Il motore di Fiorelli ai raggi x: velocista o cacciatore?

15.07.2022
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Partiamo da una frase di Giovanni Visconti: «Filippo Fiorelli non è un velocista puro, deve puntare a corse più mosse e ad andare in fuga». Qualche giorno dopo il bravo corridore della Bardiani Csf Faizanè ha vinto una corsa… in volata.

Vogliamo capire di più. Vogliamo capire quanto realmente Fiorelli sia uno sprinter, quanto sia grande il suo motore e come sta lavorando. E a dircelo è Paolo Alberati, il suo preparatore, non solo il suo manager.

Paolo Alberati con Filippo Fiorelli (classe 1994)
Paolo Alberati con Filippo Fiorelli (classe 1994)
Paolo, un tema che ti è caro: Filippo Fiorelli. Che corridore è?

Spesso mi prendono in giro perché l’ho sempre presentato come un corridore “alla Bettini” e non come un velocista. Ma come – mi dicevano – tu alleni uno scalatore e poi questo ragazzo vince le volate? E così, piano piano ho dovuto cambiare il tiro.

Quanto è grande il suo “motore”?

Il motore di Filippo è un bel motore, soprattutto è molto resistente. Lui dopo tante ore non cala. A volte ci siamo chiesti con Marcello Massini, che è il suo (e il mio) mentore, se il misuratore non fosse starato! Perché escono valori molto alti. 

Beh, che sia forte si vede…

Se si va ad osservare gli istogrammi che emergono da Trainingpeaks ci sono valori molto buoni, sia personali che rapportati ad altri corridori del WorldTour. Valori ottimi nei 5′, nei 6′, nei 10′ massimali… E diresti che come caratteristiche è appunto un Bettini. In più è molto forte sul picco dei 5”. Filippo tocca i 20-21 watt/chilo. I velocisti del Giro e del Tour, tanto per dare un parametro di riferimento, vincono gli sprint con 22-23 watt/chilo. Filippo ha un picco intorno ai 1.400 watt.

Fiorelli è un ottimo sprinter perché ha uno spunto veloce ed è abile nella guida, ma le sue caratteristiche naturali non sono da velocista
Fiorelli è un ottimo sprinter perché ha uno spunto veloce ed è abile nella guida, ma le sue caratteristiche naturali non sono da velocista
Una potenza massima molto buona, ma forse insufficiente per vincere una volata di gruppo?

Le volate di gruppo che ha vinto non sono state contro un Groenewegen, ma a capo di corse piuttosto lunghe. Filippo che siano tre, cinque o sette ore le ha vinte perché non serviva un super spunto di velocità. Perché, come detto, cala di meno. Bisogna capire come arriva alle volate.

Cioè?

Io osservo i suoi grafici. In un arrivo di gruppo di solito fa tre volate. Una ai -4 per portarsi nelle prime 20 posizioni. Una agli 800 metri per trovare la ruota giusta. E una, la volata finale, che il più delle volte fa a ruota. Perché sin qui di volate di “faccia” ancora non ne ha fatte, almeno a certi livelli. E quindi qual è il mio parere? 

Vai, spara!

Se Filippo pesasse come pesava da dilettante, vale a dire 66 chili, sarebbe un atleta che sugli strappi somiglierebbe davvero ad un Bettini e in volate da venti corridori vincerebbe facile. Chi lo batte con quello spunto? I venti atleti che restano davanti su uno strappo di 1,5 chilometri al 15% non sono i velocisti puri. Potresti avere forse un Sagan in condizione.

Filippo Fiorelli fa il ritiro sull’Etna, ma si allena il più delle volte in basso
Filippo Fiorelli fa il ritiro sull’Etna, ma si allena il più delle volte in basso
E allora perché non ci si è concentrati su questo aspetto? Perché è sembrato più uno sprinter che uno scattista da classiche?

Il problema è che da quando è passato professionista non ha mai avuto quel peso. E’ sempre stato sui 68,5-69 chili. Anzi, in un Giro è partito a 67,5 e lo ha finito ad oltre 70.

Un peso maggiore, non tanto nel caso del Giro che hai riportato, ma in generale è dovuto ad una questione di alimentazione o anche di preparazione? Per esempio più palestra, più muscoli…

E’ questione di alimentazione. E’ ragionevole pensare che da pro’ non possa correre e vincere corse dure come quando era dilettante.

Perché no?

Perché il suo peso forma è di 66,5 chili. Non renderebbe al di sotto… tra i pro’. Il problema, come detto, è che non ci ha mai corso con quel peso. Se ne rende conto. Lo sa. Quest’anno ha iniziato a lavorare con Iader Fabbri, il nutrizionista, ed in effetti si è visto più pimpante, anche in tappe più dure. Io credo che il vero motore di Filippo si possa vedere quando è a 66 chili.

E’ un peccato che non ci sia arrivato…

E’ un peccato. Non voglio neanche passare per il preparatore fissato col peso, ma ormai si lavora sui “millimetri” e tutto ciò conta. Faccio un esempio: avere nei 6′ di sforzo 6,7 watt/chilo o averne 6,95 (che sarebbe la differenza fra il suo peso attuale e il suo peso forma) cambia molto. Significa non arrivare in volata con 20 corridori, ma arrivarci con 60. E in quei 60 ci sono due velocisti che ti battono. 

I margini ci sono?

Sì, Fiorelli a 67,5 chili è all’8,5% di massa grassa e quindi può limare tranquillamente. Può arrivare al 7% e ci sta che poi non fai più le volate di gruppo. Ma quando in una stagione ha vinto tre corse, o tre sprint ristretti credo che abbia fatto il suo. Meglio che aver fatto dieci volte settimo in volate di gruppo. In più se si resta in venti e vince quelle corse si presuppone che batta corridori forti. Sia chiaro non lo sto rimproverando. Con Filippo viaggiamo sulla stessa linea d’onda. Stiamo capendo insieme come riuscire a risolvere questo problema.

Dalla Valle Sibiu 2022
Al Sibiu Cycling Tour Fiorelli ha vinto. La volata di gruppo, aprendo di nuovo i “dubbi” sulle sue caratteristiche (foto Max Schuz)
Dalla Valle Sibiu 2022
Al Sibiu Cycling Tour Fiorelli ha vinto. La volata di gruppo, aprendo di nuovo i “dubbi” sulle sue caratteristiche (foto Max Schuz)
Hai detto che è consapevole: questo è importante…

Lui ci ha anche provato prima del Giro del 2020 a perdere peso. In 14 giorni ha buttato giù cinque chili. Il problema è che poi aveva i crampi. Un calo di peso così rapido non va bene. Significa non mangiare e se non mangi non ti puoi allenare bene. Stavolta l’abbiamo presa più alla lunga.

E adesso?

Dopo il Sibiu ha staccato. Una settimana di fermo totale e una tranquilla. Poi andrà sull’Etna. Però ci arriva con un paio di chili in meno dello scorso rispetto allo stesso periodo. Partiamo meglio. Riprenderà a correre al Tour du Limousin a metà agosto. 

Hai parlato dell’Etna, Paolo: ma l’altura serve ad un velocista? O meglio, a questo tipo di corridore? Tanto più che lui risale in quota in bici…

Prima del Giro abbiamo cambiato la sua altura. Di questo ne ho ragionato anche con il cittì Bennati, che conosco benissimo visto che per dieci anni ci siamo allenati insieme. E tra le cose che abbiamo cambiato c’è stata proprio quella di non scendere e risalire in bici. Non gli serve. Filippo lo fa in macchina. Lavoriamo nella piana di Catania, anche dietro moto, facendo delle volate fuori scia o semplicemente tenendo la ruota quando la strada sale, volate che terminano su uno strappo. Simuliamo le condizioni che trova un velocista quando esce di ruota e incontra il muro d’aria. Usiamo la salita per rientrare solo quando deve fare delle sedute di forza, le SFR. E anche queste sono cambiate. Non sono più da 4′, ma molto più lunghe. Quindi non è più un’altura da scalatore.

Fiorelli sulla strada dell’Etna che porta ai 3.000 metri che fa con la mtb elettrica (immagine da video)
Fiorelli sulla strada dell’Etna che porta ai 3.000 metri che fa con la mtb elettrica (immagine da video)
Insomma bisogna tirare fuori lo scattista veloce?

Esatto, non voglio trasformarlo in scalatore! Fiorelli fa l’altura perché dormire a 2.000 metri ha i suoi vantaggi, tanto più sull’Etna che senza vegetazione è come stare a 2.400-2.500 metri sulle Dolomiti. La saturazione è leggermente più bassa. In più c’è il vantaggio che con una bici elettrica può salire fino a quota 3.000 metri. E quello è il vero beneficio. 

Perché con una bici elettrica?

Perché lo puoi fare senza eccessiva fatica. E poi serve la mtb perché è sterrato. Riesci a fare il giusto lavoro di ossigenazione. Serve infatti un’intensità bassa (sui 130-140 battiti), altrimenti a quelle quote intossichi solo il muscolo. Non a caso Filippo esegue queste sedute nei giorni di scarico oppure dopo le sedute di forza in pianura. Risale in macchina e completa l’allenamento con questa pedalata al altissima quota. E poi c’è un altro vantaggio dell’Etna, ma anche del Teide.

Quale?

Che puoi beneficiare della quota, ma ti puoi allenare in basso, a 300 metri di altezza. Quindi non hai problemi di adattamento prima e dopo: nei primi giorni di corsa sei subito competitivo. Senza contare che non passi da 15° a 35°.