Stefano Zannini e Gianni Moscon un anno dopo. Più o meno di questi tempi, lo scorso anno parlammo con “Zazà” dell’imminente arrivo di Gianni Moscon all’Astana Qazaqstan. Aspettative, sogni e la voglia matta di avere tra le mani finalmente un corridore per il Nord di primissimo piano, scaldavano il direttore sportivo varesino.
Poi però si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E il mare in questione si chiama Covid. Il virus ha letteralmente devastato Moscon, che di fatto ha passato l’intera stagione a rincorrere se stesso e la condizione.
Ragazzo semplice
Ma siamo sicuri che sia solo il Covid ad aver condizionato Moscon, che non ci sia stato anche altro? E’ lo stesso Zanini che ci accompagna alla ricerca di risposte a 360 gradi.
«In questo anno a contatto con Gianni – dice Zanini – conoscendolo a fondo ho trovato un ragazzo umile e tranquillo, soprattutto rispetto a quel che si diceva di lui, cioè che fosse difficile da gestire. In Belgio soprattutto ad inizio anno abbiamo passato parecchio tempo insieme e posso dire che mi piace.
«Mi piace perché è semplice, ha le idee chiare e quest’anno è stato davvero tanto sfortunato. Ha preso il Covid ad inizio anno e non si è più ripreso. Solo a fine stagione, ma proprio alla fine, è cominciato a tornare quello che è. Però il periodo è stato breve. Lui si stava riprendendo e la stagione era finita».
Ottimismo 2023
Ma è da qui che vuol ripartire Zanini, che trova l’ottimismo per l’anno che verrà.
«Nell’ultimo mese di gare – va avanti il diesse dell’Astana – ha finito in crescendo. Le sensazioni erano buone rispetto a prima. Nel corso dell’anno faceva una gara e non recuperava. Anziché crescere di condizione, accumulava fatica… che finiva per fargli peggio. E’ stato così anche al Tour de France (lo hanno fermato dopo 7 tappe, ndr). Nel finale invece c’è stato un cambio di rotta. Non che fosse ai suoi livelli, ma le cose erano diverse. Iniziava a salire di condizione».
Zanini parla di un Moscon che anche moralmente ha finito in crescendo e questo è molto importante per affrontare l’inverno. Un inverno che dal punto di vista della preparazione sarà importante: il trentino infatti ha già ripreso e bene.
«Ha fatto uno stacco non lungo, l’idea è di farlo partire presto. Gianni andrà in Australia. Deve riprendere a correre in un certo modo, mettere chilometri di gara nelle gambe e farsi trovare pronto per le classiche di primavera».
Crescita e team
Prima abbiamo accennato che oltre al Covid poteva esserci altro in questa difficile stagione di Moscon. In un ampio discorso sui giovani di qualche tempo fa, Bragato ci aveva detto di quanto fosse limitante per certi aspetti stare in squadre importanti straniere. Di come queste influiscano sulla crescita dell’atleta.
Nel caso di Moscon, passato alla Sky (poi Ineos-Grenadiers), c’è stato un enorme blocco di lavoro di gregariato. Così non solo ci si disabitua a vincere o a lottare per la vittoria ma, sempre nel caso di Gianni, che all’epoca del passaggio aveva 22 anni, si cresce con certi schemi mentali che portano poi a dei limiti tattici e se vogliamo anche mentali.
«Io non credo – ribatte Zanini – che questo riguardi Moscon. Io credo che lui abbia una voglia di riscatto incredibile. Già in Belgio lo vedevo che era dispiaciuto di non rendere come voleva. Era di sperato. Mi diceva: “Non vado, non vado… Non c’è soluzione”. E invece adesso è diverso. Il motore Gianni ce l’ha e di questo ne siamo certi. Si è visto anche in passato con le belle cose che ha fatto.
«Per quanto diceva Bragato: sì, Gianni ha fatto spesso il gregario e lo ha fatto nei grandi Giri soprattutto, ma si è visto anche che ha avuto i suoi spazi. Non dimentichiamoci che se non fosse caduto probabilmente avrebbe vinto la Roubaix.
«Quel che sostiene Bragato non è sbagliato, ma dipende anche in che squadra si militi. Io credo, anzi dico per certo, che in Astana per esempio tutti hanno le loro possibilità. Poi è anche vero che ci sono dei momenti o delle corse in cui ci si concentra attorno ad un capitano o a quell’atleta che ha determinate caratteristiche per quella corsa. Ma aggiungo anche che se sei furbo e segui bene il tuo capitano, poi avere anche tu le tue occasioni».