Torna puntuale a Pesaro, come ogni anno a metà novembre, la Serata del Grande Ciclismo. La data da segnare in calendario quest’anno – e siamo già arrivati alla quinta edizione – è quella di venerdì 14 novembre prossimo. La città marchigiana si prepara dunque nuovamente ad accogliere e a riconoscere moltissimi corridori professionisti ed altrettante giovani promesse, oltre a due delle voci più iconiche e amate del panorama ciclistico italiano: Riccardo Magrini e Luca Gregorio, noti telecronisti sportivi, che saranno protagonisti, e mattatori, di una serata unica. L’appuntamento è una vera celebrazione della passione per la bicicletta.
La cornice dell’evento sarà l’elegante Hotel Baia Flaminia di Pesaro. La scelta è caduta sulla prestigiosa Sala Tritone, un ambiente ideale per ospitare un pubblico numeroso. La sala è difatti rinomata per la sua versatilità e per le sue attrezzature all’avanguardia. L’Hotel Baia Flaminia, 4 stelle fronte mare, offre un contesto di altissimo livello. Rappresenta la location perfetta per un raduno di settore così significativo. La cena è fissata per le ore 20, promettendo un’esperienza gastronomica di qualità, in linea con l’esclusività dell’evento.
Maurizio Radi e Giacomo Rossi, gli organizzatori della SerataLa Serata Grande Ciclismo è arrivata alla sua quinta edizioneMaurizio Radi e Giacomo Rossi, gli organizzatori della SerataLa Serata Grande Ciclismo è arrivata alla sua quinta edizione
Magrini & Gregorio: le voci del Grande Ciclismo
Riccardo Magrini, ex ciclista professionista e Direttore Sportivo, e Luca Gregorio, giornalista e telecronista, formano una coppia inconfondibile. Sono le voci ufficiali del grande ciclismo su Eurosport. La loro affinità e il loro modo di raccontare le corse, un mix di competenza tecnica e aneddoti divertenti, hanno conquistato il cuore dei tifosi.
Magrini, con il suo soprannome “Il Magro” e le sue “fagianate”, e Gregorio, con la sua narrazione coinvolgente e musicale, portano l’emozione delle gare in ogni loro apparizione. Durante la serata, si racconteranno storie, si condivideranno ricordi epici e si commenteranno i momenti salienti della stagione ciclistica.
Tra i protagonisti della serata ci sarà anche Gianmarco GarofoliNon mancherà anche Eleonora Ciabocco, argento agli europei U23 in Francia quest’annoTra i protagonisti della serata ci sarà anche Gianmarco GarofoliNon mancherà anche Eleonora Ciabocco, argento agli europei U23 in Francia quest’anno
Sul palco i talenti marchigiani
La serata non sarà solamente un momento di racconto e aneddoti. Si trasformerà anche in un’occasione per onorare l’eccellenza sportiva del territorio. L’evento vedrà infatti la premiazione di due giovani ciclisti marchigiani che si sono particolarmente distinti nell’ultima stagione agonistica. Il ciclismo italiano punta anche sui loro nomi per il futuro.
Sarà premiato Gianmarco Garofoli, talento della Soudal Quick-Step, e con lui anche Eleonora Ciabocco, quest’anno in organico col il team olandese Picnic PostNL. Il riconoscimento di questi due atleti marchigiani assume un significato profondo. Non è solo un applauso ai risultati. È un riconoscimento al sacrificio, alla dedizione e alla capacità di portare alto il nome dell’Italia e delle Marche nel ciclismo mondiale. La loro presenza aggiunge un valore sportivo e celebrativo all’intera serata, ispirando giovani ciclisti e consolidando il legame tra la regione e il grande sport delle due ruote.
Durante la serata al Hotel Baia Flaminia di Pesaro, nella prestigiosa Sala Tritone, ci saranno premiazioni e momenti di condivisioneDurante la serata al Hotel Baia Flaminia di Pesaro, nella prestigiosa Sala Tritone, ci saranno premiazioni e momenti di condivisione
La prenotazione è obbligatoria
La partecipazione a questa serata esclusiva ha un costo di 35 euro. La quota include la cena completa, oltre alla possibilità di interagire con gli ospiti. L’iniziativa è come sempre organizzata e promossa da Fisioradi Medical Center e dal Cà Virginia Country House & Wellness: una partnership che sottolinea un legame forte tra sport, benessere e territorio.
Per assicurarsi un posto… a tavola per la serata, è essenziale procedere con la prenotazione (tel. 350 5228496 – eventi@fisioradi.it). I posti sono limitati e la domanda è elevata.
Morfeo Gadget è l'azienda friulana che realizza trofei grazie alla stampa in 3D e tutti Made in Italy, tra questi ci sono anche i trofei del Liberazione
La stagione 2024 sarà ricordata come un anno di traguardi (raggiunti) straordinari per il poliambulatorio di fisioterapia e riabilitazione pesarese Fisioradi Medical Center. I numeri a consuntivo difatti parlano chiaro, testimoniando in modo inequivocabile il successo della struttura: 8.886 nuovi pazienti assistiti, 28.872 sedute di fisioterapia effettuate, 16.553 appuntamenti in poliambulatorio e 12.917 esami iagnostici completati. Ma non è tutto: il centro ha anche rafforzato il proprio spirito… di squadra, con 27 cene e 87 colazioni condivise con lo staff, sottolineando chiaramente l’importanza della coesione all’interno del team. Non a caso la passione per il ciclismo in Fisioradi batte davvero forte.
Fisioradi Medical Center rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per chi cerca trattamenti personalizzati di fisioterapia e riabilitazione. Grazie ad un team multidisciplinare altamente qualificato, il centro è difatti in grado di offrire soluzioni efficaci per problemi ortopedici, traumatologici e sportivi. L’utilizzo di tecniche avanzate, come terapia manuale, trattamenti osteopatici e terapie non invasive, in combinazione con apparecchiature di alta tecnologia, consente di raggiungere risultati rapidi e duraturi.
Maurizio Radi insieme a Giovanni Carboni, atleta del team professional olandese Unibet Tietema RocketsMaurizio Radi insieme a Giovanni Carboni, atleta del team professional olandese Unibet Tietema Rockets
Eccellenza polispecialistica
La struttura si distingue anche per gli spazi dedicati alla riabilitazione, considerando in modo particolare la grande palestra equipaggiata per la fisioterapia e la nuova vasca riabilitativa con acqua calda a 33° e cinque differenti altezze: l’ideale per lavorare su specifiche problematiche. Questo approccio integrato garantisce ai pazienti che si affidano a Fisioradi un percorso di recupero ottimale, sia nelle attività quotidiane che nella pratica sportiva. In modo particolare per quanto riguarda i ciclisti.
Con più di 45 medici di fama nazionale, suddivisi in oltre trenta (!) branche specialistiche, Fisioradi Medical Center rappresenta senza alcun dubbio un’eccellenza nel panorama sanitario italiano. Il servizio di visite organizzato su appuntamento si distingue poi per la professionalità, la puntualità e i tempi di attesa ridotti: tutti elementi che contribuiscono a un’esperienza estremamente positiva per i pazienti.
All’interno del Fisioradi Medical Center sono presenti i migliori macchinariLa modernissima struttura, di 1.000 metri quadri, è stata inaugurata nel 2021All’interno del Fisioradi Medical Center sono presenti i migliori macchinariLa modernissima struttura, di 1.000 metri quadri, è stata inaugurata nel 2021
Punto di riferimento per la salute
Un ulteriore elemento chiave del successo del centro marchigiano fondato da Maurizio Radi nel 2001 è rappresentato dal forte investimento in una diagnostica completa e di qualità. Grazie a macchinari di ultima generazione, e ad uno staff di medici e tecnici radiologi altamente qualificati, Fisioradi Medical Center offre oggi esami diagnostici precisi e in tempi brevi. Questo approccio consente come naturale conseguenza quella di accelerare i percorsi terapeutici, garantendo un servizio di altissimo livello per ogni singolo paziente.
Fisioradi Medical Center si conferma una realtà di grande spessore per quanto riguarda la fisioterapia e la riabilitazione, capace di coniugare alta tecnologia, professionalità e un’attenzione costante al benessere del paziente. Con un’offerta sanitaria completa e personalizzata, la struttura continua a crescere, ponendosi sempre più come modello di eccellenza nel settore medico italiano.
La stagione di Gaia Realini non è sicuramente iniziata nel migliore dei modi vista la frattura al gomito di qualche giorno che l’ha costretta a fermarsi. Per la scalatrice della Lidl-Trek si tratta di uno stop nella rincorsa agli obiettivi stagionali. Un rallentamento che però non spaventa visto che siamo a gennaio. Un infortunio che deve lasciare lontani eventuali allarmismi ma che comunque è da non sottovalutare. In un post sui social Realini ha scritto: “Qualche giorno fa sono caduta in allenamento, una piccola frattura al gomito che sicuramente non ci voleva… La stagione non è ancora iniziata e il meglio deve ancora venire”.
Per capire cosa comporta una frattura al gomito e come si gestisce siamo andati da Maurizio Radi, fisioterapista e responsabile del Fisioradi Medical Center.
«Il gomito – ci spiega subito – è un’articolazione tra omero, ulna e radio, e in base alla frattura viene impostato un percorso terapeutico riabilitativo mirato. Nel caso di Realini bisogna capire che tipo di frattura ha avuto».
Abbiamo chiesto chiarimenti sulla frattura al gomito a Maurizio Radi, titolare del Fisioradi Medical CenterAbbiamo chiesto chiarimenti sulla frattura al gomito a Maurizio Radi, titolare del Fisioradi Medical Center
Sui suoi canali social Realini ha scritto che ha riportato una piccola frattura al gomito destro, non scomposta.
Se ci si trova davanti a una frattura composta il gomito viene immobilizzato con un tutore. Si preferisce quest’ultimo al gesso perché permette di avere una gestione migliore della riabilitazione. Infatti inizialmente l’articolazione viene immobilizzata a novanta gradi. Poi dopo una settimana o una decina di giorni può essere parzialmente sbloccata a quarantacinque o sessanta gradi e si può iniziare la riabilitazione.
Non bloccare subito il gomito cosa comporta?
Il tutore è da considerare al pari di un gesso, per questo bisogna parlare bene con l’atleta e spiegare che comunque c’è da fare attenzione. Tuttavia questo metodo permette di iniziare al più presto con le terapie che servono per ridurre la rigidità che altrimenti si creerebbe con il gesso.
In caso di frattura composta si preferisce immobilizzare il gomito con un tutoreSe la frattura è scomposta è necessario intervenire chirurgicamenteIn caso di frattura composta si preferisce immobilizzare il gomito con un tutoreSe la frattura è scomposta è necessario intervenire chirurgicamente
Di quali terapie parliamo?
La prima che si può fare grazie all’uso del tutore è la magneto terapia che stimola la creazione del callo osseo. Può essere associata alla fisioterapia strumentale, tipo tecar o laser, per ridurre infiammazione e gonfiore. Si può anche iniziare un’elettrostimolazione per tenere attivi i muscoli e i tendini.
Il gomito quindi non è una frattura complessa?
In realtà sì perché ci sono diverse ossa che compongono questa articolazione, a seconda di quella che riporta la frattura si deve agire in una determinata maniera. La prima cosa da fare è andare da un ortopedico specialista che è in grado di definire quale trattamento adoperare. Una radiografia è il primo passo per avere una corretta diagnosi, in alcuni casi serve completamento diagnostico tramite RMN o TAC.
La riabilitazione attraverso la fisioterapia può iniziare dopo una settimana o dieci giorniLa riabilitazione attraverso la fisioterapia può iniziare dopo una settimana o dieci giorni
Per un ciclista quanto è invasivo come infortunio?
Non molto se si considera che il gomito non è la prima articolazione di carico in questo sport. Chiaramente con l’immobilizzazione c’è una perdita del tono muscolare ma non è così importante come se avvenisse sugli arti inferiori. In bici l’utilizzo del gomito è molto limitato.
Nonostante le mani siano uno dei punti di contatto con la bici e quindi di sostegno del peso?
Le braccia sostengono il peso del busto ma questo si divide tra mano, polso, gomito e spalla. Se una di queste parti viene meno a causa di un infortunio le altre vanno a compensare. Anche se il recupero a livello dell’articolazione del gomito non dovesse essere totale questo non andrebbe a intaccare la guida della bici. Poi va detto che su un infortunio come quello della Realini il recupero totale è praticamente certo.
E’ possibile tornare ad allenarsi e correre anche con una mobilità parziale del gomito, ne è un esempio PozzovivoE’ possibile tornare ad allenarsi e correre anche con una mobilità parziale del gomito, ne è un esempio Pozzovivo
Dopo quanto tempo si può tornare in bici?
Grazie ai rulli quasi subito. Una settimana si deve stare fermi però poi con accortezza si può già tornare a pedalare. Il ritorno su strada dipende dagli obiettivi e da quanto si vuole aspettare, ma una volta recuperato almeno il 50 per cento della mobilità del gomito si può guidare serenamente la bici.
Elisa Longo Borghini e Gaia Realini hanno dominato l'arrivo in salita all'UAE Tour. Con loro e con Paolo Slongo abbiamo ricostruito la tattica vincente.
PESARO – Difficile scegliere quale sia stato il momento più bello nella Serata di Grande Ciclismo di ieri a Pesaro. Se i racconti dei campioni presenti in sala e intervistati da Riccardo Magrini e Luca Gregorio. Se i momenti di cabaret dei due commentatori di Eurosport. Oppure le premiazioni ai protagonisti del ciclismo giovanile. Se l’annuncio, fatto dall’assessore allo sport Mila Della Dora che entro un anno Pesaro avrà una pista ciclo-rotellistica o se ancora gli incontri prima che la serata iniziasse, in cui abbiamo avuto la possibilità di incontrare amici dalle provenienze più disparate che di solito troviamo alle corse con ruoli d’ogni genere.
E allora forse il momento più bello della Serata è stata la Serata stessa: per la passione da cui nasce da quattro anni e l’attesa che la accompagna. Ieri nel salone dell’Hotel Baia Flaminia c’erano 240 persone e alla fine nessuno di loro aveva voglia di andarsene.
La Serata di Grande Ciclismo si è svolta nel salone dell’Hotel Baia Flaminia di PesaroAl tavolo Rifugio Auronzo, praticamente sulle Tre Cime di Lavaredo, c’eravamo anche noiGregorio e Magrini hanno cantato e intervistato i campioni presentiFabrizio Vangi è arrivato dalla Toscana. Con lui corre il marchigiano Giacomo SgherriLino Secchi è il presidente del Comitato regionale marchigiano, candidato alla presidenza FCILa Serata di Grande Ciclismo si è svolta nel salone dell’Hotel Baia Flaminia di PesaroAl tavolo Rifugio Auronzo, praticamente sulle Tre Cime di Lavaredo, c’eravamo anche noiGregorio e Magrini hanno cantato e intervistato i campioni presentiFabrizio Vangi è arrivato dalla Toscana. Con lui corre il marchigiano Giacomo SgherriLino Secchi è il presidente del Comitato regionale marchigiano, candidato alla presidenza FCI
Al tavolo dei campioni, abbiamo incontrato Rachele Barbieri e Manlio Moro. Filippo Baroncini, Gianmarco Garofoli e Giovanni Carboni. E poi, sparsi per la sala, Roberto Conti e Massimo Giunti, come pure Alberto Puerini e i suoi ragazzi del Pedale Chiaravallese. Fabrizio Vangi e il duo diesse Berti e anche Gianluca Geremia, tecnico regionale del Veneto. Ciascuno con la sua storia da raccontare, l’aneddoto, sia pure la stranezza di un controllo antidoping sull’onda del racconto diMoro che si è ritrovato gli ispettori, partiti da Nairobi, durante le vacanze in Kenya. Vita singolare quella di un professionista, con regole accettate e da accettare affinché si smetta di parlarne nel modo sbagliato.
Il tavolo dei campioni
E i ragazzi hanno parlato e detto cose importanti. Rachele Barbieri ha difeso il ciclismo femminile dall’affondo piuttosto intempestivo di Boonen.
«Le corse femminili a volte sono davvero bizzarre da guardare – ha detto il belga – le guardo, perchè spesso sono corse davvero impegnative. Però, tatticamente, l’80 per cento delle volte non si capisce cosa stiano facendo. E’ tutto così diverso dalle gare maschili. Penso che la differenza di livello tra le più forti e le altre sia ancora troppo grande». La modenese ha difeso l’imprevedibilità del ciclismo femminile dall’attesa a volta noiosa di quello maschile e ha invitato Boonen a seguire una corsa dall’interno per formarsi un’opinione completa.
Rachele Barbieri, atleta della DSM Firmenich, ha risposto alle osservazioni di Boonen sul ciclismo femminileMoro, corridore della Movistar e azzurro della pista, ha raccontato l’episodio del controllo antidoping in KenyaCarboni giocava in casa, essendo pesarese: 29 anni, nel 2025 torna in una professionalNel 2024 Baroncini ha centrato la prima vittoria da professionista alla SUPER 8 ClassicGarofoli, marchigiano, ha raccontato la sua prima Vuelta e il passaggio alla Soudal-Quick StepGiunti e Magrini, corrdore e ds alla Domina Vacanze nel 2004. Con loro Pierfelici, pro’ nel 2006Ciascun tavolo aveva il nome di una salita. Questo quello dei campioni: mancava solo VelascoTorta e brindisi finale. E a breve questi ragazzi torneranno ad allenarsi: il 2025 è già quiRachele Barbieri, atleta della DSM Firmenich, ha risposto alle osservazioni di Boonen sul ciclismo femminileMoro, corridoer della Movistar e azzurro della pista, ha raccontato l’episodio del controllo antidoping in KenyaCarboni giocava in casa, essendo pesarese: 29 anni, nel 2025 torna in una professionalNel 2024 Baroncini ha centrato la prima vittoria da professionista alla SUPER 8 ClassicGarofoli, marchigiano, ha raccontato la sua prima Vuelta e il passaggio alla Soudal-Quick StepGiunti e Magrini, corrdore e ds alla Domina Vacanze nel 2004. Con loro Pierfelici, pro’ nel 2006Ciascun tavolo aveva il nome di una salita. Questo quello dei campioni: mancava solo VelascoBaroncini ha vinto la Challenge bici.PRO. Il trofeo è stato realizzato da Morfeo GadgetAlla Serata del Grande Ciclismo si è brindato con magnum di Astoria WinesTorta e brindisi finale. E a breve questi ragazzi torneranno ad allenarsi: il 2025 è già qui
Carboni ha raccontato il suo anno di ricostruzione al Team Ukyo e la scoperta della cultura giapponese e della loro accoglienza, che gli ha permesso di ritrovare le sicurezze per l’approdo dal 2025 nella nuova squadra. Garofoli ha ripercorso i suoi primi due anni difficili e raccontato le emozioni nel passare alla Soudal-Quick Step. Baroncini, con il cerotto sull’avambraccio per aver finalmente tolto la placca, ha parlato della prima vittoria e ricevuto il premio per la Challenge bici.PRO. E alla fine tutti hanno partecipato al taglio della torta, facendo saltare il tappo alle magnum di Prosecco Astoria che ancora una volta ha supportato il brindisi.
Una lunga storia
La Serata di Grande Ciclismo è l’appuntamento voluto quattro anni fa per la prima volta da Maurizio Radi e Giacomo Rossi, rispettivamente titolari dello Fisioradi Medical Center e di Ca’ Virginia Country House. All’inizio quattro amici al bar, come ha detto Radi scherzando, adesso invece un vero evento con numeri e protagonisti di spicco
Ci siamo anche noi di bici.PRO con la nostra Challenge perché è giusto metterci la faccia e sostenere (come si può) iniziative che fanno il bene del ciclismo. E veder sfilare sul palco i migliori giovanissimi, gli allievi, gli esordienti e gli juniores che sfilando sul palco e posando per le foto, gettavano ogni volta lo sguardo verso il tavolo dei campioni dà il senso del passaparola che rende questo sport vivo più che mai.
La Serata di Grande Ciclismo è organizzata da Maurizio Radi e Giacomo Rossi, con il microfono in manoLa Serata di Grande Ciclismo è organizzata da Maurizio Radi e Giacomo Rossi, con il microfono in mano
Vedendo sfilare sul palco i corridori di oggi, quelli che lo sono stati e quelli che lo saranno, soltanto alla fine, guidando verso casa, il pensiero è andato a un amico che non c’è più e che avrebbe popolato con la sua risata ben più di un momento.
Capita spesso, tornando nelle Marche di pensare a lui. Ce lo hanno ricordato le immagini di Garofoli con il pappagallo Frankie sul casco, l’abbraccio fra Magrini e Giunti e il ricordo delle maglie bianconere della Domina Vacanze. Sono passati sette anni, ma avere in questa sala anche Michele Scarponi avrebbe reso il sogno una splendida realtà. Ricordarlo in qualche modo ci ha scaldato ulteriormente il cuore.
La frattura del bacino non è così rara ed è sempre abbinata a grosse cadute. Il caso Evenepoel. La rieducazione. Le accortezze prima di tornare in sella
Il ritiro dalle corse annunciato pochi giorni fa da Dario Cataldo e quel danno al pneumotorace che a detta del corridore della Lidl-Trek non è mai rientrato del tutto. Queste le sue parole nella nostra recente intervista: «Sento di non essere al 100 per cento neppure con la respirazione. Sia per il pneumotorace, sia per le fratture delle costole, ho perso tantissima capacità polmonare. Anche nei test fatti in ritiro a dicembre, avevo un valore nettamente inferiore agli altri anni».
Non solo Cataldo, ma anche Jonas Vingegaard ha subito questo infortunio (in apertura foto Wikipedia). Ora il danese ha ripreso a pedalare da qualche settimana in vista del ritorno alle corse previsto per il Tour de France.
Nonostante l’infortunio risalga a marzo 2023 Cataldo ha dichiarato di avere ancora problemi di respirazioneNonostante l’infortunio risalga a marzo 2023 Cataldo ha dichiarato di avere ancora problemi di respirazione
Il collasso del polmone
Il pneumotorace è esattamente questo: il collasso del polmone dovuto ad una pressione negativa, causata da un danno alla membrana sierosa. Vittorio Gemellaro, medico dello sport e direttore sanitario del Fisioradi Medical Center ci aiuta a comprendere in cosa consiste il pneumotorace.
«I polmoni – spiega – sono avvolti da questa membrana, se essa viene bucata si ha un collasso del polmone stesso. E’ come se con un ago si bucasse un palloncino. Il pneumotorace può avvenire in due modi: spontaneamente e in maniera traumatica. Nel primo caso si ha una predisposizione genetica del soggetto, si formano delle bolle d’aria e se si rompono avviene il collasso. Il secondo caso è quello che ci interessa di più perché riguarda traumi sportivi, come la frattura dello sterno, di una costola o della clavicola».
Anche una frattura della clavicola può provocare uno pneumotorace (foto danielebarnabei.it)frattura clavicola (foto danielebarnabei.it)
Anche la clavicola può causare uno pneumotorace? Ci spieghi meglio…
Una frattura scomposta può far piegare una di queste ossa verso il polmone e c’è il rischio che venga perforata la membrana. Siamo abituati a pensare alla clavicola come ad un osso lontano dai polmoni, ma la sua estremità inferiore è molto vicina a questo organo.
Cosa avviene di preciso in uno pneumotorace?
Il bucherellino che avviene nel polmone ne causa il collasso e porta a respirare in maniera preoccupante. Tanto che a volte si pensa al peggio.
E’ un danno così grave?
Nel caso medio no. La prima cosa da fare è l’ospedalizzazione, dove si fa un drenaggio e il polmone si ristabilisce. Un caso clinico normale prevede tra i sette e i dieci giorni di prognosi, chiaramente ci sono da valutare i danni collaterali.
Nella caduta ai Baschi Vingegaard ha riportato fratture multiple alle costole che possono aver causato il pneumotorace (foto Instagram)Nella caduta ai Baschi Vingegaard ha riportato fratture multiple alle costole che possono aver causato il pneumotorace (foto Instagram)
Le fratture ossee…
Esatto, Il problema dei ciclisti è che il pneumotorace è spesso dovuto ad eventi traumatici, le cadute. Un ciclista cade su una superficie ruvida e spesso di petto o comunque batte violentemente a terra il busto. Magari dal pneumotorace si recupera presto ma poi bisogna aspettare per tornare in bici a causa di altre fratture.
Ma come si risana il pneumotorace?
La membrana si ripara da sola, si cicatrizza. Non ci sono interventi particolari da fare. L’unica cosa è tenere monitorato il paziente ed evitare, almeno in un primo periodo, immersioni, apnee o cambi di pressione.
Un ciclista come ritorna alla sua attività?
Come prima cosa riprende a pedalare ad un basso regime, senza grandi sforzi. Magari si allena su distanze medie (80, 100 chilometri, ndr) ma a intensità bassa. Deve evitare sforzi respiratori intensi, il classico fiatone diciamo. Ci si basa sulla sintomatologia, bisogna rimanere al di sotto della soglia del dolore. La letteratura dice che il riadattamento dura tra i 30 e i 40 giorni per tornare a prestazioni di alto livello.
La ripresa degli allenamenti deve essere graduale, per evitare sforzi inutili (foto Instagram)La ripresa degli allenamenti deve essere graduale, per evitare sforzi inutili (foto Instagram)
Quindi all’inizio le salite sono sconsigliate?
Più che le salite gli sforzi elevati. Chiaro che se un corridore non si allena per due settimane e poi fa una salita di media lunghezza va in affanno.
Allora anche l’altura è da evitare?
Non aiuta, non tanto per un discorso di pressione atmosferica o pressione sanguigna, ma per lo sforzo. Pedalare sopra i 2.000 metri richiede una certa preparazione.
Ci sono rischi di ricadute o danni permanenti?
In teoria no. Un paziente medio riprende completamente da questo infortunio e non ne risente. Se il danno al polmone, invece, è stato di grande intensità il recupero avviene totalmente, ma magari si necessita di mesi e non solo di qualche giorno.
L’entusiasmo aumenta nell’attesa che si svolga la terza edizione della “Serata di Grande Ciclismo”, l’evento organizzato con cura e passione da Fisioradi Medical Center in collaborazione con il Cà Virginia Country House & Wellness. Quest’appuntamento speciale è fissato per venerdì 17 novembre alle ore 20 presso la suggestiva Tenuta del Monsignore di San Giovanni in Marignano. Come da tradizione, questa serata vuole rappresentare un vero e proprio omaggio al mondo del ciclismo e sarà l’occasione per premiare atleti professionisti italiani che si sono distinti nel corso dell’ultima stagione agonistica, nonché giovani talenti marchigiani che hanno brillato nel panorama ciclistico regionale. Questi ultimi accomunati nel ricordo dell’indimenticato Marco Ragnetti.
Vale inoltre la pena ricordare che per partecipare a questa emozionante serata dedicata al ciclismo è necessario prenotare il proprio posto, al costo di 35 euro.
La terza edizione della Serata di Grande Ciclismo si terrà il 17 novembre alle 20Tanti gli invitati a questo evento, che avrà luogo presso la Tenuta del Monsignore di San Giovanni in MarignanoLa terza edizione della Serata di Grande Ciclismo si terrà il 17 novembre alle 20Tanti gli invitati a questo evento, che avrà luogo presso la Tenuta del Monsignore di San Giovanni in Marignano
Sulle strade del Giro
Ma le sorprese non finiscono qui. Il giorno successivo, sabato 18 novembre, è difatti prevista un’escursione in bicicletta in compagnia di tutti i professionisti che hanno partecipato alla “Serata di Grande Ciclismo”. Un’occasione unica per pedalare assieme a loro lungo le strade che il prossimo Giro d’Italia 2024 affronterà in occasione di una spettacolare tappa con arrivo a Fano. Il punto di ritrovo è fissato per le 9,30 presso il Meccai Padel Club di Fossombrone (in via Enrico Mattei, 8).
L’evento “Serata di Grande Ciclismo” è reso possibile grazie al sostegno attivo di numerose aziende e partner, tra cui Fisioradi Medical Center, Cà Virginia Country House & Wellness, Enervit, NOB, Eyerise, Cicli Olivieri, Pesaro Assicura, Imatra, Falegnameria Artigianale, Crainox, Valeriani & Rossini, Stemas, Azienda Agricola Aia Vecchia, Green Bike, Netability e Hotel Blu Arena.E’ grazie alla loro collaborazione che questa serata si preannuncia come un evento davvero indimenticabile per tutti gli amanti del ciclismo.
Il Fisioradi Medical Center è diventato un punto di riferimento per i ciclistiIl Fisioradi Medical Center è diventato un punto di riferimento per i ciclisti
Il futuro della bicicletta
«La nostra Serata di Grande Ciclismo – ha dichiarato a bici.PRO Maurizio Radi, il titolare e fondatore di Fisioradi Medical Center, ed al tempo stesso il co-organizzatore, insieme a Giacomo Rossi di Ca’ Virginia, dell’appuntamento di gala del 17 novembre – cresce in maniera importante anno dopo anno. E di questo siamo estremamente orgogliosi. Orgogliosi, sì, perché vediamo celebrata la nostra passione per il ciclismo e per la bicicletta più in generale.
Desidero ringraziare le realtà aziendali che sono nostri partner in questa serata. In realtà mi piace piuttosto definirli amici, che come noi credono in un futuro dove la bicicletta sia sempre più protagonista a 360 gradi: sia da un punto di vista agonistico quanto, e soprattutto, come vero e proprio veicolo sostenibile e di benessere per tutti noi».
Il ginocchio rappresenta una delle parti del corpo più delicate per lo sportivo. Per quanto riguarda il ciclista si apre un vero e proprio capitolo che comprende un’ampia serie di insidie e casistiche che poi possono sfociare in infortuni più o meno gravi. Due di queste sono sicuramente le cadute e le scorrette posizioni in sella. La sottovalutazione o la fretta di risalire in bici a seguito di infortuni al ginocchio sono due dinamiche che possono causare problemi seri per il futuro.
In una nostra intervista, Davide Ballerini ha detto: «Dopo la caduta, ho fatto prima 20 giorni senza bici. Pensavo fosse poca roba, invece non è risultato così. Dopo lo stop ho ricominciato e ho sempre avuto un fastidio al ginocchio».
Per approfondire le casistiche e le insidie a cui il ciclista può andare incontro ci siamo affidati al parere esperto del Medico Chirurgo Marco Corzani, specialista in chirurgia del ginocchio, caviglia e piede presso il Fisioradi Medical Center.
Marco Corzani, Medico Chirurgo Specialista in ortopedia e traumatologiaMarco Corzani, Medico Chirurgo Specialista in ortopedia e traumatologia
Gli infortuni al ginocchio nel ciclista sono per la maggior parte sono causati da cadute?
Nella traumatologia sportiva in realtà sono più che altro causati da distorsione, perché per esempio nel calcio, nella pallavolo, nel basket sono dovuti a cambi di direzione, quando il ginocchio si trova in torsione e in flessione. I casi peggiori per l’articolazione cioè i traumi dell’impatto diretto sono meno frequenti, sono in genere correlati più a incidenti stradali, traumi da caduta per esempio, in bicicletta, motocicletta e situazioni di questo tipo.
Prendendo come esempio il caso di Ballerini. A che tipo di infortunio si va incontro?
Il caso di caduta con impatto sul ginocchio, quindi sulla rotula, è un po’ diverso dai traumi distorsivi, Bisogna andare a cercare più che altro dei danni sulla cartilagine, che vengono scovati bene con la risonanza. I traumi da impatto sono dovuti a un contatto con un’alta energia tra la rotula e il femore. Questi traumi sono come delle micro fratture a livello della cartilagine e dell’osso che si trova al di sotto di essa. Causano gonfiore, dolore e impotenza funzionale. Quindi il ginocchio non è più quello di prima.
L’anatomia complessa del ginocchio in ogni sua parte (foto Mypersonaltrainer.it)L’anatomia complessa del ginocchio in ogni sua parte (foto Mypersonaltrainer.it)
Come si trattano?
Con il riposo. In 20 giorni si può riportare l’articolazione ad uno stato più o meno sano a seconda dei casi. Le tempistiche di guarigione purtroppo vanno rispettate. Bisogna dare tempo all’osso di guarire. Quello che si può fare per aiutare lo sportivo di alto livello è modulare un po’ quello che può o non può fare. Bisogna cercare di ridurre le flesso estensioni del ginocchio, perché sono quelle che vanno a stuzzicare l’area interessata dal trauma. Si deve lavorare più sul quadricipite, per esempio, con la leg extension per agevolare la ripresa della bici.
Il riposo è importante, ripartire prima anche se con buone sensazioni è pericoloso?
Tendenzialmente sì, nel senso che se noi anticipiamo i tempi è un azzardo, perché c’è il rischio che se poi non guarisce bene quella lesione, ci si portano avanti gli strascichi per diverso tempo.
Si può ripresentare un dolore al ginocchio dopo un infortunio di questo tipo?
No, non si ripresenta perché è correlato a un trauma acuto. Quello che si può ripresentare è la sintomatologia. Perché in quell’evento può aver causato delle alterazioni della cartilagine tali successivamente da creare un problema di “usura”. Se si è creata una lesione importante alla cartilagine, che non è stata trattata con la dovuta attenzione, e si sono voluti anticipare i tempi, questa lesione alla lunga causa un’artrosi precoce della femoro-rotulea.
La riabilitazione in palestra è un momento fondamentale per la ripresaLa riabilitazione in palestra è un momento fondamentale per la ripresa
Si procede mai con operazioni chirurgiche in questi casi?
Sì, ci sono trattamenti di vari livelli. Il primo, è l’acido ialuronico, un blando antinfiammatorio, ma soprattutto è un gel che nutre le cartilagini e le rende più trofiche, cioè più voluminose e le prepara meglio al lavoro. Agisce come un olio lubrificante fondamentalmente. Successivamente, se vediamo che alla risonanza il trauma è vistoso con dei distacchi di cartilagine, in quei casi allora il trattamento diventa chirurgico.
Con l’intervento si allungano i tempi di ripresa?
Sì. Quello che si può fare anche da un punto di vista fisioterapico, diciamo del contenimento del tono muscolare, è molto più limitato e va anche rimodulato, cercando ovviamente di non fermare l’atleta per un lungo periodo.
Nella sua esperienza ha avuto a che fare con ciclisti che hanno accusato problemi al ginocchio, anche non di questo tipo?
Sì, è interessante perché la patologia che riguarda il ciclista è un po’ un capitolo a parte del ginocchio. L’apparato estensore è composto da quadricipite, tendine del quadricipite, rotula e legamento rotuleo. Questi sono il motore del ciclista e il ginocchio è quello che lavora di più agendo nella pedalata. Le patologie che più causano dolore nella zona anteriore del ginocchio sono tante, essendo tante le strutture coinvolte. Nella pedalata la rotula è un osso che scorre sopra un binario in modo ripetitivo e crea un’usura ripetuta nel tempo, che si può evolvere in un’artrosi in futuro. E’ infatti importante per il ciclista calibrare bene l’altezza del sellino e studiare un corretto arco della pedalata. Queste sono variabili che sicuramente vanno a influire sulla salute del ginocchio per il futuro.
La rotula è la parte più esposta e stressata del ginocchio (foto scienzemotorie.com)La rotula è la parte più esposta e stressata del ginocchio (foto scienzemotorie.com)
Un esempio di possibili casistiche dovute a questa usura?
Il gesto tecnico ha un’importanza in quella che poi può diventare una problematica in futuro. Per esempio, chi ha una pedalata con le ginocchia molto addotte, quindi molto vicine l’una all’altra, è un po’ più soggetto a dolori anteriori come tendiniti del rotuleo, tendiniti del quadricipite o situazioni simili. Chi invece pedala con i talloni flessi, quindi con la caviglia troppo in dorsiflessione, ha più probabilità di sviluppare problematiche in futuro. Quindi è importante anche avere un biomeccanico e un allenatore che riescano a correggere il gesto tecnico perché più il gesto è pulito, meno sono le probabilità di andare incontro a infortuni o a dolore da iperallenamento.
Quindi non è la bici che porta a queste casistiche ma una posizione o un gesto tecnico sbagliato?
Esatto, non è la bici che fa male in sé, ma è una scorretta posizione che può portare a questo. Ovviamente tutto va correlato all’entità del proprio impegno in bici. Chiaramente un ciclista che fa 100 chilometri a settimana è meno esposto rispetto a uno che ne fa 200. Però se il ciclista che ne fa 100, ha una pedalata con gesto tecnico errato, sarà sicuramente più incline in futuro a sviluppare delle problematiche.
TAVULLIA – Chi lo dice che moto e bici siano incompatibili tra loro o distanti anni luce? Pur nel rispetto reciproco che le due categorie devono adottare sulle strade, ci sono diversi punti in comune. Innanzitutto il senso di libertà nel viaggiare a cavallo del proprio mezzo. La possibilità di raggiungere borghi e luoghi che spesso in auto vengono ignorati. Lo spirito di gruppo che si consolida con gli altri membri della propria comitiva. La pianificazione di una vacanza in sella o anche solo il fermarsi per consultare la mappa, cartacea o digitale che sia. Certo, il motore fa una bella differenza, ma oggi le e-bike hanno lanciato un ulteriore ponte tra centauri e pedalatori.
E dove poteva consolidarsi il binomio moto/ciclismo se non in quella terra, a cavallo tra Marche e Romagna, che è stata una fucina di campioni quali Valentino Rossi, Marco Simoncelli, Nicky Hayden (e continua ad esserlo nella MotoGp con Franco Morbidelli e Luca Marini)? E che, al tempo stesso, è anche un territorio felice per gli amanti della bici, tra l’azzurro dell’Adriatico e le verdi colline dell’entroterra?
Si ripassa su carta il giro che andremo a fare: alla fine, saremo ancora quiAppuntamento davanti al maxi murales che celebra la carriera del “Dottore”Tavullia è il punto di partenza di questo tour: è la casa di Valentino RossiSubito dopo il via, si passa davanti al “ranch” in cui Valentino Rossi allena i suoi piloti e si diverteSi ripassa su carta il giro che andremo a fare: alla fine, saremo ancora quiAppuntamento davanti al maxi murales che celebra la carriera del “Dottore”Tavullia è il punto di partenza di questo tour: è la casa di Valentino RossiSubito dopo il via, si passa davanti al “ranch” in cui Valentino Rossi allena i suoi piloti e si diverte
Il ranch di Valentino
Ecco allora che ci troviamo a pedalare sul “Tour dei Campioni”, un percorso cicloturistico che da Tavullia (comune capofila del progetto) tocca le località di Gradara, Misano Adriatico, Coriano, Montescudo/Montecolombo e Morciano di Romagna. Ci fanno compagnia i ragazzi e le ragazze del Team Fisioradi, che vediamo arrivare come una nuvola bianca per via delle loro divise.
L’appuntamento è sotto il mitico muraglione di Tavullia dove campeggia lo striscione inneggiante all’idolo di casa, Valentino Rossi, che con le sue gesta ha reso famoso in tutto il mondo questo angolo della provincia di Pesaro. Ci muoviamo verso Gradara superando proprio il “ranch”, la pista divenuta il “luna park” di Rossi e della sua ciurma.
Gradara è la capitale del Medio Evo, città fortificata, patria di Paolo e FrancescaGuida di eccezione è Alessandro Gualazzi, ideatore e coordinatore del percorso ciclistico permanente “Tour dei Campioni”Gradara è la capitale del Medio Evo, città fortificata, patria di Paolo e FrancescaGuida di eccezione è Alessandro Gualazzi, ideatore e coordinatore del percorso ciclistico permanente “Tour dei Campioni”
Con Paolo e Francesca
Gradara è nota come “Capitale del Medioevo” per via delle sue rievocazioni storiche, che valorizzano il proprio patrimonio culturale. Il borgo (nella foto di apertura il nostro ingresso in città) è cinto da possenti mura e la rocca malatestiana, quattrocentesca, è l’attrattiva principale. Secondo tradizione, proprio in questo castello avvennero le gesta dolci e amare tra Paolo e Francesca, narrate da Dante nel V Canto dell’Inferno.
Due passi a piedi sul ciottolato accanto ai turisti e risaliamo in sella per scendere tutti in gruppo verso il mare, verso Misano Adriatico. Qui, poco prima di raggiungere il lungomare, veniamo piacevolmente sorpresi da una striscia blu sull’asfalto: è la pista ciclabile “Ecovia” inaugurata lo scorso 2 giugno ed è un piacere per lo sguardo vedere vacanzieri di tutte le età percorrerla avanti e indietro in sella alle loro bici. Facciamo un salto nei pressi del moderno porticciolo di Portoverde e proseguiamo, in questo connubio di moto e bici, verso l’autodromo di Santa Monica dove, oltre al Motomondiale, si svolge anche l’annuale Italian Bike Festival (la prossima edizione si svolgerà dal 15 al 17 settembre). Oggi però niente stand di bici sul piazzale, ma ci affacciamo sulle tribune per ammirare le auto sportive che si impegnano a saltare sui cordoli.
A Misano Adriatico si pedala sull’Ecovia inaugurata il 2 giugno: piacevole sorpresaE poi si arriva al porticciolo turistico: dalla collina, alle magie del mareIl gruppo degli amici di Fisioradi di Pesaro che ci ha scortato lungo questa prima tappa del Tour dei CampioniSi riparte alla volta di Coriano: le bici sono abituali, ricordarlo agli automobilisti non fa mai maleA Misano Adriatico si pedala sull’Ecovia inaugurata il 2 giugno: piacevole sorpresaE poi si arriva al porticciolo turistico: dalla collina, alle magie del mareIl gruppo degli amici di Fisioradi di Pesaro che ci ha scortato lungo questa prima tappa del Tour dei CampioniSi riparte alla volta di Coriano: le bici sono abituali, ricordarlo agli automobilisti non fa mai male
A casa del Sic
Il Misano World Circuit è intitolato a Marco Simoncelli e noi riprendiamo a pedalare verso l’entroterra in direzione della sua Coriano. Superiamo Misano Monte e, tra campi coltivati a vite e ulivo, eccoci nel centro abitato, dove è d’obbligo una visita al museo “La Storia del Sic”. Qui ci sono le moto, le tute, i caschi, le foto e i video del tanto gioviale quanto sfortunato pilota scomparso nel 2015.
Col sole ormai alto e la zip della maglia quasi tutta aperta, solchiamo la cresta delle colline che in lontananza lasciano ammirare l’inconfondibile profilo di San Marino e del Monte Titano. Raggiungiamo il comune sparso di Montescudo-Monte Colombo dove pedaliamo accanto all’ombra della Torre Civica e quindi puntiamo verso Est per la via del ritorno.
Il Tour dei Campioni approda all’autodromo di Misano AdriaticoLa pista è stata dedicata allo scomparso Marco Simoncelli, altro figlio di queste zoneUna sosta al museo Casa del Sic è l’occasione per conoscere la storia di SImoncelliA Coriano c’è anche la panchina “Sic 58”, inaugurata il 20 gennaio, giorno in cui Sic avrebbe compiuto 36 anniUltima sosta guardando il panorama a Montescudo e poi si riparte alla volta di TavulliaIl Tour dei Campioni approda all’autodromo di Misano AdriaticoLa pista è stata dedicata allo scomparso Marco Simoncelli, altro figlio di queste zoneUna sosta al museo Casa del Sic è l’occasione per conoscere la storia di SImoncelliA Coriano c’è anche la panchina “Sic 58”, inaugurata il 20 gennaio, giorno in cui Sic avrebbe compiuto 36 anniUltima sosta guardando il panorama a Montescudo e poi si riparte alla volta di Tavullia
Ritorno a Tavullia
L’ultimo borgo sul nostro percorso è Morciano di Romagna. In estate la sua area verde al centro del paese prende vita con spettacoli teatrali all’aperto, concerti e film, e soprattutto la sua Notte Bianca delle Stelle richiama turisti dalla Riviera grazie alle animazioni degli artisti ed alla partecipazione degli astrofili.
Dopo circa 70 chilometri e 1.000 metri di dislivello facciamo ritorno a Tavullia e salutiamo il gruppo di amici di Fisioradi che ci ha accompagnato per questo Tour dei Campioni: un’ottima opportunità per vedere da un’altra angolazione questo tratto di Riviera Adriatica e le sue colline, ovviamente dal sellino di una bici!
E’ oramai questi tutto pronto per la disputa, domenica prossima 2 luglio, dell’edizione numero due della Rossini-Raffaello – Memorial Marco Ragnetti, la gara in linea riservata alla categoria allievi con partenza dal centro di Pesaro ed arrivo fissato nella meravigliosa Urbino proprio difronte alla celebre facciata rinascimentale del Palazzo Ducale. E giusto qualche giorno fa, presso la Sala Rossa del Comune di Pesaro, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di questo importante evento giovanile, manifestazione che quest’anno sarà valevole per l’assegnazione della maglia di campione regionale: una bellissima novità per una competizione che cresce veloce…
All’incontro di presentazione hanno partecipato gli organizzatori Maurizio Radi, del Fisioradi Medical Center, e Giacomo Rossi, titolare quest’ultimo della struttura Cà Virginia Country & Wellness Resort, e poi Fabio Francolini, Presidente FCI della provincia di Pesaro-Urbino e vice presidente AlmaJuventusFano, insieme a Michele Sgherri consigliere AlmaJuventusFano. Oltre a loro, presenti anche le principali autorità pubbliche a testimoniare l’importanza fondamentale di una coalizione esistente tra settore privato e pubblico con l’obiettivo di alzare il livello di qualità dello stesso progetto agonistico. Presenti tra il pubblico degli intervenuti anche i genitori di Marco Ragnetti, il giovane corridore marchigiano al quale viene dedicata la manifestazione.
La Rossini-Raffaello, gara dedicata agli allievi, è alla sua seconda edizioneLa Rossini-Raffaello, gara dedicata agli allievi, è alla sua seconda edizione
Un valore per il territorio
E proprio Maurizio Radi anche quest’anno ha voluto rimarcare l’importanza dell’evento, un progetto che unisce due città come Pesaro (Rossini) e Urbino (Raffaello) attraverso una gara ciclistica di 80 chilometri in grado di toccare diversi Comuni dell’entroterra della provincia. Radi stesso ha anche riportato alcuni numeri molto significativi della scorsa edizione: i soggiorni negli hotel della zona (150 persone), il numero delle persone che hanno pranzato nei ristoranti tra Pesaro e Urbino (600/650), mentre oltre 1.000 sono state le persone che si sono riversate sulle strade lungo il tracciato di gara.
Un progetto nato con il supporto del Fisioradi Medical CenterUn progetto nato con il supporto del Fisioradi Medical Center
A rimarcare l’importanza della gara ciclistica, non solo da un punto di vista sportivo ma considerando anche l’aspetto del cicloturismo, sono stati Giacomo Rossi, sostenuto dall’Assessore allo Sport di Pesaro Mila della Dora, ed il Consigliere regionale Andrea Biancani. Entrambi hanno ricordato il forte investimento realizzato per una mobilità sostenibile, un investimento che ha conferito un valore aggiunto a tutta la Provincia di Pesaro.
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