Casarotto 1998

Casarotto e l’anno che il ciclismo cambiò

23.11.2021
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Era il 25 aprile 1996. Sembra strano dirlo a oltre 25 anni da quel giorno, quando tutto cominciò. Nessuno poteva aspettarsi che quell’edizione, la cinquantunesima del Gran Premio Liberazione avrebbe anticipato il cambiamento che successivamente avrebbe investito il ciclismo moderno. I professionisti che correvano fra i dilettanti: oggi la regola, allora una novità. La Federazione mondiale aveva lanciato la categoria degli under 23 ed Eugenio Bomboni, organizzatore della gara nel circuito delle Terme di Caracalla a Roma, andò contro corrente e decise che era arrivato il momento di aprire la corsa ai professionisti e la mise in calendario come open.

Open: pro’ e dilettanti insieme

Non aderirono in tanti, se si pensa che fra le 60 squadre partecipanti per un totale di 240 concorrenti, i corridori con in tasca un contratto firmato erano appena 13. Eppure fu evidente sin dalle prime battute che qualcosa era cambiato. Quella corsa la vinse in maniera rocambolesca Davide Casarotto, 25 anni allora, che da lì sviluppò una carriera arrivata tra i professionisti fino al 2002 con un totale di 8 vittorie e che poi è rimasto nell’ambiente come tecnico alla Breganze Millennium, ma che quel giorno lo ricorda ancora come se fosse ieri.

«Io avevo già partecipato al Liberazione l’anno prima – ricorda il vicentino – ma quel giorno sentivo che le cose erano ben diverse. Avevo già gareggiato fra i professionisti, sentivo che avevo altre gambe, più potenti. Era il primo anno della rivoluzione, le gare dilettantistiche potevano aprirsi ai professionisti. In realtà non furono tante a farlo, ma il Liberazione era una di queste. Non era una gara qualsiasi, per un dilettante era “la” gara. Pressoché impossibile da controllare con quei numeri di partecipazione e quel circuito di 5,4 chilometri che dovevi affrontare ben 23 volte».

Liberazione Piramide
Il percorso del Liberazione è tanto affascinante quanto difficile, favorevole ai colpi di mano
Liberazione Piramide
Il percorso del Liberazione è tanto affascinante quanto difficile, favorevole ai colpi di mano

La grande scuola della Scrigno

Rileggendo le cronache dell’epoca, Roma accolse la carovana del Liberazione con una mattinata imbronciata. Aveva piovuto fino a mezz’ora prima del via e le strade erano viscide, figurarsi i famosi sampietrini che costellavano parte del circuito.

Casarotto, con 4 vittorie nell’anno precedente in maglia Fis-Parolin, si era guadagnato il passaggio di categoria alla Scrigno-Gaerne di Bruno Reverberi e Enrico Paolini: “Una scuola che concede spazio ai giovani – scrisse al tempo Gino Sala su L’Unità, il giornale che da sempre sosteneva la manifestazione – dove tutti sono capitani e tutti sono gregari, dove si può crescere senza assilli, dove la parola d’ordine è dare il meglio di se stessi coi metodi fondamentali del ciclismo: osare per imparare per crescere con l’arma del coraggio e della fantasia”.

A rileggere oggi quelle parole, in un’epoca dove il ciclismo consuma tutto e subito, sembra preistoria, anche se Reverberi (gliene va dato atto) la sua ricetta non l’ha mai cambiata.

«Eravamo in 4 a gareggiare – ricorda Casarotto – Rossato con cui avevo condiviso tutto sin da dilettante, Conte, Guidi ed io. Tutti abbiamo avuto una proficua carriera fra i pro’ e poi come tecnici. L’anno prima avevo corso per aiutare Rossato, ma quell’anno la corsa si mise in modo da favorire me. Ero al top, avevo fatto la Tirreno-Adriatico e portato a termine la Milano-Sanremo e quelle fatiche mi avevano dato una condizione super. I pro’ non erano tanti perché nello stesso giorno c’era il Giro dell’Appennino. Le squadre italiane avevano preferito andare sul sicuro, sapendo che il Liberazione era una lotteria».

Bomboni Troiani
Dopo il Liberazione scattava il Giro delle Regioni: qui Battaglin sul podio del 2010. A sinistra il patron Eugenio Bomboni
Bomboni Troiani
Dopo il Liberazione scattava il Giro delle Regioni: qui Battaglin nel 2010o. A sinistra, Bomboni

Abdujaparov rimase nelle retrovie

Il terreno viscido fece vittime, già all’inizio una maxicaduta favorì la fuga. Pochi avrebbero pensato che già all’inizio il Liberazione si sarebbe parzialmente deciso. Quella fuga con Montanari, Zattoni, Moreni e Casarotto sarebbe andata in qualche modo in porto. Ma per Casarotto non fu tutto semplice.

I quattro avevano guadagnato un vantaggio enorme, quando superi i 5 minuti su quel percorso significa quasi essere vicini al doppiaggio, che avrebbe reso pressoché impossibile il lavoro dei contagiri. Non che il gruppo non avesse provato a reagire, ma si era spezzato in più tronconi. In fondo era rimasto il favorito della vigilia, l’uzbeko Abdujaparov dalla volata mortale, ma senza compagni di squadra in grado di aiutarlo. Casarotto collaborava con gli altri, ma a un certo punto dovette pagare pegno.

Una caduta, una ferita alla gamba destra, ma con l’adrenalina che scorreva in corpo era il meno. Il fatto era che il suo telaio era spezzato in due e a guardarlo un brivido scorse lungo la sua schiena. Non c’era tempo per pensarci, Casarotto risalì sulla seconda bici e si lanciò all’inseguimento.

Albanese Liberazione 2016
Il podio dell’edizione 2016 vinta da Vincenzo Albanese, uno dei tanti ora nei pro’
Albanese Liberazione 2016
Il podio dell’edizione 2016 vinta da Vincenzo Albanese, uno dei tanti ora nei pro’

La superiorità del più forte

Uno contro tre, ma certe volte è da questo che si vede la superiorità. Non solo il portacolori della Scrigno riprese gli avversari, ma con due scatti sbriciolò la loro resistenza, chiudendo primo con 9” su Montanari e 40” su Zattoni e Moreni. Gli altri ben più lontani, annichiliti dal portacolori di un vento nuovo che soffiava sul ciclismo e che presto avrebbe cancellato di fatto il mondo dei dilettanti.

«Quella vittoria è stata una delle emozioni più forti della mia vita – ricorda oggi Casarotto – il Liberazione al tempo era l’unica gara dilettantistica che veniva ripresa dalla Tv in diretta. La vedevo sempre e sognavo di vincerla un giorno, di entrare in un albo d’oro ricco di nomi prestigiosi. Fu un giorno straordinario e non lo dimenticherò mai».

Oggi il Liberazione, dopo essere passato di mano e essere stato fermo per due anni, sta cambiando pelle, ma resta la gara di riferimento per gli under 23, proprio la categoria che esordì nel 1996.

«Io dico che ci metterà poco a tornare agli antichi fasti – chiude Casarotto – Roma è un palcoscenico difficile, ma nessuno può avere il suo fascino. Guardate quel che è successo anche dopo, ha sempre vinto un corridore valido, da Goss che trionfò alla Sanremo a Trentin, da Albanese fino a Gazzoli primo quest’anno. Ho letto dei progetti che ha il nuovo organizzatore e sono sicuro che il Liberazione tornerà ad essere il vero mondiale di primavera».

GP Liberazione, nuove basi e tante novità per il 2022

22.11.2021
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Ci sono grandi novità all’orizzonte per il Gran Premio Liberazione. La classica romana degli under 23, tornata in calendario proprio nel 2021 dopo due anni di stop (in apertura la vittoria di Michele Gazzoli, lo scorso 25 aprile), vuole ritornare a essere un riferimento mondiale su nuove basi. Claudio Terenzi, il suo organizzatore, sta mettendo mano a un progetto che va molto al di là della gara per la singola categoria, proponendo una sorta di festival dedicato non solo alle due ruote e allestito su 3 giorni intensissimi.

L’idea è quella di sfruttare la tradizionale collocazione del 25 aprile, che nel 2022 sarà di lunedì, per allestire un weekend lungo dedicato allo sport.

«Il sabato sarà incentrato su una pedalata non competitiva alla scoperta del Parco dell’Appia Antica – dice – perché sentiamo il bisogno di dare qualcosa ai romani, agli abitanti di questa grande e sofferente città, con un momento di pace e serenità all’interno della propria storia. La domenica sarà il giorno delle categorie giovanili, dando il giusto spazio agli juniores dopo la bellissima esperienza di quest’anno, proponendo però anche una gara specifica per allievi e, se sarà possibile, anche per gli esordienti».

Terenzi Liberazione 2021
Claudio Terenzi ha rilevato l’organizzazione del GP Liberazione solo quest’anno
Terenzi Liberazione 2021
Claudio Terenzi ha rilevato l’organizzazione del GP Liberazione solo quest’anno
E al lunedì, spazio solo agli Under 23?

No, proporremo una prova riservata alle donne elite, riproponendo quell’idea già attuata due volte, con vincitrici prestigiose come Bastianelli e Paternoster. Vogliamo ripetere in pratica quanto succede nel sabato dei mondiali, siamo sicuri che l’abbinata sarà un successo strepitoso. Il tutto allestito con lo Stadio Nando Martellini a Caracalla che ospiterà un villaggio dedicato non solo alle due ruote. Vorremmo allargarlo anche ad altre discipline sportive, facendo in modo che si possa conoscere e provare un numero elevato di specialità, invogliando i più giovani a fare sport, qualsiasi esso sia. Ma c’è anche altro…

Ossia?

Proporremo una nuova edizione di “ABCletta”, il progetto a sfondo sociale collegato alla manifestazione già dallo scorso anno, che in collaborazione con l’associazione culturale Ti con Zero, coinvolge studenti dei licei sportivi romani e alunni dell’ ISS – Istituto Statale per Sordi in un processo di apprendimento creativo e di gioco sul tema della bicicletta.

Paternoster Liberazione 2018
La vittoria di Letizia Paternoster all’ultimo Liberazione femminile, nel 2018
Paternoster Liberazione 2018
La vittoria di Letizia Paternoster all’ultimo Liberazione femminile, nel 2018
Andiamo per ordine: perché una ciclopedalata e non per esempio un granfondo?

L’idea frulla da tempo nella mente, ma sicuramente non sarebbe possibile inserirla in questo periodo, dovremmo tornare a quello della corsa originaria, quindi a fine stagione, a ottobre. E’ un progetto, vedremo se e come realizzarlo. Intanto pensiamo alla ciclopasseggiata per la quale stiamo definendo un accordo con il Centro Servizi Volontariato del Lazio per permettere alle associazioni che ne fanno parte di raccogliere fondi attraverso la vendita delle iscrizioni. Dovrà essere una giornata per famiglie, con 2 percorsi fino a 20 chilometri e un megaristoro finale, abbinata anche a iniziative per bambini. Una giornata per famiglie, insomma.

La domenica sarà un festival giovanile…

Vogliamo che sia un passaggio di riferimento per il nostro ciclismo del futuro. Avete visto che successo ha avuto la gara junior dell’ultima edizione? Bisogna considerare che per l’ultimo Liberazione ci siamo trovati a organizzare il tutto in pochissimi mesi. Ora abbiamo avuto il tempo per progettare, per questo vogliamo che tutte le principali categorie siano rappresentate. La vittoria di Belletta, trionfatore da noi e poi iridato su pista, dimostra che possiamo davvero essere un trampolino di lancio.

Belletta Liberazione 2021
Dario Igor Belletta, al Liberazione è iniziata la parabola ascendente culminata con l’iride su pista. Dita al cielo per Silvia Piccini
Belletta Liberazione 2021
Belletta, al Liberazione è iniziata la parabola che è culminata con l’iride su pista
Per la gara delle donne contate di avere al via qualche squadra del WorldTour?

Essendo nel calendario Uci come gara 1.2 possiamo averne tre al via e lo speriamo, ma bisogna tenere conto che il giorno prima ci sarà la Liegi-Bastogne-Liegi. E’ un prezzo che pagheremo ancora vista la nostra data, ma siamo sicuri che avremo comunque un bel parterre. Il calendario in quel periodo è straricco in ogni prova: volevamo ad esempio allestire un evento di E-bike al sabato, ma ci siamo accorti che saremmo andati incontro a mille concomitanze.

Veniamo alla gara regina: anche qui contate di avere corridori del WorldTour?

Speriamo, ci hanno già contattato quelli dell’Astana Development e i primi a iscriversi, pur non del WT, sono quelli della Bardiani. Ci ha fatto molto piacere. Inoltre stanno arrivando tantissime richieste di partecipazione da nazionali straniere, ad esempio per la prima volta arriverà l’Uruguay. L’interesse a partecipare è massimo e questo ci fa ben sperare.

Bomboni Liberazione
Eugenio Bomboni è stato l’ideatore e l’anima della corsa dal 1946
Eugenio Bomboni è stato l’ideatore e l’anima della corsa dal 1946
Una volta il Liberazione era chiamato il “mondiale di primavera” per i dilettanti, ora il suo prestigio è tornato tale?

Forse non ancora, ma ci arriveremo. Negli ultimi anni della vecchia gestione c’era stata una flessione, anche fisiologica considerando le tantissime edizioni organizzate. Noi siamo ripartiti con nuovo spirito e basi, ad esempio ho già raccolto sponsor importanti mentre prima si viveva soprattutto di sovvenzioni pubbliche. Io dico che le credenziali ci sono tutte, ma il nostro è un “work in progress”…

Masciarelli Liberazione 2021

Masciarelli, racconta, come te la cavi su strada?

28.05.2021
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Abbiamo già avuto modo di parlare di Lorenzo Masciarelli come grande prospetto azzurro per il ciclocross, ma su strada come stanno andando le cose? L’abruzzese è stato uno dei protagonisti azzurri del Gran Premio Liberazione a Roma, ma la sua stagione è poi andata avanti fra alti e bassi, non regalandogli finora quelle soddisfazioni che tanti, ma soprattutto lui si aspettavano. Partiamo però proprio da Roma e da quelle giornate così speciali.

«Gareggiare nella nazionale di ciclocross su strada è stato come sentirmi a casa – esordisce il corridore della Bert Containers Pauwels Sauzen – E’ un gruppo fantastico, non manca nulla, Scotti e Bielli sono quasi dei papà suppletivi. Peccato che quella gara non sia andata come speravo: nel primo giro sono caduto e ho rotto il disco posteriore, questo mi ha penalizzato molto».

Finora la tua stagione come sta andando?

Non bene come speravo, la condizione c’è ma probabilmente mi ha frenato la troppa voglia di fare. E’ anche vero però che rispetto agli altri sono svantaggiato perché gareggio da solo facendo parte di un team straniero, non ho compagni di squadra, ma gareggiare mi ha fatto comunque bene considerando che in Belgio le gare ancora non sono riprese.

Masciarelli Illasi 2018
Lorenzo Masciarelli vittorioso da allievo a Illasi nel 2018 (foto Francesconi)
Masciarelli Illasi 2018
Lorenzo Masciarelli vittorioso da allievo a Illasi nel 2018 (foto Francesconi)
In questa primavera come sei riuscito a gestirti fra Belgio e Italia?

La pandemia ha spinto le autorità scolastiche belghe a allungare le vacanze di Pasqua, così sono rimasto in Italia e ho potuto gareggiare di più, poi sono tornato a casa per riprendere la scuola. Tornerò in Italia la settimana prossima per gareggiare, ma farò un po’ la spola con il Belgio per partecipare a qualche prova anche lì.

Con la scuola come ti sei organizzato?

Ne abbiamo parlato con i responsabili della squadra e hanno ottenuto il permesso per farmi lavorare in DAD nelle ultime settimane. In Belgio il periodo scolastico quest’anno si conclude a fine giugno, finora comunque i miei risultati sono stati buoni, quindi posso chiudere l’anno senza problemi.

Masciarelli Corridonia 2020
L’abruzzese (numero 1) al via della seconda tappa del Giro d’Italia Ciclocross a Corridonia
Masciarelli Corridonia 2020
L’abruzzese (numero 1) al via della seconda tappa del Giro d’Italia Ciclocross a Corridonia
Finora conosciamo bene il Masciarelli ciclocrossista, ma quello su strada ce lo puoi presentare?

Di regola sono uno scalatore, mi trovo bene sulle salite lunghe, ma l’esplosività che ho mutuato dal ciclocross mi consente di far bene anche nei circuiti con salite corte continuate, i tipici percorsi a saliscendi perché riesco a rilanciare continuamente l’azione. Avrei però bisogno di poter lavorare in squadra per sfruttare meglio le mie qualità.

Ti piacerebbe arrivare in nazionale anche su strada?

Moltissimo e non nascondo che ci penso. Quest’inizio di stagione ho ottenuto solamente piazzamenti (4° al Trofeo Amministrazione Comunale di Martignano nelle Marche e 3° al Trofeo Cicli Saccarelli in Umbria, ndr), speravo molto nella Strade Bianche di Romagna, ma ho peccato di inesperienza non alimentandomi bene.

Masciarelli Masciano 2021
La volata del Trofeo Saccarelli a Masciano, con Masciarelli terzo e deluso (foto Fruzzetti)
Masciarelli Masciano 2021
La volata del Trofeo Saccarelli a Masciano, con Masciarelli terzo e deluso (foto Fruzzetti)
Oltretutto se riuscissi a guadagnarti la selezione azzurra per i mondiali in Belgio correresti “in casa”…

Sì e questo m’invoglia ancora di più. In Belgio è molto importante conoscere i percorsi e saper interpretare il vento, la situazione può cambiare in un attimo, passi da una strada molto larga a una stretta, oppure una folata di vento spacca il gruppo. Il tracciato influisce moltissimo, va studiato con attenzione, per questo penso che potrei fare bene.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

Continuerò a gareggiare in Italia fino all’appuntamento di Solighetto al quale tengo molto, anche perché potrò gareggiare con una squadra mista belga. Poi punterò direttamente ai Campionati Italiani d’inizio luglio.

La bici da ciclocross la stai usando ancora?

Per ora no, è messa un po’ da parte, ma conto di riprenderla presto in mano, almeno per un paio di sedute a settimana, per riprendere confidenza con il mezzo, anche perché la prossima stagione sarà molto delicata: passerò fra gli under 23 e in Belgio questo significa che avrò subito a che fare con i campioni della specialità, da Van Aert in giù, perché lì le gare sono Open. Quindi dovrò essere subito al 100% se vorrò iniziare a farmi conoscere…

Azzurri Liberazione 2021

Dal ciclocross alla strada: così nascono i nostri VDP

07.05.2021
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Alla conclusione della stagione di ciclocross, Fausto Scotti lo aveva promesso: «C’è ancora tanto da fare, anche fuori dall’attività specifica». La nazionale sui prati non si è fermata, anzi. Il Ct ha continuato a controllare, contattare, lavorare e ha portato avanti un progetto ambizioso, difficile ma che promette molto: tenere in attività i suoi ragazzi facendo fare loro altre specialità. E’ nata da quest’idea la partecipazione degli azzurri all’ultimo Gran Premio Liberazione su strada a Roma. E non sarà un episodio isolato.

«Facendo parte dell’organizzazione della classica romana – spiega il tecnico azzurro – ho pensato che fosse l’occasione giusta per far fare esperienza ai miei ragazzi junior. Avrei voluto vedere all’opera anche gli allievi, ma la loro partecipazione era più complicata, così abbiamo lasciato spazio a un altro team. Con i ragazzi ero stato chiaro: per i primi 10 giri avevano libertà assoluta, poi l’impegno era stare nei primi 3 e provare a fare la corsa e hanno tutti risposto bene».

Siffredi ai piedi del podio

Effettivamente, rivedendo a mente fredda l’evoluzione della gara, la partecipazione della nazionale non è stata fine a se stessa e poteva anche essere più fruttuosa, senza gli incidenti a Lorenzo Masciarelli, costretto a un gran lavoro per rientrare privandolo delle energie utili per il finale e a Filippo Agostinacchio (rottura della forcella in una caduta e ritiro anticipato). Nel finale Matteo Siffredi ha provato il colpo a sensazione, alla fine il suo 4° posto è stato comunque un attestato di valore per tutto il gruppo.

Carrer Masciarelli 2021
Il pugliese Carrer aiuta Masciarelli a rientrare in gruppo (foto Bit & Led, anche in apertura)
Carrer Masciarelli 2021
Il pugliese Carrer aiuta Masciarelli a rientrare in gruppo (foto Bit & Led, anche in apertura)

Il progetto di Scotti guarda sempre al ciclocross come fine ultimo, ma serve anche per inculcare nei ragazzi quella cultura alla multidisciplina che sta facendo proseliti nel mondo, dietro i risultati sensazionali dei “tre tenori” Van Der Poel, Van Aert e Pidcock. Siffredi rispecchia fedelmente questi canoni: «Strada l’ho sempre fatta, il problema è riuscire a conciliare le varie attività: adesso per esempio entriamo nella parte clou della stagione di Mtb, con le prove di Coppa del Mondo e le gare titolate e per me sono l’obiettivo principale».

Il genovese classe 2003 riconosce che questi continui salti sono però utili per allargare i suoi orizzonti: «Mi accorgo sempre più che ogni disciplina aiuta a crescere nelle altre: l’attività offroad, ad esempio, si è rivelata utilissima per assimilare i cambi di ritmo su strada ed essere quindi propositivo, non correre passivamente. Per me la Mtb resta la disciplina principale nel mio futuro, ma continuerei a dividermi volentieri se trovassi una squadra che me lo permettesse».

Azzurri ciclocross Liberazione 2021
Da sinistra: Paletti, Masciarelli, Olivo, Agostinacchio, Siffredi e Carrer
Azzurri ciclocross Liberazione 2021
Alcuni degli azzurri in gara. Da sinistra: Paletti, Masciarelli, Olivo e Agostinacchio

Agostinacchio: «Ci voglio riprovare»

Chi invece si proietta direttamente verso il ciclocross è Filippo Agostinacchio: «Anch’io voglio fortemente continuare a praticare tutto, dalla strada alla Mtb ma il ciclocross è la specialità che mi affascina maggiormente. Su strada avevo già corso in questa stagione finendo nella Top 10 a Stevenà di Caneva e vorrei continuare, se Scotti mi chiamerà ancora, ma devo dare spazio preminente alla Mtb dove difendo la posizione di leader di categoria agli Internazionali d’Italia».

Con questi ritmi, quando potranno riposare questi ragazzi? Non c’è il rischio di saturazione? E’ lo stesso Agostinacchio a rispondere: «Basta effettuare riposi più brevi, invece del mese canonico senza bici io stacco un paio di settimane a settembre e riprendo la preparazione per il ciclocross leggermente più avanti”. Un po’ quello che fa Mathieu Van Der Poel: “Lo so, mi ispiro a lui…».

Scotti Bielli
Fausto Scotti e il suo aiutante Luigi Bielli: Presto di nuovo impegnati nel calendario U23
Scotti Bielli
Fausto Scotti e il suo aiutante Luigi Bielli: presto di nuovo impegnati nel calendario U23

E ora si punta all’Eroica…

Già, VDP. L’idea di avere tanti piccoli VDP in squadra illumina gli occhi di Scotti: «Sono ragazzi che sanno guidare e che riescono a cavarsela in ogni situazione. Sono fenomenali, pieni di energie, sanno già leggere la gara ma sono anche pieni di domande e di curiosità com’è giusto per la loro età».

Il progetto non è concluso con il Liberazione, anche perché dopo le loro prove a Roma stanno fioccando gli inviti: «Grazie anche al tecnico di categoria De Candido che mi appoggia in pieno. Probabilmente saremmo all’Eroica junior del 16 maggio, con un gruppo ancora più folto, poi andremo avanti fino a metà agosto quando inizieremo i lavori per il ciclocross. L’importante è che i ragazzi mantengano questa voglia di mettersi sempre alla prova per conoscersi meglio. I campioni nascono così…».

Merida Granpremio Liberazione Juniores

Merida partner importante del Liberazione

24.04.2021
3 min
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Merida è sponsor della settantaquattresima edizione del Gran Premio Liberazione, uno degli eventi ciclistici under 23 più importanti, storici e prestigiosi dell’intero calendario mondiale.

Title sponsor della gara Juniores

Ma l’impegno marketing di Merida Italy, la filiale commerciale diretta per il nostro paese del colosso taiwanese, non si ferma qui. Il gruppo di lavoro coordinato da Paolo Fornaciari con Gianluca Bonanomi responsabile commerciale e Dario Acquaroli nuovo capo del marketing, ha raddoppiato lo sforzo di comunicazione con il comitato organizzatore del Liberazione. Ed è così che la gara che anticiperà quella degli under 23, ovvero quella riservata alla categoria Juniores ha preso il nome di Merida Liberazione Juniores.

Merida nuovi mezzi
Merida metterà in campo anche i suoi nuovi mezzi
Merida nuovi mezzi
Merida sarà presente e metterà in campo anche i suoi nuovi mezzi

Ci sono anche gli allievi

Il Gran Premio Liberazione si prospetta dunque come una grande giornata per tutto il mondo del ciclismo. A poco meno di 24 ore dal via, il nuovo comitato organizzatore della corsa, il Team Bike Terenzi, è difatti impegnato ad anticipare lo svolgimento del Mondiale di Primavera under 23 da ben due nuove corse. Una per gli allievi (che si svolgerà grazie anche alla preziosa collaborazione dell’ASD Romano Scotti) ed un’altra per gli juniores. Tutte e tre le manifestazioni si svolgeranno come di consueto lungo lo storico circuito ricavato attorno alle Terme di Caracalla.

Spazio ai giovani

«L’obiettivo del Gran Premio Liberazione – ha dichiarato Claudio Terenzi, il Presidente del nuovo Comitato Organizzatore – è quello di dare spazio a molte delle principali categorie giovanili. Ed è proprio per questo motivo che la scelta di allargare la manifestazione anche alle categorie allievi e juniores ha rappresentato per noi un’opzione naturale, soprattutto in considerazione di quanto la nostra società sportiva sia particolarmente attenta alla formazione giovanile. E per questo ringraziamo tantissimo Merida per tutto il supporto che ci ha fornito. Questi ragazzi avranno la possibilità di gareggiare sul medesimo percorso, nel cuore di Roma, riservato agli under 23, con la speranza che un giorno possano correre anche loro in questa categoria… un sogno».

Nuova Reacto Bahrain Victorious
La nuova Merida Reacto del Team Bahrain Victorious
Nuova Reacto Bahrain Victorious
La nuova Merida Reacto del Team Bahrain Victorious

Portare Merida in alto

«Essere partner importanti del Gran Premio Liberazione – ha commentato Dario Acquaroli, responsabile marketing di Merida Italy – rappresenta per noi sia un onore quanto un opportunità: l’onore lo collego alla incredibile storicità di questa manifestazione, l’opportunità invece ci è fornita dal poter assecondare, e rafforzare in chiave comunicativa, il nostro processo di crescita commerciale in Italia. Al Liberazione inaugureremo i nostri nuovi mezzi che ci caratterizzeranno in occasione dei prossimi eventi. Abbiamo davvero tantissime cose da fare per portare Merida in Italia al livello di leadership che lo stesso brand merita, ed il nostro entusiasmo per poter raggiungere questo obiettivo è travolgente».

meridaitaly.it