Anche l’ultima Parigi-Roubaix ha messo in evidenza una fatica bestiale. All’arrivo tutti si buttavano sul prato del velodromo. I ragazzi erano sfiniti. E questo nonostante dei mezzi sempre più “confortevoli” ed efficienti sul pavè. Di contro si va più forte. E alla fine forse il discorso dei sobbalzi si compensa.
Al via di Compiegne abbiamo incontrato Federico “Fred” Morini, massaggiatore della nazionale. Fred era venuto da spettatore appassionato con un occhio dedicato soprattutto ai suoi due azzurri: Filippo Ganna e Jonathan Milan. Non a caso lo abbiamo intercettato al bus della Ineos Grenadiers di Pippo.
Fred, Colbrelli ci ha detto che dopo tre giorni le sue gambe post Roubaix erano ancora “distrutte”. Ci spieghi dunque com’è il massaggio post Inferno…
La maggior parte degli atleti, dopo la Roubaix, anche a distanza di qualche giorno, sentono dei dolori muscolari. Dolori che vanno dalle braccia, al corpo, alle gambe chiaramente. Questo perché subiscono scosse continue, vibrazioni incredibili e per qualche giorno, magari non i migliori perché sono forse i più adatti a questo percorso, sono messi male.
Dunque ciò che diceva Colbrelli è vero: gambe messe male anche a distanza di giorni… E cosa sente il massaggiatore nei polpastrelli? Cosa c’è di diverso in quei muscoli?
Si sente una bella differenza. Si sentono tante contratture lungo il decorso muscolare. Ed è anche l’atleta che te lo conferma mentre lo tocchi. Ti dice l’entità del dolore. E infatti è un massaggio che in alcuni casi può anche far male, come nella maggior parte dei casi.
Questo massaggio conviene farlo subito oppure meglio aspettare?
L’ideale è sempre meglio aspettare un po’, perché si riduce il trauma del tessuto. Poi magari il discorso non vale per tutti, ma per buona parte del gruppo sì. Meglio farlo a distanza di due o tre giorni. In più va considerato che oggi, a differenza del passato, abbiamo a disposizione dei macchinari elettromedicali che possono favorire la vascolarizzazione e quindi il rilassamento del tessuto e di conseguenza il passaggio delle mani sul muscolo.
Prima abbiamo accennato alla tecnologia: le nuove gomme, le pressioni più basse… Questo contribuisce a ridurre i traumi? Oppure le velocità maggiori pareggiano le cose?
Io credo che tutto sia utile. Ma credo anche che ci sia un fondamento ulteriore che va valutato ed è l’aspetto mentale. Il fatto di poter contare sugli ausili, durante e dopo, aiuta mentalmente l’atleta stesso a subire meno la situazione.
Invece a livello di idratazione, di alimentazione c’è qualche accorgimento per favorire questo recupero?
Come per tutte le corse, devi prestare molta attenzione. Nel caso della Roubaix ancora di più perché la tensione muscolare, e non solo quella, è tanta. Il fatto di dover essere sempre molto vigili in gruppo, è fondamentale, e richiede energie. Senza contare che hai un percorso che è massacrante in tutti i sensi.
Noi pensiamo sempre alle gambe, ma finita la Roubaix quali altre sono le parti massacrate?
Molte! Tecnicamente lo chiamo sistema viscerale. Fondamentalmente è quello degli organi, perché una delle sensazioni peggiori dell’atleta quando pedala sul pavé è appunto la sensazione di avvertire che sta “perdendo” lo stomaco, l’intestino, tutto… Sono le vibrazioni, ma sono forti, tremende e prolungate.
Quindi tu massaggiatore cosa fai?
Si tratta tutto: dal collo al decorso della colonna vertebrale. Va trattato il decorso d’innervazione degli organi: va rilassato, va inibito… Bisogna cercare di riportarlo a una situazione di normalità più velocemente possibile. Anche perché la stagione non finisce dopo la Roubaix.
E quanto tempo ci vuole per riportare il tutto alla normalità?
Un po’ di ricerca è stata fatta anche su questo. E tra quello che è stato raccolto dai vari colleghi, sembra che una settimana sia il tempo ideale per recuperare completamente lo sforzo della Roubaix.
Ma in quella settimana però l’atleta pedala, si allena…
Assolutamente. Ripeto, la stagione non si conclude dopo la Roubaix. Oggi più che mai i ragazzi hanno un calendario molto fitto. Per molti di loro queste classiche sono il clou della stagione (e possono mollare un po’ di più, ndr), ma per altri c’è un periodo molto importante da affrontare. Di conseguenza già dopo due o tre giorni in cui si è fatto meno, si torna con il programma di allenamento normale. E’ un riadattamento vero e proprio. E a distanza di 4-5 giorni si torna a pedalare come se non si fosse corso. Ecco perché questo recupero deve essere veloce e concentrato. E non riguarda solo il riposo, ma anche l’alimentazione e tutto il resto.
Hai parlato di esercizio fisico e alimentazione. Che cosa bisogna fare?
Bisogna cercare di ridurre i cibi acidi (carni grasse, crostacei, salumi, affettati, formaggi, ndr) che ovviamente potrebbero continuare a portare una componente negativa riguardo al recupero. E poi bisogna dormire tanto e bene. Ed è importante nei primissimi giorni tornare in sella con un programma ben ponderato ai fini dello smaltimento dello sforzo accumulato.
E gli esercizi tipo stretching?
Allungamento posturale, correzione di tutti quelli che sono i vari scompensi che si sono creati perché, ahimé, in alcuni casi c’è anche da gestire qualche botta che si è presa a terra. Durante la Roubaix è facile cadere, anche più di una volta.