunque sia la superficie, la missione di Factor rimane sempre rivolta all’andare “più veloce”.
Con soli 900 grammi, Ostro Gravel è uno dei telai più leggeri disponibili sul mercato. Sono infatti stati utilizzati i migliori materiali per raggiungere un peso così basso per un telaio aero. Il tutto assicurando che la leggerezza sia abbinata a una qualità di guida unica.
Telaio aero per sfidare ogni terreno senza timore della velocitàTelaio aero per sfidare ogni terreno senza timore della velocità
Fuoristrada aerodinamico
La Ostro Gravel prende spunto dall’indole della sorella stradale Ostro VAM. E’ stata sviluppata per dominare ogni strada con un’aerodinamica unica, una maneggevolezza superiore, un’elevata rigidità e un peso ridotto.
Gli elementi aerodinamici presenti sono compatibili con le velocità più basse delle corse su ghiaia rispetto alle corse su strada. Sfruttando le conoscenze del settore aerospaziale, di cui Factor dispone, sono state migliorate le prestazioni aerodinamiche del telaio per velocità contenute. Il tubo sterzo ha una forma completamente nuova rispetto alla versione stradale per migliorare le sue proprietà aero e fornire il massimo della penetrazione nell’aria specificatamente per le gare.
Il passaggio cavi è naturalmente interno per una linea ancora più pulita. I cuscinetti superiori e inferiori da 1″1/2 con un anello diviso e modificato all’interno del canotto sterzo, consentono ai cavi di passare agevolmente facilitando le esigenze di manutenzione.
I profili sono ispirati dalla sorella Ostro VAMSul telaio sono presenti predisposizioni per accessoriare la bici con portaborracce e borse da viaggioI profili sono ispirati dalla sorella Ostro VAMSul telaio sono presenti predisposizioni per accessoriare la bici con portaborracce e borse da viaggio
Telaio di pregio
Sfruttando l’esperienza nell’utilizzo del carbonio, la casa britannica ha modellato con precisione i tubi della Ostro Gravel per creare una bici versatile con caratteristiche prestazionali ottimizzate. Il resto del telaio utilizza i profili collaudati dei tubi della Ostro VAM, fornendo prestazioni scattanti. Il baricentro più alto e il tubo orizzontale più “morbido” contribuiscono a generare un maggiore comfort di guida.
A migliorare la struttura solida e la performance c’è il nuovissimo manubrio integrato Black Inc. Aero progettato per massimizzare il flusso d’aria. Con un design leggermente svasato regala ancora più sicurezza di guida. Attualmente sarà disponibile solo ed esclusivamente su questo modello. E’ inoltre presente il nuovo supporto computer con standard GoPro.
Infine il T47 CeramicSpeed garantisce un montaggio sicuro e una facile manutenzione. Consente l’uso di un’ampia gamma di diametri e aiuta a mantenere la scatola del movimento robusta per un trasferimento di potenza ottimale.
Il passaggio cavi interno rende la linea ancora più pulita e aerodinamicaIl manubrio integrato Black Inc. Aero è progettato per massimizzare il flusso d’ariaLe ruote Black Inc. Thirty-Four sono il valore aggiunto in termini di prestazioniIl passaggio cavi interno rende la linea ancora più pulita e aerodinamicaIl manubrio integrato Black Inc. Aero è progettato per massimizzare il flusso d’ariaLe ruote Black Inc. Thirty-Four sono il valore aggiunto in termini di prestazioni
Per tutti i terreni
Poiché i ciclisti su strada cercano una maggiore versatilità per quanto riguarda gli pneumatici, la Ostro Gravel può ospitare coperture fino a 45 mm. Avendo uno spazio dimensionale totale di 45 mm più 4 mm di volume per detriti per lato, la rende in grado di gestire percorsi fangosi e irregolari senza alcun problema.
La geometria in sinergia con le differenti sezioni permette di adattare la guida per fornire sensazioni simili alla strada quando utilizzata con uno pneumatico di sezione più piccola. A completare il contatto con il terreno ci sono le ruote Gravel Black Inc. Thirty-Four. Cerchi Hookless con un design moderno e cuscinetti CeramicSpeed. Utilizzabili anche su strada con uno pneumatico da 30mm in su, il prezzo al pubblico delle ruote è di 2.499 euro.
La colorazione nera valorizza lo stile elegante e serioso di questa Ostro GravelDisponibile in colorazione bianca la linea aero è aggressiva e bella da vedereLa colorazione nera valorizza lo stile elegante e serioso di questa Ostro GravelDisponibile in colorazione bianca la linea aero è aggressiva e bella da vedere
Versioni e prezzi
La Factor Ostro Gravel è distribuita in Italia da Beltrami TSA. Le versioni si differenziano per allestimento, mentre i colori sono due, Naked Grunge e White Grunge. Le taglie vanno dalla 49 alla 61. Il prezzo di partenza è di 5.299 euro per il telaio compreso di movimento centrale CeramicSpeed.
I prezzi per le bici complete partono da 6.811 euro per la versione con Sram Rival AXS 1x12V Disc con ruote Miche Graff, sella Repent e attacco/piega Zipp Service Course/XPLR Gravel. Fino ai 9.461 euro per l’allestimento con Sram Force AXS 1x12V Disc con ruote Black Inc. Thirty-Four, sella Repent e attacco/piega Zipp Service Course/XPLR Gravel.
Assos Mille GTC, una linea di capi tecnici sviluppata appositamente per gli amanti del gravel e per chi ama stare molte ore in sella. La salopette ha tante tasche ed un fondello che aumenta la qualità del comfort, la jersey sembra un capo casual dal taglio morbido.
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Versatile su strada e off-road. Veloce e aggressiva. Divoratrice di ogni tipo di percorso. Queste sono alcune delle caratteristiche che fanno della Belador Allroad la bici ideale per l’avventura. Design elegante, offre la possibilità di montare le borse direttamente sul telaio per godersi i viaggi in tutta comodità.
Una gravelche vanta un DNA da corsa in grado di dominare diversi terreni sterrati. L’anima è in carbonio HM2X su telaio e forcella per una combinazione di peso complessivo ridotto e rigidità elevata, incorporando allo stesso tempo comfort e indole racing.
Scattante, robusta e reattiva questa gravel è adatta per essere utilizzata in gara o per tratte lungheScattante, robusta e reattiva questa gravel è adatta per essere utilizzata in gara o per tratte lunghe
Telaio in equilibrio
Il profilo del telaio della Belador Allroad è progettato per raggiungere un equilibrio ottimale tra efficienza aerodinamica e prestazioni in campo di leggerezza. Il telaio in carbonio HM2X pesa solo 1.060 grammi in taglia media. I tubi sono sagomati per ridurre al minimo la resistenza dell’aria quando si viaggia ad alte velocità, offrendo allo stesso tempo stabilità sui terreni più tecnici.
Il carbonio HM2X è costruito utilizzando fibre Toray ad alto modulo T700 e T800. Utilizzata strategicamente nelle aree chiave del telaio, questa doppia miscela di materiale in carbonio è preparata per produrre una combinazione ottimale di rigidità, dando priorità anche al comfort.
Il passaggio cavi è completamente integrato, mantenendo cavi e tubi flessibili protetti dagli elementi esterni, pur rimanendo facili da sostituire e riparare. Il tubo sella consente di montare un reggisella telescopico, favorendo ogni tipo di stile di guida e necessità.
Il sistema di assorbimento posteriore è un’innovazione in grado di ammortizzare senza compromettere la rigiditàIl sistema di assorbimento posteriore è un’innovazione in grado di ammortizzare senza compromettere la rigidità
Flessione attiva
L’elemento tecnico più avanzato che rende questa Belador Alloroad così particolare è il nuovo Active Flex Concept (AFC). I perni a cuscinetto sono realizzati con un design innovativo del triangolo posteriore e componenti appositamente selezionati, offrendo fino a 26 mm di escursione attraverso il telaio senza compromettere rigidità, velocità e prestazioni essenziali.
Gli ingegneri di Berria hanno sviluppato il comportamento dell’AFC in modo che l’intero sistema fornisca una reale flessione verticale senza compromettere la rigidità laterale richiesta per le accelerazioni e i rilanci. Il risultato finale è un maggiore comfort e una riduzione dell’affaticamento del ciclista attraverso i punti di contatto, migliorando la trazione, l’aderenza e il controllo quando il percorso diventa tecnico.
La leggerezza è un altro pregio inconfondibile della Belador AllroadLa leggerezza è un altro pregio inconfondibile della Belador Allroad
Pregi tecnici
Il morsetto reggisella integrato si trova all’interno della giunzione del tubo orizzontale. Questa posizione lo mantiene protetto dagli elementi e dai detriti del sentiero, offrendo al contempo una soluzione per aumentare l’attrito sul reggisella e sul telaio e ridurre le possibilità di torcere eccessivamente il morsetto stesso. La forcella è dotata di unflip chip che consente di variare il rake da 45 a 51 mm rendendo la bici più agile o più stabile.
Il passaggio per gli pneumatici può arrivare fino a 44 mm (700c) o larghi 47 mm se utilizzato con ruote di dimensioni 650b. Infine il manubrio Gravel AF2 è progettato per un maggiore comfort e una guida stabile quando si affrontano terreni sconnessi e accidentati. Ottimizzato ergonomicamente, completo di manopole profilate e drop svasati, offre la massima sicurezza di guida.
La versatilità delle coperture la bilanciano per un utilizzo che si adatta a qualunque terrenoLa versatilità delle coperture la bilanciano per un utilizzo che si adatta a qualunque terreno
Bikepacking amichevole
Compatibile per una borsa del tubo orizzontale, oltre a un ampio spazio libero per il telaio per il trasporto di bagagli aggiuntivi, la Belador Allroad è perfetta anche per il bikepacking su lunghe distanze.
Per finire il sistema Anti-Mud System (AMS) è una filosofia di design che aumenta lo spazio degli pneumatici ottimizzando al contempo le forme dei tubi per ridurre l’accumulo di fango. L’AMS aumenta l’efficienza di guida riducendo al minimo la resistenza e il peso accumulato dallo sporco.
Il monocorona sulle versioni più avanzate è prediletto per la sua leggerezza e robustezzaLa Belador Allroad LTD dispone di sospensione anteriore e reggisela telescopicoIl monocorona sulle versioni più avanzate è prediletto per la sua leggerezza e robustezzaLa Belador Allroad LTD dispone di sospensione anteriore e reggisela telescopico
Versioni e allestimenti
La Belador Allroad vanta ben quattro versioni che si differenziano per allestimento. Partendo dalla Belador Allroad 6 con Shimano GRX 2×11, continuando con la Belador Allroad 7 con Campagnolo Ekar, poi la Belador Allroad 8 con Sram Rival XPLR Etap AXS D1 Max e infine la Belador Allroad LTD con lo stesso allestimento ma con il reggisela telescopico Reverb AXS XPLR e sospensione anteriore Rock Shox Rudy ULT 700. Concetto differente invece per la Belador Allroad HP che non dispone del sistema di assorbimento posteriore ed è realizzata in alluminio. Per tutte le taglie disponibili sono cinque dalla XS alla XL.
La differenza fra strada e gravel con il neocampione nazionale, Samuele Zoccarato. Aspetti tecnici e mentali di una specialità bellissima, ma forse non per tutti
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Cavarsela da soli. E’ forse questo l’aspetto che più affascina di una prova gravel, almeno dal punto di vista agonistico. Nel gravel da avventura subentrano aspetti come quello della guida sul tecnico o del pedalare in natura. Ma vedere un Samuele Zoccarato che da solo scatta, si alimenta, supera i crampi e deve gestire gli imprevisti è stata una bella emozione.
Il corridore dellaBardiani Csf Faizanèha vinto il primo tricolore gravel della storia. Con lui facciamo un paragone con la strada.
Zoccarato (classe 1998) taglia il traguardo tricolore di Argenta. Nel finale per lui anche i crampi (foto @atphotography)Zoccarato (classe 1998) taglia il traguardo tricolore di Argenta. Nel finale per lui anche i crampi (foto @atphotography)
Samuele, in passato hai fatto anche un po’ di cross, quanto ti ha aiutato?
Mi ha aiutato a leggere il terreno. Per esempio come affrontare una curva sulla ghiaia. Nel cross si cerca l’erba, perché la gomma tiene di più, quindi o la fai tutta all’interno o tutta fuori, dove di ghiaia ce n’è di meno. Oppure continuare a pedalare in curva: così il posteriore ha più tenuta. O ancora a bilanciare il peso. Su strada si è più statici, nell’offroad ci si sposta avanti o indietro. Nelle curve ti muovi al contrario. Su asfalto ti butti e cerchi di tenere la bici dritta. Fuori strada cerchi di piegare la bici per far aderire la parte laterale della gomma dove i tasselli sono più marcati e penetrano meglio nel terreno.
Alimentazione: come ti sei gestito?
Ho preso 300 grammi di carbo, 100 l’ora. Li ho presi con 2 borracce dimaltodestrine e un po’ di fruttosio, tre barrette e 6-7 gel.
Nelle uscite di curva le distanze si allungano molto più che su strada (foto @mario.pierguidi)…Nelle uscite di curva le distanze si allungano molto più che su strada (foto @mario.pierguidi)…
Se dovessi paragonare la gara gravel di Argenta (120 chilometri “piatti”) con una gara su strada, a che tipo di corsa la paragoneresti?
Ad una corsa nervosa, con strade strette e brevi strappi. Una gara in cui è importante stare davanti, perché sulle stradine all’uscita della curva il gruppo si allunga e prendi la frustata. In una corsa piatta su strada come quella di Argenta puoi anche stare tutta la corsa a ruota e risparmiare energie.
Perché?
Perché in entrata e in uscita di curva c’è sempre quello meno bravo che rallenta un po’ di più. E poi la distanza nello stare a ruota è maggiore. Su strada pochi centimetri, nel gravel un metro. Prima di andare in fuga avevo visto che all’uscita di ogni curva dopo la frustata si staccava qualcuno. Tra il ventesimo e il primo c’erano già 100 metri.
Quanto conta il gioco di squadra?
Conta meno che su strada. L’idea del capitano in coda a sette uomini non è fattibile. Quando ne hai uno o due che ti proteggono nei momenti che contano sei apposto.
Qui una situazione simile alla foto precedente, ma su asfalto. Gli spazi sono molto più strettiQui una situazione simile alla foto precedente, ma su asfalto. Gli spazi sono molto più stretti
Come è stato restare da solo per tanti chilometri?
Non difficilissimo. Sono abituato a questi sforzi. Spesso in allenamento faccio lavori specifici di 40′, un’ora, da solo a ritmi ben al di sopra del medio. E poi con il tempo ho imparato anche a dissociarmi mentalmente: guardare il paesaggio o i tuoi piedi che girano… Se inizi a pensare che sei solo, che vorresti un cambio, si fa dura.
Non avevi il potenziometro, ma che tipo di sforzo è stato? Hai parlato di tre ore a tutta…
Avevo la fascia cardio. Nei primi 50 chilometri c’era il vento a favore per andare via avrei dovuto fare i 55 all’ora. Quando il vento è diventato contro sono scappato a 40 all’ora. Appena scattato sono andato a tutta, oltre la soglia, almeno fino a che non ho avuto un margine di sicurezza.Poi mi sono gestito, comunque ero sempre sulla soglia. Anche per questo alla fine ho avuto i crampi. Magari con il potenziometro non li avrei avuti.
Nel gravel bisogna fare attenzione alla guida per questo non ci si “annoia” mai. Su strada a volte ci si rilassa sin troppo… Quando la fuga non fa paura, spesso il gruppo “passeggia”Nel fuoristrada sempre massima attenzione alla guida. Per questo non ci si “annoia” mai…. Quando la fuga non fa paura, spesso il gruppo “passeggia”
Però magari con il potenziometro avresti mollato. Non è che certe volte questo strumento si trasforma in un limitatore?
Con il potenziometro sai che valori puoi tenere. Se vai oltre non riesci ad arrivare in fondo. E’ “matematica”. Semmai questo discorso può valere su qualche strappo o una breve salita, in cui provi a tenere un po’ di più. Credo che controllare i watt sia importante.
Passiamo ai rapporti…
Avevo il 50-34 anteriore e l’11-28 posteriore: erano perfetti. Viste le velocità ci poteva stare bene anche un monocorona da 46, ma poi non sarebbe stato lo stesso con la scala posteriore: troppa differenza tra un dente e l’altro.
Ma il 34 lo hai usato?
No.
E allora perché non montare un monocorona da 50 denti?
Essendo piatta si poteva fare. Pensavo anche a qualche salita. Un 50×28 è comunque duro e con un monocorona devi usare una scala 11-40/42: i salti tra sono ampi, anche di 5 denti.
Il 50×11 del gravel corrisponde al 53×11 della strada?
Non servono i rapportoni. Con un 46×11 a 90 rpm vai comunque a 45 all’ora. Ma è vero che su un rettilineo in asfalto andavo a 48. Quindi ad Argenta come ripeto il 50 era ideale. La differenza di velocità credo sia 5 chilometri orari.
Zoccarato aveva nel borsellino l’attrezzatura per un piccoli interventiSu strada, invece, anche per l’acqua, c’è sempre l’ammiragliaZoccarato aveva nel borsellino l’attrezzatura per un piccoli interventiSu strada, invece, anche per l’acqua, c’è sempre l’ammiraglia
Ti è piaciuto il fatto di pedalare in autonomia?
Sì molto, specie per il tipo di corridore che sono. A me piace prendere aria. Magari un velocista si sarebbe spaventato. Io invece non ho avuto paura di prendere vento in faccia. Ho spinto e fino a che non ho avuto i crampi ho guadagnato. Poi mi sono dovuto gestire.
Quindi nessuna sensazione di essere “solo nell’oceano”…
No, però devo ammettere che c’era un guasto meccanico, che mi preoccupava: la rottura della catena. Per il resto avevo tutto l’occorrente per intervenire sulla bici. Semmai sono stato ingenuo a non prendere la borraccia dopo il primo rifornimento e mi sono trovato senza acqua. E comunque in situazioni di bagarre, succede anche su strada nonostante l’ammiraglia al seguito. Un errore così nel gravel si avverte di più.
L’approccio mentale com’è stato? Si dice che i chilometri nel fuori strada passino più lentamente…
Per me invece passano più velocemente, perché sei sempre impegnato nella guida. Su strada a volte non sai come far passare il tempo.
Zoccarato preferisce il manubrio da strada per questioni di feeling di guida e di aerodinamicaZoccarato preferisce il manubrio da strada per questioni di feeling di guida e di aerodinamica
Chi è il “gravelista” ideale per Zoccarato?
Chi sa guidare bene la bici. Rispetto ad un crossista deve avere picchi di potenza più alti nel lungo periodo. Non deve aver paura di stare al vento e fare fatica. Un corridore che per performare non deve limare.
Riguardo alla bici, cambieresti qualcosa?
No, okay così. Arretramento e altezza sella erano identici a quella da strada. L’unica differenza era il manubrio un po’ più alto. Anche la distanza sella-manubrio era uguale. Rispetto al cx non si deve accorciare molto: la componente aero conta. Nel cross è prioritaria la maneggevolezza di guida.
Altri dettagli? Magari il doppio nastro. Oppure la piega specifica per il gravel?
Il doppio nastro non mi piace. Per le vibrazioni già bastano le geometrie delle bici e le gomme più larghe. Preferisco il manubrio da strada, voglio la piega stretta.
KTM X-Strada nella versione Elite è una bicicletta in grado di coprire le tante esigenze del gravelista, sia esso agonista o viaggiatore. E poi c’è quel rapporto tra la qualità ed il prezzo, che è davvero eccellente. Il listino recita 3.399 euro.
La nuova piattaforma X-Strada è stata lanciata alla fine del 2021, un progetto interessante in grado di coprire il gravel race, il bikepacking e che trova impiego anche nell’ambito del ciclocross. Entriamo nel dettaglio della versione Elite.
Una colorazione azzeccataUna colorazione azzecca
Tanta sostanza prima di tutto
E’ una delle peculiarità delle biciclette KTMdi tutte le categorie e livelli, ovvero un cuore sostanzioso che si basa sul carbonio Premium, allestimenti efficienti e anche le geometrie che non sono mai estremizzate.
L’allestimento Elite della X-Strada ne è un chiaro esempio e collima con la versatilità di una piattaforma che ha il compito di coprire diverse interpretazioni.
E’ una bici che non disdegna l’agonismo e quel gravel race di cui tanto si parla ultimamente. Eppure le sue predisposizioni si configurano con il viaggio; quindi portapacchi, borse e parafanghi. Anche per questo la geometria della KTM X-Strada, a prescindere dalla taglia, è una sorta di endurance, capace di sfruttare il giusto compromesso tra un allungamento ottimale in senso orizzontale e una posizione più eretta.
Premium Carbon e scatola asimmetricaAbbondante nei volumi e ricorda la mtbSi vede l’asola per il parafangoLa testa della forcella è squadrataUna forcella “quasi” aerodinamicaPremium Carbon e scatola asimmetricaAbbondante nei volumi e ricorda la mtbSi vede l’asola per il parafangoLa testa della forcella è squadrataUna forcella “quasi” aerodinamica
Come è montata
Si parte da un frame-kit con telaio monoscocca in carbonio Premium. La matrice è uguale a quella usata per le bici da strada, ma con delle applicazioni diverse, ovviamente rivolte al segmento gravel. Anche la forcella (F14) è full carbon, ma utilizza il modulo Performance, meno sofisticato rispetto al precedente e parecchio sostanzioso. Al primo impatto sembra una forcella aero e mutua una parte del suo design da quella impiegata sulle road Lisse e Revelator Alto (versione più anziana).
Avantreno e retrotreno hanno un’ampia luce di passaggio per gli pneumatici. Utile nei termini tecnici e bella da vedere tutta la zona dello sterzo, con le guaine che si nascondono al suo interno passando dall’anello di battuta.
Il verticale si prolunga verso l’altoGli obliqui si innestano più avanti nell’orizzontaleNodo sella bello strutturatoLa zona della sterzo con una sorta di passaggio cavi semi-integratoIl verticale si prolunga verso l’altoGli obliqui si innestano più avanti nell’orizzontaleNodo sella bello strutturatoLa zona della sterzo con una sorta di passaggio cavi semi-integrato
Trasmissione meccanica
La trasmissione è meccanica, ricordando che c’è una completa compatibilità con i cambi elettromeccanici e si può montare anche il doppio plateau anteriore. La versione fotografata a Misano è aggressiva ed è quella 2023. C’è lo Shimano GRX con mono davanti e 11 rapporti dietro, ma con il bilanciere lungo che permette di montare pignoni normalmente usati nella mtb.
C’è il comparto manubrio in alluminio KTM e ci sono le ruote Mavic del segmento all-road (gommate Continental), anche queste con cerchio in lega e specifiche per il gravel. La sella è di Selle San Marco.
Anche questa versione è compatibile con eventuali dropper-post da 27,2 di diametro, soluzione utilizzata dai Samparisi sulla “vecchia”.
E’ il nuovo pacchetto ruote di Corima dedicato al gravel e a chi ricerca una ruota stilosa e confortevole, con cerchio in carbonio da usare su strada. Ruote che fanno collimare la capacità di lavorazione del carbonio, che fa parte del DNA dell’azienda transalpina, ad un rapporto qualità/prezzo davvero eccellente.
C’è un cerchio full carbon da 40 millimetrisenzaPowerBox, ma con il foam interno. C’è il canale hookless largo 23 millimetri e un mozzo con meccanismo d’ingaggio a 51 denti. Vediamole nel dettaglio.
Il canale hooklessIl canale hookless
Corima sinonimo di carbonio
Se scrivi Corima, scrivi carbonio. La lavorazione della fibra è un core aziendale a prescindere dalla categoria ciclistica. Essentia 40 è la ruota gravel con cerchio full carbon hookless (quindi compatibile con le gomme tubeless), gratificante in fatto di estetica, leggera e con un prezzo davvero interessante, anche in considerazione della qualità complessiva della coppia di ruote, disponibile nella sola versione per freni a disco.
Il cerchio è alto 40 millimetri ed ha una larghezza totale di 28. E’ costruito in carbonio 3K (applicato a mano), con la finitura tipica delle ruote francesi. Al suo interno non c’è la struttura PowerBox che unisce le due pareti del cerchio, questo per non irrigidire in modo eccessivo il carbonio. E’ comunque presente il foam. La ruota ha un’ampia interfaccia di compatibilità con gli pneumatici, da 28 a 50 millimetri di sezione.
L’asse passante e le due ruote dentate contrapposteLa parte interna del corpetto della ruota liberaIl particolare della ruota dentata CorimaLa parte interna del mozzoL’asse passante e le due ruote dentate contrapposteLa parte interna del corpetto della ruota liberaIl particolare della ruota dentata CorimaLa parte interna del mozzo
Il mozzo è in alluminio
Il mozzo è completamente in alluminio, si scompone facilmente e presenta un sistema della ruota libera con due ruote dentate contrapposte a 51 denti. Questo si può tradurre in un ingaggio sempre pronto ed efficace. Gli stessi ingranaggi hanno dei punti di ancoraggio all’interno del mozzo che hanno un design proprio, unico nel loro genere, soluzione votata alla massima rigidità e stabilità.
La raggiatura, anche in questo caso “tipica” CorimaIl foam inserito nel cerchio in carbonioLa raggiatura, anche in questo caso “tipica” CorimaIl foam inserito nel cerchio in carbonio
La raggiatura ricorda la famiglia WS
I raggi sono Sapim e in acciaio, con i nipples esterni al cerchio. Le ruote adottano una raggiatura che le accosta alla famiglia road WS e forma una sorta di coppia vicino al cerchio, con un incrocio in seconda nei pressi del mozzo.
Il prezzo di listino è di 1.390 euro, davvero molto interessante se consideriamo la qualità delle ruote e il fatto che sono costruite a mano in Francia.
«Questa non è la prima edizione. Questa è l’edizione zero». Massimo Ghirotto, presidente della commissione fuoristrada della Federazione ciclistica italiana, come sempre usa parole sagge, mentre sul traguardo di Argenta attendeva con noi l’arrivo di Samuele Zoccarato. Al termine delle premiazioni, lui, i giudici e l’organizzatore si sono riuniti per un debriefing, con il quale mettere subito a fuoco cosa avesse funzionato e cosa no (in apertura foto @mario.pierguidi).
Quel confronto contribuisce (e contribuirà) a redigere nel tempo un regolamento sempre più preciso per questa disciplina, almeno nella sua accezione agonistica. Sarà inserito nel “calderone” dei regolamenti. Il gravel nasce come avventura, ma avventura e gara e non possono essere messi sullo stesso piano.
La via, dunque, va tracciata.
Massimo Ghirotto, presidente della commissione fuoristrada della Fci, ad ArgentaMassimo Ghirotto, presidente della commissione fuoristrada della Fci, ad Argenta
Massimo, ad Argenta abbiamo assistito ad una gara molto veloce, poco tecnica, ma con molto sterrato. Proprio parlando di tecnica e percorsi state valutando anche altro?
Già stiamo valutando altro, magari percorsi con più dislivello, come abbiamo visto a Quattrodio, per la Monsterrato. E chiaramente è aperta anche la questione del regolamento. Magari la prossima volta avremo un tricolore con più salita, o una gara a circuito. Un anello di 25 chilometri, così da mettere un solo punto di ristoro. Oppure un anello da 40 chilometri: si presidia più facilmente e con due punti di ristoro sei a posto. Perché poi bisogna valutare anche queste cose.
Anche Furlan ci parlava che per sicurezza e presidio occorre molto personale…
Tantissimo. E l’ipotesi di un percorso a circuito può agevolare non poco. Non solo, ma con una logistica più snella si potrebbe ipotizzare di fare due gare separate tra uomini e donne. Fare magari il sabato le donne e la domenica gli uomini.
Certo, in questo modo la gara femminile non risentirebbe della presenza degli amatori uomini…
Esatto, ma come ripeto, e come è stato detto nel debriefing, è qualcosa che stiamo imparando. Abbiamo parlato di sicurezza, logistica, service in partenza e arrivo. La presidente di giuria ha redatto una relazione favorevole. Lei stessa ha parlato di edizione zero e di una disciplina da capire.
Autonomia e gioco di squadra al minimo: nel gravel è un po’ come tornare agli albori (foto @mario.pierguidi)Autonomia e gioco di squadra al minimo: nel gravel è un po’ come tornare agli albori (foto @mario.pierguidi)
Voci fondate ci dicono che i pro’ su strada interessati a queste gare gravel vorrebbero l’assistenza al seguito: è qualcosa che è nel calderone delle vostre discussioni?
Per il momento assolutamente no. La nostra linea guida è il regolamento UCI. Se l’UCI andrà a rifare questo regolamento anche noi vedremo cosa fare. Non vogliamo ingerenze fra il regolamento nazionale e quello internazionale. Ad ora nell’offroad non è ammessa l’assistenza in corsa. E’ anche una questione di sicurezza. Un conto sono i tratti della Strade Bianche e un conto è un percorso che per oltre l’80% è su sterrato.
Tu stesso ad Argenta ci hai detto di quanto fosse bello che il corridore dovesse fare da solo. Essere autonomo. Pensi che il gravel si evolverà su questa filosofia?
C’è da capire come interpretare la questione, perché un conto è il “gravel adventure” e un conto è il “gravel race”. E mi riallaccio proprio a quanto successo a Zoccarato. Ad un certo punto lui ha avuto i crampi. Ha smesso di pedalare, ha staccato la gamba dal pedale e se l’è dovuta cavare da solo. Non aveva l’ammiraglia pronta a dargli acqua, supporto morale e quant’altro. No, si è dovuto ascoltare, ha superato da solo anche quel momento di “crisi psicologica”. A me piace perché è un ritorno alle origini. Poi credo che il gravel già adesso stia avendo uno sviluppo molto veloce. E sono sicuro che dopo il mondiale qualche pro’ ci penserà di più a provare.
Chiara Teocchi e altre donne sono state riprese dagli amatori uomini, questione sollevata anche da Ghirotto (foto @mario.pierguidi)Chiara Teocchi e altre donne sono state riprese dagli amatori uomini, questione sollevata anche da Ghirotto (foto @mario.pierguidi)
In questa evoluzione quanto incideranno gli sviluppi delle bici? Per esempio in Mtb, nel cross country si è visto un radicale cambio di percorsi: sono diventati più tecnici e così le bici…
Ritorno al discorso dell’UCI, che in questo caso ha dichiarato il gravel come “ciclismo per tutti”. E infatti alla Monsterrato, per esempio, si è vista gente con la bici da strada e altra con la Mtb. Ma chi vuol vivere l’evento con uno spirito competitivo ha una gravel. Oggi queste bici sono già ad altissimo livello. Rispetto ad una bici da strada hanno la forcella e il carro più larghi perché ci possa stare una copertura più grande, geometrie più inclinate… ma di base sono molto simili alla bici da corsa. Io ho preso in mano quella della Guarischi, per esempio, ed era leggerissima.
Quindi in che direzione potrebbero evolvere?
Più che nelle geometrie, adesso mi sentirei di dire che potrebbero evolvere in termini di meccanica: penso ai monocorona specifici, al discorso delle forature con gomme più robuste e performanti, ma non vedo stravolgimenti.
A proposito di forature, ma secondo te i pro’ le avrebbero sapute riparare le gomme? Perché, non ce ne vogliano, ma con il fatto che hanno i meccanici nei ritiri e in corsa, d’interventi ne fanno davvero pochi…
Eh – ride Ghirotto – do una risposta diplomatica! Dico loro che è meglio che facciano delle prove: potrebbero ritrovarsi a dover sostituire un copertone al volo.
Scovare paesaggi immergersi nella natura, scoprire strade nascoste e intraprendere nuove sfide. Sono le esperienze che il ciclista vuole vivere al termine di una frenetica settimana lavorativa. Il gravel è la disciplina che sta riportando il ciclista fuori dalla strada asfaltata abbassando il livello di agonismo e facendo riaffiorare il puro divertimento delle due ruote. Merida con la sua Silex 400 ha voluto racchiudere tutti questi aspetti in una sola bici alla portata di tutti.
«La Silex 400 ha più anime in una – ha detto – si presta ad essere utilizzata in gara, per viaggiare e anche per fare il tragitto casa ufficio. Ha tutti gli agganci e le predisposizioni per essere allestita con accessori e borse per la città e per il cicloturismo. E’ una bici ultraversatile con un prezzo molto competitivo».
La Silex ha un’ampia predisposizione per borse e portapacchiL’alluminio rappresenta una buona solidità che diventa complice in campo di robustezzaLa Silex ha un’ampia predisposizione per borse e portapacchiL’alluminio rappresenta una buona solidità che diventa complice in campo di robustezza
Anima avventuriera
Vederla allestita con borse aggrappate ad ogni angolo del telaio la mette in mostra come una vera e propria compagna di viaggio, solida e affidabile.
«Stiamo parlando – spiega Acquaroli – di una bici montata con una componentistica di buona gamma. La vediamo in questa occasione vestita con borse da bike packing. Da quest’anno sono sempre di più gli appassionati di ciclismo che hanno scoperto il bello di godersi una vacanza in bicicletta.
«E’ adatta per strade asfaltate e ghiaiate ma anche strade impervie e tratti scorrevoli. Queste biciclette hanno un design particolare. Quasi tutte le gravel sono di derivazione stradale. Merida invece ha scelto le biciclette da fuori strada come fonte d’ispirazione. Quindi troviamo uno sterzo più aperto, una bici più comoda e una rigidità e reattività più naturale nell’offroad rispetto alla concorrenza. Io che vengo dal fuoristrada essendo stato un professionista della Mtb devo dire che quando l’ho provata ne sono rimasto stupito. E’ una bici che ti permette molto. Portata su sterrati anche impegnativi è in grado di assecondarti e di farti divertire».
La forcella anteriore ha un disegno con finale perpendicolare al terreno per migliorare lo scarico delle vibrazioniIl freno posteriore è montato sul fodero orizzontale per una migliore dissipazione delle forze frenantiLa forcella anteriore ha un disegno con finale perpendicolare al terreno per migliorare lo scarico delle vibrazioniIl freno posteriore è montato sul fodero orizzontale per una migliore dissipazione delle forze frenanti
Geometria dalla Mtb
Con la sua moderna geometria ispirata alla Mtb, i tubi superiori sono più lunghi mentre l’attacco manubrio è più corto. Il tutto per offrire una guidabilità agile, che ispira fiducia. La maneggevolezza stabile del telaio in alluminio a triplo spessore, abbinata al gruppo GRX specifico per gravel di Shimano sono un asso nella manica di questa bici.
La forcella interamente in carbonio e la ruota 700c sono un connubio perfetto per il fuoristrada e la strada asfaltata. Il passaggio cavi è interno per un telaio pulito e facile da caricare. La geometria comfort è ideale per lunghe ore in sella.
I foderi del carro posteriore si vanno ad inserire direttamente sul tubo orizzontale abbracciando il piantoneI foderi del carro posteriore si vanno ad inserire direttamente sul tubo orizzontale abbracciando il piantone
Per ogni necessità
La gamma Silex è disponibile in due opzioni. La “classica” con ruote da 700c, la perfetta bici “all-road” che ama l’asfalto , i sentieri forestali e la ghiaia o la nuova versione più “robusta”, che può affrontare facilmente terreni più impegnativi grazie alla sua 650B più corpulenta con pneumatici da 45 mm. Entrambe le opzioni si basano sullo stesso telaio, quindi le ruote possono essere sostituite in un secondo momento.
Di serie, viene fornita con pneumatici 700x38c mentre l’altra versione con 650Bx45c. La dimensione massima dello pneumatico per le ruote 700c è di 42 mm (profilo stradale) mentre con le ruote 650B montate, è possibile utilizzare pneumatici con profilo stradale largo fino a 42 mm.
Il passaggio per gli pneumatici è molto ampio e può ospitare coperture fino a 42 mmIl passaggio per gli pneumatici è molto ampio e può ospitare coperture fino a 42 mm
Ovunque senza limiti
In linea con l’etica del design della versatilità e dell’andare ovunque, la Silex 400 è disponibile con un’ampia gamma di bagagli e accessori, tra cui borse da telaio e spaziose sacche da sella. Il telaio è dotato di attacchi per parafango sul triangolo posteriore e sulla forcella.
Dotata di perni passanti da 12 mm per la massima rigidità del telaio, facilitando però notevolmente l’allineamento delle ruote durante il montaggio. Il freno posteriore flat mount è montato sul fodero orizzontale per una migliore dissipazione delle forze frenanti e per proteggerlo da eventuali danni nel triangolo posteriore. La tecnologia del raffreddatore a disco dissipa il calore attraverso le alette di raffreddamento fresate a CNC, particolarmente importanti quando si è a pieno carico. I rapporti sono racchiusi in una guarnitura compatta 50-34 con una configurazione stradale 11-32. Il prezzo è degno di nota e uno dei suoi pregi inconfondibili, viene infatti proposta a 1.870 euro.
Non si è ancora sopito l’entusiasmo per il campionato italiano gravelche si è concluso ieri ad Argenta, che è già tempo di spostare lo sguardo verso il nuovo obiettivo: il mondiale. Sempre gravel, sempre il primo della storia.
L’appetito vien mangiando si dice. E forse, visti i volti dei corridori ieri all’arrivo, è così anche per loro. Lentamente l’interesse cresce. E, a dispetto di come dice qualcuno, non è solo questione di marketing.
Filippo Pozzato (a destra) e Angelo Furlan che ha disegnato il percorso iridatoFilippo Pozzato (a destra) e Angelo Furlan che ha disegnato il percorso iridato
Agli albori…
Ovviamente c’è ancora molto da mettere a punto. Bisogna capire bene la deriva che deve prendere il gravel. C’è chi dice che i percorsi devono essere filanti e il più possibile con bici sì gravel, ma di filosofia stradistica. E chi invece sostiene che dovrebbero essere più tecnici. Chi dice che bisogna affrontarlo in autonomia totale e chi invece con più assistenza.
A definire il tutto sarà il tempo, ma noi intanto ci rivolgiamo adAngelo Furlan, braccio di destro di Filippo Pozzato nell’organizzazione del mondiale gravel di Cittadella del prossimo 8-9 ottobre.
La volta scorsa proprio con Pippo e Furlan eravamo andati alla scoperta del percorso che appunto assegnerà la prima maglia iridata di questa specialità. Stavolta torniamo sì ad analizzare il tracciato, ma con un occhio lungo anche sulla questione dell’assistenza e delle feed zone.
Uno dei primi single track in discesa nella zona dei Colli BericiUno dei primi single track in discesa nella zona dei Colli Berici
La creatura di Furlan
Il percorso, tutto sommato veloce, da Vicenza porta a Cittadella, toccando prima i Colli Berici, per un totale di 194 chilometri.
«Questa – racconta Furlan, ex pro’ e anche ex praticante di bmx e mtb – è la mia creatura e lo dico con orgoglio. Alle spalle ci sono state 800 ore di lavoro per tracciarlo. Ma ogni volta era un’emozione. Sono le mie strade, quelle di casa. Quelle che battevo sin da quando ero un corridore.
«In qualche modo, non me ne vogliano i puristi, ma io il gravel lo facevo già 15 anni fa. A metà stagione iniziavo ad annoiarmi e così per trovare stimoli montavo cerchi a basso profilo, copertoni un po’ più larghi e mi buttavo con la bici da strada sugli sterrati.
«Quando Pippo (Pozzato, ndr) mi ha detto di questa opportunità non ci ho pensato due volte e mi sono subito messo a lavoro. E’ il nostro territorio e abbiamo l’opportunità di mostrarlo al mondo».
E il risultato si è visto e si vedrà. Il fatto che a disegnare il percorso sia stato uno stradista che però aveva l’offroad dentro è significativo. Il tasso tecnico, specie nella parte iniziale, 15-20 chilometri, verso i Colli Berici non manca. Nulla d’impossibile chiaramente, ma si parla pur sempre di single track. Di sentieri più stretti.
«Tra Vicenza, Padova e Cittadella trovare certe strade non è stato facile. Non siamo nel deserto dell’Arizona, è un’area fortemente urbanizzata. Però alla fine abbiamo il 70% del percorso su sterrato. Ma per me è di più questa percentuale, in quanto l’UCI considera i tratti cementati o di stradine rovinate come asfalto. Vi assicuro che si fanno sentire anche quelle, pertanto è oltre l’80-85%».
Per Furlan il fondo della Foresta di Arenberg alla Roubaix (viste anche le alte velocità) è più sconnesso di molti tratti tecnici del mondialePer Furlan il fondo della Foresta di Arenberg alla Roubaix è più sconnesso di molti tratti tecnici del mondiale
Corsa dura
Sentieri che tra l’altro arrivando all’inizio potranno subito incidere sull’andamento tattico della corsa e spezzettare il gruppo.
«Chiaro – riprende Furlan – che rispetto al ciclocross o alla mtb ci sono meno curve e parecchi drittoni, ma il gravel è questo, è anche un viaggio. E’ un’altra cosa. Però io sono convinto che uscirà ugualmente una corsa molto dura. Guardate ieri ad Argenta: il quarto ha preso quasi dieci minuti e il settimo un quarto d’ora. Anche per questo il tracciato che inizialmente doveva misurare 220 chilometri è stato accorciato un po’.
«Potranno emergere corridori con diverse caratteristiche metaboliche e questo è un aspetto curioso. Noi in Italia siamo legati alla figura dello scalatore e pensiamo che per fare una corsa dura bisogna mettere salite. In realtà non è solo così.
«Qui conta la resistenza: potrebbe vincere un uomo del Nord, per esempio una Foresta di Areneberg è ben più sconnessa dei tratti sterrati che s’incontreranno al mondiale, oppure un uomo da grandi Giri. Un cronoman che sa tenere alti wattaggi per lungo tempo. Se mi chiedeste su chi punterei tra un biker e uno stradista, risponderei sullo stradista».
Ieri all’italiano gravel Fontana (in foto) e altri sono partiti con le tasche piene per affrontare l’intero tracciato (foto @mario.pierguidi)Ieri all’italiano gravel Fontana (in foto) e altri sono partiti con le tasche piene per affrontare l’intero tracciato (foto @mario.pierguidi)
Discorso ristori
Prima Furlan ha parlato di viaggio. In effetti il gravel nasce come avventura, come viaggio. Non è un caso che sulle bici ci siano le predisposizioni per l’alloggiamento delle borse. In questo caso è una gara e le borse non servono. Però resta centrale il discorso sull’autonomia. O semi-autonomia che si riscontra negli eventi gravel agonistici. Anche alla Monsterrato, unica prova di qualificazione per l’Italia, erano presenti dei punti di ristoro.
Il tutto legato ad un regolamento che si sta scrivendo (nel vero senso della parola) e che si dovrà definire col tempo a “suon d’esperienza”, se così possiamo dire.
«Il discorso dell’assistenza – dice Furlan – è in via di definizione. E’ una pagina bianca se vogliamo, perché l’UCI sta scrivendo il regolamento in questi giorni. Posso dire che di tanto in tanto (all’italiano era massimo ogni 25 chilometri, ndr) ci saranno delle zone di ristoro e di assistenza (feed zone). Ma di base i corridori dovranno essere autonomi. Pertanto dovranno partire con il necessario per i rifornimenti e il necessario per una prima assistenza tecnica».
«In più noi dell’organizzazione metteremo a disposizione delle moto e ci stiamo mettendo d’accordo con l’UCI per stabilirne il numero e le modalità. In apertura ci sarà invece un quad. Non ci potranno essere moto delle nazionali. Mentre è da definire chi allestirà il “tavolo” del ristoro, se l’organizzazione o la nazionale stessa».
Ancora da definire nei dettagli, ma al mondiale saranno presenti delle moto assistenza. Qui la Serenissima Gravel dello scorso annoAncora da definire nei dettagli, ma al mondiale saranno presenti delle moto assistenza. Qui la Serenissima Gravel dello scorso anno
La sicurezza
Un aspetto che non è affatto secondario in questo mondiale gravel è la sicurezza. Sulla falsariga di quel che accade nel cross country e ancora di più nella downhill, tutto il percorso dovrà essere a vista d’occhio, almeno nei passaggi più tecnici o “pericolosi” come un single track, o il transito vicino ad un fiume.
«In pratica – spiega Furlan – dove finisce il campo visivo di un assistente del percorso, deve iniziare quello dell’assistente successivo. Questo implica un grande dispiegamento di forze, molto più di una gara su strada. In questo modo i ciclisti non sono mai da soli e l’assistente può intervenire in caso di caduta.
«E poi presumo ci sarà da “fermare” tutti gli utenti che nel weekend sono abituali fruitori delle ciclabili e dei lungo fiume per passeggiare. E non sarà così facile!».