Carlos Verona, dalla Vuelta al mondiale gravel

09.10.2022
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Protagonista oppure no, Carlos Verona è un altro stradista che ha risposto presente al primo mondiale gravel UCI. Lo abbiamo incontrato e pedalato con lui.

Una Canyon Grail CF SLX in taglia large presa in mano dopo la Vuelta, con la trasmissione elettronica e la corona singola davanti. Ma vediamo le curiosità principali della bici del corridore iberico.

Abbiamo intervistato un Verona entusiasta di essere al Mondiale Gravel
Abbiamo intervistato un Verona entusiasta di essere al Mondiale Gravel

Con la bici e un po’ di normalità

«Dopo la Vuelta – dice – mi hanno consegnato la Canyon Grail, ho speso qualche giorno per sistemarla al meglio in base alle mie caratteristiche. Ho utilizzato la bici gravel anche per scaricare un poco l’impegno della Vuelta. Normalmente sono concentrato solo sulla bici da strada e sulla crono. In questo ultimo mese non ho mai abbandonato la bicicletta, ma è pur vero che mi sono goduto la famiglia e anche un po’ di normalità, che per noi corridori è sinonimo di bella vita».

«Se alla partenza riuscirò a stare con i migliori allora mi impegnerò fino al termine della gara, se invece soffrirò e farò fatica, come è probabile che avverrà, allora mi farò da parte e mi godrò la giornata in uno scenario che mi piace molto. Correre in Italia mi stimola e mi da sempre emozioni particolari e, questo è il primo mondiale gravel».

La Grail CF SLX nel dettaglio

Verona ha mantenuto il cockpit integrato full carbon double-deck, quello con la doppia barra orizzontale. C’è una trasmissione Sram Red eTap AXS, con 12 rapporti posteriori (i pignoni sono XPLR) e una monocorona (piena) da 46 denti. C’è il power meter Quarq. Una particolarità: Verona ha voluto i due pulsati aggiuntivi per cambiare, posizionati su una delle due barre dritte del manubrio.

Le ruote sono le Zipp 303 Firecrest con i tubeless Continental da 40. Nel corso della pedalata, dopo il primo tratto, quello più tecnico del tracciato, l’atleta si è fermato per abbassare la pressione, portata intorno alle 2,5 bar posteriori e 2,2 anteriori.

La sella è una Fizik Terra Argo con rails in lega. Il reggisella è il Canyon full carbon con lo stelo sdoppiato, flessibile e smorzante.

Stradista con scarpe da offroad

Al contrario di molti suoi colleghi stradisti, l’atleta della Movistar ha montato dei pedali off-road e relative calzature Fizik dedicate al fuoristrada.

Modolo, dagli sprint in Croazia la spinta per il gravel

08.10.2022
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Tra i protagonisti del mondiale gravel del fine settimana ci sarà anche Sacha Modolo. Saranno tanti gli italiani presenti alla sfida in Veneto, quel che differenzia un po’ la presenza della Bardiani CSF Faizané è il suo cammino di avvicinamento, privo di appuntamenti specifici a parte il tricolore di Argenta chiuso al secondo posto e passato continuando a fare quel che è il suo lavoro: le corse professionistiche.

Il veneto è reduce dal Cro Race, la gara a tappe croata dove non è certo stato una comparsa ma che gli ha lasciato anche un brutto ricordo: «Mi sono preso un brutto raffreddore che non è la cosa migliore da portarsi dietro a pochi giorni da un mondiale. Niente comunque che non si affronti, ma sarebbe stato meglio non ci fosse stato…».

Il podio tricolore di Argenta con Modolo terzo vicino al compagno di team Zoccarato
Il podio tricolore di Argenta con Modolo terzo vicino al compagno di team Zoccarato
Sei più salito su una gravel da Argenta in poi?

No, sia perché sono stato impegnato, sia perché avevo notato alcuni problemi alla corona e ai rapporti e così ho lasciato la bici al mio meccanico di fiducia, l’ho ritirata appena tornato dalla Croazia.

Come ti avvicini all’evento iridato?

Come a una gara normale. Se devo basarmi sul tricolore, mi aspetto una gara corsa più come una prova su strada, senza che ci sia selezione subito. Se non ci fossero salite, potrebbe anche esserci una soluzione con volata ristretta.

Ti sei già fatto un’idea di che gara sarà?

No, devo studiare il percorso, ma quando si parla di gravel è sempre un’incognita. Con sentieri stretti e single track sarebbe più simile al fuoristrada, tipo una marathon di mtb. Con strade più larghe è più difficile che la corsa sia subito all’insegna della selezione, che sia una sfida uno contro uno com’è stato ad Argenta.

Modolo sullo sterrato al Giro di Danimarca. La sua esperienza nell’offroad è molto limitata
Modolo sullo sterrato al Giro di Danimarca. La sua esperienza nell’offroad è molto limitata
Come sei arrivato a questa avventura, avevi esperienza nel fuoristrada?

Mai gareggiato nell’offroad. Avevo fatto un po’ di pista quasi dieci anni fa e ricordo che Villa in quelle pochissime uscite mi disse che avevo colpo d’occhio. Se rinascessi farei pista e strada come avviene ora. Ho a casa la mtb, la uso per qualche purtroppo rara uscita con gli amici oppure per allenarmi in alternativa alla strada, quando sento un po’ di rifiuto e quindi preferisco fare qualcosa di diverso.

La Croazia ha detto che la condizione c’è…

Effettivamente stavo bene, infatti me la sono giocata in ogni volata e mi spiace soprattutto per la prima tappa, ma ho trovato un Milan davvero monstre, non c’era nulla da fare. Prima per una ragione o l’altra non andavo mai, infatti mi sono messo a disposizione degli altri come con Fiorelli al Giro. La condizione è arrivata con l’estate, anche a Plouay avevo davvero una gran gamba ma ho forato due volte e non sono riuscito ad emergere e giocarmi le mie carte.

Modolo seminascosto dalla sagoma di Milan che lo precede nella prima tappa in Croazia
Modolo seminascosto dalla sagoma di Milan che lo precede nella prima tappa in Croazia
Il campionato italiano gravel che sensazioni ti ha dato, al di là del risultato?

Puro divertimento. Non c’è tattica, non c’è grande gioco di squadra, entri sullo sterrato a tutta e te la giochi con gli altri sulla base di quello che hai. Si fa fatica, questo è sicuro, per questo spero che domenica non sia una gara tirata sin dall’inizio. E’ una specialità dove conta tanto la tecnica: ad Argenta mi sono ritrovato insieme a Colledani, che viene dalla mtb, in discesa la differenza era abissale e infatti recuperava molto.

La gravel secondo te è una specialità più vicina alla strada o alla mtb?

Con chilometraggi da 200 circa più per stradisti, perché alla lunga diventano fondamentali le doti di resistenza, i biker dopo un paio d’ore iniziano a soffrire e quindi quelle differenze tecniche si annullano ed emerge l’abitudine allo sforzo che noi acquisiamo. Dipende molto da che direzione si intende dare alla specialità.

Dopo un Giro d’Italia opaco, il veneto ha ritrovato verve e vuole chiudere l’anno con un buon risultato
Dopo un Giro d’Italia opaco, il veneto ha ritrovato verve e vuole chiudere l’anno con un buon risultato
Da questo punto di vista che opinione ti sei fatto?

E’ da capire se s’intende mantenere l’impostazione attuale che è vicina a noi stradisti, se si scelgono distanze più corte per avvicinarle alle prove della mountain bike o se si sceglie una strada propria, come negli Usa con competizioni di oltre 300 chilometri con un sapore più avventuristico ed escursionistico. Io credo che in quel caso si accelererebbe un processo di specializzazione che alla lunga escluderebbe le altre specialità. C’è però un altro fattore…

Quale?

L’evoluzione dello sport insegna che si tende a generare gare sempre più brevi, perché siano più appetibili televisivamente e da parte di chi guarda. La gente, lo vedo anche per la strada, vuole gare che durino meno tempo e avere magari più passaggi dei corridori a cui assistere. Credo quindi che la crescita del movimento seguirà queste linee guida.

“No matter the season”: Alé pronta a sfidare il freddo

08.10.2022
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“No matter the season”: è questo l’efficace slogan che caratterizza il lancio della nuova collezione d’abbigliamento cycling autunno-inverno 2022/2023 proposta da Alé.

Il conosciuto brand veneto, coordinato da Alessia Piccolo, ha difatti recentemente presentato ai media, e poi lanciato ufficialmente attraverso i propri canali e profili social sul web, la linea autunno-inverno per la stagione che stiamo affrontando: una collezione davvero molto completa e caratterizzata da capi traspiranti, protettivi e confortevoli in qualsiasi condizione climatica. E come spesso avviene quando si considerano le novità di prodotto Alé, anche in questo caso stile e colore si abbinano al massimo dell’ingegneria tessile oggi disponibile sul mercato, con l’obiettivo dichiarato del produttore di offrire maglie, calzamaglie, giacche, capi intimi ed accessori in grado di esaltare la performance del ciclista, e delle cicliste, indipendentemente dalle temperature e dal meteo.

Ecco la linea Gravel

Come anticipato, il tema della nuova collezione è “No matter the season”, ovvero un chiaro invito a pedalare e a godere della propria passione per il ciclismo senza preoccuparsi della stagione… al resto ci pensa Alé.

Come d’abitudine, la collezione Alé si divide in sei macro-famiglie. R-EV1 è la “capsule collection” che offre il meglio della tecnologia tessile. Klimatik, invece, è la linea apposita per proteggersi al top contro qualsiasi tipologia di clima. PR.S è derivata direttamente dalla collaborazione con i professionisti per uno stile… ad altissime prestazioni, mentre PR.R, ideale per il personalizzato team, ha un “fitting racing”, ergonomico e caratterizzato da tecnologie molto innovative.

I capi di Alé sono altamente tecnici e ottimi per affrontare qualsiasi clima
I capi di Alé sono altamente tecnici e ottimi per affrontare qualsiasi clima

Solid è la collezione più essenziale, in grado di combinare colore, grafica e confort. Per concludere – e grande novità di quest’anno – ecco presentarsi Offroad Gravel, la specifica linea rivolta alla pratica su sterrato e strade bianche.

L’intera collezione autunno-inverno 2022/2023 Alé è già disponibile sia online, sul web ufficiale del maglificio veronese, quanto presso la diffusa rete dei rivenditori autorizzati.

Alé

L’inverno a Cogne: tra natura, gravel e tradizione

06.10.2022
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La Valle di Cogne è una gemma che brilla 365 giorni all’anno, piena di vita e di attività sportive tra cui scegliere. Anche il paese, incastonato nell’omonima valle, ha deciso di accogliere il grande movimento delle due ruote. E se d’estate si pedala in sella alla mountain bike e alla bici da strada, l’inverno diventa il periodo preferito per gli amanti del gravel. La nuova disciplina che ha stregato tutti, ha catturato anche Paolo Mei, noto speaker del Giro d’Italia e biker dagli anni ‘90, nativo proprio di Cogne.

Lo spettacolo di Cogne e della sua valle coperte dalla neve
Lo spettacolo di Cogne e della sua valle coperte dalla neve

Un territorio da scoprire

Ci mettiamo a “ruota” di Paolo Mei per scoprire la Valle di Cogne, tra sentieri e bici: il binomio perfetto per perdersi all’interno del Parco Nazionale Gran Paradiso.

«La premessa principale da fare – ci dice subito – è dire che ci troviamo a 1.500 metri sul livello del mare. Il gravel, a questa altitudine, subisce un vero e proprio ridimensionamento, viene a mancare tutta la parte della pianura e degli argini. Bisogna ritornare alle origini, per me il gravel nella Valle di Cogne è una rivisitazione della mountain bike anni ‘90. Esiste la libertà di scegliere il percorso che più ci aggrada e di “perderci” tra i sentieri. E ce ne sono davvero parecchi!».

La Valle di Cogne offre spettacoli immensi agli amanti del gravel e delle pedalate off-road
La Valle di Cogne offre spettacoli immensi agli amanti del gravel e delle pedalate off-road

Il Paradiso del gravel

«La Valle di Cogne – riprende Paolo – è il paradiso del gravel per come lo intendo io, spesso mi capita di fare gli stessi percorsi di quando mi allenavo in mountain bike. Il gravel nelle mie zone lo definirei un “gravel alpino” con scenari unici ed innumerevoli percorsi. Non è raro andare sopra i 2.300 metri di quota. Cogne è il comune più esteso della Valle d’Aosta, è facile trovare colli alti e tutti ciclabili come il Colle Finestra, il colle di Pontonnet o il Colle dell’Invergneux. Tra le altre attrazioni per gli amanti del fuoristrada c’è la discesa del Grauson che è una delle più famose del mondo, sono ben 17 chilometri di single track».

Questo territorio è considerato il paradiso per gli amanti dello sci di fondo grazie alle numerose piste presenti
Questo territorio è considerato il paradiso per gli amanti dello sci di fondo grazie alle numerose piste presenti

Le strade del ciclismo

La Valle di Cogne non è solamente un posto magico per pedalare, ma anche per chi ama lo sport invernale. Qui bici e sci di fondo vanno a braccetto. Non è raro che le stesse piste battute dalle ruote grasse, appena cadono i primi fiocchi di neve, siano cavalcate dagli sciatori.

«Per chi ama il gravel più “canonico” – conclude Mei – c’è la possibilità di pedalare sul percorso della MarciaGranParadiso, famosissima gara di sci di fondo. Lo stesso terreno, in estate, diventa lo scenario della GranParadisoBike. Si tratta di un percorso veloce che tocca molte frazioni. Si parte da Valnontey, poi si passa per Lillaz, dove è terminato il Giro quest’anno. La terza frazione toccata è Gimillan dove nel 1999 si concluse la seconda tappa del Giro delle Regioni, nella quale Ivan Basso ottenne il secondo posto, ed infine tocca anche la frazione di Epinel, dove abito».

Per chi ama camminare è possibile immergersi nella natura anche in pieno inverno grazie alle ciaspole (foto Stefano Brigidini)
Grazie alle ciaspole è possibile immergersi nella natura anche in pieno inverno (foto Stefano Brigidini)

Sci di fondo e attività alternative

La Valle di Cogne è considerata la regina dello sci di fondo, all’interno del suo territorio sono presenti 80 chilometri di piste e ben 12 percorsi ad anello. Le piste del comprensorio sciistico di Cogne si sviluppano sulle pendici boscose del Montseuc, con la possibilità di immergersi completamente nella natura. A Cogne è possibile trovare anche lo svago giusto per le famiglie, in centro al paese, infatti, si trova lo Snow Park, dedicato al divertimento dei più piccoli.

Per chi ama perdersi all’interno della natura, immergendosi totalmente nei suoi silenzi e nelle sue emozioni, trova nella Valle di Cogne un perfetto alleato. Gli animi più avventurosi possono mettersi gli sci in spalla e praticare sci alpinismo, un connubio perfetto tra natura e sport. Cogne è pronta ad accogliere tutti, anche coloro che preferiscono camminare anche quando la neve si fa fitta. Il cramponnage, ovvero le camminate con ai piedi i ramponi, vi porteranno ovunque vogliate. Così come le più classiche ciaspole, con cui percorrere suggestivi itinerari accessibili anche ai più piccoli.

Una bella fetta della tradizione della Valle di Cogne passa dalla gastronomia, piatti semplici ma estremamente gustosi
Una bella fetta della tradizione della Valle di Cogne passa dalla gastronomia, piatti semplici ma estremamente gustosi

Tutti a tavola

Lo sport va di pari passo con la gastronomia, la Valle di Cogne da questo punto di vista offre numerose tradizioni tutte da scoprire con le gambe sotto al tavolo. I piatti proposti nascono da tradizioni autentiche, proprio come questa valle, abitata fin dai tempi più antichi. I piatti da provare sono numerosi, alcuni dei più famosi sono: la Seupetta (a base di pane, fontina e riso), la Favò (zuppa con pasta, fontina, pane nero abbrustolito nel burro, salsiccia, pancetta e gustosissime fave), o la Carbonada (spezzatino di manzo cotto nel vino e accompagnato da polenta). Per i più golosi ci sono anche i dolci, come la Crema di Cogne o il Mecoulin. Tutte queste prelibatezze possono essere scoperte e gustate all’interno delle antiche brasserie di Cogne, luoghi magici dove il sapore della tradizione incontra proposte ed influenze attuali. 

Cogne

Challenge Gravel Grinder, la gomma veloce

03.10.2022
4 min
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Challenge Gravel Grinder TLR è un’altra novità che entra nel portfolio Challenge, un tubeless fatto a mano perfettamente compatibile anche con i cerchi hookless.

Il suo design è mutuato in parte dal modello road Paris-Roubaix, in parte dallo pneumatico cx Limus, specifico per le condizioni fangose. Lo abbiamo provato.

Pneumatico pieghevole e con un’elasticità pronunciata
Pneumatico pieghevole e con un’elasticità pronunciata

Gravel Grinder, come è fatto

La costruzione è la classica Challenge, ovvero quella con il battistrada applicato e vulcanizzato sulla carcassa (SmartPlus con mescola specifica per il gravel). Questa ha un doppio strato con 260Tpi (fili per pollice quadrato). La carcassa prevede anche degli inserti con fili di aramide. L’interno dello pneumatico ha uno “velo”, una sorta di applicazione impermeabilizzante, particolarmente efficace ed utile alla longevità dello stesso pneumatico.

C’è un inserto protettivo PPSGanzo in multicomponente tra battistrada e carcassa, leggero e flessibile, che ha il compito di irrobustire e non influisce in maniera negativa sulla forma della gomma.

Ovviamente il Gravel Grinder fa parte della categoria TLR, è tubeless. La sottile fascia di colore nero, posizionata sul cerchietto è ruvida al tatto e ha il compito di rendere ermetico l’abbinamento tra cerchio e gomma.

Ha una forma arrotondata con una battuta a terra non eccessiva nella sezione centrale. Qui il battistrada ha una sorta di disegno diamantato, con tanti piccoli tasselli ravvicinati. Questa sezione è separata dai lati che prevedono dei ramponi più alti e abbondantemente separati tra loro. Proprio ai lati il richiamo al Limus da ciclocross è reale.

Alcuni dettagli

Lo abbiamo provato nella sezione 700×40, ma il Challenge Gravel Grinder è disponibile anche con larghezze da 33 e 36 millimetri. Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 461 grammi, molto leggero se consideriamo la categoria ed ha un prezzo di listino di 77,90 euro.

Il nostro test

Una gomma velocissima, adatta ai terreni duri e compatti, polverosi ed erbosi, ma anche in quei tratti dove il manto risulta inconsistente e la parte sottostante è dura. Per completezza d’informazione, abbiamo usato il Gravel Grinder con un range di pressioni comprese tra 1,8 e 2,2 atmosfere. Il nostro peso è di 66 chilogrammi.

Per uno pneumatico come il Challenge Gravel Grinder è fondamentale gestire le pressioni di esercizio. Perché scriviamo questo? Perché il Gravel Grinder non ha un potere ammortizzante accentuato, complice il battistrada risicato nella parte centrale. Questo fattore obbliga a sfruttare a pieno le peculiarità elastiche della carcassa e anche lo scivolamento della gomma nelle fasi di curva, proprio come accade in ambito ciclocross. Quei tasselli esterni mutuati dal Limus offrono un grip inaspettato sulle contropendenze, con terreno asciutto e anche sull’erba umida da rugiada mattutina.

La combinazione perfetta

Il Challenge Gravel Grinder è una gomma abbastanza specifica e le sue potenzialità vengono sfruttate a pieno da un’utenza esperta e con un po’ di braccio nei tratti tecnici. Montata sulla ruota dietro offre delle performances eccellenti, su quella davanti è esigente e richiede una alta concentrazione durante i cambi di direzione repentini (e le discese smosse).

La combinazione con il Getaway (montata sull’anteriore) offre degli spunti particolarmente interessanti, grazie a velocità, leggerezza e il giusto mix che considera anche lo sfruttamento degli appoggi in curva.

Il disegno differenziato del battistrada
Il disegno differenziato del battistrada

In conclusione

Il Challenge Gravel Grinder è uno pneumatico per gente esperta, che ama andare veloce anche sullo sterrato ed è capace di sfruttare lo scivolamento della stessa gomma. Non è un prodotto versatile. Anzi, è specifico per condizioni di secco e duro, un fattore che fa entrare in gioco la capacità del rider nella configurazione e personalizzazione del mezzo.

E’ uno pneumatico da gara e anche per questo motivo giustifichiamo un prezzo di listino elevato, tenendo ben presente che è un prodotto dalla qualità elevatissima, difficilmente riscontrabile su altre gomme di questa categoria che non prevedono la vulcanizzazione del battistrada.

Challenge

Far Gravel… che goduria con la Cannondale Topstone

30.09.2022
7 min
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Metti un fondo erboso, coltivazioni di angurie, vigneti, campanili, canali, campi sterminati e un cielo basso, tanto l’orizzonte è ampio. E nel mezzo noi, su una delle gravel bike più desiderate: la nuova Cannondale Topstone Carbon 2.

Per un weekend, Argenta cittadina nelle vaste pianure del Parco del Delta del Po, si è trasformata in capitale nazionale del gravel. La domenica il campionato italiano e il sabato la Far Gravel, evento non competitivo al quale hanno preso parte oltre 500 appassionati. E tra questi c’eravamo noi, che con altri colleghi, abbiamo potuto saggiare sul campo le qualità della Topstone Carbon 2.

Si parte! Cannondale ci regala questa avventura nella “Bassa” (foto Andrea Sabbadin)
Si parte! Cannondale ci regala questa avventura nella “Bassa” (foto Andrea Sabbadin)

Carro e carbonio…

Il percorso era totalmente pianeggiante. Uniche asperità le rampe degli argini che da quelle parti sono molto alti, tanto che servivano un paio di tornanti per raggiungerne la “vetta”. Ma questo non ha reso meno interessante il nostro approccio all’ultima versione della Topstone. Anzi…

E sì, perché i fondi sui quali abbiamo messo le ruote erano variegati: asfalto rovinato (forse il fondo più “antipatico”), terra battuta, erba, strada bianca e un po’ di fango.

Una fase di conoscenza della nuova Cannondale Topstone già lo avevamo avuto. Per l’elenco delle soluzione tecniche vi rimandiamo qui (versione Carbon) e qui (versione in alluminio). In questo articolo vi proponiamo più le sensazioni e la risposta alla guida di questa gravel bike: una sorta di test breve e di quello che è capace di trasmettere la bicicletta fin dalle prime pedalate.

I foderi del carro flettono fino a 22 millimetri. Completa l’opera lo snodo Kingpin sul piantone
I foderi del carro flettono fino a 22 millimetri. Completa l’opera lo snodo Kingpin sul piantone

Carro e Kingpin

Il brand americano è riuscito a migliorare una bici nata sotto una buona stella e come? Sostanzialmente si è intervenuti sul carro e la forcella. Ora vi possono trovare alloggio gomme fino a 50 millimetri.

E’ stato fatto un grande lavoro anche per quel che riguarda il layout del carbonio, soprattutto quello del carro. L’obiettivo era quello di avere una bici che “copiasse” meglio il terreno e le sue asperità, aumentando l’efficacia delle tubazioni che si snodano oltre il Kingpin.

Il carro della Cannondale Topstone prevede lo snodo, il Kingpin appunto, sul tubo piantone. Una “sospensione integrata” che regala grandi soddisfazioni in fatto di trazione e sobbalzi, i quali sono limitatissimi. Se questo snodo è perfettamente integrato nel progetto Topstone, la cinematica comprende anche il potere elastico e di compressione che coinvolge il carbonio dei profilati. Del Kingpin è stata cambiata la meccanica: non più i cuscinetti, ma le boccole. Il risultato? Meno peso (100 grammi) e meno manutenzione.

Feeling istantaneo

Dopo un via molto tranquillo, con tanto di sosta ad un ristoro dopo una manciata di chilometri, la nostra Far Gravel ha preso quota. Un po’ di ghiaino, qualche “zig zag” tra casolari agricoli ed eccoci in aperta campagna. Man mano l’asfalto liscio diventava, rovinato, strada bianca e quindi fondo erboso.

Una volta sistemate le misure prima di metterci in marcia e nonostante un attacco leggermente più corto rispetto alle nostre abitudini, il feeling con la Topstone Carbon è stato istantaneo.

La geometria è quella tipica di una bici gravel con la quale puoi fare tutto e divertirti parecchio (angolo di sterzo a 71,2 gradi e piantone a 73,1 gradi nella misura S, quella da noi provata). Non si paga dazio in termini di reattività, mentre si esalta la comodità. Il tutto, unito a gomme da 38 millimetri, ci ha dato un senso di “onnipotenza”. Potevamo mettere la bici dove e come volevamo e questa non faceva una piega.

Più veloci, più comfort

Ma come ogni evento che vede più di un ciclista in contemporanea, arriva sempre il momento racing! Ed è qui che davvero abbiamo potuto saggiare le qualità della Topstone Carbon.

La cosa che ci ha colpito è che più si andava veloce e più la Topstone Carbon 2 risultava comoda, assorbiva le asperità del terreno. Questo perché il telaio, a partire dal carro, poteva lavorare davvero per quello per cui è stato progettato. C’era l’energia sufficiente perché si arrivasse a quei 30 millimetri di escursione tra foderi bassi, foderi alti, snodo del piantone e reggisella. Quando si va più piano, almeno per il nostro peso (poco superiore ai 60 chili) paradossalmente si “balla” di più, perché gli impatti non hanno tanta forza.

E anche questo punto di vista del peso è relativo, in quanto in Cannondale hanno realizzato tubazioni con diversi carichi strutturali da taglia a taglia: è la tecnologia Proportional Reponse. La differenza non è solo nei centimetri. Si presuppone che il ciclista che usa una taglia XL sia più grande e quindi più pesante rispetto ad uno che utilizza una taglia S: i tubi delle due bici pertanto sono diversi e si adattano alle esigenze fisiche del ciclista.

Abbiamo accennato al reggisella: l’incavo posteriore nella parte alta (Save) arriva fino a quasi un centimetro di travel. Il suo diametro è di 27,2 millimetri.

La Topstone Carbon 2 è stata divertente. Su asfalto scappava via veloce, su erba copiava alla grande e sul ghiaino della strada bianca riusciva ugualmente ad essere chirurgica. Su questo fondo, forse il più battuto dai gravelisti, è esattamente come andare su strada. Un treno sui binari.

In poltrona!

Ma non è tutto. Quando ci ritrova in un gruppo di amici e si ha la fortuna di avere vicino chi ha misure e pedali come i tuoi ci si scambia la bici. 

Noi avevamo la versione con forcella rigida, ma c’era anche quella la versione Lefty, con la forcella Oliver (monostelo) che ha un’escursione di 30 millimetri. 

E scambiarsi una bici “a caldo”, sul momento, amplifica le sensazioni. Anche piccole differenze si sentono parecchio. E la forcella rende la Topstone incredibile. Comodità totale. Non solo: anche precisione di guida aumenta: velocità e cambi di direzione rapidi sullo sconnesso… In pratica le sensazioni di guida una buona mtb front, legate a quelle di velocità di una bici da strada. 

Ma proprio perché le sensazioni sono amplificate, va detto che quegli etti in più della forcella si avvertono abbastanza. Se in pianura non ci sono problemi, il discorso cambia un po’ quando si devono affrontare delle salite. Però è anche vero che se si fanno salite, si fanno anche delle discese… e se queste sono su sassi ci si diverte parecchio con la Oliver.

Con forcella rigida o ammortizzata: la scelta è del tutto personale e dipende dai gusti e dagli usi che se ne fa. Inoltre questa gravel bike, può montare gomme da 2,1” nel diametro da 27,5”… in pratica diventa quasi una mtb, ma veloce come una bici da strada, dove si può spingere il rapportone.

Cannondale

Il test della Trek Checkpoint SLR 9 eTap

29.09.2022
5 min
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Il test della Trek Checkpoint SLR 9 eTap

La Trek Checkpoint SLR si spinge verso il gravel race, ma non dimentica il cuore del progetto Checkpoint che vuole un mezzo meccanico che va bene ovunque.

E’ veloce e scorrevole, con tanta trazione anche sui terreni più complicati. L’IsoSpeed ha uno sviluppo differente dalla versione SL.

SLR con carbonio OCLV700
SLR con carbonio OCLV700

Trek Checkpoint SLR, un’anima diversa

Rispetto alla versione SL ha un carbonio e un IsoSpeed differenti. Il tessuto composito è l’OCLV700, con un peso specifico più basso, rispetto all’OCLV500 e un disaccoppiatore che si allunga all’interno della tubazione orizzontale. L’IsoSpeed non è un ammortizzatore e non è una sospensione.

La SLR 9 eTap, versione racing

Il design è quello che accomuna tutta la piattaforma Checkpoint in carbonio, dove coincidono l’aerodinamica e una geometria con l’orizzontale allungato, ma anche la possibilità di montare tanti borsoni e bag per il bikepacking. Come per la versione SL c’è il vano portaoggetti nel profilato obliquo dove di base è contenuto un minitool e alcuni attrezzi per un intervento di fortuna.

La SLR però strizza l’occhio alla competizione e all’agonismo, lo fa senza mezzi termini grazie ad un ridotto valore alla bilancia e ad un allestimento da paura.

L’allestimento

C’è la trasmissione Sram Red eTap AXS a 12 rapporti e con la monocorona anteriore da 40 denti che integra il power meter Quarq (i pignoni sono XPLR 10/44).

Le ruote sono le Bontrager RSL 37V, quelle con il cerchio full carbon e tubeless ready. Sono gommate con gli pneumatici Bontrager GR1. La sezione è da 40.

Interessante il cockpit, che non è integrato perché la piega e lo stem sono separati. Sono full carbon RSL e sono leggerissimi.

Trek Checkpoint SLR 9 eTap in taglia 54: abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 8,5 chilogrammi, che diventano 8,26 estraendo gli attrezzi del vano. Il prezzo di listino è di 12.499 euro.

In azione alla Monsterrato Gravel
In azione alla Monsterrato Gravel

Test alla Monsterrato Gravel

Ci vuol poco a prendere il giusto feeling con la Checkpoint e si capisce subito che è diversa dalla sorella SL. Il modello SLR è più brioso e questa sfaccettatura del suo carattere emerge fin dalle prime pedalate. E’ più scattante ed è particolarmente scorrevole. Con le dovute proporzioni, non si discosta molto dalla endurance Domane. E alla La Monsterrato abbiamo goduto nell’avere una bicicletta gravel, tanto veloce quanto stabile e confidente.

Sulle strade bianche e sulle ghiaiate sembra galleggiare, anche se è necessario tarare bene la pressione delle gomme, perché le ruote full carbon dal profilo medio sono più esigenti rispetto a quelle basse in alluminio.

Quando si affrontano dei tratti smossi e con della roccia la Checkpoint è come un carro armato, non ha paura di nulla e passa ovunque. Anche in questo caso la geometria e l’IsoSpeed vengono in aiuto. La prima permette di sfruttare a pieno lo stem corto e una posizione raccolta il giusto. I vantaggi si riflettono anche sulla distribuzione dei pesi.

L’IsoSpeed in dotazione alla SLR lavora in modo differente, se paragonato a quello della SL. È maggiormente progressivo e ha una performance lineare lungo tutto il suo percorso. E’ impercettibile quando su asfalto ci si alza in piedi sui pedali e si spinge in modo perentorio.

Al termine della La Monsterrato, anche la bici ha sofferto
Al termine della La Monsterrato, anche la bici ha sofferto

Una belva in discesa

Se è vero che in salita ci vuole gamba, è altrettanto vero che la geometria e la ciclistica possono fare la differenza, specialmente se le pendenze superano il 20%. Il retrotreno spinge ed è attaccato al terreno, l’anteriore non beccheggia e la ruota non si alza da terra. Quando ci si alza in piedi sui pedali non c’è l’effetto schiacciamento del carro. Il comfort e la concentrazione ne guadagnano.

In discesa è una macchina da guerra, che oltre ad essere stabile è anche rapida nei cambi di direzione fatti all’ultimo istante.

Nalini presenta due nuove maglie: tra gravel e autunno

28.09.2022
3 min
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Con il repentino cambio di stagione è tempo di adattare il vestiario per le nostre uscite in bici. Le giornate si accorciano e le temperature, inevitabilmente, si abbassano, occorre quindi vestirsi in maniera adeguata. Nalini arriva in soccorso ai ciclisti ed alle loro pedalate autunnali con due nuovi prodotti pronti per affrontare questa stagione di cambiamento: Ergo Xwarm Jersey e la New Warm Reflex Jersey.

La maglia Ergo Xwarm utilizza un tessuto con grandi capacità idrorepellenti, così da essere indossata in ogni occasione
La maglia Ergo Xwarm utilizza un tessuto con grandi capacità idrorepellenti, così da essere indossata in ogni occasione

Ergo Xwarm Jersey

Maglia termica a manica lunga, aderente, estremamente confortevole. Cucita con tessuto testurizzato con superficie 3D nella parte superiore e nelle maniche. Nelle stagioni intermedie come l’autunno è fondamentale avere dei capi che riescano ad adattarsi facilmente a questi repentini cambiamenti. Per questo nella zona inferiore della maglia è stato usato un tessuto con grandi proprietà aerodinamiche ed idrorepellente.

Una caratteristica che rende questa nuova maglia adatta anche alle giornate più miti, inoltre può essere usata anche senza giacca, per questo sono presenti 3 tasche nella parte posteriore. Il tessuto termico utilizzato nel resto del capo è altamente elastico e felpato e rende la Ergo Xwarm Jersey particolarmente morbida e comoda da indossare

E’ adatta per essere usata con temperature che variano tra gli 8 ed i 14 gradi centigradi. Prezzo al pubblico di 129 euro.

La maglia New Warm Reflex è studiata appositamente per il gravel, quindi più comoda ed elastica per una migliore vestibilità
La New Warm Reflex è studiata appositamente per il gravel, più comoda ed elastica per una migliore vestibilità

New Warm Reflex Jersey

Nasce dalla linea Ventures, una linea di abbigliamento realizzata per soddisfare le richieste sempre più crescenti del mondo gravel. Si tratta di capi confortevoli e molto pratici, la maglia New Warm Reflex è cucita con tessuti tecnici ed estremamente morbidi. Sulle maniche sono stati inseriti degli inserti per rendere il ciclista visibile in ogni situazione. Questa maglia ha una doppia valenza: può essere indossata come capo unico nelle miti giornate autunnali, oppure come giacca quando le temperature si irrigidiscono.

La maglia New Warm Reflex è dotata di una lampo lunga a vista YKK con tiretto cam lock e flap interno antivento. Dispone, inoltre, delle classiche tre tasche posteriori e presenta un elastico grippante a fondo maglia.

E’ consigliato utilizzare la maglia New Warm Reflex in un range di temperature che varia tra 8 e 13 gradi. Il prezzo è di 109 euro.

Nalini

Selle Italia rinnova e aggiorna la sua immagine web

26.09.2022
3 min
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Selle Italia ha rinnovato in modo importante la propria immagine sul web. Il sito internet ufficiale del brand veneto, storico costruttore di selle, si è rifatto il look. Ora si presenta con una nuova piattaforma online molto ricca di contenuti e di approfondimenti sia sulla storia centenaria del marchio quanto sui modelli in offerta. Selle Italia da sempre è in grado di accontentare tutte le specialità del ciclismo: dalla corsa alla Mtb, passando per gravel, cross, triathlon e urban. 

Tra le diverse funzionalità che sono state aggiornate, merita di essere posta in evidenza la parte e-commerce, fruibile per Europa e Stati Uniti. Selle Italia sarà in grado di mettere a disposizione degli appassionati di ciclismo e triathlon una panoramica completa della propria offerta.

Quello appena concluso con il “go live” del nuovo sito è un percorso iniziato alcuni mesi fa. Un progetto di remake e di rinnovamento dell’immagine sul canale digital a totale supporto della strategia aziendale di Selle Italia, una strategia appunto che vede nel potenziamento delle attività online il focus su cui puntare per i prossimi anni

Questo è il design del nuovo sito, molto più fruibile ed accattivante
Questo è il design del nuovo sito, molto più fruibile ed accattivante

Accessibile e completo

La nuova piattaforma web è caratterizzata da una veste grafica molto elegante che punta sia sulla completezza delle informazioni a disposizione quanto sulla facilità nella ricerca. Per realizzare questo nuovo sito si è lavorato molto sulla sua “usability“, ovvero sull’accessibilità e sulla facilità di utilizzo a beneficio dell’utente finale, adottando soluzioni tecniche di ultimissima generazione. L’interfaccia è poi stata progettata in modo tale da poter essere intuitiva ed immediata, presentando un menu di facile consultazione. 

Nell’ottica di offrire al cliente un servizio davvero a 360 gradi, il nuovo sito Selle Italia presenta una sezione dedicata allo “store locator” attraverso la quale è adesso possibile visualizzare la mappa dei negozi presenti in tutto il mondo, cercare un singolo store oppure vedere, inserendo la città di interesse, l’elenco dei punti vendita nei quali trovare i prodotti di maggiore interesse.

Il quartier generale Selle Italia di Asolo
Il quartier generale Selle Italia di Asolo

Parlando invece dell’e-commerce, il nuovo spazio commerciale digitale Selle Italia presente sul sito fa della ricchezza dei contenuti e del supporto agli utenti i propri punti di forza. I prodotti sono suddivisi a seconda della categoria di utilizzo (corsa, fuori strada, gravel, triathlon, urban e commuting) e ciascuna scheda di ogni singola referenza presenta una descrizione tecnica molto accurata oltre ad una carrellata di immagini della sella scattate da qualsiasi angolazione.

Selle Italia