Stuyven, Trek e il gravel: prove generali di integrazione

05.10.2023
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Jasper Stuyven, belga della Lidl-Trek che in carriera ha vinto una Sanremo, la Omloop Het Nieuwsblad e anche un Deutschland Tour, è il nuovo campione europeo gravel. Lo ha conquistato domenica scorsa in Belgio, battendo Merlier (11 vittorie su strada nel 2023) e Paul Voss, che da quando si è ritirato corre solo nella nuova disciplina.

Nella settimana che porta da un lato al Lombardia, dall’altro alla Parigi-Tours e al mondiale sugli sterrati, è palese che il gruppo dei professionisti si sia diviso. Gli scalatori si sono dati appuntamento al raduno di partenza di Como, i velocisti (fra cui Stuyven) a Chartes. A Pieve di Soligo si troveranno invece gli specialisti degli sterrati e facce note come Wout Van Aert, Alejandro Valverde e Peter Sagan. Le convocazioni azzurre non lasciano spazio a dubbi. Fra gli altri, troveremo Oss, Velasco e Alessandro De Marchi, mentre fra le donne Realini, Persico, Paladin e Bertizzolo.

Daniel Oss al centro fra i cittì Celestino e Pontoni. Lo scorso anno il trentino fu bronzo al mondiale
Daniel Oss al centro fra i cittì Celestino e Pontoni. Lo scorso anno il trentino fu bronzo al mondiale

Il punto con Trek

Quando lo scorso anno la rassegna iridata debuttò sulle strade del Vicentino, la considerazione di molti fu immediata. Non appena le aziende produttrici di bici si fossero accorte dell’impatto sul mercato, avrebbero spinto affinché i professionisti delle squadre che sponsorizzano venissero dirottati sulla nuova disciplina.

E’ stato così ad esempio che il Movistar Team, con il favore di Canyon, ha creato al suo interno un team gravel, per far correre l’impensionabile Valverde e Ivan Cortina. E allora ci siamo chiesti: che cosa ha rappresentato per Trek la vittoria di Stuyven agli europei di Oud-Heverlee? Ci ha risposto Jordan Roessingh, Direttore globale – Bici da strada e Project One.

Stuyven ha conquistato a Oud-Heverlee il primo europeo gravel. Domenica si corre il 2° mondiale
Stuyven ha conquistato a Oud-Heverlee il primo europeo gravel. Domenica si corre il 2° mondiale
Le vendite di biciclette gravel rappresentano una parte importante del mercato di Trek?

Sì, il gravel è diventato una parte molto significativa della nostra attività ed è cresciuto ogni anno da quando abbiamo lanciato il nostro primo modello, la Checkpoint.

Le competizioni gravel sono di interesse commerciale per Trek come azienda?

SÌ. Abbiamo sponsorizzato atleti che gareggiano in molte delle principali gare e sosteniamo anche diversi eventi gravel. Ad oggi, tuttavia, Trek non ha ancora organizzato dei propri eventi.

L’organizzazione dei campionati europei e mondiali è un’opportunità per Trek?

Certamente, la globalizzazione e l’aumento della professionalità nelle corse gravel sono cambiate radicalmente negli ultimi anni. Le gare gravel europee e UCI sono molto diverse dai più tradizionali eventi del Nord America, ma offrono comunque un’esperienza unica, che si abbina ad alcuni degli eventi più popolari che hanno dato il via al gravel. Non penso che questa sia un’opportunità soltanto per Trek, ma per i ciclisti e l’industria nel suo complesso, per far crescere una nuova disciplina nel ciclismo.

Questo il Trek Driftless Team in un video di inizio stagione
Le squadre sponsorizzate da Trek sono state sollecitate affinché agevolino la partecipazione degli atleti alle gare gravel?

Abbiamo uno specifico team di corse gravel, il Trek Driftless Team, che gareggia nei principali eventi gravel principalmente in Nord America. Occasionalmente abbiamo ciclisti di Lidl-Trek che partecipano a eventi in Europa. Jasper Stuyven, appunto, ha recentemente vinto i campionati europei, ma è principalmente una scelta che dipende da loro, senza molta, se non nessuna spinta da parte del team o di Trek.

Il Movistar Team ha formato una squadra per il gravel, potrebbe esserci la stessa intenzione per Trek?

Del Trek Driftless Team abbiamo già detto, mentre Lidl-Trek non ha un programma o piani specifici per il gravel. Questo significa che gli atleti gareggeranno occasionalmente negli eventi. Però sembrano divertirsi e riescono anche bene.

Sul podio dell’europeo, con Stuyven sono saliti Merlier e Paul Voss, che fino al 2016 correva nella Bora
Sul podio dell’europeo, con Stuyven sono saliti Merlier e Paul Voss, che fino al 2016 correva nella Bora
La vittoria di Stuyven agli Europei può diventare un’occasione di marketing? 

Sì, è stata certamente una grande vittoria e qualcosa che sfrutteremo per mostrare il coinvolgimento e il successo di Trek e per spingere le nostre piattaforme per bici gravel race come Checkpoint e Domane.

Il mercato del gravel interessa anche alle ragazze?

Penso che un attributo del gravel, che gli consentirà di crescere ancora, è quanto sia aperto per ciclisti di tutti i tipi. Non importa chi tu sia, negli eventi gravel c’è un posto anche per te

L’altro De Marchi tra gare e passione: domenica il mondiale

02.10.2023
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Una birra e un sorriso. Si era chiuso così il mondiale gravel 2022 di Mattia De Marchi, pochi minuti dopo aver tagliato la linea del traguardo. Alzata al cielo e rivolta verso il cugino Alessandro che prima di un abbraccio dal sapore fraterno gli ha mostrato un sorriso di stima. Si potrebbe racchiudere in questi pochi secondi la filosofia con cui Mattia affronta il ciclismo. 

L’anno scorso era amatore, quest’anno è elite. «Ho semplicemente cambiato il tesserino, ma sono sempre io». Secondo al campionato italiano di Fubine, convocato per l’europeo in terra belga e tra meno di una settimana sarà al via del secondo mondiale gravel della storia. Il suo progetto Enough Cycling (foto in apertura di Bastien Gason), rivolto a portare sempre più ciclisti ad andare in bici per divertirsi, prosegue ma le sue prestazioni dimostrano che i De Marchi non sono proprio mai banali quando salgono in sella.

Qui De Marchi dopo l’arrivo del mondiale gravel 2022 a Cittadella, con la sua birra in mano (foto di Chiara Redaschi)
Qui De Marchi dopo l’arrivo del mondiale gravel 2022 a Cittadella, con la sua birra in mano (foto di Chiara Redaschi)

Italiano a sorpresa

«Non dovevo nemmeno correrlo». Così Mattia ci ha risposto alla domanda su come fosse andato il campionato italiano gravel. Il suo secondo posto in effetti ha un po’ stupito chi segue il movimento. Non per la prestazione, ma perché De Marchi è un ciclista che venera le due ruote in ogni declinazione senza aver mai posto la competizione come obiettivo primario. Ultra ciclista, biker, ex stradista, il ritorno con il numero attaccato sulla schiena in gare internazionali è sicuramente qualcosa su cui porre la lente di ingrandimento. 

«Non era nei programmi – spiega Mattia – il sabato ero in Spagna a fare la finale di Gravel Earth Series, alla quale non potevo mancare, perché era la prima volta che organizzavano un circuito così importante in Europa. Ero in testa alla classifica, l’organizzatore ha sempre creduto nel nostro progetto e non potevo non andare. Fatto sta che all’ultimo ho visto che c’era un volo per riuscire a fare anche l’italiano. Così un mio amico è venuto a recuperarmi in aeroporto e alle 3,30 del mattino sono arrivato a Fubine per poi presentarmi alla partenza alle 10,30. Poche ore di sonno, tanta sofferenza nei primi chilometri e tanto rammarico alla fine, quando ho trovato delle energie inaspettate che mi hanno permesso di chiudere secondo. Sono soddisfatto, ma ora mi mangio un po’ le mani».

Ieri Mattia De Marchi ha corso l’europeo nelle Fiandre insieme alla nazionale maggiore
Ieri Mattia De Marchi ha corso l’europeo nelle Fiandre insieme alla nazionale maggiore

Mondiale di casa

Un anno fa era in maglia azzurra in veste di amatore. Quest’anno il CT Pontoni lo ha voluto all’europeo nelle Fiandre e tra una settimana sarà al via del mondiale italiano. Un cambio di casacca, anzi di categoria, che lo vede quest’anno convocato nella nazionale maggiore. «Io e il mio amico Francesco Bettini quest’anno siamo elite. Ad essere sinceri l’anno scorso l’UCI cambiava regole ogni giorno ed è stata un po’ una confusione. Ora sono pronto a correre questo mondiale che mi piace davvero tanto. Sia come percorso sia come contesto. 

«Saremo invasi dagli stradisti – dice De Marchi – ma penso di poter dire la mia. La corsa sarà di 5 ore e loro saranno ancora nella zona di comfort, vedremo. Per le mie caratteristiche preferisco gare più lunghe, sono un corridore di fondo. All’italiano ho iniziato a sentirmi meglio nel finale e se ci fosse stato un giro in più chissà… Per domenica prossima sono incuriosito anche perché so che quest’anno ci saranno anche gli americani. Il gravel loro lo conoscono bene. Vedremo anche le partenze: nelle ultime tre gare in Italia, sembrava che l’arrivo fosse dopo la prima curva».

Cugini in azzurro

In maglia azzurra già da questi campionati europei corsi in terra fiamminga, Mattia ha condiviso l’esperienza con il cugino Alessandro. «L’ultima volta che ho corso con lui era ultimo anno tra i dilettanti e io primo anno. Cercavo solo di imparare da lui qualsiasi dettaglio. Dopo anni ci ritroviamo insieme e con la maglia della nazionale. Beh, è la conferma che tutto torna e sicuramente ci divertiremo». 

Qualche giorno fa i De Marchi sono andati sul percorso iridato per fare la ricognizione, il rosso di Buja della Jayco-AlUla ha commentato così il tracciato: «Bello, nervoso e duro. Credo sia uno dei percorsi offroad più belli che abbia affrontato. Anche se è vero che non ne ho fatti tanti quanti Mattia. Equilibrato nella durezza e nei tratti tecnici. Rampe e discese impegnative non mancano, non basterà saper salire forte, ma bisognerà anche cavarsela nei tratti all’ingiù. La pianura c’è, ma il fondo non sarà sempre così scorrevole, anzi…Il finale tra le colline del Prosecco farà da grande cornice: già ora ci invidiano queste colline, lo faranno ancora di più dopo il mondiale!».

Progetto Enough

Quando Mattia ci risponde è la vigilia del campionato europeo. «Non sono abituato – dice – a qualcuno che mi pulisce la bici, mi dice quando mangiare, mi ritira il numero. Sono tutte cose che faccio io di solito. Quest’anno mi sono dato dei ritmi scanditi con un atteggiamento più da atleta. Ho fatto dei periodi di stacco, con un senso. Però ammetto che se dovessi fare anche solo un anno dedicato interamente alle corse mi sentirei un po’ perso. Il mio atteggiamento è quello del progetto Enough in cui ho sempre creduto. Se c’è qualcosa che mi piace, lo faccio. Gare estreme di ultra cycling, gare di MTB e così via, prendo e vado». 

De Marchi si è sempre dimostrato scettico nella declinazione totale del gravel all’insegna della competizione.  «Un giorno non potrò più essere competitivo – afferma Mattia – voglio godermi ogni momento. Il progetto Enough è sempre al primo posto. Siamo partiti tre anni fa senza niente e oggi ci ritroviamo a muovere persone con l’obiettivo di portarne sempre di più a godersi la bici per stare bene insieme. Sto pensando anche di rimettermi a studiare, per dire quanto tutto è in evoluzione».

Il cantautore romagnolo Samuele Bersani in Giudizi Universali diceva “troppo cerebrale per capire che si può stare bene senza complicare il pane… Togli la ragione e lasciami sognare in pace”. Questo concetto Mattia ce l’ha scolpito nell’anima e per il bene di questa disciplina, approcci come il suo vanno protetti e sottolineati. «Una cosa è certa – conclude De Marchi – come l’anno scorso, al termine del mondiale, mi vedrete con la mia birra in mano nel bene e nel male della corsa a godermi quanto fatto insieme a tutti». 

Le collezioni di Bianchi Milano sposano strada e gravel

30.09.2023
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Bianchi Milano torna sulla scena con una capsule collection dedicata al mondo strada e quello del gravel. Cinque nuovi completi dedicati al mondo del ciclismo e a chi unisce tecnica, performance e stile. Soluzioni funzionali e all’avanguardia per soddisfare anche i ciclisti più esigenti. Elemento comune a tutte le realizzazioni è l’iconica striscia che ha caratterizzato le maglie Bianchi nei decenni passati

Rc Icon 999

Quello della capsule RC 999 è un completo che vuole unire velocità e aerodinamicità. Il tessuto utilizzato per realizzare questi capi è il Rombo Mesh 3D. La tecnica e lo studio alla base della collezione RC 999 permette di guadagnare watt e velocità grazie alla ricerca dei marginal gains. Una collezione che unisce il DNA da competizione del Reparto Corse di Bianchi con lo stile 999. Si tratta di un numero significativo per Bianchi, che dal 1952 in poi fu utilizzato per numerare i telai destinati al mondo delle competizioni. 

Ultralight è la maglietta leggera e traspirante, pensata per chi ama pedalare in salita
Ultralight è la maglietta leggera e traspirante, pensata per chi ama pedalare in salita

Arriva Ultralight

Il nome di questa seconda collezione è una garanzia, un accostamento di capi studiato appositamente per chi ama l’endurance: ovvero pedalare per tante ore. Non solo distanza, ma anche salita, infatti la leggerezza della capsule Ultralight è amata anche da chi vuole dare il massimo quando la strada sale. Leggera e traspirante, queste sono le due principali caratteristiche. La tecnologia dei tessuti permette infatti un’ideale gestione dell’umidità, favorendo la rapida espulsione del sudore. Ultralight presenta inoltre tante soluzioni innovative: cuciture ridotte al minimo, fondello ad alta densità e scelta di materiali con spessori e caratteristiche diverse.

Remasted

L’ultima capsule dedicata alla strada che vi presentiamo è la Remasted, la quale offre ai ciclisti una buona soluzione tecnica, unita però ad una vestibilità meno estrema. I principi di Bianchi Milano si vedono anche in questi capi, ma senza l’estremizzazione della competizione. Ogni capo della collezione Remasted è adatto ad un utilizzo meno estremo, più urbano, per chi cerca nella bici prima di tutto uno svago. 

Spazio al gravel

Le capsule dedicate al mondo del fuoristrada sono due: Tech Gravel e Lifestyle. La prima ha l’obiettivo di supportare gli amanti di questa nuova disciplina verso il mondo della “competizione”. Quindi design aggressivo unito a tessuti tecnici che possono garantire alte performance. Il particolare di maggior rilievo è nei pantaloncini: il fondello ultraresistente e protettivo dei pantaloncini rende Tech Gravel la scelta perfetta anche quando le sollecitazioni del terreno si fanno più decise. Ridurre i fastidi della pedalata è il primo passo per aumentare la performance. 

Lifestyle, invece, è la seconda collezione dedicata al mondo del gravel. Abbigliamento dedicato a chi ama pedalare e viaggiare con la propria bici, insomma: spirito gravel all’ennesima potenza. In questa capsule la fa da padrone il design, con colori ispirati alle tante avventure lontane dall’asfalto. Lifestyle  offre l’opportunità di esprimersi con il proprio stile, ma sempre con la cura del minimo dettaglio.

Bianchi Milano

Liv Devote, restyling che parte da un successo

27.09.2023
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Il gravel è un territorio nuovo per tutti. Liv consolida la sua presenza in questa disciplina con un restyling nato dal successo riscosso dal lancio del suo primo modello gravel avvenuto nel 2020. Stiamo parlando della Devote, una bici pensata per le cicliste che non vogliono porsi limiti e conquistare il fuoristrada e la ghiaia a suon di pedalate. Una geometria più aggressiva e un’indole più veloce sono a pronte a stupire il pubblico femminile. Scopriamola insieme…

Anima racing che si abbraccia a quella del comfort e del viaggio
Anima racing che si abbraccia a quella del comfort e del viaggio

Geometria rinnovata

La gamma Devote è nata e cresciuta per eccellere nelle gare gravel e nello stesso tempo per essere confortevole per le lunghe pedalate. Con la sua struttura leggera ma robusta e orientata alle prestazioni, è pronta a portare la velocità oltre i confini fino ad oggi conosciuti. Il telaio ultraleggero in composito di grado SL garantisce un’accelerazione fulminea. La geometria favorisce una posizione aggressiva, aumenta trazione e stabilità e consente un maggior controllo nei tratti veloci e nelle discese.

La forcella è sapientemente realizzata in carbonio ad alte prestazioni, ottimizzando resistenza, rigidità e precisione dello sterzo. La tecnologia del tubo sterzo, della forcella sovradimensionata è specificatamente progettata per offrire prestazioni di sterzata precise. E’ dotata di cuscinetti della serie sterzo sovradimensionati in acciaio inossidabile per una maggiore longevità, insieme a un tubo sterzo conico. Questo sistema offre l’equilibrio ideale per una disciplina come il gravel.

Versatile

La nuova gamma Devote, grazie a linee dinamiche e un carattere inconfondibile, dimostra l’impegno di Liv nella creazione di modelli sempre originali e performanti. La versatilità è un tratto inconfondibile di questa bici che fa del comfort e dell’applicazione di tecnologie innovative i suoi tratti distintivi.

A partire dalla tecnologia D-Fuse, introdotta per la prima volta nel 2014 nel ciclocross. Lo scopo di questa tecnologia è quello di assorbire shock lievi e forti per offrire una guida più fluida su terreni accidentati. Il cuore di questo concetto è il caratteristico tubolare a “D” con frontale rotondo e sezione posteriore appiattita. Ad oggi ci sono diverse opzioni di manubrio e reggisella D-Fuse specifiche per il gravel disponibili per la gamma Devote.

Un’altra peculiarità della Devote è il flip chip. Un sistema che permette di regolare facilmente la geometria e la distanza degli pneumatici della ruota posteriore con l’offset, a due posizioni, situato nei forcellini del carro posteriore. Si passa dalla posizione corta, che migliora la maneggevolezza e riduce leggermente la distanza massima degli pneumatici a 45 mm, alla posizione lunga per aumentare la stabilità alle alte velocità e regalare maggiore spazio per le coperture arrivando fino a 53 mm.

Particolari smart

Ci sono particolari che rendono la gamma Devote una scelta intelligente. Tra questi uno scomparto sul tubo obliquo che contiene una borsa impermeabile che può contenere oggetti essenziali tra cui una camera d’aria, una cartuccia di CO2, leve smonta copertoni e un multiutensile. In più il coperchio del vano non riduce le funzionalità e funge allo stesso modo da portaborraccia.

La Devote è inoltre, dotata di tre set di supporti per telaio, che consentono di trasportare più borracce e garantire un’idratazione costante durante le lunghe pedalate e il bike-packing. Infine, sono presenti predisposizioni per accessori e parafanghi su telaio e forcella.

Le versioni disponibili sono quattro. Si parte con il top di gamma, la Devote ADV 0 a 4.449 euro, la Devote ADV 1 a 3.349 euro, la Devote ADV 2 a 3.099 euro e infine la Devote 0 a 1.949 euro. Diversi gli allestimenti dal nuovo Shimano GRX a Sram.

Liv

Deda Superzero Gravel Alloy, la piega in alluminio

26.09.2023
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MISANO ADRIATICO – Il manubrio in alluminio per il gravel di Deda. L’azienda lombarda ufficializza la sua piega di riferimento e di alta gamma nella versione in lega e con un indirizzo specifico per il gravel.

Adotta il concetto RHM Evo, con una profondità e curvatura ottimizzati. C’è un flare di 16° ed è disponibile in quattro larghezze diverse. Davvero interessante il prezzo di listino.

Ad equipaggiare anche le e-road
Ad equipaggiare anche le e-road

Riferimento anche nelle leghe

L’azienda lombarda è da sempre un riferimento: lo è nell’ambito del carbonio, lo è per l’alluminio, nel settore strada e anche nel gravel. Superzero Gravel Alloy è di fatto una piega (non è un integrato) top di gamma, che mutua molti dei concetti di forma e design utilizzati anche per i cockpit in fibra composita di altissima fascia.

Ha una profondità di 75 millimetri e un’altezza di 120, con una svasatura laterale (flare) di 16°. Numeri che sanciscono una modernità del progetto non banale, cifre che sono ormai utilizzate anche nella categoria strada sulle bici disco di ultima generazione (anche e-road e e-gravel).

Alluminio 6061

Il nuovo Superzero Gravel Alloy è completamente in lega, ha una finitura opaca e ruvida (POB) che aumenta il grip anche nelle zone dove non è presente la nastratura. Sopra ha il profilo piatto, quasi alare, che man mano smagrisce verso il centro. La sezione centrale è tonda con un diametro di 31,6 millimetri.

Non ha nervature pronunciate, in modo da agevolare la presa anche per chi ha mani piccole e per mostrare un ottimo equilibrio in termini di comfort, anche sullo sterrato.

Il profilo superiore è piatto
Il profilo superiore è piatto

Flare di 16 gradi

Il nuovo Deda è disponibile in quattro misure: 40 e 42, 44 e 46. Ognuna di queste, dal limite del comando al termine della curva, si allarga di 4 centimetri. Significa che la misura diventa 48 verso il basso, la 42 si allarga a 50 centimetri, la 44 diventa 52 e la 46 termina a 54 centimetri.

Inoltre la piega è dotata del passaggio interno (DCR) di cavi e guaine, fattore da considerare per il match ottimale con l’attacco manubrio e con la serie sterzo. Il prezzo di listino è di 118 euro.

Deda

BH GravelX, l’elasticità funzionale quando si apre il gas

26.09.2023
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Il test della BH GravelX, una bici comoda e race al tempo stesso, dove si vede la mano progettuale che arriva dalla mtb, ma il design della categoria road non passa inosservato. La GravelX colpisce per trazione e stabilità. E' lecito aspettarsi una bicicletta morbida, la BH GravelX lo è fino ad un certo punto, perché una volta messa su strada e all'interno di un sentiero, compare un mezzo decisamente reattivo e molto sostenuto nella zona dell'avantreno. Peso di poco inferiore ai 9,2 chilogrammi (senza pedali), prezzo di listino di 4.399,90 euro.

Non ci sono sospensioni e ammortizzatori. BH GravelX, la bici che l’azienda basca ha progettato per competere nel gravel, per essere confortevole quando è necessario e che mostra un grip eccellente, una capacità di copiare il terreno accostabile a molte mtb full.

Il grip, soprattutto quello del retrotreno e la GravelX ne ha parecchio. Un aspetto tecnico talvolta dimenticato, che influisce in modo esponenziale sulla stabilità, sulla qualità della guida e anche sul risparmio di energie, fondamentali nel medio e lungo periodo. Abbiamo provato la versione 4.0.

SRS, uno dei cardini del progetto GravelX
SRS, uno dei cardini del progetto GravelX

Fra strada e mtb

E’ senza dubbio una delle bici gravel più interessanti del panorama. Ha un impatto estetico moderno, ma non eccessivo. Adotta delle soluzioni progettuali che fanno collimare la capacità di lavorazione del carbonio, ad aspetti funzionali alla performance. Non ci sono complicazioni eccessive, anche in fatto di estatica la bici è “piena e pulita” al tempo stesso, ma senza snaturare il DNA BH della nuova generazione di bici.

Davanti c’è la forcella tutta in carbonio sviluppata in ambito road, tanto apprezzata per leggerezza, stabilità e rigidità laterale, ma anche per quel design originale che non guasta. Dietro e al centro che c’è sopratutto il sistema SRS (non regolabile), che si integra alla perfezione eliminando l’uso di molle ed idraulica. E’ di fatto un perno che unisce i due obliqui al piantone, capace di generare un movimento al pari di un dissipatore. E poi quel fattore che non si vede, ovvero il layup del carbonio di derivazione off-road, un dettaglio tutt’altro che secondario.

La bicicletta in test

Una taglia MD, che significa anche un tubo dello sterzo da 140 millimetri, un angolo anteriore di 71° e quello del piantone da 73°. Non è da dimenticare un carro lungo poco meno di 430 millimetri (con le due aperture dei foderi che non sono posizionate a caso). Traducendo: il piantone non è troppo in piedi e questo permette di tenere il peso del corpo verso il retro, con dei vantaggi su trazione, grip e stabilità, ma ha un valore che permette di uscire di sella facilmente. Lo sterzo è aperto in avanti, con un valore ben proporzionato alla taglia, senza mai dare la sensazione di avere il busto completamente caricato sull’anteriore. La schiena ed il collo ringraziano, così come la possibilità di correggere le traiettorie anche all’ultimo istante.

C’è una trasmissione Shimano GRX Di2 a 11 rapporti (11-42), con la monocorona anteriore (40 denti). La guarnitura è però FSA in alluminio. Le ruote sono Vision ed in alluminio, della serie Team TC30, sono gommate Hutchinson Touareg da 40. La sella è Prologo. Il kit manubrio prevede piega e stem in alluminio BH, separati tra loro, mentre il reggisella è in carbonio (sempre BH e uguale a quello della Ultralight) e con una forma specifica per il progetto BH GravelX. Il valore alla bilancia rilevato è di poco inferiore ai 9,2 chilogrammi (senza pedali), mentre il prezzo di listino è di 4.399,90 euro.

Una geometria funzionale al gravel, ma anche corsaiola
Una geometria funzionale al gravel, ma anche corsaiola

Come va

E’ lecito aspettarsi una bicicletta morbida, la BH GravelX lo è fino ad un certo punto, perché una volta messa su strada e all’interno di un sentiero, compare un mezzo decisamente reattivo e molto sostenuto nella zona dell’avantreno. Dietro smorza e copia, non si siede e non flette. Quando si è su strada e ci si alza in piedi sui pedali, la zona SRS è impercettibile, il comfort arriva da tutto il comparto posteriore. Quando si passa in modalità off-road la zona bassa del triangolo dietro si attiva come una sorta di schermo. Non affonda e non blocca completamente le vibrazioni, ma segue la conformazione del terreno e sembra adeguarsi allo stile di pedalata. Gli obliqui non sono violenti nella fase di rientro verso il piantone. Il lavoro che eseguono si sente, è utile ed è pure facile da capire in tempi brevi.

Davanti è tanto precisa e non trasmette una rigidità fastidiosa quando si affronta lo sconnesso, ovviamente rimanendo nell’ambito gravel (anche tecnico), perché sconfinare nella mtb si può fare, ma con i limiti (normali) di un mezzo con vocazione gravel-race. Il vantaggio vero e proprio arriva da un buon sostegno della forcella, che collima in modo ottimale con un telaio che smorza bene le vibrazioni ed è sempre attaccato al terreno. Anche la geometria gioca un ruolo fondamentale. L’orizzontale è allungato, si sfrutta al meglio uno stem corto (a vantaggio anche di sterzate agili e rapide) e non si ha mai la sensazione di essere incassati con le spalle ed il busto.

In conclusione

La BH GravelX è una bici “molto” gravel. Volendo, con un allestimento adeguato può sconfinare in un ambito endurance/bikepacking, ma a nostro parere vale la pena sfruttare le sue potenzialità in un contesto più tecnico, dove è divertente mettersi alla prova e “misurarsi la febbre”. E’ agile e stabile, invita a spingere anche sulle rampe sterrate più dure, grazie ad una trazione complessiva che è eccellente. E’ facile da guidare, non stanca nel medio e lungo periodo e nelle diverse configurazioni non costa una barbarità, un fattore che non guasta mai. Inoltre mostra un buon margine (spazio) di montaggio degli pneumatici, un componente che fa sempre la differenza.

Inoltre ci piace molto la soluzione con il deragliatore che può essere rimosso. Questo aspetto permette alla GravelX di essere sfruttata a pieno con o senza doppia corona anteriore, un fattore che allarga (non poco) il range di utilizzo e gli apprezzamenti da parte di differenti fasce di utenza.

BH

Topeak protagonista dei mondiali gravel

26.09.2023
3 min
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Mancano davvero pochi giorni alla seconda edizione dei mondiali gravel in programma il 7 e 8 ottobre in Veneto, esattamente nello splendido scenario della Marca Trevigiana. Nei prossimi giorni conosceremo i nomi esatti dei principali protagonisti che si contenderanno la maglia iridata vinta lo scorso anno da Gianni Vermeersch

Seppure non come atleta in gara, abbiamo già il nome di un sicuro protagonista della prossima rassegna mondiale. Si tratta di Topeak, marchio specializzato in accessori di alta qualità, ideali anche per il gravel, distribuito in esclusiva in Italia dalla commerciale veneta Ciclo Promo Components.

Topeak sarà sponsor ufficiale dei prossimi mondiali gravel UCI
Topeak sarà sponsor ufficiale dei prossimi mondiali gravel UCI

Protagonista

Il marchio Topeak sarà sponsor ufficiale della prossima edizione dei mondiali gravel. Una decisione non casuale, ma legata alla volontà del brand di promuovere da sempre il ciclismo in tutte le sue forme, anche nella emergente disciplina del gravel. 

Lavorando in stretta sinergia con professionisti del settore ed ingegneri specializzati, Topeak riesce a sviluppare prodotti di alta utilità e stile, ideali per ogni tipo di corsa. Grazie ai costanti feedback degli atleti, l’ampia gamma dei prodotti Topeak spazia dagli attrezzi per la manutenzione ai mini-utensili, dalle borse alle pompe, dalle luci ai supporti bici e tutto ciò che può essere utile per affrontare ogni sfida.

Topeak è un’azienda da sempre presente nel mondo degli accessori dedicati a questa nuova disciplina
Topeak è un’azienda da sempre presente nel mondo degli accessori dedicati a questa nuova disciplina

Ideali per il gravel

Topeak ha di recente inserito a catalogo una serie di prodotti ideali per il gravel che potranno essere di grande utilità per quanti si cimenteranno il prossimo 7 e 8 ottobre nella rassegna iridata. L’ampia scelta di prodotti gravel spazia infatti dal bikepacking ai borselli per smartphone, dai fanalini bici ai mini-utensili, dalle pompe ai portapacchi e ai parafanghi.

Tra questi possiamo segnalare i seguenti tre prodotti: Gravel Gear Bag, Tubular Barbag, Gravel 2Stage. 

Topeak Gravel Gear Bag è il kit per il gonfiaggio CO2 e la riparazione delle coperture tubeless, appositamente pensato per tutti gli appassionati di gravel. All’interno di un agile borsello montato sul tubo orizzontale troviamo i seguenti accessori: la chiave multiuso Tubi 11 e l’utensile Power Lever X, 3 strisce per la riparazione delle coperture da 3.5mm x 5cm, un adattatore CO2 AirBooster e abbastanza spazio residuo per 2 cartucce CO2 da 16g e una camera d’aria di ricambio da 700 x 40c.

La nuova borsa al manubrio Tubular Barbag è ideale per chi ama spostarsi in bicicletta. Semplice ed elegante, presenta una lunga zip frontale per facilitare l’accesso ed è perfetta per portare con te tutto il necessario per brevi gite o spostamenti in città.

La mini pompa Gravel 2Stage di Topeak e dotata di un innovativo selettore di pressione che permette di scegliere tra gonfiaggio ad alta pressione o alto volume, per una manutenzione della propria bici gravel senza sforzi.

Per conoscere tutti gli altri prodotti dedicati al mondo gravel basta sfogliare il catalogo Topeak presente all’interno del catalogo generale Ciclo Promo Components 2024. Ricordiamo infatti che tutti i prodotti Topeak sono distribuiti in Italia in esclusiva da Ciclo Promo Components e acquistabili presso i negozi affiliati.

Ciclo Promo Components

Drali Oasi, la bici gravel accessibile e in alluminio

25.09.2023
4 min
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MISANO ADRIATICO – Drali presenta la sua bici gravel con telaio in lega. Il focus principale del modello Oasi è quello di offrire un prodotto accessibile nel prezzo, con un ottimo rapporto tra allestimento, performances e tanta sostanza.

Il telaio è in alluminio 6061, si tratta di una bicicletta alla base del listino, ma capace di mutuare diverse soluzioni di pregio, alcune mutuate anche dal modello in acciaio. Entriamo nel dettaglio.

Compatta e con un gradevole impatto estetico
Compatta e con un gradevole impatto estetico

Il telaio in alluminio alla base

Un telaio in lega 6061 che alterna delle sezioni tonde ad alcune più squadrate e decise nelle linee, per un frame che non è mai esagerato negli ingombri. E’ leggermente sloping ed è proposto in cinque taglie e tre colorazioni.

E’ importante sottolineare che la Drali Oasi non ha limiti di montaggio per quello che concerne le trasmissioni, elettroniche, oppure di natura meccanica. Il deragliatore si può rimuovere, quindi con la monocorona o con la doppia il problema non si pone.

Dettagli non banali

L’integrazione di cavi e guaine è completa, così come il blocchetto di serraggio del seat-post. Quest’ultimo è nel tubo orizzontale, una soluzione che permette di avere linee pulite e che, considerando il telaio in alluminio, trova poche emulazioni nel mercato. Tecnicamente la Oasi è compatibile con i reggisella telescopici da 27,2 millimetri di diametro.

Gli spazi tra i profilati, la forcella e le gomme sono generosi, fino a 48 millimetri (sempre da considerare la tipologia di pneumatici e le ruote).

Il carro posteriore è asimmetrico e dal lato catena il fodero scende verso il basso. Ma non finisce qui, per la Drali Oasi è compatibile anche con le ruote da 650b e in questo caso la bicicletta supporta comodamente il passaggio di gomme fino a 50 millimetri. C’è una piena predisposizione agli attacchi di parafanghi e portapacchi.

Tre allestimenti

Si parte da un prezzo di listino di 2.690 euro, fino ad arrivare a 3.490 euro. Gli allestimenti sono tre: due meccanici, con Sram Rival e Shimano GRX, il terzo con il Rival AXS (quello da 3.490 euro).

Drali

Alto Garda: il gravel al servizio del territorio

13.09.2023
5 min
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La crescita del mondo gravel, come disciplina alternativa alla strada, è in grande espansione. Immergersi nella natura permette di scoprire posti sempre nuovi e di vivere avventure completamente diverse. Scoprire un territorio è l’essenza stessa del gravel, se poi i luoghi sono quelli dell’Alto Garda Trentino lo scenario diventa ideale (foto Prugnola in apertura). Sono stati perfezionati e aperti ben otto nuovi percorsi, che toccano i luoghi più iconici dell’Alto Garda: tra viaggi, gastronomia e turismo. 

I sentieri sono tutti battuti e facilmente pedalabili (foto Prugnola)
I sentieri sono tutti battuti e facilmente pedalabili (foto Prugnola)

Dal lago alle Dolomiti

Gli otto nuovi percorsi realizzati nel territorio dell’Alto Garda Trentino permettono agli appassionati e ai curiosi di viaggiare dalle acque azzurre del lago di Garda fino alle pendici delle Dolomiti del Brenta. 

Il territorio dell’Alto Garda ha un legame importante con il mondo della bicicletta, in tutte le sue forme e sfumature. Quest’anno, infatti, la zona di Comano è stata teatro delle sfide tricolori, ospitando i campionati italiani su strada

Ma già nel 2022 questo territorio si era affacciato sul mondo del gravel, grazie al Bike Festival. In quell’occasione, per la prima volta, si era svolta una challenge gravel: i partecipanti avevano potuto scegliere tra due percorsi. Il Lake Bash Epic Gravel Challenge, più impegnativo e con tanti metri di dislivello. Il secondo: Lake Bash Juicy Gravel Challenge, invece, più breve e pianeggiante. 

Pedalare immersi nella natura è l’essenza del gravel (foto Prugnola)
Pedalare immersi nella natura è l’essenza del gravel (foto Prugnola)

Riva del Garda

Affacciati sullo specchio d’acqua del lago, si sviluppano due dei nuovi percorsi gravel. Il primo è il Ponale Gravel Experience, che parte da Riva del Garda e termina a Pregasina. Questo itinerario ripercorre la strada della “Vecchia Ponale”, la quale fino al 1992 era l’unico collegamento con la Valle di Ledro. Un intreccio di ponti, strade e scorci che ripercorrono la stupenda gola del Torrente Ponale. 

Sempre dalle sponde del lago di Garda parte il secondo percorso: il Ledro Gravel Experience. Un lento pedalare che porta alla scoperta dell’omonima valle, delimitata a nord dalle montagne e a sud dal riflesso azzurro del lago. Un percorso che si districa nella biosfera delle Alpi Ledrensi e Judicaria, siti patrimonio dell’UNESCO: meta perfetta per chi ricerca sempre nuovi stimoli per le giornate di sport all’aria aperta.

Al termine di ogni itinerario è possibile rilassarsi sulle sponde del lago di Garda (foto Prugnola)
Al termine di ogni itinerario è possibile rilassarsi sulle sponde del lago di Garda (foto Prugnola)

Il territorio di Comano

Un viaggio diverso attraverso i panorami che hanno caratterizzato i recenti campionati italiani su strada. Lontani dalle strade asfaltate, per immergersi completamente nella natura e nei borghi più caratteristici: è questo il filo conduttore del percorso del Lago di Tenno: un lento muoversi tra spiagge, olivaie e montagne. 

Un altro itinerario che si sviluppa in questa vallata è il Comano Gravel Experience. Una pedalata che si sviluppa dal lago di Garda fino alle Dolomiti del Brenta, con passaggi suggestivi su gole e ponti mozzafiato. Si attraversano i territori del fiume Sarca e del Limarò, per poi sbucare nella zona del Bleggio Inferiore.

Ma il gravel non è solo pedalare e scoprire luoghi nuovi e incontaminati, la scoperta di nuovi territori passa anche dal cibo. Questo è l’incipit dell’itinerario “Km0 Unesco Comano Gravel Experience”. Un bike tour per chi vuole unire i pedali e la buona cucina: sostenibile, genuina e a Km 0. 

Un’immersione nella tradizione culinaria della Valle delle Terme di Comano, andando alla scoperta della zona del Lomaso, regno della patata di montagna e dei formaggi di malga. Si riparte lungo la verde Val Lomasona, tra borghi contadini, alcuni fra i più belli d’Italia, per raggiungere un’altra prelibatezza che si può trovare solo qui: il salame alle noci del Bleggio. 

Non solo sterrato e pianura, ma anche tante ciclabili e qualche salita, per gli amanti della montagna (foto Prugnola)
Non solo sterrato e pianura, ma anche tante ciclabili e qualche salita, per gli amanti della montagna (foto Prugnola)

Valle dei Laghi

L’ultima parte dell’Alto Garda che vi proponiamo è quella della Valle dei Laghi, diversa sotto alcuni aspetti, ma molto suggestiva. Il percorso della Divin Nosiola Gravel Experience è un tour che porta alla scoperta della centrale idroelettrica di Santa Massenza. In un luogo in cui l’acqua è elemento centrale scoprirne l’utilizzo e le potenzialità è un qualcosa che arricchisce. Non c’è solamente questo, infatti durante la pedalata è bene fermarsi anche ad immortalare due castelli: quello di Toblino e di Madruzzo. Ci sarà spazio anche per una degustazione del rinomato Vin Santo. 

Il secondo percorso della Valle dei Laghi è un anello che porta da Terlago a Banale e ritorno. Passi di montagna, boschi e tanto altro in questo itinerario che riscopre i paesini più caratteristici e non solo. Si potrà pedalare su comode e sicure piste ciclabili ma anche per strade incastonate nella roccia, dalle quali scorgere paesaggi mozzafiato sul bacino del Garda. Un posto speciale da ricordare sarà il passaggio da Santa Massenza, dove ci si potrà fermare in una delle cinque distillerie rimaste e conoscere la storia della grappa trentina. 

L’ultimo viaggio è quello che porta alla scoperta delle Valli di Cavedine e Sarca: il Cavedine Gravel Experience. Si costeggiano alcune pareti di Falesia, le quali hanno reso famosa questa zona per l’arrampicata. Superando il valico per entrare nella Valle di Sarca si potrà ammirare l’area archeologica di Cavedine. Uno scenario degno di nota che mostra tanti tesori di questa zona, come le incisioni rupestri di Pianaura e la Sedia del Diavolo: Carega del Diaol in dialetto locale.

Garda Trentino